Mourinho e le toghe rosse.

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Oggi vi presento Magstratura Democratica. Questo articolo lo volevo scrivere tra un po’ di tempo, ma rimandavo riflettendo. La vicenda Mills mi ha spinto a concludere.

A BS stanno sulle scatole le “toghe rosse”. Anche a me le toghe rosse fanno venire l’orticaria … E, quindi, lo ammetto fin d’ora, sono prevenuto. Vi invito, dunque, a non favi influenzare da ciò che scriverò ed a farvi un’idea autonoma. Anzi, facciamo così: io sono l’accusatore e voi i giudici; manca solo la difesa. Chi si offre?

Cominciamo con il dire che BS, come al solito, si lancia in una serie di invettive che lasciano il tempo che trovano e che non meritano alcun commento. Aggiungo, a dimostrazione della pretestuosità degli argomenti, che la collega Gandus viene attaccata in maniera virulenta per avere sottoscritto nel 2006 un appello in cui si chiedeva la modifica di tutta una serie di leggi approvate durante la legislatura 2001-2006. Quell’appello l’ho firmato anch’io, oltre ad un vasto numero di colleghi iscritti in correnti c.d. “moderate”. In esso il nome di BS non viene fatto, per cui non vedo come si possa dire che chi lo ha firmato era un suo “nemico”. Vi si chiede, fra l’altro, l’abolizione di leggi che, poco dopo, vennero sonoramente bocciate dalla Corte Costituzionale (la legge "Pecorella", sul divieto di appello per il PM). Quanto alla specifica sentenza Mills, dico solo che, il fatto che sia stato condannato Mills non implica, necessariamente, che il Tribunale avrebbe condannato anche BS. Difatti, stando ai resoconti giornalistici, mi pare di capire che non sia facile provare che sia stato BS a dare l’ordine di pagamento in favore di Mills. Mi sto basando su mere supposizioni, non ho letto la sentenza. Giusta o sbagliata che sia, saranno i successivi gradi di giudizio a stabilirlo. Dunque, nessun dubbio da parte mia sull’integrità morale ed onestà intellettuale della collega Gandus. In questo senso le va anche la solidarietà da parte mia, ma questa solidarietà si ferma qui. Si ferma qui, per il semplice fatto che una sentenza, oltre che giusta, deve essere credibile agli occhi del condannato e dell’opinione pubblica.

Da questo dato dobbiamo partire.

Prima di tutto è necessario fare una premessa sistematica. In tutti gli stati liberali, l’indipendenza del Giudice è, in linea di principio, garantita, ma ogni sistema ha le sue peculiarità. Ci sono sistemi che “tollerano” una certa vicinanza e financo osmosi tra la politica e la giustizia, osmosi che si accompagna ad una notevole ingerenza della politica nella giustizia, sia nelle sue decisioni, sia nella scelta dei soggetti di vertice della magistratura. Ad esempio, in Germania, non fa scandalo che vi siano magistrati iscritti a partiti politici, e la nomina dei vertici giudiziari passa attraverso i presidenti e ministri della giustizia dei singoli Länder. Un po’ come se il procuratore di Milano venisse nominato da Formigoni e quello di Bari da Vendola. Oltretutto, quanto meno sulla carta, il Pubblico Ministero dipende dal Ministro della Giustizia del singolo Land. Il nostro sistema, così come delineato dalla Costituzione, ha una filosofia di base diversa. La magistratura è completamente autonoma rispetto al potere politico. Nessun magistrato ha un superiore gerarchico che possa influire sulle sue decisioni, tanto che si parla di un c.d. “potere diffuso” cioè incarnato da ogni singolo giudice. Anche sulla nomina dei vertici degli uffici non c’è nessuna ingerenza politica. Essa viene fatta dal CSM, organo composto per due terzi da magistrati. Che, poi, i magistrati non siano stati capaci di fare buon uso della propria autonomia è un’altra storia. Se la politica non può ingerire nella giustizia, la giustizia non dovrebbe potersi ingerire nella politica (salva la politica giudiziaria ovviamente). Mi pare scontato.

Difatti, ad esempio, il Costituente vede con sfavore il magistrato-politico, tanto che l’art. 98, comma 2, della Carta arriva a prevedere che

Si possono con legge stabilire limitazioni al diritto d’iscriversi ai partiti politici per i magistrati...

La ragione dovrebbe essere evidente. Il giudice deve essere, ma anche apparire, neutrale. Il magistrato è un pubblico funzionario scelto attraverso un concorso, privo di qualsiasi responsabilità politica. È chiaro che ognuno di noi ha le sue opinioni politiche, ma le deve tenere per sé, non può manifestarle, in nome di una malintesa libertà di pensiero. Se, viceversa, un giudice dichiara liberamente il proprio orientamento politico, addirittura si organizza in una forma associata, chiedendo, nel contempo l’assoluta indipendenza, diventa un soggetto che, nell’esercizio della sua funzione, non è credibile, perché legittima il sospetto che i suoi provvedimenti abbiano uno scopo politico. Si tratta di questioni talmente elementari, che le capisce anche uno studente di prima liceo.

Ed allora veniamo alla presentazione di questa corrente. Ho scartabellato un po’ nel loro sito Internet. C’è anche una breve e piuttosto generica storia della corrente. Più interessante è il loro primo manifesto elettorale, interessante non tanto per i programmi, che sono sicuramente legittimi trattando essi di problemi giudiziari, ma per l’analisi ed il linguaggio utilizzato, che, visti con gli occhi di oggi, sono assolutamente esilaranti.

Così, ad esempio, si esordisce dicendo:

Occorre anche rendere esplicito il fondamento ideologico degli obiettivi che l'associazione propugna. In altre parole occorre inserire codesti obiettivi in un'organica concezione della società e dello Stato, nella quale il loro soddisfacimento si inquadri come un imprescindibile momento della sua realizzazione; occorre fornirne una motivata e compiuta espressione e rendere capillarmente edotta la collettività in cui il movimento si trova ad operare.

Non chiedetemi cosa significa… Ed ancora:

Tenendo presente che l'esegesi di quest'ultima non deve mai prescindere da quel significato politico cui abbiamo ancorati i fondamenti ideologici del movimento, e al di fuori del quale le strutture giuridiche volute dal Costituente perdono qualsivoglia valore, soggiacendo la loro attuazione alla valutazione discrezionale della forza politica dominante.

Provo a tradurre: siamo rossi e vogliamo abbattere finalmente la sovrastruttura capitalistica. Proseguiamo:

Ne discende la necessità della più ampia e profonda democratizzazione dell'esercizio della funzione, affinché la sovranità popolare sia posta sempre in grado di esercitare il suo controllo, e affinché si impedisca al magistrato di sentirsi avulso dal corpo sociale, chiuso nella torre eburnea di un esclusivo tecnicismo, o, peggio ancora, posto al di sopra del corpo sociale stesso, quale facente parte di una casta depositarla di un potere a sé stante.

Questa l’ho capita anch’io. Ve la traduco: tutto il potere ai soviet!

Scopro anche che i fondamenti del nostro perverso e corporativo sistema di avanzamento economico lo dobbiamo proprio ai colleghi di MD. Difatti, nel famoso documento si dice

Implicita, nelle premesse suesposte, la completa estromissione dall'ordinamento giudiziario del concetto di carriera, la cui pratica regolamentazione si è appalesata la vera quadratura del circolo dell'organizzazione giudiziaria. In effetti il concetto carriera, mutuato dall'organizzazione amministrativa, è inscindibilmente connesso alla attuale struttura burocratico-gerarchica della magistratura. Essa, pertanto, non potrà essere eliminata sino a quando sarà conservata detta struttura; mentre l'eversione di quest'ultima comporterà automaticamente il travolgimento della prima.

Grandioso! Infatti, adesso che, con esattamente 28 anni di anzianità, tutti, dico tutti, vengono pagati come un Presidente di Cassazione - a prescindere dall’impegno, dalla capacità e dalla quantità e qualità del lavoro svolto - adesso sì che i magistrati sono efficienti e la giustizia funziona! Inoltre, abbiamo travolto la sovrastruttura burocratica… ed avanziamo retti verso la sovranita' popolare!

Certo, questo è un documento del 1964. Nel frattempo sono passati 45 anni. Il dramma è che questi colleghi magari hanno cambiato linguaggio, ma continuano a ragionare così…

Prendiamo gli scopi di MD, scaricati sempre dal loro sito internet. Ai punti 2 e 3 si dice

 

2. la protezione delle differenze tra gli esseri umani e dei diritti delle minoranze, specialmente dei diritti degli immigrati e dei meno abbienti, in una prospettiva di emancipazione sociale dei più deboli;

3. il sostegno all'integrazione comunitaria europea, in vista della creazione di una unione politica europea preoccupata della giustizia sociale;

 

Bene, son contento. C’è qualcuno che ha il coraggio di dire che è contrario a questi scopi? Ma, la domanda è un’altra. Parafrasando qualcuno, “che c’azzeccano questi scopi con la giustizia”? Non si tratta di scopi tipici di un movimento politico?

Quest’anno, a Modena, si è tenuto il congresso di MD. Sul sito è pubblicata la mozione finale. Non siamo più nel 1964, siamo nel 2009. Vi propongo alcuni tra i più divertenti passaggi.

Si deve reagire alla profonda trasformazione del sentire sociale del Paese, ed al senso di inevitabilità della perdita dei diritti che a volte sembra paralizzare ogni resistenza, ogni opposizione: Magistratura democratica deve essere uno dei motori di questa reazione, riproponendo il proprio ruolo e la propria idea di giurisdizione, che con l'efficienza del servizio vuole coniugare il contenuto di una giurisprudenza che affermi garanzie anche quando esistano maggioranze che richiedono la sanzione esemplare, e diritti e tutele contro l'illusione, rivelatasi tragicamente fallace, che possa essere il libero mercato a trovare gli equilibri ed a garantire lo sviluppo, oppure contro lo Stato che voglia prepotentemente sostituirsi alle scelte dell'individuo, rivendicando a sè il primato etico sulla libertà della persona.

Capito? Vuoi vedere che BS, GT, MD e la mia modesta persona di aspirante premio Nobel, sono perfettamente d’accordo su come gestire l’economia? Mi sa che chiederò a qualche collega di MD di redimere i nostri professori amerikani, spiegargli come gira il mondo e riportarli sulla retta via. Infatti, si dice:

8, Occorre proseguire in questa direzione concentrando l'azione sui temi più scottanti e sensibili: il diritto dell'economia, a fronte di una crisi che sconfessa ogni fiducia illimitata nella capacità del mercato di fornire a tutti garanzie ed opportunità;

Attendo lumi dagli illustri economisti di MD. Anzi, già che ci sono, propongo un aumento dello stipendio dei magistrati così aumenta la domanda e l’economia torna a crescere!

Una valida proposta economica elaborata da MD potrebbe essere questa:

E' imprescindibile un intervento riformatore serio sul sistema italiano di welfare, efficace ed equo e capace di realizzare forme di inclusione attiva di tutti i lavoratori, indipendentemente dalla forma contrattuale del rapporto, auspicando l'introduzione di forme di tutela universalistica dei "minimi vitali", funzionale ad evitare che consistenti fasce di popolazione scivolino verso la povertà e la compromissione dei diritti di cittadinanza, civili, politici e sociali.

Traduco: Basta con il precariato che toglie un futuro ai giovani! Questa mi pare di averla già sentita da qualche parte. Non so dove, ma non ad un convegno di magistrati…

Già che ci sono ho anche un altro suggerimento per combattere la disoccupazione. Mandiamo la gente in pensione appena compiuti 45 anni (di età si intende), così si creano posti di lavoro. Semplice no?

Apoteosi finale:

Per questo, anche oggi, e soprattutto oggi, c'è ancora bisogno di Magistratura democratica, e c'è bisogno di più Magistratura democratica.

Hasta la victoria siempre! Intonazione dell’Internazionale e, a seguire, di Bandiera rossa.

Sta di fatto che MD è l’unica corrente della magistratura che ostenta una colorazione politica. Si arriva al punto che, nella rassegna stampa consultabile sul sito, non fanno alcun mistero di essa, anzi, paiono esserne sostanzialmente orgogliosi, tanto che inseriscono articoli intitolati L'Impegno delle "Toghe rosse": "difenderemo la Carta", Md, sfida delle toghe di sinistra: "Sì al confronto con il governo", Fronda tra le toghe di sinistra: «Md partecipa alla spartizione dei posti».

Sono convinto da sempre che MD, con la sua dichiarata connotazione politica, abbia causato dei danni enormi all’immagine ed alla credibilitá della magistratura. Grazie anche ad MD, la politica può nascondere le proprie magagne e, anziché difendersi nel merito, sostenere che l’azione della magistratura è dettata da scopi politici nemmeno tanto reconditi. Come, del resto, sta facendo BS.

Conosco tanti colleghi iscritti a questa corrente. Ve ne sono alcuni che “ragionano” esattamente come Ferrero. Mi ricordo uno di essi che, durante un’assemblea di magistrati, dopo aver rivendicato la “gloriosa” storia della corrente sbraitava che Violante “non è di sinistra”. Molti di loro mi divertono tantissimo, scrivono delle cose degne dei migliori autori di Zelig e continuano a prendersi terribilmente sul serio. Ma, in MD, ci sono anche dei magistrati fuori dal comune per impegno, capacità, lucida intelligenza, ed anche raffinata cultura. Proprio per questo non capisco come mai essi non si rendano conto che un magistrato dovrebbe apparire a-politico.

L’assenza di qualsiasi dubbio sul punto è tale che, dopo un attacco personale di Gasparri contro la Gandus, MD emette un comunicato intitolato “L’orgoglio di appartenere a magistratura democratica”. Leggetelo. Non uso alcun aggettivo per commentarlo. I colleghi di MD non vengono nemmeno sfiorati dal dubbio che un giudice che appartiene ad un’organizzazione che è dichiaratamente di parte politica avversa a quella di BS possa non apparire imparziale. Il ragionamento che fanno è questo: “E’ vero che la collega Gandus è dichiaratamente di sinistra e contro questo governo, ma qui doveva solo giudicare un fatto commesso dal presidente di questo governo e su questo sarebbe stata assolutamente imparziale”. “Sarebbe stata” imparziale, senza dubbio; ma “appariva” tale? No. E questo e' il punto. L’apparenza in questo caso, conta! (E inganna, ma questa e' un’altra storia).

BS dice che è come se il derby di Milano lo avesse arbitrato Morinho. L’esempio, in sé, non è calzante al cento per cento poiché la Gandus, non appartiene all’avversario politico, ne è solo un dichiarato tifoso. Tuttavia, l’esempio esprime un concetto purtroppo assolutamente incontestabile. Facciamo che il derby lo abbia diretto Elio (quello delle Storie Tese). Elio e' persona proba ed onesta. Ma a un rigore, magari un po’ dubbio, concesso contro il Milan, cosa penserebbe il pubblico? I tifosi della curva milanista? Potrebbe quell’arbitro dire, “E’ vero, io sono un noto interista, ma come vi permettete a pensare di ricusarmi? Come vi permettete di mettere in dubbio la mia assoluta neutralita’”?

Noi - tutti: me compreso - ci scandalizziamo per il “lodo Alfano”, ma, se ci mettiamo nei panni di BS, è proprio così inconcepibile che non si fidi? Può BS, legittimamente, non fidarsi e non ritenere imparziale un giudice che non fa mistero della sua parzialità politica? Vorreste voi che il derby di Milano lo arbitrasse Alberto?

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Commenti

Ci sono 129 commenti

 

Continuo a pensare che il problema più urgente sia recidere il legame fra il magistrato e il territorio, per esempio prevedendo rotazioni decennali e l'impossibilità di esercitare nella provincia in cui si è nati e cresciuti.

E' solo un pregiudizio il mio, l'esperienza diretta è pari a zero, ma non riesco a pensare che la fede politica possa esercitare influenze negative e forti nel corpo della magistratura; familismo e contiguità con le élites locali, invece, in Italia sono forze irresistibili. Se n'era già parlato anche su nFA, se ben ricordo.

Solo per curiosità, infine: cosa si dice sui siti e gli statuti delle "correnti moderate" cui fai riferimento? Se il minimo comune denominatore di queste persone non è politico (come tu sembri implicare), qual è?

Continuo a pensare che il problema più urgente sia recidere il legame fra il magistrato e il territorio, per esempio prevedendo rotazioni decennali e l'impossibilità di esercitare nella provincia in cui si è nati e cresciuti.

ció é indubbiamente vero. Ma dipende molto dal contesto sociale in generale. In Alto Adige, ad esempio, questo tipo di situazione sarebbe particolarmente grave visto che non puó venire nessun giudice da fuori e quelli assunti sono tutti nati e cresciuti qui, e, tuttavia, ti posso garantire, che non ci sono sospetti di familismo e contiguitá con le leites politiche locali.

cosa si dice sui siti e gli statuti delle "correnti moderate" cui fai riferimento? Se il minimo comune denominatore di queste persone non è politico (come tu sembri implicare), qual è?

Ogni corrente ha le sue caratteristiche. Faccio un esempio: Magistratura Indipendente ha una dimensione piú, per cosí dire, corporativa o sindacale che dir si voglia, concentrata sull´assenza di risorse, sul fatto che, per molti giudici il carico di lavoro é di fatto, insostenibile e, last but not least,sulla richiesta di aumentare i nostri stipendi. Il Movimento per la giustizia rivendica la lotta al correntismo una ricerca di una maggiore efficienza del sistema. Ripudiano espressamente qualsiasi "collateralismo" politico, poi peró sono alleati di MD in diverse elezioni per il CSM o per le giunte locali dell´ANM. L´altra corrente, UNICOST, si presenta qui


 

non riesco a pensare che la fede politica possa esercitare influenze negative e forti nel corpo della magistratura

 

La mia opinione e' diversa.  Dai tempi della dieta di Roncaglia se non ab urbe condita la giustizia in Italia e' amministrata piu' che in altri Paesi secondo criteri politici. L'uso storico del latino, dell'italiano e infine del burocratese, tutte lingue non parlate e non comprese dalla maggioranza dei sudditi, sono indicativi di un cultura fortemente inclinata all'abuso dell'amministrazione della legge per scopi politici e/o di potere.  Lo storico Marc Bloch come ho gia' scritto sottolinea il legame tra amministrazione della giustizia in latino e distorsione della legge a favore del potere nell'Europa medievale.

Riguardo a MD, visto il contenuto dei documenti esposti e l'appartenenza alla sinistra massimalista di tradizione italiana, c'e' da aspettarsi proprio un programmatico abuso della giustizia secondo scopi politici. Tra l'altro in un Paese come l'Italia, caratterizzato da leggi draconiane e illegalita' diffusa, e' facilissimo amministrare la giustizia in maniera iniqua ma in maniera irreprensibile: e' sufficiente scegliere opportunamente a quali delle innumerevoli notizie di reato dedicare l'attivita' investigativa, perquisizioni, arresti, e cosi' via.

Domanda per Axel: per prevenire l'ipotesi di accanimento giudiziario selettivo, molti sistemi giudiziari prevedono l'inutilizzabilita' di prove casualmente reperite in un'indagine per un reato x, come prova per un reato y che sia indipendente dalla notizia di reato x che ha avviato l'indagine.  Qual e' la situazione italiana?

Credo che uno studio comparato a livello europeo in particolare sulle sentenze della magistratura del lavoro potrebbe documentare adeguatamente il livello di distorsione politica nell'amministrazione della giustizia in Italia rispetto agli altri Paesi.

Leggendo l'articolo ho tovato interessante l'antitesi pirandelliana,è vero se a fischiare un rigore al derbi fosse Elio Essendo lui tifoso ci sarebbe da eccepire,mentre quando Alberto fisschia il rigore a fovore del milan io non sospettarlo di essere tifoso,giusto,la garanzia è il rigore a fovore del milan.

Se poi Alberto che possiede la moviola con qualche artefizio riesce a dimodtrare che Elio i Rigori li fischia a centrocampo il goco è fatto,e sarà più facile contestare il giudizio di Elio,è talmente evidente che approfitta della sua posizione.

Ora io un'idea l'avrei per giudicare BS,visto che effettivamente non è possibile essere imparziali nei suoi confronti,considererei definita la sentenza quando lui stesso medesimo giura sui suoi figli,in  particolare quelli di Veronica li non dovrebbe esserci appello è Assoluzione piena,e poi non si vorrà ritenere più grave pedofilire una bimba di 17 anni rispetto al giuramneto sulla testa dei propri figli.Solo una campagna ordita dai comunisti può arrivare a tanto con tanta efferatezza,arrivando persino ad irretire Veronica che ne chiede la separazione,quanti danni questi comunisti,ma per fortuna il paese resiste e lui diventa sempre più forte,una vittoria MORALE! 

Tutto molto bello. Ma qualcosa non mi quadra lo stesso: non sono un magistrato e so poco di come funzioni la vita da quelle parti. Ricordo però che la Gandus sia piuttosto esperta di crimini del genere e credo sia stata scelta per questo motivo.

Ma soprattutto mi risulta che la Gandus sia stata ricusata e che sia la Corte d'Appello che la Cassazione abbiano preso a calci nel culo Ghedini. E che diamine, sono tutti di Magistratura Democratica? E se è così, il CSM dorme (essendo composto di politici mi sa di sì, ma questo è un altro discorso)?

Se Alberto è un bravo arbitro e finisce per arbitrare il derby e i designatori, i capi dell'associazione arbitri, i presidenti della Lega, della FIGC, del Comitato Olimpico sono tutti d'accordo che Alberto è un bravo arbitro, devo avere il sospetto che siano tutti interisti? E se poi Alberto assegna un rigore al 90° al Milan? E se arbitra male, poi non ci sarà un organo che gli farà il culo?

Mi spiace, non esiste che il lodo Alfano possa essere anche lontanamente giustificabile. Primo, perché la legge è uguale per tutti (non è così, ma almeno formalmente vorrei crederlo); secondo, perché io ho fiducia nella magistratura e nei suoi sistemi di controllo (che sono tanti, pure troppi).

la Gandus sia piuttosto esperta di crimini del genere e credo sia stata scelta per questo motivo.

cominciamo con il dire che la Gandus presiedeva un collegio di tre giudici. Inoltre, in un grande tribunale come Milano, ci sono diverse sezioni, almeno cosí mi risulta, ciascuna con la sua specialzzazione. La sezione della Gandus dovrebbe, dunque essere quella specializzata in materia. Ma, sicuramente, in quella sezione ci sono piú di quei tre giudici. Le cause vengono assegnate secondo criteri definiti tabellari e cioé oggettivi per non violare il principio del giudice naturale anche all´interno del tribunale. In sostanza, la Gandus dovrebbe aver avuto quel procedimento in virtú di un criterio di assegnazione automatico. 

E che diamine, sono tutti di Magistratura Democratica? E se è così, il CSM dorme (essendo composto di politici mi sa di sì, ma questo è un altro discorso)?

La ricusazione era palesemente infondata in diritto e Ghedini lo sapeva benissimo. Per una ricusazione bisogna dimostra un´inimicizia grave tra il giudice e l´imputato. La ricusazione si basava essenzialmente su quel famoso appello che firmai anch´io, in cui non c´é alcun riferimento a Berlusconi, a meno che lui ed i suo scherani non vogliano, finalmente, ammettere ció che é universalmente noto e cioé che si sia trattato, nella maggior parte dei casi, di leggi che avevano il solo scopo di favorirlo. In realtá non é proprio cosí, la legge Pecorella sul divieto di appello del PM, ad esempio, é una richiesta che i difensori fanno da molto prima che Berlusconi andasse al potere. Dire poi che, per il solo fatto di essere iscritti ad MD, vi sia una grave inimicizia tra il giudice e l´imputato politico di destra é una pura strumentalizzazione. Sul punto vedi questa sentenza:

Sez. 6, Sentenza n.1228del03/11/2003Cc.  (dep. 20/01/2004 ) Rv. 228333

Presidente: Sansone L.  Estensore: Martella IS.  Imputato: Vitalone.P.M. Passacantando G.(Conf.)

(Dichiara inammissibile, App. Roma, 19 dicembre 2002).

658 GIUDICE   012 casi

GIUDICE (COD. PROC. PEN. 1988) - RICUSAZIONE - CASI - Inimicizia grave nei confronti dell'imputato - Nozione - Appartenenza del giudice ad una corrente associativa asseritamente ostile al ricusante - Rilevanza a fini di ricusazione - Esclusione.

 

La grave inimicizia del giudice nei confronti della parte privata - che legittima la ricusazione secondo il disposto dell'art. 36, comma primo lett. d), cod.proc.pen. - deve rendersi palese sulla base di fatti e comportamenti che riguardino direttamente il magistrato interessato, di talché risulta manifestamente inammissibile una ricusazione fondata sul presupposto dell'asserita appartenenza del giudice ad un gruppo associativo professionale con il quale il ricusante si sarebbe trovato in polemica. 

 devo avere il sospetto che siano tutti interisti? 

Non é questo il punto. Il punto é che se metto Alberto ad arbitrare il derby e poi il Milan perde la partita perché lui ha assegnato all´Inter un rigore magari sacrosanto, tutti i milanisti non diranno che l´Inter ha vinto meritatamente, ma che ha vinto perché é stata favorita dall´arbitro, con ció distogliendo l´opinione pubblica dalla sostanza della questione. Prendiamo questa vicenda: BS non si difende nel merito. Dice di essere vittima di un complotto da parte dei giudici di sinistra. Se quel giudice non fosse, dichiaratamente, di sinistra, non potrebbe difendersi con questo argomento, ne dovrebbe usare un altro, sicuramente altrettanto pretestuoso, ma non questo. 

E se arbitra male, poi non ci sarà un organo che gli farà il culo?

Non proprio. C´é il secondo grado e poi la cassazione. Qui si fa confusione tra il mertio della decisione e l´immagine di essa. La sentenza puó essere assolutamente giusta, ma resta macchiata dal sospetto.


Vostro Onore,

obiezione.

Secondo me ti contraddici. E te lo dico dopo una breve premessa.

Intanto, non conoscevo quel frasario di MD, e in effetti fa davvero impressione. E' evidente la prossimità di quella corrente della magistratura a una certa idea del mondo e dei rapporti sociali. Però, in sè, la lettura di quei brani che tu riporti può, al più, essere rubricata come un'incapacità degli estensori di quelli ad adottare un linguaggio più accessibile e ragionevole anche da chi non condivida le loro ideologie; ricavare dall'uso di quel linguaggio, certamente inappropropriato per chi si prefigga di apparire neutrale oltre che esserlo effettivamente, il sospetto della non terzietà del giudice...è un po' troppo. E' come se io, pacifista, non mi sentissi tutelato dal nuovo maresciallo del paese che corre alle sei del mattino con addosso mimetica, anfibi e Ray-ban...oltre ad usare un linguaggio alla Clint Eastwood prima maniera: posso presumere che la pensiamo diversamente, ma inferire che tutti i suoi atti da pubblico ufficiale saranno inficiati dalla postura marziale o dall' abbigliamento che esibisce nel suo tempo libero (facciamo che queste caratteristiche idiosincratiche del maresciallo siano l'equivalente dei sogni di palingenesi sociale che MD sembra coltivare nel dopolavoro giudiziario), mi sembra un po' troppo.

Tu, poi, in qualche modo sembri ammettere che una troppo manifesta esibizione delle proprie idee politiche limiti la credibilità di chi, così scopertamente di parte, andrà poi a prendere delle decisioni sui cittadini. Io sono d'accordo in via di principio, e certamente eviterei anche tutta questa fregola di candidare magistrati alle elezioni dopo che hanno portato avanti inchieste sensibili (vedi De Magistris candidato alle prossime elezioni Europee); rimane però che esistono, come peraltro tu stesso ammetti, ordinamenti giudiziari dove è ammesso che un giudice sia iscritto ad un partito (Germania); inoltre, aggiungo io, ci sono paesi dove i pubblici ministeri sono eletti dal popolo, anche se questo, per quel che ne so, non rende la loro attività del tutto priva di credibilità...e certamente, non credo che quella credibilità sarebbe messa in forse proprio da chi è oggetto delle inchieste del PM (qui mi sovviene la storia del giudice dichiaratamente repubblicano che incrimina Bill Clinton). Voglio dire, se esistono ordinamenti giudiziari garantisti che non esasperano questo aspetto dell'imparzialità che sta così a cuore a me e a te, forse il problema è altrove. La contraddizione in cui cadi, secondo me, è che ammetti che esistono forme di parzialità accettabili e poi però, nella chiusura del tuo scritto, sembri assumere che qualunque violazione anche solo apparente della neutralità del giudice potrebbe giustificare la diffidenza di Mister X, che non nomino perchè ne abbiamo piene, di essere giudicato da chi non condivide le sue simpatie politiche...

Inoltre, ci terrei davvero a sapere a quanto ammontano, numericamente, gli iscritti a MD. La cosa mi serve per intuire che effetto distorsivo può avere la loro consistenza numerica sulla corretta amministrazione della giustizia.

Però voglio anche aggiungere alcune cose. La diffidenza che dovrebbe essere fisiologica allorquando non si riconoscano i giudici come davvero imparziali è davvero un punto centrale. In udienza, i giudici indossano la toga, e si coprono delle vesti private, anche a simboleggiare questa imparzialità. Però però. Tu chiudi con una domanda che non vorrei lasciare inevasa. Può Mister X essere diffidente? La risposta è NO. Come tu mi insegni, quella della Gandus è una sentenza di primo grado. Mi insegni tu che esistono almeno altri due gradi di giudizio. Dimmi, ammesso che la sentenza in questione passi tutti i gradi i giudizi, quanti saranno in tutto i giudici e i magistrati che dovranno riprendere in mano le carte? Quanti saranno, numericamente? Si può ipotizzare che tutti questi giudici saranno di MD? Esiste una probabilità che questo accada, e dunque, la diffidenza di Mister X è del tutto giustificata e lui fa certamente bene a tirarsi fuori dal processo, usando la prescrizione e quinci il Lodo Alfano e quindi, chissà, il Quirinale. Va tutto bene. E' tutto a norma di Legge. Ma mi chiedo io, universalizziamo questo modo di ragionare. Se politicizzazione e parzialità nell'esercizio della giustizia c'è per Mister X, questa stessa potrebbe esserci per tutti gli altri cittadini, anche i più miseri e reietti, che dunque potrebbero cominciare a pensare che anche loro, ladri di galline, in realtà non sono che vittime dei giudici politicizzati, classisti, law and order e così via. Insomma, che cosa ne viene fuori? Un puttanaio, perchè si rovescia il tavolo. E bada bene che a rovesciare il tavolo è l'uomo più ricco d'Italia, quello con più potere politico, uno che insomma, dal sistema italiano (nel suo funzionamento più viscerale) ha avuto tutto. E se lui, così bene inserito, parla come un anarchico insurrezionale, pronto cioè a rigettare le istituzioni e il loro funzionamento, cosa ma i potremmo aspettarci da uno che non ha le sue risorse di cultura, istruzione ricchezza ecc. ecc.?

Ecco, il mio punto è proprio questo. Possiamo sentire fare questi discorsi di diffidenza sui giudici che giudicano Mister X, e poi nel contempo sentire, in certe trasmissioni televisive, che un ragazzo di Napoli condannato per rapina sarebbe poco o punto credibile quando racconta i triangoli ai quali avrebbe assistito, e proprio in ragione dei suoi trascorsi giudiziari? Perchè il ragazzo di Napoli deve poter subire un giudizio e venirselo ricordato, e Mister X, invece no? Se il sistema è così malato, lo è per tutti. Ma allora non c'è più Repubblica, ma una sua degenerazione....in ossequio ai fatti delle ultime settimane, la vogliamo chiamare Res Pubica?

 

 

 

faccio un´altra tornata di risposte.

Cominciamo da qui

rimane però che esistono, come peraltro tu stesso ammetti, ordinamenti giudiziari dove è ammesso che un giudice sia iscritto ad un partito (Germania); inoltre, aggiungo io, ci sono paesi dove i pubblici ministeri sono eletti dal popolo, anche se questo, per quel che ne so, non rende la loro attività del tutto priva di credibilità...e certamente, non credo che quella credibilità sarebbe messa in forse proprio da chi è oggetto delle inchieste del PM (qui mi sovviene la storia del giudice dichiaratamente repubblicano che incrimina Bill Clinton). 

Prendiamo proprio il caso Clinton/Lewinsky/Whitewater (se non ricordo male...). Ecco, visto con gli occhi di un magistrato italiano e probabilmente europeo continentale, mi sembrava che avessero designato un PM repubblicano con l´evidentissimo scopo di inchiappettare (scusa la parola, ma non me ne viene una piú elegante) l´avversario politico. Ai miei occhi una cosa estremamente spiacevole. Comunque i sistemi non possono essere paragonati cosí aprioristicamente. Ci sono diversitá di cultura, tradizioni giuridiche, faziositá, tenuta sociale. Il dato peró essenziale é che tutti i sistemi che conosco, al di lá di quello italiano, contengono un maggiore controllo politico della magistratura. Attraverso la designazione dei vertici degli uffici ed attraverso una subordinazione gerarchica del PM verso l´esecutivo. Da ció deriva la possibilitá di esternare le proprie aderenze politiche. In Italia non é cosí. Il Costituente, memore dell´esperienza fascista, ha voluto che la magistratura fosse completamente indipendente e nominata per concorso. Il politico, se la magistratura fa quadrato, non riesce a toccare nessuno e non puó dare nessun ordine. Insomma, il politico non puó ingerirsi nella giustizia. Perché, viceversa, il magistrato deve potersi ingerire nella politica? Cosa sono quei riferimenti al liberalismo nel loro documento finale? Che significa, cosa vogliono? Cosa c´entra con la giustizia? Perché il Costituente ha inserito quel passaggio che prevede l´introduzione di divieti di aderenza ad un partito politco per un magistrato?

Inoltre, ci terrei davvero a sapere a quanto ammontano, numericamente, gli iscritti a MD. La cosa mi serve per intuire che effetto distorsivo può avere la loro consistenza numerica sulla corretta amministrazione della giustizia.

Ci terrei anch´io. Veramente. Ma nessuna corrente, per motivi secondo me evidenti, esterna il numero dei propri aderenti. Posso andare a cercarti i risultati elettorali, laddove un elettore di MD non é, necessariamente, un aderente alla corrente. Ultimamente MD prende continue batoste elettorali perché la magistratura é cambiata e si chiude sempre piú in una dimensione corporativa (lo stipendio e le condizioni di lavoro per intenderci), tanto che la corrente che piú ha successo negli ultimi anni é proprio MI. 

Dimmi, ammesso che la sentenza in questione passi tutti i gradi i giudizi, quanti saranno in tutto i giudici e i magistrati che dovranno riprendere in mano le carte? Quanti saranno, numericamente? Si può ipotizzare che tutti questi giudici saranno di MD? 

In tutto dovrebbero essere altri otto 3 in appello e 5 in cassazione (se non sbaglio, non ho mai fatto caso al numero dei componeti un collegio di cassazione). Marco peró tu dovresti rileggere l´articolo e non farti prendere dalla fregola di condannare Mister X, come fai anche nel commeto sotto. Parli della sentenza e non dell´immagine della Gandus. Sono due piani diversi, non posso che ribadirlo. Ho detto che i giudici erano 3 e non solo la Gandus. Che non si sa a quale corrente appartenessero gli altri due. Che, se hanno condannato Mills, non é per faziositá nei confronti di BS, ma perché lo ritenevano colpevole e probabilmente lo é. Ho detto che il tribunale era talmente imparziale, di fatto, che, forse, a BS lo avrebbero pure assolto. Lo fa notare johnni23021983 che un collegio della Gandus ha assolto Formigoni. La sentenza puó essere ineccepibile, magari lo é. Il fatto é che rischia di non apparire tale. A Mister X non si dovrebbe offrire il destro per fare polemiche pretestuose. Anche la ricusazione, completamente infondata in diritto, aveva uno specifico scopo, quello di buttarla in politica e ci sono perfettamente riusciti. 

Se il sistema è così malato, lo è per tutti. Ma allora non c'è più Repubblica, ma una sua degenerazione....in ossequio ai fatti delle ultime settimane, la vogliamo chiamare Res Pubica?

Non sto dicendo che il sistema é malato. Né sto giustificando il modo di procedere di BS, anche queto l´ho detto nell´articolo, ma io ti domando. Perché il giudice deve autoqualificarsi rosso? Non é lui cosí ad offrire il destro alla polemica sulla credibilitá della sentenza? E´nato prima l´uovo o la gallina?


 

ricavare dall'uso di quel linguaggio, certamente inappropropriato per chi si prefigga di apparire neutrale oltre che esserlo effettivamente, il sospetto della non terzietà del giudice...è un po' troppo.

 

Troppo sarebbe ricavare la certezza di non terzieta'.  Il sospetto di non terzieta' mi sembra invece del tutto legittimo.  Va sottolineato il contesto: in l'Italia esiste una consolidata tradizione storica di amministrazione della giustizia creativa e distorta dal potere e dalla politica.  Nota bene che lo stesso sospetto si applica a tutta la storia degli insabbiamenti e dei trasferimenti delle indagini presso il porto delle nebbie e cosi' via.

Immagino che in Italia siano molti i magistrati con idee politiche altrettanto radicali (di sinistra o di destra) che pero' si guardano bene dal renderle pubbliche .... io diffiderei piu' di questi che di quelli che dichiarano apertamente la corrente politica di appartenenza.

il "normale" è semplicemente un'ideologia così tanto diffusa da entrare nel buon senso ed apparire naturale. però capisco il ragionamento.

una domanda: il famoso porto delle nebbie a che partito è vicino?

una domanda: il famoso porto delle nebbie a che partito è vicino?

il famoso porto delle nebbie era la Procura di Roma degli anni ´80. Mentre negli anni ´80 credevo a quello che scriveva Repubblica, oggi che, da tredici anni sono addentro nel sistema, sono portato ad essere molto diffidente. Spesso l´indagine nei confronti dei politici va archiviatasemplicemente perché non si sono trovate le prove, senza dietrolgoie di sorta che poi vengono montate dai giornalisti. Certo la magistratura degli anni ´80, nei suoi vertici, era molto, come dire ... borghese ed attenta "agli equilibri".

Dopo continuo, adesso devo andare.

A me pare che i commenti all'articolo manifestino un pregiudizio che negli ultrimi mesi sembra diffuso tra i lettori del blog: tutto quello che si dice deve necessariamente essere correlato a SB, anche quando non è necessario per sviluppare il tema proposto. In questo caso, è vero che Bisignano ha offerto una provocazione, ma la parte interessante del suo scritto non è quella che riguarda il rapporto tra SB ed il presidente Gandus, bensì tutto il resto: cioé la presentazione di MD secondo sé stessa.

Devo dire che non tutte le traduzioni in italiano corrente, proposte da Bisignano, mi sembrano puntuali: ma nel complesso l'immagine sembra fedele. Siamo di fronte ad un movimento politico che intende utilizzare i poteri della magistratura per trasformare la società, assumendo che le proclamazioni di diritti contenute nella Costituzione attribuiscano a tutti gli organi della Repubblica - in primis  alla magistratura - il compito di attuarli, anche se il legislatore non ha emanato le leggi opportune e non ha stanziato i mezzi finanziari necessari.

Questo significa che, almeno in via tendenziale, il progetto di MD è quello di decidere le controversie socialmente rilevanti in modo da riconoscere quei diritti, ovviamente intesi secondo il punto di vista degli appartenenti alla corrente: i magistrati che ne fanno parte si impegnano a trasformare il diritto civile, societario, di famiglia, del lavoro, dell'ambiente, ecc., in modo da fare prevalere la loro interpretazione delle norme costituzionali anche quando il legislatore non si è pronunciato (o non si è pronunciato nel modo da loro auspicato).

Questo atteggiamento creativo si è peraltro diffuso nella giurisprudenza, essendo spesso condiviso da collegi che non sono necessariamente composti da aderenti a MD: individuato lo strumento per affermare il potere dell'ordine giudiziario, perché mai i giudici dovrebbero privarsene? Lo stesso Bisignano ammette di avere sottoscritto un appello per la modificazione di leggi approvate dal governo di centro-destra tra il 2001 ed il 2005: non vi sembra che iniziative di questo genere possano tranquillamente essere prese da organi politici o anche dall'accademia - se si tratta di criticare le leggi sotto il profilo tecnico-giuridico - ma siano del tutto improprie se provengono da chi quelle leggi deve applicare?  

Il ragionamento è giusto su un punto: fino a che punto una corrente di magistrati può usare toni, temi e linguaggi propri di un partito politico ? Tutto il resto (scusami) è fuffa: o la Gandus motiva la sentenza, e questa resiste, o il prossimo grado di giudizio la spazzerà via, il lodo Alfano invece ce lo teniamo.

E' come se il derby di andata lo arbitrasse Mourinho, con il rischio che quello di ritorno lo arbitra Gallianie e fischia il fallo di mani di Adriano e l'Inter non vince-).

No, sinistra e destra, nonostante il linguaggio ridicolo della prima (mi ha riportato agli anni del liceo e alle occupazioni, mi è sembrato di leggere il resoconto di un'assemblea di quegli anni, il 1977 per me, formidabili quegli anni), per quanto categorie di magistrati ,poi, o fanno i magistrati, o perdono.

Concluderei dicendo: non è colpa della Gandus se BS ha dato dei soldi a Mills perchè tacesse...

Ragazzi miei, siete voi che fate confusione. 

Forse la colpa é mia. Evidentemente ha ragione Michele che dice che non so scrivere in italiano :-).

Io, nel articolo dico tre cose:

1) Non sappiamo se la sentenza é giusta o sbagliata;

2) gli attacchi alla Gandus sono assolutamente pretestuosi;

3) il lodo Alfano é uno scandalo. 

Voi, tutti, sovrapponete i piani di ragionamento. Prescindete dalla sentenza. Provate a fare finta che non eista. Torniamo ai blocchi di partenza. C´é un politico che si trova accusato di aver corrotto un testimone. Il giudice che lo dovrá giudicare é, dichiaratamente e pubblicamente, un fan della fazione politica avversa. Ripeto siamo ai blocchi di partenza. E´ proprio infondata l´impressione che, in virtú di ció, la sentenza non fosse scritta giá in partenza? Questo é il nodo che voi con i vostri argomenti non sciogliete.

per quanto categorie di magistrati ,poi, o fanno i magistrati, o perdono.

scusa ma questa non l´ho capita. 

Per il resto rispondo domani che adesso devo andare a dormire.

 

2. la protezione delle differenze tra gli esseri umani e dei diritti delle minoranze, specialmente dei diritti degli immigrati e dei meno abbienti, in una prospettiva di emancipazione sociale dei più deboli;

3. il sostegno all'integrazione comunitaria europea, in vista della creazione di una unione politica europea preoccupata della giustizia sociale;

 

Bene, son contento. C’è qualcuno che ha il coraggio di dire che è contrario a questi scopi? Ma, la domanda è un’altra. Parafrasando qualcuno, “che c’azzeccano questi scopi con la giustizia”? Non si tratta di scopi tipici di un movimento politico?

 

Presente! Oltre che politici li trovo aberranti

Emancipazione e giustizia sociale non sono affare della magistratura.Tanto più che di regola si aggiunge l'aggettivo alla giustizia quando ci si appresta a calpestare quella senza aggettivi.

Perchè mai un giuice dovrebbe favorirmi o sfavorirmi in base al fatto che sia più o meno abbiente della controparte (eccetto casi particolari, come i divorzi)?

@Marco

Non credo proprio che Axel voglia difendere il lodo alfano.Piuttosto si lamenta del fatto che questi signori che si dichiarano pubblicamente "rossi" ed in quanto tali si organizzano come lobby fanno il gioco di mister x.Per pretestuose che siano le sue filippiche sulle toghe rosse, questi forniscono un bersaglio credibile e perfino un reale motivo di preoccupazione: fossi un pezzo grosso del PDL ti sentiresti tranquillo se a giudicarti fosse quello che sbraitava su Violante?

Infine, scommetterei che in Germania per processare Kohl abbiano accuratamente scelto giudici non iscritti a nessun partito.Finchè non c'entra la politica non credo sia un gran problema se i magistrati siano o meno politicizzati.

ci voleva un informatico per decifrare il mio ragionamento :-)

Se vogliamo essere maliziosi, siccome esistono da prima che SB fosse qualcuno di cui occuparsi, potremmo dire - usando un linguaggio vetero-comunista - che fanno il gioco della reazione. In altri tempi, si sarebbe tentato di farli passare per finti sinistri ... compagni che sbagliano, o qualcosa del genere; ma poi si sono organizzati e sono piaciuti anche alla casa madre.

Però, però, ... forse è vero: forse un certo numero di italiani votano SB & C. perchè non ne possono più delle sinistre che abbiamo avuto e che continuiamo ad avere, magari turandosi il naso ...e tra queste sinistre, quella giudiziaria - verosimilmente - non è la meno importante.   

E’ un tema interessante le cui conclusioni mi lasciano perplesso per le sue implicazioni. Senza sindacare i meriti di MD o di altre organizzazioni simili ma con orientamento opposto, dall’analisi dei passaggi  del manifesto di MD fatte nell’articolo sembra che il “reato” commesso da MD si basi su tre comportamenti concatenati tra loro: (a) MD dice delle “cose”; (b) queste “cose” sono anche “politiche”, cioe’ parlano di politica e societa’, e quindi il punto sarebbe il contenuto; (c) le “cose politiche” hanno una connotazione ideologica, se non altro per il linguaggio, anche se non provenienti organicamente da un partito o da piu’ partiti. 
L’articolo non chiarisce da che punto in poi MD si rende non credibile, sospetto dalla matrice intellettuale e ideologica. Linea di confine difficile da tracciare senza intaccare diritti costituzionali riconosciuti anche ai giudici. Pero’ in quest’ultimo caso, non mi sembra che i verbatim riportati dicano cose eccessive e diverse da quelle che si trovano normalmente in dibattiti accademici tra giuristi che in Inghilterra si definirebbero “law in context” e in America.....beh non mi pare molto diverso da quanto detto e scritto in varie occasioni dal nuovo giudice della corte suprema Sotomayor (dice cose politiche di sinistra che farebbero intendere a una interpretazione programmatica della costituzione)....e opposte a quelle di Scalia (anche lui politico e sostenitore, ad esempio, dell’immutabilita’ della costituzione e di una interpretazione molto letterale).

non rispondo nel merito, se non per dire che. a mio avviso, dei giudici e dei PM non si dovrebbero nemmeno conoscere nome, cognome e fattezze, altro che le idee politiche in forma più o meno organizzata.....

su quanto invece possano influire effettivamente le correnti sull'organizzazione della magistratura, sulla composizione del CSM (e sulla conseguente sua azione relativa a nomine, carriere, sanzioni), sui danni profondi inferti al concetto di indipendenza dei magistrati, cui si preferisce quello di indipendenza della magistratura, e quindi l'esasperazione di un corporativismo dei magistrati già fin troppo suggerito e garantito dalla costituzione, vi rimando a questo breve articolo, scritto da persona indubbiamente addentro alla questione, e altrettanto indubbiamente acuta nelle osservazioni e nelle analisi.

buona lettura 

 

p.s., per monsù Axel: che significa che 

In Alto Adige, ad esempio, questo tipo di situazione sarebbe particolarmente grave visto che non puó venire nessun giudice da fuori e quelli assunti sono tutti nati e cresciuti qui

lo statuto speciale prevede giudici di pura razza sudtirolese? non sia mai che un ariano rischi di essere processato da una qualche forma di vita inferiore (cui però ne è demandato il mantenimento)? non c'è l'obbligo di bilinguismo, per tutti?

scherzo, naturalmente, però vorrei capire, e vorrei sapere anche perché l'unico corpo dello stato che ha una forma di prevenzione del rischio di familismo amico o avverso sono i Carabinieri, e dal 1814....

 

 

Linea di confine difficile da tracciare senza intaccare diritti costituzionali riconosciuti anche ai giudici.

 

Certo, per il giudice vige la libertà di espressione. Tuttavia, il nostro costituente è il primo a voler limitare le libertà dei giudici, prevedendo l’impossibilità ad iscriversi a partiti politici. Ma, ribadisco una domanda già fatta. Mi spieghi tu quale necessità vi sia nel dichiararsi “rossi”? Quali attinenze con la giustizia hanno conclusioni e ragionamenti sulla politica economica e sul welfare?

 

non mi pare molto diverso da quanto detto e scritto in varie occasioni dal nuovo giudice della corte suprema Sotomayor (dice cose politiche di sinistra che farebbero intendere a una interpretazione programmatica della costituzione)....e opposte a quelle di Scalia (anche lui politico e sostenitore, ad esempio, dell’immutabilita’ della costituzione e di una interpretazione molto letterale).

 

Francesco è qui che tu confondi, decisamente, i piani. Al di là del fatto che non si possono confrontare minimamente questi due sistemi (il nostro è continentale di derivazione romana, quello amerikano è di common law). La differenza decisiva sta nel fatto che quei giudici sono di nomina diretta del presidente degli Stati Uniti, cioè di nomina politica. Essi vengono scelti sicuramente per la preparazione, ma anche e soprattutto, in virtù delle loro dichiarate opinioni politiche. Con la loro nomina il presidente vuole influire sulla politica giudiziaria del suo paese, tanto più se si considera che, in un paese di common law, il giudice è una specie di legislatore. Gli effetti di ciò, li spiega Vincenzo

In Italia, i giudici ordinari, quali il sottoscritto e quelli di MD, vengono scelti per concorso, in cui si valuta solamente la loro preparazione giuridica e non il loro orientamento politico (ci mancherebbe).


Infatti Sotomayor ha detto cose che un liberale non avrebbe neppure pensato.

I dibattiti accademici, poi, hanno un'efficacia diversa dai programmi d'azione di un'associazione di magistrati: questi dovrebbero risolvere controversie, civili o penali che siano, secondo le regole poste dal legislatore salvo sollevarne la questione di costituzionalità, non creare regole nuove concretizzando secondo un determinato orientamento politico una costituzione che si regge su un compromesso tra di versi orientamenti e che ora è anche subordinata al trattato dell'UE.   

quindi dire cose politiche di sinistra non va bene...invece dire cose politiche di destra, liberali o altro si?

E se non si possono dire cose ne' di destra ne' di sinistra (utilizzo questa ripartizione per comodita') allora e' equivalente a dire che i magistrati e le loro organizzazioni debbono o stare zitti...o dire cose insulse....sulla giustizia...il CSM deve essere composto da chi? e come i magistrati devono scegliere i propri membri del CSM? sulla base delle loro preferenze in tema di arredamento anziche' su quelle in materia di giustizia?

Il riferimento a Sotomayor era per evidenziare che il contenuto e i temi dei passaggi di MD non sono cosi' rivoluzionari, dopotutto...

e' vero che la costituzione e la legge sono il risultato di compromessi...quando la legge e' chiara non c'e' orientamento politico che tenga...il punto e' quando la legge non e' chiara, e allora  l'interpretazione prende un orientamento...ad esempio piu' o meno pro-EU.

 

 

rimane però che esistono, come peraltro tu stesso ammetti, ordinamenti giudiziari dove è ammesso che un giudice sia iscritto ad un partito (Germania); inoltre, aggiungo io, ci sono paesi dove i pubblici ministeri sono eletti dal popolo, 

 

 

Il fatto che esistano non implica che sia possibile traslare questi "usi" senza problemi in un contesto socio-culturale diverso. Uno dei punti focali dell'articolo penso non sia tanto il fatto che le varie sentenze possano essere eccessivamente minate da soggettività, ma il fatto che nel nostro contesto, in cui storicamente si è optato per un potere giudiziario totalmente indipendente (quindi anche dal "politico"), sia socialmente accettabile un aperto schieramento da parte della classe dei magistrati. Detta in altri modi, visto che in teoria la magistratura non deve essere schierata, il fatto che all'atto pratico una parte di essa lo sia apertamente non fa il gioco di chi, populisticamente o meno, taccia le sentenze in suo sfavore di essere "di parte", dandogli se non prove consistenti almeno il beneficio del dubbio? 

Se storicamente in italia fosse una prassi consolidata e non "scandalosa", non vi sarebbe problema alcuno, come giustamente dici tu, infatti in altri paesi funziona. Ma può una persona che uccide una mucca in india non incorrere nel sospetto dei locali d'essere apostata della fede, solo per il fatto che tale pratica all'estero è in uso? (esempio volutamente estremo, per spostare l'attenzione non sulla correttezza del Giudizio, ma sulla possibilità di appigli contro di esso sfruttando un "bug" sociale :) )


 

 

BS è nato nel 1936. Fino al 1994, anno della sua entrata in politica non si ricordano significativi problemi con la giustizia. Dopo quella data, una ventina di procedimenti giudiziari, un paio di migliaia abbondante di udienze, oltre 600 perquisizioni e accessi di aziende del gruppo mediaset da parte della GdF o della Polizia Giudiziaria. Ne avessero fatte sei alla Parmalat ci saremmo risparmiati un crack che valeva il 2% del PIL...

Antonio di Pietro ("io a quello lo sfascio" - mentre era ancora magistrato) fatto eleggere senatore dal PDS nel collegio del Mugello, ultrasicuro. Gerardo d'Ambrosio eletto senatore con i DS (elezioni 2006 e 2008 a liste bloccate).

Conclusioni:

1) fino al 1993 avevo fiducia nella magistratura, ora non più. Credo di non essere il solo.

2) in questa particolarissima situazione il lodo Alfano mi sembra necessario.

 

PS. Giuro di non aver mai ricevuto denaro o altri benefici da aziende di BS o in qualche modo ad esso collegato, e dino non essere, nè essere mai stato tifoso del Milan.

Mah, in realtà la frequentazione con Mangano, e le relative informative, sono precedenti la celebre discesa in campo...l'oscuramento delle televisioni da parte dei pretori, pure.

Comunque sia, oggi esiste un problema reale che è questo: una parte consistente dell'elettorato crede che la magistratura sia effettivamente legata ad una parte politica che ne controlla l'operato.

Io non penso che le cose siano così come le descrive BS, e lui stesso, nei primi anni di Tangentopoli, si guardava bene dall'affermare cose del genere, anzi manifestava un appoggio incondizionato al pool di Milano, e del resto ci sono le sua dichiarazioni di allora che comprovano la cosa.

Oggi le cose sono cambiate. L'unica cosa da fare è aspettare che la parabola politica di BS si completi...senza necessariamente avallare cose tipo "il Times è al soldo della sinistra"; "non sono io che commetto reati sono gli altri fissati solo su quelli che faccio io"; "il più pulito ha la rogna"...

 

Forse era meglio se l'articolo veniva ancora rimandato...In Italia si ha tendenza ad invertire i nessi di causalità: se uno o più hanno problemi con la giustizia si inizia a dire che forse il problema é la giustizia per poi concludere che la riforma della giustizia é riforma prioritaria e i giudici sono tutti politicizzati. Mi paree naif pensare che un giudice non abbia e non debba avere idee politiche, altra cosa è dire che le sue sentenze non debbano farle trasparire con la minima obra di dubbio. In Italia tuttavia le sentenze non se le legge nessuno e ahimé spesso nemmeno ci si arriva e magari qualcuno conclude di essere stato assolto...Hai voglia di dire che i giudici sono politicizzati....

Alcuni dei suoi conoscenti sostengono che il compianto Paolo Borsellino avesse simpatie per il MSI. Non risulta le abbia mai esternate. Mantenere il riserbo sulle proprie opinioni politiche è possibile.

   Come al solito, la discussione si incanala nella (noiosa) diatriba su BS colpevole o innocente. Mi sembra molto più importante capire se la magistratura appare  serena nei giudizi, come giustamente puntualizza l'autore dell'articolo.

  I documenti di MD ci riportano al linguaggio del '68 e dintorni, quando si diceva che "la giustizia è  dei padroni". Chi ha vissuto quell'epoca sa perfettamente quanto fossero strabici i giudizi e la visione del mondo reale. Che una parte della magistratura appaia nei suoi orientamenti e nei suoi obbiettivi uno schieramento politico - e quindi necessariamente DI PARTE - è un fatto per se scandaloso. E si arriva al paradosso di una eccezionale solerzia nell'esaminare la regolarità di funzionamento di un termovalorizzatore, quando per decenni si sono accatastati rifiuti nelle strade. Del resto, per una visione completa va letto il libro "Le toghe rosse".  

 

Mah! Non so Elio Veltri scriverebbe le stesse cose che scrisse nel 2002.

Quanto alla ormai storica inchiesta io qualche dubbio ce l'ho sempre avuto, non solo e non tanto per le avventure elettorali di certi magistrati, ma anche per questo manifesto:

http://www.cartacanta.it/manifesti/pci/imagepages/image23.html

se la memoria non mi inganna si tratta delle Elezioni Amministrative del 1980. Un'altra coincidenza?

 

La concezione del "diritto" (virgolette d'obbligo, vista la concezione) come malleabile ed adattabile dal giudice/magistrato alle sue credenze, ai suoi valori, alla sua condizione materiale ed ai suoi obiettivi strettamente politici, non è esclusiva dei compagni illetterati (ma avete visto come scrivono?) di MD. È diffusa assai e si incastra perfettamente con il resto della weltanschauung anti-liberale che coloro che tale concezione difendono professano a tutti i livelli. Come altro affossare questa fottuta, purolenta e già moribonda democrazia liberale, se non colpendola alla sua linea di galleggiamento, ossia nell'idea che gli individui vanno considerati in maniera anonima ed egualitaria dalla legge? Il socialismo come lo facciamo, se trattiamo tutti ugualmente? Il socialismo, non scordiamocelo, si fonda su di una precisa e predefinita gerarchia dei valori e degli individui e sul trattamento diseguale di quest'ultimi da parte dello stato, o mi sbaglio?

Ma lasciamo stare la filosofia e veniamo all'attualità. Tale concezione anti-liberale mi sembra condivisa, per esempio, dalla signora Sonia Sotomayor e, por ende come dicono aqui, dal compagno - oops, presidente - Obama Barack. I compagni di MD sono in buona compagnia world-wide; l'unico loro difetto è di essere meno astutamente camaleontici di BO ...

 

E quindi che si fa? Si dà addosso a certi magistrati? Rimane sempre da dimostrare che certi giudici abbiano "malleato" e "adattato" la loro concezione del diritto con le loro sentenze. Ogni volta che uno parla, oramai in Italia, si dice, stiamo attenti perché potrebbe essere di destra o di sinistra e tutti se ne fregano se possa essere giusto o almeno secondo giustizia. L'importante é con questa scusa non fare indagare nessuno e tutti a piede libero....

Il problema é quindi non fare distinzione tra i tipi di aberrazione e metterli sullo stesso piano con facili effetti di deligittimazione. Si continua ad alimentare il fuoco del tutti contro tutti e tutto, generando il sospetto che ci sia un problema della giustizia o magari di sicurezza o immigrazione e che il problema sia la sua politicizzazione, quod non. Che anche se fosse non é il problema di cui occuparsi o prioritario. Nei ragionamenti italiani spesso esiste una difficoltà di identificazione del problema vero. Nella fattispecie il problema della giustizia o di MD non é la sua politicizzazione, che ripeto non interesserebbe se non fosse strillata ai 4 venti, ma sapere se le sue sentenze sono giuste o no o secondo giustizia. E invece guarda un po' ci si preoccupa dell'antefatto non del fatto, ci si ouccupa di far politica e non di giustizia.

Nella fattispecie il problema della giustizia o di MD non é la sua politicizzazione, che ripeto non interesserebbe se non fosse strillata ai 4 venti, ma sapere se le sue sentenze sono giuste o no o secondo giustizia

Proviamo, insieme, a fare un semplicissimo ragionamento. Prova a cancellare dalla tua mente Berlusconi. Fai finta che non esista e che, con lui, non esista la sua delegittimante e scandalosa campagna mediatica nei confronti della magistratura. Resetta il sistema. Non c'è più Berlusconi ed il suo seguito di vallette e leccapiedi.

Adesso mettiti nei panni di un imprenditore come i due presenti sul sito, Franco Bocchini e Marco Esposito. Supponi che un loro dipendente si faccia male, o, ancor più frequente, supponi che un loro dipendente venga licenziato perchè è un lavativo che utilizzava il computer solo per visitare siti pornografici ed ha riempito di virus l'azienda. Supponi che questo dipendente faccia loro causa perchè si sente penalizzato o, visto che va di moda, vittima di mobbing. Ecco, adesso prova ad immaginare che Franco o Marco vengono a sapere che quel giudice è un noto esponente di MD e scartabellano un po' nel loro sito. Secondo te con che animo affronteranno quel processo. Secondo te avrannno "fiducia nella giustizia". Come spesso si dice?

Se uno vuole veramente sapere se una sentenza è giusta o no secondo giustizia dovrebbe ALMENO leggersi tutti gli atti del processo, vale a dire spesso molte migliaia di pagine. Anche cosi', dato che la prova si forma nel dibattimento, si avrebbe un livello di comprensione inferiore a quello dei magistrati giudicanti che, presenti durante tutte le udienze, hanno potuto valutare se il tale testimone sembrava sincero o meno.

Se non si vuole o non si puo' fare questo, è impossibile per uno spettatore esterno sapere con ragionevole certezza se una sentenza "è giusta o no o secondo giustizia" e quindi bisogna rimettersi a quanto ci raccontano uno o più dei protagonisti i quali, anche se in adamantina buona fede (e talvolta non è cosi') ci trasmettono una verità influenzato dai pregiudizi, preconcetti e dall'ignoranza che tutti inevitabilmente ci portiamo dietro.

Alla fine si torna ad una questione di fiducia nel sistema giudiziario nel suo complesso. E questa fiducia un tempo io l'avevo, ed ora non più. E l'hanno persa più o meno la metà degli italiani, la qual cosa è molto più preoccupante delle malefatte, vere o presunte, di quelche magnate. E MD ha avuto una parte non piccola in questa perdita di fiducia. 

Non v'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Occuparsi delle dichiarazioni d'intenti giudiziari di un giudice che amministra giustizia, del suo organizzarsi politicamente per avanzare le carriere di chi ha i suoi medesimi (ed extra-giudiziali) intenti e degli obiettivi, anch'essi extra-giudiziali, che egli intende perseguire con i suoi atti giudiziali, mi sembra assolutamente equivalente all'occuparsi di fatti.

I quali, altrimenti, sarebbero da attribuirsi solo alla pura imbecillità umana, la qual pure gioca un ruolo, mi sembra evidente, ma non spiega tutte le sentenze degli associati ad MD, bensì solo una parte delle medesime ... a meno che tu non preferisca l'alternativa, ossia assumere che la frequenza con cui gli imbecilli si associano ad una certa corrente piuttosto che ad un'altra sia sostanzialmente diversa.

V'è una differenza abissale fra "MD è l'unico problema della giustizia italiana" e "MD è UN problema della giustizia italiana". L'evidenza sta lì a dimostrare quale Axel, ed i redattori di questo blog, considerino la posizione appropriata.

Continuate così, fatevi del male ...

Alcuni interventi sembrano non attribuire grande peso alle dichiarazioni programmatiche di MD, sfidando i critici a verificare se le sentenze emesse da giudici appartenenti alla corrente siano "giuste" o no (io direi piuttosto "conformi a diritto").

Gli ultimi interventi di Michele Boldrin e di Alex Bisignano contribuiscono a mostrare come questa posizione sia insostenibile. Aggiungo qualche condiderazione, che forse qualcuno riterrà formalistica, ma a torto.

L'art. 111 della Costituzione prescrive che il giudice sia "terzo e imparziale": cioè privo di legami con le parti del processo e disposto ad attribuire uguale peso alle ragioni dell'uno e dell'altro ... salvo poi verificarne la conformità all'ordinamento giuridico. 

Un giudice che ritiene suo compito "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,economica e sociale del Paese" (art. 3 Cost.), attraverso la sua attività giurisdizionale e si organizza per fare prevalere questa visione del ruolo della giurisdizione non sta esercitando la sua libertà di espressione e di associazione, ma si propone di esercitare la giurisdizione senza tenere conto alcuno della garanzia del giusto processo.

De hoc satis.

Scusate se dichiaro di restare un poco stupito dal più dei commenti. Mi confermano che la separazione tra diritto ed economia non fa bene a nessuno, cosa che mi spinse decenni fa a sommare le due lauree. Spargo alcune provocatorie osservazioni. primo: MD. Ettometri di scaffalature non bastano a contenere i volumi scritti in Italia sulla modificazione del magistrato nella prassi ordinamentale italiana da imparziale bouche de loi montesqueiano a "operatore di trasformazione" della società e dell'ordinamento stesso. Lo stesso ruolo giurisdicente della Cassazione e della Corte costituzionale ne sono risultati modificati in maniera sostanziale, intere categorie di sentenze "additive", "interpretative" e "positive" hanno negli ultimi 30 anni visto la luce, inesistenti nei manuali di diritto precedenti, e grazie alle quali i giudici con le porprie pronunzie spingono, piegano e "scrivono" l'ordinamento al di là della norma posta dal legislatore. La cosiddetta "scuola di Bologna" raggruppata intonro al professor Di Federico ha dedicato interi filoni di ricerca allo studio - e allo smascheramento - di tale funzione "propulsiva" delle sentenze, che vìola , pe chi ci crede, uno dei più sacri presupposti di ogni teoria della giustizia liberale in senso classico, pur essendo giustificabile - a costo di qualche peripezia -  a Rawls e Waltzer....  

In ogni caso, al prendere piede di tale indirizzo ha costituito base e condizione necessaria e sufficiente la somma di leggi come le "Breganze" e "Breganzone", che negli anni 70 posero le basi per il progresso in carriera e retribuitivo automatico del magistrato in ruolo unico, a prescidnere dalle funzioni di merito e da ogni selezione successiva alla vincita del concorso, grazie alla modifica dei precedenti filtri esercitati dal giudizio delle magistrature superiori per gli avanzamenti.Tale combinato disposto non ha alcun equivalente in alcun Paese avanzato. La politica vi concorse con convergenza della Dc e suoi alleati e del Pci, allora. Viene spacciato per il più avanzato presidio all'indipendenza della magistratura mai realizzato sul pianeta intero, ma al contrario è a mio giudizio scudo di corporativismo allo stato puro. Basta informarsi su quale sia l'assetto di potere dominante nell'attuale Csm, che rende del tutto superflua  la legittima domanda "ma scusate, mica MD è maggioritaria nella magistratura italiana, dunque di che parlate?". Al riparo della fortezza di un organo di autogoverno in cui assegnazioni e funzioni dipenndono dalla maggioranza degli eletti togati, MD e la maggiore corrente cossiddetta "moderata" governano per consenso, spartendosi uffici e sedi, Procure e Corti di appello e d'assise. Non è un caso che il discusso pm de Magistris sia stato fulmineamente spostato di sede e funzioni non per decisione "politica", ma solo quando in CSM le correnti togate si trovarono concordi nell'equilibrare il salvataggio di alcuni esponenti della magistratura di contrapposto orientamento, finiti tutti sotto il mirino del pm allora calabro.

Il caso Mills. Mi rendo conto che rischio di apparirvi difensore di SB a richiamarvi quanto segue. Ma guardate che si tratta di un procedimento nel quale forzatuure di diritto e procedimentali sono sesquipedali, per chi pensa che il processo debab essere eguale per tutti. Ad esempio? Per evitare la prescrizione e assicurarsi la procedibilità, il compimento del reato è stato considerato non all'atto della dazione incassata da Mills chiunque glie l'avesse fornita sotto lo specchio delle triangolazioni estere, bensì quando questi ha preso a movimentarla e a spenderla. E' senza precedenti. Il dibattimento ha visto i giudici accogliere sempre le richieste dei pm in ordine alla non escussione dei testi richiesti da parte della difesa di una parte correlata all'accusato, in ordine al fatto che il lodo Alfano lo poneva di diritto al riparo. Tranne che nelle motivazioni della sentenza quella stessa parte- SB, naturalmente -  si è trovata di fatto e di diritto "argomentata" come vera e prima responsabile della filza di reati attribuiti a Mills. Tutto ciò per ottenere che si addivenisse a sentenza nel minor numero di udienze possibili,e si rispettasse il timing del deposito delle motivazioni in campagna elettorale. Tenete presente che se il procedimento era da intendersi davvero coessenzialmente correlato alla responsabilità di un sogetto coperto dal lodo Alfano, allora la Cassazione avrebbe dovuto non stralciare il solo SB dal procedimento, ma fermare anche il dibattimento MIlls fino a ripresa della giudicabilità di SB: ma la Cassazione ha detto no.  

Non difendo affatto le leggi ad personam, mi ripugnano. Dico solo che bisogna essere un po' attenti e scafati, nell'individuare la convergenza di fatto dell'intero spettrodell'associazionismo magistratuale, nel difendere con sentenze e decisioni in Csm uno stato di fatto che consente ai togati italiani prerogative prive di alcun riscontro in ogni Paese al mondo, sia esso di common law o di dieritto codificato continentale. Sb si presta benissimo a render emeno manifesto il loro vero scopo. Ma  per degli studiosi seri di ordinamenti comparati non dovrebbe essere impossibile distinguere l'anomalia politica Berlusconi dall'anomalia di ciò che in Costituzione è definito "ordine", ed è invece divenuto "potere autocostituito".  

Stupefacente rifarsela con un giudice che cerca semplicemente di evitare la prescrizione e buttare all'aria anni di lavoro. Siamo seri, si inverte il problema: uno che cerca di accellerare la giustizia viene tacciato di distorcere il procedimento perché qualcuno per non essere giudicato gioca sulla prescrizione e rallenta. Complimenti per l'individuazione del problema giustizia e l'obiettivo: far cadere il maggior numero di cause in prescrizione. Obiettivo nobile.

premetto che con un po´ di pazienza rispondo a tutti e che rispondere a questo commento mi sembra prioritario.

 da imparziale bouche de loi montesqueiano a "operatore di trasformazione" della società e dell'ordinamento stesso. Lo stesso ruolo giurisdicente della Cassazione e della Corte costituzionale ne sono risultati modificati in maniera sostanziale, intere categorie di sentenze "additive", "interpretative" e "positive" hanno negli ultimi 30 anni visto la luce, inesistenti nei manuali di diritto precedenti, e grazie alle quali i giudici con le porprie pronunzie spingono, piegano e "scrivono" l'ordinamento al di là della norma posta dal legislatore.

 Attenzione a non fare confusione. Il Giudice è chiamato ad interpretare la legge e ciò non è un esercizio puramente meccanico. Ogni giudice interpreta la legge secondo quello che è il suo back ground culturale che, a sua volta, è influenzato in maniera determinante dall’evoluzione della società. Il giudice, in un modo o nell’altro, deve risolvere qualsiasi controversia venga a lui sottoposta. Non può dire, non c’è la legge e quindi non decido. Questo non significa che egli si sostituisce al legislatore. Questi argomenti mi ricordano quelli utilizzati dal parlamento nel caso della vicenda Englaro. I signori politici arrivarono a dire che il giudice si era sostituito al legislatore, sollevando un conflitto di attribuzione tra Parlamento e sollevarono un conflitto di attribuzione che la Corte costituzionale ha sonoramente bocciato. Lo avevo preannunciato, ma non perché io sono un genio del diritto, semplicemente perché si tratta di principi assolutamente elementari da primo anno di università.

Dire che MD ha cambiato addirittura la giurisprudenza mi sembra francamente esagerato. La corrente non è stata mai maggioritaria all’interno della magistratura. Se una certa giurisprudenza si è formata, il motivo è dovuto, in prevalenza, all’evoluzione sociale.

Viene spacciato per il più avanzato presidio all'indipendenza della magistratura mai realizzato sul pianeta intero, ma al contrario è a mio giudizio scudo di corporativismo allo stato puro.

Perfettamente concorde

MD e la maggiore corrente cossiddetta "moderata" governano per consenso, spartendosi uffici e sedi, Procure e Corti di appello e d'assise.

Confermo anche questo.

Non è un caso che il discusso pm de Magistris sia stato fulmineamente spostato di sede e funzioni non per decisione "politica", ma solo quando in CSM le correnti togate si trovarono concordi nell'equilibrare il salvataggio di alcuni esponenti della magistratura di contrapposto orientamento, finiti tutti sotto il mirino del pm allora calabro.

Su questo non sono d’accordo. Si tratta di una lettura parziale della vicenda, oggettivamente molto più complessa e che, allo stato, non consente di arrivare a conclusioni in un senso o nell’alltro. Ne abbiamo discusso a natale su nfa.

 

Per evitare la prescrizione e assicurarsi la procedibilità, il compimento del reato è stato considerato non all'atto della dazione incassata da Mills chiunque glie l'avesse fornita sotto lo specchio delle triangolazioni estere, bensì quando questi ha preso a movimentarla e a spenderla.

Dovrei leggere la sentenza e, prima ancora gli atti. Comunque, se così fosse, sarebbe una giurisprudenza indubbiamente… innovativa.

E' senza precedenti. Il dibattimento ha visto i giudici accogliere sempre le richieste dei pm in ordine alla non escussione dei testi richiesti da parte della difesa di una parte correlata all'accusato, in ordine al fatto che il lodo Alfano lo poneva di diritto al riparo.

Questa, invece, proprio non mi è chiara. Se non ho capito male, una volta approvato il lodo Berlusconi era ancora rappresentato nel processo ed interloquiva nell’istruttoria? Mi puoi spiegare in virtù di quale istituto del codice di procedura continuava ad essere presente nel procedimento? Stando alle mie conoscenze della procedura, i due procedimenti, se doveva andare avanti per uno, dovevano essere necessariamente separati. Sulla non escussione dei testimoni ti invito a riflettere sul fatto che, per il perverso meccanismo processuale che abbiamo (allungamento del processo, arrivo della prescrizione), le difese sono incentivate a presentare liste testimoniali assolutamente pletoriche e con ciò ad abusare di un loro diritto, laddove il giudice, già adesso, ha dei ridottissimi margini per impedire simili abusi. Adesso il Governo vorrebbe definitivamente privarlo di tali margini, con ciò creando  due livelli di giustizia. Uno per i colletti bianchi che, pagando lautamente le difese, possono tirare in lungo il processo fino alla estinzione del reato, ed uno per i poveracci che quegli avvocati non si potranno permettere.

Tranne che nelle motivazioni della sentenza quella stessa parte- SB, naturalmente -  si è trovata di fatto e di diritto "argomentata" come vera e prima responsabile della filza di reati attribuiti a Mills.

Questo è assolutamente inevitabile dal momento che i procedimenti devono essere stati separati. Se dico che Mills è corrotto da Berlusconi è chiaro che parlo anche di lui ed in sua assenza, ma lui, se non vado errato, avrebbe anche potuto rinunciare all’immunità :-).

 Tutto ciò per ottenere che si addivenisse a sentenza nel minor numero di udienze possibili,e si rispettasse il timing del deposito delle motivazioni in campagna elettorale.

 Il collegio aveva fretta per impedire la prescrizione ed il termine di deposito della sentenza è prescritto per legge. Se lo si supera, si devono fornire giustificazioni scritte. Certo avrebbero potuto scrivere che hanno ritardato il deposito della sentenza per “garantire la serenità della campagna elettorale” :-).

Tenete presente che se il procedimento era da intendersi davvero coessenzialmente correlato alla responsabilità di un sogetto coperto dal lodo Alfano, allora la Cassazione avrebbe dovuto non stralciare il solo SB dal procedimento, ma fermare anche il dibattimento MIlls fino a ripresa della giudicabilità di SB: ma la Cassazione ha detto no.

Anche, qui ti chiederei di fornirmi l’istituto giuridico. Per Berlusconi il lodo prevede espressamente che la prescrizione sia sospesa e cioè congelata. Ma dove sta scritto che lo fosse anche per il coimputato Mills? M i sono andato a vedere il lodo Alfano. Non cé scritto nulla di ció. I due procedimenti non si potevano tenere uniti per il semplice fatto che per Mills correva la prescrizione e per Berlusconi era sopesa. Colpa del legislatore se vuoi, ma non dara la colpa ai giudici. Comunquei t pregherei di dirmi in quale articolo del codice c´é scritto ció che tu riferisci.

Credo che tu sia vittima della propaganda di BS.

 

 


 

 

e si rispettasse il timing del deposito delle motivazioni in campagna elettorale

 

 

questo chi te l'ha detto? lo puoi dimostrare? in italia c'è un grosso problema e per risolverlo bisognerebbe impedire alla giustizia di operare (deposito delle motivazioni compreso) durante i week end, le feste comandate, i compleanni, le campagne elettorali, le fasi di riforme condivise in parlamento ed in generale tutta l'attività legislativa. praticamente vedo uno spiraglio attorno agli anni 50 ed a ferragosto (anzi no, quello è festivo). poi basta. a dimostrazione della giustizia ad orologeria - chiamiamo le cose col nome! - il fatto che Silvio, a pochi giorni dal voto, sia stato indagato per abuso d'ufficio. poi, vedi un pò, tutto sarà archiviato ad ennesima dimostrazione dell'esistenza delle toghe rosse che lo attaccano sotto elezioni. a dire la verità queste esternazioni sulla giustizia ad orologeria erano uscite fuori per gli amici di Del Turco, mi pare - o forse era mastella? o forse allora si diceva che i carabinieri erano arrivati durante le feste quando la gente sta con la famiglia. insomma una intollerabile intromissione nella vita privata della gente.

 

 

 

 

1. Dopo l’occupazione delle terre e la successiva riforma agraria sono stati celebrati numerosi processi, qui in Salento, tra “padroni” e “coloni” e “contadini”. Sistematicamente vincevano i “padroni”. Quasi sempre i signori giudici, soprattutto della sezione agraria, erano proprietari terrieri o appartenevano a famiglie di proprietari terrieri. Secondo voi come finivano tutte le cause?

Piano piano sono arrivati in magistratura molti figli della piccola borghesia impiegatizia, e qualcuno tra loro aveva addirittura idee conformi alla costituzione, quindi idee “rosse”. Sono nate così le primissime sentenze che, ad esempio, equiparavano il lavoro delle raccoglitrici d’olive a quello dei raccoglitori d’olive. Si diceva che fossero “rossi”, quei giudici, perché erano “rosse” le loro sentenze… E infatti la Dc dell’epoca li chiamava pretori d’assalto e giudici rossi. Anche se contribuivano a formare una giurisprudenza attenta ai famosi articoli della Costituzione sull’uguaglianza…

2. Negli scorsi mesi qui in Salento un piccolo politico locale è stato assolto dall’accusa di frequentazione pericolosa con malavitosi locali. Dichiarazioni di gioia da una parte e meraviglia dall’altra. Mi è capitato di sapere, con assoluta certezza, che il giudice del caso, la sera prima, era stato a cena in un ristorante con il padrino politico dell’indagato in questione. Questo giovane giudice ha fama di grande capacità. Non dubito che la sua sentenza sia stata emessa secondo legge e in base alle prove disponibili. Nessuno pubblicamente l’ha contestata. E però… Forse sarà solo un fenomeno meridionale, non so, visto quel che riferisce Axel sull’Alto Adige. Se è vero che certe esternazioni andrebbero contenute, allora è anche vero che certe frequentazioni e certi stili di vita andrebbero evitati…altrimenti ognuno potrebbe ricusare qualsiasi giudice.

3. Non è per caso che tra gli aderenti a MD ci sono – c’erano, non so - anche molte persone professionalmente preparate e colte, come riconosce da qualche parte anche Alex? E che quindi, pur essendo numericamente inferiori, siano più facilmente influenti dal punto di vista della giurisprudenza?

4. Peccato comunque che non si trovi un magistrato di MD che ci dica la sua…

Purtroppo l'obiettivo é quello di non farsi giudicare e cercare di o ricusare il giudice o mandare tutto in prescrizione....bel sistema....

Se è vero che certe esternazioni andrebbero contenute, allora è anche vero che certe frequentazioni e certi stili di vita andrebbero evitati

perfettamente d´accordo

 Peccato comunque che non si trovi un magistrato di MD che ci dica la sua…

me lo ha sollecitato anche johhny23021981.

Avete perfettamente ragione. Oggi pomeriggio ho telefonato con un collega aderente ad MD, uno che stimo per diretta conoscenza personale e professionale. Gli ho segnalato l´articolo ed il dibattito veramente molto vivace, proponendogli un intervento in difesa della corrente. Spero che lo faccia.

 

Poche idee, ma confuse, le mie, non quelle di Axel.

A mio parere, però, non credo che se ne possa venir fuori. Il problema non è MD, ma la presenza delle correnti, vale a dire strutture organizzate all'interno della magistratura, che ne determinano gli equilibri.

Ebbene, le correnti sono una diretta conseguenza dell'autogoverno: nel momento in cui la costituzione sceglie (a mio parere giustamente) che la magistraura debba autogovernarsi, al riparo del controllo diretto del potere politico, come invece avviene più o meno in molti altri paesi, allora si deve accettare che i magistrati si organizzino per autogovernarsi e per sceglire i propri rappresentanti.

Sperare che i magistrati possano scegliere i propri esponenti  sulla base si spontanee ed estemporanee candidature, di volta in volta avanzate, è una pia illusione e cozza contro i principi della logica, dato che ben pochi sono disposti ad affidare il proprio voto, sia pure per la presidenza di una bocciofila, senza sapere che idea della sua funzione ha in mente il candidato.

Una magistratura senza correnti vorrebbe dire una magistratura monolitica e dotata di pensiero unico, altrettanto pericoloso dei manifesti sessantottini di MD. In fondo questo tipo di magistratura l'abbiamo avuta in Italia sino ai primi anni 70, una magistratura i cui membri erano, per la maggior parte, espressione di una precisa classe sociale, assai attenta a non alterare gli equilibri politici ed economici, per la quale la costituzione e le leggi andavano interpretate in maniera formale e restittiva.

E' vero che MD è frutto degli anni 60, ma lo è nel senso che tutta l'Italia è cambiata in quegli anni e senza una spinta all'interpretazione "evolutiva" delle leggi (propugnata non solo da MD), oggi non vederemmo riconosciuti diritti come quello alla salute, all'ambiente, alla parità dei diritti, alla tutela negli ambienti di lavoro e così via, che erano dormienti e "dimenticati" tra le pieghe delle leggi in vigore.

Ciò non toglie che un giudice dichiaratamente schierato è pericoloso e può far dubitare della sua imparzialità, questo è ovvio,  ma anche se si eliminasse la possibilità di fare pubbliche dichiarazioni o di aderire a manifesti tipo quelli di MD, per lui parlerebbero comunque le sentenze emesse o le inchieste condotte, quindi comunque sarebbe "schierato", perchè sarebbe la sua storia personale a parlare.

Il punto non è e non può essere il singolo giudice, ma il sistema: così come esiste una equilibrio di poteri tra i poteri dello stato, allo stesso modo deve esistere un equilibrio di potere all'interno della magistratura. In fondo il sistema dell'appello, del ricorso per cassazione, del riesame per le misure cautelari e così via serve proprio ad impedire che un singolo provvedimento sia predominante e che una scheggia impazzita influisca sul sistema: è questo tipo di pesi e contrappesi che deve essere rafforzato, unitamente agli incentivi ed alle sanzioni.

Anche perchè quale dovrebbe essere l'alternativa ?

 

 

 

Sabino,

le tue idee, come al solito, sono sagge, forse piú sagge delle mie.

Ció che tu dici lo condivido pienamente. Chi sostiene, ma, in realtá nessuno lo fa, che si debbano abolire le correnti, dice una tremenda boiata. Un po´ come dire che, per salvare la democrazia, andrebbero aboliti i partiti politici. Si è visto bene con la seconda repubblica, dove dalle ceneri dei vecchi partiti, ne sono usciti di ancora peggiori.

Tu confermi anche ció che dico io e cioè che l´evoluzione della giurisprudenza non è solo merito o demerito (a seconda dei punti di vista) di MD, ma di tutta la magistratura che è espressione di una societá, di una cultura, profondamente cambiata dopo il sessantotto.

Eliminare la possibilitá delle pubbliche dichiarazioni del giudice ormai non è piú possibile. Il vaso di pandora si è aperto. Anche se volesse, ormai, MD non si potrá piú scrollare di dosso l´immagine che ha.

Perfettamente concorde anche sul fatto che i rimedi sono quelli delle impugnazioni.

Resta, comunque, per me, il grave fatto che dei giudici diano l´impressione ad una grande fetta di italiani, che le loro sentenze siano giá scritte in partenza. Continuo a ritenere che ció abbia creato un danno enorme alla nostra credibilitá. Le storie narrate da Marco Esposito e Franco Bocchini sono emblematiche ed anch´io ne conosco diverse di questo tipo. In me hanno suscitato sempre un profondo fastidio.

 

HO visto sul Corriere di oggi la pubblicità/articolo su questo libro...l'hai letto? cosa ne pensi, Axel?

 

 

HO visto sul Corriere di oggi la pubblicità/articolo su questo libro...l'hai letto? cosa ne pensi, Axel?

 

Il libro non l’ho letto. L’ordinerò e lo leggerò sotto l’ombrellone. Sul fatto che anche la magistratura sia una delle tante caste del paese, mio malgrado, sono d’accordo. Ormai sono giunto anch’io a questa a amara conclusione.

Tuttavia, basandomi sulla presentazione, sono abbastanza sicuro che il libro non vuole fornire delle informazioni corrette.

Prendiamo, ad esempio, i famosi incarichi extragiudiziari “d’oro”. Io faccio parte della magistratura ordinaria. Ci sono, poi quella amministrativa e contabile. Non so se il libro fa riferimento anche a queste ultime. In ogni caso, per quanto riguarda la magistratura ordinaria, posso dire che gli incarichi extragiudiziari “d’oro” sono stati vietati dal CSM. Quasi sempre gli incarichi consistono nella partecipazione a convegni oppure nel tenere dei corsi. Il CSM ha dato un’ulteriore stretta sul punto. Per ogni incarico extragiudiziario è necessaria l’autorizzazione del CSM e bisogna rispettare una penosa trafila burocratica (fare la domanda su apposito modulo, allegare tutta la documentazione, allegare tutte le statistiche del lavoro svolto, ecc., ecc.). Deve esprimersi il c.d. consiglio giudiziario (una specie di csm localizzato per distretto di Corte d’appello), poi si deve esprimere il CSM. Mentre fino ad alcuni anni fa, per tenere una relazione di 4 ore in un unico pomeriggio non era necessario chiedere alcuna autorizzazione, adesso, il CSM pretende che la si chieda anche per questa attività. Per non dover chiedere l’autorizzazione ogni volta, ormai faccio a meno del compenso e, queste relazioni, le tengo gratis. Mi servono per mantenere il contatto con la società civile, per avvicinare la magistratura alla gente, per avere una buona collaborazione tra enti pubblici (spesso è la Provincia di Bolzano che me le chiede per aggiornare i suoi dipendenti), per imparare io stesso, quando si tratta di convegni su temi giuridici. Rinunciare al “lauto” compenso, costituisce, del resto un sacrificio decisamente modesto. La Provincia, ad esempio, mi dava € 65,00, lorde all’ora. La metà se ne andava in tasse. Come puoi vedere, l’ “oro” è solo una patacca…

 

Leggendo questo post mi ha colpito un fatto semantico, che mi pare dimostri una certa distorsione indotta dalla storia recente negli italiani, e che finisce a sua volta per distorcere le diccussioni.
Mi riferisco all'opposizione tra politica e giustizia: è affermata nel testo come accettata, e ne deriva una serie di considerazioni: temo, un tipico "pregiudizio", derivante dalla pessima opinione (giustificatissima) che si ha in Italia della "politica", qulunque cosa s'intenda con essa.
Ora, l'amministrazione della giustizia è fatto politico, lo è sempre stato, la funzione giudicante è da sempre attributo del potere, dai signori ai comuni, dal mondo antico all'Oriente; fino naturalmente agli stati moderni. Tra i quali, è scritto nel post, vi sono alcuni che (virgolette non mie) "tollerano" una certa vicinanza ed osmosi tra la politica e la giustizia; qualcun altro potrebbe anche dire: "apprezzano": è l'ottica (del panorama politico) italiana ad incidere.
Nella Costituzione, appunto, si parla pochissimo di "politica"; della Magistratura si parla nella Parte II, Ordinamento della Repubblica, alla pari col Parlamento, il Governo, il Presidente, e le Regioni le Province i Comuni: sono, appunto, tutti gli organi politici. Un classico equilibrio dei poteri, in cui nessuno deve prevalere eccessivamente (neanche quello legislativo espressione della "volontà popolare" spesso invocata). E rispetto al titolo del post, se vi sono arbitri sono il Presidente ed ancor più la Corte Costituzionale.
Se, invece, con "politico" volessimo indicare la sola funzione legislativa (parlamentare), si potrebbe dire che per la Costituzione non dovrebbero mescolarvisi il Governo o gli enti locali. Infatti, il passo citato nel post NON si trova nel titolo dedicato alla Magistratura, ma incidentalmente in quello relativo al Governo, in cui le POSSIBILI limitazioni d'iscrizione a partiti politici son previste per varie categorie di pubblici dipendenti, tra cui anche i magistrati; è tra l'altro uno dei rari casi in cui la Costituzione usa il termine "politico" - ed è anche ridondante, in quanto avrebbe potuto dire solo "partiti", perché è quello il punto. Viene espressa poi come possibilità di legge (nel senso che non imporrebbe una modifica della Costituzione stessa), non come raccomandazione o dovere: da qui a dire che sia veduta con sfavore la contaminazione, ce ne corre.
Dunque, un magistrato, per il solo fatto di operare come tale, fà politica: la fà, nel suo àmbito, con le sentenze, e la DEVE fare, in quanro l'interpretazione che è chiamato ad esprimere non è (come già qui detto e meglio da altri) fatto automatico, lui non è una macchinetta in cui entrano i fatti e le norme ed esce la sentenza (per inciso: io NON sono un magistrato). Per lo stesso motivo, un certo legame con l'ambiente in cui opera lo vedrei più come un pregio che come un difetto, come invece sopra altri.
Proprio in quest'ottica, più democratica (non nel senso del partito, per carità), in altri ordinamenti la magistratura risponde appunto al corpo elettorale locale, e con connotazioni di partito. Certo, son ordinamenti diversi, ma non viviamo isolati, ed ignorarli sarebbe come condannare qualcuno che esprima libertà di stampa in un paese in cui non vi sia tale libertà, perché che ci sia altrove non importa. I costituenti eran preoccupati di assicurare l'indipendenza della magistratura specie dall'esecutivo, dati i per loro recenti trascorsi.
In relazione a ciò, vorrei rispondere a chi ha parlato per paragone dell'uccisone delle vacche in India, che comunque in quel paese i macelli musulmani non se ne trattengono certo - anche se presumibilmente non di fronte a hindu osservanti, che comunque lo sanno benissimo. Vorrei anche rispondere, a chi faceva rilevare l'insistenza delle azioni giudiziarie contro SB rispetto a quelle contro Parmalat (e Cirio, aggiungerei), che avrebbero fatto bene ad intervenire di più in quegli altri casi, ma che Tanzi & c. avevan cercato di tenere le cose il più possibile nascoste, mentre le notizie di reato su SB erano spesso addirittura ostentate dallo stesso (oltre che dai suoi avversari), e quindi se non c'è proporzione ai reati c'è alle relative evidenze (e se l'imbroglio Parmalat valeva due punti di PIL, come detto, quanto vale la distorsione del mercato dell'informazione e relativa pubbliciità?).
A concludere, nel singolo processo arbitro è il giudice, ma come la mettiamo se una squadra in campo vuole anche essere la Federazione e nominare gli arbitri, che a quel punto si ribellano? (abbimo veduto anche proprio qualche cosa del genere, mi pare...)

La distorsione era quella che io definivo cattiva identificazione del problema o pinversione del nesso di causalità, che non é un fatto semplicemente semantico degli italiani, ma che "dimostra una certa distorsione indotta dalla storia recente negli italiani, e che finisce a sua volta per distorcere le diccussioni". In sintesi quando qualcuno parla di giustizia salta subito fuori il problema di appartenenza politica e a quello si vuole ricondurre il tutto. Ho avuto una sentenza negativa, male deve esserci qualcuno dietro di un partito...Devo andare a un processo, ebbene guardo su internet (c'é scritto in uno sei messaggi qui nel forum) a quale fazione appartiene il giudice eppoi da li' discende la mia serenità. Non si riesce a fare astrazione del connotato politico e di partito, quando invece sarebbe facile: basta quando uno é indagato o da processare rispondere con i fatti e argomenti giuridici e non guardare di che partito é il giudice per poi dirsi a non non sono sereno...E se uno non lo sapesse da che parte sta il giudice politicamente? Forse sarebbe meglio...In ogni caso ci sono ben 3 gradi di giudizio suvvia...non pochi...


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Dunque, un magistrato, per il solo fatto di operare come tale, fà politica: la fà, nel suo àmbito, con le sentenze, e la DEVE fare, in quanro l'interpretazione che è chiamato ad esprimere non è (come già qui detto e meglio da altri) fatto automatico, lui non è una macchinetta in cui entrano i fatti e le norme ed esce la sentenza (per inciso: io NON sono un magistrato).

 

Comunque venga denominata l'azione di un magistrato, dovrebbe corrispondere in Italia ad una onesta ed equa applicazione di leggi elaborate dal potere legislativo. Ogni deviazione da questo standard va contro il dovere dei magistrati, sia essa l'applicazione delle leggi e dell'azione istruttoria e giudiziaria in maniera selettiva sugli avversari politici, sia essa l'applicazione "creativa" e distorta delle leggi vigenti.

Non capisco proprio come possiate difendere il concetto di organizzazione politica dei magistrati.

Idealmente il risultato di un processo dovrebbe essere indipendente da chi lo conduce.Mi pare ovvio che questo non è possibile, ma dovrebbe essere l' obiettivo asintotico cui tendere.

Non propongo certo di intervenire per legge contro le correnti della magistratura: il diritto di parola e di associazione va garantito a tutti i cittadini ed i magistrati non fanno certo eccezione.Continuo a trovare inopportuno che i singoli magistrati facciano attivismo, specie se politico o religioso, ma quello che davvero trovo allucinante è che si associno per fini politici.

Il potere giudiziario dovrebbe tenersi alla larga da legislativo ed esecutivo e viceversa; il programma di MD mira esplicitamente a forzare l' interpretazione delle leggi.L' impegno a far rispettare le leggi e quello a perseguire obiettivi politici fanno a pugni, a prescindere dalle qualità personali dei magistrati coinvolti.

Concordo con Sabino che se la magistratura si autogoverna è inevitabile che si creino delle correnti, ma sarebbe auspicabile che queste si occupassero solo di questioni "sindacali", procedurali o comunque interne alla magistratura.

Passando poi dalla teoria alla pratica, faccio alcune osservazioni:

  • Axel conosce la Gandus e si fida: io no, e qualche dubbio sulla sua intgrità morale ed intellettuale me lo tengo
  • conosco BS, e dubito ci sia bisogno di magistrati politicizzati per beccarlo con le mani nella marmellata
  • le vicende giudiziarie di BS hanno avuto un'accelerazione spettacolare da quando è in politica.Forse è un caso, forse si è buttato in politica perchè i nodi stavano arrivando al pettine, forse qualcuno lo proteggeva prima, o magari veramente qualcuno si è accanito contro di lui all' improvviso.Personalmente voto per la penultima, visto che lo stesso è successo a mezza italia nello stesso periodo.Ma non escludo l' ultima.
  • BS grida sempre al complotto: secondo lui ci sono delle "toghe rosse" che si accaniscono contro di lui perchè è ricco,bello e potente. Sono affermazioni ridicole, ma quando MD scrive nero su bianco che sono rossi e vogliono combattere la forza politica dominante, qualche dubbio mi viene.

Vedo che alcuni commentatori vedono con favore la sovversione della magistratura ai danni di BS, personalmente l' idea mi ripugna, e la trovo pure controproducente.

BS è presumibilmente colpevole di gran parte dei reati di cui è accusato, e finora l'ha fatta franca giocando sporco.Ogni minimo appiglio offerto alla sua macchina propagandistica rimanda la resa dei conti quanto e più di un lodo Alfano.

Il sistema andrebbe resettato. In assenza di un possibile reset bisogna procedere con riforme prioritarie e individuazione dei veri problemi. Detto questo non pare che la politicizzazione anche di una parte della magistratura sia il problema principale della giustizia. Parlarne distoglie dai problemi veri e lo fa apparire come la priorità, il vero problema. Gridare al lupo fa si' che tutti glia altri problemi enunciati non vengano risolti. Sono tutti tit for tat et quid pro quo all'italiana. In Italia a uno gli dici ecco il problema della giustizia é la sua lentezza o la certezza della pena, cosa si puo' fare? La risposta: il problema é che certi giudici son comunisti e la magistratura é politicizzata: che c'azzecca? Uno ha un problema con la giustizia e il problema diventa la giustizia: chi é il sovversivo?

Veramente, ho visto che si sono superati i 100 commenti, in genere lascio stare un thread così lungo, ma stavolta, poichè sei un magistrato e (dovresti) avere il dono della sintesi (accertato che non hai quello della sintassi, non te lo volevo dire, ma hai scritto, nel titolo per di più, Magstratura Democratica, senza la i..) cosa pensi ?

Io ti dico la mia: MD non è il male assoluto, non è il problema della magistratura (come fa notare anche qualcuno), ma la connotazione estremamente politicizzata (che talvolta si traduce anche in atti concreti, ahimè) la rende poco credibile. Se togliessero di mezzo il ciarpame veteromarxista e tentassero di fare sì che veramente "La legge è uguale per tutti" sarebbe la cosa più di sinistra che potrebbero fare, altro che Karl Marx !

E non mettere di mezzo Marx, che fino a li' avevi ragione....

1. come ogni buon magistrato non ho il dono della sintesi

2. voi siete i giudici, io faccio il PM. Peró prima di emettere il verdetto, vi propongo di aspettare la difesa. Il collega che ho contattato, mi ha promesso una risposta.

Questa per oggi é l´ultima. Continuo domani, vi devo ancora una serie di risposte.

 

 

 

Prendiamo gli scopi di MD, scaricati sempre dal loro sito internet. Ai punti 2 e 3 si dice

 

2. la protezione delle differenze tra gli esseri umani e dei diritti delle minoranze, specialmente dei diritti degli immigrati e dei meno abbienti, in una prospettiva di emancipazione sociale dei più deboli;

3. il sostegno all'integrazione comunitaria europea, in vista della creazione di una unione politica europea preoccupata della giustizia sociale;

 

Bene, son contento. C’è qualcuno che ha il coraggio di dire che è contrario a questi scopi? Ma, la domanda è un’altra. Parafrasando qualcuno, “che c’azzeccano questi scopi con la giustizia”? Non si tratta di scopi tipici di un movimento politico?

 

Quei principi non sono contenuti nell statuto di MD ma nell’art 2 dello statuto di Medel
http://medel.bugiweb.com/usr/statutes%20translation.pdf   che e’ una associazione europea di magistrati (dalla Germania al Portogallo, passando per Francia, Spagna e Grecia etc.). Quindi non e’ lo statuto di MD che non c’azzecca con la giustizia, ma quello di Medel. Quindi sarebbe un “problema” non solo italiano ma europeo. Ma questi giudici europei trattano di argomenti non attinenti alla giustizia?

Supponiamo che non vi sia un diritto a esprimere “opinioni” da parte dei magistrati, e che questi possonono discutere solo di argomenti “attinenti” alla giustizia (magari solo in silenzio e a porte chiuse). Ad esempio, l’International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights  (http://www.unhchr.ch/html/menu3/b/a_cescr.htm) e’ un trattato internazionale, sottoscritto e ratificato da Italia, Francia, USA, UK e molti altri (http://www.unhchr.ch/pdf/report.pdf). Tra i vari articoli ci sono il diritto al giusto salario (art. 7), alla sicurezza sociale (art. 9), protezione e assistenza della famiglia e delle madri incinte (art. 10), a un adeguato standard di vita (art. Art 11), alla salute (art. 12) all’istruzione (art. 13) e altri diritti relativi a minoranze. Ora mi pare che la definizione utilizzata da Medel e richiamata nel sito di MD sia piu’ conservatrice di quanto contenuto in questo trattato internazionale che l’Italia insieme ad altri paesi liberi hanno ratificato, e che diversi tribunali nel mondo hanno gia’ applicato direttamente saltando la legge nazionale (che ovviamente nulla diceva sull’argomento). Come le leggi, questi tipi di trattati e il loro contenuto possono piacere o meno, ma fonti del diritto sono e un giudice non puo’ ignorarle, se non altro per dovere professionale.

 

 

Grazie Francesco per la segnalazione.

I tuoi contributi di approfondimento sono sempre molto interessanti ed utili.

Toglimi una curiosità. La tua conoscenza del sistema amerikano (compreso lo shake hands prima del ritiro in camera di consiglio, che, da cinico europeo quale sono, mi fa un po' sorridere) da che cosa deriva? 

axel scrive che

                                                                                  Il giudice deve essere, ma anche apparire, neutrale (...).

 

Sono perfettamente d'accordo. Proprio in questi giorni, mi sta capitando di pensare a questo concetto, riguardo ad un anniversario che si terrà tra qualche giorno. L'anniversario cui mi riferisco, è quello Fiom.

Qui si dice che, tra gli invitati, ci sarebbe anche il Procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. Mentre qua, non figura tra gli invitati.

A me piacerebbe che, il dott. Ingroia, se davvero fosse tra gli invitati, declinasse cortesemente l'invito. Sono infatti convinto che, la sua presenza alla manifestazione, non sia propriamente opportuna. Anzi, presterebbe il fianco a critiche di una presunta parzialità del Procuratore. Che, appunto, agli occhi di molti, non apparirebbe indipendente, rispetto ad una certa collocazione ideologica, seppur nonpartitica, ma sindacale.