La "Fase 1" della missione del governo Monti ha prodotto una correzione del bilancio pubblico in buona misura fondata sull'aumento della pressione fiscale. C'erano buone ragioni per procedere in questo modo, come ha già spiegato Alberto. L'urgenza era correggere i conti pubblici in modo da assicurare (o quasi) il sostanziale pareggio di bilancio per il 2013.
Ora tutti si aspettano la "Fase 2", più volte esplicitamente o implicitamente annunciata dal governo Monti, quella che dovrebbe consistere sopratttutto in riforme strutturali. L'unica misura di questo tipo realizzata durante la "Fase 1" è stata infatti una riforma delle pensioni (età e metodo contributivo) che era inevitabile, rimandata da troppo tempo e quindi urgente. Il governo aveva timidamente provato anche con le corporazioni dei farmacisti e dei tassisti. Aveva cioé provato a fare ingoiare un po' di maggiore concorrenza mediante la liberalizzazione del commercio di alcuni farmaci e l'abbassamento del rapporto abitanti/farmacie (per i primi) nonché la liberalizzazione delle licenze (per i secondi). Alle prime avvisaglie di rivolta di coloro le cui rendite si provava ad erodere il governo ha fatto rapidamente marcia indietro rimandando tutto alla Fase 2.
Quali sono i provvedimenti che dovrebbero essere presi in questa seconda fase? L'elenco è lungo ed è noto. È anche parecchio impolverato, da tanto tempo giace sulla scrivania dei vari primi ministri. Inizia con le riforme strutturali in favore della concorrenza (non solo importanti servizi pubblici come taxi e farmacie ma anche gli ordini professionali, dagli avvocati ai notai, più tutto il resto ben più importante, a partire dalle banche), passa per la riforma del mercato del lavoro (rimozione della struttura duale, decentramento della contrattazione, etc.), della scuola e delle università (valutazione, autonomia, libertà di reclutamento e remunerazione del personale e finanziamento legato alla performance) e finisce con la privatizzazione di aziende pubbliche che non hanno alcuna ragione di rimanere pubbliche e che occasionalmente si rivelano (se mai ci fosse bisogno di tale rivelazione) centri di corruzione oltre che di inefficienza (Rai, Finmeccanica, Poste, Cassa Depositi e Prestiti, Ferrovie, etc. etc.).
La mia aspettativa è che di tutte queste belle cose che dovrebbero caratterizzare la Fase 2 non si farà sostanzialmente nulla. Il motivo è semplice. Il fatto che il governo abbia fatto marcia indietro su alcune di queste riforme che aveva provato a realizzare già nella Fase 1 rivela che non ha la forza di farle passare, né nel giro di un mese (come aveva provato a fare) né nel giro di un anno (come promette di fare). Ai politici queste cose non piacciono. E il governo Monti non può fare cose che a questo parlamento non piacciono. Questo parlamento aveva un evidente e urgente interesse a prevenire la degenerazione della crisi di fiducia verso l'Italia iniziata quest'estate e giunta a una fase critica a inizio novembre. E aveva l'interesse che fosse un governo tecnico a fare cose che i politici vogliono ma che sono altamente impopolari (aumentare le tasse, far lavorare la gente più a lungo, ridurre il valore reale delle pensioni).
L'atteggiamento di buona parte del mondo politico a questo punto pare essere: ora che il governo Monti ha tolto le castagne dal fuoco, che non rompa le balle con le liberalizzazioni, tantomeno con la privatizzazione dei nostri giocattoli personali. Chi si credono d'essere questi "professori"? I segnali che i politici stanno ragionando proprio così sono lampanti. Dopo due mesi di silenzio mentre il governo Monti realizzava la Fase 1 ora ricominciano a parlare. Bersani ora dichiara che ora lui pensa alle elezioni, Berlusconi ora dichiara che Monti è disperato, Bossi (ora come prima, almeno lui è coerente) dichiara che Monti non arriva al 2013. Persino Tremonti si posiziona per le grandi manovre.
Il governo ci proverà, ma si troverà davanti il muro di gomma di una classe politica determinata a continuare a navigare più o meno come prima, ora che le acque si sono calmate. In fondo, le famiglie, i pensionati e quelli che stavano per andare in pensione se la prendono con Monti. Loro non sono molto sofisticati, e poi c'è l'emergenza che giustifica. Ma i lobbisti che finirebbero sotto le ruspe delle liberalizzazioni, delle riforme strutturali, delle privatizzazioni, loro sono più sofisticati e hanno la memoria lunga: non dimenticherebbero che dietro alle misure di Monti c'è il voto di questo parlamento. Risultato: la Fase 2 verrà silurata e si andrà alle elezioni, presumibilmente nel 2012.
Questo è il succo della storia (per niente sorprendente e ben poco originale) che volevo raccontare oggi. Per concludere, vorrei ri-raccontarla in modo formale per convincere i lettori che se i "payoffs" che ho descritto sono corretti allora questa è la migliore predizione che possiamo fare, cioé l'unico equilibrio nell'interazione tra il governo Monti e l'attuale classe politica.
Questa interazione può essere rappresentata da un "gioco dinamico". Un "gioco", nel gergo di economisti e matematici, è una situazione di interazione strategica tra più soggetti (che si chiameranno quindi "giocatori"). Il gioco è dinamico quando l'interazione è ripetuta nel tempo.
Il gioco che ho descritto sopra a parole è rappresentato qui sotto, nell'albero del gioco.
Descriviamolo in dettaglio.
Giocatori. Ci sono due giocatori, il governo Monti (M) e la classe politica (P). Ignoriamo il fatto che parte della classe politica sostiene Monti e parte no, questo è facile da spiegare e non è rilevante ai fini di quello che segue.
Azioni. Nella Fase 1 M può assicurare il pareggio di bilancio oppure mantenere lo status quo. Nella Fase 2 M può prepareare un pacchetto di liberalizzazioni, riforme strutturali e privatizzazioni ("liberalizza") oppure, di nuovo, mantenere lo status quo della fase precedente. Ad ogni fase P sceglie tra approvare le misure (approva) o bocciarle (silura), dato quello che ha fatto M. Sto chiaramente semplificando: ciò che il governo propone dipende probabilmente da ciò che il parlamento è disposto ad approvare.
Payoffs. I payoffs sono rappresentati in parentesi ad ogni nodo terminale. Il primo numero è il payoff di M, il secondo quello di P. Al nodo decisionale (i), se M mantiene lo status quo è un disastro per tutti: il paese va verso il destino greco e sia Monti sia i politici falliscono miseramente: payoff di -2 per entrambi. Stesso disastro se M invece pareggia il bilancio ma P non approva le misure al nodo decisionale (ii). In questo caso però almeno il governo Monti c'ha provato e il payoff (-1) è maggiore di quello che avrebbe ottenuto non provandoci (in realtà questo non è rilevante, qualunque sia il numero l'equilibrio è lo stesso). Se P approva le misure che garantiscono il pareggio, la Fase 1 è conclusa e si passa alla Fase 2. Qui, di nuovo, M decide se agire o mantenere lo staus quo, nodo decisionale (iii). Se mantiene lo status quo il gioco è finito, si va tranquillamente alle elezioni. Payoff 0 per M che ha compiuto almeno un pezzo di missione e 1 per P che ricomincia tutto compe prima con un bilancio in pareggio. Se M prepara il pacchetto di liberalizzazioni, riforme strutturali e privatizzazioni, P deve decidere se approvare o silurare M. Se Silura M esce sconfitto ma con l'onore di averci provato a cambiare davvero il paese: payoff pari a 1. P, come nel caso in cui M avesse mantenuto lo status quo, ricomincia come prima con bilancio in pareggio, payoff pari a 1. Infine, se P approvasse le riforme della Fase 2 allora M concluderebbe la propria missione con un trionfo, payoff pari a 2. P, invece, approvando avrebbe sì un bilancio in pareggio ma dovrebbe affrontare alle elezioni l'ira dei tassisti, dei farmacisti, dei notai, degli avvocati, dei commercialisti e tutto il resto. Per non parlare dei sindacati se il pacchetto includesse riforme dell'art 18. In più non ci sono più né la Rai per andare in TV, né Finmenccanica per allocare poltrone e farsi pagare mazzette, né la Cassa Depositi e Prestiti per prestare soldi a chi pare a loro. Un disastro insomma, dal punto di vista dei politici, solo di poco peggiore allo scivolamento del paese verso il destino greco. Payoff pari a -1.
Informazione. L'informazione, come si vede è perfetta.
Equilibrio. Risolvendo il gioco per induzione a ritroso si trova facilmente l'unico equilibrio di Nash perfetto nei sottogiochi, ovvero la migliore predizione dell'esito dell'interazione (l'assunzione di razionalità di M e P è scontata e mi pare anche appropriata). L'equilibrio è il seguente: M pareggia il bilancio e P approva nella Fase 1 (cosa che succederà questa settimana, come noto); M liberalizza ma P silura nella Fase 2.
Per quanto banale tutto ciò sia, a me appare tristemente realistico.
Mettiamo che il gioco si concluda nell'equilibrio di Nash di questa matrice dei payoff: lo spread cosa farà?
Ps: ma finmeccanica non è gia in parte privatizzata? http://www.finmeccanica.it/Corporate/IT/Corporate/Investor_Relations/Azionisti/index.sdo
Un signore anziano qualche tempo fa disse che le azioni si pesano....
sì ma con un terzo delle azioni e forse, non sono sicuro, la golden share. Il maggiore azionista che segue ha circa l'8% poi si scende sotto il 2%. Chi comanda? Chi decide i vertici?
De jure e' come hanno gia' illustrato Aldo e Luca qui sopra.
De facto e' pubblica: se non lo fosse non osserveremmo le porcate che sono saltate fuori nell'ultimo mese (e che come sempre in questi casi non sono che la punta dell'iceberg)