Autocompiacimento etico lamentoso e familismo amorale

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La domanda di una studentessa e la risposta del Ministro.

I fatti:

  1. una ragazza di 14 anni non è ammessa al Liceo Classico di Novi Ligure che raziona i posti per mezzo di una lotteria;
  2. la ragazza scrive una lettera al Ministro dell'Educazione lamentando i tagli di bilancio, e la lettera viene pubblicata su La Stampa;
  3. il ministro risponde, sempre su La Stampa, che i tagli nulla hanno a che fare col razionamento dei posti.

La lettera contiene il seguente periodo:

Mi stavano dicendo che io non potevo frequentare il liceo classico. Ci sono rimasta così male. Il classico era la mia scelta, la mia ambizione, il mio sogno. Sono triste e arrabbiata. La mia famiglia e i miei insegnanti mi hanno sempre parlato di impegno, di diritti e doveri, di scelte consapevoli. Non mi hanno mai parlato di «sorteggi» e un po’ sono arrabbiata anche con loro.

Ma basta! Questo è (migliori definizioni sono incoraggiate) autocompiacimento etico lamentoso -  "la mia famiglia e i miei insegnanti mi hanno sempre parlato di impegno...." Ma vai al Liceo Classico del paese a fianco, a quello del paese all'altro fianco, fai lo scientifico (che è ottimo) e studia il greco di per conto tuo, ... ci sono un mucchio di cose che uno può fare prima di lamentarsi col Ministro, a mezzo stampa per giunta.

Se è il tuo "sogno"! Fai qualcosa di vero per realizzarlo. Ma i tuoi insegnanti e i tuoi genitori ti hanno insegnato che i sogni sono un diritto? Che alla sfiga si reagisce scrivendo ai potenti? I genitori quelli sono, ma cambia insegnanti. In Cina i ragazzi della tua età per poter seguire i propri sogni accademici prima fanno un concorso durissimo, poi i migliori (pochissimi) lasciano i genitori e vanno a studiare a Pechino o a Shanghai o dove tocchi .... E il primo degli esclusi al concorso? Che dire della sua sfiga? Chissenefrega dei Cinesi, dirai tu, e hai assolutamente ragione - ma un piccolo sforzo per il tuo sogno forse vale la pena. Credi a me, vai alla scuola del paese in fianco. Te lo dice uno che all'età tua andava a scuola in autostop.

E poi, cara la mia ragazza, un consiglio spassionato (me lo posso permettere, probabilmente sono più vecchio dei tuoi genitori): non farti mai scrivere le lettere dai genitori (o da altri amici e parenti adulti). Sai perche'? Perche' si vede! I gggiovani della tua età non scrivono cose così  banali, vecchie, retoriche, motivate da diatribe politiche di piccolo conto. E quella frase sul futuro?

E ho anche un po’ di paura per il futuro. Quando sarò grande e cercherò un lavoro, sorteggeranno ancora per vedere se c’è un posto per me? Quando sarò vecchia e malata e non ci saranno abbastanza posti negli ospedali, sorteggeranno per vedere se potrò essere curata? Cosa farò se, come ora, non sarò abbastanza fortunata?

Ma dai, chi può credere che l'abbia scritta una ragazza di 14 anni?  È orribile, credimi.

E veniamo ora alla risposta del Ministro, che finisce così:

Tuttavia spero che, nella composizione dell’organico di fatto, sia possibile iscriverti all’istituto che hai scelto. Mi attiverò personalmente per verificare se questo tuo desiderio possa essere realizzato.

Si "attiverà personalmente", Ministro? E ri-basta! Questo è familismo amorale. Ministro, cosa insegna alla ragazza, ai lettori de La Stampa? Che alla sfiga si risponde facendosi scrivere una lamentosa lettera da indirizzare ai potenti? C'e un limite ai posti al Liceo Classico di Novi Ligure o no? Basta fare umma umma col Ministro per risolvere i problemi? Se proprio vuole fare un favore personale alla ragazza lo faccia discretamente, non facendo sapere alla stampa che lei è una "mamma buona". Il coraggio e la responsabilità delle proprie azioni? Ministro!

E poi, caro Ministro, un consiglio spassionato (me lo posso permettere, sono più vecchio di Lei): ci guardi dentro a questa cosa, che la lettera potrebbe averla scritta il preside o un insegnante del Liceo cui hanno tagliato i fondi.

E infine a chi ha scritto la lettera, vorrei dire che le lotterie per un posto a scuola si fanno (oltre che in dozzine di altri paesi del mondo) anche negli Stati Uniti - nei ghetti duri, dove non entrare nella scuola che fa la lotteria è davvero una rovina esistenziale. E se capisco bene il pensiero di chi ha scritto la lettera immagino una reazione del tipo, infatti, "lì ci vuole portare la Gelmini, coi suoi tagli, ad un sistema scolastico classista come quello amerikano,.....". Non ho intenzione alcuna di difendere il sistema scolastico amerikano, però faccio notare che i problemi delle lotterie nei ghetti, i limiti all'entrata nell scuole (pubbliche!) di qualità, sono li' voluti dai sindacati degli insegnanti. Si guardi il documentario (che consiglio a tutti) The lottery e dia un'occhiata al website. Vale la pena, le assicuro.

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Commenti

Ci sono 148 commenti

Beh! Il compassionevole paternalismo o maternalismo trattandosi di ministra, non riguarerà certo le logiche considerazioni dell'articolo ma, magari, qualche voto da acchiappare per sé o per i propri cari. E l'intervento personale divino del ministro reso pubblico, sarà magari celebrato come positivo. C'è da aspettarsi di tutto. Che genitori, insegnanti e ministro non abbiano detto alla ragazza di rompersi le gambe andando a piedi al paese vicino se il sogno lo aveva davvero ed era tanto forte, è una costante che spiega l'ignavia ed il familismo italioti

Vedere anche questa ...

In Italia .... si scrive al Ministro!

 

In Italia .... si scrive al Ministro!

 

 

da quando non c'è più il Costanzo show

In Russia uno dei modi di far vedere l'operosita' ed esaltare il buonismo dello Zar era lo stereotipo "la gente a cui ho demandato gli incarichi sono degli imbecilli. Arrivo io e sistemo tutto.". Era un modo di scaricare le colpe. Mi pare che si stia prendendo questo andazzo....

 

Ma dai, chi può credere che l'abbia scritta una ragazza di 14 anni?

 

A pensar male si commette peccato, ma molte volte ci si azzecca. GA.

Tre considerazioni

1) Premesso che anche io non sopporto lettere scritte dai genitori a nome dei figli, avrei voluto sentire da voi almeno un accenno al fatto che la lotteria non ha nulla, ma NULLA, a che fare con la promozione del merito

2) Non sottovalutiamo i teenager del Nord Italia. Certi sarebbero capaci di scrivere una lettera che sa di vecchio. Giusto pochi giorni fa ho conversato con un 18enne di Gallarate, convinto elettore della Lega, il quale, con dovizia di argomentazioni, sosteneva che lo stato non può che continuare a elargire stipendi ai dipendenti pubblici fannulloni, tanto in Lombardia quanto in Calabria, perché altrimenti si perde il consenso (ovviamente è liberista anche lui, ma si rende conto che la Lega non può sostenere posizioni liberiste nel mercato del lavoro, quindi lui a malincuore si adegua). Con un tono seriosissimo e per niente bambinesco, sembrava di sentire Mastella. La cosa sconvolgente era la totale mancanza di idealismo adolescenziale. Ok, 18 non è 14, però comunque…

3) Sulle scuole americane. Sbaglio, o il disastro della scuola media pubblica americana, quale che ne sia la causa, rischia di portare allo spopolamento delle loro famose università d'eccellenza, appena diventerà chiaro che studiare in Cina o in India è meglio ed anche più conveniente? È una mia previsione a lungo termine, direi una trentina d'anni. So da qualche fonte—che ora non ritrovo più—che ad Harvard circa il 50% degli iscritti sono stranieri (ovviamente molti asiatici). Cosa succederà quando semplicemente i cinesi rimarranno a studiare in Cina e gli indiani in India, anziché iscriversi nella costosa Harvard?

Sul primo punto hai ultraragione, Artemio. Provo a metterci una pezza io. Sì, la lotteria è un meccanismo delirante per assegnare posti razionati nella scuola pubblica. La quantità di criteri più sensati che si potevano immaginare è enorme (ammettere prima quelli che hanno preso ottimo all'esame di terza media; ammettere prima quelli che hanno un reddito più basso; ammettere in base a un test d'ingresso; usare criteri multipli con un peso ciascuno; etc. etc.) , ma bisogna fare un qualche sforzo per pensare e magari chiedersi sul serio quali sono gli obiettivi della scuola. 

Tra l'altro, se la ragazza viene alla fine ammessa per quale cavolo di ragione gli altri esclusi non dovrebbero far ricorso al TAR e farsi ammettere pure loro? Che pena.

Sono d'accordo che una volta stabilito il criterio di ammissione è ingiusto fare eccezioni, specialmente sulla base di lettere aperte. Detto questo, però, il criterio di ammissione in sé è scandaloso, specialmente perchè stiamo parlando di un caso in cui l'istruzione oltre a essere un diritto è anche un dovere (visto che parliamo di scuola dell'obbligo).

Artemio, Piero, Sandro, il mio riferimento agli Stati Uniti e al documentario aveva proprio il significato di argomentare che fare le lotteria e' cosa deficiente. 

Artemio, ti assicuro che ad Harvard non ci sono 50% di stranieri (a meno che non consideri stranieri gli asiatici immigrati in US - prima o seconda generazione) al college. Al dottorato si'. 

Non sono d'accordo. Trovo il meccanismo del sorteggio assolutamente ingiusto: perchè non ammettere i 32 ragazzi con i migliori voti alle medie inferiori? Non dovrebbe partire da qui la meritocrazia di cui tanto si parla? Perchè una ragazza, magari con tutti 10 alle medie, dovrebbe iscriversi allo scientifico piuttosto che al classico in virtù di un sorteggio? Ma stiamo scherzando?

p.s. bruttissimo il tono della lettera, vergognosa la risposta del ministro che si "impegnerà personalmente", da rimanere senza parole.

Nessuno dice che deve fare lo scientifico. Ma "fare lo scientifico e studiare il Greco di per conto suo" ammetterai che e' una possibilita'. E' assurdo, naturalmente, ma e' naturale risposta ai capelli strappati dalla ragazza cui hanno tolto "il sogno". 

Nessuno dice che le lotterie siano cosa buona e giusta. Ma bisogna vedere cosa succede se uno perde la lotteria. Ad Harlem sono c... amari; a Novi Ligure vai ad Alessandria. Non esageriamo con i lamenti. Ogni tanto uno deve anche accettare la realta' che non ci piace e reagire.

Ho controllato, ad Alessandria c'e' un Liceo Classico - Alessandria sta a 24 km da Novi Ligure

hai per caso anche visto i criteri di ammissione del classico di Alessandria?

Per esempio a Milano non accettano più gli allievi residenti nei comuni limitrofi.

Certo il sorteggio permette qualche favore in più agli amici rispetto il voto di III media che è oggettivo ed è quindi più rispettoso della nostra tradizione.

C'e' anche a Tortona - 18 KM.

Io sono ovviamente d'accordo con chi dice: i criteri di ammissione dovrebbero essere meritocratico-egalitari, oltre che trasparenti ed obbiettivi.

Forse qualcuno crede che Alberto non lo sia?

Era necessario che riscrivesse un altro articolo per spiegare che a lui sembra che l'unico criterio di progressione scolastica pubblica debba essere "vinca il migliore"? Spero di no.

Quindi? Quindi tutti questi commenti su "la lotteria è un criterio assurdo" sono esercizi di benaltrismo che sfonda porte aperte e che guarda da un'altra parte di fronte alla questione, sottile ma importante, che Alberto solleva. Che è di cultura nazionale.

- Una ragazzina probabilmente "coaudiuvata da familiari/amici" per scrivere la lettera di polemica politica;

- Una cultura dei "sogni come diritti" che lo stato deve soddisfare: nella vita non esiste la sfiga contro cui devi arrangiarti da solo, nella vita la "società" ti deve quel che vuoi che ti debba;

- Nessuna, ma proprio nessuna cultura del merito: la ragazzina NON ha scritto "io sono la più brava della classe, io ho tutti 9 o 10, io ho fatto questo e quello e me lo merito, il classico vicino a casa";

- E, ovviamente, una cultura del politico come principe che dispensa prebende ai sudditi: chiedi al signore ed il signore ti concederà il privilegio. Se gli conviene, ovviamente: questa volta Gelmini ha deciso che, vista l'esposizione mediatica, le conveniva concedere medievalmente el "ghe pensi mi"!

Insomma, un paese di servi sfaticati ma furbi e di signori incompetenti ma populisti.

L'Italia di BS e D'Alema, appunto.

Alberto lo ha detto fin dall'inizio cosa pensa dell'estrazione come principio per l'ammissione e penso che questo fosse chiaro a tutti, appunto, fin dall'inizio. Così come è chiara l'intenzione dell'articolo. Ma il punto, a mio modesto avviso, è che qui si sta applicando un ragonamento generale sacrosanto (le regole si rispettano, non è giusto fare i furbi e appellarsi al potente di turno per eludere le regole, ecc) a un caso che non si presta molto bene a questo ragionamento visto che la regola di cui stiamo parlando, e che la ragazza (o chi per lei) non accetta, è in effetti ingiusta. Secondo me questo fa la differenza e rende in un certo senso meritoria un'iniziativa come quella lettera anche se fatta per interessi puramente personali (lo so anch'io che la ragazza ha scritto solo per il proprio tornaconto) visto che evidenzia una regola ingiusta e che va cambiata.

Io che vivo e sopravvivo in Italia devo ammettere che, leggendo le prime righe del post mi sono subito posto dalla parte della ragazzina. Poi, leggendo il resto mi sono accorto di che errore madornale stavo facendo ed allora mi sono reso conto, per l'ennesima volta che, indipendentemente dalle letture che si possono fare o dalle idee di indipendenza intellettuale che si crede di avere, il punto, credo, è che il vivere in questo brodo di familismo e mancanza di meritocrazia, comunque ci influenza in maniera radicale...

Io un po' me la immagino questa ragazzina: una che ha sempre studiato, che prende ottimo ai temi di italiano (ci sono sempre i temi? si usa sempre l'ottimo?), anche perché altrimenti al liceo classico non ti viene voglia di andare.

Poi viene esclusa, ci rimane male, piange, si arrabbia, urla un po' "io faccio questo, io faccio quello, non è giusto, m'incateno davanti a scuola, telefono al sindaco, scrivo al ministro". "E scrivi al ministro", le dicono i genitori. Lei, che è brava in italiano e qualche volta legge La Stampa che compra il papà, scrive la letterina e la fa rivedere dai genitori, che magari la scorciano, tolgono qualche cosa catastrofica, ma non la cambiano più di tanto. Poi si fa aiutare a spedirla nel modo giusto via internet o via posta.

Questa, almeno è l'immagine che ho io.

Per questo, posto che l'argomento è meritevole di dibattito, non mi metterei a pontificare sulle intenzioni di una *quattordicenne*. O forse noi a quattordici anni eravamo tutti perfettamente responsabili, e con uno sviluppatissimo senso dell'opportunità politico sociale delle nostre azioni?

Anche assumendo che la vicenda si sia svolta come tu immagini, stile famiglia Ingalls***, le riflessioni che fa Alberto rimangono valide e non sono il processo alle intenzioni di un quattordicenne quanto l'analisi di una mentalità. Una mentalità dove i sogni sono un diritto a cui deve provvedere lo stato, dove fare 18Km per realizzarli diventa un'ostacolo insormontabile e dove lo stato si muove ad personam per raccattare qualche consenso elettorale. Mentalità radicata, tant'è che Alberto ipotizza la lettera sia scritta da adulti e non dalla quattordicenne. Le critiche non sono alla quattordicene ma al paese in cui si vive.

Aggiunta:

***Ho sbagliato esempio! Ho appena scoperto che Laura Ingalls era la madre di Rose Wilder Lane tra le fondatrici del Partito Libertario Americano

 

Vorrei scrivere un pensiero che mi è venuto leggendo il titolo di quest'articolo ma che interessa chi scrive su questo sito.

L'autocompiacimento etico lamentoso è spesso uno sport legato alla critica del "familismo amorale". Con questo intendo dire che esiste oggettivamente un modo di parlare di cose italiane che richiama la categoria del "familismo amorale" su nfa o su trasmissioni come Report, ma anche da chi parla in modo disinformato della cultura "del calcio in culo".

In altre parole io registro che si parla spesso di "familismo amorale" sia che ci si avvalga delle raccomandazioni o le si critichi, sia che le si critichi per avvantaggiarsene perchè non c'è rimedio, sia che si traggano vantaggi e basta. Insomma questa frase "familismo amorale" risuona molto nelle orecchie di un italiano, sia che viva negli Stati Uniti o in Italia.

Ora, vorrei dire che la genealogia di questo termine è molto sgradevole, perchè viene da un intellettuale americano che si è recato nel sud italia per fare una ricerca che ha portato a un libro intitolato The Moral Basis of a Backward Society. Questo libro è stato pubblicato nel 1958 e ha influenzato l'atteggiamento politico americano nei confronti del nostro paese. Questo libro ha anche influenzato scritti successivi, anche recenti come ad esempio il libro di Putnam Making Democracy Work del 1993, nel quale si riprende il tema di come da Roma in su gli italiani hanno storicamente sviluppato un senso civico, mentre al sud l'ethos clientelare è per lo più dovuto al fatto che da Roma in giù gli italiani sono stati sudditi (anche a leggere le analisi del prof. Ginsborg si riscontra il tentativo di mettere in relazione lo sviluppo economico con la presenza o assenza di un "senso civico" o una "cultura politica").

Ora la mia research question è questa: detto che il meridione italiano è meno avanzato del nord italia e detto che la cultura politica "italiana" lasci a desiderare e debba essere legittimamente studiata, discussa e criticata, non è che la continuazione di un discorso sul "familismo amorale" in Italia, cioè di una categoria sviluppata da un americano che voleva convincere i suoi connazionali dell'urgenza di un intervento merikano nell' area sottosviluppata, arretrata e moralmente diversa del meridione italiano finisca col "meridionalizzare" l'Italia?

Ripeto la research question: Non è che l'Italia venga vista come un Mezzogiorno rispetto ad un vago  Settentrione merikano, soprattutto dagli italiani stessi, sia all'estero che in Italia?

Mi chiedo questo anche in relazione ad un altra sensazione: noto che molti giornalisti fanno continuamente riferimento ad un referento esterno, "i paesi civili", "i paesi seri dove questo non sarebbe mai stato possibile", etc... spesso maldefinito, una specie di giustapposizione con la quale si cerca di stroncare ciò che ci piace, ma anche di puntellare ciò che ci piace dell'Italia. Basta far riferimento ai "paesi seri". (non sto dicendo che questo sito non fa analisi serie. Dico che anche un giornalista o studioso che dà notizie" e "analisi" può infarcire le informazioni e i suoi argomenti e tabelle con una retorica verbale che io non sempre condivido perchè è genericamente ripetitiva).

Questo modo di parlare per me è indicativo di un rapporto deformato fra gli italiani e la rappresentazione del loro paese e che questo rapporto deformato possa essere inventariato sulla base di una analisi storica che invece di guardare a riforme e controriforme, civiltà comunali e dominazioni che ci rendono ciò che siamo e che non ci piace guardi invece a come il modo in cui parliamo di noi stessi è filtrato da testi come quelli sul meridione italiano zeppi di razzismi pseudo-scientifici e storico-letterari che forse, più di quanto noi siamo disposti ad ammettere, hanno indirettamente contribuito, quando non spianato la strada, al mantenimento dell'arretratezza e del degrado di una cultura che si riconosce come subalterna.

Certi discorsi sul familismo amorale suonano come pessimistici, rassegnati e un poco razzisti. Mi spiego. Quelli che fanno riferimento al familismo amorale e che passano per essere degli intellettuali progressisti o persino dei sociologi nutrono di solito con ambivalenza scarse speranze sulle possibilità che l'Italia possa migliorare un po come facevano Sciascia o Tommasi da Lampedusa nel Gattopardo. Insomma non voglio dire che le critiche al familismo amorale siano in mala fede perchè i problemi in Italia ci sono e sono gravi, però magari se ne può parlare diversamente e con meno determinismo e rassegnazione. Secondo me nell'accusa di familismo amorale come cifra della realtà italiana si avverte in modo quasi impercettibile ma costante una vocazione e una nostalgia lombrosiane.

Vivo e lavoro a Napoli. Chiamalo come vuoi, ma veramente il sistema di relazioni sociali è quello. Non dico che sia giusto o sbagliato, perchè conosco tanti casi in cui le relazioni familiari hanno portato a sviluppi interessanti, è la degenerazione che ne fa un "familismo amorale", è la logica "senza raccomandazione non arrivo da nessuna parte" a essere pericolosa, non il fatto di chiedere cose e competenze a  persone di cui intrinsecamente ti fidi, in quanto appartenenti al tuo nucleo familiare.

Discorso complesso, a me personalmente non dà alcun fastidio la definizione "familismo amorale", quando sfrutti i rapporti di consanguinità per avvantaggiarti in maniera scorretta.

 

Ripeto la research question: Non è che l'Italia venga vista come un Mezzogiorno rispetto ad un vago  Settentrione merikano, soprattutto dagli italiani stessi, sia all'estero che in Italia?

Mi chiedo questo anche in relazione ad un altra sensazione: noto che molti giornalisti fanno continuamente riferimento ad un referento esterno, "i paesi civili", "i paesi seri dove questo non sarebbe mai stato possibile", etc... spesso maldefinito, una specie di giustapposizione con la quale si cerca di stroncare ciò che ci piace, ma anche di puntellare ciò che ci piace dell'Italia. Basta far riferimento ai "paesi seri". (non sto dicendo che questo sito non fa analisi serie. Dico che anche un giornalista o studioso che dà notizie" e "analisi" può infarcire le informazioni e i suoi argomenti e tabelle con una retorica verbale che io non sempre condivido perchè è genericamente ripetitiva).

 

 

Secondo me in parte hai ragione. Io sono siciliano e mi ha sempre colpito l'atteggiamento di un mio zio che, trasferitosi al nord in giovane età, appena messo fuori il piede dal c.d. mezzogiorno ha maturato una fortissima "puzza sotto al naso" nei confronti di tutto ciò che è sud e di tutto ciò che egli stesso fino a poco prima faceva e pensava. Secondo me è solo una manifestazione particolare di un forte complesso di inferiorità collettivo.

E' così ovvia la struttura del sistema italiano che non c'è nemmeno bisogno di parlarne, tuttavia, non vedo in alcun modo come possa ritenersi quella lettera un'espressione del familismo amorale ecc. ecc.

La ragazza (o chi per lei) ha solo criticato un criterio di selezione stupido. Non ha in alcun modo nè detto nè fatto intendere che i suoi sogni debbano essere considerati diritti. Non ha in alcun modo chiesto nè direttamente nè indirettamente un intervento del ministro. Non ha in alcun modo espresso l'impossibilità o la mancanza di volontà di iscriversi ad un liceo diverso. Ha solo detto: "Hey, ma non sarebbe più opportuno utilizzare criteri di selezione diversi?". L'articolo, sinceramente, mi sembra un processo alle intenzioni...

 

 

Impagabile.

Se l'ha teorizzata un amerikano e poi un altro ed un altro ancora l'hanno adottata ed ora ci sono questi italianifintimaamerikaniveri che pure la usano per dire che l'Italia è un paese in permanente sottosviluppo, deve essere farina del sacco del diavolo. Anzi, di sicuro c'è un complotto, probabilmente anglosassone.

Veramente incredibile ciò che una decrepita ideologia nazional-popolare può fare alla testa della gente, ed alla loro capacità di osservare il mondo in cui vivono.

 

Ora, vorrei dire che la genealogia di questo termine è molto sgradevole, perchè viene da un intellettuale americano che si è recato nel sud italia per fare una ricerca che ha portato a un libro intitolato The Moral Basis of a Backward Society.

 

Puoi spiegarti meglio??? E' "molto sgradevole" perche' viene da un intellettuale americano???  Ho letto due o tre periodi dopo questa frase sconcertante e non capisco per quali motivi razionali e difendibili l'origine del termine sia per te "molto sgradevole". Non mi sembra un modo serio di argomentare.

 

Questo libro è stato pubblicato nel 1958 e ha influenzato l'atteggiamento politico americano nei confronti del nostro paese. Questo libro ha anche influenzato scritti successivi, anche recenti come ad esempio il libro di Putnam Making Democracy Work del 1993, nel quale si riprende il tema di come da Roma in su gli italiani hanno storicamente sviluppato un senso civico, mentre al sud l'ethos clientelare è per lo più dovuto al fatto che da Roma in giù gli italiani sono stati sudditi (anche a leggere le analisi del prof. Ginsborg si riscontra il tentativo di mettere in relazione lo sviluppo economico con la presenza o assenza di un "senso civico" o una "cultura politica").

 

Quanto qui ricordato va nella direzione di mostrare come quel lavoro sia stato e venga ancora considerato valido e le sue tesi continuano ad essere condivise e anzi a trovare nuovi supporti empirici.

 

non è che la continuazione di un discorso sul "familismo amorale" in Italia, cioè di una categoria sviluppata da un americano che voleva convincere i suoi connazionali dell'urgenza di un intervento merikano nell' area sottosviluppata, arretrata e moralmente diversa del meridione italiano finisca col "meridionalizzare" l'Italia?

 

Che razza di ragionamento e' questo?  Non si dovrebbe usare il termine "familismo amorale" perche' sarebbe proprio questo a meridionalizzare l'Italia?  E di nuovo, perche' l'origine sarebbe americana?

 

Ripeto la research question: Non è che l'Italia venga vista come un Mezzogiorno rispetto ad un vago  Settentrione merikano, soprattutto dagli italiani stessi, sia all'estero che in Italia?

 

E allora? Non vorrei che tu faccia un errore di fondo, che tu ritenga che tutto quanto venga scritto o detto sia fondato sul nulla e abbia unicamente qualche scopo recondito.  Questo potra' essere vero per il 99% delle chiacchiere dei politici italiani e per il 99% dei talk show e degli articoli di giornale italiani, ma esistono anche Paesi civili e studiosi seri che prima raccolgono dati, poi li studiano, e poi cercano di derivarne delle conclusioni, senza necessariamente avere fini reconditi.

 

noto che molti giornalisti fanno continuamente riferimento ad un referento esterno, "i paesi civili", "i paesi seri dove questo non sarebbe mai stato possibile", etc... spesso maldefinito, una specie di giustapposizione con la quale si cerca di stroncare ciò che ci piace, ma anche di puntellare ciò che ci piace dell'Italia. Basta far riferimento ai "paesi seri".[...] Questo modo di parlare per me è indicativo di un rapporto deformato fra gli italiani e la rappresentazione del loro paese

 

Come mostra C.Duggan, questa percezione dell'Italia come nazione inferiore alle altre data almeno dall'inizio del 1800.  Non sara' che ci sono validi motivi che ampiamente giustificano questa persistente percezione?  Secondo te il livello di civilta' italiano e' simile a Francia e Germania?  Le cause civili per esempio durano tempi paragonabili? L'assegno per un invalido al 100% e' di entita' comparabile? Scrivendo ad un ufficio pubblico italiano si ottengono risposte con la stessa frequenza e tempi di risposta che ad un ufficio pubblico tedesco e francese? I politici italiani a Bruxelles, gli ambasciatori sono pagati come quelli tedeschi e francesi oppure significativamente di piu'?  La combinazione di tutti questi elementi statistici quantitativi e di molti altri definisce senza ambiguita' la relativa inferiorita' e incivilta' dell'Italia.

 

filtrato da testi come quelli sul meridione italiano zeppi di razzismi pseudo-scientifici e storico-letterari che forse, più di quanto noi siamo disposti ad ammettere, hanno indirettamente contribuito, quando non spianato la strada, al mantenimento dell'arretratezza e del degrado di una cultura che si riconosce come subalterna.

 

Una societa' puo' reagire in due modi a critiche esterne: 1) migliorandosi per competere e far meglio degli altri 2) negando che le critiche siano fondate e accusando i critici di razzismo.  La seconda strada e' quella che condanna all'arretratezza e al fallimento, non certo l'esistenza di analisi critiche da cui invece una societa' sana dovrebbe trovare spunto a correggersi e migliorarsi.

Egregio Ministro pro-tempore della Pubblica Istruzione,

grazie ad AB sono venuto a conoscenza che nel mio paese (Italia) è ritenuta soddisfacente una classe di 32 alunni. Signora Gelmini, lei ha mai provato a insegnare in una classe di 32 alunni?Lei pensa che un insegnante di matematica, ad esempio, sia in grado di seguire 32 alunni in maniera soddisfacente ? O qualcuno di questi dovrà poi sostenere dei "corsi di recupero", con ulteriori costi ?

Cara ragazzina, mi fa piacere che il classico è il sogno della tua vita, la tua aspirazione, non capisco quindi perchè non scegli di farlo magari in un prestigioso Liceo Classico, che so, il Parini a Milano, o altri che non conosco. Sono anche sicuro che avrai degli ottimi voti, hai mai pensato di chiedere una borsa di studio per poter sostenere la tua mobilità ?O hai scritto (??) una letterina lamentosa, perchè magari gli altri licei hanno criteri diversi e tu non ci rientravi?

Ma soprattutto, ad entrambi, la vita intera è una gigantesca lotteria, e dipende solo da ognuno di noi il poter avere il maggior possibile di numeri per vincere, (mi ricordo ad esempio di una signora che per vincere la lotteria dell'abilitazione di avvocato ne fece ben 900 di Km, da Brescia a Catanzaro), quello che non assolutamente bene è che qualcuno si "informi" se è possibile dare qualche numero in più.

Perchè sarà stupida, cieca, anche immorale, ma la lotteria è l'unica cosa su cui è difficile barare (ma non impossibile).

condivido

in ogni caso qui al nord le lotterie si usano per barare perché per esempio se si prendesse il risultato di III media non sarebbe possibile agevolare qualcuno.

Fidati.Ne ho avuto conferma allorché con estrazione si divise una classe elementare in cui , anni fa , era mia figlia.

Quanto a un liceo prestigioso mi pare che quello di Alessandria abbia avuto allievi illustri sia secondo il mio metro , Eco , Pansa e Cotroneo sia secondo i valori correnti , Gene Gnocchi , sorelle Parodi 

Ma non sarebbe più corretto far pagare una quota ai genitori? Magari in base al reddito.

Ora non so quanti rimangono fuori da questo liceo che usa la lotteria, ma non penso che possano essere così tanti da richiedere quote astronomiche.

O magari la lotteria la si usa per decidere chi deve pagare? 

vecchio stile: 

l'economia e' lo studio dell'allocazione di risorse scarse fra usi alternativi.

nuovo stile: 

l'economia e' la scienza dei meccanismi sociali.

qui abbiamo una risorsa scarsa (l'ultimo posto disponibile al liceo in questione), e usi alternativi (dare questo posto ai diversi ragazzi che lo desiderano (o i cui genitori lo desiderano). un meccanismo va usato (magari uno dice aumentiamo i posti a quel liceo, ma (i) nel breve periodo non si puo', (ii) i posti implicano il sacrificio di qualcos'altro). meccanismi candidati:

  • il prezzo (il posto va a chi paga di piu');
  • la coda (si sta fuori della scuola e si danno posti finche' ci sono);
  • una lotteria;
  • il merito (in senso lato, di "need"). il posto e' assegnato all studente che riceve il maggior beneficio (che include risultati degli esami passati, o minori costi di trasporto);
  • la corruzione (il figlio dei genitori che hanno piu' amici alla scuola viene ammesso);
  • l'uso (custom) si e' sempre fatto cosi' in passato.
  • meccanismi composti, con posti riservati (ad esempio ai figli di ex-allievi), altri a pagamento, altri ancora a sorteggio.

ogni meccanismo ha pregi e difetti (che dipendono dalle preferenze politiche di chi li valuta e li sceglie). da Ken Arrow sappiamo che non c'e' un meccanismo ideale. personalmente, ritengo che l'allocazione di posti scolastici il sorteggio sia il migliore (o churchillianamente, il meno peggiore). altri meccanismi sono (piu') manipolabili: ripetizioni (disponibili a chi e' piu'; ricco) prima dell'esame di terza media se il criterio di merito e' questo; trasloco (vero o temporaneo), se il criterio di merito e' la distanza dall'abitazione.

Ogni meccanismo, mia cara studentessa, dipende dalla fortuna: di aver ricevuto geni buoni, genitori diligenti, di aver ereditato una fortuna dai nonni, ecc. il criterio di rawls (se non conosci il tuo posto nella coda, nella lotteria (della scuola, della famiglia o del gene), nella gerarchia sociale, che meccanismo sceglieresti?).    

La vicenda della studentessa da Lei citata e la risposta del ministro, rispecchiano la realtà dell'Italia.

Se le cose non funzionano è sempre colpa di qualcuno o di qualcosa. Manca la volontà di fare qualsiasi sacrifico per un risultato. La famiglia non esita quasi mai a scagliarsi contro la scuola (si arriva ai tribunali) la scuola in molti casi è il posto dove lavorano le persone che in tanti casi non saprebbero o potrebbero fare altro. LA politica vive la scuola quasi con fastidio e le famose riforme di destra e sinistra hanno fatto più danni di un terremoto.

La meritocrazia è un termine sconosciuto.

Qualcuno vuole aggiungere qualche cosa. Si è arrivati al punto che per fare selezione si conteggiano voti in condotta ed in religione.

Questa lettera e la risposta non hanno bisogno di altro.

 

 

Bello la cina e gli stati uniti hanno un pessimo sistema educativo e sono il nostro termine di paragone...

 

La strategia americana (e temo sia diventata anke quella Italiana o simile) è quella di creare quanta più fanteria possibile...

Generazioni di ragazzi ignoranti come capre utili a fare da carene per cannoni e votare il primo pirla che fa lo spot + bello per le elezioni senza capire nulla di nulla...

Una sorta di nazione lobotomizzata o esercito dei cloni se vi fa orridere la definizione... però è tristissimo e preoccupante la cosa...

In Italia credo lo scopo sia più quello di mantenere lo status delle cose... giovani istruiti significa elettori futuri istruiti e meno boccaloni... cosa assai pericolosa per i governi attuali !!

peccato che queste nazioni di lobotomizzati siano in corsa per la conquista della spazio e per la Cina si prevede che nel 2036 annulli il gap tecnologico con gli USA. Le ideologie della vecchia europa non ci porteranno lontano... però potremmo sempre contare su qualche nostalgico giovane americano che ci porrà a modello (come tanti portano oggi la maglietta del Che e additano Cuba come modello di sviluppo)...

Molto meglio la nostra, di scuola, che forma cotanti retori e filosofi la cui sintassi, grammatica e logica sono ineccepibili.

Generazioni di ragazzi ignoranti come capre utili a fare da carene per cannoni e votare il primo pirla che fa lo spot + bello per le elezioni senza capire nulla di nulla...

Una sorta di nazione lobotomizzata o esercito dei cloni se vi fa orridere la definizione... però è tristissimo e preoccupante la cosa...

Ehi ma si parlava di Italia o di USA?

ah, come si dice a Napoli e dintorni, assa'fà a Maronn !!! che tradotto significa finalmente !!!. Finalmente un liberale in grado d'opporsi alle neo generazioni di vecchi giovani che scambiano le possibilità per diritti acquisiti. Viva la libertà e l'impegno individuale.

Vedere le cifre qui:

http://temi.repubblica.it/repubblica-sondaggio/?cmd=vedirisultati&pollId=2141

Quello secondo me è un tema delicato.

Era uno dei punti del "piano di rinascita democratica" della P2 si crea il sospetto della "fregatura" nascosta dietro.

Ci vorrebbe un'approfondita e serena discussione per permettere alla "gente" di valutare il provvedimento in maniera neutrale. Non credo lo si possa ottenere oggi.

in "la lotteria di Babilonia" di Borges il meccanismo aleatorio funzionava ed era alla base di un'intera società e della sua visione delle cose.

Tanti spunti di discussione in articoletto apparso oggi su Repubblica a proposito dell'esame di accesso a medicina. Eccone solo due.

1) I ragazzi (quanti?) che si lamentano perche'  ci sono "Troppe le domande di logica e cultura generale che stonano con la natura della professione e nessuna considerazione verso aspetti importanti come l'amore per il prossimo e lo spirito di sacrificio"

2) L'assenza di mercato - il razionamento all'entrata e' veramente una pessima idea

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/01/news/incubo_test_il_nostro_futuro_in_2_ore-6670168/?ref=HREC1-1

Quello che fa specie delle critiche all'eccessiva generalità dei test d'ingresso è che sono del tutto slegati dalla considerazione che con il culto imperante del generalismo nella preparazione delle scuole superiori la generalità dovrebbe essere proprio ciò che uno ha imparato. 

Io mi chiedo, ma non sarebbe meglio trovare un'organizzazione tipo Eas che gestisca tutto con date e orari flessibili onde evitare quelle scenette patetiche con genitori, nonni e parenti tutti che accompagnano il ragazzo al test d'ingresso nelle grande città? E avete notato i tendoni? No, non quelli di Gheddafi, quelli, per dire, della Cattolica di Milano, che fa i test nei tendoni. Basta questo per capire come siamo messi: non abbiamo strutture abbastanza capienti neppure per organizzare i test o se ci sono nessuno li affitta...

Non so se voi economisti (qui siete un buon numero:)) avete un nome per un fenomeno del genere: un soggetto (la scuola superiore) vende un prodotto di bassa qualità (una preparazione generalista); tutto il mondo lo sa; gli acquirenti (gli studenti diplomati alla maturità) orgogliosi dell'acquisto provano a usarlo per procurarsi una preparazione più 'alta' (fanno il test alla facoltà X); il network della higher education gli dice: "vieni qui che ti misuro sulla base di quello schifoso oggetto che hai comperato in cinque anni". A questo punto le 40 domande (hic) di 'logica e cultura generale' dovrebbero selezionare il meglio tra chi domina il peggio.

A questo punto la scuola superiore perché dovrebbe cambiare prodotto?

C'è una logica in questo?

 

Non mi sembra domanda per "economisti", nel senso che la situazione che descrivi non e' determinata da nessuna delle cose che noi, teoricamente, studiamo.

Trattasi di una sequenza di enti pubblici e statali, che funzionano in base a leggi, regolamenti, norme, diritti, doveri, circolari, ed altre boiate statali varie. L'economia non c'entra nulla, c'entrano le scelte dei legislatori, governi, funzionari pubblici, esperti pubblici, eccetera.

Al piu' potrei chiedermi: quale sistema di lobbying, interessi politici, sindacali, elettorali ed altro produce, in equilibrio, una cosa del genere? Ecco, come economista questa mi sembra l'unica domanda da porre.

Non c'e' alcuna logica di mercato, ne' alcun "prodotto", perche' non esistono ne' l'uno ne' l'altro. E' il regno della legge e dei "diritti" ...

Qui l'epilogo della storia:

 

Ora la scuola è cominciata e Alice è in classe. In prima "scienze umane",  non al Liceo classico come Alice avrebbe voluto, nonostante le promesse del Ministro.

 


Ah, Ah, Ah ... due volte!

P.S. Interessante la foto pubblicitaria di MS Gelmini su Panorama. Come si chiama quella finiana che l'altro giorno ha avuto attenzione dai media per certe dichiarazioni? Non ricordo il nome ... né cosa diceva esattamente ...