La notizia. Non poteva e non può passare inosservata: i più alti giudici inglesi, in una sentenza di appello che riguardava la rilevanza penale del comportamento di alcuni parlamentari britannici, hanno comprensibilmente rigettato la tesi della difesa dei parlamentari stessi, secondo i quali presentare richieste di rimborsi gonfiati (tecnicamente: furto) costituisse un atto inerente le attività parlamentari degli imputati, e come tale da assoggettarsi a particolari guarentigie, in particolare l'articolo 9 del Bill of Rights.
Una riflessione. La notizia è importante per diversi motivi. Ce ne sono di banali e di meno banali. Cominciamo dai primi. La notizia dimostra che in alcuni paesi europei certe condotte, sanzionate dai tribunali, non generano il tipo di risposte che noi siamo abituati ad associare ad esse (in genere denominate: "interferenze della magistratura"): non risulta che siano all'approvazione in UK norme volte a tutelare specificamente coloro che ricoprono incarichi pubblici; un altro motivo che mostra l'importanza della notizia riguarda la diversa qualità delle opinioni pubbliche europee: per fortuna ci sono paesi che non sono del tutto un parco buoi dove ai politici è permesso di fare quello che invece ai normali cittadini è severamente vietato. Ma queste sono gli aspetti della notizia più facili da riportare. Forse, a mio avviso, la cosa che dovremmo conservare di queste notizie è esattamente la comprensione di come negli altri paesi si affrontino questioni che da noi ricorrono frequentemente. Anche se in genere, coloro che sottolineano episodi come quello riportato, dando loro il giusto rilievo, sono tacciati di esterofilia, in realtà è proprio a queste notizie che dovremmo guardare per poter capire come poter affrontare i problemi in casa nostra. Per comportamenti analoghi a quelli che salgono alla ribalta della cronaca, cosa succede negli altri paesi europei? Come si reagisce? Quale corso di eventi ne segue? Ecco, il mio sogno sarebbe un TG1 dove, dopo l'ennesimo scandalo scoppiato in Italia, si indaga come scandali analoghi siano stati trattati all'estero. E invece, il più delle volte, quando notizie simili giungono in Italia dall'estero, la reazione che si tende a promuovere è quella del dire: "Hai visto! E' così dappertutto..." il tutto accompagnato da ampi sorrisi auto-assolutori.
E un post-scriptum. Come accennavo sopra, in genere queste notizie sono rigettate con sdegno da quanti non vi vedono altro che esterofilia. La questione è discussa e controversa: gli italiani amano parlar male del loro paese più di quanto non accada ai cittadini di paesi stranieri? E' forse vero che l'italiano ha maturato un atteggiamento di ostilità diffusa nei confronti dell'Italia in forme polemiche eccessive e gratuite che non hanno riscontro nel modo con il quale, poniamo, inglesi e francesi parlano del loro paese? Ripeto, sono domande vecchie e sempre risorgenti, che alcuni riportano addirittura alla condizione di frammentazione politica pre-unitaria e al suo effetto sull'Italia di oggi. Io ovviamente non so cosa rispondere né sulla frequenza dei lamenti degli italiani, né sulle origini storiche di quegli atteggiamenti. Mi chiedo però sempre se non sia possibile superare quelle domande e la tesi che esse adombrano ("siamo noi italiani che sputtaniamo l'Italia") con la valutazione di come sia riportate in altri paesi le notizie che riguardano l'Italia: forse che nella stampa francese, tedesca, inglese o americana ricorrono servizi giornalistici dove si guarda a come noi in Italia affrontiamo e risolviamo certi problemi o questioni? Se questo non accade che molto di rado, forse l'esterofilia di alcuni non è del tutto ingiustificata.
Anch'io avevo il tuo stesso sogno ... un'acquisizione ostile della BBC alla RAI, con Minzolini sostituito da Jerimy Paxman. Ma dopo anni di discussioni con i miei amici ho capito che e' tutto inutile. Perche' come dici tu, loro sono convinti che tutto il mondo e' paese. Ormai evito di fargli notare che tutti i parlamentari coinvolti nello scandalo dei "rimborsi gonfiati" o non si sono presentati alle ultime elezioni o sono stati cacciati dagli elettori (divertente il fatto che in Italia si possono organizzare festini ed orge senza problemi mentre in UK ti cacciano se tuo marito ha visto due film porno a carico dei contribuenti), che in Inghilterra ti "fanno i fari" per darti la precedenza e non per dirti "stai fermo li' che devo passari prima io", che se all'asilo di mia figlia spariscono 30 pounds dalla borsa di un paio di insegnanti arriva la polizia e prende le impronte digitali su portafogli e borse (... spero che non abbiano preso quelle di mia figlia!!!), .... Che mia mamma mi dica che come si vive bene in Italia non si vive in nessun altro paese, lo capisco anche. Ma i miei amici hanno una laurea, gente che guadagna bene, che ha viaggiato (uno ha anche vissuto tre anni in UK) ma niente da fare, il dogma e' sempre lo stesso "in Italia si vive meglio". Come me, capire tu non puoi, tu chiamali se vuoi ... italiani.
Diaciamo che qualcuno, in Italia vive meglio perchè gli conviene veramente (sfruttando gli altri). Altri pensano, che sia davvero così per ignoranza. A chi conviene che le cose rimangano come sono ora, è evidente che convenga mantenere un certo grado di ignoranza e non-conoscenza. Sarà anche per questo motivo che si sta tendando di distruggere completamente l'istruzione invece di averci massima attenzione?