Che fine hanno fatto gli squilibri commerciali dell'area euro?

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Uno dei pilastri dell'edificio teorico anti-euro è la tesi secondo cui la moneta unica europea avrebbe causato prima e perpetuato dopo squilibri commerciali (imbalances) tra i paesi dell'area: surplus commerciale per la Germania, corrispondente deficit commerciale per l'Europa mediterranea. La prima, quindi, starebbe risucchiando la ricchezza della seconda solo a causa di una valuta troppo forte per le economie mediterranee. Ebbene questi squilibri sono oggi spariti, in un modo che rivela chiaramente che quel pilastro, come tutte le favole, è fatto di carta pesta.

La figura qui sotto illustra, per gli 8 principali paesi dell'area euro, il saldo delle partite correnti (PC, non esattamente ma all'incirca uguale alla differenza tra esportazioni ed importazioni di beni e servizi; una spiegazione più dettagliata la trovate qua) in miliardi di euro correnti dal primo trimestre del 2000 al secondo trimestre del 2013. Si vede dalla figura che dal 2001 al 2011 l'avanzo aggregato di fondamentalmente due paesi (Germania e Olanda, e in piccola parte la Francia fino al 2004) corrisponde più o meno al disavanzo aggregato di tutti gli altri. Secondo molti questa è una pistola fumante: l'apprezzamento dell'euro dalla sua nascita fino al 2003 avrebbe reso non competitive le economie del sud Europa mentre avrebbe avvantaggiato quelle del nord europa, la Germania in primis, che grazie all'euro sono riuscite ad accumulare sostanziali avanti commerciali esportando al sud beni e capitali.

imbalances

Ma guardate cosa succede a partire all'incirca dalla metà del 2012. Mentre il saldo delle PC della Germania continua a crescere e quello dell'Olanda resta pressoché invariato, il disavanzo di tutti gli altri (eccetto la Francia) si riduce progressivamente, fino a diventare esso stesso un avanzo. Oggi Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia hanno tutti un avanzo, e persino la Grecia ha azzerato il suo disavanzo.

Beh, si dirà, questa è l'ovvia conseguenza delle politiche di austerità adottate in questi paesi: i redditi diminuiscono e quindi la gente domanda meno beni di importazione. Questo è vero, ed è un senso in cui le politiche di austerità hanno funzionato, ma il punto è un altro. Il punto è che la dinamica degli ultimi 4 trimestri dimostra chiaramente (se ce ne fosse stato bisogno) che non c'è relazione di necessità tra gli avanzi commerciali di Olanda e Germania da un lato e il saldo commerciale del sud Europa dall'altro. Olandesi e tedeschi continuano a esportare (il saldo delle PC tedesche è ormai superiore ai livelli pre-crisi) anche se il sud Europa ha smesso di importare.

Forse non era l'euro la causa degli squilibri commerciali europei. Forse non era sulla nostra pelle che i tedeschi prosperavano. Forse, scrollandoci di dosso l'atteggiamento compiacente che molti assumono e che afferma che il nostro destino è nelle mani di qualche oscura cospirazione planetaria anziché nelle nostre, e con un po' di riforme, anche noi ce la possiamo (ancora) fare.

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Commenti

Ci sono 118 commenti

E' possibile avere lo stesso grafico separando il saldo verso i paesi intra-euro e quelli extra-euro?

Ad una analisi superficiale, ma un filino più approfondita, viene fuori che l'unica correlazione negativa con un valore un po' significativo è quella fra Francia e Germania...

E' stranoto che l'euro è equivalente a un cambio sottovalutato per il marco. Quindi scomponendo gli effetti tra avanzi/disavanzi nei confronti dei paesi dell'eurozona versus paesi extra-eurozona, e sottraendo il surplus della Germania verso l'esterno, la storia delle asimmetrie potrebbe essere ancora valida. Anzi, per mera algebra il totale delle partite correnti vs. eurozona dei paesi dell'eurozona dovrebbe essere zero!

Ciò che non si spiegherebbe molto semplicemente piuttosto, semplicemente guardando al totale del surplus commerciale dell'Eurozona, è come mai l'Euro sia così debole sul mercato dei cambi (il contrario di ciò che si è chiesto una volta Francesco Trebbi su Twitter). Ma sappiamo che quello dei cambi è un mercato strano...

Attenzione a non fare autogol e aiutare inconsapevolmente Bagnai...

Si, e' possible ma richiede un po' piu' di lavoro dei 10 minuti necessari a fare questa figura. Mi riprometto di tornare sull'argomento in modo dettagliato.

Quindi Bagnai cosa ha scritto a fare il suo libro?

Questa è cattiva... ;)

A migliorare la sua personalissima bilancia commerciale! :)

Caro Zanella, non riesco a capire come i fatti del 2012-2013 possano cambiare quelli del 2000-2011.  L'avanzo commerciale attuale, che lei stesso imputa all'austerità, non cancella i disavanzi precedenti intra-UE.

Certo, non li cambiano. Piuttosto li illuminano, nel senso detto nel post:

 

non c'è relazione di necessità tra gli avanzi commerciali di Olanda e Germania da un lato e il saldo commerciale del sud Europa dall'altro

 

"E' stranoto che l'euro è equivalente a un cambio sottovalutato per il marco."

Davvero?  
A chi sarebbe "stranoto"? 

La "prova" dove la trovo? 

P.S. "Caro Zanella non riesco a capire ...". Ci e' noto da tempo, figliolo, ci e' noto da tempo. Ma e' rincuorante sapere che te ne sei reso conto anche tu finalmente ... 

www.economist.com/news/europe/21588962-will-european-commission-dare-utter-unmentionable-germans-fawlty-europe

"[S]urplus countries, including Germany, the Netherlands and Austria, enjoy an artificially low exchange rate. Were Germany still using the Deutschmark, its currency would surely appreciate."

Be', Prof. Boldrin, è "stranoto" quantomeno all'Economist.

La buona notizia di quel grafico e' che il saldo Italiano e' tornato positivo negli ultimi trimestri.

Per il resto grande grafico. I saldi commerciali mi hanno sempre affascinato.

Ho l'impressione che questo post sia fallato da un punto di vista logico.

In sostanza considera gli 8 paesi riportati come un sistema chiuso. In realtà è ben possibile che gli avanzi tedeschi siano basati su esportazioni verso gli altri paesi riportati, paesi a cui nulla vieta a loro volta di essere in avanzo "globalmente" pur essendo in disavanzo con la Germania.  
L'affermazione fatta (che potrebbe anche essere vera), non è quindi supportata dai dati riportati

 

 è ben possibile che gli avanzi tedeschi siano basati su esportazioni verso gli altri paesi riportati, paesi a cui nulla vieta a loro volta di essere in avanzo "globalmente" pur essendo in disavanzo con la Germania.

 

Certo, e' ben possibile, ed e' una possibilita non in contraddizione con la proposizione centrale del post (quella messa non a caso in neretto):

 

non c'è relazione di necessità tra gli avanzi commerciali di Olanda e Germania da un lato e il saldo commerciale del sud Europa dall'altro.

 

Se per "l'affermazione fatta" intendi questa mi pare che sia un'implicazione ovvia dei dati.

Questo, invece:

 

In sostanza considera gli 8 paesi riportati come un sistema chiuso. 

 

Il punto del post e' esattamente che gli otto paesi NON sono sistema chiuso, altrimenti, si, la proposizione centrale di cui sopra non varrebbe.

Non vedo fallacia, quindi.

Hai ragione, basta guardare l'andamento delle esportazioni verso paesi UE e verso paesi extra UE dell'italia per rendersi conto che tutto l'impianto logico dell'articolo è completamente e definitivamente sbagliato. 

In italia sono crollate importazioni ed esportazioni verso UE, l'aumento delle esportazioni verso paesi extra UE ha permesso alla bilancia di migliorare.

In Germania sono calate le importazioni, crollate le esportazioni verso UE e aumentate quelle verso extra UE, e anche qui la bilancia è migliorata.

Gli squilibri all'interno della UE sono ancora presenti, e non si possono apprezzare nel momento in cui uno considera la bilancia dei pagamenti coi paesi extra UE che NULLA ha a che vedere con gli squilibri di cui sopra. Bilancia Commerciale Italia

Per capirci, intendete sostenere che se io da domani vengo a casa voistra a rubare di tutto, e quando non c'è più niente da rubare mi sposto a rubare in un'altra casa vuol dire che non c'è "relazione di necessità" tra i miei furti e la sparizione dei vostri mobili e valori in genere?

Buono a sapersi, dov'è che abitate? :)

Quale sarebbe il presunto furto nel caso della Germania e altri Paesi?

I 5 miliardi dati ad Alitalia 5 anni fa li ha ordinati la Germania?

Di cosa stiamo parlando?

Tralasciando la curiosa concezione per cui il commercio sarebbe un furto da parte di chi vende, se proprio vogliamo usare questa metafora allora suonerebbe cosi': se tu domani vieni a casa mia a rubare di tutto, e dopodomani ti sposti a rubare in un'altra casa questo dimostra che per essere un ladro non avevi bisogno di far sparire i miei mobili e valori in genere (che peraltro sono a valore di mercato essenzialmente zero i primi e inesistenti i secondi, a parte una copia dei Principles di Marshall ereditata da Art Goldberger alla quale sono molto affezionato).

quindi, insomma, mi stai dicendo che se l'industria X1 del paese Y1 è più efficiente dell'industria X2 del paese Y2, e quindi l'industria X1 prospera e quella X2 fallisce, si tratta di FURTO del paese Y1 ai danni del paese Y2.

ah, ma certo, c'è il cambio. le variabili reali, quelle non esistono.

andiamo bene, andiamo. tre secoli di teoria economica, addio.

L'Euro, dicevano i Grandi Padri, serviva ad incrementare il commercio intra-europeo.

 

Se adesso la Germania è riuscita a mantenere (MANTENERE non aumentare) il proprio surplus sulla media dal 2005 in poi (dopo un anno di ridimensionamento, il 2012) con un po' di commerciò con Cina Usa e Giappone (i famigerati Extra-Ue, che però non sembrano godere di ottima salute), mentre negli altri stati crolla la domanda di importazioni, non mi pare proprio un successone.

 

E nemmeno un segno di sostenibilità.

Ma infatti in sé l'euro è servito soltanto ai politici e ai banchieri per risparmiare sui mercati finanziari e nel commercio internazionale. Tuttavia presunti complotti o rivalse tedesche sugli altri Paesi non hanno nulla a che vedere con questo.

Queste considerazioni andrebbero verificate considerando i volumi, non i saldi.
Il volume totale intra UE è aumentato o diminuito (considerando anche i cicli economici)?

Il contenuto di questo articolo è ciò che ho provato insistentemente a spiegare su Twitter ai complottisti vari, ma ai complottisti non piace la verità, alle nuove evidenze risponderanno con nuove teorie del complotto

a parte che l'analisi non tiene conto dei flussi interni ed esterni alla UE, le conclusioni non mi appaiono corrette per il semplice fatto che fanno discendere le correzioni delle bilance dei pagamenti dalle politiche di austerity, senza tenere in nessun conto il fatto che non si siano ridotte solo le importazioni ma anche tutta la spesa complessiva. Secondo me la crisi ha ridotto la spesa generale, l'austerity ha sottratto ulteriore reddito disponibile alla spesa, aggravando la situazione. Oggi sopravvivono solo le aziende che esportano, perchè la domanda interna è moribonda. Da tutto questo, trarre conclusioni pro o contro l'euro è fuorviante ed inutile.

Mi permetto di rispondere io l'articolo aveva come scopo quello di dimostrare che l'euro non è la causa dello squilibrio della domanda dei pagamenti tra Germania e paesi periferici.

 

I dati statistici nel grafico incluso nel articolo dimostrano che negli ultimi anni i paesi periferici sono riusciti a portare in attivo la loro bilancia dei pagamenti senza uscire dall'euro e che dopo questa correzione la Germania ha continuato ad avere una bilancia dei pagamenti in attivo.

 

Quindi la tesi dell'articolo è dimostrata. Lei sign. John Low, cui faccio i miei complimenti per la sua capacità di continuare a scrivere nonostante la sua veneranda età di oltre 300 anni, ha invece cambiato argomento affermando che " Secondo me la crisi ha ridotto la spesa generale, l'austerity ha sottratto ulteriore reddito disponibile alla spesa, aggravando la situazione. Oggi sopravvivono solo le aziende che esportano, perché la domanda interna è moribonda." Il che è almeno in parte vero ma:

 

1 la Germania avrebbe l'interesse che la domanda dei paesi periferici resti forte in maniera tale da poter esportare sempre di più;

 

2 la Germania con il riposizionamento verso una maggiore vocazione all'esportazione delle aziende dei paesi periferici si ritrova a che fare con concorrenti più numerosi e più agguerriti.

 

Quindi non si vede perché la Germania abbia voluto imporci l'euro per ritrovarsi con clienti meno ricchi e con concorrenti più agguerriti.

 

 

Se si vuol criticare la politica europea lo si dovrebbe fare per ciò di cui è veramente responsabile come l'aver concesso ai politici tedeschi di influenzare pesantemente le loro banche locali e non averle sorvegliate abbastanza, infatti le banche tedesche al momento della crisi dei mutui subprime erano molto più esposte di quelle italiane, come l'aver concesso ai politici italiani di sperperare il denaro pubblico nel clientelismo di massa, (fondi a regioni a statuto speciale, costi della politica, salvataggio di ritarditalia, costi per la costruzione d'infrastrutture nettamente maggiori che in altri paesi, inutili e distorsivi finanziamenti alle imprese inutili e distorsivi ecc ecc. senza gli sprechi delle pubblica amministrazione oggi potremmo avere allo stesso tempo servizi migliori e tasse più basse quindi una maggiore competitività.

 

Poi se ho sbagliato a scrivere qualcosa nella mia risposta chiedo venia e spiegazioni.

 

P.S. Consiglierei ai docenti che scrivono su questo sito di dare spiegazioni più estese ed esaustive perché la maggior parte delle persone, me compreso, in ambito economico hanno solo un infarinatura, quindi se questo sito deve servire a comunicare anche al di fuori della cerchia ristretta dei docenti e degli studenti d'economia è necessario che siate più divulgativi, perché se comunicate in questo modo in aula magari i vostri studenti si spremono il cervello e arrivano a capire il problema senza troppi problemi ma la maggior parte di noi no. Se volete farvi capire dalla gente comune  dovete fare vostro uno stile comunicativo simile a quello di Piero Angela. Poi è ovvio che con i gomplottisti di noi siamo la gggggente non c'è nulla da fare!

Luigi Zingales in questo articolo del 2010 enuncia quella che qui viene chiamata "favola" e "pilastro di cartapesta" sostenendo che si tratta di un'analisi condivisa dalla "maggiorparte degli economisti":

 

Dall'introduzione dell'euro il Sud ha avuto una crescita dei prezzi più elevata del Nord. Paradossalmente questa crescita è stata "colpa" dell'euro. L'introduzione di una moneta unica ha prodotto una riduzione dei tassi d'interesse per i paesi del Sud Europa che ha favorito un boom immobiliare. [...] Il risultato di questa segmentazione è che i prezzi nel Sud Europa sono cresciuti per molti anni più che nel Nord, senza che il mercato interno costringesse a un reallineamento. Ora, finito il boom immobiliare, il Sud si trova ad essere molto meno competitivo del Nord.  Senza l'opzione di svalutare, ci sono solo tre possibili forme di aggiustamento. La prima è che i prezzi al Sud crescano meno dei prezzi al Nord. Il problema è che, con la bassa crescita mondiale e la politica monetaria della Bce, i prezzi al Nord difficilmente cresceranno più del 2 per cento.  Per recuperare differenziali del 20-30% (tali sono quelli dei paesi meridionali) il Sud deve subire molti anni d'inflazione a tasso zero o peggio di deflazione. L'elevato livello d'indebitamento privato di paesi come la Grecia e la Spagna, però, rende questa deflazione estremamente costosa. Se i prezzi scendono e il debito rimane fisso in termini nominali, ci saranno fallimenti a catena. La crisi del governo greco "ce n'est qu'un début": il problema si trasferirà presto al settore privato.  Un'alternativa è che i paesi del Nord accettino un livello d'inflazione più elevato, rendendo possibile ai paesi del Sud di recuperare competitività senza dover accettare una pericolosa deflazione. Ma questo equivale a chiedere al proprio coniuge di non essere più se stesso per salvare il matrimonio. I tedeschi non accetteranno. [...] L'unica via d'uscita indolore sarebbe che il Sud Europa guadagnasse di competitività rispetto al Nord aumentando la produttività. Ma questo richiede riforme, tempo e investimenti. [...] Quanti anni di disoccupazione a due cifre sono disposti a sopportare greci e spagnoli?  [...] L'unica soluzione rimasta è riconoscere le differenze insanabili e spezzare consensualmente l'area euro.

 

Poi io mi domando: dopo che grazie alla recessione si sono riallineati i saldi commerciali dei PIIGS quanto è plausibile che una ripresa della crescita dei PIIGS ai livelli pre-crisi non produca di nuovo gli stessi differenziali di inflazione e gli stessi squilibri? Se è stata necessaria una disoccupazione elevata per riallineare salari e prezzi quanta disoccupazione serve per mantenere i differenziali di competitività stabili? E' un buon affare tenersi la disoccupazione alta per poter avere la stessa moneta della Germania?

Zingales sta parlando di un'altra cosa. In particolare, Zingales non scrive ne' qui ne' altrove che l'avanzo commerciale tedesco richieda un disavanzo commerciale dell'Europa mediterranea.

Fermo restando che non sono un complottista antieuro devo dire che anche a me questo pezzo (nella mia estram ignoranza) risulta un po' monco nel suo voler giustificare la tesi pro-euro. Mi piacerebbe insomma vedere i dati di import ed export intraUE ed extraUE per i vari paesi presi in considerazione in modo da fare valutazioni di dettaglio sulle dinamiche avvenute nel tempo. Il grafico "aggregato" in questo modo consentirebbe agli antieuro di dire che la Germania negli anni ha prima spolpato lo spolpabile all'interno dell'UE per poi rivolgersi ai paesi extraUE, mentre l'Italia ha subìto nel tempo gli effetti catastrofici delle mancate riforme insieme a quelli dell'austerity che hanno portato ad una crescente contrazione della domanda interna a vantaggio dell'export e del saldo commerciale.

Mi rendo conto che dettagliare questa analisi richiede tempo e che forse questo non è nemmeno il luogo consono per disquisire nel dettaglio visto che il sito ha una mission divulgativa, ma si rischia di mostrare il fianco a quelli che sono pronti ad attaccare i pro-euro o a gente come quelli di ROARS.

Qui un riassuntino facile facile, sul sito vi potete divertire a fare tutte le simulazioni che volete.

I paesi manifatturieri (Germania e Italia soprattutto) sono quelli con il surplus commerciale più elevato, fa eccezione l'Olanda, le cui statistiche sono alterate dai suoi porti, vera e propria frontiera d'Europa.

Adesso la proposizione di Giulio è " visto che all'interno della UE ci sono degli aggiustamenti sugli import-export il motivo non può essere la moneta unica".

Sul fatto che la Germania sia un'esportatrice netta da tempo mica lo abbiamo scoperto oggi, il punto era che BB dicevano "la Germania con l'Euro si è arricchita a spese degli altri paesi, tale proposizione non sembra vera, visto che gli altri paesi, in primis l'Italia, che è un paese manifatturiero, hanno aggiustato la propria bilancia commerciale, senza avere alcun controllo sulla moneta, contraddicendo BB che affermano che senza svalutazione competitiva non ripartono le esportazioni.

 

Semplice, basta andare a leggersi i dati, basta poco.

Marco io non sono assolutamente un fan di BB e a pelle non sono convinto affatto come loro che uscire dall'euro sia un bene e penso quantomeno che questo scenario potrebbe scatenare degli effetti devastanti in un paese come il nostro dove la parola "riforma" sembra una bestemmia. Detto questo, tra il non essere d'accordo con BB e dire che questo articolo mi abbia fatto (e faccia in generale) comprendere le ragioni per cui loro hanno torto secondo me manca l'approfondimento di cui parlavo sopra. Il paper che hai girato e di cui ti ringrazio praticamente analizza solo il 2012-13 mentre bisognerebbe utilizzare una finestra temporale paragonabile a quella usata da Giulio (mi scuso se uso i nomi propri non conoscendovi di persona) e poi disaggregare le statistiche paese UE vs. paese UE o vs. extraUE per comprendere meglio le dinamiche (insomma per si dovrebbe analizzare una sorta di cubo matriciale paeseUE x paeseUE/extraUE x tempo). Solo così si riuscirebbe a vedere se effettivamente alla Germania abbia giovato o meno della moneta unica (e nel caso in cui abbia giovato non credo cmq nella sua malafede quanto piuttosto nella sua efficienza/produttività). Sbaglio?

bastava perdere altri 10 minuti e leggersi http://goofynomics.blogspot.it/2012/02/reichlin-vs-tutti-ovvero-germany-vs.html e trovavate tutto ciò che state chiedendo. Ovvero 

 

in cui si vede molto bene come il saldo commerciale tedesco con l' area euro è ben maggiore che con il resto del mondo. Il che significa che la Germania ha impoverito l' Europa più di quanto non abbia impoverito il resto del mondo. 

 

E se avete bisogno di numeri: 

 

A coloro che dicono che l' Italia ha raggiunto l' avanzo commerciale senza svalutare chiedo solo di guardarsi un attimino intorno e vedere in che condizioni siamo. Se per evitare di svalutare dobbiamo tagliare i redditi e ridurre l' import e ridurci a paese del terzo mondo mi sembra che il rapporto costi/benefici sia un attimino troppo alto. (e infatti tutti i paesi che hanno ridotto il deficit o addirittura son passati in surplus sono messi male, o mi si vorrà dire che l' austerità in Grecia sta funzionando?)

 

Inoltre, se qualcuno stesse pensando "eh ma la Germania con le sue industrie è capace di esportare in Cina"  chiedo: "si ma quanto importa però dalla Cinaaaaa?"

diamo uno sguardo allora: 

 

MMM allora non mi sembra proprio sto successo di esportazioni con la Cinaaaaaaa se poi importi notevolmente di più...La cosa che strappa un sorriso è che la Germania sottraeva a noi per dare alla Cinaaaaaaa.....

 

 

Marco io non sono assolutamente un fan di BB e a pelle non sono convinto affatto come loro che uscire dall'euro sia un bene e penso quantomeno che questo scenario potrebbe scatenare degli effetti devastanti in un paese come il nostro dove la parola "riforma" sembra una bestemmia. Detto questo, tra il non essere d'accordo con BB e dire che questo articolo mi abbia fatto (e faccia in generale) comprendere le ragioni per cui loro hanno torto secondo me manca l'approfondimento di cui parlavo sopra. Il paper che hai girato e di cui ti ringrazio praticamente analizza solo il 2012-13 mentre bisognerebbe utilizzare una finestra temporale paragonabile a quella usata da Giulio (mi scuso se uso i nomi propri non conoscendovi di persona) e poi disaggregare le statistiche paese UE vs. paese UE o vs. extraUE per comprendere meglio le dinamiche (insomma per si dovrebbe analizzare una sorta di cubo matriciale paeseUE x paeseUE/extraUE x tempo). Solo così si riuscirebbe a vedere se effettivamente alla Germania abbia giovato o meno della moneta unica (e nel caso in cui abbia giovato non credo cmq nella sua malafede quanto piuttosto nella sua efficienza/produttività). Sbaglio?


 

se le interessa credo di averle postato ciò che cercava. :-)

Queste serie arrivano fino al 2010. Qui stiamo parlando del periodo che va dalla meta' del 2012 alla meta' del 2013.

1. Partire dall'euro non ha senso, se vuoi prorpio vedere cosa fa la Germania guardatela pre-unione e post-unione,e aveva rallentato solo in occasione della fase post-unione. Da sempre la Germania è un paese esportatore netto.

2. Scusa, ma il tuo grafico "in cui si vede molto bene come il saldo commerciale tedesco con l' area euro è ben maggiore che con il resto del mondo" non significa niente, se vedi il grafico italiano è praticamente identico a quello tedesco: il nostro saldo verso l'UE è di molto maggiore rispetto al resto del mondo perchè, sembra, gli scambi commerciali di prodotti manifatturieri avvengono prevalentemente fra vicini, però può darsi esista una nuova teoria economica che dice che non deve essere così.

3.

 

Il che significa che la Germania ha impoverito l' Europa più di quanto non abbia impoverito il resto del mondo.

 

Quindi il fornaio che mi vende il pane mi impoverisce ? Vabbè vorrà dire che... non mangio. In altre parole sembra che i  tedeschi sembra abbiano puntato una pistola alla tempia degli altri paesi UE dicendo "tu sporco italiano, comprare VW Golf, o AudiQ7, no comprare Fiat Duna, altrimenti io spara te". Ma che ragionamento è: se un paese vende molto si arricchisce a spese degli altri ? Allora noi italiani ci stiamo arricchendo alle spalle di qualcun altro, visto che abbiamo un saldo positivo ? (non diciamolo troppo però sto fatto che ci stiamo arricchendo alle spalle, che so dei francesi, che quelli si arrabbiano e smettono di comprare italiano).

Ovvero il senso di Giulio è proprio questo : se i cattivi tedeschi si sono arricchiti alle spalle dei poveri europei grazie alla moneta unica, come mai alcuni paesi, Italia in primis, esportano, ma non si arricchiscono? Dov'è il trucco ? Ma soprattutto è la moneta la causa dell'esportazione tedesca, o il fatto che magari i tedeschi producono bene quello di cui gli altri hanno bisogno ?

Ho aggiornato il tuo grafico sui saldi commerciali della Germania (i valori sono in milioni di euro, i dati sono presi dal sito dell’Eurostat) si nota che il surplus tedesco verso i paesi dell’area euro è in progressivo riassorbimento, mentre l’avanzo verso i paesi fuori dall’area euro è in decisa crescita.

Quindi ha ragione Zanella quando dice che “Questi dati mostrano che per avere un avanzo commerciale la Germania non ha bisogno che Italia, Spagna, ecc. abbiamo un disavanzo commerciale.”

 

Negli ultimi quattro trimestri (2012Q3-2013Q2) il surplus commerciale verso i paesi dell’area euro ammonta a solo il 27% del saldo commerciale complessivo.

Se poi si fa un ulteriore sforzo e si analizzano anche le esportazioni e le importazioni si nota che l’aumento del saldo commerciale extra euro è dovuto ad un aumento delle esportazioni (non è dunque legato al prezzo delle materie prime o dei prodotti energetici).

 

 Al contrario, il commercio con i paesi dell’euro è sostanzialmente stabile; si può comunque osservare che mentre le esportazioni ammontano a circa 150 miliardi di euro a trimestre e non sono in crescita; le importazioni invece evidenziano un trend positivo e sembrano destinate a chiudere il surplus commerciale.

 

 

 

 

Caro Yannick...pure tu ti sei fatto ammaliare dal pifferaio magico...

a) punto primo: basterebbe guardare i tassi di crescita degli export tedeschi per rendersi conto della crescita notevole che hanno avuto al di fuori dell'euro gli export tedeschi, segno di una competitività non dovuta esclusivamente alla moneta debole all'interno dell'area euro

b) punto secondo: i pifferai magici starnazzano:"eh no, bisogna guardare al trade balance". Giusto, corretto. Ma con una precisazione: il trade balance ex commodity!!! E perchè? per un motivo molto semplice: perchè le commodity stanno in posti ben precisi, e li bisogna andare a comprarle. Non è che se la moneta dell'arabia saudita è troppo forte, o i lavoratori dell'arabia saudita non sono produttivi, o il prezzo del petrolio arabo è troppo alto, io posso decidere di importare il petrolio dal Portogallo o dalla Francia, capisci?

c) punto terzo: fai attenzione al grafico: non ti sei chiesto perchè lo fa partire proprio dal 1999? vedi come nel 1999 il trade balance tedesco verso il resto del mondo ha uno scatto enorme verso il basso? E cosa sarà mai? Risposta: in quell'anno, il prezzo del petrolio è raddoppiato (e la stessa cosa la vedi nel 2004)...:-)

d) Se ripeti la stessa analisi con quel metodo partendo dal 2000 e non dal 1999 (cioè togliendo un anno particolare in cui un fattore che non ha nulla a che fare con l'analisi di competitività di un paese rende distorta l'analisi), noterai che arrivi alla conclusione opposta: che la germania ha fatto faville sui mercati internazionali. Se, ancora piu correttamente, fai l'analisi sui trade balance ex commodity per tutto il periodo, raggiungerai la stessa conclusione.

okkio

 

P.S.: sorvolo sulla boiata del trade balance con Cina per sostenere che la germania non ha successo in cina..questa è davvero troppo grossa...magari un'altra volta...

 

Noto che praticamente TUTTI i commenti critici contro la tesi esposta nell'articolo sono postati da utenti anonimi o semi-anonimi (solo il nome).  Mi chiedo cosa ciò possa voler dire.  Ovviamente trattasi di domanda retorica perché io una mia teoria ce l'ho.

Io mi chiamo Andrea Incalza e non ho problemi a dire il mio nome, figurarsi. dopodichè se ti riferivi a me - come ho detto in più post - a me non importa imporre una teoria sull'altra. io voglio solo capire. forse perchè sono di formazione un fisico (come molti dei ROARS ma con la differenza che i ROARS mi stanno sonoramente sulle scatole proprio perchè hanno un atteggiamento prevaricatore e saccente che non porta a nulla ed è aprioristicamente sbagliato) ho bisogno di vedere le cose nel dettaglio possibilmente corroborate da analisi ed elaborazioni per provare a chiarire dove sta la ragione. Compatibilmente con il tempo che ho per dedicarmi anche a queste cose che sono alla base delle informazioni che utilizzo per comprendere la realtà e per capire chi o cosa posso votare. Tutto qui. E' un peccato questo? Non credo. Invece di attaccarvi vicendevolmente sarebbe stato meglio vedere un dibattito aperto e onestamente critico sull'utilizzo di dati per spiegare le vostre tesi.

Qui la pagina sulla Main Imbalances Procedure. E' aggiornata fino al 2012. Darei un'occhiata all'ULC.

Il punto è sempre il solito: qual è il modello che che spieghi come faccia l'euro a causare gli squilibri oggetto del post? e si torna sempre agli ottimi post di Tommaso Monacelli.

Il breve post di Zanella è incontrovertibile perché basato sui dati.

Si, è vero, una suddivisione fra bilancia intra-Uero ed Extra Euro avrebbe aiutato, ma, anche facendola questa suddivisione (basta dare una rapida occhiata  dati eurostat - chi ha tempo li può lavorare e avrà percentuali precise) il risultato non cambierebbe: l'attivo della bilancia corrente dell'aggregato EURO è in crescita forte perché i periferici (non la Francia) sono tornati in territorio positivo e i Core continuano ad esserlo sempre più. Quindi ha ragione Zanella: l'Euro non impedisce il riequilibrio degli squilibri esterni. In effetti siamo diventati tutti Esportatori netti!

Ora, per allargare la logica, ripeto corretta, che sta sotto i dati presentati, ci si possono porre alcune  domande che credo servano a riportare la discussione Euro si / Euro no, su binari più economici e meno ideologici. Proverò a dire la mia su ciascuna di esse, ma, se vi sembrano pertinenti, mi piacerebbe che fossero oggetto di dibattito e di risposte dai differenti punti di vista.

1) La prima questione è già stata introdotta: come mai nonostante un surplus crescente il cambio non si apprezza se non marginalmente? Eppure non siamo la Cina, dove la Banca Centrale sterilizza i surplus: da noi la BCE non interviene. Si, è vero, lo fanno altre Banche Centrali al suo posto (FED, BoE, BoJ), ma questo dovrebbe, anzi, favorire l'apprezzamento dell'Euro vs valute volutamente "svalutate" da politche monetarie non convenzionali. Dal mio punto di vista l'effetto apprezzativo delle partite correnti è stato più che bilanciato dai flussi finanziari in uscita soprattutto per le logiche di asset allocation di Fondi, Istituzioneli ecc, che, una vota esplosa la crisi Euro, hanno sotto-pesato l'Europa periferica (debito e azioni) nei loro portafogli. In questo senso il $ è stato visto come "porto sicuro", così come lo sono stati, all'interno dell'Euro, il Bund e il DAX. C'è voluto l'intervento "persuasore" di Draghi con la minaccia dell'acquisto illimitato del debito a breve-medio termine (OMT) per riportare pian piao i flussi sull'Euro ed oggi gli effeti si vedono: quando c'è di nuovo "paura finanziaria" (rik-off) il $ non si riapprezza. Cosa impedisce allora l'ulteriore  forte apprezzamento  dell'€? La convinzione, sotto-traccia, che la crisi dell'euro zona non è stata risolta, ma forse solo rimandata. E veniamo, infatti, alla seconda domanda.

2) Anch questa è stata accennata, ma vorrei riproporla con forza: visto che il ritorno all'attivo corrente dei PIGS (senzaG che è ancora negativa) è dovuto più  al crollo dell'import+ che alla crescita dell'Export, che succederà se si arresta il calo della domanda interna (perché se non riparte quella, almento in It e SP, penso si sia tutti concordi nel ritenere che dalla recessione non si esce)? I disequilibri ritorneranno? Io credo che molti degli operatori che muovono i miliardi di investimenti finanziari, siano tatticamente tornati (a tappe) sull'Euro, ma pronti ad uscirne perché consci che tutto si regge sulla "put Draghi" e sui "germogli" di ripresa del PIL. Qualora questa ripresa non si manifestasse o, peggio ancora, se con essa tornassero anche i problemi di deficitc corrente dei PIGS, questi soldi riprenderebbero altre strade. Oltretutto, una nuova crisi di liquidità sul debito italiano (o spagnolo)  si trasformerebbe purtroppo, questa volta, in crisi di solvibilità data la situazione molto più compromessa rispetto al 2011.

3) Da quanto detto ne consegue una terza domanda:  per riequilibrare "durebolmente" il quadro intra Euro non sarebbe forze il caso che la Germania e i suoi satelliti aumentassero la loro domanda interna (riducendo quindi il surplus stratosferico vs l'estero, che è l'uico vero motore della  pur bassa crescita del loro PIL), facendo così da traino all'export intra-euro degli altri paesi? E' direi incontrovertibilmente dimostrato dai dati che  le percentuali risibili di ripresa del PIL aggregato Euro sono (anche) frutto di una logica economica basata tutta sulla domanda estera e sulla compressione della domanda interna. Come si può tornare ad un percorso di crescita adeguato dei periferici (che quindi assicuri la sostenibilità del nostro  debito pubblico) se la domanda interna del più forte paese Euro rimane così bassa? Se questa logica è condivisibile, che cosè che e  impedisce di andare lungo questa strada? Certo la visione a senso unico ed il patto che lega i paesi Euro, rafforzato dal Fiscal Compact, dal pareggio di bilancio in costituzione e da tutte le logiche che individuano negli squilibri del bilancio pubblico il solo ed unico "male", non aiutano a trovare strade armonizzatrici e collaborative. A questa domanda non ho, putroppo risposte da dare, se non solo tenue speranze  che i nostri Politici Europei si convincano  a metter mano a questa tremenda asimmetria (la vedo dura!).

4 - Se si è seguito  il filo fin qui, riname un ultimo, coerente quesito? quanto può durare una unione monetaria che ha al suo interno questi squilibri? O, se la vogliamo mettere in un altro modo, si può pensare di riequilibrare l'Area Euro fondando il tutto solo sulla domanda estera? Siamo certi che ne uscirà un qualche cosa che assicuri crescita armonica e strutturalmente stabile? Faccio solo notare che in 5 anni di crisi (compresa la parentesi del 2010) abbiamo perso quasi il 25% di produzione industriale. Gli Investimenti calano al ritmo del 7% annuo.  Insomma, una nuova crisi di fiducia quasta volta sarebbe molto più difficilmente superata.

Scusate la lunghezza, ma mi sembrano questi i nodi da affrontare, al di la dell'ideologico dibattito su euro si euro no.  

Grazie dello spazio concessomi.

RB

 

Alcune considerazioni sul punto 3)
A me pare che la domanda interna tedesca risulti compressa a causa di una deformazione prospettica. A fronte di grosse esportazioni (640 miliardi) ci sono 526 miliardi di importazioni (piu del doppio dei 214 miliardi importati dall'Italia) e che queste importazioni, a mio avviso di beni economici di largo consumo, consentano ai tedeschi di fare la spesa in modomolto  economico. Tra salari elevati e beni poco costosi, non hanno il problema di arrivare a fine mese.  Differentemente dall'Italia, che deve importare materie prime ed energia, la germania ha una certa sufficenza energetica (centrali nucleari, solare ed eolico molto sviluppati) e quindi puo' proporzionalmente importare piu' beni di largo consumo.  Ed inoltre importa il doppio di noi ma non ha il doppio delle popolazione.

A naso una nazione ricca se importa beni ed ha una struttura distributiva efficente li compra ad un prezzo basso li metterà a disposizione delle famiglie di basso reddito.  La domanda interna sembra compressa (come volume monetario) ma credo che i tedeschi non si facciano mancare niente. Solo che in DE la merce costa molto meno che in Italia. 

In teoria se noi esportassimo molto di più, potremmo fare come la germania (salvo resistenze protezionistiche). Ma per ora i  prezzi tedeschi (in base ad alcuni indizi) sono del 30-35% inferiori a quelli italiani (nei generi alimentari di largo consumo).

Gli indizi li vedo in un sito svizzero che confronta i prezzi di varie categorie merceologiche tra svizzera, francia, germania, austria ed italia.  Sono prezzi rilevati in supermercati di confine. Il confronto CH-ITA è gradualmente passato da un 25% di economicità dei prezzi italiani (generi alimantari) all'attuale 5%. Questo un po' per le oscillazioni di cambio che per IVA ed altre tasse che si ribaltano sui prezzi. Il confronto CH-DE e CH-FRA era attorno al 45% ora è al 36% e quindi per uno svizzero di Basilea o di Ginevra è molto piu' conveniente fare la spesa in germania e rispettivamente in Francia di un luganese che vada a Como o Ponte Tresa.  Sugli alimentari quindi pare che germania e francia siano piu' economici del 31%, rispetto ai prezzi italiani. Considerato che i negozi sulla fascia di confine con la svizzera tendono ad essere piu' cari, probabilmente il dato vero è superiore. Chi vuole dilettarsi, qui trova i 4 confronti per 8 categorie merceologiche.

Un primo indizio lo avevo colto qui (divertente ma ha innescato mia curiosità).

A mio avviso non è che la domanda interna tedesca sia compressa. È la nostra ad esserlo: siamo noi che in gran parte non riusciamo ad arrivare e fine mese perché tutto costa di piu' e siamo quasi a prezzi svizzeri, senza averne i salari.

La domanda è: come mai la merce in germania costa cosi' poco? Per me è perché importano un buon 25-30% di beni a buon mercato. Poi sicuramente avranno strutture e reti di vendita migliori, meno burocrazia, meno imposte sulle persone giuridiche, non hanno IRAP, non hanno 60 miliardi di  corruzione (magari ne hanno 10 ma sempre meno che da noi), insomma meno costi da traslare.

 

Altri 10 minuti (o forse cinque) potrebbero essere investiti per mostrare ai seguaci dei pifferai magici come, nel mondo dopo Lehman, l'EURO si è svalutato (a spanne) il 20% o il 30% nei confronti delle monete dei pricipali partner commerciali (USD, JPY). E cosa hanno fatto gli export di tutti i Paesi dell'Unione (italia e germania compresa)? nel favoloso mondo bivariato dei pifferai magici, sarebbero dovuto decollare, e magari mentre te lo dicono ti mostrano la tabellina con l'elasticità degli export italiano al tasso di cambio (che è molto alta), visto che loro son nati imparati. Purtroppo, in quel periodo, gli export sono drammaticamente crollati, nonostante la pesante svaluatazione. Il motivo, evidentemente, sta nel fatto che la domanda globale crollo' (eh già, gli export hanno una certa elasticità anche a questo, purtroppo)..e il vantaggio di prezzo derivante dalla svalutazione e' stato largamente (ma molto largamente) sopraffatto dallo svantaggio derivante dalla contrazione della domanda globale (potevamo vendere a prezzi piu bassi, ma in un mondo piu piccolo). Ma questo, i pifferai magici, si dimenticano di dirlo. Cosi come si dimenticano di dire che una uscita dall'euro ci porterebbe, con tutta probabilità, nello stesso scenario: moneta piu debole, e domanda globale piu debole. e se le cose vanno come in lehman time, che non è da escludere, la domanda non è piu debole, ma CROLLA. Ah già, ma loro sono per l'uscita "ordinata"...un po come doveva essere il default di lehman, ordinato...no systemic risks...beati loro...:-)

 

 Ah già, ma loro sono per l'uscita "ordinata"...un po come doveva essere il default di lehman, ordinato...no systemic risks...beati loro...:-)

 

del tipo "avviarsi ordinatamente verso le uscite di sicurezza. niente panico...ok panic"

Ps: a proposito di trade balance China Germania. secondo i cinesi sono loro ad essere in deficit

...nè uso la carriola per fare la spesa, a differenza di quanto paventano terroristiocamente i pifferai dell'altra sponda.

 Con riferimento a questo articolo del Sole e alla sorprendente evoluzione dei crediti della Gremania registrati dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, mi chiedo se Bloomberg non abbia ragione ... (Hey, Germany: You Got a Bailout, Too)

Qualcuno ricorda la privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite?

Oggi la Germania ha inventato la .. privatizzazione del surplus e socilizzazione del bailout!

 

 

 mi chiedo se Bloomberg non abbia ragione

 

Sulla cassa di ammortizzazione sociale comune non sono convinto, a meno che la UE non si limiti ad un minimo comun denominatore molto modesto: la Bulgaria, oggi ha un PIL pro capite nominale di oltre il 30% inferiore a quello turco, e piú o meno pari a quello del Botswana! Il PIL pro capite bulgaro é oggi una quindicina di Euro a settimana piú in alto del sussidio universale di disoccupazione britannico!

La UE potrebbe realisticamente al massimo aspirare a garantire un max 20% del PIL bulgaro, quindi un massimo di 20-21 Euro settimanali, non di piú.

Ben piú interessante sarebbe costringere gli stati membri a defiscalizzare i redditi bassi, ad esempio niente tributi o contributi fino al 30% del PIL pro capite di ogni stato membro.