Il Papa a La Sapienza

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Benedetto XVI non visiterà l'università La Sapienza di Roma in occasione dell'apertura dell'anno accademico. Gruppi di studenti avevano occupato l'università per impedirlo. Circa 70 professori di Fisica hanno spedito una lettera aperta al Rettore criticando la visita e chiedendone la revoca, che è avvenuta. Han preso tutti una grande cantonata, proprio tutti.

 Quali le argomentazioni degli studenti? La Sapienza è ostaggio del Papa. Liberiamo i saperi, è lo slogan. E poi c'è la questione di Giordano Bruno e di Galileo Galilei, ferite aperte che agli intellettuali de La Sapienza stanno naturalmente a cuore:

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Fare scienza, è vero o almeno spero sia vero, non è reato. Ma impedire alla gente libera di andare dove vuole lo è, oltre che essere un atto di stupida violenza. Non ho molto da aggiungere, salvo il consiglio che mi permetto di dare, in chiusura d'articolo.

E i professori? Nella lettera si definisce incongrua l'idea di invitare il Papa a La Sapienza (incongrua nel senso, interpreto dal resto della lettera, di non congruo, non adeguato all'immagine di indipendenza intellettuale de La Sapienza). I professori parlano in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che

dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze.

Tutti novelli Giordano Bruno, novelli Galileo, gli studenti e i professori de La Sapienza. Loro non avrebbero abiurato come Galileo, ci mancherebbe. Loro dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, come Giordano Bruno. Basta vedere lo stato della diffusione delle conoscenze in Italia, dell'università e della ricerca. Inoltre l'università italiana ha dato prova più volte della propria indipendenza intellettuale. Come in occasione del giuramento di fedeltà al regime fascista, del 1931! Quanti professori universitari rifiutarono di firmarla? Vito Volterra ed altri 11. 12 in tutto. Dodici grandi accademici non la firmarono la fedeltà al regime, gli altri tutti dietro!

Ma nemmeno questo è il punto, mi sto facendo prendere anche io dalla vis polemica. Di fatto, quelli che firmano sono tutti notevoli scienziati, quasi tutti molto quotati nel mondo della Fisica. Dovrebbero capirne qualcosa di logica, ed invece non si rendono conto che, nel negare a Ratzinger il diritto di parlare in pubblico alla Sapienza contraddicono la loro stessa conclamata "dedizione alla diffusione delle conoscenze" ed all'esercizio del "pensiero razionale"? Marcello Cini, Carlo Bernardini e Giorgio Parisi, i leaders del gruppo, non ci arrivano a capire che la libertà di pensiero che professano e la laicità della scienza implicano che persino Ratzinger ha il diritto di andare a La Sapienza, se invitato, a dire le sue opinioni? Che le opinioni si debbono contradirre anziché censurare?

Nemmeno senso delle proporzioni e delle implicazioni logiche ha questa gente. Certo il Papa quanto a posizioni epistemologiche è magari alquanto deboluccio, e molto rispetto della scienza di certo non ha. Fa fatica a rifiutare l'elettricità, ma solo perché le candele rovinano la Cappella Sistina, e a non apprezzare i tulipani neri (che non ci sono in natura, sono selezionati geneticamente), ma molto oltre non va. Insomma, tende a dire cose improbabili per uno scienziato. Forse che non le dicono Prodi, Berlusconi, Bertinotti e compagnia, i quali pure con la scienza, il pensiero razionale e gli argomenti coerenti fanno a pugni da mane a sera? Se Bertinotti si compiace della laurea honoris causa (causa? quale causa?) da parte della Pontificia Universidad Catolica de Quito, che differenza fa fra lui e Ratzinger? Che si fa, signori scienziati un po' troppo seriosi oltre che incoerenti, gli si impedisce anche al Fausto amico vostro di visitare La Sapienza?

Che gli scienziati si limitino ad inventare e costruire cose utili e belle, lasciando i massimi sistemi ai teologi che in fatto di incoerenze ed intolleranza son maestri da sempre. Si', non è un granché come epistemologia, ma è difficile fare meglio dati i vincoli che l'esistenza di molteplici fedi fra loro conflittuali impone. Nel lungo periodo vince chi ha filo intellettuale da tessere e su chi avesse ragione fra Galileo e l'Inquisizione abbiamo oramai nessun dubbio. Eppur si muove, appunto, piaccia o non piaccia ai teologi tedeschi. Quindi lasciate pure che parlino, anche se fosse con la "s" davanti.

Quindi, suvvia, un po' di ironia se proprio volete immischiarvi in tali faccende, qualcosa di divertente se non di nuovo. Lasciamo frasi tipo docenti che

dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze per un'occasione migliore, per una nuova Dichiarazione sulla Razza magari, quando veramente la vita e le conoscenze siano in gioco. Per la visita del Papa all'università andiamo con l'ironia, che basta e avanza. Un suggerimento:


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Traduzione per i non familiari con lo slang giovanile USA: un bong, un bong hit, 4=for ...

Insomma, vi ricordate "Fatte 'na pera, Luciano fatte 'na pera ...".

Ecco, quelli che cacciarono Lama erano di più, eran più violenti e criminali, ma avevano anche un maggior senso dell'ironia. O Tempora, o Mores ...

 

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Commenti

Ci sono 16 commenti

Vabbe', ma la questione centrale qui e': chi ha il diritto di invitare qualcuno in forma ufficiale all'Universita'? E perche' chi non apprezza la visita dovrebbe tacere il suo dissenso?

La liberta' di parola qui non c'entra nulla: il sig. Ratzinger ha gia' abbondanti pulpiti da cui predicare, sia i propri che quelli della stampa italiana che regolarmente ripete i suoi pronunciamenti (i quali spesso neppure riflettono il punto di vista dei cattolici, per tacere di quelle dei non cattolici).

 

 

Sono d'accordo con Enzo, questo non era una semplice lezione, o un invito a parlare, era il discorso alla fine dell'inaugurazione dell'anno accademico, una delle poche celebrazioni formali di un ateneo.

 

Il punto di Alberto mi sembra difficile da contraddire.

Cosa gli costava a Parisi e Bernardini di farsi furbi (oltre che coerenti con i loro assiomi) e di NON farsi strumentalizzare da quella senescente mosca cocchiera del niente che è Marcello Cini e da quelle escrescenze rumorose dei suoi studenti comunisto-qualsiasialtracosa che volevano solo fare casino e violenza perché a loro di Schrödinger non fotte nulla? Bastava dire: questo signor Ratzinger scrive e dice cose incoerenti ed empiricamente prive di ogni riscontro, cose oscurantiste ed esplicitamente nemiche della scienza e della ricerca che noi pratichiamo. Noi siamo scienziati e per nostra scelta siamo aperti ad ogni opinione ed al dibattito libero e razionale. Le opinioni si ascoltano, se possibile si testano (sennò si lasciano sullo scaffale per quando testabili diventeranno) e si mantengono o si buttano. Venga, esponga le sue tesi, noi esporremo le nostre, poi si discute come si suole fare fra persone razionali. Discutiamo di quanto lui dice e di quanto noi diciamo in pubblico, se è capace di accettare il confronto razionale con altri individui. E Ratzinger non veniva e si tirava indietro da solo, perché è il discorso razionale e scientifico, ovviamente, che rifugge e teme. Fine della storia.

Il punto di Pepe mi sembra difficile da contraddire.

Quelli che ora ipocritamente si agitano strappandosi le vesti sono degli ignoranti che ignorano due fatti banali. Primo: se uno di loro (il ministro degli interni) avesse fatto il proprio dovere, gli studenti occupanti si sloggiavano in un quarto d'ora la settimana scorsa. Il problema dell'occupazione era risolto e la questione della "sicurezza" con esso. Siccome sono degli ipocriti che vogliono la botte piena e la moglie ubriaca, non hanno fatto il loro dovere. Ora si stracciano le vesti per paura della bolla mediatica che la cosa ha generato. Svegliarsi, e governare! In secondo luogo, per pomposa ed idiotesca la lettera dei 67 fisici fosse, essa rientra nei diritti fondamentali dei membri del corpo docente di un'università. Che l'università italiana, e La Sapienza in primis, sia una farsa non toglie che i membri del corpo docente abbiano il diritto di autogovernarsi ed esprimere liberamente le proprie opinioni. Tra l'altro, questi signori sono il meglio del meglio dell'accademia italiana! D'Alema ed il suo amico Fini, quindi, dovrebbero forse dibattere Parisi e Bernardini nella sostanza delle affermazioni, ma non porre in questione il loro diritto di parola e di critica alle decisioni del rettore.

In sostanza.

Questo Papa è il peggior nemico della ragione, della libertà e del progresso scientifico che la chiesa cattolica abbia scelto come capo da almeno un secolo. L'uomo è un vero inquisitore, dal cui ufficio non a caso viene. Basta leggere quanto scrive per capire che, fosse per lui, la libertà di pensiero e parola ce la metteremo tutti dove non batte il sole, per non parlare della libertà di ricerca. Ha anche l'ulteriore difetto d'essere imbevuto di cretinate filosofiche tedesche degli ultimi due secoli, da Carletto Marx a Teodorino Adorno sino a quello scherzo del Blochetto, che cita ad ogni pié sospinto e con contradittoria ammirazione. Questo è un uomo le cui idee vanno combattute, ma a base di idee più coerenti, non di veti ed altisonanti proclami che finiscono per trasformare un potenziale Torquemada in una vittima dell'intolleranza!

Un altro esempio, e non che ve ne fosse bisogno, del fatto che in Italia il primo emendamento non hanno proprio capito cosa voglia dire. Per cui ripetiamoglielo un'altra volta

 

Congress shall make no law respecting an establishment of religion, or

prohibiting the free exercise thereof; or abridging the freedom of

speech, or of the press; or the right of the people peaceably to

assemble, and to petition the government for a redress of grievances.

 

 

 

 

I 67 firmatari saranno anche il meglio dell'universita' italiana, ma nella lettera c'e' una contraddizione macroscopica, poiche' scrivono:

 

nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di

ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento

possa ancora essere annullato.

 

Ora, Ratzinger e' effettivamente professore (emerito )

in un'universita' tedesca e con una precisa ideologia, se cosi' i

firmatari vogliono chiamarla. Ma la porta la chiudono. Si, sono davvero

il meglio dell'universita' italiana, che funziona proprio cosi': si

stabiliscono principi ai quali poi si deroga a piacere.

Ma certo

le contraddizioni non stanno solo da quella parte. Mentre Ratzinger (e

i suoi predecessori) auspicano l'abbraccio tra fede e ragione, in

nessuna universita' statale italiana esiste una facolta' di teologia.

Vi siete mai chiesti il perche'?

Infine, Michele osserva che

 

Questo Papa è il peggior nemico della ragione, della libertà e del

progresso scientifico che la chiesa cattolica abbia scelto come capo da

almeno un secolo.

 

Non si raccolgono fichi da un ciliegio: Wojtyla, checche' se ne

dica, ha fatto peggio. Solo che era un grande comunicatore e ha morso

-- dove pareva a lui -- senza abbaiare, mentre Ratzinger abbaia ma in

fondo non morde. Questo e' forse l'unico senso in cui gli si addice la

battuta del "pastore tedesco".

 

 

Sei un grande, Alberto.

 

Ma nemmeno questo è il punto, mi sto facendo prendere anche io dalla vis polemica. Di fatto, quelli che firmano sono tutti notevoli scienziati, quasi tutti molto quotati nel mondo della Fisica. Dovrebbero capirne qualcosa di logica, ed invece non si rendono conto che, nel negare a Ratzinger il diritto di parlare in pubblico alla Sapienza contraddicono la loro stessa conclamata "dedizione alla diffusione delle conoscenze" ed all'esercizio del "pensiero razionale"? Marcello Cini, Carlo Bernardini e Giorgio Parisi, i leaders del gruppo, non ci arrivano a capire che la libertà di pensiero che professano e la laicità della scienza implicano che persino Ratzinger ha il diritto di andare a La Sapienza, se invitato, a dire le sue opinioni? Che le opinioni si debbono contradirre anziché censurare?

 


I miei complimenti: hai centrato il punto !!!

 

A parte tutto, resto assai sorpreso dalla decisione di annullare la visita del Papa. E' chiaro che di scelta "politica" si tratta: le condizioni di sicurezza si sarebbero potute garantire. Una rinuncia alla "linea dura" che non mi aspettavo e che mi lascia assai perplesso.

 

Dipende da cosa intendi per "garantire condizioni di sicurezza". Se intendi che si poteva mettere abbastanza polizia da garantire l'incolumità fisica del papa, allora direi di si. Se intendi che si potevano sicuramente evitare scontri cruenti allora direi che la risposta è no. Probabilmente il vaticano ha deciso che la visita alla sapienza non valeva la pena di rischiare il giorno dopo i titoloni dei giornali che parlano di tafferugli e, caso improbabile ma non impossibile, feriti o addirittura morti a seguito della visita papale all'università.

 

Bah, ahmadinejad non credo sia meglio del papa come nemico della libertà personale/intellettuale (anzi, direi che c'è una bella differenza). E' chiaramente un nemico degli USA, eppure è stato invitato e ha fatto il suo discorso, è stato contestato/criticato e contraddetto civilmente.

Secondo me sarebbe stata una bella vittoria per gli intellettuali laici sottoporre il papa allo stesso identico trattamento, anziché prescriverne la cacciata.

 

La vicenda della

mancata visita del Santo Padre all'Universit

Marcox, che c'entra l'esenzione dell'ICI? A me non risulta che l'ICI sia pagata da istituzioni "benefiche" quali ONLUS, Fondazioni e perditempo del genere. (e.g. non so se Emergency paga l'ICI)

Per quanto riguarda l'appello dei docenti, stiamo assistendo al solito schema che in Italia si ripete ormai da 30 anni: i "cattivi maestri" lanciano proclami di odio senza dover rispondere delle violenze dei loro discepoli. Basta ricordare gli appelli contro il commissario Calabresi, firmati da noti "intellettuali" (Mieli, Bobbio, Eco, Scalfari, Colombo) o le levate di scudi a favore degli assassini di Sergio Ramelli o dei fratelli Mattei (si chiamava "soccorso rosso", se non sbaglio).

Questi personaggi seminano odio da decenni (ma quanti anni ha Asor Rosa??? Peraltro autore di un abominevole manuale della letteratura) senza pagarne mai le conseguenze, ne' nei tribunali ne' nelle piazze.

 

grazie del commento Giulio.

In effetti, di per sè, l'esenzione dall'ICI di cui gode la Chiesa Cattolica, anche nel caso di attività commerciali (è bene ricordarlo), potrebbe anche non dimostrare nulla...ma io l'ho ricordato, come mezzo polemico e retorico, per riportare la discussione nell'alveo della normalità: non vedo il rischio che i cristiani debbano tornare nelle catacombe per via di una diffusa intolleranza nei loro confronti. Insomma, volevo ricordare che nessuno, tanto meno io, pensa che il Papa non abbia diritto di parlare. Piuttosto rilevo che la consorte di Mastella, a quanto riportato dal Corriere, abbia affermato di essere nel mirino della magistratura perchè cattolica. Ecco, ricordando la forza mediatica e finanziaria della Chiesa di Roma, intendevo ridimensionare un poco questo modo di vedere.

Quanto ai cattivi maestri, hai ragione. In Italia infatti non c'è solo la casta politica, ma anche quella degli intellettuali, che stra-parlano di tutto. Ci sono alcuni personaggi, davvero imbarazzanti.

In genere sono tutti di sinistra (chissà perchè poi, vedi qui www.cato.org/pubs/policy_report/cpr-20n1-1.html), concepiscono la cultura con un tono malinconico, polveroso, lamentoso e passatista. Si credono depositari del "lumicino della cultura" che custodirebbero in un paese involgarito e rozzo, almeno secondo quello che loro capiscono del paese in cui vivono. In più, e questa è la colpa più grande che hanno, concepiscono la cultura secondo un canone di un umanesimo stretto, storicistico (culturame avrebbe detto Scelba), dove ciò che conta è conoscere la letteratura, la filosofia e, su tutto, la STORIA. 

Ecco, in genere in mezzo a tante fesserie, talvolta queste persone agiscono come bastoni di legno infilati nella roccia, si gonfiano del loro nulla e spaccano la società dove vivono e lavorano, convincendo qualche imbecille a commettere atti violenti, che però, giova ricordarlo, nessuno ha commesso all'università la Sapienza...per fortuna.

 

Se mentre dedicavano la propria vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze si fossero fermati a pensare avrebbero evitato di permettere al Papa di dire un cosa cosi' (oggi all'Angelus): «Come professore, per così dire, emerito, che ha incontrato tanti

studenti nella sua vita, vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi

delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile,

la verità e il bene».

Ma ci rendiamo conto? Il Papa che pontifica :) sulla liberta' di pensiero e sul rispetto delle opinioni altrui?