Le ritira o non le ritira?

/ Articolo / Le ritira o non le ritira?
  • Condividi
Mastella e le sue dimissioni: io dico che le ritira. Un'altra puntata del serial "un teorico dei giochi fa previsioni azzardate".

La previsione la faccio sulla base del seguente ragionamento. Mastella è di fatto determinante al Senato e può decidere in qualunque momento di far sciogliere il parlamento. Se il centrodestra potesse garantirgli l'inclusione nella sua coalizione alle risultanti elezioni, Mastella non avrebbe esitazioni e schiaccerebbe il grilletto. L'unica ragione per cui Mastella non ha ancora saltato il fosso è che ha paura che il centrodestra gli tiri la fregatura una volta sciolto il parlamento. Per "tirare la fregatura" intendo non includerlo nella coalizione una volta che il parlamento è stato sciolto, dato che il centrodestra sarebbe convinto di vincere comunque e a quel punto un partito in più a cui dare ministri e sottosegretari diventerebbe solo una rottura di scatole.

È quello che gli economisti e i teorici dei giochi chiamano "problema di coerenza intertemporale": la CdL sarebbe felice di potersi obbligare a fare ponti d'oro a Mastella per indurlo a sciogliere il parlamento ma non ha nessun modo per farlo, e una volta sciolto il parlamento avrebbe invece tutto l'interesse a rinnegare la promessa. Mastella lo sa e non fa sciogliere il parlamento. Una volta incassata la solidarietà di tutti i partiti, di governo e opposizione, tornerà fermamente al suo posto.

P.S. Chiarisco il linguaggio: Mastella parla di dimettersi dal governo. Ma dimettersi dal governo è il primo passo, necessario, per uscire dalla coalizione di governo appena se ne presenta l'occasione con un voto controverso. E le occasioni, come sappiamo, abbondano.

 

Indietro

Commenti

Ci sono 18 commenti

Beh, intanto sembra che sua moglie abbia gia' trovato il motivo delle loro sventure...

...ma è possibile che un povero studente al primo anno di phd appena dato l'esame di game theory se la ritrovi anche su mastella??

la cosa più interessante del ragionamento è il suo prescindere dalle cause delle dimissioni. qualora si applicasse alla realtà sarebbe davvero un modello illuminante del cosiddetto "teatrino della politica", o per chiamarlo con termini moderni "comportamento della Casta".

 

Alla fine si è dimesso sul serio...

 

Solo temporaneamente, non temere, lo ha chiarito in modo solare prodi, il quale ha preso l'interim solo per dare una periodo di, come dire, leave a mastella: ma ritorna, altro che se ritorna! E d'altronde l'analisi di Sandro è convincente: il problema di time-inconsistency  del centrodestra è tale che l'unico posto dove mastella può continuare a bagnarsi il becco con sicurezza è quello attuale...

 

 

se al modello di sandro si aggiunge il referendum sulla legge

elettorale in equilibrio mastella di dimette e non torna al suo posto.

questo

perche' se il referendum viene approvato poi si va alle elezioni

anticipate con la nuova legge elettorale, come da prassi; e i partiti

come l'udeur sparirebbero per sempre, almost surely.

ci sono due

modi per evitare il referendum: (1) in parlamento si trova un accordo

per una nuova legge elettorale; (2) il parlamento viene sciolto.

lo

scenario (1) e' alquanto improbabile; l'accordo dipende da veltroni e

berlusconi, ma almeno a veltroni secondo me sotto sotto non dispiace

per nulla che si vada a votare il referendum (come a fini, che almeno

lo dice apertamente).

l'unica via praticabile e' la (2), che

passa per una crisi di governo, che passa per le dimissioni di

mastella, col polverone dell'inchiesta che cade a fagiolo (infatti non

si era affatto dimesso quando stavano per farlo saltare con l'inchiesta

'why not', ma ha tirato fuori gli artigli e ha fatto fuori de

magistris; perche' non avrebbe potuto farlo anche con l'inchiesta

attuale? tanto piu' che le accuse sembrano al momento sostanzialmente infondate).

in questo modo lui non portera' responsabilita'

politica per un eventuale caduta del governo (che e' in salute come un

nonnetto di 100 e passa anni: basta solo esporlo a un po' di vento...)

e potra' allearsi a piacere, come sempre, quando si andra' a votare con

la vecchia legge elettorale.

sorvolo sugli aspetti piu' vomitevoli e ilari della questione, ossia, rispettivamente:

(a)

la solidarieta' incondizionata a mastella di tutti in parlamento, amici

e nemici: eh si, proprio di solidarieta' umana si tratta...

(b) mastella che proclama di non essere parte della casta.

 

 

Berlusconi pero' dimentica che il fatto che sia la prassi non vuol dire che non sia reato. Ha certo ragione quando dice che cosi' fan tutte e non vedo altra spiegazione dietro l'improvvisa unanime solidarieta' verso Mastella: le accuse che gli sono rivolte possono essere rivolte allo stesso modo a tutti gli altri. In linea teorica, mi sembra, questa potrebbe essere benissimo il principio di una seconda tangentopoli; una concussopoli in cui stavolta non ci sono i soldi di mezzo ma le poltrone e le poltroncine. E come accadde con tangentopoli non si tratta di scoprire qualcosa di nuovo ma soltanto di gridare che il re e' nudo.

 

Scusate, Giorgio si riferisce ad un commento (vedi sotto) che ho tolto perche' la riflessione si faceva lunga ed in mezz'ora faccio un post che e' piu' leggibile e mi permette di articolare meglio il pensiero.


La morale del caso Mastella sta tutta in questa affermazione di Berlusconi (sembra Maroni ne abbia fatto una simile):

 

Sul caso Mastella l'ex premier (che avrebbe dovuto prendere la parola

in aula ma ha rinunciato a causa di un ritardo) dice che "non mi

risulta nulla che possa essere indicato come un reato. È la vita

politica di tutti i giorni. È la normalità della politica: tutti in

parlamento dovremmo essere sotto processo se questo fosse reato".

 

Il problema è che ha ragione!

 

 

 

In realtà, leggendo le intercettazioni sui giornali, non pare che le accuse siano così fondate.

Nella sostanza si tratta di spartizione di posti di potere e delle trattative a ciò connesse. Come in ogni trattativa ognuno cerca di portare a case il miglior risultato, minacciando, promettendo ecc., se però questo possa essere considerato concussione mi sembra abbastanza difficile da immaginare, anche perchè si tratta di una trattativa tra "pari casta" e quindi interna alla struttura di potere (come le prime dichiarazione del presunto concusso Bassolino confermano).

Certo, si potrebbe (giustamente) dire che la politica non dovrebbe occuparsi di direttori di asl, ma questo è un altro discorso e comunque - da sempre - chi occupa il potere occupa anche le posizioni di sotto-potere. La peculiarità italiana è che, in mancanza di un singolo partito che vince le elezioni (per cui  la spartizione dei posti è più semplice),  la trattativa per l'occupazione delle poltrone è una trattativa a più voci, con tutto quello che cencellianamente  ne consegue.

Sotto questo aspetto il richiamo Craxi mi pare non pertinente, poichè Craxi rivendicava la necessità di finanziare la politica anche attraverso il sistema tangenti (il che era pacificamente un reato), qui invece si tatta di valutare se la politica ha o meno il diritto di gestire e pretednere di gestire delle poltrone (e questo potrà essere politicamente e moralmente ripugnante, ma non mi pare, in sè, così pacifico come reato) 

Comunque, qualsiasi giudizio è prematuro,  dato che  PM e GIP hanno a disposizione molti più indizi rispetto a quello che si può leggere sui giornali e quindi la sostanza accusatoria potrebbe essere molto più...sostanziosa, anche se la presunzione di innocenza deve valere anche per Mastella & Co.

 

Ma e' cosi' come dici? Il caso Mastella non riguarda la promessa di approvare l'emendamento alla finanziaria x in cambio dell'approvazione dell'emendamento y. Queste pratiche di log-rolling fanno parte del sistema politico, per quanto spiacevoli. Ma concesso che occorre assegnare delle cariche amministrative, lo si fa con criteri di competenza; mi pare difficile pensare che qualsiasi altro criterio di assegnazione sia legittimo. Certamente non queste operazioni di scambio.

 

 

<em> CDL: BERLUSCONI, MASTELLA CON NOI? NON CI SONO PROBLEMI<em>

Silvio

Berlusconi, apre all'ipotesi di un approdo dell'Udeur nel centrodestra:

"Credo che nel Popolo delle liberta' - ha detto l'ex premier lasciando

l'abitazione della madre - vi sia spazio per tutti coloro che

condividono gli stessi valori e che hanno un numero di elettori che li

sostengono. Non credo quindi che esistano problemi a riguardo".