Questa volta non si tratta dei benzinai (su cui abbiamo già scritto a iosa), né delle estetiste (su cui pure, e poi non v'è molto da aggiungere se non chiedere ai compatrioti: avete notato negli ultimi mesi una crescita nell'offerta di servizi estetici ed una diminuzione dei loro prezzi?), ma di una cosa leggermente più seria, ossia della concessione e trasportabilità (da una banca all'altra) del mutuo sulla casa. Tema di sostanziale peso economico in generale, e di estrema rilevanza in un periodo come questo. Con i tassi a breve in risalita, molti di coloro che avevano accesso mutui a tasso variabile stanno correndo a frotte - e, a mio avviso, poco saggiamente, ma non faccio previsioni se non a pagamento e privatamente - verso i mutui a tasso fisso. Insomma, molta gente spaventata dalla crisi degli ARMs USA (a cui farà seguito fra poco quella sulle carte di credito ed il debito collateralizzato delle medesime ... ma, di nuovo, previsioni le faccio solo a pagamento ed in privato) sta ora cercando di rifinanziare altrimenti le proprie ipoteche.
La notizia che ha ispirato questo breve commento dice che, alla faccia degli annunci fatti da Bersani ai tempi del decreto, i costi di trasportabilità dei mutui permangono e sono oggetto di trattativa fra ABI, varie (suppongo io siano varie, l'articolo ne menziona una sola) associazioni di consumatori e il sindacato dei notai (che va sotto l'augusto nome di Consiglio nazionale del Notariato, ma un sindacato è). Le trattative, sorprendentemente, non vanno da nessuna parte nonostante la gentile offerta del sindacato dei notai di offrire i propri servizi per l'accensione di un nuovo mutuo e trasferimento d'ipoteca a prezzi leggermente inferiori (domando io, ingenuamente: a che serve il notaio per spegnere un credito ed accenderne un altro? Com'e' che io non ne ho mai sentito il bisogno?). Non vanno da nessuna parte a causa delle banche, le quali non vedono nessuna ragione, in un periodo di alta ed inelastica domanda per la ricontrattazione dei mutui, di mettersi a fare sconti in assenza di concorrenza che minacci le loro rendite di posizione. Sorpresi? Io no. Sottolineo che già 9 e passa mesi fa, in compagnia dell'ora pre-pensionato ma sempre (come l'ermo colle) a me caro compagno Giorgio Topa, scrivevamo:
Giusto, saggio ma ... ma
la cosa puzza. Perche'? Ma perche' la concorrenza, l'efficienza, la riduzione
dei costi, pensate davvero che arrivino a colpi di divieti di fare questo e
quello? Pensate davvero che impedendo alle banche di appropriarsi di rendite
sotto la forma "penalita' per chiusura anticipata mutuo", le rendite ed
inefficienze bancarie che le generano spariranno? Ma che diavolo di nozione del
mercato, della concorrenza, dell'innovazione imprenditoriale hanno in questo
governo? Dove hanno studiato tutti, negli uffici della pianificazione sovietica?
Nei comitati per la programmazione economica? Son tutti convinti che
l'efficienza economica sia una questione di ordini e decreti?
Aggiungo ora i seguenti, forse retorici e certamente ingenui, commenti/quesiti:
(1) Cosa c'era scritto nel decreto Bersani se le penalità per chiusura anticipata sono ancora tutte lì? Visto che l'avevano fatto con i costi di ricarica sulle schede telefoniche, perchè han scelto di non fare i dirigisti nel caso delle banche, come avrebbero potuto invece fare vietando esplicitamente i costi di estinzione anticipata dei prestiti? Forse che le banche erano, e tuttora sono, piu' care all'ermo colle - lo so, lo so che è il Quirinale e non Palazzo Chigi ad essere su un colle, anche se per nulla "ermo" - che non le compagnie telefoniche, specialmente se guidate da fuori-usciti dalla combriccola prodiana? Sembra che cosí sia, anche se lo so che ora qualcuno mi spiegherà che le tariffe delle compagnie telefoniche "devono" essere regolate, come l'intero settore mentre quelle delle banche no. No? E la Banca d'Italia, allora, a cosa servirebbe, visto che abbiamo la BCE?
Ad ogni buon conto, leggo qui (non so quanto affidabile sia il sito) che
Se il contratto originario prevedeva la corresponsione di una penale di
estinzione anticipata, questa andrà comunque riconosciuta al vecchio
creditore, a compensazione della perdita dell'operazione.
Ossia, tutto ciò che Bersani ha fatto è stato eliminare la costrizione legale che richiedeva accensione di nuova ipoteca ogni volta che si cambiava di finanziatore. Ovvio, direte voi, che altro poteva fare? Son d'accordo, dico io, ma allora non è il caso di far tanta propaganda per cosí poco mentre sarebbe invece il caso di darsi da fare - questo vale anche per la signora Banca d'Italia e forse anzitutto per essa - per far arrivare banche straniere nel mercato italiano, invece di passare il tempo a fomentare fusioni "strategiche" con l'unico fine di mantenere il potere oligopolistico di quelli di sempre. O no?
(2) In Italia pensano ancora di ridurre i costi e fare la concorrenza a botte di trattative sindacali. Dove vivono? Neanche in Francia, oramai, si sentono proporre queste cose! L'assurdo viene raggiunto con l'auto-proclamazione di queste "associazioni di consumatori" che rappresenterebbero tutti noi al tavolo delle trattative! Si rendono conto della follia? Soprattutto, si rendono conto che la pura esistenza dell'associazione consumatori che va a fare la trattativa con i sindacati dei banchieri e dei notai legittima, giustifica e consolida l'esistenza di lobbies anticompetitive come, appunto, l'ABI ed il Consiglio del Notariato? Non si rendono conto che il problema sta proprio nell'esistenza di ABI e Consiglio del Notariato che fissano prezzi e tariffe, coordinano la collusione, regolano l'entrata a proprio piacimento, garantiscono insomma che la concorrenza non vi sia né nel settore bancario né in quello dei servizi notarili? Le associazioni dei consumatori, se proprio vogliono esistere, che facciano raccolte di firme, manifestazioni, proposte di leggi popolari, organizzino boicottaggi ... Ma non le trattative per fissare i prezzi, quelle per favore no! Le trattative per fissare i prezzi fanno solo danno alla concorrenza ed ai consumatori!
(3) Dove si trova e cosa fa l'anti-trust in Italia, ossia l'Autorità per la difesa della Concorrenza, come credo si chiami? Non si rendono conto questi signori che trattative di questo tipo sono atti anticompetitivi e collusivi? Infatti, per definizione, esse "fissano i prezzi", come dichiarano esplicitamente le parti coinvolte nelle medesime! Capisco il quieto vivere, e capisco che la legislazione scarsamente favorevole al mercato congiunta alla pratica decennale di accordi e trattative "tra le parti" su qualsiasi prezzo o quantità si commerci nel Bel Paese, facciano ritenere più opportuna la scelta del nazional-popolare "transeat", ma non viene proprio mai un sussulto di dignità professionale? Un pelino di voglia di fare l'autorità indipendendente per davvero, togliendosi tre o quattro macigni dalle scarpe? Magari provarci? Magari tirare il sasso nello stagno provando a mettere sotto inchiesta ABI e Consiglio nazionale del Notariato per pratiche collusive e monopolistiche, ovviamente e platealmente nocive alla concorrenza ed al benessere dei cittadini?
Per esperienza personale (ogni tanto vengo consultato da amici e parenti), trovo sempre grosse difficolta' a convincere il potenziale mutuatario a consultare banche diverse da quelle con cui hanno il conto corrente. Ed e' comprensibile: e' cosi' difficile confrontare le condizioni offerte che non vale la pena prendersi la mezza giornata di ferie per andare a consultare un'altra banca (ricordiamoci anche la riluttanza di molti istituti di rivelare i termini per telefono... le cose stanno lentamente cambiando, esistono offerte via internet, ma in Italia chi ce l'ha il computer? Non il padre di famiglia cinquantenne che vuole comprare la casa ai figli in procinto di sposarsi).
Questo per dire che sono convinto esista un indubbio vantaggio concorrenziale dato
dall'imporre zero costi di trasferimento: la semplificazione della
confrontabilita' dei prezzi dei mutui. Se il contraente potesse
semplicemente confrontare i tassi (fra mutui a parita' di scadenza), la
differenza dei termini concessi dalle varie banche sarebbe piu'
evidente; resterebbe la scelta fra tasso fisso e variabile, e fra vari
termini di scadenza, che gia e' difficile per un economista, figurati
per una persona non avvezza al calcolo probabilistico.
Rimane comunque la domanda: perche', se la chiarezza delle condizioni e' un bene apprezzato dai mutuatari, non esistono banche che offrono mutui trasferibili a costo zero? Le banche sostengono che i costi di trasferimento servono per coprire i costi che la banca deve sopportare per liquidare anticipatamente il debito acceso per coprire il mutuo. La cosa sembra ragionevole: il costo serve a coprire un servizio che non serve a tutti i mutuatari. Impedirne l'applicazione equivarrebbe a trasferire risorse da mutuatari a cui il servizio non serve a quelli che vogliono trasferire il mutuo. A me sembra strano che questi siano costi rilevanti, per una banca di dimensioni non infime. Ad incidere su questi costi potrebbe essere la limitatezza del mercato secondario dei mutui. Non conosco la situazione italiana, ma se cosi' fosse, ogni confronto con gli Stati Uniti, che Michele non ha fatto, ma che trovo naturale fare, e' viziato dalla presenza negli USA di forti sussidifederali al mercato secondario dei mutui.
Sto tentando di avanzare l'ipotesi che negli Stati Uniti la presenza di mutui a zero costi di trasferimento (in realta': l'assenza di mutui a costi positivi) non e' dovuta necessariamente alla maggiore concorrenzialita' del sistema, ma ad un'ingerenza federale anticompetitiva nel mercato secondario (peraltro ampiamente criticata, ma ora tornata popolare durante la crisi del settore) che rende i costi di trasferimento minimi per le banche, visto che quasi tutte rivendono i mutui sul mercato secondario. Un'ipotesi certamente blasfema in questo sito, ma che propongo agli addetti ai lavori.