Goodbye Europa

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Invito alla lettura di un saggio ad opera di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi.

Sabato scorso, durante il mio consueto raid in quella che in pratica e' l'unica libreria di Rimini, ho scovato un saggio a carattere divulgativo scritto da Alesina e Giavazzi, di cui ignoravo colpevolmente l'esistenza.

Il titolo dell'edizione italiana e' "Godbye Europa. Cronache di un declino economico e politico."

Una descrizione e' disponibile sul sito di MIT Press. Il libro si sofferma sulle principali differenze tra il sistema economico di stampo anglo-sassone e quello cosiddetto continentale, per mettere a nudo la varieta' di distorsioni al funzionamento dell'economia di mercato che stanno affossando Francia, Italia, e Germania.

Cio' che trovo particolarmente piacevole e' che gli autori riescono a suffragare ogni loro asserzione con argomenti economici internalmente coerenti, e allo stesso tempo accessibili al college graduate.

 

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Commenti

Ci sono 7 commenti

Nel caso qualcuno pensasse (o sperasse) che noi non si viva a volte, e per tempi lunghi, nella famosa torre d'avorio, la tempestivita' di questo PassaParola e' tale da far evaporare qualsiasi pia illusione di questo tipo ...

Domanda a Gian Luca: davvero ti sembra che suffraghino ogni loro affermazione con argomenti economici coerenti? Qualche dubbio, non molti, ce l'avrei, a dire il vero ...

Ma lascio spazio ad altri che l'abbiano letto piu' recentemente, e forse piu' attentamente, del sottoscritto. 

P.S. Nel caso la precedente sembri una scusa per lanciare il sasso e tirare indietro il braccio, ammetto che temporaneamente lo e'.

 

 

Ho letto il libro di Alesina/Giavazzi un annetto fa, qui negli US e` uscito con il seguente titolo : "The future of Europe, Reform or Decline", e si trova su Amazon.com per chi lo cerchi.

Il libro e` interessante e, per chi ha vissuto e lavorato come me in America, un testo semplice, incisivo, ovvio, ma che per un Italiano sembra essere un testo reazionario (vedi reviews su ibs.it). Vale la pena di leggerlo.

 

Spero di fare cosa gradita segnalandovi uno spunto secondo me interessante su Goodbye Europa. Si tratta di una lettura dal punto di vista del Vecchio Continente e la trovate qui. In estrema sintesi: non e' che le lezioni di Alesina e Giavazzi sono "troppo americane"? Le ricette e le utili sferzate contenute in Goodbye Europa potrebbero basarsi su un equivoco di fondo: quello che l'economia piu' dinamica in un dato momento (quella Usa nella fattispecie) rappresenti una "one best way" da seguire per sempre. Il rischio e' quello di dimenticarsi dell'avvicendarsi dei cicli e di prescrivere cure che possono rivelarsi inefficaci o addirittura controproducenti in tempi e contesti diversi da quelli in cui hanno avuto origine.

Cito dal post che ho linkato: <<Tanto per capirci: dieci o quindici anni fa un libro come questo avrebbe avuto come titolo “Goodbye America”. E, in effetti, non mancavano all’inizio degli anni ’90 diverse opinioni critiche sullo sviluppo dell’economia Usa, che soffriva il confronto concorrenziale sia con il Giappone sia con l’Europa (ricordate i libri di Lester Turow e di Robert Reich?). Ma se si fosse seguito il modello allora “vincente”, l’economia Usa avrebbe fatto poca strada.>>

 

OT - Ne approfitto per farvi i complimenti per gli interventi e le riflessioni che sviluppate su NFA: qua a Venezia li si legge sempre con interesse e li si discute volentieri.

 

Caro Vladi, grazie per i complimenti e per il link al blog, molto interessante. No, non sono affatto d'accordo con la tesi che l'autore nel link che hai mandato sostiene. Per tante ragioni. Ne elenco alcune:

1) Perche' le tesi di Alesina e Giavazzi, come le nostre (che nella notte tutti i gatti sono neri) non sono basate sul successo degli Stati Uniti, ma da seria analisi economica, teorica ed empirica. Non so quanto  Alesina e Giavazzi lo facciano nel libr, che non ho ancora letto, ma queste tesi si possono sostenere con grande efficacia senza una volta citare gli USA. Noi ci proviamo a farlo qui; ad argomentare, intendo. Ma anche noi spesso rimandiamo agli USA per evidenza.

2) Perche' non sono solo gli USA a dare evidenza per queste tesi, ma anche l'Inghilterra, l'Irlanda, l'Estonia, Taiwan, la Corea del sud, .... e per contrapposizione, la Francia, l'Italia, Cuba (guarda qui ), il socialismo reale tutto, la Svezia (qui ci sarebbe da discutere, non e' cosi' ovvio, ma vero secondo me), ...  

3) Perche' Turow e Reich non hanno mai capito nulla di economia; quando possono parlano male dell'economia americana (adesso non possono, allora lo facevano) in ossequi al saggio decrescente del profitto. Lo stesso si puo' dire di Krugman oggi (lui, pero' di economia ne capisce un bel po'; solo che la politica spesso lo affusca). Nessuno tranne questi personaggi suggerivano di fare come in Europa negli anni 80. Nessuno li ha mai presi tanto sul serio, certo non qui.