Ma perché anche FARE non spinge per l'abolizione dell'IMU?

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Andrea Moro

Domanda che appare ovunque sui social media, sui forum, e anche su nfa. Ho risposto con questo twitterone.

Quel che conta per una famiglia, alla fine, non è QUALI tasse si pagano, ma quanti soldi rimangono in tasca dopo averle pagate. La posizione di FARE è  che bisogna  ridurre parecchio la pressione fiscale, in modo da aumentare i soldi che rimangono in tasca. Crediamo, al contrario delle promesse di Berlusconi, di aver indicato un percorso credibile per farlo, l'unico: da un lato ridurre la spesa pubblica in modo equo, tagliando gli sprechi, e senza toccare scuola, sanità, e il potere d'acquisto delle pensioni e degli stipendi pubblici medio-bassi (sotto all'incirca i 2500 euro netti mensili) e dall'altro ridurre il debito con massicce dismissioni e vendite di imprese e immobili pubblici.

Per rilanciare l'economia invece è meglio tagliare certe tasse piuttosto che altre. L'IRAP è una tassa che distrugge le imprese (e, per proprietà transitiva, il lavoro e la crescita). Le imposte sui redditi e il cuneo fiscale in generale sono tasse che distruggono gli incentivi a lavorare degli individui (e, per proprietà transitiva, il lavoro e la crescita). Se con qualche ora di straordinario o di consulenza al sabato posso prendere 100 euro ma lo stato me ne porta via metà, ci penso due volte a rinunciare al mio tempo libero. E tutti stanno peggio: io perchè, senza tasse, avrei volentieri rinunciato al mio tempo libero, e la società perché avrebbe beneficiato del mio lavoro, direttamente o indirettamente. 

In questo senso, l'IMU è meno prioritaria. La nostra proposta di riforma fiscale implica meno tasse per i lavoratori. Certo, ci sono le vecchiette che vivono in un palazzo in centro e non riescono a pagare l'IMU. Ma ci sono anche i giovani neodiplomati che non riescono a metter su famiglia a causa dell'IRPEF. Le situazioni di povertà si affrontano con un welfare serio, equo e efficiente, non con la politica fiscale, o con le promesse di rimborso IMU che finiscono per essere compensate da maggiori tasse di altro tipo. La politica fiscale deve essere congegnata per distorcere il meno possibile gli incentivi di lavoratori ed imprese a produrre. Questo è il modo serio di ragionare se si vuole veramente tornare a crescere. Per tutto il resto, rivolgersi ai soliti demagoghi da quattro soldi.

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Commenti

Ci sono 109 commenti

i) l'IMU sulla prima casa è regressiva, dato che in genere i ricchi stanno in case più belle. Introduce anche distorsioni varie in quanto notoriamente i valori catastali differiscono da quelli di mercato. QUindi favorisce chi sta in una casa accatastata recentemente (ad un valore più simile al prezzo) ai danni di chi sta in una casa vecchia o a valore non aggiornato

ii) l'abolizione dell'IMU favorisce i proprietari di case a danno di chi sta in affitto. In genere stanno in affitto i giovani e/o le persone più mobili - due categorie da aiutare piuttosto che da penalizzare

domanda riguardo al valore catastale: ma non funziona esattamente al contrario? Mi era stato detto che, chi si trova con una casa accatastata recentemente, si trova SFAVORITO in quanto il valore è piú alto rispetto a chi ha una casa accatastata in tempi "remoti".

Se si considera, come probabilmente è finché lo stato centrale si incamera l'80% della raccolta, l'IMU una sorta di imposta patrimoniale sugli immobili, ha senso che siano i proprietari a pagarla, almeno direttamente. Ma se si trasformasse in tassa locale, con specifiche controprestazioni, andrebbe pagata primariamente da chi risiede nella casa (poi, se la casa è sfitta, in ultima istanza dal proprietario).

Entrambi i punti di Giovanni Federico mi sembrano poco convincenti: forse nel primo si voleva qualificare come regressiva l'IMU se fosse esente la prima casa, immaginando appunto che si tratti del cespite di maggior valore; gli altri rilievi non attengono tanto al meccanismo dell'IMU quanto all'imposizione in base al valore catastale in genere (però se pago su un valore aggiornato pago di più, mi pare).

Non comprendo il secondo punto: che danno subirebbe il conduttore dall'abolizione dell'IMU sull'appartamento nel quale egli abita? e sull'appartamento del suo vicino, proprietario?

Non sono un'economista quindi vado su wikipedia/irap = Il suo gettito finanzia il 40% della spesa sanitaria italiana. e' vero? nel caso fosse vero come si appiana quasto 40%?

FARE ha un piano per la riduzione della spesa e l'abbattimento del debito tramite dismissioni patrimoniali. Il 40% si appiana quindi con risparmi sugli altri capitoli di spesa e sugli interessi sul debito.

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La voce di wikipedia andrebbe corretta perche' e' fuorviante. Il bilancio dello stato e' come una vasca da bagno con tanti rubinetti e tanti buchi. E cioe' non e' vero che una specifica tassa (l'irap) finanzi una specifica spesa (sanita) o parte di essa. 

E' vero piuttosto che tagli di tasse vanno finanziati con tagli alla spesa, o con altre tasse. Berlusconi e' stato piuttosto vago nel dire come finanzia l'abolizione dell'IMU. Noi invece abbiamo chiarito che il taglio dell'IRAP corrisponde, grosso modo, ai sussidi alle imprese che vogliamo tagliare. 

Intorno all'edilizia ruota una buona fetta del PIL delle nazioni occidentali: almeno il 10%. Aggiungiamo mobili ed elettrodomestici, e si tratta di produzioni prevalentemente nazionali.

Inoltre abbiamo la fortuna di possedere un paese dalle bellezze paesaggistiche, storiche ed archeologiche uniche, per cui persone benestanti straniere potrebbero stabilirsi da noi, consumando e creando altra ricchezza.

Questo è il motivo per cui l'estorsione perpetrata dal governo Monti sugli immobili sta distruggendo una buona fetta della nostra produzione e provocando danni incalcolabili nel lungo periodo.

Bisogna quindi finirla con il balletto delle tasse sugli immobili: un immobile costa alla collettività prima con le urbanizzazioni (che si pagano), dopo con i servizi comuni di cui usufruisce: strade, illuminazione, fogne, nettezza urbana, parchi e giardini, pubblica sicurezza...

Si faccia il calcolo di queste somme, si rapporti al valore di ciascun immobile e si avrà il giusto onere da corrispondere per i servizi comunali, senza distorsioni che drogano il mercato o lo deprimono.

 E soprattutto dando certezza ai proprietari che non avranno brutte sorprese da chi ormai ha individuato la nuova vena da sfruttare per fare cassa.

 

con i servizi comuni di cui usufruisce: strade, illuminazione, fogne, nettezza urbana, parchi e giardini, pubblica sicurezza...

Si faccia il calcolo di queste somme, si rapporti al valore di ciascun immobile e si avrà il giusto onere da corrispondere per i servizi comunali, senza distorsioni che drogano il mercato o lo deprimono.

 

Non vorrei deprimerti, ma qui nel Regno Unito, l'importo della Council Tax, che ad occhio e croce mi pare paragonabile a quello dell'IMU, copre circa il 20% delle spese dei Council. Questo mi suggerisce che se volessimo coprire il costo di quei servizi soltanto con una tassa comunale sugli immobili, dovremmo probabilmente quintuplicarla (a quel punto ovviamente diminuendo la pressione fiscale su altre poste). Uno dei problemi da porsi è quindi: quale percentuale dei costi dei servizi di cui usufruisce deve ricadere su chi risiede in un immobile? Più o meno del 20%?

 

un immobile costa alla collettività prima con le urbanizzazioni (che si pagano), dopo con i servizi comuni di cui usufruisce: strade, illuminazione, fogne, nettezza urbana, parchi e giardini, pubblica sicurezza...

 

Non è l'immobile a costare: è la persona che usufruisce di quei servizi che costa.

 

Non è che (il proprietario di) un immobile di pregio, che paga più di IMU, goda di servizi di qualità migliore rispetto a un immobile sul quale l'IMU è minore.

 

E infine, Andrea Moro ha l'onestà di scrivere:

 

 

ci sono le vecchiette che vivono in un palazzo in centro e non riescono a pagare l'IMU

 

Vorrei sapere qual è la risposta a quella considerazione, specie alla luce del principio costituzionale della capacità contributiva.

Francamente, tra tutte le tasse (piu' o meno occulte) che paghiamo, l'IMU (e, prima di questa, l'ICI) mi pare una di quelle che funzona meglio, perche':

1) le detrazioni  (prima casa, figli a carico, etc.) sono sostanziose;

2) non e' facile occultare le proprieta' immobiliari (in un paese dove tutti sono furbi, questo e' un vantaggio non trascurabile);

3) e' (in una certa misura) federalista: un comune negligente, che chiude gli occhi sugli abusi, sara' penalizzato da un minor gettito.

 

Negli anni scorsi l'ICI e' stata abolita ma, nel complesso, non mi sembra  di aver pagato meno imposte. Anche perche' basta un lieve rialzo del prezzo della benzina (o dell' IVA), e quel che hai risparmiato in ICI/IMU se ne va in fumo, con gli interessi.

Una cosa che si dovrebbe fare, sarebbe quella di trasformare l'IMU da imposta a tassa, ed accorpare in essa tutte le altre tassazioni locali (i.e. la Tares), farla raccogliere interamente ai Comuni, ed imporre ai Comuni di pubblicare annualmente, e spedire ai contribuenti, un rendiconto, come fanno qua nel Regno Unito con la Council Tax (e come mi risulta facciano anche negli USA, almeno in alcune contee di alcuni stati, se non ricordo male ho visto i report di una contea del Texas e di una dell'Arizona).

creando cosi un "federalismo" (passatemi il termine) facilmente:gestibile a livello comunale ,verificabile da parte dell'organo superiore che puo essere la regione e quindi da la possibilita' ad intervenire nei casi in cui risultino anomalie...vedendo ,alla fine, quale comune lavora bene e quale male.

Mi sembra una proposta di buon senso.

E mi pare un provvedimento concreto che va nella direzione giusta, visto che stimola una maggiore responsabilizzazione degli enti locali.

 

Probabilmente c'e' molto piu' federalismo in questa proposta minimale che nelle promesse di grandi riforme (che poi  son sempre tutta fuffa).

Un'imposta dall'aliquota bassa che grava su tutto il patrimonio immobiliare.

Un'ICI corretta con la tassazione delle aree fabbricaTE e l'eliminazione degli immobili in dichiarazione riporterebbe in equilibrio i bilanci comunali senza drammi.

Per quanto riguarda l'IRAP si potrebbe pensare ad un'alternatività (in base al massimo) con le imposte sul reddito.

che si possano considerare "stipendi pubblici medio-bassi" quelli "sotto all'incirca i 2500 euro netti mensili" mi pare un po' forte.

si tratta di oltre 60.000 Euro lordi l'anno, cui poi con il noto meccanismo si aggiungono indennità varie. non mi pare uno stipendio medio basso, per l'Italia di oggi.

specie considerato il lavoro mediamente svolto...

avevo questo dubbio. In Italia sono meno di 2 milioni su 41 totali le persone fisiche che guadagnano più di 50.000€

@Pigi: se continuiamo a costruire capannoni e palazzine orride ovunque, li vedremo poi i turisti che vorranno venire.

 

In Francia c'e' la Taxe d'habitation, salata, la paga l'occupante del locale ed e' destinata ai servizi locali. Anche se adesso vorrebbero renderla piu' progressiva. Non ho tempo di capire in che quota copra le spese dei comuni.

 

Dovremmo avere il senso della nostra impronta ecologica e un po' piu' di rispetto per la collettivita'. E' vero che a Philadelphia se uno installa dei sistemi di raccolta delle acque piovane paga meno tasse? Che ne pensate?

 

Una chiosa maliziosa: se smetteste di sputare sull'Universita' e a fare calcoli sballati come quello sulle pubblicazioni/PIL,  vi voterei pure. Ma io sto bene qui a mangiare crauti.

Scusate volevo sapere se nel programma di Fermare il declino era prevista una riduzione dell' IRES, che è un'altra tassa che ci colloca sopra la media dei paesi europei.

Per quanto riguarda la pressione fiscale volevo sapere se verranno ridotte il numero di aliquote IRPEF e per quali fasce di reddito verranno ridotte le tasse.

Grazie

Situazione Cina 15 / 20 anni fa:

- l'Italietta aveva un fatturato industriale maggiore;

- non esisteva il "made in China". A parte le ottime biciclette, nere coi freni a stecca. (in Cina nessuno aveva l'automobile).

- Diritti umani: nessuno. Non esistevano.

Ma se ce l'hanno fatta loro, perché noi no? E come hanno fatto?

E'semplice: tutto è cambiato con l'annessione di Hong Kong e Singapore.

In cambio di cosa? Semplice: del diritto alla proprietà privata.

Si chiama "il metodo del vaccino".

Un sistema (Italia) ha una malattia incurabile: le proprie istituzioni.

Un pezzettino (l'isola d'Elba? La provincia di Caltanissetta? Che ne so . . . ) viene iniettato col vaccino: una costituzione perfetta. Oppure, almeno una che funzioni. Quella Svizzera, ad esempio. O, se vogliamo utilizzare l'esempio delle ex. tigri asiatiche: quella Inglese.

Ovviamente, ciò presuppone anche una sovranità monetaria. Perché, se siete liberali, saprete che "money matters". Se non lo siete, corrispondere per "post" è semplicemente inutile.

In ogni caso, la terapia è così: il "pezzettino" arricchisce, ovvero crea anticorpi, si annette un altro pezzettino, lo guarisce, ecc. ecc.

Si può infatti fare meglio della Cina (che difatto ha comportato la "crisi delle tigri asiatiche"). Anziché essere il mostro ad ingoiare la medicina, è meglio il contrario.

scusa, ma non c'entrano nulla col cambiamento della Cina. Il primo doveva tornare ai cinesi dopo 100 anni attraverso un contratto con gli inglesi, il secondo è uno Stato indipendente e non è soggetto alla Cina.

E' vero: non è importante quali tasse INGIUSTE non pagare.

Una vale l'altra, nel mare della vessazione, e della violazione dei diritti (proprietà privata, libertà di lavorare, produrre etc.)

E se anche il valore di questa vessazione diminuisse un pò, perché sostituita da alta inflazione, sarebbe una vessazione uguale.

 

Ma per la stessa ragione hai torto:  il problema non è il Fisco. Non è l'Economia. Il problema è il Diritto, e l'assenza di Garanzie Istituzionali che avrebbero dovuto difenderlo (Montesquieu).

Perché lil postulato liberale, in economia diventa "un mercato è un sistema giuridico" (Hayek).

Se quest'ultimo non funziona più, l'economia te la scordi.  Distribuisci pure il tuo fisco in modo diverso:  il risultato non cambia.

 

Ad esempio: qualcuno realmente pensa che sia possibile ridurre la spesa pubblica in Italia? O solo di arrestarne la crescita?

E dopo che abbiamo venduto anche la "Madunina", visto che la spesa sarà aumentata ancora, che facciamo? 

 

Ma una soluzione ci sarebbe (nel prossimo post).

  Essendo pienamente d'accordo con la tesi presentata nel Post, credo che vi siano due "aggiustamenti" indispensabili. La revisione dei catasti, come si accenna in alcuni interventi, e levare/alleggerire o rivedere  l'IMU per quei fabbricati che sono strumenti di lavoro.

 

Immaginate due famiglie: i signori Bianchi e i signori Rossi. In entrambe le famiglie marito e moglie lavorano e guadagnano € 1500 netti a testa al mese. I signori Bianchi abitano in casa di proprietà, i signori Rossi abitano in affitto e pagano € 1000 al mese; nessuno ha una seconda casa. Ogni mese i signori Bianchi hanno da spendere € 3000 (€ 1500+1500) i signori Rossi € 2000 (€ 1500 +1500 - 1000). Se accettiamo il principio costituzionale che le tasse si pagano in base alla capacità contributiva è evidente che quella dei signori Bianchi è maggiore di quella dei signori Rossi e per questo i primi devono pagare di più. Questa è la giustificazione di una tassazione sulla prima casa (nessuno ha una seconda casa). Sul come è sul quanto si puó, anzi si deve discutere, ma la storia della sacralità della prima casa è una sciocchezza. Se qualcuno ancora non fosse convinto faccio un altro esempio: tanto i signori Bianchi che i signori Rossi possiedono una casa ma i secondi si trasferiscono per lavoro in un'altra città (succede); affittano la loro casa per € 1000 e con il ricavato pagano l'affitto della casa nella nuova città. Alla fine del mese i signori Bianchi hanno da spendere sempre gli stessi € 3000, ed anche i signori Bianchi (€ 1500+1500+1000-1000): entrambi hanno quindi la stessa capacità contributiva ma i secondi devono pagare imposte salate sull'affitto percepito, i primi no; l'ingustizia è evidente.

 

Invine una considerazione da sceriffo di Nottingham: gli immobili come dice la parola stessa sono inamovibili; i capitali finanziari sono mobilissimi, le imprese piuttosto mobili ed anche i lavoratori, e a maggior ragione quelli qualificati, sono abbastanza mobili. Se proprio bisogna tassare qualcosa, meglio picchiare sugli immobili: capitali, imprese e lavoratori se tartassati scappano; non è un'ipotesi, succede già. 

Perché no? tartassa gli immobili e almeno il loro valore ne risente, soprattutto in recessione. Alla fine gli agenti della riscossione - statali o municipali che siano - raccoglieranno le briciole ...

 

il principio costituzionale che le tasse si pagano in base alla capacità contributiva

 

Anche questa è una sciocchezza, e alla lunga controproducente.

Secondo me lasciare o togliere l'IMU non fa una grande differenza, anche se secondo me qualche problema questa imposta ce l'ha... non capisco come tra due appartamenti sui 100mq in due piccoli comuni lombardi ci sia una netta differenza...

 

Quello che però volevo sottolineare è che comprare una casa o stare in affitto è comunque una scelta, anche se in qualche caso obbligata. Se si detrae il costo dell'affitto dal "potere d'acquisto" allora bisogna detrarre anche la rata del mutuo.

 

A me pare che l'IMU, al netto delle detrazioni, finisca per essere svariati ordini di grandezza inferiore rispetto a tante altre imposte (o inculate) che ci siam beccati.

 

Pensate solo a quanto  e' costato l'aumento dell'IVA per un lavoratore autonomo, o il blocco degli stipendi ad un dipendente pubblico ... L'esperienza insegna che quello che SB da' con una mano, se lo riprende poi con gli interessi.

 

Del resto la pressione fiscale e' aumentata ben prima di Monti; e se SB non e' riuscito a fare una beneamata minchia con la maggioranza piu' forte della storia repubblicana, figuriamoci che disastri ci combina, ora che e' un'anatra zoppa.  

- L'IMU non è una tassa. E' un'imposta. E' diverso.

 

- L'IMU è incostituzionale.  l'art. 42 recita: "La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati."

Stando così le cose, lo Stato non ha alcun diritto di imporvi sopra balzelli. Così come non avrebbe alcun diritto di applicarvi imposte (di registro, ipotecarie e catastali)  del 10% all'atto di acquisto.

 

Infatti, prima del 1992 in Italia non esisteva alcuna imposta sulla casa. E' stato il famigerato governo Amato  ("tecnico") che intorodusse l'ISI, (poi diventata ICI e poi IMU).  L'incostituzionalità è palese, e se mi si citano le sentenze della Corte Costituzionale, rispondo che quest'ultima ha già perso da tempo qualunque credibilità.

 

- Altri rispondono:  "ma negli altri paesi ce l'hanno". A parte che non TUTTI ce l'hanno (il più vicino a non averla è il  Canton Ticino), è bene che io freni la lingua ed ometta la ovvia controdeduzione.

 

- Infine: "bisogna discutere quale può essere il limite di tale imposta". Il limite non esiste. Dopo averti chiesto il 10% di quello che hai pagato per una casa, solo per "aver osato dire che è tua", lo Stato ti chiede un affitto annuale. Quanto? Non c'è limite. La Costituzione non prevedeva che lo Stato potesse  appropriarsi dei beni privati, per cui non ha fissato limiti.

 

Premettendo che io non posseggo nulla e vivo in affitto, chiudo con un paio di note sull citato concetto di progressività dell'imposizione fiscale.

 

- E' un concetto che non è un concetto, in quanto "progressività" può essere qualunque valore, quindi non si può dire che sia "giusto" o sbagliato" in assoluto.

 

- Contraddice il principio di isonomia della legge.

 

- Il massimo teorico del liberalismo, colui che ne ha riassunto la storia e redatta un splendida sintesi è, a mio avviso, F. Hayek.  Consiglio  la lettura del suo brillante saggio contro il concetto di progressività dell'imposizione fiscale.

la deduzione che l'IMU è incostituzionale, a partire dall'art. 42 Cost., non funziona. Questo parla di appartenenza, non di imposizione.

Devo dire che questa passione per l'IMU un po' mi lascia perplesso.

 

Capisco i vantaggi di una tassazione patrimoniale, in particolare sugli immobili, e la priorità di abbattere l'imposizione che frena la crescita delle imprese... ci sta tutto, però mi sembra si siano fatte considerazioni un po' superficiali, o se volete parziali.

 

1. Sta bene che nei Paesi occidentali è molto diffusa la tassazione anche sulla prima casa, ma è necessario lanciarsi su livelli così alti? Ci siamo piazzati molto alti in classifica, da oggi a domani.

 

2. Il primo problema è proprio il timing: per decenni si è spinto e incentivato il possesso della prima casa, con beneficio dell'intero comparto edile, al punto che l'80% ora è in tali condizioni: è corretto da oggi a domani una tale inversione di tendenza? Chi dovesse trovarsi in difficoltà tra rata che si rialza e IMU che picchia cosa dovrebbe fare, vendere rimettendoci un dieci percento sull'unghia per saldare le improvvise pretese dello Stato? Suona tanto come esproprio. A me sembrava che la linea di NfA fosse per uno Stato affidabile, con regole chiare a lungo termine così che uno possa programmare le proprie attività e scelte: perché il possesso dell'abitazione dovrebbe fare eccezione?

 

3. Tra post e commenti sembra quasi che i possessori di prima casa siano tutti dei nababbi. Scusate, ma proprio non ci siamo, e per dimostrarlo basta il dato di cui sopra: o i quattro quinti degli italiani sono gioisi benestanti - e dunque la crisi è una bufala - oppure qualcosa non torna. Suggerisco: qualcosa non torna. Sono milioni le famiglie che per avere una casa propria si sono indebitate facendo calcoli puntuali su quanto potevano permettersi: è su questi che si va a parare, sono questi che vengono - passatemi l'iperbole - taglieggiati con la certezza che anche avendo redditi bassi venderanno le scarpe per non perdere ciò che hanno ottenuto con tanti sacrifici. A me il messaggio che arriva dallo Stato con questa mazzata IMU è "va bene, non posso alzarti ancora l'IRPEF altrimenti è la volta che te ne vai davvero... però la tua casa è qui e so che privartene ti costerebbe molto sia economicamente che sentimentalmente: bene, ho trovato il tuo punto debole, paga perché è in mio ostaggio". Dei commentatori qui amano l'IMU proprio per questo: bersaglio facile, senza rischio di fughe. Bello come principio: a importare è solo il massimo gettito - che sia finito nel forum di SEL? il prossimo passo quale sarà, bloccare le frontiere come in Argentina? Da Stato ladro a Stato sequestratore? Bella escalation, complimenti.

 

4. I paragoni sul reddito disponibile tra affitto e proprietà non si possono fare spannometricamente: sono calcoli molto complessi e dipendenti da mille fattori, e a seconda del momento e luogo può essere economicamente più conveniente stare in affitto piuttosto che acquistare. Tra questi fattori bisogna ovviamente anche mettere in conto il rischio collegato al possesso, sia in termini di perdita di liquidità in caso di necessità, sia per gli eventi del destino - le assicurazioni *non* coprono tutto e comunque mai rimborsano in toto.

 

5. Corollario del punto precedente: la scelta tra affitto e proprietà è sempre una scelta soggettiva dettata da gusti e propensioni individuali, in cui le valutazioni economiche sono in secondo piano, e non solo perché spesso imponderabili. C'è chi vive meglio non avendo vincoli forti a restare in un luogo e chi invece si sente a suo agio solo sapendo che c'è sempre un posto proprio in cui tornare, da cui nessuno lo potrà cacciare e in cui sarà sovrano. Chi fa passare le due soluzioni come indifferenti non sa di cosa parla: dovrebbe poter restare libera scelta di programmazione individuale e familiare, compatibilmente con le possibilità economiche, senza che lo Stato entri in gamba tesa a gioco fermo.

 

6. Torno sulla questione del timing: se è vero che per anni, seguendo una nostra tendenza culturale, la prima casa è stata forse anche troppo incentivata (a partire dall'IVA al 4% e IPT al 3%, effettivamente molto basse) considerati alcuni effetti collaterali negativi dell'immobilizzazione, resta che un conto è rimodulare gli incentivi e un altro retroattivamente andare a battere cassa - perché è questo che fa, l'IMU.

 

7. I servizi comunali si usufruiscono in quanto residenti, a prescindere dal che si sia in affitto o proprietari. A dirla tutta, questi ultimi costruendo non solo versano al Comune tutti gli oneri diretti (U1) e anche indiretti (U2), ma anche un cospicuo balzello extra detto "costo di costruzione" che non è sotteso a coprire alcun servizio prestato dal Comune; e si parla di diverse migliaia di euro. Ergo: il proprietario nell'atto di costruire non solo copre tutte le spese dirette e indirette (e spesso solo presunte) della località, ma anche lascia in cassa una cifra una tantum che l'amministrazione spende per servizi di tutti. Ergo: il proprietario inizia versando una cifra maggiore rispetto a ciò che gli viene dato o che costa, dopodiché fruendo degli stessi servizi del non proprietario si trova a pagare un ulteriore generoso balzello annuale: sarà anche pratico per l'economia, ma dire che il sistema è squilibrato in favore dei proprietari è non sapere di ciò di cui si parla.

 

Va beh, mi fermo che credo il quadro sia chiaro: capisco l'opportunità di una patrimoniale sulla prima casa e ne accetto il carico, ma non mi avete per nulla convinto che sia equa nella entità odierna, e soprattutto che abbia un barlume di correttezza questo balletto a seconda delle necessità di cassa su un bene che si programma a lunghissimo termine.

 

 

Chiudo con due note...

 

I. Vero che l'IRAP è una barbarie, sia perché batte anche sulle annate storte forzando al passivo, sia perché disincentiva proprio le aziende che danno più lavoro causa il perverso meccanismo del lordo sul costo degli stipendi (inciso: sospetto che sia una concausa per lo stato pietoso dell'informatica in Italia, dal momento che in questo settore i costi sono tutti sul personale e soprattutto è normale i primi anni partire in perdita mentre si fa sviluppo), però diciamolo: è stata fatta così per produrre un introito stabile e soprattutto difficilmente *eludibile*, attività in cui le nostre piccole aziende sono spesso maestre. Resto favorevole all'abolizione, ma andava detto.

 

II. Già detto da altri, ma devo ribadirlo: 2500€/mese netti uno stipendio medio/basso? Ma quali sono i vostri riferimenti? Lavoro da anni in settori ad alta tecnologia (informatica, automazione...) e devo dire di non aver ancora conosciuto nessun tecnico per quanto specializzato che si avvicini a quella cifra. Non è che frequentate troppo quadri e dirigenti, la cui forchetta di reddito rispetto a chi "fa il lavoro" è da noi astronomica rispetto agli altri paesi industrializzati?

 

Va beh, mi fermo che credo il quadro sia chiaro: .....

 

 

è chiaro che hai fatto come tanti un quadro con un tuo disegno dentro, non una fotografia, quindi, se ci disegni quello che pensi e non quello che è evidente aumenti le probabilità di sbagliare  le conclusioni 

 

 

capisco l'opportunità di una patrimoniale sulla prima casa e ne accetto il carico,

 

l'opportunità è stata quella di non pagare o pagare cifre irrisorie per la proprietà da decenni, abbiamo la percentuale più alta di proprietari di casa per abitazione, vanno quindi alle riunioni di condominio E ANCORA NON HANNO CAPITO UNA BEATA MAZZA DELLA DIFFERENZA TRA I COSTI DI UN PROPRIETARIO E DI UN INQUILINO, e non riescono a capire ed applicarla al di fuori del perimetro di proprietà o del palazzo e capire perchè l'IMU deve essere pagata e a chi

 

 

 

ma non mi avete per nulla convinto che sia equa nella entità odierna, e soprattutto che abbia un barlume di correttezza questo balletto a seconda delle necessità di cassa su un bene che si programma a lunghissimo termine.

 

prova a fare un bel pò di debiti, ne riparliamo quando scade la rata e la banca ti chiama.

La cosa che bisogna capire  è che l'abitudine di mangiare non passa, lo stato attuale è che stanno scadendo  in questi due anni i debiti fatti da Amato e Ciampi 20 anni fa, peccato che i soldi degli interessi da pagare se li è mangiati di recente  una banca a cui bisognava prestarglieli (solo perchè il tentativo di regalarli è fallito grazie alle regole comunitarie). 

Caro mio, se non risolvi i problemi di cassa non arriverai mai a vedere i programmi di lunga scadenza, caso mai esistessero.

Ho terminato il mio precedente post sull’IMU [1] con queste parole: La storia ora si ripete con l’IMU, alimentata colpevolmente dai media, che arrivano a considerare insostenibile un gravame di poche centinaia di € all’anno (va molto, molto peggio ai non proprietari che devono pagare l’affitto, ma nessuno ne parla) e addirittura a definire difficilissimo (sic) il calcolo dell’imposta (qui un sito che lo fa gratuitamente [5]). Che Paese, è l’Italia”.

 

Nel post, ho anche allegato i dati previsionali del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), che calcolava che “In media, il prelievo IMU sull’abitazione principale sarà pari a 235 euro”.

 

L’altro ieri, sono usciti sul sito del MEF [2] i dati consuntivi, che confermano tali previsioni, poiché il valore medio dell’IMU è stato pari a 225 €. In dettaglio:

 

-l’introito complessivo dell’IMU è stato pari a 23.7 mld;

 

- di cui circa 4 mld relativi all’abitazione principale;

 

- l’importo medio sulla prima casa è stato di 225 €;

 

- per la prima casa, l’85% dei contribuenti ha versato fino a 400 €; l’8% circa da 400 a 600 €; e il 6,8% oltre 600 €;

 

- l’IMU sui fabbricati diversi dall’abitazione principale (esclusi i terreni, le aree edificabili ed i fabbricati rurali) è stata pari a 17,9 mld €;

 

- in questo caso, i contribuenti sono stati 16 milioni, di cui 15,3 di persone fisiche, per un importo medio di 736 €, e 700 mila altri, per un importo medio di 9.313 €;

 

- infine, l’IMU sui terreni, sulle aree edificabili e sui fabbricati rurali è stata di 1,7 mld, per un valore medio pari rispettivamente a 209, 680 e 217 €.

 

Vanno sottolineati, inoltre, due ulteriori dati:

 

- nel 2011, l’Italia era il paese con la più bassa tassazione della proprietà immobiliare tra i principali paesi OCSE;

 

- lo scostamento tra rendite e valori di mercato, pari in media a 3,7 volte prima dell’introduzione dell’IMU, si è ridotto, per effetto della rivalutazione del 60% delle rendite catastali, a circa 2,3 volte dopo l’introduzione dell’IMU. […]

 

Ho terminato il mio precedente post sull’IMU [1] con queste parole: La storia ora si ripete con l’IMU, alimentata colpevolmente dai media, che arrivano a considerare insostenibile un gravame di poche centinaia di € all’anno (va molto, molto peggio ai non proprietari che devono pagare l’affitto, ma nessuno ne parla) e addirittura a definire difficilissimo (sic) il calcolo dell’imposta (qui un sito che lo fa gratuitamente [5]). Che Paese, è l’Italia”.

Nel post, ho anche allegato i dati previsionali del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), che calcolava che “In media, il prelievo IMU sull’abitazione principale sarà pari a 235 euro”.

L’altro ieri, sono usciti sul sito del MEF [2] i dati consuntivi, che confermano tali previsioni, poiché il valore medio dell’IMU è stato pari a 225 €. In dettaglio:

-l’introito complessivo dell’IMU è stato pari a 23.7 mld;

- di cui circa 4 mld relativi all’abitazione principale;

- l’importo medio sulla prima casa è stato di 225 €;

- per la prima casa, l’85% dei contribuenti ha versato fino a 400 €; l’8% circa da 400 a 600 €; e il 6,8% oltre 600 €;

- l’IMU sui fabbricati diversi dall’abitazione principale (esclusi i terreni, le aree edificabili ed i fabbricati rurali) è stata pari a 17,9 mld €;

- in questo caso, i contribuenti sono stati 16 milioni, di cui 15,3 di persone fisiche, per un importo medio di 736 €, e 700 mila altri, per un importo medio di 9.313 €;

- infine, l’IMU sui terreni, sulle aree edificabili e sui fabbricati rurali è stata di 1,7 mld, per un valore medio pari rispettivamente a 209, 680 e 217 €.

Vanno sottolineati, inoltre, due ulteriori dati:

- nel 2011, l’Italia era il paese con la più bassa tassazione della proprietà immobiliare tra i principali paesi OCSE;

- lo scostamento tra rendite e valori di mercato, pari in media a 3,7 volte prima dell’introduzione dell’IMU, si è ridotto, per effetto della rivalutazione del 60% delle rendite catastali, a circa 2,3 volte dopo l’introduzione dell’IMU. […]

<a href="vincesko.ilcannocchiale.it/post/2772245.html"> I dati consuntivi del MEF confermano il piagnisteo per l’IMU</a>   

Comincio con una lieve critica alla forma del commento qui sopra: fare taglia-e-incolla da un articolo pubblicato altrove e' indice di sciatteria. Specialmente se poi incolli due volte (all'una di notte sarebbe meglio starsene sotto le coperte a dormire ;)

I dati che riporti son comunque interessanti, e confermano che in fin dei conti l'incidenza dell'IMU- prima-casa sulla tassazione complessiva (diretta ed indiretta) e' del tutto irrisoria. L'effetto della restituzione IMU puo' essere facilmente annullato rimodulando leggermente le aliquote di altre imposte (come abbiam gia' sperimentato con l'abolizione dell'ICI).

Pero' siamo in una situazione in cui la coperta e' gia' molto tirata, e se ci sono spazi di manovra per ridurre la pressione fiscale bisognerebbe cominciare a ridurre la tassazione sul lavoro.

Purtroppo, dal punto di vista elettoral-mediatico, e' molto piu' efficace la sparata "restituiremo l'IMU" piuttosto che "taglieremo il cuneo fiscale". That's all Folks!

I dati sul prelievo sulla prima casa ritengo andrebbero corretti ed aumentati per tener conto di una serie di taglieggiamenti che il legislatore italiano ha imposto ai contribuenti sudditi. Per esempio, l'IMU impone aliquote da seconda casa sulle parti di proprieta' di un immobile dove abitano familiari. Se, per effetto di successione ereditaria i figli ereditano meta' della casa dei genitori, dove continua a vivere il coniuge superstite, solo sulla meta' posseduta dalla madre si paga l'IMU per la prima casa con aliquota ridotta.  Sull'altra meta' il legislatore italiano ladro prevede che si paghi l'aliquota doppia della seconda casa. I comuni possono dare delle facilitazioni, ma lo Stato centrale esige questa gabella senza sconti. Il prelievo complessivo sulla prima casa per l'IMU sara' quindi superiore a quello dell'ICI e superiore, presumo, a quanto riportato con disaggregazione superficiale del gettito.