Toppe per le banche e voragini per il paese

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Ulteriori riflessioni sul dissesto del sistema bancario italiano, un tema che dovremo discutere per molto tempo. Molti lettori ricorderanno cosa scrivevamo sullo stato di salute del sistema bancario italiano anni fa, ai tempi della crisi finanziaria "degli altri" . Il fatto è che le toppe che si stanno mettendo (con gravissimo e colpevole ritardo di almeno un quinquennio) e che si vorrebbero mettere rivelano tendenze e tentazioni forse ancor più preoccupanti di quelle passate, di cui oggi stiamo pagando il conto.

Come noto il governo ha manifestato l'intenzione di rimborsare i piccoli risparmiatori detentori di obbligazioni subordinate delle quattro banche oggetto degli interventi del 22 novembre 2015. Tali obbligazioni (alcuni sostengono) vennero vendute in modo opaco a investitori ignari di quanto acquistavano e divennero rapidamente titoli spazzatura, trasformando gli ignari investitori in vittime di una truffa. Questa del rimborso è una prima toppa, che abbiamo già commentato ampiamente in questo articolo redazionale. Nulla è mutato da allora e qui vorremmo solo insistere che, a distanza d'un mese e dopo mille dibattiti e polemiche, rimane cospicuamente assente ogni logica che giustifichi un tale intervento. Fatta salva, ovviamente, quella della politica dell'acquisto di voti o di "pace pubblica" (che e' poi la stessa cosa) attraverso l'utilizzo del pubblico denaro.

I risparmiatori che acquistarono le obbligazioni in questione forse vennero truffati o forse no. Con molta probabilità alcuni vennero truffati mentre altri si presero dei rischi allettati dall'idea che sarebbe andata loro bene perché sono furbi. Capita. Non riusciamo, ad oggi, nemmeno ad escludere che vi siano responsabilità (non penali, ma politiche: ossia aver svolto malamente il proprio ruolo) da parte di Consob e Banca d'Italia. Ma tutto questo non basta, neanche lontanamente, a rendere giustificato e logico un rimborso, fosse anche parziale, con denaro pubblico. L'Italia, come tutti i paesi, è purtroppo piena di gente che fa cattivi affari e perde ingenti somme acquistando attività reali o finanziarie. Questo succede o perché questa gente è poco cauta o perché viene truffata e ci dispiace molto (piu' per i secondi). Ma ci pare che in questi casi gli strumenti di tutela dei risparmiatori debbano essere altri. Se c'è stata una truffa allora si devono perseguire i responsabili e condannarli a risarcire il danno inflitto. Per esempio, è notizia del 3 gennaio 2016 che la Nuova Banca Etruria (la "good bank") sta per intentare azione legale contro i vecchi amministratori. Quella ci pare la strada, in uno stato di diritto. 
Se lo stato dovesse rimborsare tutti i truffati avremmo un serio problema di finanza pubblica. Dovremmo infatti iniziare con gli obbligaziosti subordinati delle banche fallite e poi continuare con chi è stato truffato acquistando un'auto (anche a lui il concessionario aveva detto che era un vero affare), o un appartamento sovrapprezzo all'apice della bolla immobiliare (anche a lui il costruttore e l'agente immobiliare avevano detto che non c'era alcun rischio di scoppio della bolla), eccetera, eccetera. Quantomeno, il piano di rimborso è arbitrario: perché alcuni sì e tutti gli altri no? Per quanto ci riguarda la questione "rimborsare i truffati" si esaurisce qui, il resto è solo acquisto di consenso.

Ma c'è un aspetto più sottile e ben più grave, perché sistemico, che il piano di rimborso mette in luce: la generalizzazione politica del moral hazard. Sembra che nessuno più, da alcuna parte, sia disposto ad assumersi in proprio i rischi, e le conseguenti perdite, della propria attività economica. Lo stato è, nella cultura politica e sociale diffusa, l'assicuratore di ultima istanza di tutti e per tutto, dalle banche alle imprese che chiudono, dagli obbligazionisti subordinati a quelli a cui la tromba d'aria scoperchia la casa. L'assicurazione privata (quando non vi siano esternalità che giustifichino l'assicurazione pubblica, come è ad esempio il caso dell'assicurazione contro la disoccupazione o delle vaccinazioni contro malattie infettive) ed il rischio/beneficio privato non esistono più. La toppa che il governo si appresta a mettere mediante i "rimborsi" rivela questo squarcio nel tessuto economico del paese, e non fa che peggiorarlo perché conferma l'aspettativa che lo "stato", al momento opportuno e con il sufficiente can-can mediatico, agirà da assicuratore di ultima istanza. Questo tema è ovviamente molto più complesso di quanto questo breve paragrafo possa comunicare, ma ci pare rilevantissimo notarlo qui perché è un processo in corso in tutto il mondo occidentale, non solo in Italia. L'Italia, forse, è più "avanti" di altri e, da noi, siamo già arrivati a situazioni che altrove sono considerate paradossali. Ma, se si vuole capire il ruolo che lo stato (quindi la politica) vanno assumendo in questi anni ed assumeranno nei decenni a venire, la generalizzazione politica del moral hazard è cruciale e va messa in conti. L'analogia con il processo di logrolling, come definito dalla letteratura di scienze politiche, crediamo possa essere un buon punto di partenza: siamo di fronte ad un logrolling sociale, di gruppi d'interesse che appoggiano le reciproche richieste l'uno con l'altro. Tu mi dai una mano ad avere il mio rimborso ed io ti presto la mia per ricevere il tuo, tanto paga Pantalone. Ci fermiamo qui ma varrebbe la pena ritornarci con maggiore attenzione e tempo.

C'è poi una seconda questione, e corrispondente toppa, portata a piena luce dalla vicenda delle obbligazioni subordinate. Questa ha reso chiaro che le nuove norme europee sul bail-in (piu' presisamente, la Bank Recovery and Resolution Directive, BRRD) renderebbero tutti gli obbligazionisti (subordinati e non, ad eccezione di quelli garantiti) a rischio di detenzione di titoli altamente rischiosi (si rimanda al sempre ottimo Phastidio per una sintesi delle norme sul bail-in). Se il prestito obbligazionario ad una banca diventa maggiormente rischioso ne conseguirà un aumento del costo delle risorse così ottenute dalle banche. Questo implica, a sua volta, un aumento del costo del credito concesso dalle banche ai propri clienti. In quei paesi (come l'Italia) dove il sistema bancario raccoglie una quantità sostanziale di risorse "a rischio" (quindi, si noti, non i depositi assicurati, sino a 100mila euro) attraverso la vendita di obbligazioni questo effetto può essere particolarmente rilevante. Si noti che gli investitori istituzionali (per ipotesi "ben informati") che acquistano tali obbligazioni hanno probabilmente messo in conto da tempo questo aumento della rischiosità dei titoli da loro acquisiti: della direttiva si discute da tempo e che diventasse effettiva a partire da quest'anno era ben noto. Costoro, insomma, hanno già incluso il rischio addizionale nei tassi da loro richiesti e quell'aumento è già stato, nel gergo, "prezzato". Questo non è avvenuto, alcuni sostengono, laddove le obbligazioni in questione vengono collocate direttamente presso i piccoli risparmiatori, per ipotesi "non ben informati" e quindi ignari, sino a qualche settimana fa, dell'aumentata rischiosità dei titoli in cui investivano. 

Per questo motivo, Luigi Guiso e Luigi Zingales hanno suggerito in un articolo apparso sul Sole 24 Oreche il governo dovrebbe chiedere una moratoria sull'applicazione della BRRD al nostro paese. Siccome, sostengono i due colleghi, l'Italia è un caso "speciale" (perche' le obbligazioni bancarie da noi sono state vendute primariamente ai piccoli risparmiatori) rispetto al resto dell'Europa (dove le obbligazioni bancarie sono detenute primariamente da grandi investitori istituzionali) allora diventa ragionevole, anzi doveroso, richiedere per il nostro paese un trattamento speciale. Per qualche anno la direttiva sul bail-in non dovrebbe applicarsi all'Italia o dovrebbe applicarsi in maniera parziale. Se si applicassero subito le nuove regole europee, sostengono Guiso e Zingales, il costo del credito bancario in Italia aumenterebbe in modo fatale per la debole ripresa perché nessun piccolo risparmiatore acquisterebbe più obbligazioni e quindi le banche italiane avrebbero difficoltà di approvvigionamento. Questa moratoria temporanea delle regole europee è una seconda toppa che si suggerisce al governo di applicare. Sia Guiso che Zingales hanno scritto, in passato, cose interessanti sul sistema bancario, italiano e non, ma in questo specifico caso facciamo molta fatica a concordare con loro, per due ordini di ragioni.

Esistono, anzitutto, due aspetti di illogicità (o di assunzioni implicite che non cogliamo) nel legame "mezzi-fini" della proposta in questione.

  1. Se il rischio che si vuole evitare è quello di un rapido aumento dei costi del credito allora è necessario assumere che anche i risparmiatori italiani siano attenti abbastanza alle conseguenze della BRRD e si apprestino a chiedere (o abbiano, più probabilmente, già chiesto) maggiori interessi sulle obbligazioni che acquistano. Questo implica che non sono così ingenui come si assume e la "speciale" condizione italiana viene a cadere: chi investe in obbligazioni bancarie in Italia non è meno sveglio di chi lo fa nel resto d'Europa.
  2. Se l'aumento del costo del credito italiano deriva da un problema strutturale di fonti di approvvigionamento delle banche italiane, in qual modo un periodo di transizione potrebbe risolverlo? Delle due l’una: o i piccoli risparmiatori non sono abbastanza sofisticati da rendersi conto dei rischi, come sembrano ritenere Guiso e Zingales  – e allora si ritorna a quanto detto al punto 1. Oppure lo sono, e quindi chiederanno un tasso di interesse maggiore e/o utilizzeranno il periodo di transizione per riallocare il proprio portafoglio verso impieghi più sicuri. Sicuramente gli investitori istituzionali sono sofisticati (dopo tutto, son gli stessi che investono nel resto d'Europa) e quindi chiederanno comunque tassi di interesse più alti. Perché mai dovrebbero accontentarsi, loro che il rischio lo capiscono, dei più bassi tassi che i piccoli risparmiatori prima accettavano, in quanto inconsapevoli, ma che ora, pienamente coscienti del rischio, non sono più disposti ad accettare? Certo, attraverso la moratoria abbiamo forse permesso ai piccoli risparmiatori italiani di mettersi al sicuro (se è questo il fine della proposta, esso non ci sembra dichiarato) però il problema per il costo del credito resta tale e quale: le banche devono fare roll-over dei debiti obbligazionari (se avessero a disposizione altre fonti, infatti, le avrebbero già usate) e quindi siamo punto ed a capo.

Vi sono poi due osservazioni più di fondo, sostanzialmente politiche e strategiche.

Primo, le regole sul bail-in sono già state sottoscritte e sono appena (1 gennaio 2016) entrate in vigore. È molto difficile pensare di poterle rinegoziare adesso, dopo anni di discussione: oltre al danno di immagine e credibilità che ne deriverebbe per il governo italiano c'è un problema pratico legato al fatto che un processo di rinegoziazione di questo tipo può durare mesi se non anni. Anche qui c'è un aspetto sistemico, che in questo caso è il rapporto schizofrenico delle elite italiane, anche le meglio intenzionate, con l'Europa e le sue regole. Davvero vogliamo insistere su questa strada? Che noi in Europa ci "siamo" e vogliamo "contare come i tedeschi", però ogni qual volta dobbiamo adeguarci alle regole comunemente decise, siano esse le quote latte o il bail-in, chiediamo agli altri di concederci una moratoria perche' siamo un caso speciale? 

Secondo, ma non meno importante, viene l'aspetto concorrenza. Da anni, anzi decenni, si insiste sulla centralità di un mercato bancario europeo il quale, fra le altre, ha una condizione necessaria: che le banche europee operino in ogni paese su un piede di parità, senza distinzione fra banche "nazionali" ed "estere". Bene: se è vero che negli altri paesi le implicazioni della BRRD sono già state assimilate e quelle banche non devono affrontare la subitanea crescita nel costo del credito che, suppostamente, le banche italiane dovrebbero affrontare, e se questo si deve ad un vantaggio strutturale delle banche non italiane sulle italiane, cosa c'è di male nel lasciare che la concorrenza faccia il proprio corso e le strutturalmente inefficienti banche italiane vengano disciplinate da quelle estere pronte ad offrire anche ai loro clienti italiani credito a condizioni migliori? Insomma, cosa c'è di male a risolvere il problema (ammesso e non concesso che un problema esista) favorendo l'entrata delle banche estere nel mercato italiano, con riduzione dei costi del credito per imprese e famiglie italiane? Qualche, inefficiente, banca italiana dovrà ridimensionarsi, chiudere, farsi acquistare o ricapitalizzarsi. Qualche "azionista strategico", magari qualche fondazione bancaria, dovrà mettersela via e perdere parte del potere che esercita sul sistema economico italiano attraverso il suo controllo del sistema creditizio. Cosa c'è di male in tutto questo? Niente, noi crediamo, anzi sarebbe una spinta al cambiamento dell'altamente inefficiente sistema di governance delle banche italiane, che in tutto questo ci pare il problema di fondo. Per ricordarsene, rimandiamo al riassunto del convegno sulle fondazioni bancarie organizzato da nFA a Firenze tre anni fa.

Una ragione spesso addotta per giustificare interventi così pesanti (rimborsare alcuni che hanno perso denaro privato con denaro pubblico mediante decreti ad-hoc, rinegoziare regole europee concordate da tempo senza altra buona ragione dal solito "siamo diversi e speciali e ci siamo anche svegliati in ritardo") è la necessità di scongiurare il panico nei mercati finanziari e quindi la possibilità di "crisi finanziaria", "contagio", e fenomeni simili, che possiamo ricondurre in ultima istanza ad una "corsa agli sportelli" (bank run) dalle imprevedibili conseguenze. In realtà a noi pare che le regole europee sul bail-in siano buone regole che mirano esattamente a rimuovere uno dei fondamenti chiave del fenomeno dei runs. Come ripete da anni John Cochrane, il sistema finanziario si isola dai runs rendendo tutti coloro che prestano denaro alle banche (ad eccezione dei depositanti ordinari, naturalmente, i quali infatti già godono di un'assicurazione sino a 100mila euro) responsabili in solido: se le cose vanno male, porteranno a casa una perdita, ma  portano a casa anche un rendimento atteso corrispondentemente più alto a causa del maggior rischio (sempre che non vengano truffati, nel qual caso vale quanto detto all'inizio di questo articolo). In ogni caso,  non potranno far collassare il sistema bancario correndo in banca a riprendersi i propri soldi. Questo è esattamente quello che succede nel caso del bail-in che la BRRD ha reso effettivo da tre giorni. A noi sembra un gran passo avanti. Tardivo ma avanti: perché mai dovremmo ritardarlo ulteriormente?

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Commenti

Ci sono 39 commenti

La richiesta di rimborso da parte degli investitori si porta dietro un aspetto in più rispetto a quanto giustamente detto, ed è il fatto che in Italia i responsabili non pagano mai per le proprie colpe.

L'approccio, che rimane ancora quello del paese feudale, in cui il signorotto concede "grazia sua" una briciola del suo (denaro, potere o altro), fa sì che l'acquisto di azioni e/o obbligazioni sia fatto con lo stesso spirito di acquisto dei titoli di stato: compra perché io ti permetto di accedere a qualcosa di privilegiato.

Se ci fosse stato (o ci fosse nel breve) una azione di responsabilità sorretta politicamente, il rimborso avrebbe il solo scopo elettoral-mammone sopra descritto.

In mancanza, al servo della gleba non rimane che rivolgersi al principe sperando nella sua bontà.

Perche' i responsabili paghino le proprie colpe e' NECESSARIO (non sufficiente) che i "truffati" compiano i seguenti atti, individuali

1) Denuncino di essere stati truffati. Sia chiaro che per denunciare occorre individuare il o i responsabili, con nome, cognome ed indirizzo. E denunciarli per davvero, non a chiacchiere.

2) Provare la truffa.

Facciano questo, poi vediamo. Qualsiasi altro comportamento, letteralmente qualsiasi altro, prova che si e' servi della gleba dentro, anzitutto. E che come tali ci si pone di fronte al signore. Inutile lamentarsi, poi, se il signore agisca come tale. 

I risparmiatori che acquistarono le obbligazioni in questione forse vennero truffati o forse no. Con molta probabilità alcuni vennero truffati mentre altri si presero dei rischi allettati dall'idea che sarebbe andata loro bene perché sono furbi. Capita. Non riusciamo, ad oggi, nemmeno ad escludere che vi siano responsabilità (non penali, ma politiche: ossia aver svolto malamente il proprio ruolo) da parte di Consob e Banca d'Italia. Ma tutto questo non basta, neanche lontanamente, a rendere giustificato e logico un rimborso,

Le banche in questione erano COMMISSARIATE. Ora, poiche' il commissariamento è assimilabile ad un'azione di VIGILANZA PUBBLICA e poichè durante lo stesso sono state divulgate informazioni tali da NON CONSENTIRE una corretta percezione di quanto sarebbe accaduto (definirle approssimaive è un eufemismo..meglio forse fuorvianti) per queste mancanze qualcuno deve pagare (o sarebbe giusto pagasse). Chi ha comprato subordinate sul mercato secondario ed ha piazzato più o meno consapevolmente una scommessa è sicuramente in una posizione diversa e forse per costoro(lo scrivente incluso) potrebbe essere valido il contenuto dell'articolo.

Saluti,


che le obbligazioni subordinate siano state vendute ai risparmiatori retail durante la gestione commissariale? Se così fosse, ne dovrebbero rispondere gli stessi commissari e, in solido, la Banca d'Italia.

Abbiamo già discusso di questo tema. Io stesso, a suo tempo, feci confusione e venni corretto.

No, non erano commissariate quando emisero le obbligazioni in questione (i dettagli sono nelle discussioni ai post precedenti e comunque di pubblico dominio). Ribadisco: la pessima attuazione di Consob in questa (ed altre) vicende è fuori discussione. La men che mediocre capacità di Banca d'Italia d'intervenire a tempo debito e ad usare la "moral suasion" che il suo potere le conferisce per evitare fallimenti bancari tanto folli quanto i 4 in questione e gli altri in arrivo è pure fuori discussione. Sono questioni POLITICHE: le agenzie indipendenti di controllo e regolazione in Italia non esistono. Sono catturate dalla politica, dai partiti e dai gruppi d'interesse che, in realtà, dovrebbero controllare e regolare. Non ci piove. Ma c'entra NULLA con le richieste di rimborsare gli acquirenti di obbligazioni bancarie subordinate, NULLA!

Non solo: SE le banche in questione FOSSERO STATE COMMISSARIATE al momento dell'emmissione delle obbligazioni pattumiera, ALLORA il comportamento dei "truffati" sarebbe stato ancora più ridicolo. Ammesso (e non concesso) che un commissario emetta subordinate con quelle caratteristiche (non può e non successe) sarebbe IDIOTA acquistarle pensando siano un investimento sicuro. SE la banca è commissariata vuol dire che è ridotta malissimo, probabilmente in fallimento. Non serve altra informazione, di per se. Basta sapere che c'è il commissario.

End of story.  

"Sembra che nessuno più, da alcuna parte, sia disposto ad assumersi in proprio i rischi, e le conseguenti perdite, della propria attività economica"

Credo che uno dei grossi problemi di questo paese sia che nessuno vuole assumersi rischi e le rsponsabilita' delle proprie azioni, non solo in campo economico, ma in tutti i campi del comportamento umano.

La possibilita' di non dover mai rendere conto delle proprie azioni e' una specie di carta "esci gratis di prigione" del monopoli, per cui tutto e' permesso e tutto e' concesso. E questa situazione, che ha mille origini, ha portato a deresponsabilizzare gli italiani in tutte le loro azioni. Se, improvvisamente, questi vengono chiamati a rispondere delle proprie azioni, neanche capiscono cosa stia accadendo e scaricano le colpe su "altri" (lo stato ladro, i poteri forti...).

Sara' un lunghissimo processo culturale, quello di fare cambiare modo di pensare agli italiani, E non so se ci si riuscira'.

qui si può trovare l'articolo di JC senza restrizioni

johnhcochrane.blogspot.lu/2013/06/stopping-bank-crises-before-they-start.html

è una articolo sicuramente meritevole, di quelli di cui non si può simulare la conoscenza  :-)

si potrebbe discutere a lungo.

Per il momento, mi limiterei ad osservare che la disciplina dei servizi d'investimento - di indiscutibile matrice europea - ha fatto grandi passi in questa direzione, almeno riguardo agli investitori retail.

Basti ricordare che gli intermediari - banche ed altre imprese d'investimento - sono tenute a prestare i loro servizi nel miglior interesse dei clienti, se non addirittura a proteggerli contro scelte d'investimento azzardate, e che rispondono civilmente - in qualche caso anche penalmente - dell'inosservanza dei loro doveri.

La soluzione proposta dall'attuale governo sembra anomala perché concreta un intervento pubblico, nella sostanza una graziosa elargizione del sovrano, promessa ma ancora da configurare nelle sue concrete modalità e procedure: ma, in definitiva, non si discosta dall'idea che gli investitori retail  debbano essere protetti anche contro sé stessi, perché irrimediabilmente irrazionali e perciò incapaci di resistere alle lusinghe degli intermediari ed alla propria ingordigia. Forse c'è, al fondo, anche qualche complesso di colpa per avere anticipato il bail-in senza riflettere sulle conseguenze politiche e mediatiche del sacrificio di una categoria di investitori ai quali si era fatto credere di non essere esposti a gravi rischi.

Detto ciò, ricordo che Luigi Guiso ha recentemente criticato, su la voce.info, come irrealistica l'idea che gli investitori siano in grado di prezzare gli strumenti finanziari emessi dalle banche; lo stesso, insieme con Luigi Zingales, ha auspicato su Il Sole.24Ore di ieri la creazione di un omologo italiano del CFPB. A quanto pare, l'immagine dell'investitore irrazionale guadagna proseliti. 

 

ricordo che Luigi Guiso ha recentemente criticato, su la voce.info, come irrealistica l'idea che gli investitori siano in grado di prezzare gli strumenti finanziari emessi dalle banche; lo stesso, insieme con Luigi Zingales, ha auspicato su Il Sole.24Ore di ieri la creazione di un omologo italiano del CFPB. A quanto pare, l'immagine dell'investitore irrazionale guadagna proseliti.

 

ma nessuno è in grado di farlo meglio di un mercato passabilmente efficente, cioè con elevati scambi. chi compra al collocamento dovrebbe avere ben chiaro del rischio supplementare che si prende. ugualmente se a mercato secondario si vedono spread denaro-lettera consistenti. astenersi allora non è ignavia, ma pausa di riflessione da dedicare allo studio, non c'è fretta.

il "risparmiatore irrazionale da proteggere", e sopratutto una sequenza di crack, hanno prodotto nel tempo alcune cose buone, i famigerati prospetti informativi sono in realtà molto chiari e indicano con evidenza ad es. costi di collocamento quasi sempre vergognosi. altre sono state vere scemenze pericolose: pattichiari, voluto da abi dopo parmalat, bollava le obbligazioni sicure come le banane, salvo poi dichiarare in giudizio civile, di essere mero ripetitore di informazioni fornite da altri.

adesso va di moda, fra gli scervellati senza memoria, le gabanelle, i grillini, sollevare con indignazione la questione, molto tecnica, degli scenari probabilistici da fornire al sottoscrittore.

invito chi sa a scriverci su  qualcosa di saggio, come avrebbe fatto federico de vita se avesse trovato il tempo.

non sono certo un tecnico della materia, ma non posso fare a meno di chiedermi chi mette i soldi in caso di fallimenti bancari se eliminassimo il bail-in? le mie risposte sono o lo Stato ,quindi il contribuente, cosa che nel nostro caso è poco realistica, o il sistema bancario nel suo insieme, cosa che anche qui vedo difficoltosa visto lo stato di salute e che comunque causerebbe una stretta sui nuovi prestiti. Se la banca pincopallo, che di per se ha già in pancia la sua bella quota di NPL e incagli, deve sborsare per coprire il fallimento della banca x inevitabilmente erogherà meno. 

Sbaglio qualcosa?

Infatti, è esattamente come dici tu. Se ritardi l'applicazione della BRRD vale la legislazione precedente nella quale (come ha spiegato Lucio di Gaetano nel suo post di qualche settimana fa) o ben fai il fallimento "standard" (!) o ben arriva Lancillotto in una delle due vesti da te descritte. Tertium non datur. 

Perché, poi, chi ora propone la moratoria sul bail-in o cose simili non riesca a cogliere questa ovvia implicazione lascio a te e agli altri lettori deciderlo.  

una sola postilla: a tutt'oggi siamo in attesa del decreto che istituisce il fondo di solidarietà aka"la prima toppa". si hanno anticipazioni sull'ammontare, sui criteri, ma non è poi certissimo chi mette i soldi. pare che vada integralmente a carico del fondo di garanzia dei depositi, anche contro lo statuto dello stesso. insomma, sarà la solita ipocrisia, o l'occhiuta sorveglianza europea, ma stavolta non sono dichiaratamente denari del contribuente, come di primo acchito abbiamo tutti pensato.

il resto è da metttere in cornice sul caminetto...la banca, i banchieri van fucilati per i motivi giusti, non per le solite litanie di chi non conosce nulla e nemmeno vuol conoscere. e il motivo principale è che allocano una risorsa scarsa come il credito in maniera disastrosa, prima ancora che illecita.  sono lontani dall'idea di una qualunque forma di concorrenza nella loro attività che pure si presume economica, come gennaio dalle pesche.

per tutta una serie di motivi sbagliati che pure sono molto popolari, come ricorda qua sopra gilberto bonaga:"evitare un fallimento" pare sempre cosa buona e giusta, "tirare avanti", "favorire gli amici che poi ricambiano", per i più evoluti "gli stakeholder!" etc.

Lo so, ti dirò che mi sto stancando a ripeterlo. Anzi, credo che ci stiamo stancando ... pur coscienti d'essere ancora un po' utili, forse persino necessari.

Fra gli articoli in preparazione da qualche tempo ce n'è uno che ha, come titolo provvisorio "Gufi, Grilli (di Collodi) e Cassandre" ... Era partito come una specie di "addio alle armi ed andate a farvi inculare dai Matteic&Grillo".

Poi ho pensato fosse meglio provare a sciare per qualche giorno ancora ...

In ordine alla quale sarebbe opportuno aprire una discussione. Una volta prenotato il titolo, qualora venga disposto - come è avvenuto in alcuni casi - un supplemento al foglio informativo, all'investitore vengono concessi 2 giorni (o più a discrezione dell'emittente) per revocare l'ordine. Se, come accaduto, i due gg capitano durante periodi festivi questo periodo per il "ripensamento" non mi sembra sufficiente. Restano valide a mio avviso tutte le considerazioni sull'"avidità" di alcuni sottoscrittori che adesso versano lacrime di coccodrillo in attesa che lo Stato le asciughi.

per due settimane, prima. se mi fanno fretta? amen, la firma a conferma di presa visione non gliela metto.

non vorrei che si finisse a fare i tronchetti-provera.

non so dire delle 4 Banche risolte , perche' non sono del luogo, ma in Veneto era noto che le cd. "banche del territorio" non erano gestite in maniera prudente: - ho visto io stesso obbligazioni subordinate fatte sottoscrivere ad un cliente per il quale io invece valutavo la richiesta di un'amministrazione di sostegno... - sara' interessante discutere in Tribunale, se mai ci si arrivera', di come e' possibile azzerare un titolo in ragione di un evento (la risoluzione) che non era previsto al momento dell'emissione (il recepimento e' di ottobre 2015) - e' perfettamente inutile perseguire i membri dei CDA (che venivano opportunamente cooptati tra chi non dava "rogne") per l'evidente sproporzione tra i patrimoni individuali e il danno arrecato. - dovrebbero invece essere perseguiti i dipendenti che hanno fatto carriera sulla vendita delle subordinate e di altri titoli consimili (o ancora peggio). Invece si mena vanto di "salvare l'occupazione" e molti di questi avranno addirittura scivoli pensionistici. Se questi comportamenti non trovano sanzione non cambiera' mai niente... - la verita' e' che le banche in questione contavano su un intervento di sistema tipo Banco di Napoli. - puo' piacere o non piacere ma SGA, la societa' che ha curato il recupero delle sofferenze del Banco di Napoli, ha recuperato l'85% dei crediti trasferiti. Era una cattiva soluzione? Qui invece pare che siano stati ceduti al 18% del valore... - si rischia di buttare via il bambino con l'acqua sporca, perche' il Credito Cooperativo e le Popolari sono funzionali al tessuto di piccole imprese che abbiamo in loco. Dubito che a una banca straniera interessi dare finanziamenti per 100K o 1mln ad un piccolo imprenditore, verrebbero solo a fare raccolta. - al netto della mala gestio il problema delle banche in questione e' stato l'ammaloramento dei crediti dovuto alla crisi fortissima degli ultimi anni. - ha ragione Renzi a lamentarsi. Banca d'Italia e MEF non sono riusciti ad individuare una soluzione in UE e gli hanno messo sul tavolo i decreti raffazzonati di fine novembre. A quel punto il danno era fatto. - piu' in generale bisognera' chiedersi cosa ci stiamo a fare nell'Euroarea a queste condizioni: UK e PL, che hanno un'economia ben piu' dinamica della nostra, si guardano bene dall'entrarci.

del perchè questo paese produce una classe politica che non affronta le cause del nostro collasso. 

abbiamo : inutile colpire lo stato maggiore colpiamo i sottufficiali, le banche del territorio sono funzionali alle piccole imprese locali, gli stranieri ci "ruberebbero" i soldi, se siamo nei guai la colpa è della moneta "straniera" ecc.ecc.

Erano gestite male o non erano gestite male? 

Facevano crediti a cazzo o no?

Gli amministratori (dirigenti, dipendenti ... scegli tu dove "inizia" la catena di causalita') erano incompetenti, cialtroni, corrotti, scemi, imbranati, quant'altro, o no?

Ed infine, che cazzo c'entra l'euro con i crediti andati a male o fatti a cazzo ad amici, parenti e potenti? Che fossero in euro, lire o dobloni, sempre soldi gettati erano?

Ed infine, cosa diavolo c'entra in tutto questo il caso Banco di Napoli? E cosa dovremmo apprendere dal fatto che la SGA che rilevo' (alcuni, non tutti) i crediti in sofferenza riusci' a recuperarne l'85%? Quanto pago' per il face value? Io non lo so. Ed in ogni caso, che c'entra?

Detto altrimenti, a che serve un commento del genere? A quale punto, argomento, fatto, ipotesi dell'articolo che commenti ti riferisci e vuoi correggere, completare, criticare, emendare, completare?  

Mi scuso, ed in attesa di leggere il Lavoro in preparazione del Professor Boldrin (sto ridendo per la battuta in ?Indeed Indeed'- mi spiace, ma la mia ...'Summa comica' non ascende a sublimi modelli di ironia di vertiginosa perfezione.---ma il temA dei tema e'

Allegoricamente. 1)MUtande e mozzarelle Italiane VS

.https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Nobel_laureates_by_country

118 nobel awards  in the Nation Island....just 20..in Italide...

parliamo di gente/abitanti da rimandare in larga parte all'asilo nido. E parliamo anche di Banca Rasini, MafiE, gente condannata per mafia in parlamento, et similia. Roba da Dante, piu' che da asilo nido.

Meta' scrive dall'estero. It is high time to...wakey wakey! Scrive dall'estero anche FCA (gia' FIAT). un paese di espatriati/espatriandi dai tempi di Leonardo d'Amboise .

Con il Conte Mascetti, in politica...o shishshish al..governo.

either  wakey wakey or FCA. O sono solo io che a vedere i dati 'ufficiali' sulla ''ripresa'' Italiana mi sono messo a...piangere? Elon Musk costruisce razzi per andare su Marte....e' solo wakey wakey...Giu' a pressione fiscale di venti punti percentuali. 20 come le Regioni (non parlo di Cina, ofc)

tagliamo? vendiamo? (es. Trenita(g)lia 1/5 fatturato SNCF....). Non capisco proprio di che cosa si parli. Tasse, priorita' numero 1. Lo sanno anche i grUllini