Primarie USA: cosa aspettarsi dal Super Tuesday

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 Domani si svolgeranno in 24 stati le votazioni primarie per la selezione dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti. In palio sono circa la metà dei delegati di ciascun partito ai congressi nazionali. Mai come quest'anno il Super-Tuesday (il giorno in cui si svolge il maggior numero di primarie) si svolge così presto, e mai come quest'anno l'esito delle primarie è così incerto.

Nel grafico (fonte: Wikimedia commons) in rosso sono indicati gli stati che svolgono le primarie solo per il partito repubblicano, in blu quelli che svolgono le primarie solo per il partito democratico, in viola scuro quelli che svolgeranno domani le primarie per entrambi i partiti. In viola chiaro (o rosa) sono indicate le primarie già svolte.

Ogni previsione sull'esito delle primarie, a questo punto, è ardita. La designazione dei delegati avviene secondo un meccanismo piuttosto complesso che rende difficile il lavoro degli analisti elettorali. Alcuni stati ripartiscono i propri delegati proporzionalmente, altri in modo maggioritario. Inoltre, un consistente numero di leaders di partito partecipano di diritto e con potere di voto al congresso nazionale. Si tratta di una frazione piuttosto consistente dei delegati: quasi il 20 per cento del totale dei delegati al congresso democratico, e più del 10 per cento dei delegati repubblicani. Vista l'incertezza dell'esito nei sondaggi, non è completamente esclusa la possibilità che questi "superdelegati" possano fare da ago della bilancia. A complicare ulteriormente le cose, non è ancora chiaro se i delegati della Florida e del Michigan saranno ammessi al voto: il dirigenti locali del partito hanno deciso di anticiparie le primarie in Gennaio contro il parere della dirigenza nazionale, che ha così escluso dal voto finale i delegati provenienti da questi stati. Interessante vedere se questa minaccia verrà mantenuta nel caso i loro voti siano decisivi.

Cosa dicono i sondaggi? Per quanto riguarda i democratici, Obama e Clinton stanno correndo testa a testa in molti stati. In California per esempio, stato col maggior numero di delegati in palio, i sondaggi forniscono indicazioni constrastanti. I tre più recenti danno Obama vincente 45 per cento contro 41, Clinton vincente 43 a 40 e Clinton vincente 49 a 38. Hillary ha un leggero vantaggio fra le donne, Obama fra le minoranze, ma soprattutto fra i giovani e gli indipendenti. Hillary punta sulla sua esperienza; nei discorsi e nei dibattiti propone idee concrete, per esempio un programma di riforma sanitaria che porterebbe per la prima volta alla copertura sanitaria universale. Lo stile di Obama invece è più da predicatore protestante, con meno sostanza e più appelli alla speranza e al cambiamento. Ritengo i due candidati politicamente indistinguibili, nonostante i media cerchino di esasperarne le differenze. Nonostante il maggiore appeal mediatico di Obama (Hollywood sembra essersi spostata al suo fianco, ma il NY Times si è dichiarato per Hillary), il supporto dell'establishment del partito è diviso pressapoco a metà, ed io penso che la ben oliata macchina elettorale della famiglia Clinton farà la differenza: azzardo di fare l'indovino pronosticando che vincerà Hillary.

In campo repubblicano, McCain ha un discreto vantaggio nei sondaggi su Mitt Romney e su Mike Huckabee. Interpreto che il popolo repubblicano abbia compreso l'ineleggibilità di un candidato di religione mormone, il primo, o di un fondamentalista cristiano che non crede nell'evoluzionismo, il secondo. D'altro canto, McCain è favorevole alla ricerca sulle staminali, è contrario ad un emendamento alla costituzione che proibisca il matrimonio fra gay (questo significa solo che McCain vuole che siano gli stati a decidere, non che abbia una posizione favorevole al matrimonio gay), etc... Queste posizioni da South Park republican sono poco appetibili alla destra fondamentalista del partito che, attratta secondo il disegno strategico di Karl Rove, ha garantito la vittoria di George W. Bush nelle scorse elezioni. Prevedo che Super-Tuesday fornirà un consistente vantaggio a McCain sugli altri candidati Repubblicani, ma sono anche abbastanza convinto che perderà le presidenziali, qualsiasi sia il candidato democratico.

I mercati delle scommesse online sembrano darmi ragione: su intrade.com, il titolo che paga 100 in caso di vittoria alle primarie di McCain viene scambiato a 87,5 (ogni titolo corrisponde a $10 ricevuti in caso di vittoria, meno i costi di transazione). Si può interpretare questo dato come una probabilità di vittoria dell'87,5 percento secondo le previsioni del "mercato". Questi dati mi interessano in modo speciale perché, al contrario dei sondaggi tradizionali, indicano l'opinione di persone che sono disposte a giocarsi il portafoglio sulla bontà delle loro previsioni. Come non credergli? In campo democratico, il titolo che dà vincente Hillary viene scambiato a 60,1. Un margine più modesto, ma solido. Per quanto riguarda la vittoria delle elezioni presidenziali, titolo che dà per vincente il candidato democratico alle presidenziali viene scambiato ad un prezzo di 61,7. I titoli che indicano come vincitori Clinton, Obama e McCain vengono scambiati rispettivamente a 37,9, 35, e 25,4. La somma di questi tre numeri è 98,3, segno che il mercato dà per quasi scontata la vittoria di uno di questi candidati.

Domani sera (mercoledì mattina per gli italiani che ci leggono) ne sapremo di più, anche se probabilmente nessun delegato avrà raggiunto il quorum minimo di delegati necessario ad una vittoria certa. Nel frattempo non ci si può che rallegrare dell'evoluzione e dell'apertura dell'elettorato americano, che per la prima volta candiderà certamente alle elezioni di novembre o una donna o una persona di colore.

Per saperne di più: questo sito oltre a contenere molte informazioni sulle elezioni, raccoglie tutti i risultati dei sondaggi stato per stato.

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Commenti

Ci sono 38 commenti

Aspettavo questo articolo! Sicuramente si è già detto tanto in merito, ma mi piacerebbe conoscere la sua opinione in merito ai motivi della difficoltà repubblicana, dopo aver vinto 5 elezioni nelle ultime 7. L'ideologia conservatrice è (ancora) viva?

 

L'ideologia conservatrice è (ancora) viva?

 

Che cos'e' l'ideologia conservatrice?

 

Filippo, intanto diamoci pure del tu, sempre che non ti dispiaccia. Hai ragione, volevo spiegare perché penso vincerà il candidato democratico, ma poi mi sono dimenticato di scriverlo. Credo che i repubblicani perderanno a causa degli errori di Bush sulla guerra in irak. Ormai il tema della guerra è poco dibattuto, ma resta un fattore importante. L'elettorato USA è meno immobile di quello italiano, e chi sbaglia viene elettoralmente punito. Sarà difficile per qualsiasi candidato repubblicano scrollarsi l'onta dei gravi errori commessi dall'amministrazione Bush. 

 

 

Il vantaggio di Hillary su Obama su intrade.com si è dimezzato in poche ore. Stamattina era di circa 20 punti (60 a 40). Adesso è circa 9 punti (54 a 45). C'è un forte vento pro-Obama in queste ore, apparentemente.

 

Hai ragione, il titolo delle primarie californiane da Obama vincente persino.

 

Da quello che ho capito io dall’Italia, l'unico tema sul

quale i due candidati democratici si differenziano (oltre al messaggio cambio Vs esperienza) e' la riforma del sistema

sanitario. So che nel vostro blog non ha molti estimatori, ma oggi

Krugman prova ad analizzare le proposte dei due candidati e mi sembra un dibattito

interessante.

 

 

So che nel vostro blog non ha molti estimatori, ma oggi

Krugman prova ad analizzare le proposte dei due candidati e mi sembra un dibattito

interessante.

 

Questo articolo mi sembra un'ottima risposta ai deliri di Krugman in materia di riforma sanitaria.

 

 

Da quello che ho capito io dall’Italia, l'unico tema sul

quale i due candidati democratici si differenziano (oltre al messaggio cambio Vs esperienza) e' la riforma del sistema

sanitario. So che nel vostro blog non ha molti estimatori, ma oggi

Krugman prova ad analizzare le proposte dei due candidati e mi sembra un dibattito

interessante.

 

Uhm, in quell'articolo Krugman fa un'affermazione assai singolare per un Democrat: 

 

After all, we already have programs that make health insurance free or

very cheap to many low-income Americans, without requiring that they

sign up. And many of those eligible fail, for whatever reason, to

enroll.

 

E se gia' ci sono questi piani "gratuiti o molto economici", perche' si dovrebbe cambiare sistema in primo luogo? 

 

Alcuni mie colleghi mi hanno fatto notare che non e’ solo

importante fare proposte, ma anche riuscire a farle approvare. Qui

un insider democratico suggerisce che Hilary non ha un buon record, proprio

sulla riforma del sistema sanitario.

 

Secondo questo sito, linkato dal NYT, nulla: saranno i superdelegati del partito democratico a decidere tra Hillary e Obama. Secondo Reuters, invece, Obama ha un vantaggio mostruoso in California. L'unico che se la gode in queste ore è McCain.

 

 

 

sono anche abbastanza convinto che [McCain] perderà le presidenziali, qualsiasi sia il candidato democratico.

 

qui non andiamo d'accordo. sopratutto se il candidato democratico sara' Hillary. la signora Clinton infatti ha un'incredibile capacita' di mobilitare l'elettorato repubblicano (anche quello piu' riluttante a votare un anarchico come McCain) e pescherebbe pochissimo fra gli indipendenti. il buon vecchio Mac invece, come anche queste primarie stanno dimostrando, fra gli indipendenti pesca benissimo.

 

Un dato molto interessante che emerge chiaramente dal Super Tuesday

e' che le minoranze (in particolare Ispanici e Asiatici) votano

massicciamente per Hillary Clinton. Questo e' stato particolarmente evidente in California ma sembra essere il caso anche negli altri stati.

Questa e' la prima volta che un candidato afroamericano ha serie

possibilita' di vincere la nomination. Una possibile interpretazione, e

una che secondo me ha senso, e' che le minoranze non gradiscono che

un'altra minoranza diventi troppo potente.

 

C'e' un altro fattore: gli afroamericani adorano Bill Clinton. Toni Morrison lo ha chiamato persino il primo black president degli stati uniti  

 

la comunita' ispanica e quella afroamericana hanno da sempre avuto relazioni molto tese negli States, sopratutto nelle grandi citta' come LA e New York. non a caso, l'attuale sindaco democratico (ed ispanico) di LA, Antonio Villaraigosa, fu sconfitto nel 2001 perche' l'80% degli elettori afroamericani gli voto' contro...

qualche settimana fa, prima delle primarie in Nevada, il nyt sollevava cosi' la questione.

 

 

Un dato molto interessante che emerge chiaramente dal Super Tuesday

e' che le minoranze (in particolare Ispanici e Asiatici) votano

massicciamente per Hillary Clinton. Questo e' stato particolarmente evidente in California ma sembra essere il caso anche negli altri stati.

Questa e' la prima volta che un candidato afroamericano ha serie

possibilita' di vincere la nomination. Una possibile interpretazione, e

una che secondo me ha senso, e' che le minoranze non gradiscono che

un'altra minoranza diventi troppo potente.

 

Oppure: i pregiudizi contro i negri esistono anche tra le "minoranze". Solo perché i bianchi li mettono tutti nello stesso cestino, non vuol dire che siano immuni dal razzismo.

 

Anche Veltroni ha detto: Yes, we can .

 

 

Nessuno sa se, per caso, a VW gli negarono una borsa di studio per andare a studiare sociologia o cultural studies a su una delle due coste degli USA, quando aveva 24-25 anni? Meglio, la borsa di studio ce l'aveva di sicuro, viste le ammanicature; quindi forse non lo ammisero perche' fece male il GRE.

Qualcosa di simile dev'essere accaduto, ed a lui rimase da allora un frustrante sentimento di "voria ma no poso ..." che lo tormenta quotidianamente.