Letture per il fine settimana 14-11-2015

/ Articolo / Letture per il fine settimana 14-11-2015
  • Condividi

Questa settimana: cos'e' la moneta, storia d'italia, Anna Frank aveva un coautore?

Cogliamo l'occasione per rivolgere dalla redazione un caro pensiero ai lettori che si trovano a Parigi. 

  • L'amico Fabio Scacciavillani ha fatto ricircolare un breve articolo di qualche tempo fa sul Fatto Quotidiano nel quale spiega, in parole molto semplici, come gli economisti pensano alla moneta e ai suoi usi. 
  • Lo storico economico Emanuele Felice viene intervistato da quattrocento.com sul suo recente libro "Ascesa e declino: storia economica d'Italia". Nell'intervista Emanuele si sofferma molto su un tema gia' affrontato su questo sito: il ruolo delle classi dirigenti
  • I danni del copyright: i diritti sulla pubblicazione del diario di Anna Frank stanno per scadere, e la fondazione che li possiede annuncia di voler aggiungere il padre Otto Frank (dall'Avvenire, questo dal New York Times), fra i coautori, il che prolungherebbe la scadenza fino al 2050. Un bel modo per onorarne la memoria e la diffusione delle idee. 

Buona lettura e buon fine settimana

Indietro

Commenti

Ci sono 20 commenti

Il primo e il secondo link son uguali e puntano alla intervista di Emanuele Felice.

Il link corretto dovrebbe essere questo:
www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/29/cos%E2%80%99e-moneta/212454/ 

Aggiustato. Okkio che anche il tuo link porta ad una pagina che non esiste :)

Ma non era Narayana Kocherlakota che aveva tirato fuori quest'idea che Money is Memory ? (pdf)

Ricordo di aver letto questo divertente pezzo a suo tempo, visto che viene richiamato qui, e che l'argomento mi è interessante, coglierei l'occasione per porre due o tre piccole domande in merito, se qualcuno ha voglia di rispondere.

Una domanda è questa. La descrizione della moneta come informazione è interessante, non so se sia di Scacciavillani o ci sia una letteratura. Ma non mi convince fino in fondo, perché l'informazione non si somma al suo oggetto, e in assenza di esso scompare.
Nel Nirvana del suo esempio l'acquisto della automobile in concessionaria viene fatto in cambio di altra merce, il cui effettivo possesso è noto grazie all'informazione; non in cambio dell'informazione.
La moneta invece è qualcosa che vive di vita propria: testimonia null'altro che il suo possesso da parte del portatore, ed al contrario dell'informazione può essere utilizzata una volta soltanto: è un oggetto di possesso non condivisibile.
Finché fu moneta d'oro, ciò era ovvio, finché fu convertibile in oro, fu ancora abbastanza chiaro, ma successivamente il 1971 rimane un poco più dubbio.
La moneta è una non-merce che fa da unità di misura per le merci, ma si colloca nello stesso insieme delle merci che misura. Ha tutte le caratteristiche di una merce, infatti: è sommabile, è cumulabile, è tesaurizzabile, è oggetto di proprietà e non è condivisibile.

La seconda domanda è questa. "Lo stato gode di un privilegio rispetto ai privati. Stampa biglietti colorati.. la differenza di valore è il signoraggio dei nostri giorni".
Ma non è lo Stato che stampa biglietti colorati, è la Banca Centrale. Dicono che i proventi da signoraggio della Banca Centrale siano poi retrocessi agli Stati, ma non ho capito in che misura, per che modo, e sotto il controllo di chi. E come sono ripartiti tra gli stati, in una unità monetaria.

L'ultimo dubbio riguarda l'altra parte del signoraggio, quello delle banche commerciali, che in un sistema a riserva frazionaria aumentano l'offerta di moneta di un fattore 100 rispetto alla base monetaria.
Pure questo signoraggio viene retrocesso agli stati?

 

Provo a rispondere anche se non sono sicurissimo: il concessionario vuole semplicemente scambiare il proprio lavoro con qualcosa che non possiede, non sa o non ha voglia di produrre, esattamente quello che cerca di fare lei che va dal concessionario, in realtà non è per avere il pezzo di carta, ma è per ottenere un bene che entrambe le parti ritengono di pari valore, semplificando una volta che io e lei ci accordiamo e diciamo che il mio litro di latte è uguale alle sue 6 uova non abbiamo più bisogno d' altro, ma se un giorno io vengo da lei e le consegno un biglietto di carta con scritto 1 litro di latte, significa che da qualche parte nella mia fattoria c'è un litro di latte che lei puo' richiedere all'occorrenza, il biglietto è un informazione, il litro di latte lei non lo vede, le dico io che c'è attraverso il biglietto, il resto è tutta una questione di fiducia. Oggi sostanzialmente è uguale, invece dell'informazione di una certa quantità d' oro dietro al biglietto c'è l' informazione di una certa quantità di lavoro: è una promessa sta a noi fidarci o meno.

Tutto ovviamente è una mia opinione...

da me consultato, ha così risposto:

miiii!

allora faccio io:

1) non ho capito

2) i proventi sono retrocessi alle banche nazionali proquota e da queste ai governi. ah! sono poi proventi tutto sommato modesti.

3) se la banca crea col credito base monetaria, questa poi si riduce quando il credito rientra, pari e patta. bello, vero?

Come appassionato di filologia, sotto alcuni aspetti la Fondazione non ha torto marcio. Anna inizio il diario come valvola di sfogo personale, poi decise che lo avrebbre proposto per la pubblicazione [c'era un'annucio del governo olandese in esilio] e dunque inizia a fare una 'versione per la stampa'. Una parte poi è stata persa presupponiamo definitvamente. Suo padre fornisce all'editore [ a cui non fara vedere gli originali] una versione composta da lui stesso privilegiando sempre la 'versione per la stampa' e facendo interventi di 'pulizia morale' pesanti. Se suo padre fosse stato l'editor della casa editrice ora le versioni filologiche lo qualificherebbero come intervento sostanziale, almeno ai livelli dei 'negri' di Dumas se non superiore. Dunque, secondo me, a livello di filologia almeno 'autore secondario' lo è. Ma tuttavia questo è per gli appassionati di storia dell'editoria e delle cultura.

Otto andò in tribunale e vinse cause importanti sull'autenticità dei diari e sul fatto che le pubblicazioni portassero il nome di sua figlia come autrice. I suoi interventi seguono la direzione che la stessa Anna stava dando alla sua 'versione per la stampa'. Otto cerco nella vista successiva di essere 'trasparente' rispetto alla pubblicazione della figlia e si può essere certi che non volesse un simile riconoscimento. Chiedere ora questo cambiamente e non quando gli studi critici sugli originali sono apparsi sa di estrema meschinità legata solo al denaro.