Vecchi complotti sempre attuali

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La firma di Eco è una garanzia di fedeltà maniacale nella ricostruzione storica, ironia sottile e quando ci racconta il passato propone delle interessanti chiavi di lettura per il presente. Il suo sesto romanzo non delude sotto nessuno di questi profili.

 

All'approssimarsi dei 150 anni dall'unità d'Italia, Eco si prende il gusto di sfrondare il racconto storico dell'aura romantica che caratterizza generalmente i testi scolastici:

 

 

(..) vi pare che mille persone messe insieme alla rinfusa e armate alla bell'è meglio arrivano a Marsala e sbarcano senza perdere neppure un uomo? Perchè le navi borboniche, ed è la seconda marina d'Europa dopo quella inglese, hanno tirato a casaccio senza colpire nessuno?

(...) che gli stessi mille scalzacani, più qualche centinaio di picciotti spinti a calci nel sedere da alcuni possidenti che volevano farsi belli con l'occupante, messi di fronte ad uno degli eserciti meglio addestrati del mondo (...) hanno messo in fuga venticinquemila uomini, anche se se ne sono visti in giro solo qualche migliaio e gli altri erano tenuti nelle caserme?

(..) Garibaldi aveva rinforzato le sue bande con tremila e cinquecento barabba raccolti tra la delinquenza siciliana, ma il Lanza disponeva di circa sedicimila uomini, dico sedicimila.

(..) noi diciamo che questi garibaldini che stanno per diventare nostri soldati e ufficiali, erano una masnada di mascalzoni, per lo più stranieri, che hanno depredato la Sicilia? Che Garibaldi non è il purissimo eroe a cui tutta l'Italia sarà riconoscente, ma un avventuriero che ha vinto un nemico fasullo comperandolo? E che sino all'ultimo ha complottato con il Mazzini per fare dell'Italia una repubblica? Che Nino Bixio andava per l'isola fucilando i liberali e massacrando pastori e contadini?

 

Tuttavia il cuore del libro è la genesi romanzata del testo complottistico per antonomasia, i protocolli dei savi di sion che l'autore utilizza per raccontarci alcuni tratti universali dell'animo umano

 

Io ho sempre conosciuto persone che temevano il complotto di qualche nemico occulto, gli ebrei per il nonno, i massoni per i gesuiti, i gesuiti per mio padre garibaldino, i carbonari per i re di mezza Europa (...) Ecco un forma da riempire a piacere, a ciascuno il suo complotto.

Dumas, era davvero profondo conoscitore dell'animo umano. A cosa aspira ciascuno, e tanto più  quanto più sventurato e poco amato dalla fortuna? Al denaro, e conquistato senza fatica,al potere (quale voluttà nel comandare un tuo simile e umiliarlo) e alla vendetta per ogni torto subito (..)

Ma si chiede ciascuno perchè io sono sfavorito dalla fortuna, perchè mi sono stati negati favori concessi ad altri meno meritevoli di me? (..) Poiché nessuno pensa che le sue sventure possano essere attribuite ad una sua pochezza, ecco che dovrà individuare un colpevole. Dumas offre alla frustrazione di tutti (ai singoli come ai popoli) la spiegazione del loro fallimento. E' stato qualcun altro, riunito sul monte del Tuono, a progettare la tua rovina...

A pensarci bene, poi, Dumas non aveva inventato nulla, aveva solo dato forma di narrazione a quanto, secondo il nonno aveva sveltato l'abate Barruel. Questo già mi suggeriva che, a vendere in qualche modo la rivelazione di un complotto, non dovevo provvedere all'acquirente niente di originale, bensì esplicitare quello che o aveva già appreso o avrebbe potuto apprendere più facilmente per altre vie. La gente crede solo a quello che sa già, e questa era la bellezza della forma universale del complotto.

 

Vi ricorda qualcosa? Il complotto dei giudici? La minaccia dei comunisti? Gli immigrati che rubano il lavoro? La concorrenza cinese? La crisi finanziaria? Continuate pure a piacere.

Il libro è stato accusato di antisemitismo e di irriverenza nei confronti del cattolicesimo, che dire? Sarebbe come sostenere che il collettivo nfA è fautore del modello superfisso perchè più volte ne ha parlato sul suo blog...

Divertente, storicamente attendibile e utile per capire parecchie cose che ci succedono intorno.

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