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Gianluca, Giulio e Michele discutono di disuguaglianza, immigrazione e commercio
Gianluca, Giulio e Michele discutono di disuguaglianza, immigrazione e commercio
Ricerca e innovazione sono essenziali per la competitività delle imprese e, quindi, per la crescita delle economie nazionali. Si tratta di ambiti in cui l’Italia non eccelle.
[Nota della Redazione. Pubblichiamo oggi questo stimolante contributo di Giorgio Gilestro pur avendo, come redazione, sostanziali dubbi sul suo contenuto. Non tanto sul sul contenuto tecnico (punti 1-4 e, parzialmente, 5) ma sulla parte politico-valutativa finale (parte del punto 5 e seguenti). Ci eravamo ripromessi di accompagnarlo con un contributo redazionale che intendeva rendere evidente perche’, una volta chiariti i dettagli tecnici, la questione politica e giuridica rimanga e non abbia l’univoca interpretazione che GG offre e sia invece molto complessa e per nulla risolta. Ne’, forse, facilmente risolvibile. Gli impegni di lavoro ce lo hanno impedito e, visto che ce lo impediranno per i prossimi giorni a venire, non ci e’ sembrato opportuno ritardare ulteriomente la pubblicazione del contributo di Giorgio. Apriamo quindi la discussione consapevoli che esiste spazio sostanziale per ulteriori interventi e chiarificazioni, che sono benvenuti e ripromettendoci di intervenire appena gli impegni professionali ce lo permettono. Grazie a Giorgio Gilestro per la pazienza dimostrata. ]
Negli ulitmi mesi si è parlato molto di crittografia, a vari livelli. In particolare, si è parlato dell’uso criminale di sistemi crittografici e di cosa uno stato dovrebbe fare per difedendersi. Provo a dare un po’ di strumenti tecnici sulla questione, sperando di aiutare a capire la portata del problema – e anche le intenzioni politiche più o meno esplicite.
Ad un mio paper mio, perdippiù!
Il 21-23 Maggio si svolge a Napoli il convegno SUM-NISA sul tema Il destino della democrazia. Relativismo e universalizzazione. Devo presentare una relazione su “Democrazia e Tecnica”. La cosa mi innervosisce, perché devo uscire dal terreno a me familiare dei dati e dei modelli. Sottometto alle vostre spietate critiche (ed ai suggerimenti, spero) l’idea di fondo che cercherò di argomentare. E della cui validità mi son convinto negli ultiimi mesi di, forse eccessive, letture.
Negli Stati Uniti la legislazione di alcuni stati (capofila la California, ma seguono Maine, Massachusetts, New York e Vermont) impone che una percentuale delle auto immatricolate da ogni casa automobilistica sia ad emissioni ridotte o addirittura “emissioni zero”. Sono percio’ apparse sul mercato le prime auto ibride che sono piu’ efficienti nel consumo di carburante rispetto alle auto classiche statunitensi. Ma vale la pena di comprare una Prius in Italia?
In Italia una legge antiterrorismo impone dei vincoli
legali inutili ed eccessivamente onerosi all’installazione di punti di
accesso ad internet wireless. Dai tempi dei modems ad oggi gli interventi statali contro la
diffusione dell’informatica non si contano.
La questione Telecom, aldila’ delle polemiche sul comportamento del governo e dei gruppi d’interesse che attorno a Telecom girano (e che abbiamo gia’ ampiamente commentato) ha anche rilevanza piu’ in generale.
Tutti i giornali di ieri hanno riportato l’annuncio del ministro Amato della sospensione della sperimentazione sul voto elettronico. “E’ il trionfo degli antenati e per uno della mia generazione fa anche piacere il trionfo degli antenati“, ha detto con una punta d’ironia il ministro. “A volte firmare un contratto sputandosi su una mano e stringendo l’altra può dare più certezza di quella che dà una firma elettronica. E’ meno facile taroccare un voto espresso manualmente.” Il timing dell’annuncio sembra renderlo causato dal fiasco del caso Deaglio sui (presunti) brogli elettorali. Ma le irregolarita’ fantasticate da Deaglio poco avevano a che fare con il voto elettronico.
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