Cari conTerronei, facciamo presto (e da soli che è meglio)

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Dopo 150 anni in cui gli abitanti del Meridione hanno avuto l'opportunita' di esprimere i propri rappresentanti nelle assemblee legislative e nel governo dello stato centrale, oltre che, ovviamente, le proprie elite e classi dirigenti, a chi sara' mai imputabile il marcato divario oggi esistente tra il sud e il nord del paese? Hanno ancora senso espressioni come "Questione Meridionale" o "Emergenza Sud"?

Il contenuto del rapporto Svimez uscito qualche giorno fa non dovrebbe sorprendere nessuno, men che meno chi nel Sud Italia vive o ci è nato o ne ha una seppur vaga conoscenza.

Quel che potrebbe stupire, invece, è l’ingenuità con cui nel 2015 si può lanciare un appello come quello di Roberto Saviano su Repubblica chiedendo al governo di “Fare presto” con tanto di citazione della richiesta d'aiuto in prima pagina sul Mattino dopo il terremoto del 1980!

Ma probabilmente sono io l’ingenuo e, senza la minima speranza di ottenere risposta da qualcuno, vorrei provare a lasciare qualche domanda nel vento come usavano fare alcuni sognatori qualche anno fa.

Fare presto perché?
Quanti bambini devono essere estratti dalle macerie? Quanti secoli deve durare un fenomeno sociale perché si ponga fine, almeno, all’eresia lessicale di chiamarlo emergenza? Cosa è radicalmente diverso da, poniamo, 3 anni fa e cosa succederà nei prossimi 12 mesi in assenza di urgenti salvifici interventi da parte del governo?

Non sarà che in un'area dove i giovani rifiutano il lavoro forse tutta quest’urgenza ancora non c’è? (A questo link una versione differente della stessa storia, che tuttavia non modifica la tesi di fondo).

Non lo chiedo da infame leghista e razzista del Nord che certe cose non le conosce e non le capisce. Lo dico da “con-terroneo” che avendo girato e girando ancora, prima per trovare e poi per mantere il lavoro, pensa di avere un punto di vista privilegiato sulla questione. Non sarà che, forse, nonostante i numeri da tragedia dello Svimez, il mix di posti di lavoro pubblici o fintoprivati offerti dallo stato, insieme ad una certa “elasticità’” nell’applicazione delle regole, a conti fatti rende la situazione sopportabile?

Dobbiamo credere alle preferenze dichiarate di chi si straccia le vesti invocando l’intervento di qualcuno (Franza o Spagna, basta che se magna) o a quelle rivelate dal comportamento dei giovani tra i 15 e i 24 anni che non studiano, non lavorano e non cercano un lavoro (dati in questo articolo del Sole24ore)?

Non sarà che - più che d'una emergenza imminente - dovremmo porci il problema di medio termine di cosa succederà quando certi ammortizzatori che garantiscono la pace sociale oggi verranno meno? Quando i pensionati retributivi (per non parlare degli "invalidi") verranno meno e con loro spariranno i sussidi che oggi ricevono molte famiglie? Della graduale riduzione dei posti di lavoro nella PA (anche al nord verso il quale è da tempo in atto un pendolarismo ad alta velocità) che si renderà necessaria per vincoli di bilancio pubblico che sarà sempre più difficile aggirare o eludere? 

Fa sicuramente più scena e notizia scrivere al premier “fate presto”, tanto di fronte a questi appelli sapete il governo che fa? Lo cantava un altro sognatore anni dopo: “si costerna, s'indigna e s'impegna, poi getta la spugna con gran dignità”.

Ma poi fare che cosa?
Qualcuno si rende conto che quando parliamo di ridurre la burocrazia, intendiamo dire che bisogna eliminare un numero rilevante di posti di lavoro pubblici (tra abolizione di enti e organismi inutili ed eliminazione di adempimenti amministativi)? Ma la corruzione, il malcostume, il clientelismo e i politici incapaci sono malattie venute dallo spazio o il prodotto della tolleranza, del voto di scambio e, in ultima analisi, del comportamento e delle scelte operate da chi risiede in una zona?

Al di là di chiedersi di chi è la colpa e del perché realizzare un’autostrada può diventare un serbatoio di lavoro e voti per generazioni, quale tipo di intervento pubblico potrebbe evitare questo stato di cose? L’esercito? Il commissariamento? Chiamiamo i tedeschi a lavorare al nostro posto? Cediamo la sovranità? Posto che (scrive Saviano nella sua lettera)

 

La corruzione più grave non è quella del disonesto che vuole rubare: la vergogna è quella dell'onesto che - se vuole un documento, se vuole un legittimo diritto, se vuole fare impresa o attività - deve ricorrere appunto alla corruzione per ottenere ciò che gli spetta. A sud i diritti si comprano da sempre: e Lei non può non ricordarlo.

 

esattamente quale intervento dello stato potrebbe mutare questo stato di cose? Non occorrerebbe forse, un moto di orgoglio da parte della popolazione, una sorta di rivoluzione culturale? O forse esiste un Deus ex Machina che viene dal governo centrale per costringere gli impiegati pubblici a fare il loro dovere?

Quali conclusioni operative dobbiamo trarre dalle affermazioni di questo imprenditore calabrese? Quale intervento pubblico cura questi mali?

 

Noi oggi siamo il più grosso insediamento industriale delle Serre Calabre con quattro sedi nel comune di Simbario. Produciamo tecnologia medio alta con quote di export fuori area euro prossime al 60%. Allo stesso tempo abbiamo uno dei 5 laboratori privati più grandi e meglio attrezzati di Italia. Lo sapete che i costi per un’impresa del nostro tipo insediata nel nostro territorio sono minimo il 35% superiori a quelli della Brianza? (...)

Se tu impresa calabrese vuoi assumere una figura di basso profilo con competenze basse, magari disoccupata cronica ecco che la regione e lo Stato si mobilitano per farti pagare pochissimo una persona che comunque pagheresti molto poco. Quindi ecco che il modello call center continua a pagare. Ma se devi assumere buoni ingegneri ecco che l’aiuto concesso equivale a zero euro. Peccato che lo sviluppo locale aumenta più con il secondo profilo che con il primo. Risultato dalla nostra apertura zero aiuti. (...)

Finalmente riusciamo ad avere un aiuto di natura industriale. Che vuol dire riuscire ad avere un mutuo al 4% cioè il tasso di mercato. Quindi noi imprenditori calabresi dobbiamo ringraziare l’aiuto pubblico se riusciamo ad avere un mutuo il cui tasso è a valori di mercato perché dobbiamo ritenerci fortunati ed aiutati se una banca ci presta soldi. (...)

Piuttosto che preoccupavi di accumulare posti di lavoro inutili che servono sono per uno squallido assistenzialismo ed un bacino di voto di scambio. Perché come dimostriamo in Calabria si può operare. Il problema è che cominciamo a sembrare degli emeriti coglioni che lavorano 7 giorni su 7 365 giorni all’anno non per crescere a tripla cifra quale è il nostro potenziale ma per sopravvivere. (...)

 

È ancora tempo di sceneggiate napoletane?

Va bene che l’immagine del gomitolo al porto per gli emigranti sarà anche bella, ma in un paese dove il pendolarismo da tempo si dipana anche per oltre 1000km a settimana, dove anche noi meridionali sappiamo parlare gratis via skype, dove timidamente il lavoro è sempre meno timbrare cartellini e sempre più risolvere i problemi, anche a distanza, non sarà forse anacronistico? 

È poi così esecrabile emigrare? A fronte di una collettività che persevera diabolicamente nell'esercizio autolesionista di confermare la propria fiducia ad una classe dirigente e politica incapace e inadeguata - nella migliore delle ipotesi: disonesta nella peggiore - non è forse un esercizio di legittima difesa scegliere di votare con i piedi?

In un mondo sempre più piccolo e interconnesso, dove costa meno viaggiare e zero comunicare, sarà arrivata o no l'ora di scrollarsi di dosso la tristezza dei Malavoglia e aprirsi alle opportunità del mondo contemporaneo?

Restando al paradosso, se anche la Camorra se ne va perché non più ha nulla da spremere, non si tratta di una straordinaria opportunità per chi ha voglia costruire qualcosa da zero senza dover fronteggiare l'invadente presenza di parassiti criminali?

E se i problemi del Sud fossero in scala quelli dell'Italia intera?

Posto che ormai il federalismo è passato di moda, in base a quale logica il meridione dovrebbe necessitare di un trattamento diverso rispetto al paese? Si tratta di un'entità dotata di autonomia fiscale, di politica economica indipendente o di una qualche limitata forma di sovranità? E se invece fosse solo la zona dove è più manifesto l'annoso cancro che affligge l'intero paese?

Se la soluzione per l'Italia tutta risiedesse in una maggiore libertà economica per gli individui e in un ruolo minore per l'intermediazione dello stato? Se anche mali atavici come la criminalità organizzata potessero trovare una cura, anche solo parziale, in una società più libera?

Mentre Saviano e Renzi possono concedersi il lusso di flosofare, anche se lo Svimez non può rilevarlo, un numero sempre maggiore di persone, dovendo affrontare l'imperativo del Primum Vivere, si sta accorgendo che occorre saltare fuori dalla pentola prima che l’acqua arrivi a ebollizione. A quelli che non hanno ancora capito è dedicato questo post: cosa ci vuole ancora per farvi intendere che se non ci salviamo da soli nessuno potrà mai farlo al nostro posto?

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Commenti

Ci sono 119 commenti

Poi una volta corretto, cancella pure questo mio testo

Frase interrotta: "Cediamo la sovranità? Posto che"

Paragrafo ripetuto (all'inizio ed alla fine) "Posto che ormai il federalismo è passato di moda, in base a quale logica il meridione dovrebbe necessitare di un trattamento diverso rispetto al paese? Si tratta di un'entità dotata di autonomia fiscale, di politica economica indipendente o di una qualche limitata forma di sovranità? E se invece fosse solo la zona dove è più manifesto l'annoso cancro che affligge l'intero paese?"

Ciao Francesco, vedo che Massimo non ha ancora risposto. Credo sia in vacanza con poca rete. Siccome sono io l'editor che ha approvato facendo modifiche qui e li' e lasciando quella ripetizione, mi giustifico :) 

L'ho lasciata perche' mi sembra che Massimo abbia voluto usare quella frase come sommario di quanto vuol sostenere. Se ricordi il primo paragrafo e' un "summary" che appare prima di aprire l'intero articolo. Credo forse dovremmo cambiare la grafica e farlo sparire, invece di lasciarlo come primo paragrafo dell'articolo completo, una volta che si apra quest'ultimo. Ciao, m

Il primo "posto che" è seguito da una citazione della lettera di saviano se lo leggi così fila

il secondo posto che è come dice Michele, magari rifaccio il sommary per chiarezza

sxusate ancora inconveniente tecnico 

Allora ho riscritto l'abstract cercando di mantenere lo stile del post, cosi' non dovrebbero ingenerarsi equivoci con il testo poi utilizzato in seguito.

Ho poi evidenziato il passaggio citato dalla lettera si saviano indicando la citazione tra parentesi.

Grazie per la segnalazione

Non serve invocare la Germania. In Egitto hanno quasi  raddoppiato il canale di Suez in 12 mesi con un costo mi pare di 8 miliardi. La Salerno Reggio Calabria facciamola fare a loro.

Certo che lo sono ed a proposito di saltar fuori dalla pentola e votare con i piedi i dati AIRE indicano che 2 milioni di italiani se ne sono andati dal 2001. In gran parte giovani, in gran parte dal Nord.
La soluzione per me rimane sempre quella cosa a cui accenavi e non è piu' di moda ma proprio per questo votare con i piedi è l'unica alternativa immediatamente praticabile.

A proposito di filosofare, segnalo EGDL sul corrierone.

Hai un link su questi dati degli emigrati? Sono numeri al netto dei ritorni? E' molto peggio di quanto pensavo, la mia stima a memoria sarebbe 30-40mila emigrati italia netti all'anno, in 10-15 anni massimo 600mila. 2 milioni significa invece 130mila italiani emigrati netti all'anno. Questo aumenterebbe significativamente anche la stima degli immigrati netti dal resto del mondo in Italia a partire dai dati Eurostat sulla immigrazione netta. L'immigrazione netta dal resto del mondo in Italia salirebbe da 450mila all'anno a 580mila all'anno dal 2002 al 2011.

Caro Massimo,

dobbiamo peró riconoscere che il Sud viene penalizzato in molti casi anche per via di decisioni politiche, alcune delle quali strategiche e che sono state implementate con perseveranza per decenni, se non per tutti i 154 anni di vita del paese.

Citando Michele Boldrin del 30 Luglio, che lo ha spiegato con parole migliori di quanto sia mai riuscito a fare io, dobbiamo riconoscere che "la politica è conflitto redistributivo: lo stato agisce nell'interesse dei gruppi sociali che lo controllano":

 

Riconosciamo infine, in terzo luogo, che mai e da nessuna parte lo stato è benevolente ed agisce nell'interesse della "collettività". Qui, a mio avviso, sta il limite fatale della ricerca economica sul tema "rules vs discretion": interessante ma irrilevante, perché prigioniero di un'illusione, ossia che la politica non sia anzitutto conflitto redistributivo: lo è. Lo stato agisce, anzitutto, nell'interesse dei gruppi sociali che lo controllano e non è certo sua priorità cercare politiche che siano lungo la frontiera di Pareto. Non nego sarebbe desiderabile che così fosse, ma questa desiderabilità appartiene alla stessa categoria ontologica della "vita eterna" o dell'uomo "buono e generoso": fantasie desiderabili.

 

Potremmo scrivere un libro con esempi in tutti i campi possibili ed immaginabili, mi limito a farne uno. I politici italiani, ma anche gli intellettuali ed in genere la classe dirigente, si diletta da decenni a farci notare che il turismo "potrebbe essere il petrolio del sud".

Io non sono mai stato totalmente d'accordo, perché vedo nel turismo qualcosa che idealmente dovrebbe essere complementare per una regione talmente vasta, non il settore principale su cui scommettere il proprio futuro, ma nella orrenda situazione attuale, come si dice dove sono nato, "ogni ficateddhu ri musca è sustanza".

La situazione attuale è descritta magnificamente da una infografica pubblicata per accompagnare un articolo del Corriere della Sera nel Luglio del 2014, un cartogramma che è diventato nel tempo virale soprattutto nei siti e nei forum pubblici dove si parla di turismo, e l'autore dell'infografica, l'ottimo Marco Tangherlini, è stato sufficientemente pietoso da non infierire, come avrebbe potuto fare usando la densità di flussi sulla popolazione residente.

 Non ci vuole certo un genio per sospettare che forse far arrivare turisti stranieri in Sicilia o Calabria è moltto piú difficile che farli arrivare in Trentino Alto Adige o in Veneto. Ovvio che oltre a questo, lo sviluppo del turismo al Sud avrá tanti altri ostacoli, ma io, al contrario dell'odierno Ernesto Galli della Loggia, segnalatoci dal sempre ottimo Francesco Forti, ritengo che se "gli abitanti e le autorità dell’intera costa che da Maratea va fino a Pizzo hanno ridotto quei luoghi" come li hanno ridotti, é appunto perché non hanno un incentivo di lungo periodo, strategico, a trattarli in altra maniera, incentivo che piú che dal Frecciarossa potrebbe essere determinato da una strutturale diminuizione ed una maggiore progressivitá dell'imposizione fiscale aeroportuale.

Esattamente come hanno fatto nei paesi con zone potenzialmente concorrenti al tipo di turismo che avrebbe potuto essere sviluppato nel Sud Italia: prendiamo ad esempio la Spagna.

Il fatto che il turismo sia più sviluppato a Ibiza o Palma rispetto a Trapani o Palermo, tra le tante cose dipende anche da decenni di spese aeroportuali più basse.

Gli aeroporti siciliani sono attualmente tra i meno cari aeroporti italiani, forse i meno cari in assoluto.

Se facessimo una top 10 degli aeroporti più cari in Spagna e Sicilia, i 7 aeroporti che servono la Sicilia ed i Siciliani sarebbero tutti tra i primi 9, in compagnia dei grandi hub spagnoli di Madrid e Barcellona.

Gli aeroporti delle mete turistiche spagnole con cui il settore turistico siciliano si trova a competere, o meglio spera un giorno di poter riuscire a competere, sono tutti enormemente meno cari degli aeroporti siciliani.

E questo non ostante da diversi anni a questa parte il governo spagnolo abbia deciso di incrementare la fiscalità aeroportuale (per motivi di cassa: privatizzare parte di AENA, il gestore pubblico di gran parte di questi aeroporti): imbarcare un passeggero in Spagna non è probabilmente mai stato così caro.

Gli operatori turistici spagnoli sono ovviamente molto contrariati da questo cambio di politica, perché l'aumento dei costi aeroportuali deprime il traffico aereo, e di conseguenza impatta negativamente lo sviluppo del settore turistico, in special modo delle aree periferiche non altrimenti raggiungibili, come ad esempio le isole.

Ancora oggi, nel 2015, dopo anni ed anni di costante aumento tariffario in Spagna, per una linea aerea il costo di imbarco in aeroporto per ogni passeggero è in genere enormemente più caro in Sicilia che in Spagna:

Costo imbarco pax Sicilia vs Spagna perc di PMO

Chissà quale sarà l'impatto di decenni di una simile politica fiscale aeroportuale sul turismo siciliano?

E ripeto, gli aeroporti siciliani sono probabilmente tra i meno cari aeroporti che ci siano in Italia, dal punto di vista dei vettori e dei passeggeri.

L'impatto, in tutte le altre regioni, sará stato anche peggiore (ed infatti, il traffico aereo spagnolo é ben piú sviluppato rispetto a quello italiano).

Una porzione considerevole della pressione fiscale aeroportuale, oltre che a pagare gli ammortizzatori sociali degli ex Alitalia, finisce oggi alla gestione INPS che paga gli assegni sociali!

Dato che nel caso specifico le Regioni, nonostante una teorica competenza concorrente sul trasporto aereo, ed una competenza esclusiva sul turismo, non sono direttamente responsabili della distorsione fiscale in essere, le cose sarebbero potute andare in maniera diversa se invece di trattare gli aeroporti come vacche da mungere chi governa il paese avesse cercato di mantenere la pressione fiscale aeroportuale pari a quella dei concorrenti del settore turistico, specialmente di quelli del Sud? Se non fosse veramente stato possibile farne a meno, sarebbe stato tanta malvagia l'idea di implementare questa fiscalitá in maniera progressiva, ad esempio in maniera proporzionale al PIL pro capite dei vari bacini aeroportuali?

Per far notare quanto poco sarebbe potuto costare una politica simile in maniera strutturale, e quale potrebbe essere stato il ritorno potenziale, abbiamo fortunatamente un bellissimo esempio: una quindicina di anni fa, un piccolo gruppo di politici locali della ex Provincia di Trapani, si mise in testa di sviluppare un aeroporto, quello di Trapani Birgi, che era rimasto praticamente chiuso per buona parte degli anni '80 e '90. Dopo aver tentato per qualche anno con alterni successi la strada del contributo pubblico attraverso le cosiddette tratte onerate, una dozzina di anni fa, probabilmente grazie al supporto decisivo di alcuni azionisti privati, hanno iniziato ad offrire uno sconto sulla fiscalitá aeroportuale ad un singolo vettore low cost di circa 3 milioni di Euro annui. In 10 anni, l'aeroporto in questione è passato da fare poche migliaia di passeggeri all'anno, a quasi 2 milioni di passeggeri l'anno, trasformandosi in un favoloso volano per il settore turistico della Sicilia Occidentale. Vedendosi arrivare torme di turisti stranieri, migliaia di residenti si sono trasformati in piccoli imprenditori turistici: soltanto a Trapani dal 2000 al 2015 il numero di bed & breakfast é salito da 0 a quasi 500.

Il risultato, in termini di presenze ed arrivi, é stato quello descritto da questa tabella:

Densità di arrivi e presenze su popolazione 2013 su 1998

Di fronte ad un +200% di presenze turistiche in 15 anni, come era logico attendersi, si è assistito ad un continuo incentivo a migliorare i luoghi, ad una maggiore attenzione dei cittadini rispetto alle controprestazioni fornite dagli enti locali.

L'intervento pubblico testé descritto era purtroppo fragile, e fatalmente destinato ad interrompersi perché non strutturale, ed infatti il Sig. Crocetta, una volta conquistato il governo della Sicilia, si è affrettato a tagliarlo, per motivi non esattamente comprensibili, ma non ci vuole molto ad immaginare che la fiscalitá aeroportuale è regressiva e non progressiva sopratutto perché "la politica è conflitto redistributivo: lo stato agisce nell'interesse dei gruppi sociali che lo controllano".

Quale classe politica riuscirebbe a spiegare agli elettori del Nord senza perdere consenso che i loro aeroporti dovrebbero pagare marginalmente di piú perché altrimenti gli aeroporti del Sud, e di conseguenza gli operatori turistici, non possono nemmeno sognare competere con i concorrenti spagnoli, greci o turchi?

Quale classe politica riuscirebbe a convincere gli azionisti ed i dirigenti di SAVE, che è una miniera d'oro, che una tale fiscalitá progressiva non fosse un attacco diretto ai loro profitti, ai loro dividendi, ai loro bonus, alla crescita ed allo sviluppo del traffico aereo e lo sviluppo del Veneto?

Non mi pare un aspetto che riguarda il solo trasporto aereo. Scioperi e disoganizzazione a parte, che pur vanno tenuti di conto, il turista guarda la qualità dell'offerta ed il suo costo. Le mete spagnole e greche da 20 anni e passa hanno superato l'Italia in termini di costo alberghiero e di ristorazione. Se poi il volo costa circa uguale (ammesso di partire e di arrivare, come i recenti fatti di Fiumicino insegnano) le cose non vanno a vantaggio dell'Italia. Anzi anche Portogallo e Turchia entrano in ordine di conto.

Il problema del turismo, mi smentisca chi puo', è che non puoi basare un economia nazionale su quello. Petrolio o non petrolio, il turismo per definizione è volatile. Oggi in spagna, l'anno prossimo in grecia, il prossimo ancora alle algarve, poi toscana (no costa troppo ma una volta ogni 10 anni si puo' fare). Sicilia o Liguria? Poi c'è la crisi e nessuno va in vacanza ed il PIL crolla. Ogni posto deve trovare qualche cosa di utile da proporre. Il turismo puo' essere sussidiario (10%) ma non la base su cui poggiare un'economia di un paese del G20 et similia.

Caro Alessandro, quindi , se capisco bene, il Sud viene penalizzato da 154 anni (dal centro nord, presumo).

Dici che potresti fare moltissimi esempi, poi ti limiti ad uno , ma premetti che l'argomento ha una rilevanza limitata : strano lo hai scelto tu.

Il tuo esempio mi sembra abbia una sua verosimiglianza , ma concludendo che Crocetta ha infine tagliato quell' agevolazione .. la colpa la fai ricadere sull' eventuale risentimento degli elettori del Nord: mi sono perso qualcosa ?

“Quale classe politica riuscirebbe a spiegare agli elettori del Nord senza perdere consenso che i loro aeroporti dovrebbero pagare marginalmente di piú perché altrimenti gli aeroporti del Sud, e di conseguenza gli operatori turistici, non possono nemmeno sognare competere con i concorrenti spagnoli, greci o turchi? “

Una classe politica che non aggiungesse anche questo ai privilegi già esistenti - Carlo Lottieri sul Foglio sostiene che : “Il risultato è che dieci anni fa (ma è difficile che siano molto mutati) un euro di spesa pubblica in Calabria costava alla popolazione locale 0,27 euro e in Lombardia 2,45 euro. “ e “..vi sono realtà come la Lombardia, l’Emilia e il Veneto che danno molto più di quanto non ricevano in servizi pubblici locali e nazionali. Nel quinquennio 2008-2013 la Lombardia ha perso circa 6.200 euro pro capite ogni anno, mentre emiliani e veneti circa 4.200 e 3.800 a testa. Questo significa che, in media, in un solo lustro una famiglia lombarda di cinque persone avrebbe visto scomparire 155 mila euro. In compenso, ogni siciliano ha potuto contare su una spesa aggiuntiva di circa 2.900 euro all’anno, ogni molisano di circa 2.500 e ogni siciliano di circa 2.000. “

www.ilfoglio.it/economia/2015/04/08/un-sud-drogato-da-politica-e-spesa-pubblica___1-v-127534-rubriche_c395.htm

Anche nello scritto di Michele Boldrin e Aldo Rustichini , La Crisi Italiana. Ipotesi sul Federalismo Possibile , si sostiene qualcosa di analogo :

Residuo Fiscale pro-capite per regioni (1989).

Regioni                  Entrate nette        Spese totali         Residuo pro-capite

Lombardia            7.274.966            4.889.624           2.385.342

Calabria                 2.652.144             8.537.772           -5.885.629

www.micheleboldrin.com/Papers/fed_italy.pdf;

Ancora i dati di questo complotto mi sfuggono.

p.s. Mi sa che Lo Bello non la pensa come te:

www.linkiesta.it/ivan-lo-bello-autonomia-sicilia-abolizione-intervista

Mario Metraglia

suggerimento pratico: taglino le spese dell'assemblea regionale siciliana, abolendo tutti gli straordinari per commessi impiegati e dirigenti, le indennità di funzione (presidente  di commissione etcc), i gettoni di presenza e tutti i rimborsi spesa per missioni per i consiglieri e gli assessori. Diano lo stipendio minimo per la funzione corrispondente a tutti i dipendenti, consiglieri compresi, in qualsiasi altra regione d'Italia (ovviamente senza promozioni preliminari da commesso a capo commesso con spada e fronde di quercia). Aboliscano tutte le consulenze esterne, salvo casi eccezionali da giustificare dettagliatamente e da retrubuire in parte a carico dello stipendio del consigliere o dirigente che propone la consulenza (vuoi una consulenza da 10000 euro sui carciofini di Cefalu? La regione paga 9000 euro e gli altri 1000 li mette il consigliere o assessore che la propone). Aboliscano i portaborse personali dei consiglieri e li sostituiscano con servizi collettivi a tutti i consiglieri del gruppo.  

 

Quando lo avranno fatto, usino pure i risparmi per sussidiare gli aereporti. Ovviamente, l'entità e la destinazione dei sussidi deveno essere definiti su parere di una commissione di esperti internazionali senza intervento delle autorità locali. Se manca qualcosa,  allora e solo allora possiamo provare a convincere gli elettori del Centro-Nord

PS io sono di origine siciliana come Massimo è campano e sono d'accordo con lui

Uno, lungo, spero di metterlo dopo se ho tempo: ottima analisi ma ROVESCI il nesso di causalita'! Se i turisti NON vanno in Sicilia ma vanno a Mallorca, chiedersi perche'. 

Uno, breve e semplice: Massimo sembra predicare invano anche con te. "Questa" classe politica siete voi (o loro, insomma chi vota in Italia), quindi quella del Sud e' i cittadini del Sud: se la sono scelta loro. Se non fa gli aeroporti, o i viadotti, il conto va presentato ANZITUTTO a chi continua ad eleggerli. 

l esempio dell aeroporto conferma che classi dirigenti e politiche mediocri governano in modo estrattivo e miope e allora?

perché dovrebbe esserci una penalizzazione aggiuntiva al sud?

ma la Sicilia  politici ne elegge ? I conti sul aeroporto li sanno fare ? se non hanno fatto nulla per promuovere il turismo con chi dovremmo prendercela ??

C'è una credenza annosa e dannosa che purtroppo è dura a morire. In estrema sintesi l'idea è che tutto o almeno parte delle disgrazie del sud derivi dall'ingiusto comportamento dello stato che, padre ingiusto, al nord costruisce autostrade ovunque e al sud relega ancora le ferrovie mono binario.

Oppure lo stato centrale ottuso che non capisce che deve ridurre i costi sugli aeroporti del sud e prendere i soldi possibilmente ai contribuenti del nord.

No, mi spiace, ma non è così. Saranno 150 anni che il sud elegge i suoi politici in parlamento? C'è andata gente del sud al governo? Ai vertici di confindustria? Era troppo chiedere a costoro di capire che un ritocco leggero alla fiscalità aeroportuale (magari di tutta Italia) avrebbe dato grande beneficio all'Italia tutta (perché se sale il Pil della Sicilia son contenti anche al nord)?

Il declino del meridione non è il risultato di una qualche tirannia o ingiusta penalizzazione decisa dallo stato centrale (a quale fine poi? Quello di aggravare gli oneri di sussidi indiretti indiretti a carico di chi produce?), ma il risultato delle scelte e dei comportamenti di una popolazione che negli anni ha lasciato che il malcostume diventasse cultura dominante. 

Lo stato centrale al sud ha fatto l imprenditore, la banca, ha sussidiato è finanziato (male) imprese, ha creato posti pubblici, etc certo, ha contribuito al consolidarsi di incentivi perversi, ma la domanda che dovreste farvi è perché se lo stato è centrale e la legge unica ci sono tante e tali differenze tra nord e sud? Quanto dell' assistnzialismo nocivo è frutto della mentalità di un popolo che ha sempre voluto 'chiagnere per flettere a chi ride'?

al tuo articolo ed al tuo commento, che mi trovano come sempre d'accordo (è incredibile), aggiungo una piccola nota polemica. Il pensare che possa esistere un Nord malvagio e "razzista", che penalizza sempre di proposito il Sud, è un modo di ragionare da "razzisti". Mi scuso per l'esempio esagerato ma è come i maniaci antisemiti, che vedono ovunque un complotto ebraico, ragionando loro da razzisti vedono razzismo in tutto quel che gli altri fanno. 

Mi sembra che anche qua ci sia il rischio di arrivare a toni simili

 

www.rischiocalcolato.it/2015/08/contro-il-cafone-collettivo.html

 

L'articolo linkato è stato scritto da qualcuno che ha il vezzo di insultare e denigrare gli altri per il solo scopo di elevarsi, non potendolo fare per pregi suoi particolari.
Qui nessuno oggi segue queste orme e se mai è capitato è stato rapidamente messo alla porta.

Due anni fa scrissi qui su nFA sul disastro futuro del Sud, non perchè la gente non trova l'aereo al giusto prezzo, ma perchè tutti gli indicatori economici e sociali dicevano che esistono ed esistevano due Italie, senza se e senza ma.
(Curiosità personale, per gli editors: nei collegamenti non c'è l'articolo, che parla appunto di Sud, mentre c'è il collegamento alle scie chimiche...).
Poichè non è cambiato nulla, ma proprio nulla (forse in peggio, ma non ho voglia di rifare la ricerca) non mi ripeto e non mi sovrappongo: oggi come allora ritengo urgente una sola cosa: una separazione (formale, sostanziale, di facciata dorica, di questo magari si può discutere per definire i contorni) del meridione che possa far sì che si possano adottare "quadri normativi" diversi fra le diverse aree del paese, magari rivedendo le tasse d'imbarco, se questo fosse il problema, e non il fatto che Punta Raisi e Trapani Birgi sono della robe costruita in mezzo al nulla, ma occorre inchiodare i meridionali di fronte al fatto che il Mezzogiorno è quel che è per la classe politica che ha eletto per decenni, e non per strane malvagità esterne (che magari ci sono, ma nessuno ha imposto di costruire la SA-RC in trent'anni senza finirla, o realizzare i viadotti su montagne franose).
Io, nei soldi che sono arrivati o arrivano al Sud per n motivi (UE, Lomabardo-veneti, superenalotto, pensioni, ma davvero discutiamo chi ci mette i soldi ?) vedo il problema, non la soluzione (stessa posizione di massimo famularo, ovviamente), mentre vedrei benissimo una troyka, ma anche una matrioska, qualsiasi cosa pur di non vedere le facce sudate di un Crocetta o le nuove arroganze di un Emiliano o un De Luca, l'emblema del prossimo sfascio del Sud, perchè costoro non rivendicano un passo diverso, ma solo "più soldi".
Ah, turismo = petrolio è una fesseria (e non sapete quanto mi sanguina il cuore dare ragione a Michele Boldrin, che per primo lo disse a una conferenza sul turismo a Napoli), ad esempio a Napoli abbiamo raggiunto una percentuale di occupazione alberghiera (con più posti lettodi qualche anno fa) di quasi il 70% su base annua.
Posti di lavoro: ZERO, salvo qualche cameriere o ragazzo di bar, posto poco qualificato e poco pagato. Il turismo NON è il petrolio, è un utile corollario a ben altra roba.

 

e non il fatto che Punta Raisi e Trapani Birgi sono della robe costruita in mezzo al nulla

 

 

Questa affermazione non la condivido (a meno che non la articoli meglio). Punta Raisi non é piazzato nel miglior punto possibile, ma Trapani Birgi (che é un aeroporto militare riaperto al traffico civile spendendo una ventina di milioni di Euro) é uno degli aeroporti meglio piazzati aereonaticamente di tutto il bacino del Mediterraneo (tant'é vero che in inverno c'é la gara a rischierarsi a Birgi, quest'anno ad Ottobre lo userá la NATO, che tra l'altro lo usa in continuazione come FOB per gli AWACS, per la Trident Juncture 2015, l'intervento in Libia di diversi paesi é stato fatto praticamente tutto da lí). A livello autostradale sono entrambi nella A29, a livello ferroviario stanno spendendo un miliardo e passa per il passante di Palermo (e.g. anche per migliorare il collegamento ferroviario con la stazione di Punta Raisi giá esistente da molti anni), ma riconosco bisognerebbe fare qualcosa in piú per Trapani Birgi (che ha una stazione a poche centinaia di metri, ma sostanzialmente inusabile).

 

 

ma occorre inchiodare i meridionali di fronte al fatto che il Mezzogiorno è quel che è per la classe politica che ha eletto per decenni, e non per strane malvagità esterne (che magari ci sono

 

 

Io ritengo che come non ci sono complotti, non ci siano necessariamente malvagità esterne o razzismo, o che comunque non siano certo sentimenti maggioritari.

Semplicemente "la politica è conflitto redistributivo: lo stato agisce nell'interesse dei gruppi sociali che lo controllano", e tra questi gruppi non ci sono mai stati la maggioranza degli elettori meridionali (nemmeno quelli mediani), e fino a quando il potere e gran parte del barattolo della marmellata rimane nelle mani dello stato centrale, non si riuscirá ad innescare retroazioni positive di crescita e sviluppo sia sociale che civile che economico.

Bisogna devolvere potere e responsabilitá, ma molto piú ai comuni, o a consorzi tra comuni, che alle regioni (che si potrebbero rendere piú efficienti con degli accorpamenti).

La stragrande maggioranza degli elettori siciliani che conosco, se hanno o se notano un problema, pensano che sia colpa del sindaco. I sindaci al momento sono dei parafulmini del potere centrale, sia quello vero e proprio che la sua declinazione regionale. A mio avviso gli amministratori degli enti locali andrebbero dotati dei poteri e delle responsabilitá che i cittadini si aspettano debbano esercitare.

stasera metto a posto 

Come li definiamo? Sotto i 30? Cosi' ci sto anche io per un qualche altro mese.

Hanno zero ambizioni e quando le hanno le hanno sulle cose sbagliate. Io rimango sbalordito ogni volta che torno, vedendo amici e coetanei che si accontentano di 4 soldi e un lavoro pessimo e neanche si prendono la briga di "provare" a cambiare (tipo imparando l'inglese).

Gli ambiziosi, invece, o finiscono a fare lavori sotto il pubblico o qualche monopolio garantito dal governo (medici, farmacie, eserciti, phd, etc.), o inseguono start up/idee di poco valore e/o che non sanno vendere.

Poi c'e' il problema della forma e dello status sociale: essere un medico di base salito su a botte di raccomandazioni e' ancora piu' status di uno che ha avuto successo nel privato andando all'estero o di un imprenditore.

Il problema con tutto cio' e' che la generazione futura sara' molto povera e avra' anche poco valore. Io non so come finira', ma penso male, specie quando i baby boomers cominceranno a none esserci e finiranno i soldi di papa' e mamma'.

Ieri servizio al TG Sky sull'alluvione a Rossano Calabro.  Intervista a signora che spala il fango e si lamenta del mancato aiuto dello stato. Giusto: lo stato deve aiutare i cittadini colpiti da calamità naturali. Stacco e intervista al ministro Galletti che dice che le alluvioni sono molto aggravate della cementificazione e dall'abusivismo edilizio. Domanda da fare alla signora (che ovviamente il giornalista non ha fatto): ma la sua casa è per caso abusiva e condonata? Perchè, se così fosse, varrebbe il vecchio proverbio - chi è causa del suo mal pianga se stesso...

Sempre nello stesso servizio, si mostra una cassa di esondazione trasformata in  agrumento (non ho capito se dello stesso torrente) con intervista al 'proprietario' - pare per usucapione. In un paese civile, non potrebbe accadere. Non sarebbe possibile crearsi un diritto di usucapione su un bene di utilità pubblica. Se le leggi lo permettessero, il governo dovrebbe approvare un decreto legge per la confisca immediata con ripristino a carico del 'proprietario' multa salatissima, che il parlamento  approverebbe con maggioranza bulgara. In un paese civile, i concittadini del 'proprietario, appena visti le prime piantine, si sarebbero precipitati in comune e le averebbe fatte togliere, se non per senso civico  per il proprio interesse. 

In un paese civile...

... scusi ma la sua casa è assicurata oppure no?
Perché in fondo il premio dell'assicurazione, se tutto è a norma di mercato, dovrebbe essere un indicatore della rischiosità dell'edificio in quel luogo. E male che vada una cosa è lamentarsi della mancata assistenza della comunità (che in primo luogo dovrebbe essere un'assistenza vicina, e via via sussidiariamente anche lontana) per spalare e liberarsi dal fango, ed altro è lamentarsi che i danni non li ripaghi nessuno. Meglio non assicurarsi (costo annuale sicuro) e confidarsi dell'aiuto della mamma/vacca Stato. Per entrambe le cose. Fango e risarcimenti. Ecco, vedi, il tuo messaggio non è per nulla OT. E vale per tutta l'Italia, non solo per il SUD.

Spero che Massimo non me ne voglia per aver incentrato parte della discussione con Riolo sui CPT (spero non OT) ma a parte certe divagazioni aereoportuali pare che la discussione si sia concentrata sul "fatto" o meno che certe misure rendano o meno la situazione sopportabile.

 

Non sarà che, forse, nonostante i numeri da tragedia dello Svimez, il mix di posti di lavoro pubblici o fintoprivati offerti dallo stato, insieme ad una certa “elasticità’” nell’applicazione delle regole, a conti fatti rende la situazione sopportabile?

 

C'è chi sostiene che i trasferimenti ci sono ancora, rendendo la situazione sopportabile (ma lamentarsi non nuoce mai, quindi meglio chiedere sempre) e chi dice che tutto sommato non ci sono piu' (se non consideriamo i trasferimenti previdenziali) e che quindi le lamentele sono giustificate e l'assfissia del meridione (rispetto a prima) piu' che oggettiva.

In entrambi i casi l'immagine qui sotto sembrerebbe giustificata: fame o non fame, chi chiede con insistenza ha piu' possibilità di ottenere.

Fame!!!

Sempre che a chiedere siano veramente "piccoli" e che ci siano adulti disposti a credere che i piccoli siano ancora tali.

Ti chiedo quindi se la discussione sui CPT ha senso per dimostrare il dimostrabile o per chiarire che non sono lo strumento per indagare sulla realtà. Se ne potrebbe fare un articolo ad hoc, se la redazione concorda.

 

Ti chiedo quindi se la discussione sui CPT ha senso per dimostrare il dimostrabile o per chiarire che non sono lo strumento per indagare sulla realtà. Se ne potrebbe fare un articolo ad hoc, se la redazione concorda.

 

Uno o più articoli sui CPT sarebbero da parte mia molto benvenuti. Idealmente, sarebbe interessante leggere un articolo scritto da chi è responsabile della loro compilazione.

Vorrei far comunque notare che la responsabilità politica ultima dei CPT è del Presidente del Consiglio, dato che vengono prodotti da un dipartimento appunto afferente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Mi stupirei se le strategie e le politiche del governo italiano non venissero in alcun modo influenzate, se non proprio plasmate ed indirizzate, dai risultati espressi dai CPT, quale che sia la loro affidabilità o il grado di confidenza con cui ognuno di noi li percepisce.

Se così non fosse, o se non fosse possibile renderli tali in tempi brevi e certi, i CPT non avrebbero alcuna valenza o utilità, e si configurerebbero come uno dei tanti sprechi di risorse dello stato centrale da cui liberarsi al più presto.

Secondo me molto utile. Potremmo porvare a buttare giu' qualcosa insieme se ti va.

Al netto di...talune dissonanze cognitive (la volpe e l'uva...??), di Bulgakov e Kafka, vi sono Magistrati che vivono sotto scorta - un grazie al Dottor Antonino Di Matteo - e camorristi che hanno dichiarato di avere comprato perfino talune sentenze. Enfasi d'obbligo.

Direi che servono l'esercito ed il Battaglione San Marco, con piena liberta' di ingaggio, carri armati, ed altro, anche per stanare latitanti quali..Messina Denaro, ed altri.

 

 Se anche la Camorra se ne va perché non più ha nulla da spremere, non si tratta di una straordinaria opportunità per chi ha voglia costruire qualcosa da zero senza dover fronteggiare l'invadente presenza di parassiti criminali e' una tragedia immane per il resto del Paese, caro Famularo.

Ora le 'ndrine si stanno infiltrando (anche) in Emilia Romagna..e la cosiddetta 'trattativa' e' con lo Stato Italiano.

Si', servono esercito, piu' Battaglione San Marco e basta sussidi. DO NOT FEED THE ANIMALS!!!

(anche perche' i sussidi finiscono alla Camorra!) A quale capacita' produttivaallude, scusi? Sentito parlare di robotica e droni??? Io ho anche letto un paio di analisi di impatto...

Non manca molto, per aversi una vera, e piena..Mafiolandia! Mi sfuggono le sue proposte concrete, infine. Forse il network a capacita' quantica che usa non le ha permesso di formularle...

Ma, per citare chi prima di me...bella 'filosofia' Emigrare e'  l'unica soluzione, soprattutto per chi  non guardi la televisione Italiana ed il festival di San Remo..

Serve un cambio radicale di paradigma, che un popolo conservatore e di 'destra' come quello Italiano, non supportera' ma...

 

 

Caro Famularo,  immerso nella splendida (dipende dalla zona) natura del Sud Italia (serve il porto d'armi, come a Milano? ad un amico, giorni, fa, stavano per rubare un Rolex, piu' auto e carte di credito..Questo e' Maxwell!) cerchiamo di essere MAXWELLIANI e bottom-up please.  Descartes, porta male, molto male. (cfr. le tasse che pagano i Francesi % of commercial profits. Pare sia ..the number of the beast...66.6%. pronuncia...cambriolage ). In Italia, la Balena Bianca fa perfino danni peggiori, come confermato dal Pontefice Gesuita (che mi piace. Ma Gesuita...). Gia' il dato nominale..e' da Terzo Mondo..

Mafia e' internazionale e cross-country, peraltro. un parrain de la Mafia, chef de la camorra napolitaine ou de la mafia sicilienne, o picciotto, come gars, garçon. Se investo al Sud, NPV, ritorno sugli investimenti? Quanto costa e quanto ricavo se investo, say, in Cina, o emerging?

La Mafia sta comprando tutto, anche fuori dall'Italia e dal Sud Italia. Ed esiste da circa 200 anni. Questo il tema che non vedo affrontato. O accenni ai CTP. Ma avete visto i residui fiscali Nord/Sud???

Una risposta meno 'epistemologicamente' orientata e bottom-up al suo:

 

 la corruzione, il malcostume, il clientelismo e i politici incapaci sono malattie venute dallo spazio o il prodotto della tolleranza, del voto di scambio e, in ultima analisi, del comportamento e delle scelte operate da chi risiede in una zona?

 

Lo chieda a Craxi. Quanti sono i comprati? Da quanti decenni? Il monopoli-O televisvo? Posso aprire un network in Sicilia? Chieda a lei, una giornalista molto brava. Legga il bold.

www.nytimes.com/2012/10/08/world/europe/in-italy-calabria-is-drained-by-corruption.html

The problem here is political,” said Mr. Varano, as he looked out at Sicily across the Strait of Messina from Reggio Calabria. “Once the South was a reservoir of manpower, but in the ’70s, there was an exchange: It became a big reservoir of consensus,” he added, referring to the votes from Calabria that have helped every government of the last 25 years stay in power.

Spiace per i toni, ma non puo' pretendere che simil giaculatoria un po' alla peace&love (pronuncia alla Libro Cuore), sortisca esiti migliori. Numeri e metrics, e poi ne riparliamo.

tasse: giu' di 20 punti percentuali. Non lo dico io. Lo dicono (nominal) World Bank, i COFOGs, ed n studi (n.b. ad harvard fanno ancora case studies su Chrysler e fiat......Chapeau a Marchionne, uno che chiamerei a scrivere e fare cose molto, molto, sensate). Gli investitori non leggono De Amicis (pronuncia Topolino..)  

Anzi, lo dice il net present value! Gli investitori, non leggono Topolino...

Peace&Love. Spieghi gli algoritmi, li' dove si trova...viviamo nella ICT, magari fanno soldi ..

evoca sedute spiritiche alquanto sorprendenti. Good luck, Mr. ND!

Io ci saro'. Vengo da Londra. Ho detto del mio colloquio con il ragazzo Siculo-INGLESE. Questo e' MAXWELL, come un economista ben dovrebbe sapere. bottom-UP, e non viceversa. E lo dico fuor di gusto per la sprezzatura, e a prescindere da phd e qualche altro pezzo di carta. ci sara' anche il Dott. Famularo, che lavora per alcuni amici, ex GSachs e non solo? oppure ancora a riparare il laptop...still striving hard to win against the web oppression?

 

 

Il 3 settembre 1982 la mafia uccide a Palermo il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, sua moglie Emmanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Non fu solo mafia: dalla Chiesa fu vittima di una convergenza di interessi. La sera stessa dell’eccidio la cassaforte in prefettura fu violata e le sue carte sparirono. Come poi succederà per i file di Falcone e l’agenda rossa di Borsellino. Dalla Chiesa era considerato dagli italiani l’eroe che aveva sconfitto il terrorismo, ma non piaceva al potere. Dopo un’intera vita dedicata a far vivere il senso dello Stato costituzionale, a Palermo fu abbandonato al nemico, fino alla morte.


 

  • Giovedì 3 settembre ore 18.30
  • Piazza Diaz – Monumento al Carabiniere
  • Milano riconoscente ricorda il sacrificio di
  • Carlo Alberto dalla Chiesa, Emmanuela Setti Carraro e Domenico Russo
  •  
  • Intervengono
  • Nando dalla Chiesa, figlio
  • Rosario Pantaleo, consigliere comunale Comune di Milano
  • Carlo Smuraglia, presidente nazionale A.N.P.I.
  • Letture di Filippo Ughi accompagnate dal maestro Raffaele Kohler alla tromba
  • Cittadine e cittadini sono invitati a portare un fiore ed un pensiero da leggere o appendere
  • Coordina
  • Giuseppe Teri, Libera

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General Dalla Chiesa went under strong criticism from the left because of his successess in the struggle againts left-wing terrorism.

Now the 'reformed' (?) left celebrates him as a victim of the same Republican state that he defended.

What's the truth?

Fino a pochi anni fa, qualsiasi discussione sul Sud degenerava in un match di pugilato tra 'terroni' e 'razzisti', con il risultato di ridurre tutto ad un'inutile rissa emotiva. Per fortuna, poi, ci sono pezzi come questo, che stanno diventando più frequenti, man mano che la questione meridionale viene messa a fuoco per quello che è: la degenerazione di un problema innanzitutto italiano, perché, a dire il vero, siamo tutti terroni e, in embrione, anche al Nord succedono spesso cose simili, magari in chiave minore (come peraltro suggerito dall'autore).

A me la soluzione del minor stato e maggiore spazio agli individui piace tantissimo. Il problema è che è difficile dargli una forma precisa. In Italia, quando lo Stato riduce il proprio perimetro diventa l'occasione per pilotare l'evento a favore di qualcuno. Così tutto cambia perché nulla cambi. Bisogna evitare che, invece di creare un vero libero mercato, i soliti gruppi trasversali ricompaiano, cambiando semplicemente pelle, pronti ad appropriarsi delle risorse protetti da un cordone sanitario di corrotti (giudici, tecnici dei comuni o dei ministeri, funzionari delle Autorità, politici di vario rango, esponenti delle forze dell'ordine, eccetera eccetera). Basta parlare con qualche imprenditore sano, leggere gli atti di qualche indagine o qualche sentenza per capire che, nel nostro paese, i mezzi per inquinare la concorrenza (da quelli illeciti a quelli - formalmente - leciti) esistono e sono ampiamente utilizzati.

La discussione stato-mercato, allora, può facilmente diventare uno specchietto per le allodole: mentre noi siamo qui a discutere, in qualche segreta stanza si ordisce un piano che consente ai soliti noti ('imprenditori del 'salotto buono' di turno, criminalità organizzata, o una combinazione dei due) di occupare irriversibilmente lo spazio economico, dietro ad un liberismo di facciata. Poi lo sapete come va a finire, no? Una volta creato il mostro, non lo si riesce più a distruggere, perché a quel punto ci sono sempre i poverini che "tengono famiglia".