L'Agenda Monti dopo cena

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Complice il Natale, tra una cena e un’altra, isolato, con la famiglia, mi sono letto l’Agenda Monti. Tutta quanta ed in dettaglio. Lettura anche piacevole, scritta in modo scorrevole, senza troppe liste, ne’ dettagli, ne’ numeri. (Certo, per uno come me questo e’ un problema, me ne lamentero’ in seguito; ma dal punto di vista esclusivo della lettura, dopo un buon cappon magro abbondantemente  innaffiato da Sharis Livio Felluga  – che poteva esser peggio ma mi aspettavo meglio – e’ andata bene cosi’.)

L’analisi economica sottostante l’Agenda Monti e’ sostanzialmente condivisibile: la crisi ha richiesto interventi fiscali di emergenza volti a rassicurare investitori e partner politici e commerciali dell’affidabilita’ dell’Italia come debitore, della sua capacita’ di sostenere sacrifici per garantire i debiti; nel medio periodo pero’ il paese deve tornare a crescere e nel contempo ridurre il rapporto debito-pil per evitare ricadute; la crescita richiede liberalizzazioni profonde, in molti settori e mercati, e minore imposizione fiscale su famiglie e imprese; la riduzione del rapporto debito-pil non puo’ quindi ragionevolmente avvenire solo attraverso nuova crescita (perche’  la crescita richiede minore imposizione e quindi maggior debito, coeteris paribus) ma necessita invece di importanti tagli di spesa pubblica. 

L’unico (ma importante) neo dell’analisi e’ la mancanza di riferimento alcuno ai mercati finanziari e soprattutto al settore bancario (tranne un generico “migliorare l’accesso al credito” a p. 8). La sua organizzazione industriale poco competitiva,  la sua inefficiente governance che lo porta a dipendere in modo perverso dal settore pubblico, la sua sottocapitalizzazione e la struttura del suo portafoglio, eccessivamente esposta verso il debito pubblico, dopo la crisi, sono gravi e pericolosi vincoli alla crescita del paese.  L’omissione e’ grave non solo perche’ vizia l’analisi, ma perche’ essendosi Monti da sempre occupato del settore bancario, sia accademicamente che come consulente, essa potrebbe segnalare una sorta di sottomissione ideologica e/o psicologica che avremmo preferito non dover rimarcare.

La filosofia dell’Agenda, stabilita esplicitamente gia’ dalla prima pagina e declinata poi a mezzo di esempi verso la fine, e’ quella della economia sociale di mercato. In buona sostanza, liberismo economico associato ad sistema di welfare e ad un sistema fiscale redistributivo che lo finanzi. Non c’entra molto con l’analisi di cui sopra. E’ una etichetta che Monti vuole sia attaccata a se’ e al suo programma – una garanzia per la Chiesa, i moderati ovunque essi siano, e anche per certa sinistra.

Ma veniamo alle proposte di politica fiscale specifiche piu’ importanti:

  • pareggio di bilancio strutturale dal 2013
  • riduzione del rapporto debito-pil del 5% l’anno a partire dal 2015 fino ad un rapporto stazionario del 60%

A parte questo, il resto e’ nebbia: si parla di dismissioni del patrimonio pubblico senza dettagli riguardo a come (alla Cassa Depositi e Prestiti?) /cosa/quanto/quando? e soprattutto solo all’interno dell’espressione “valorizzazione/ dismissione del patrimonio pubblico” (p. 4); si parla di spending review con cambiamenti strutturali della spesa ma senza dettagli, sostituiti da espressioni come <<non […] solo “meno spesa”, ma “migliore spesa”>>  (p. 5; lo dicevo che mi sarei lamentato della mancanza di dettagli e dati); si parla di ridurre le tasse ma sempre associando l’espressione a qualificativi del tipo “se si tiene la rotta”, “non appena le condizioni generali lo consentiranno” (p. 5); si parla anche di “trasferimento [del carico fiscale] sui grandi patrimoni” (p. 5), che puzza di patrimoniale, ma non la solita vecchia buona patrimoniale, roba nuova avanzata, associata a “meccanismi di misurazione della ricchezza oggettivi e tali da non causare fughe di capitale”; non si parla di federalismo fiscale, e si accenna genericamente ad un “federalismo responsabile e solidale”  e soprattutto “che non scada nel particolarismo e nel folclore” (p. 21).

Il “folclore” si’ quello ci terrorizza. La strategia, espressa dal governo Monti (Vittorio Grilli in particolare), di far transitare qualunque pezzo del paese in dismissione da una Cassa Depositi e Prestiti (CDP) legata a filo doppio a politica e Fondazioni bancarie, quella non ci fa paura. No. Nemmeno una spending review che cerca cerca e trova bruscolini ci fa paura. Ma il folclore… non ci dormiamo la notte.

Tra gli altri interventi di politica economica si parla di

  • liberalizzazioni nei settori delle industrie a rete, servizi pubblici locali, lavoratori autonomi e professioni, energia
  • decentramento della contrattazione salariale
  • riforma della giustizia
  • riforma della scuola
  • vari interventi di semplificazione burocratica

Sempre pochi dettagli. Alcune parole quasi rivoluzionarie sulla scuola: “autonomia e responsabilita’ come principi fondanti”, “meccanismi di incentivazione dei dirigenti scolastici […] e degli insegnanti” (p. 10; anche se poi per questi ultimi si prevede solo carota senza bastone). E poco altro: sulla giustizia, la riforma va “continuata”;  mentre sull’universita’ si fa riferimento ad un fantomatico “piano di investimenti in capitale umano” (p. 10).

Pur senza mai riferire alla politica industriale, che Monti lo sa che non si fa, si  prospettano vari interventi che si potrebbero qualificare come tali: la creazione di un “Fondo per le ristrutturazioni industriali” (p. 8), l’attuazione della ”Agenda digitale” (p.11), vari interventi nella “economia verde” (p. 11-12), una nuova “strategia energetica nazionale”, protezioni alla economia agricola (p. 13), strategie di intervento nel turismo in “partnership pubblico-privato” e “intese” con “le fondazioni di origine non bancaria” (p. 13; perche’ solo quelle di origine non bancaria?), investimenti in ricerca. 

Un capitolo a parte e’ quello sul welfare, quello in cui si declina, come dicevo, in che cosa consista il “sociale” in “economia sociale di mercato”. Il tutto e’ motivato da concetti alti: merito, responsabilita’, trasparenza. Alcuni obiettivi sono mirati e precisi: i giovani, le donne… ma un “Piano Occupazione giovanile (p.16)? Quote rosa (p. 17)? Si propone anche la “detassazione selettiva dei redditi da lavoro femminile” (p. 17). Non cosa pensare di questo. Si esprime la determinazione a spostare la protezione dell’occupazione dall’impresa  al lavoratore, cosa buona e giusta – fondamentale direi in Italia, oggi. Altri obiettivi sono invece un po’ ridicolmente velleitari: “ridurre a un anno il tempo medio del passaggio da una occupazione all’altra”. E poi c’e’ una lista di provvedimenti relativamente minori e inorganici; ma  tutto ok, direi, a prima vista. 

Per il resto l’Agenda naturalmente sottolinea i successi del passato governo, da quelli veri come la ristabilizzazione di una certa credibilità dell’Italia in Europa, a quelli veri con qualche ombra come la riforma delle pensioni, a quelli sostanzialmente inesistenti come le liberalizzazioni.

Insomma, luci e ombre. Poche luci. Tra le frasi piu’ belle c’e’ senza dubbio “aperti ma non disarmati sui mercati globali” (p. 9).

 

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Commenti

Ci sono 33 commenti

pari e patta con le esternazioni di Fermare il Declino

grazie  Bisin

trovo questo post illuminante perche' sottolinea tutto  cio' che va bene e non va bene di entrambi i "papabili" nella piazza .

Se così fosse, dovrebbero cadere le resistenze che molti aderenti da FiD manifestano ad intese con Monti. Ma credo che non avverrà.

Concordo. Ma vorrei andare oltre. Se esaminiamo l'agenda populista di SB e quella di Fassina (che fa da collante tra Bersani e Vendola un po' come Voltremont faceva da collante tra Berlusconi e Bossi) non credo che si possa dire altrettanto (luci e ombre, quasi pari fossero). Le ombre sono nette e non fanno dormire la notte chiunque sia impegnato nel "fermare il declino".

E visto che alla fine si vota con il porcellum e quindi  i premi alla camera ed al senato vanno alla coalizione (su base nazionale o regionale), necessiariamente bisognerà far parte di una coalizione, senza tanto guardare ai compagni di viaggio e cercando di premere perché siano i migliori possibili. Uno l' abbiamo già (ri)trovato e sospetto che fosse l'intestatario (anche se non unico) di un certo appello fatto qui a suo tempo. Se ce ne fossero altri aumenterebbe la qualità dell'aria e potremmo considerare di essere anche noi della partita?

Non si puo' leggere Monti senza dire che Berlusconi e' peggio? O senza azzannarsi su alleanza/non alleanza? Been there, done that (entrambe le cose). Pero' nel bene o nel male, l'Agenda Monti sara' con altissima probabilita' il programma politico del prossimo governo, anche non fosse Monti a guidarlo (ma lo sara', secondo me).

 

Leggerla senza continui retropensieri dovrebbe essere possibile ed utile. Io ci ho provato.

Solo a me sembra che con Monti sia finalmente arrivato, se non il "leader", il catalizzatore capace di ricreare attorno a se una Democrazia Cristiana 2.0 che gli italiani ( una parte almeno) aspettavano orfani da tangentopoli?

Economia sociale di mercato, riforme liberiste ma con juicio ecc ecc pure qualche battutina stile Andreotti. ..

mi rispondo da solo, non sembra solo a me, anche a Roma lo hanno notato

www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html

Io dopo cena, fra digestione (complessa) dell'astice, roccocò e limoncello ho dato un'occhiata sia all'Agenda Monti che al Diario Monti,ed ho scoperto,con terrore, che il Diario era diverso dall'agenda. Mi son detto: troppa falanghina,sarà meglio farmi un bel caffè (rigorosamente Passalacqua, miscela alhambra, gli altri chicchi sono per il resto del mondo, che nulla capisce di caffè), ma a quel punto oltre al diario sono apparsi gli appunti di viaggio, cominciavano dagli amici del giro:
Casini, quello per tutte le stagioni, famoso più per il suocero che per una battaglia sulle liberalizzazioni o la riduzione della spesa pubblica,anzi  ricordo la sua battaglia per l'aumento di stipendio degli statali nel 2005, ma nel frattempo deve aver cambiato cravatta.
Montezemolo, quello che investe soldi nella società NTV che si ritrova ad avere una "autorizzazione" sull'Alta Velocità ,no gara, no contest, solo"autorizzazione", un vero alfiere del libero mercato.

Fini: pagina bianca, ma davvero, si deve essere lavato e stirato nel frattempo, ma è quello che ha detto con orgoglio"La Camera quest'anno risparmia" 4 mln su 1 mld è stato un dettaglio...
Allora preferisco trincare un altro pò di limoncello per farmi scendere un'agenda con tanti buoni propositi, ma con un diario pieno di orrori , e degli appunti di viaggio da cui capisci che la compagnia di giro è sempre quella: poco allegra e molto infida.
Io non so voi, ma pur non avendo mangiato il capitone fritto (che non mi piace, ma ho udito di gente che se lo sognava per tre notti di seguito) tutta stà storia mi è un pò indigesta , e forse è meglio fare un pò di dieta, stare stretti a pranzo, ma non rincorrere gli incubi.
p.s.

Alberto ma dopo cena non c'era il panettone ? che c'entra l'agenda? sei diventato troppo amerikano... 

.. un vecchio proverbio diceva : "Dimmi con chi vai e ti dirò  chi sei", ma in politica deve essere stato cambiato in "Vai con chi ti fa eleggere e fregatene dello specchio".
Buone Feste 

Non dovrei commentare perche' l'agenda non l'ho letta, ma non sono mica d'accordo sul tuo paragrafo di riassunto che la crisi ha richiesto interventi fiscali di emergenza. Se aumentando la pressione fiscale si voleva dimostrare che c'e' ancora un po' da raschiare in fondo al barile allora questo l'ha dimostrato. Ma un creditore si preoccupa se il debitore e' in grado di ripagare nel lungo termine. Insomma, non si puo' separare il breve dal lungo termine. Quello che finora e' stato fatto e' aumentare la fuga di capitali, l'emigrazione, e l'esodo delle aziende. E' la ricetta per la crescita che rassicura investitori e creditori, e questa e' sempre cronicamente posticipata per dare priorita' ad una politica di "emergenza" che invece crea un'emergenza ancora piu' grave a t+1

Ludovicio: vedo solo ora il tuo commento. Non sono d'accordo. Provo a spiegare come la vedo. Quando Monti ha preso in mando il governo la situazione era di emergenza, nel senso che lo spread cresceva, ed era estremamente volatile - cioe' gli investitori erano nervosi e temevano un qualche accadimento a breve, tipo rapida implosione dell'Euro, un cataclisma nel sistema bancario italiano che mettesse in moto un default piu' o meno controllato, roba cosi'. A queste cose si risponde con misure tampone - per definizione rapide - e poi con misure per la crescita. Fare le seconde subito e' tipicamente impossibile. A Monti in realta' e' in parte riuscito con la questione pensioni, che non e' una nuova tassa per campare 6 mesi come il resto delle cose che ha fatto. Non vi e' alcun dubbio che gli investitori temevano e ancora temono il lungo periodo - che li' nulla e' stato fatto e poco sara' fatto a quanto pare dal programma e dalla coalizione che dovra' implementarlo - la pagheremo cara. Ma per il momento questa e' questione che preoccupa ma non genera panico. In questo credo che anche la figura di Monti aiuti: non e' il tipo che fa default cosi' senza parere - Berlusca in questo faceva molta piu'  paura.

 

Insomma, io credo che l'emergenza  sia stata gestita da Monti in modo magistrale. Anche le lacrime e sangue sono un segnale di quello che il paese sopporta...reputation building. Il resto e' stato pessimo. 

Temo molto che la discesa o salita di Monti in politica avvenga con alleanze intorno a Manifesti e Agende che per la loro fumosa vaghezza e per l'assenza di chiari e netti principi guida, potrebbe firmare chiunque. Essendo questo, credo, incontrovertibile, diventa ragionevole attendersi cosa dal "partito Monti" atteso che ne farebbe parte eminente ad esempio Passera? E dico Passera perchè non serve parlare di Cesa o Volontè o altri eminenti statisti, perchè acuendosi la crisi Alitalia, la prima cosa che ha fatto è andato a bussare a Cassa Depositi e Prestiti. Chiaro? Ora il punto relativo a FID non è quello di fare i puri e duri ma di esigere un minimo doi credibilità negli eventuali compagni di strada la cui misura è data dall'adesione ai 10 punti o ad alcuni almeno dei 10 punti. Sappiamo tutti che si tratta del minimo sindacale di quel che serve al paese. Non so se è pretendere troppo o se qualcuno lo trova eccessivo, ma ipotizzare che qualcuno possa costruire qualcosa con UDC, FLI, vecchi arnesi e tutto il sottobosco politico-burocratico-clientelare agganciato a costoro credo sia illusorio: rinuncerebbero al supporto della loro stessa esistenza. E poi, Casini dialetticamente se la cava abituato a galleggiare com'è ma avete mai sentito interventi o letto scritti di suoi parlamentari? Ragazzi non scherziamo per favore. Faremo un buco nell'acqua in queste elezioni? Nn saprei ma non credo che nessuno rimarrebbe meravigliato visto che da maggiorenni e vaccinati sappiamo che è stata avviata un'operazione difficile e complicata avendo pochissimo tempo a disposizione. Se allora lo scopo è avere qualcuno di FID in parlamento è un conto, se l'obiettivo è un tantino più ambizioso, allora il rigore nell'operare diventa per me importante e distintivo rispetto all'offerta politica oggi presente fatta di vaghezza o berlusconate.

... che l'ottica sia rovesciata:

 

Ora il punto relativo a FID non è quello di fare i puri e duri ma di esigere un minimo doi credibilità negli eventuali compagni di strada la cui misura è data dall'adesione ai 10 punti o ad alcuni almeno dei 10 punti.

 

Non sono gli altri che devono aderire a tutti e 10 i nostri punti oppure ad alcuni.
Siamo noi ad essere chiamati a capire se i nostri 10 punti sono (tutti o in parte) compresi in un programma/agenda forzatamente piu' vasto come quello di Monti.  Ed è Monti che si fa garante dei compagni d iviaggio che accetteranno la sua agenda.

In pratica che dobbiamo capire, come una delle domande di logica insiemistica del concorsone, se il nostro insieme è dentro tutto o in parte in quello di Monti, se in caso di insiemi parzialmente concidenti la parte in comune basta a far parte delle stessa carovana oppure no. La logica (personalistica) di guardare ai nomi e cognomi di altri che eventualmente aderiranno (se Molti lo accetterà) mi pare "vecchia politica" ma potrei sbagliarmi.

   Sono attonito dai toni della discussione. L'"Agenda Monti" mi sembra un compitino scritto per  accontentare chiunque, di destra, di sinistra o di centro. Si tratta di buone intenzioni, di auspici sui quali non si può non essere d'accordo. Manca solo - diciamo così - l'indicazione degli strumenti con i quali si vuole cercare di realizzare le intenzioni. Che cosa si vuole fare per la scuola? Che cosa si vuol fare per la Giustizia? Si vuole allargare o stringere il perimetro dello Stato?  Che cosa si intende per "grandi patrimoni"? Forse quelli che si trovano alle Cayman? Mi spiace di addentrarmi nelle intenzioni altrui: ma io penso che il Sig. Monti abbia scritto un documento buono per tutti.   E' la sua  candidatura a Primo Ministro, per svolgere qualsiasi programma ed alleato di chiunque. Penso che siamo all'assurdo: una specie nuova di mercenario, che si candida alla guida del Paese. Poveri noi, visto che riscuote un certo credito. 

tutta qui.

La conclusione è chiara:

 

Even with all its limits, Monti’s agenda is too important to be left in the hands of these Monti supporters, because after Berlusconi’s betrayal, the worst thing for Italians would not be the loss of the agenda Monti but rather another betrayal.

If, once again, a liberal agenda is used as a fig leaf to defend the interests of a favorite few, the damage would be inflicted both on our country’s economy and, worse, on its entire democratic system.

 

tutta qui.

In particolare:

 

Non vede nell’operazione di Monti un’operazione troppo da vecchia Dc?
No. La nuova forza politica avrà un suo forte e chiaro statuto di laicità. Che ovviamente non significa indifferenza ai valori religiosi, né tanto meno ostilità ad essi. E questo si vedrà molto chiaramente fin dai prossimi giorni.

 

Mi sembra piuttosto chiaro che Ichino non abbia voluto rispondere alla domanda quotata. Dò per scontato che quando si parla di "vecchia DC" non si faccia riferimento tanto al legame con il Vaticano della stessa quanto a certe tendenze "cerchiobottistiche" che ne hanno caratterizzato i comportamenti politici. In questo mi viene in mente Casini le cui dichiarazioni politiche possono essere difficilmente confutate ma spesso sono dei gran bei contenitori pieni di "nulla". Per il resto mi riservo di leggere l'agenda Monti (anche io come Bisin me la ero preparata come lettura del dopocena per le feste, ma diversamente da lui ho preferito dedicarmi alla digestione in altro modo) ma se è così generica come sembra, non posso far altro che quotare in pieno quanto detto da Rosario pochi commenti sopra. Tante belle parole buone per tutti e poco altro.... E probabilmente l'ennesimo modo di far passare per indigesta la parola "liberale" in Italia

ma se FiD si allea con Monti & compagnia cantante, sarebbe solo l'inizio della fine di questo movimento.

Bisogna essere obiettivi e sinceri: in questa e molto probabilmente nella prossima legislatura, FiD non ha e non avrà possibilità di successo. Forse a livello locale qualcosa potrebbe emergere, ma niente di scontato.

Come ha scritto qualcuno sopra, se l'obiettivo è entrare in Parlamento è facile: basta allearsi con i più papabili all'elezione.

Se, invece, l'obiettivo è cambiare il Paese: servono tempo e sacrifici, e così FiD nei sondaggi.

 

Ultima cosa a chi scrive che l'Agenda Monti e FiD hanno la quasi totalità degli obiettivi in comune: si rassegni, non ha capito ancora un bel nulla, e questo lo condividono anche altre persone che provengono soprattutto da nFA.

"Agenda, come mutande, è un gerundio che serve a nascondere vergogne."

link:

www.antoniomartino.org/2012/12/agenda-monti.html

NON ho letto l'agenda Monti e, al momento il Suo articolo è la mia unica fonte di informazione.

Credo che manchi quanto meno un poco di schiettezza, non vedo il Presidente Monti chiamare le cose con il proprio nome.

Tagliare la spesa pubblica? Il rapporto Debito/Pil è 130 su 100 (arrotondiamo) e l'obiettivo è abbassarlo? Bene, allora tagliamo la spesa pubblica di 10 per quest'anno e usiamo questi 10 per ripagare il debito. Diciamo che il risparmio sugli interessi venga controbilanciato dalla perdita di produzione indotta sul settore non pubblico e ignoriamo tutti e due. Per come è calcolato il Pil il rapporto Debito/Pil sarà ora 120 su 90, cioè 133% cioè peggio di prima.

 

Quindi il taglio della spesa pubblica non ha come obiettivo la riduzione del rapporto debito/Pil, almeno questo è chiaro. DIciamo che nella situazione attuale il taglio della spesa pubblica diventa una corsa contro il tempo (e il disastro). Ma per fare cosa?

 

Forse bisogna partire dall'ammettere che la spesa pubblica non è altro che redistribuzione del reddito. Allora una possibile strategia, non certo una grande novità, sembra delinearsi. Abbatto la spesa pubblica, impedisco la redistribuzione del reddito e con lo spazio che si apre per abbattimenti di tasse mirati sui settori produttivi favorisco la concentrazione della ricchezza che permette di aumentare gli investimenti, la produttività e la competitività.

 

Bellissimo, anche se niente di nuovo. Ma siamo sicuri che conviene rischiare in un momento in cui la scelta razionale non sembra quella di investire in Italia? E siamo sicuri di vincere la corsa contro il tempo? E perché comunque queste cose non vengono dette chiaramente?

 

Oltre a ammettere che la spesa pubblica è redistribuzione di ricchezza, non si potrebbe anche ammettere che la spesa pubblica è come il colesterolo, c'è quella cattiva e quella buona? Non potrebbe essere che in questo momento sia più saggio non abbassare la spesa pubblica ma usare i tagli alla spesa pubblica cattiva per reinvestire immediatamente in spesa pubblica buona? Buona magari anche solo per il fatto che lascia più soldi in mano a persone che hanno più propensione a spenderli in Italia che a portarli all'estero?

 

Ovviamente non ho ricette o soluzioni, però credo che sarebbe un grandissimo passo in avanti se almeno si cominciasse a chiamare le cose con il loro nome.