Questa settimana: un Pietro Ichino di qualche mese fa; il voto di domani; Charlie Cook sui guai di Obama; le prospettive di reclutamento nella scuola e nel'università; Ken Rogoff e il default dei PIGs.
Buona lettura e buon fine settimana.
- Ogni tanto fa bene rileggere pezzi un po' vecchi. Questo di Pietro Ichino, scritto quando era ancora nel PD e cercava di convincerlo a non suicidarsi come ha invece fatto è veramente interessante. Pietro è sempre stato un analista molto acuto, anche se le sue scelte politiche non sempre mi sono piaciute. Resto ancora in attesa di sapere da lui se veramente, veramente, è stata una buona idea allearsi con Casini. E se è veramente, veramente, una buona idea sostenere questo governo manifestamente destinato all'impotenza più totale.
- Domani si vota in molti enti locali, il più importante è il Comune di Roma. Abbiamo già discusso la settimana scorsa come gli enti locali abbiano amplificato la loro presenza nel potere economico pubblico. Questo articolo de Il Post fornisce invece usa descrizione accurata della posta più strettamente politica in gioco nei diversi enti.
- Non so quanto siano seguite in Italia le peripezie di Obama e della sua amministrazione. Il dato di fatto però è che finora queste vicende non sembrano avere avuto un particolare impatto sulla sua popolarità (anche se, ovviamente, non sappiamo come sarebbe stata la sua popolarità in scenari alternativi). Ho trovato interessanti le considerazioni di Charlie Cook, un noto commentatore politico indipendente (il suo blog è consigliato a chiunque voglia capire un po' meglio la politica amerikana).
- Su lavoce.info Daniele Checchi passa in rassegna l'andamento dei pensionamenti e delle potenziali assunzioni del corpo docente nella scuola e nell'università, con qualche considerazione sui tentativi di riformare la valutazione e i criteri di reclutamento.
- Ken Rogoff dice la sua sull'eurozona: Portogallo, Irlanda e Grecia devono dichiarare default, occorre procedere a piena velocità sulla via dell'unione non solo bancaria ma anche politica e fiscale. Io di macro capisco sicuramente meno di Rogoff, ma devo dire che sono molto scettico sulle sue ricette.
Indietro
L'articolo di Cecchi trascura un punto essenziale: come mostra il grafico, gran parte dei futuri pensionamenti riguarda professori ordinari anziani, che costano da due terzi al doppio di un ricercatore a tempo determinato nuovo assunto. A parità di risorse finanziarie, quindi, sarebbe possibile assumere almeno 1.5 docenti per ogni pensionato - se ovviamente non si usassero i fondi per promozioni interne. Fino al 2014, le assunzioni di nuovo personale sono fortemente ridotte dalla legge finanziaria, ma dal 2016 in poi (se non mi ricordo male) i vincoli scompaiono.