Alda Merini è morta

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Nella migliore tradizione italica, ora si scriveranno su di lei valanghe di boiate santificanti.

Tanto per non andar lontani, ecco già quelle di Corriere e Repubblica. Quest'ultimo giornale, essendo di sinistra, scopre anche che Alda Merini era la poetessa degli "esclusi", di cui cantò il dolore ... ma l'hanno mai letta?

Temo di no. Cantò (fra le altre cose) anche il dolore, sì. Ma quello suo, strettamente personale, mentale e, ancor più frequentemente, sentimentale e sessuale. Ed assieme al proprio dolore cantò, anzitutto, i suoi desideri, le sue passioni, i suoi amori veri, presunti o immaginati. Cantò le sue molte illusioni e delusioni intellettuali - per questo o quel poeta, per questo o quel "Charles" il cui nome, "scritto a caratteri d'oro" sta ne "le osterie / cha parlano il linguaggio sottile / della lingua di Bacco". E nel far questo, perché in lei si attorciagliavano, mischiavano e compenetravano quasi sempre con quelle intellettuali, cantò le sue illusioni/delusioni sentimentali.

 

Ero una foglia libera nel vento
e tu ragazzo che mi hai visto cadere
mi hai presa per un pantano.

 

L'esistenza della signora Merini - tormentata dagli andirivieni dal manicomio ma, altrimenti, semplicemente, intensamente e privatamente vissuta e sofferta da poetessa ribelle quale era - è probabilmente nota ai più grazie a Roberto Vecchioni, che su una o due sue poesie ci fece una canzone di successo alcuni anni fa, ed a Milva, che ha inciso un bel disco in cui canta svariate liriche della Merini. Per il resto, dubito assai che Superba è la notte piuttosto che La presenza di Orfeo figurino in bella vista nelle librerie nazionali o anche solo fra i volumi da comodino dell'italiano dell'elite di turno.

Ma tant'è. "Ispirata e limpida voce poetica", ha sentenziato il Principe di Napoli che la declamava a voce alta tutti i lunedì prima della riunione di Direzione: "ispirata" forse, limpida dove? Ma se ogni cosa che scriveva era un groviglio confuso ed irrisolto di passioni e sentimenti, paure e desideri antagonisti, ansie e speranze che si graffiavano rimproverandosi a vicenda? In Italia son tutti santi e geniali da morti, i poeti, quanto ignorati e lontani dall'attenzione di chiunque, da vivi. Ipocrisia nazionale al lavoro, come da manuale.

Cosa c'entrava mai Alda Merini - che oltre ad essere ermetica alquanto, era anche assai brutta (cosa che, pur senza averla mai conosciuta, credo averla tormentata tutta la vita, ricolma com'era d'incontrollabile sensualità e sessualità) e socialmente poco "affabile" - con Naomi Letizia e le altre troie di svariata fattura che popolano le menti degli italiani, dal signor Primo Ministro sino all'ultimo dei consiglieri di quartiere d'Abbiategrasso?

Niente, ovviamente, ma ora ch'è morta tutti a far finta che fosse una di casa, in prima serata TV una volta alla settimana ...

Ed invece no. Alda Merini era, è stata tutta la sua notevole vita, e rimarrà anche da morta, una persona contro. Ma proprio contro-contro. Lei lo sapeva e non (se) lo nascondeva proprio. Da "La gazza ladra - Venti ritratti" (1985)

 

Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla.
E su questi intessei tele di ragno
e fui preda della mia stessa materia.
In me l'anima c'era della meretrice
della santa della sanguinaria e dell'ipocrita.
Molti diedero al mio modo di vivere un nome
e fui soltanto un'isterica.

 

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