Salerno vs Catanzaro: telecronaca di una partita persa dal paese. Terza puntata.

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Terza puntata di questa vicenda che dimostra, per chi ancora ne avesse bisogno, che lo Stato, quello vero, in una parte del paese si è liquefatto nella putrefazione generale.

Cupio dissolvi

Se dopo questo allucinante racconto voi pensate di aver capito tutto, vi sbagliate di grosso, anche perché sarebbe alquanto strano che qualcuno capisca più di quanto abbia capito colui che spiega. Io, infatti, non ci ho capito niente…

Proverò, comunque, a far finta di aver capito qualcosa. Prima di tutto dobbiamo scindere le due vicende, quella calabrese e quella lucana.

Quella calabrese, così come da me narrata nella prima puntata, si presta ad una lettura completamente diversa rispetto a quella apparentemente glorificante di De Magistris. Vediamola nell’ottica del Procuratore della Repubblica. Questi, nella sua veste di dirigente di un ufficio giudiziario appartenente al terzo potere dello Stato, deve stare attento anche alla salvaguardia degli equilibri con le altre istituzioni. È un suo preciso obbligo, specie di questi tempi. La magistratura è sotto i riflettori, se attacca la politica e sbaglia, i politici ne possono approfittare per tagliargli le unghie. 

Presso il suo ufficio arriva Luigi De Magistris, proveniente da Napoli. Il sostituto si mette subito al lavoro, avvia una serie di inchieste anche complesse, che, in sede giudiziaria, si sciolgono come neve al sole. Il Procuratore comincia a non fidarsi di lui e delle sue capacità. Si ritrova con un sostituto che ritiene essere un po’ pasticcione ed avventato e che compie una serie di iniziative clamorose. Di conseguenza, decide di coassegnare i procedimenti più delicati anche ad una collega che, però, dopo un po’, va in maternità. A questo punto pensa di coassegnare il procedimento ad un altro sostituto, ma non trova nessuno. Al fine di impedire che De Magistris combini ulteriori pasticci, opta per la coassegnazione dei procedimenti a sé stesso ed al Procuratore aggiunto, così può controllarne ogni singola mossa prima che produca danni. Il fatto che il suo amico senatore/difensore/datore di lavoro del figliastro difende alcuni degli indagati di De Magistris non significa, di per sé, nulla, se ognuno agisce con coscienza del proprio ruolo. Tutti i magistrati italiani hanno avvocati per amici, ciò non significa che, nelle loro decisioni, favoriscano i clienti di questi ultimi.

Un giorno De Magistris informa il Procuratore e l’aggiunto che intende perquisire l’ufficio del presidente della regione, ex magistrato, cliente del senatore/amico del Procuratore. Questi, conscio della gravità dell’atto, delle polemiche che ne sarebbero derivate, gli chiede se è proprio necessario e perché; lo invita a valutare bene il rapporto costi/benefici, e gli chiede, spalleggiato dall’aggiunto, perché non chiude gli innumerevoli fronti che ha già aperto, al posto di aprine di nuovi. Si tratta di un colloquio perfettamente legittimo e normale. Succede spesso, non ci vedo nulla di male se non ci sono scopi reconditi; non è una violenza. Del resto, la perquisizione non è stata impedita dai vertici dell’ufficio. Poco prima della perquisizione, il Procuratore si sente, come sempre, per telefono con il suo vecchio amico/senatore/ecc (ricordiamoci che sono amici di vecchia data e, quindi, è perfettamente naturale che si sentano con una certa frequenza). Sono entrambi estimatori del bel calcio e commentano l’ultimo goal di Ibrahimovic. Ritengono che sia una vergogna che la Juventus sia stata privata del suo gioiello con intrigo della solita magistratura che non ha altro da fare che intercettare il povero Moggi. Dopo cinque minuti il Procuratore richiama l’amico/senatore e gli dice che su Google ha digitato la parola Inter ed è venuto fuori un sito internet di alcuni professori di economia che si dichiarano dei fan di Milton Friedman. I due si fanno delle grasse risate, lo sanno tutti che Friedman, a differenza di JM, non capiva niente di economia. Siamo nel 2007, non possono sapere che, nel 2008 sarebbe arrivato un magistrato di imprinting keynesiano salvare il sito.

Verso la fine del colloquio, l’amico/senatore chiede al Procuratore come se la passa e questi si sfoga cominciando a lamentarsi. Dice che questo De Magistris gli combina un guaio dietro l’altro, che adesso, in Procura, ci sono gli ispettori ministeriali che gli stanno contestando il suoi metodi di gestione dell’ufficio e rischia di perdere la poltrona. Al senatore/avvocato gli si accende una lampadina, si ricorda che De Magistris sta indagando anche il presidente della regione, suo cliente. Non volendo compromettere l’amico, non gli chiede se sa qualcosa delle prossime mosse del sostituto. Dopo aver chiuso il colloquio, chiama il giornalista e gli chiede se ci sono delle iniziative clamorose in vista. Se avesse avuto le notizie di prima mano dal Procuratore, che necessità c’era di chiedere conferma al giornalista? Direi che questo è un elemento che và a favore della riservatezza del Procuratore. Intanto De Magistris comincia ad indagare anche il senatore/amico del Procuratore ad insaputa di quest’ultimo e del Procuratore aggiunto, entrambi assegnatari del procedimento. Arriva ad omettere di inserire, come di dovere, l’iscrizione nel registro informatico dell’ufficio, chiudendo il provvedimento in un armadio. Improvvisamente, il Procuratore riceve la notizia che De Magistris sta per inviare un avviso di garanzia al senatore/avvocato, senza che lui, contitolare dell’indagine e dirigente dell’ufficio, ne sappia alcunché. Il Procuratore, decide di revocare l’assegnazione a De Magistris e, subito dopo, in considerazione dei rapporti di amicizia con l’indagato, correttamente, si astiene. Si contesta il fatto che il Procuratore, prima di astenersi, abbia revocato la delega al sostituto. La giurisprudenza dice che, se anche l’atto fosse stato emesso in una situazione di conflitto di interessi, ma è perfettamente legale e legittimo, non vi è alcun reato. Se non l’avesse fatta il Procuratore, la revoca avrebbe potuto e dovuto farla il dirigente incaricato di decidere sul punto, stante la grave violazione nel rapporto fiduciario istituzionale commessa da De Magistris. Nel decreto di perquisizione della Procura di Salerno si ipotizza addirittura una forma di corruzione del Procuratore da parte dell’avvocato/amico/senatore sotto forma di assunzione del figliastro nel suo studio e di assistenza legale offerta al medesimo Procuratore in un procedimento legale. È un’ipotesi alquanto peregrina. È un po’ difficile immaginare ed ancor più dimostrare un accordo preventivo per cui, in cambio dell’assunzione del figliastro, il Procuratore avrebbe favorito i clienti del senatore/avvocato/amico. E se il figliastro fosse solo bravo? E se l’avvocato/amico avesse voluto fare un favore all’amico e basta? E se lo avesse assunto in virtù della comune militanza politica? Insomma, da quel provvedimento di perquisizione non emergono dei chiari elementi di reato a carico del Procuratore o del Procuratore aggiunto.

Proseguiamo nella sequenza dei fatti. Abbiamo un ufficio giudiziario in cui gli Ispettori ministeriali concludono che il Procuratore non è un soggetto particolarmente capace, mentre il suo sostituto è un pasticcione, il quale, per di più, ha denunciato il medesimo Procuratore alla Procura della Repubblica di Salerno. Essi propongono al Ministro Mastella il trasferimento di entrambi. Il Ministro si fida dei suoi ispettori e si conforma alle loro proposte, firma l’atto con il quale chiede che venga esercitata l’azione disciplinare nei confronti dei due magistrati. Subito dopo, De Magistris, guarda un po’ che coincidenza, ritiene che siano emersi degli elementi di reato sul conto del medesimo ministro e lo iscrive nel registro delle notizie di reato. Apriti cielo, i giornali si scatenano, polemiche, interrogazioni al Ministro indagato, il Governo che si regge sui voti dello stesso Ministro Mastella, ecc. ecc. Il Procuratore, denunciato da De Magistris, è ormai paralizzato, e non può intervenire. Il Procuratore generale FF, si trova con questa grana tra le mani, pensa che De Magistris, sia, ormai, una variabile impazzita e decide di avocare il procedimento Why not, ritenendo che vi sia stata una violazione dell’obbligo di astensione. Anche il CSM si ritrova a gestire questa brutta grana, questo sostituto procuratore pasticcione che, con le sue iniziative avventate, rischia di innescare una grave crisi politica e, di conseguenza, decide di trasferirlo prima che possa combinare ulteriori guai… 

Provate, adesso, a rileggere la prima puntata, vi accorgerete che i fatti sono esattamente gli stessi solamente descritti da un altro punto di vista. La narrazione della prima puntata era, lo ammetto, tendenziosa. Ho fatto un po’ il furbo… Ma quella è l’ipotesi accusatoria emergente dal decreto della Procura di Salerno, la quale pare aver sposato in pieno la versione di De Magistris. Io ho fatto solo finta di averla letta in maniera acritica. Invece, manca nel provvedimento, la versione degli altri protagonisti della vicenda. 

Prima che mi prendiate a fischi e mi diate del “cerchiobottista”, posso dire che qualche conclusione la possiamo trarre comunque. 

Se il Procuratore di Catanzaro ed il suo vice abbiano commesso o meno dei reati ed abbiano complottato al fine di boicottare le indagini di De Magistris, non si può allo stato attuale dire in alcun modo. È oggetto delle indagini della Procura di Salerno e saranno gli uffici giudiziari di quel distretto a doverlo stabilire. Ciò che possiamo dire con un buon grado di certezza è che la Procura della Repubblica di Catanzaro era mal diretta da un Procuratore, che, al momento del suo allontanamento, aveva retto l’ufficio per 19 anni. L’altra considerazione che possiamo fare è quella per cui De Magistris si trovava ad operare in un ambiente estremamente incrostato e, per di più, sempre per le incapacità dirigenziali dei vertici dell’ufficio, in completa solitudine. Questo ha determinato l’escalation con tutto ciò che ne è seguito e con un gravissimo danno per la credibilità dell’intero sistema giudiziario. 

Se la vicenda di Catanzaro si presta a questa duplice, opposta, lettura (complotto o totale incapacità della dirigenza in presenza di un magistrato pasticcione), il vero abisso è costituito dalla vicenda c.d. “Toghe lucane”. Leggere quella richiesta di archiviazione è stata, per me, un’esperienza traumatica. Le vicende in essa narrate, siano esse vere o no, sono terrificanti. I fatti raccontati nella prima puntata sono solo la punta dell’iceberg. Il quadro è quello di magistrati che operano nella piena consapevolezza della propria impunità e, prevalentemente, per i propri privati interessi, che si fanno una guerra spietata tra di loro, arrivando a spiarsi a vicenda, che cercano di ingraziarsi, in tutti i modi, anche coprendone i reati, il potere politico… Da ogni pagina di quella richiesta emergevano sempre più ripugnanti nefandezze. La sua lettura era è stata una specie di discesa agli inferi, dove ogni pagina costituiva l’ingresso in un nuovo girone dantesco. Nessuno può immaginare il senso di orrore e nausea profonda, quasi fisica, che ho provato. Se anche nessuno di quei fatti fosse vero, ma molti purtroppo sono terribilmente veri, voi potete capire quale deve essere la credibilità della magistratura in Basilicata, se possono nascervi anche solo dei sospetti così spaventosi. 

Ed allora, prima di abbozzare delle ipotetiche soluzioni, da tutti questi fatti possiamo trarre qualche sconcertante ed, al tempo stesso, sconfortante conclusione:

1) in diverse regioni del Meridione italiano la magistratura, per ragioni familiari, di amicizia o di ambizione, è parte integrante dell’establishment e quindi del sistema di potere politico, amministrativo ed economico, con tutte le conseguenze che da ciò, inevitabilmente, derivano e che sono facilmente immaginabili;

2) il CSM e l’ANM non hanno nessuna intenzione o non sono capaci di mettere mano a questa situazione anche quando sono in possesso di numerosi elementi tali da imporre un intervento, anche perché i dirigenti degli uffici giudiziari vengono scelti secondo criteri correntocratici;

3) i dirigenti degli uffici giudiziari, a prescindere dalla loro eventuale collusione con il potere politico ed economico, scelti non per capacità, ma per i meriti descritti sub 2), sono completamente inadeguati a gestire i loro uffici;

4) quella parte della magistratura che cerca di infilare il bisturi nel bubbone opera, spesso, in maniera poco professionale e velleitaria, fornendo al potere politico gli argomenti necessari per ridurne i poteri di indagine. 

In sostanza, la totale sconfitta dello Stato, anzi, in gran parte, la certificazione della sua inesistenza. I rappresentanti dello Stato sono, in parte del territorio nazionale, collusi con il malaffare e/o la delinquenza locale, oppure sono incapaci di combattere efficacemente il malaffare stesso. 

Soluzioni? 

Certamente le soluzioni ci sarebbero, ne suggerirò qualcuna, tanto per dimostrare che, volendo, qualcosa si potrebbe fare. Dico fin da subito che, tuttavia, si tratta di un mero esercizio intellettual/ipotetico, non credo, infatti, che nessuno (né i politici, ma nemmeno la magistratura) abbia intenzione di fare alcunché.

 

1) Una delle poche certezze che ho è che se a Catanzaro vi fosse stato un Procuratore capace ed autorevole questo casino non sarebbe scoppiato. Se De Magistris fosse stato un pasticcione, come si vuol far credere, sarebbe stato fermato molto prima che la situazione si avvitasse in quel modo sempre più drammatico. Viceversa, se tale non era, un Procuratore serio avrebbe adottato idonee iniziative ad impedire che finisse nel mirino, come poi è avvenuto. E, quindi, si ritorna a quanto da me detto nella prima puntata della telenovela sulla giustizia e cioè ai perversi sistemi di selezione della classe dirigente, basata, essenzialmente su spartizioni correntizie, raccomandazioni ed anzianità, tutti criteri profondamente sbagliati. Questo è il primo motivo di autocritica che andrebbe fatto e che l’ANM fa finta di abbozzare nella seconda parte del comunicato sulla presunta “guerra” tra le Procure in questi due passaggi

 

 

Dobbiamo riconoscere il fatto che per troppi anni si è accettato che alcuni uffici giudiziari fossero gestiti da persone inadeguate, che non hanno esercitato i propri compiti con trasparenza ed impegno responsabile e a volte sono apparse legate a poteri locali; il che ha contribuito a quella crisi della legalità che, purtroppo, è il connotato più preoccupante di quella regione.

Possiamo cambiare solo se siamo capaci di rinnovarci al nostro interno: è dovere e responsabilità dell’ANM e degli organi di autogoverno assicurare ai cittadini una magistratura capace, motivata e professionalmente adeguata.

 

In sostanza, la dirigenza andrebbe selezionata esclusivamente secondo le sue dimostrate capacità. Purtroppo, l’impressione che si ha è che alle deplorazioni formali non seguiranno i fatti. 

2) Da questa vicenda si ricava un’ulteriore lezione, lezione che, in realtà, ci aveva già dato quel grande magistrato che era Giovanni Falcone più di venti anni fa. Indagini della delicatezza, vastità e complessità di quelle affidate a De Magistris, non possono essere lasciate in mano ad un solo sostituto. Deve operare un gruppo di magistrati. Se operano più magistrati, nessuno diventa insostituibile e, così, uccidere fisicamente o anche solo professionalmente (come è successo a De Magistris) il singolo magistrato diventa impossibile o inutile. Oltretutto, con ciò si potrebbero prevenire situazioni di stallo derivanti dal normale turn over degli uffici (pensiamo alla collega di De Magistris, allontanatasi per un periodo di maternità e, successivamente, trasferita, ovvero al fatto che i procedimenti di De Magistris, siano rimasti fermi per più di un anno dopo il suo allontanamento). Tuttavia, questo implica anche un radicale cambiamento di mentalità della magistratura. Qui faccio tesoro del mio stage in Germania. Uno dei sostituti anziani, addetti al dipartimento antidroga e criminalità organizzata della Procura dove ero, mi disse che, se un PM non ha spirito di squadra, non è idoneo a fare quel mestiere. Le Procure dovrebbero essere come la Juventus, squadre compatte, unite, decise. Invece, spesso, sono come l’Inter, composte da prime donne leziose rivaleggianti tra di loro. Spirito di squadra significa anche disciplina, dover seguire la tattica dettata dall’allenatore o dalla maggioranza dei giocatori, anche quando non la si ritiene condivisibile. Questo tipo di mentalità è lontana anni luce da quella dei magistrati italiani. 

3) Creare una squadra non è sufficiente. Con undici giocatori da terza categoria non si può giocare in serie A. Anche su questo ci è utile un’altra lezione di Falcone. Verso la traumatica fine della sua vita, egli propose la creazione di una specie di superprocura antimafia con sede a Roma chiamata ad avere una visione di insieme del fenomeno, a gestire i rapporti internazionali ed a coordinare l’attività tra le Procure sparse sul territorio. Analogamente, fu creato anche un reparto di polizia speciale, la DIA. Qualcosa di simile andrebbe creato anche per questo tipo di indagini. Pensiamo, ad esempio, a vicende come quella della Parmalat, una bancarotta e truffa globale, indagine per la quale la Procura di Parma, a differenza di quella di Milano, non aveva i necessari strumenti culturali ed operativi, tant’è vero che è affondata e ci metterà anni a riprendersi. Le indagini sulla corruzione politica, quella ad altissimo livello, necessitano di magistrati e poliziotti superspecializzati in diritto amministrativo, indagini societarie, bancarie, internazionali e quant’altro. I Procuratori di questa Superprocura dovrebbero muoversi e dare la direzione giusta alle indagini, guidando quelli degli uffici sparsi sul territorio, i quali, a loro volta, dovrebbero essere disposti a farsi guidare. Inoltre, un procuratore che arriva da Roma è, o dovrebbe essere, al di fuori del sistema di potere, quanto meno locale, e quindi, non colluso. Il presupposto, tuttavia, è che i posti di questa superprocura, inevitabilmente molto ambiti, non vengano assegnati secondo criteri correntocratici, bensì ai migliori magistrati specializzati e, possibilmente provenienti da grandi città. Analogo discorso vale per la polizia. Tutta la magistratura inquirente, me compreso, è chiamata a fare un radicale salto di qualità e mentalità. La recente vicenda di Pescara ne è la più evidente dimostrazione, ma garantisco che è più frequente di quello che si immagini. Incapacità di distinguere il malaffare diffuso dai fatti reato, intercettazioni considerate il punto di arrivo di un’indagine al posto del punto di partenza, creazione di procedimenti ipetrofici ingestibili, in cui gli unici che si raccapezzano sono gli agguerriti difensori nominati dai politici, ecc., ecc. Una vera e propria Caporetto giudiziaria. 

Al termine di questo allucinante viaggio negli abissi della magistratura italiana, cui mi hanno costretto i nostri economisti, monetaristi, interisti, torno alla vicenda umana e professionale di De Magistris. Non possiamo sapere se egli sia stato un PM avventato e pasticcione, come ha ritenuto il CSM, oppure la vittima di un complotto ordito se, non a Roma, quanto meno tra Catanzaro, Potenza e Matera, come ritenuto dalla Procura di Salerno. Vedremo quale sarà l’esito dei procedimenti penali in corso. Di certo se verranno trasferiti i sostituti di quella Procura che fino ad oggi hanno gestito l’indagine, rimarrà in tanti il sospetto che non si sia voluta cercare la verità, con ciò dando un ulteriore colpo all’indipendenza della magistratura. Per quel poco che ho capito di questa vicenda, ritengo comunque che De Magistris non sia stato affatto un “cattivo” magistrato, bensì un magistrato lasciato completamente solo ad operare in un contesto estremamente difficile, finito nel tritacarne di una vicenda enormemente più grande di lui ed in cui, con un coraggio veramente fuori dal comune, ha cercato solo di fare il suo dovere. Credo che se fosse stato inserito in una buona squadra sarebbe stato un ottimo centravanti come, tanto per non far nomi, Amauri. Può darsi che abbia commesso degli errori, ma, fin’ora, è stato l’unico a pagare. In ogni caso, ritrovata la meritata serenità, riesce ancora, in questa bella intervista, a manifestare fiducia nella magistratura ordinaria. Beato lui…

 

 

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Commenti

Ci sono 34 commenti

 

Al termine di questo allucinante viaggio negli abissi della magistratura italiana

 

La definizione mi sembra quanto mai appropriata.

Complimenti per la lucida ricostruzione anche se continuo a capirci poco.

Posso solo aggiungere che un mio conoscente, amicissimo della famiglia De Magistris, mi ha assicurato trattarsi di persone integerrime, con un profondo senso del dovere e un grande attaccamento alle istituzioni.

Ovviamente questo non garantisce la bontà dell'operato, ma, almeno per quanto mi riguarda, contribuisce a fugare parecchi dubbi.

Saluti e felice anno nuovo.

Complimenti, bellissimi articoli.Mi aggiungo alla lista di quelli che della faccenda avevano capito poco, stretto tra le tirate di Travaglio, le nebbie della stampa ed i miei pregiudizi sulla classe politica.

Ho apprezzato molto la prima parte di questa puntata, anche perchè mi sembra molto probabile che contenga qualche elemento di verità.Devo dire però che nel complesso la versione "buonista" mi convince poco per vari motivi.

  1. i procedimenti di De Magistris possono essere avventati, ma credo che se fossero pretestuosi in un'anno si sarebbe trovato il tempo di archiviarli, nell' interesse degli stessi imputati.
  2. mi sembra quantomeno curioso che in quest' orgia di provvedimenti disciplinari nessuno abbia colpito i magistrati indagati a Potenza.
  3. il modo in cui Napolitano ed il CSM hanno messo la sordina a tutto:l' esperienza mi insegna che i politici si muovono con velocità e compattezza solo per interesse di casta.E' un pregiudizio, ma la versione alternativa di Roma che interviene solo per il buon nome della magistratura fa a pugni col punto 2.

Mi sembra una gigantesca manovra di insabbiamento, il che non implica che uno solo tra i reati contestati sia avvenuto, ma è quasi certo che sull' argomento i politici locali e nazionali hanno molto da nascondere.

Se molti qui hanno le idee poco chiare su questi fatti direi che l' insabbiamento funziona benissimo.

  1. i procedimenti di De Magistris possono essere avventati, ma credo che se fossero pretestuosi in un'anno si sarebbe trovato il tempo di archiviarli, nell' interesse degli stessi imputati.

se ci rifletti, se avessero subito archiviato, i sostenitori del complotto avrebbero detto che ció era la dimostrazione dle fatto che si voleva fermare De Magistris. Prima di natale é uscita la notizia che hanno formulato le imputazini per l´indagine Why not. Ci sono sia l´ex presidente che l´attuale presidente della regione Calabria, mentre nulla si sa del senatore amico del procuratore e del manager della compagnia delle opere.

  1. mi sembra quantomeno curioso che in quest' orgia di provvedimenti disciplinari nessuno abbia colpito i magistrati indagati a Potenza.

per essere precisi, il presidente del Tribunale di Matera dal prestito agevolatissimo ed il sostituto nominato membro della commissione antimafia perché stimato dal senatore da lei indirettamente indagato, sono stati trasferiti. Non so se hanno subito procedimenti disciplinari.

  1. il modo in cui Napolitano ed il CSM hanno messo la sordina a tutto:l' esperienza mi insegna che i politici si muovono con velocità e compattezza solo per interesse di casta.E' un pregiudizio, ma la versione alternativa di Roma che interviene solo per il buon nome della magistratura fa a pugni col punto 2.

ma nella vicenda De Magistrisi, a differenza di quella di Salerno, c´erano comunque anche delle gravi implicazioni politichie, prima ancora della tutela del buon nome della magistratura.

Se molti qui hanno le idee poco chiare su questi fatti direi che l' insabbiamento funziona benissimo.

il dramma é proprio questo. con questo trasferimento si é creato questo grave sospetto ed adesso vogliono ripetere il medesimo errore con i sostituti di Salerno.

Caro Axel, poichè siamo gli unici credenti del vero "verbo" in un sito di miscredenti, non solo ti leggo volentieri, ma devo anche dire che hai molte delle qualità del vero scrittore (sarà perchè sei già abituato quando scrivi le ordinanze di custodia cautelare).

Come ti ho già detto dalla prima puntata della saga la posizione di De Magistris continua a non convincermi, ovviamente è un uomo lasciato solo per cui alcune sue posizioni potrebbero essere anche state forzate. Mah...

Però il nocciolo della questione rimane: fino a che punto un uomo può rimanere 19 anni a capo dello stesso ufficio e non risentirne ? Come si possono sciogliere questi intrecci perversi ? Può un magistrato frequentare gli avvocati ? Fino a che punto non ne rimarrà "intossicato?" Ma soprattutto ho capito che anche all'interno della magistratura ci sono correnti varie, a furia di tener aperte tutte queste correnti non rischiate un bel raffreddore ? La separazione delle carriere sarebbe un rimedio ? Ad esempio ne suol libro  Raffaele Cantone (alto PM) sembra pensare che effettivamente chi ha fatto il PM difficilmente dopo si adatterà a fare il giudice, che dovrebbe essere imparziale, tu che ne pensi ? Sarebbe il caso di imporre sia il lavoro di squadra ai PM con una rotazione ogni tot anni ? (come avviene per la DIA, che mi sembra un sistema tutto sommato funzionante).

Per finire, ed essere sicuro di te: mica sei interista ?

"Sarebbe il caso di imporre sia il lavoro di squadra ai PM con una rotazione ogni tot anni ? (come avviene per la DIA, che mi sembra un sistema tutto sommato funzionante)."

Ahiahi... l'inamovibilità dei magistrati è sacra ;))

Marco, tu mi fai un fuoco di fila di domande che neanche la santa inquisizione...

prima di tutto rispondo all´ultima domanda:

mica sei interista ?

come posso condividere la fede calcistica con dei monetaristi miscredenti del vero verbo? Stai scherzando vero? JM si rivolterebbe nella tomba. Eppoi, si sono dovuti inventare calciopoli per vincere qualcosa, elminando l´unica vera squadra italiana, compatta, decisa, unita, togliendogli, fra l´altro il gioiello Ibra (ovviamente io non sono juventino ma solo estimatore del bel calcio)...

fino a che punto un uomo può rimanere 19 anni a capo dello stesso ufficio e non risentirne ?

giusta domanda. Se l´é posta anche il legislatore che ha introdotto da poco il limite di 8 anni, dopodiché si perde la poltrona.

Come si possono sciogliere questi intrecci perversi ?

Bella domanda anche questa, non saprei come rispondere. La soluzione radicale e teorica potrebbe essere un divieto di lavorare nella propria regione di origine, ma pare che i due giudici di cui ho parlato nella replica a Marcello Urbani, fossero rispettivamente campano e calabrese. Purtroppo, in quelle regioni é una parte della societá ad essere marcia ed i magistrati fanno parte della societá.

Può un magistrato frequentare gli avvocati ?

Non é assolutamente vietato, tieni conto che fanno parte del loro ambiente di lavoro e che hanno avuto la stessa formazione. E´inevitabile che ci si conosce e ci si frequenta. L´importante é rimanere corretti, da una parte e dall´altra.

 Ma soprattutto ho capito che anche all'interno della magistratura ci sono correnti varie, a furia di tener aperte tutte queste correnti non rischiate un bel raffreddore ?

ormai é una polmonite...

 La separazione delle carriere sarebbe un rimedio ?

Perché la separazione delle carriere dovrebbe essere una soluzione? Sarebbe una soluzione solo se si mettesse il PM sotto controllo del potere politico, cosí uno come De Magistris lo fermano subito e buona notte.

Ad esempio ne suol libro  Raffaele Cantone (alto PM) sembra pensare che effettivamente chi ha fatto il PM difficilmente dopo si adatterà a fare il giudice, che dovrebbe essere imparziale, tu che ne pensi ?

si sbaglia. Conosco almeno tre giudici che prima hanno fatto i PM, adesso sono ottimi o buoni giudici. Uno di loro, adesso ottimo giudice, quando faceva il PM era palesemente inidoneo.

Sarebbe il caso di imporre sia il lavoro di squadra ai PM con una rotazione ogni tot anni ?

la rotazione ogni tota anni della specializzazione é stata introdotta dal legislatore. Secondo me é una stupidaggine perché ogni dieci anni vanno perse le competenze acquisite. Imporre il lavoro di squadra, sarebbe assolutamente necessario. Spesso la cosa si scontra con una sciocca mentalitá del giudice indipendente, per cui, se mi conformo alla disciplina di squadra, perdo una fetta della mia indipendenza.

come avviene per la DIA, che mi sembra un sistema tutto sommato funzionante.

Per la precisione, la Dia é la polizia. La super procura é la procura nazionale antimafia. Sinceramente non so se funziona. Il presupposto é che quei posti non vengano assegnati secondo spartizioni correntizie. Ho forti dubbi che ció non avvenga. Per farti due esempi, un ex membro di quella procura adesso é al ministero da Alfano ed un altro é stato capo di una corrente ed addirittura di tutta l´ANM ed adesso é al CSM.

grazie Axel

Grazie per queste tre puntate sulle vicende di De Magistris, Axel! Finalmente ho la sensazione di avere un quadro ragionevolmente accurato su quanto e' avvenuto.

un grande grazie ad axel bisignano per l'estrema capacita' di sintesi in una vicenda complicata

 

molto brevemente, a leggere il capo di imputazione relativo alla perquisizione disposta da salerno, posso solo commentare che se un qualsiasi cittadino depositasse un esposto -querela di quel tenore contro un magistrato verrebbe certamente archiviato

come giustamente fatto rilevare nell'articolo , l'amicizia tra un giudice e un avvocato , in particolare in una piccola citta' non e' certo una colpa.

 

alcuni passaggi mi sembrano addirittura una forzatura ad esempio laddove si dice che il figliastro avrebbe conseguito dei vantaggi economici (ed indirettamente il giudice - che poi che avrebbe ancor + indirettamente favorito la moglie visto che non e' suo figlio) poiche' gli sarebbero state affidate delle important difese.

ma dico .... e allora un avvocato perche' dovrebbe entrare in uno studio legale ? per fare le pulizie?

 

vorrei piuttosto sottoporre all' attenzione dell' ottimo a.b. se non e' d'accordo sulla odiosa (oltreche' inopportuna) pratica di alcuni magistrati di mettersi a fare gli avvocati dopo la carriera in magistratura (per di piu' nello stesso distretto dove hanno esercitato fuzioni) 

ricordo inoltre che qualche anno fa nella citta' in cui vivo e lavoro (napoli) pure vi fu uno scandalo dello stesso tipo (figlio di giudice entrato nello studio legale di noto penalista) come se l'avvocatura fosse diventata centro di smistamento di clientele o corruttele

 

io proporrei il divieto (x legge) di esercitare la professione di avvocato dopo quella di avvocato e l'incompatibilita' per i parenti di giudici all' iscrizione presso il consiglio dell'ordine degli avvocati dove i loro parenti esercitano funzioni giudiziarie.

alcuni passaggi mi sembrano addirittura una forzatura

c´é un passaggio ancora piú divertente, laddove si dice che il procuratore sarebbe stato corrotto perché il senatore/avvocato ha fondato una societá con il figliastro del primo. Il bello é che il figliastro ha pagato le quote societarie, addiritura facendosi prestare i soldi dalla madre e dal patrigno. Se ha pagato quelle quote, il vantaggio ingiusto dove sarebbe? boh...

di certo la vcienda é estremamente intricata. Non condivido nulla di quanto fatto da questi colleghi di Salerno per quanto riguarda il famoso decreto di perquisizione, né sul piano metodologico né sul piano contenutistico. Le ipotesi di corruzione sono, francamente, ridicole. Proprio per questo motivo sarebbe assolutamente sbagliato e pericolosissimo sottrarre loro l´inchiesta, poiché altrimenti potrebbero definirsi anch´essi vittime del sistema.

ricordo inoltre che qualche anno fa nella citta' in cui vivo e lavoro (napoli) pure vi fu uno scandalo dello stesso tipo (figlio di giudice entrato nello studio legale di noto penalista) come se l'avvocatura fosse diventata centro di smistamento di clientele o corruttele

infatti non capisco dove sia lo scandalo. A Bolzano é perfettamente normale, garantisco. La domanda é: perché a Bolzano nessuno si candalizza ed a Napoli sì? A te la risposta.

io proporrei il divieto (x legge) di esercitare la professione di avvocato dopo quella di avvocato e l'incompatibilita' per i parenti di giudici all' iscrizione presso il consiglio dell'ordine degli avvocati dove i loro parenti esercitano funzioni giudiziarie.

qualcosa di simile esiste giá, in quanto il giudice che diventa avvocato non puó esercitare la professione nel distretto dove ha prestato le funzioni per un certo periodo, credo 5 anni. Non capisco come a Napoli possano aggirare la norma se non facendo firmare gli atti da un avvocato prestanome. Comunque anche questo, nelle realtá medio piccole, é un fenomeno di fatto, inesistente.

la vicenda, non so se ricordi, è la seguente ed ebbe questa conclusione

a mio parere quella vicenda fu ancor più grave di questa che descrivi, infatti in quell'occasione fu violata addirittura la camera di consiglio di un collegio giudicante

questo l'articolo dell' espresso che cita le telefonate intercettate in riferimento alla questione "giovani praticanti figli/parenti di giudici

per completezza di informazione segnalo che l'Ormanni p.g. di roma, titolare dell' indagine di cui sopra, è fratello di questo Ormanni che è stato p.g. di torre annunziata (na)

 

Io di certo non mi scandalizzo ( del resto in una città che ha assistito ai casi giudiziari di Enzo Tortora o giorgio Rubolino - che ti vuoi scandalizzare) però sostengo da anni (come molti) la necessarietà di un provvedimento chiaro in merito

sugli avvocati ex giudici avrei qualche perplessità , mi sembra vi sia un pericoloso "vuoto" normativo in materia

 

infatti, a quanto mi risulta , il CSM si è occupato moltissimo delle incompatibilità tra avvocati/giudice di pace nel medesimo distretto , ma chi dovrebbe occuparsi degli ex magistrati?

non mi pare che su questo punto il Consiglio nazionale forense abbia una posizione ferma

 

 

 

 

 

Leggo solo ora il seguente testo sacrilego:

 

Le Procure dovrebbero essere come la Juventus, squadre compatte, unite, decise. Invece, spesso, sono come l’Inter, composte da prime donne leziose rivaleggianti tra di loro.

 

Dottor Bisignano, Lei sarà anche "keynesiano" in economia (tanto lì La censuriamo regolarmente e preventivamente, così non fa danno), ma noi si sperava che almeno su questioni giudiziarie Lei ci capisse qualcosa! Quanto scrive mi fa pensare, invece, che Le si debba applicare la censura preventivo-curativa anche su materie giudiziarie ... insomma, lavoro in più!

Si rende Lei conto che, se si dovessero seguire i suoi consigli, le procure verrebbero gestite da mariouli (e non solo da incapaci)? Di conseguenza verrebbero chiuse ed i PM mandati ad indagare furti di panini di turisti grassi ad opera di labrador neri in val Fiscalina (altro che sequestrare hotel abusivi in val Badia!) e - dopo tre anni di purghe e dolori mentre la delinquenza impazza per il paese (più di quanto già non lo faccia impunemente ora) ed il Las Vegas aggiunge altri tre piani con 12 camere ciascuno - si troverebbero comunque sei miglia indietro rispetto a chi in montagna scarpina o spigola (invece di pedalare sull'asfalto)?

P.S. Non sarà mica che il povero Ulli è interista, vero?

 

Dottor Bisignano, Lei sarà anche "keynesiano" in economia (tanto lì La censuriamo regolarmente e preventivamente, così non fa danno)

dopo il 2008 voi monetaristi siete stati inseriti tra le specie protette dal WWF in quanto in via di estinzione.

Si rende Lei conto che, se si dovessero seguire i suoi consigli, le procure verrebbero gestite da mariouli (e non solo da incapaci)?

il povero Moggi è vittima di un complotto ordito da Toghe giallo-ROSSE, in combutta con il presidente nerazzurro, il quale, nonostante i diversi milioni buttati al vento, non riusciva a vincere una pipa di tabacco. L'operazione è pienamente riuscita perchè le telefonate del povero Moggi, esclusivamente finalizzata ad impedire che la Juventus non venisse discriminata dagli arbitri cattivi, amici di BS e tutti massoni, sono state interpretate male dalle predette toghe e dalla opinione pubblica, invidiosa dei successi della Juve. Lo scopo finale di questo gigantesco e scandaloso complotto è stato il furto di Ibrahimovic. E quindi concludo: ha ragione BS! Basta con queste intercettazioni! Ma solo a condizione che vengano annullati tutti i procedimenti in corso e ci venga restituito Ibra!

Di conseguenza verrebbero chiuse ed i PM mandati ad indagare furti di panini di turisti grassi ad opera di labrador neri in val Fiscalina (altro che sequestrare hotel abusivi in val Badia!)

Il Labrador in questione assieme al suo padrone è nella lista dei principali ricercati della procura di Bolzano, tanto che il paron quest'anno ha deciso di andare a sciare dai mormoni, ma come si fa, dico io... 

P.S. Non sarà mica che il povero Ulli è interista, vero?

No, ma è monetarista, gli piace troppo l'argent :-)

Il Ministro della Giustizia è giunto a conclusioni opposte a quelle di Axel. Infatti ha chiesto per il procuratore di Salerno la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio, e solo il trasferimento per il procuratore generale di Catanzaro, mentre secondo Axel il primo era forse colpevole di errori in una iniziativa chiaramente nei suoi poteri, mentre il secondo era colpevole di iniziative che ovviamente non gli spettavano. La ANM plaude all'azione del Ministro, o dei magistrati ministeriali che lo hanno consigliato. Cosa c'è dietro? Si conferma quello che ho sempre detto: il maggior pericolo par l'autonomia del giudice, e, in questo caso anche del PM, è costituito dal CSM, pronto a sacrificare i singoli, pur di mantenere ed accrescere i poteri della corporazione.

Qui il commento di Travaglio, durissimo (ma non so dire quanto corretto nel merito):

 

 

Il ministro Alfano ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura di cacciare dalla magistratura – non di spostare in un altro ufficio, proprio di cacciare dalla magistratura – il procuratore capo di Salerno.
...
Cosa sta facendo il ministro? Una cosa che non si può fare in nessuna democrazia dove viga la divisione dei poteri: sta sindacando il contenuto, il merito, di un provvedimento giudiziario.
Lo può fare il ministro? Assolutamente no!
...
Oggi, quello che sta facendo Alfano – probabilmente non se ne rende nemmeno conto, stiamo parlando di uno che letteralmente non sa quello che fa – è pensare di poter sindacare il contenuto di un atto invece di lasciarlo impugnare davanti al Riesame o davanti alla Cassazione dagli indagati perquisiti.
Interviene lui e chiede di cacciare i magistrati perché hanno scritto nel provvedimento una cosa che non gli garba.
La differenza rispetto al 2001 è che stavolta il provvedimento è più grave perché entra non in una questione interpretativa ma in una di merito.
...
Bene: arriviamo alla notizia che non avete letto e che non leggerete mai sulla stampa e sulla TV di regime.
Alcuni imputati, a cominciare dall'ex procuratore Lombardi, accusato di corruzione giudiziaria, dalla moglie dell'ex procuratore Lombardi e dal figlio, Pier Paolo Greco, che era socio di uno dei principali indagati dell'inchiesta Why Not, il senatore di Forza Italia Pittelli, ma anche Antonio Saladino, il famoso capo della Compagnia delle Opere in Calabria, faccendiere, trafficone, in rapporti con tutta la politica di tutti i colori, hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Salerno per chiedere l'annullamento del decreto di perquisizione.
Bene, venerdì sera intorno alle 22 il Tribunale del Riesame di Salerno ha respinto i ricorsi dei quattro indagati che vi ho appena enumerato e ha dichiarato dunque fondato, legittimo, impeccabile – adesso aspettiamo le motivazioni, naturalmente – il provvedimento.
...
Questo che cosa significa? Significa intanto che hanno confermato i presupposti di legittimità di questo provvedimento, nel senso che evidentemente rispetta le forme, la casistica, i limiti previsti dalla legge in questi casi.
Ma naturalmente conferma anche il merito del decreto di sequestro e perquisizione perché evidentemente hanno trovato che i PM, quelli che devono essere fucilati, hanno motivato bene...

 

Oggi il CSM ha deliberato. Il Procuratore di Salerno é stato sospeso. I due sostituti trasferiti. Trasferito anche il Procuratore generale di Catanzaro ed uno dei due sostituti procuratori generali. Altri due che hanno firmato quel provvedimento abnorme restano al loro posto perché l´inchiesta Why not "deve andare avanti". Quella su Catanzaro evidentemente no. A leggere il famoso decreto di perquisizione non mi sembrava tanto fondata, ma adesso comincio ad avere dei sospetti. Passa il messaggio per cui gli eversori sono quelli di Salerno e non quelli di Catanzaro. I vertici dell´ANM ancora una volta sono soddisfatti.

Francamente io non so piú cosa dire o commentare. Forse sono io che non capisco niente di diritto. Forse c´é veramente qualcosa dietro. Comunque sono sicuro che d´ora in avanti qualsiasi PM, prima di indagare un qualsiasi colletto bianco ammanigliato con qualche politico giusto o, financo, con qualche dirigente correntizio, dovrá pensarci su mille volte, visti i rischi che corre da parte di quell´organo che ne dovrebbe tutelare l´autonomia. Forse ha ragione Lima. E´ una pagina nerissima per la giustizia.

Come osservatore esterno ho impressioni identiche alle tue.  Appare veramente sproporzionata la sanzione al procuratore di Salerno rispetto alle sanzioni per i magistrati di Catanzaro che hanno firmato il contro-sequestro e hanno contro-indagato i magistrati di Salerno al di fuori delle regole di competenza territoriale. La sensazione netta e' che destra e sinistra politiche e i vertici della magistratura si siano uniti contro i magistrati che in misura maggiore hanno messo a rischio i loro loschi affari in Calabria, cioe' De Magistris e i magistrati di Salerno che volevano approfondire la situazione calabrese. Sono curioso di leggere cosa ne pensano Travagio e Di Pietro.

Pagina nera, anche dal mio punto di vista.

Ma la cosa più allucinante secondo me è che le stesse persone che oggi attaccano la magistratura e il suo attivismo, in passato sull'onda del sostegno popolare a Mani Pulite, non avrebbero mai osato mettere freni alla magistratura o parlare pubblicamente contro le azioni giudiziarie anti-corruzione.

Il che dimostra che nel paese c'è davvero giustizialismo populista anche se non perchè i politici sono troppo sotto torchio (figuriamoci: decine di inchieste insolute; amnistiate indultate e così via) ma perchè i politici stessi possono essere perseguiti solo se c'è una mobilitazione dei cittadini di sostegno ai giudici che nulla ha a che vedere con il funzionamente fisiologico della giustizia. Sembra che per funzionare nei confronti di certi soggetti, il sistema giudiziario italiano abbia bisogno di una spinta che non ha al suo interno.

Eh allora? E allora forse hanno ragione i redattori del sito: stroncare la spesa pubblica, anche quella Europea, che in fondo è la torta intorno alla quale si sono scatenati gli appetiti calabresi e creato tutto questo casino.

Oggi su l'Unità non c'era il solito commento di Travaglio. Il Corriere della Sera però dava spazio ad un articolo di De Magistris su MicroMega. Nella sostanza la versione ufficiale della "guerra tra procure" e dell'intervento "equilibrato" del CSM, prevarrà e incanterà l'opinione pubblica. Non sarei così pronto a dare la responsabilità di quanto è avvenuto ai politici Napolitano e Alfano. Certamente si sono presi la responsabilità delle loro azioni. Ho l'impressione però che ci sia un fronte articolato interno alla magistratura e forse anche ai "grands commis" che circondano Napolitano, che ha deciso di proteggere tutti (forse anche il procuratore di Salerno, che potrebbe essere salvato dalla Cassazione) con un'azione disciplinare "equilibrata". L'equilibrio ovviamente è a scapito, come sempre, della giustizia e della verità. Ora proverò a scrivere una letterina molto moderata al Corriere. Vediamo se me la pubblicano.  

vorrei avere il piacere di  contattare il dott. axel bisignano -  sono  di napoli -  mi porto dietro una vicenda  squallida   che  da  quasi  4 mesi  mi sta  tormentanto .  sono  vittima  innocente    di gente  senza scrupoli  che   a abusato  della  mia  disperata   e angosciosa  ricerca di lavoro   e della mia   disponibilita'  per  i loro sporchi traffici    a mia  insaputa .  vorrei  avere l'opportunita  di raccontare  la mia  vicenda   e  chiedere  aiuto   prima  di affondare  totalmente -   sono un napoletano  lavoratore  onesto  padre  di famiglia    ma   sono anche  un italiano  che  crede nella  giustizia  e nelle  persone  come  lei  ill'strissimo  dott. bisignano   , mi dia  l'opportnita'  di  contattarla  anche  via  mail   per indicarle  i  fatti   della  mia  vicenda ,  sono  certo  che  lei sapra'  carpire  la mia buona  fede .    grazie.     cordialmente  scotto  .   divetta1d@yahoo.it

Si possono scrivere 100 post a dimostrare che le cose stanno come stanno, a prescindere da quanto dice la grancassa di criminalità organizzata e politica; si può argomentare con fatti e analisi per dimostrare che gli accanimenti giudiziari non esistono; ma se poi si leggono cose del genere, lo stimolo a pensare malissimo è quasi fisiologico. Ma De Magistris non lo capisce che queste cose sono esattamente quello che chi lo attaccava desiderava tanto ardentemente? Lui sarà anche in buona fede, ma di quella sono lastricate le strade che portano all'inferno. Candidarsi alle elezioni, a qualunque livello,  non è solo un errore sul piano personale,  ma dovrebbe anche essere proibito. Ti vuoi candidare dopo l'esperienza in magistratura? Bene, prima ti dimetti e lasci passare un po' di tempo di decompressione..e invece niente. Che delusione.

 

la penso esattamente come te, salvo per il fatto che De Magistris non poteva deludermi. Semmai mi delude Di Pietro.

De Magistris mi era sembrato onesto e intelligente anche se poco accorto nel ritenere di poter scavalcare regole formali in nome di una correttezza sostanziale secondo il suo personale giudizio.  La scelta di candidarsi fornira' ottimi argomenti a Mastella & Co. nel avvalorare la sua malafede, mi stupisco che DM e Di Pietro non lo comprendano. Di Pietro ha fatto lo stesso beninteso, ma sembra non aver imparato, o forse i sondaggi degli ultimi tempi (favoriti dallo sfascio del PD) lo stanno illudendo.