Abbiamo letto con molto piacere la nota del Professor Francesco Magris sul Sole 24Ore del 12 febbraio a proposito del blog noiseFromAmerika.org (nFA), che pubblichiamo in rete da due anni a questa parte. La nota la trovate qui, grazie al lettore LuigiP che ci ha indicato il link.
Con molto piacere perché, come ha già notato un altro affezionato lettore, l'importante è che se ne parli.
Con molto piacere anche perché evidentemente il blog ha colpito nel segno, sta lasciando un'impronta e deve aver raggiunto una certa notorietà - tale almeno da meritarsi un attacco al vetriolo pubblicato "addirittura" sul Sole 24Ore.
Con molto piacere perché vuol dire che la nostra piccola fatica non è del tutto inutile.
Ma cosa dice questa nota? L'accusa fondamentale mossa al sito nFA è di usare "un florilegio di insulti, improperi e volgarita'", un "tono livoroso", "violenza e [...] volgarità verbali". Ci viene consigliato di "esprimere il [nostro] pensiero secondo le regole basilari del rispetto e del dialogo - della 'civil conversazione', dicevano i saggisti barocchi". Mancanza di stile, insomma. Evidentemente i problemi che affliggono il Bel Paese non sono gravi a sufficienza da far sì che sia diventato imperativo chiamare le cose col proprio nome, con assoluta chiarezza e senza compromessi. Evidentemente se uno grida ad alta voce che il re è nudo, che l'Italia ha raggiunto un livello di degrado civile, economico e sociale disperante, che la classe politica non sembra cogliere l'urgenza del momento, che nessuno esige senso di responsabilità individuale e onestà intellettuale dai propri leaders, ebbene se uno grida tutto questo pecca di mancanza di stile.
La nota di Magris non va oltre le accuse stilistiche (e ad personam, purtroppo). Sembra essere stato così colpito dal nostro stile da non aver notato la sostanza dei nostri articoli, e da non entrare MAI nel merito delle questioni trattate sul sito. Quando parliamo di mercato del lavoro, di legge finanziaria, di politica fiscale, di liberalizzazioni, di questioni spinose come lo sviluppo del Mezzogiorno o la vendita di Alitalia, delle rendite di posizione di cui godono innumerevoli gruppi corporativi in Italia, il tutto suffragato da dati precisi e da argomentazioni tratte dalla teoria economica - ebbene, quando discutiamo di questi temi evidentemente non attiriamo l'attenzione di Magris. Forse perché non lo facciamo con il tono di civil conversazione così caro ai saggisti barocchi.
Il titolo della nota parla di brusii poco liberali. E nel testo della nota ci si accusa, sia pure velatamente, di non essere aperti al pluralismo e di non creare uno spazio di utile e costruttivo confronto. Evidentemente Magris andava di fretta, e non si è accorto delle decine di commenti che accompagnano la quasi totalità dei nostro articoli, non si è accorto degli accesi dibattiti che essi provocano, e non si è accorto che il blog non censura quasi nulla. Quasi, perché abbiamo cancellato i commenti ad personam di qualche lettore un po' troppo focoso, e qualche esaltazione delle dittature di Pinochet e Videla (al contrario di quanto sostiene la nota di Magris, non ci piace per nulla la gente che fa sparire in mare i propri nemici politici). Non si è nemmeno accorto che spesso e volentieri discutiamo e dissentiamo tra noi, senza che nessuno si offenda. Insomma, a noi preme la sostanza delle cose, e lo stile è usato solamente per cercare di squarciare il velo di menzogne di cui purtroppo è infarcito il dibattito economico e politico in Italia.
Andiamo di fretta e vogliamo con questo "passaparola" solo dare ai lettori il modo di commentare. Torneremo poi su varie questioni specifiche, tipo l'accusa di aderire al mitologico pensiero unico o di aver tradito le nostre radici operaie. Sono cose che meritano analisi più approfondite, non tanto per la qualità dell'intervento in questione (che la qualità è altra cosa) ma perché sono un segnale abbastanza cristallino di quale sia il livello del dibattito culturale in Italia.
A presto su questi schermi dunque.
E, occhio, non usate parolacce nei commenti, cazzarola!
Piena solidarietà a Michele & c. E comunque chi legge, ed ha un minimo di sale in zucca, non potrà che innamorarsi di questo forum: come ha ben scritto Mauro, è tutta pubblicità gratis. Il che farà senz'altro diventare tutt'altro che "deprimenti" (?) gli "indici di ascolto" (?? Auditel???) di nfA.
Avanti così, ragazzi.
P.s. si violerebbe il copyright a mettere in rete l'articolo di Magris? Così tutto il mondo potrebbe rendersi conto del livello dei dibatitto cultuvale italiota.
Eh, appunto. Io ho anche messo le cuffie, ma non sento niente: veramente deprimente. Anche per nFA bisogna pagare il canone?