Una passera non fa primavera

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Ha fatto molto discutere l'idea lanciata dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, di pagare i debiti pregressi che lo Stato ha nei confronti delle Piccole e Medie Imprese (PMI), e che ammonterebbero a una cifra compresa fra 70 e 90 miliardi di €, con titoli del debito pubblico.

Le reazioni sono state varie (come la solito), ma stupisce il fatto che manchi in toto un'analisi del problema visto da tutti i punti di vista, per cui questo post sarà articolato per punti, in modo da facilitare la comprensione dei pro e i contro.

  1. Premessa: il problema viene da lontano e dalle promesse del governo mai attuate, e bisogna dare atto a Passera che la sua è una proposta di uno che conosce il problema dei mancati pagamenti dello Stato. Il problema e' serio: rischia di farci entrare in una profonda fase recessiva per l'avvitarsi delle insolvenze, perché quei debiti dello Stato sono diventati per i fornitori debiti verso le Banche, e anche debiti verso l'Erario, perché lo Stato non ti paga, ma tu su quel non incassato ci devi pagare le tasse, oltre che stipendi, materiali, etc., etc., quindi quei 70-90 miliardi di debiti sono un macigno che pesa sul sistema bancario e imprenditoriale.

  2. Il sistema Europa è in una fase di mancanza di liquidità, che si riflette su tutti i mercati finanziari, sia quelli dei titoli di stato, sia quelli azionari, e le banche hanno necessità di rientro dei prestiti verso i clienti che meno “movimentano” i conti, e che, guarda caso, sono proprio le aziende che lavorano con lo Stato. Il rischio è che si chiudano i rubinetti ad aziende che non sono “marce” di sé, ma che hanno solo avuto la sventura di lavorare con un pessimo pagatore, che si inneschi una serie di fallimenti a catena, e che le banche debbano iscrivere a incagli e perdite importi notevoli, abbassandone ulteriormente la liquidità, e dando una bella avvitata senza fine a tutto il sistema. Qui i dati percentuali sull'aumento delle insolvenze nel 2011, pari a 74,5 mld nel 2010 (fonte: Banca d'Italia) qui quello sui fallimenti nel 2010.

Stabilito che il quadro non è roseo e che quei 70-90 miliardi farebbero tanto comodo, sia alle banche che alle imprese, veniamo all'idea di Passera. Cosa significherebbe da un punto di vista strettamente finanziario per le imprese? Significherebbe essere pagati con dei pagherò, delle cambiali al portatore, che nella partita di bilancio “crediti” sparisce XYZ e appare lo stesso importo nella colonna “crediti finanziari”. Cio' avrebbe importantissimi riflessi anche per le banche, che potrebbero scontare quei titoli di Stato (che recano un interesse) ad un tasso maggiore del semplice “sconto commerciale”. Significherebbe poi che la linea di affidamento cambia da “primo rischio assoluto” a “affidamento con garanzia”. Infine da un punto di vista delle imprese si potrebbe avere anche un aumento dei fidi, o, in alternativa, la cessione “pro soluto” dei BTP con rientro sull'affidamento bancario. E' una idea che salva capra (le imprese) e cavoli (le banche), almeno nel breve periodo.

Una delle obiezioni maggiori è che si tratterebbe (quasi) della stampa di carta-moneta. E' una obiezione che faccio anche io, ma che formalmente non è corretta: i debiti verso le PMI sono iscritti al bilancio dello Stato, quindi il pagamento con BTP cambierebbe la composizione del debito pubblico, non l'ammontare del debito stesso, e la circolazione dei BTP rimarrebbe quasi sicuramente sterilizzata nell'ambito imprese/banche. Ripeto, formalmente, è il pagamento di un debito attraverso un pagherò cambiario, per i monetaristi puri il cambiamento avverrebbe in M3 e non in M0.

Quindi, dov'è il problema? Beh, secondo me innanzitutto nei contorni e nei dettagli, visto che il quadro è chiaro: stiamo entrando in una fase recessiva e di scarsità di liquidità, quindi qualunque cosa aumentasse l'aggregato monetario sarebbe la benvenuta, ma il contorno è:

  1. Valore facciale o valore di mercato? (Domanda che si è posto anche Michele Boldrin) Interesse fisso o variabile? Insomma che tipo di titoli di Stato vuol rifilare, ehm, utilizzare Passera?

  2. Intende Passera pagare il debito a prescindere, o utilizzare quella immonda regola, per cui se hai dei debiti con l'erario non puoi, ad esempio, compensare i crediti che hai verso lo Stato con i debiti?

  3. Le banche, con cui Passera ha un conflitto/comunione di interessi grossi come una casa, cosa faranno? Non è che questa sia solo una partita di giro nata proprio per favorire gli interessi delle banche che guadagnerebbero sia dal rientro degli incagli, che dallo sconto dei BTP a prezzi (per loro) di favore? Non sarebbe il caso di pensare a un sistema meno arzigogolato, del tipo, emissione di BTP per 70 miliardi, vendita degli stessi sul mercato, e con il ricavato pagare i debiti verso le PMI al loro valore? Ma magari il mercato non li vuole comprare, i BTP, e Passera forse  pensa a come rifilarli (-)) senza passare per il mercato, da qui poi il problema (di cui CP non parla)  di come sarebbero/potrebbero essere utilizzati questi BTP. Forse ha fatto il vago su questo punto apposta, proprio perchè vorrebbe ritagliare un ruolo per le banche in questa operazione, almeno questo sembra il senso di questa paventata operazione.

Ecco, il problema alla fine è questo: posto che per le imprese "piuttosto che niente è meglio piuttosto" (detto meneghino, quindi, da buon napoletano, lo ripeto in lingua comune, Calderoli se ne farà una ragione), è il caso che un Ministro dello Sviluppo Economico, organizzi una manovrina finanziaria di cui i maggiori beneficiari (ma non gli unici, ripeto: va bene anche per le imprese) sarebbero proprio gli Istituti Bancari, che fra interessi, sconti, anticipi, tenuta titoli, e chi più ne ha più ne metta, hanno tutto da guadagnare? Non è che c'è la solita, italianissima, concordia di interessi fra politica e beneficiario?

 

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Commenti

Ci sono 77 commenti

 

"piuttosto che niente è meglio piuttosto" (detto meneghino, ...)

 

Meneghino?

A me sembra che il vero punto sia la tua prima obiezione. Credo che l'idea di fondo della proposta sia quella di non ripagare completamente i debiti dello Stato verso le imprese, ma di ripagarli con un "taglio". Il pagamento in titoli ha lo svantaggio (o il vantaggio, se vuoi) di non rendere trasparente l'entità del taglio operato. Piuttosto che niente meglio piuttosto (ovviamente è un proverbio marchigiano) dici tu. Vero. Ma meglio ancora non tagliare sulla trasparenza. 

 

Sì, questo lo penso pure io, pagando in BTP puoi fare un haircut del debito anche non visibile, perchè stai pagando con una cambiale di cui tu stabilisci il valore. Uno dei tanti problemi che reca questa proposta, se non fosse per quel detto in lingua straniera (per me , che sono napoletano -)).

 

Se il punto 1 vosse gestito seriamente (emissione di nuovi titoli "a latere" della prossima asta e contati al valore d'asta andrebbe bene?) sarei favorevole alla proposta.

Soprattutto se fosse possibile usare i titoli per pagare i debiti con gli enti pubblici (non solo lo stato centrale).

Ovvio che il pagamento immediato cash sarebbe meglio, ma se non è ancora stato fatto temo sia una sorta di utopia, quindi come "piuttosto" si può accettare.

ps: pensavo fosse un detto emiliano.

 

Io sapevo che era lombardo, dai tre commenti di sopra sto scoprendo che è veneto, marchigiano ed emiliano,ma di una cosa son sicuro : non è napoletano.

Interessante notare che i "Lombardi nel mondo" sono finanziati dalla Regione Lombardia,e che i modi in cui la politica butta i soldi nel gabinetto sono quasi infiniti.

Da oriundo padovano: io lo sempre sentito a Milano e mai nella città del Santo. Mi sembra anche si addica molto al pragmatismo/cinismo dell'estinta popolazione meneghina.

La presidenza il governatorato Formigoni da anni sta lavorando per colmare il gap che la regione Lombardia aveva accumulato sugli sprechi con le altre regioni italiane.

I risultati sono mirabolati ma non sarebbe stato possibile ottenerli senza l'appoggio ed il senso di responsabilità delle opposizioni.

PS

 

Intende Passera pagare il debito a prescindere, o utilizzare quella immonda regola, per cui se hai dei debiti con l'erario non puoi, ad esempio, compensare i crediti che hai verso lo Stato con i debiti?

 

Veramente? E' uno scandalo!

Io sapevo che era lombardo, dai tre commenti di sopra sto scoprendo che è veneto, marchigiano ed emiliano

In realtà linguisticamente quelli Lombardi ed Emiliani (insieme a quelli Romagnoli, Liguri e Piemontesi) sono dialetti della stessa lingua, quella comunemente chiamata Galloitalica (immagino che Bossi & co. preferirebbero lingua Padana). Anche i dialetti Marchigiani parlati nelle province di Pesaro ed Urbino ed attorno a Senigallia fanno parte dello stesso continuo linguistico (più una serie di isole linguistiche, tra cui alcune addirittura in Sicilia, come il comune di San Fratello).

La lingua Veneta invece no (anche se in qualsiasi classificazione linguistica, è raggruppata più vicino alla Galloitalica che al Toscano o al Napoletano).

Lascia stare, noi in Emilia abbiamo la consulta degli italiani del mondo che ci costa un pacco di soldi, di cui una bella fetta servono per fare viaggiare per il mondo verso congressi inutili o ridicoli la candidata trombata alle elezioni da sindaco di Bologna quando vinse Guazzaloca.

 

Il mondo delle forniture e appalti pubblici è un vero e prorpio porto delle nebbie.

L'Italia ha l'invidiabile primato dei più lunghi tempi di pagamento in Europa, con effetti gravi anche sul bilancio dello stato, dato che la dilatazione dei tempi fa decorrere gli interessi di mora a carico dello stato stesso.

Per una delle bizzarie tipiche del nostro paese, tempi e interessi sono differenti a seconda che si sia un fornitore o un appaltatore.

Nel primo caso (crediti da forniture) vige il D.Lgs. 231/2002 che oltre a far scattare automaticamente la mora dopo trenta giorni dalla scadenza del termine di pagamento, fissa anche un tasso di mora in misura pari al saggio di interesse del principale strumento di rifinanziamento della BCE, applicato alla sua più recente operazione di rifinanziamento principale, effettuata il primo giorno di calendario del semestre in questione maggiorato di sette punti percentuali, salvo patto contrario, oltre al maggior danno e ad una serie di altre penalità per la PA

Nel caso di appalto, invece, la normativa (D.M. 145/2000) oltre fissare tempi più lunghi per il pagamento e la conseguente messa in mora, limta il tasso di mora, che  è annualmente determinato con apposito decreto ministeriale, ed è comprensivo del maggior danno ai sensi dell’art. 1224, comma 2, del Codice Civile, per l’anno 2010 ad esempio, il tasso di mora è stato fissato nella misura del 4,28%.

Stando così le cose, se lo stato pagasse debiti per i quali è già in mora con BTP, ove pure questi scontassero un tasso del 6% mi sembra ci potrebbe essere un risparmio sui debiti per forniture e una parziale perdita per quelli sugli appalti, anche se bisogna vedere quale tasso di mora fisserà per quest'anno il governo.



Ho visto che i commenti hanno preso una strana piega dialettologico-etnografica, quindi faccio anche io un commento abbastanza OT: col titolo di questo pezzo vi siete messi su una china scivolosissima...

Sempre meglio del classico "Profumo di Passera", nomignolo dato ad una giornalista economica della Stampa, se ricordo bene.

Qui l'odierna dichiarazione del ministro. Il fatto che intenda "ridurre" gli aereoporti fa solo pensare che possa voler favorire la nuova  Alitalia, di cui Passera è stato il collettore, visto che, ad esempio, RyanAir vola solo su aereoporti periferici.

Insomma, si possono avere opinioni diverse sui provvedimenti specifici, ma il dubbio che voglia favorire alcuni operatori al posto di altri c'è sempre.

Sugli aereoporti (come per la segnalazione dell'articolo) faccio riferimento ad alcune mail private, e il commento che ne viene è: non dessero più un euro di sovvenzioni agli aereoporti, chi sta in piedi da solo rimane. Ovvero, che sia il mercato a decidere, e non un ministro i cui conflitti di interesse (non economico, attenzione !) son sempre lì.

Ehm, parlami del senso di avere tre qereoporti (Bologna, Forli e Rimini) nell'arco di 30 km. Per me- e' un'assurdita'.

 

 

i debiti verso le PMI sono iscritti al bilancio dello Stato, quindi il pagamento con BTP cambierebbe la composizione del debito pubblico, non l'ammontare del debito stesso, e la circolazione dei BTP rimarrebbe quasi sicuramente sterilizzata nell'ambito imprese/banche.

 

Vorrei una conferma da un esperto di contabilità dello stato sul fatto che i debiti delle pubbliche amministrazioni siano iscritti nel bilancio dello stato ed abbiano quindi la stessa visibilità del "debito pubblico". A me sembra improbabile che i ritardi dei pagamenti da parte degli enti pubblici (territoriali e non) siano registrati nel bilancio dello stato come debiti. La proposta di Passera potrebbe avere come effetto l'effettiva iscrizione nel bilancio dello stato dei debiti dovuti a ritardi nei pagamenti (diciamo ritardi superiori a 30 giorni dopo i quali scatterebbe il pagamento attraverso titoli di stato). Contribuirebbe quindi ad una maggiore chiarezza, ma formalmente il debito pubblico aumenterebbe. Non sarebbe più possibile il "trucco" utiizzato negli anni novanta (95 mi sembra) per ridurre il debito pubblico in vista dell'entrata nell'euro. Il trucco consisteva nel proibire (bloccando la tesoreria unica) agli enti pubblici di spendere mese per mese più del 90% di quanto avevano speso l'anno precedente, riducendo così il "fabbisogno". Gli enti pubblici naturalmente rispondevano ritardando i pagamenti ai fornitori. In questo modo il "debito" si spostava ma diveniva invisibile. Credo che il cosiddetto "patto di stabilità" abbia la stessa funzione del trucco del 1995. Ma io non sono un economista, né un esperto di contabilità di stato. Ero però il presidente di un minuscolo ente di ricerca nella seconda metà degli anni novanta.

In effetti qui:

www.futurolibero.it

leggo che il debito pubblico è calcolato come dato "di cassa" e non di competenza, cosa significa, che fichè una fornitura non viene pagata la spesa non influisce sul debito pubblico?

Su nFA ne avevo già parlato, il bilancio è sia previsionale, di competenza, e per cassa, ma quello che fa fede è il bilancio per competenza, lì i debiti ci sono, eccome. E' un pò problematico, ma l'indebitamento c'è, e si vede, sia quello finanziario (che fa la parte del leone), sia quello verso terzi.

Le cifre sono ballerine (70 a 90 c'è una bella differenza) perchè credo abbiano sommato i debiti sanitari regionali, di cui, però, c'è scarsa rendicontazione (la colpa poi è delle ASL).

Concludo questo excursus sulla "Contabilità di Stato" ricordando che così come le aziende, anche lo Stato ricorre più o meno a trucchi contabili, più o meno leciti (tremonti era un maestro di conti truccati), ma i debiti, tranquilli, ci sono.

Dipende. Ad esempio i crediti vantati nei confronti delle ASL o di Ospedali non hanno garanzia esplicita delle regioni e sono pertanto considerati crediti commerciali.

I debiti commerciali non rientrano nel computo del debito pubblico.

In base al decreto legislativo 231/02 il debitore deve pagari interessi di mora sui debiti commerciali pari al tasso ECB + 7%, oltre alle spese legali.

www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/02231dl.htm

Nel passato sono state fatte delle cartolarizzazioni di questi debiti, in cui il ministero di competenza (spesso quello della sanita') rilasciava una "delega di pagamento". Questa delega ha faceva si' che le agenzie di rating considerassero tali cartolarizzazioni alla stregua di debito pubblico.

Successivamente Eurostat ha comunicato che, in presenza di tali garanzie (anche "leggere") i suddetti debiti sarebbero rientrati nel computo del debito pubblico.

 

 

 

Una nuova proposta è sul tavolo. Stavolta non ci sarebbe il pagamento dello Stato direttamente per chiudere la partita, ma addirittura una triangolazione, con una operazione smaccatamente di factoring, che peraltro le imprese già fanno.

La novità sarebbe che, mentre le operazioni di factoring sono a max 180 gg., poi devi rientrare, o sostituire la fattura con una più nuova, questa sembrerebbe una operazione definitiva.

Non sono uso a usare epiteti, quindi dirò che è la più colossale fesseria dopo il big bang, ed è frutto della cultura bancaria del Ministro Passera, oltre che di un suo evidente coinvolgimento nella lobby bancaria, perchè non ho altre parole.

Quoto tutto il passaggio:

 

Il nuovo piano Monti parte dall'imprenditore che con le sue fatture, si recherà presso la sua banca, che valuterà l'ammontare del credito e soprattutto la sua esigibilità.

L'istituto valuterà poi quanto è disposto a pagare quel credito e il relativo rischio, perché è il rischio che il creditore non paghi che effettivamente acquista la banca. L'azienda di credito non pagherà, infatti, tutto l'ammontare del credito all'imprenditore, ma solo una parte, l’altra sarà l'assunzione del rischio.

 

Allora:

1. "La banca valuterà l'esigibilità". Come ? E' un'altra istruttoria di fido con i relativi costi ? Cosa vale di più di una fattura , ordine, contratto e accettazione del cliente ? Quale è il magico bollino della banca (che sarà a pagamento, accetto scommesse).

2. "La banca valuterà il rischio". Di che ? Che lo Stato non paghi ? E poi comprano a mani basse i Titoli di Stato ? Ma siamo seri, per favore...

3. "La banca non pagherà l'intero ammontare, ma solo la parte del credito detratto il rischio" Vedi punto 2. Sintetizzo: cetriolo in arrivo per le imprese.

4. "La Banca sconterà poi l'importo all'1% presso la Banca d'Italia", etc, etc. Son debole di  stomaco, non continuo. Anzi, specifico: la Banca d'Italia sconterà all'1% obbligatoriamente i debiti dello Stato verso le imprese, le Banche intermediano a rischio zero e cetriolame vario, le imprese riceveranno una parte del dovuto. Di fatto la Banca d'Italia acquisterà obbligatoriamente debito pubblico (proibito da una legge), le Banche guadagneranno follie blu garantiti da una legge, le imprese che hanno avuto la sfortuna di lavorare per lo Stato possono anche fallire, così imparano.

Questo piano è una vergogna.