Continuavano a chiamarlo Voltremont...

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È in uscita la seconda edizione di ''Tremonti, istruzioni per il disuso'', con una nuova e sostanziale post-fazione a cui ha collaborato anche Aldo Rustichini.

La prima edizione del libro uscì circa un anno fa, alla fine del gennaio 2010. Ex post possiamo dire che quello fu il punto più alto della bolla tremontiana. La stampa nazionale continuava a cantare serenamente, incurante dei numeri e dei fatti, le odi del ministro che aveva salvato l'Italia dalla crisi, aveva messo i conti pubblici in sicurezza e, a differenza ''degli economisti'', aveva previsto tutto con grande anticipo. I Mangiamorte si aggiravano indisturbati per la stampa italiana e Gianni Riotta aveva appena finito di mostrare tutta la sua gelatinosa spina dorsale nominando l'oscuro signore nientepopodimenoche ''uomo dell'anno''.

Il libro andava violentemente controcorrente. La molla del progetto fu il fastidio verso le teorie stralunate e raffazzonate che il nostro esponeva continuamente, senza contraddittorio,  a stuoli di adoranti giornalisti e varia umanità. Decidemmo quindi di andare alla radice e passare al pettine le principali opere teoriche di cotanto genio. Pur partendo da aspettative basse, la lettura di quelle opere rivelò un quadro anche peggiore del previsto. Il suddetto genio, risulta, ha problemi perfino a calcolar le percentuali e non se la cava nemmeno tanto bene con l'inglese.

Di lì a poco ci pensò la crisi greca, con i suoi riflessi sul debito dei paesi europei, a mostrare quanto Lord Voltremont da Sondrio fosse bravo nelle previsioni e quanto ''in sicurezza'' fossero i conti italiani.

Oggi che perfino la sciura Marcegaglia sembra essersi accorta di quanto nefasto sia stato l'operato di questo governo (ma solo negli ultimi sei mesi, per carità, che prima facevano faville -- a pensarci bene, anche nelle ultime settimane gli ha strizzato l'occhiolino dicendo che "Tremonti premier? Se po' ffa", misteri del consociativismo in salsa italica); oggi che nessuno ma proprio nessuno è convinto che quella roba che chiamano impropriamente riforma federalista porterà a una riduzione delle tasse; oggi che si odono continuamente da destra e da sinistra richiami alla necessità di tasse straordinarie per frenare la spirale del debito; oggi che più di una persona si azzarda ad osservare che, beh, sì, insomma, se guardiamo il tasso di crescita del PIL e l'occupazione, sembra proprio che l'Italia in realtà abbia fatto peggio degli altri; bene, oggi si può dire che la bolla, se non completamente sparita, è almeno assai più contenuta.

Non abbastanza, purtroppo. La verità è che il tremontismo, inteso come scelta a favore della sciatteria, dell'imprecisione, dell'ignoranza e del linguaggio oracolare, e contro l'approccio scientifico all'analisi dei problemi economici e sociali, è una metastasi che è ormai penetrata molto profondamente nel corpo del paese. È un problema di lunga durata, che in verità pre-esisteva a Tremonti e che è il portato naturale di un atteggiamento anti-scientifico che da tempo caratterizza buona parte delle elites italiane. Il tremontismo ha dunque trovato terreno fertile ed ha prosperato. A noi non resta altro che combatterlo con le armi della ragione e con il testardo richiamo alla realtà e ai fatti.

Lo facciamo tutti i giorni su questo blog e lo facciamo ripronendo il libro pubblicato un anno fa. Dato che Tremonti continua a far danni dal suo scranno di Via XX settembre e dato che purtroppo c'è perfino chi lo propone come primo ministro il libro non ha perso nulla della sua attualità.

Al libro abbiamo aggiunto una post-fazione, cui ha collaborato anche Aldo Rustichini (in aggiunta al Collettivo originario) in cui esponiamo il nostro punto di vista su ciò che è successo nell'ultimo anno, quello intercorso tra la prima uscita del libro e la sua ristampa. Non fosse stato (l'ennesimo) anno tragico per l'economia e, ci azzardiamo a dire, la società italiana, questo è stato quasi un anno divertente. Vedersi sgretolare, neanche tanto lentamente, la sicumera di Colui Che Tutto Ha Previsto sotto i colpi di un debito pubblico sempre più alto e di una economia sempre più incapace di crescere, qualche soddisfazione la procura. E vedere il ritardo con cui media, politici e potentati vari (buona ultima la Marcegaglia) hanno reagito a questa caduta degli dei ha pure procurato qualche soddisfazione.

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Commenti

Ci sono 120 commenti

Fate la Kindle-format anche di questo, vero? 

Certo, certo ... ci teniamo a quel centinaio di affezionati amici della prima ora che non vivono in Italia!

ePub please! Il formato del Kindle di Amazon (mobi) è proprietario, se protetto da DRM è anche complicato convertirlo.

Spero che almeno per gli ebook si sviluppi spontaneamente la convergenza su un formato comune libero.

Mi fa piacere che siete alla seconda edizione del libro, vuol dire che la prima è esaurita. Purtroppo mi sembra che Voltremont, rimanendo in disparte come silenzioso custode dell'economia, mentre il suo amico e signore si diverte, abbia ulteriormente rafforzato la sua posizione.

ma il numero di parole del post (666 parole) è una "diabolica" coincidenza? ;-)

Potete fornire dei dati sulle vendite del libro? non per farvi i conti in tasca (che credo siano abbastanza miseri) ma solo per avere un'idea della penetrazione che ha avuto un libro del genere. Io l'ho comprato ed ho cercato di farlo comprare, ma mi piacerebbe avere una visione generale.

Queste le informazioni che abbiamo ricevuto un paio di settimane fa dall'editore:

La tiratura della prima edizione è stata di 3190 copie. In totale abbiamo messo in libreria 2800 copie. Risultano: 1500 copie vendute, 800 in libreria (da contabilizzare se vendute o possibili resi) e il resto in magazzino come resi o giacenza.

 

Vedersi sgretolare, neanche tanto lentamente, la sicumera di Colui Che Tutto Ha Previsto sotto i colpi di un debito pubblico sempre più alto e di una economia sempre più incapace di crescere, qualche soddisfazione la procura. E vedere il ritardo con cui media, politici e potentati vari (buona ultima la Marcegaglia) hanno reagito a questa caduta degli dei ha pure procurato qualche soddisfazione.

 

Bah... certo, vi accontentate di poco.

Io, mi tocca ammettere, questo sgretolamento proprio non lo vedo. Anzi, tutto nello scacchiere politico (mioddio cosa ho scritto!!!) sembra collocare GT in ottima posizione per la corsa a palazzo Chigi sotto qualunque ipotesi di coalizione pensabile, con o senza elezioni. Il PD lo ha pompato per mesi (meno male almeno che Tremonti c'è...), insieme a Casini & Co continuano a proporre responsabilissime alleanze (e chi meglio di lui...), la Lega, immagino, non potrebbe trovare migliore alternativa a Berlusconi...

Dopo mesi di frizzi e lazzi, più prende piede l'idea che le cose vanno male, più gli italiani saranno disposti a fidarsi di un tecnico serio e responsabile come lui...

 

Ripeto. è OT, ma mi sembra indicativo di un atteggiamento verso i dati empirici piuttosto comune.

Sull'edizione cartacea della Repubblica di oggi c'è uno specchietto in cui si confrontano, tra le altre cose, il numero di addetti della Fiat e quelli della Volkswagen, e il numero di auto prodotte.

Allora, Fiat, 5.500 addetti, 120.000 vetture prodotte (dice lo specchietto);
Volkswagen, 55.000 addetti, 740.000 vetture prodotte.

Visto che 120.000 è poco più di un sesto di 740.000, la Volkswagen dovrebbe poter produrre 740.000 vetture con circa 35.000 dipendenti, quindi la Fiat dovrebbe essere più produttiva della Volkswagen, i cui organici sarebbero evidentemente(!) gonfiati...
(secondo me hanno conteggiato solo i dipendenti di Mirafiori accreditandogli tutta la produzione del gruppo)

 

Sarebbe opportuno che l'editore suggerisse/spingesse il giusto posizionamento in libreria.

Alla Feltrinelli il libro era sullo scaffale dei testi di economia, anzichè su quello assia più affollato, ma molto più visibile, di polemica politica.

In pratica il posizionamento scelto ha tagliato fuori gil acquirenti occasionali, lasciando che ad acquistare fossero, per la maggior parte, solo le persone già motivate dal blog o dal passaparola

Infatti. Gia' e' difficile vendere libri, se poi li nascondono...

Devo dire che io sono abbastanza scoraggiato. Noi abbiamo 4000 lettori al giorno quando va male. Per quanto l'edizione cartacea faccia contente le mamme e i fan del blog, io non sono certo che valga lo sbattimento del fare il libro. Allora meglio regalarlo alle suddette mamme e ai fan. Il libro aveva l'obiettivo di arrivare a gente che non legge il blog. Mi par ovvio che su questo abbiamo fallito miserabilmente. Ma abbiamo imparato: o distribuisce qualcuno serio e potente o niente.

l'editoriale di michele sul fatto di oggi é semplicemente da applausi.uno dei migliori che abbia letto sulla situazione attuale

Ho letto or ora l'articolo, strepitoso... pensate se l'avessero scritto o concepito Bersani, Veltroni, MiniLetta o D'Alema. Professor Boldrin, una preghiera: perchè non si presenta alle primarie del PD per diventare premier? L'orecchino ce l'ha già...

Marco

si trova online? non sono riuscito a trovarlo

Condivido. Stending ovescion dal punto di vista della polemica...

 

però: tagliare i costi della politica è cosa buona e giusta, ma è possibile farlo così rapidamente e globalmente? Ognuno di quegli emolumenti discende da una diversa normativa, non so se una legge del tipo "la retribuzione massima nel settore pubblico non può essere superiore a X mila euro" sia possibile, 

e

sicuro che l'articolo 41 Cost. legittimi il monopolio Mediaset? Non c'è nessun interesse pubblico che viene tutelato e anzi quel monopolio danneggia una serie di diritti costituzionalmente protetti, dalla libertà d'impresa alla libertà di stampa.

Marino

Ottimo articolo, data la mia ignoranza, vorrei capire meglio il no alla patrimoniale, anche perché la proposta di Veltroni è accompagnata alla contemporanea riduzione della spesa pubblica, e quindi in linea con quanto affermato nello stesso editoriale. Quale potrebbe essere un giusto equilibrio tra tasse sul patrimonio e tasse sul lavoro? Non è meglio incentivare il lavoro rispetto alla rendita? grazie

 

Anche a me l'articolo è piaciuto molto: però....ci sono alcune cose che mi permetto di dire al prof Boldrin e agli altri redattori di NfA: non me ne vogliate, condivido quasi tutto nel merito, ma mi permetto un paio di osservazioni sul metodo.

1) L'anno scorso, circa a febbraio-marzo, quando vi ho conosciuto, grazie al libro, quando ho visto il titolo e prima di frequentare il blog, ho pensato a voi come a  una congrega di buontemponi veneti (in particolare vicentini) che si dilettavano a prendere in giro Tremonti (cosa buona e giusta, a mio avviso). Dopo cinque minuti, quando ho cominciato a leggere il blog, mi sono reso conto, invece, che dietro al libro c'erano degli economisti veri, che con argomentazioni più che serie,  contestavano le idee balzane del nostro ministro della (fanta)economia. Ecco: questo lo so io ed i frequentatori del blog. Boldrin (che ho scoperto non essere vicentino e gli chiedo scusa per questa mancanza) è un serio (nel senso di bravo) professore di economia che lavora negli Stati Uniti, così come altri redattori di questo blog. Non lo sanno gli italiani che invece ascoltano gli economisti da strapazzo (o asserviti ai vari poteri, non tutti per fortuna) che insegnano (?) economia in Italia. Questo passaggio, dal fatto di essere sconosciuti ad una certa notorietà non è ancora stato fatto. Se chiedi in giro chi sono Boldrin o Bisin o Brusco, difficilmente viene in mente all'italiano (anche medio-alto) che si parla di economisti con le palle (passatemi il francesismo). E questo è fondamentale. Non serve avere argomentazioni buon, anche ottime, se si ha poca notorietà.

2) La notorietà è abbastanza facile da ottenere, basta ammazzare qualcuno e buttarlo in un pozzo, ma la credibilità è un'altra cosa. L'articolo sul Fatto Quotidiano è bellissimo, ma è troppo intriso di ironia e di vis polemica per un personaggio poco noto come il Boldrin. E prima di potersi permettere questi toni bisogna avere maggiore credibilità presso l'opinione pubblica. E questa si conquista con la pacatezza, i numeri,  la giacca e la cravatta. Perfino Vendola l'ha capito. Le argomentazioni, per quanto forti e razionali fanno leva su chi ha voglia di azionare i neuroni e quelli sono qui nel blog. La gran parte della gente crede a Voltremont perché è pacato, snocciola numeri (del piffero e voi lo dimostrate), fa argomentazioni apodittiche ma comprensibili anche (solo?) ai più cretini e soprattutto facilmente ripetibili al bar sport e, infine, si mette la giacca e la cravatta (non serve togliersi l'orecchino, Michele, quello no, non posso chiedertelo).

Tutto qua, non entro in altre questioni. Ma, per favore, siete bravi, avete ottimi argomenti: non bruciatevi l'immagine con la (purtroppo) facile ironia nei confronti dei nostri governanti. E' come sparare sulla croce rossa, ma ne va della vostra credibilità.

Secondo me chi non legge l'italiano ha un'idea molto pallida dei livelli raggiunti da Voltremont e dai sui mangiamorte ed ha il diritto di sapere. Scommetterei che la moda del Bunga-Bunga-BS-Italietta è una buona leva di marketing, ma bisogna fare in fretta per cavalcarne l'onda.

Sarei pronto a scommettere (una birra alle prossime giornate nfA) che:

 

  1. La versione inglese avrebbe più successo di quella italiana 

  2. Il successo all'estero potrebbe retroagire in patria portando il testo all'attenzione dei più

  3. Un editore (probabilmente sinistrorso) forte  DOPO il successo all'estero si farebbe avanti per fare una nuova edizione del testo

PS se avete bisogno di un po' di manovali della traduzione non dubito che tra i fedelissimi del sito ci sarà uno stuolo di volontari (nei limiti del tempo libero su di me potete contare)

Direi che vale la pena tentare o no?

 

anche secondo me sarebbe una buona idea.

una versione inglese permetterebbe anche di ottenere delle peerreviewate intenrazionali del libro, magari da parte di qualche economista ameriCano (con la C, stavolta) o di altre parti del globo terracqueo (che non siano l'Italia)

Non so se avete già sentito questo canale, ma secondo me la vendita in abbinamento con un quotidiano è un veicolo formidabile.

Considerato il contenuto, credo che potrebbero essere interessati oltre al Fatto Quotidiano, sia Repubblica che il Corriere. Ok,ok mi ricordo che nel libro non siete tenerissimi con i giornalisti italiani, però la critica principale è contro Voltremont e non credo che le frecciate ai mangiamorte siano tali da giustificare un ostracismo.

Al limite, se costa troppo distribuirlo in blocco, si potrebbe allegare un capitolo a settimana ad un prezzo molto basso (tipo 1€) non so se è economicamente fattibile, ma vista la ricaduta potenziale ci si potrebbe farci un pensierino (al limite si potrebbe investire una parte dei soldi raccolti dalla fondazione in una parziale copertura dei costi di lancio).

My 2 cents

Oggi Augias ha come ospite l'esimio Rampini. Magari ha messo una buona parola XD

Secondo me, fermo restando il prezzo di vendita del cartaceo e la sperimentazione di nuovi canali distributivi potreste consentire il download del pdf a fronte di un'offerta facoltativa.

A spanne direi che con le offerte si incassa più o meno lo stesso (forse di più) di quanto si ottiene vendendo il formato elettronico con una circolazione molto maggiore e con considerevoli effetti di marketing per la vendita del formato cartaceo. In fine per "succhiare la crema" si potrebbe usare il print-on-demand (che agli autori riconosce in genere di più) per chi vuole comprare il cartaceo on line.

Riepilogando:

  1. PDF da scaricare gratis - prima del download si chiede l'offerta e nel testo (in calce a ogni pagina) ci sono gli estremi per fare donazioni o acquistare il cartaceo on line
  2. Print on demand per chi compra on line - è pubblicizzato sul blog e nel file pdf e garantisce diritti maggiori della circolazione in libreria 
  3. Distribuzione tradizionale è la scelta di non legge in elettronico e non vuole comprare on line
  4. Bundle con periodici serve a dare un push a chi magari neanche naviga o conosce il blog, ma può essere interessato ai temi trattati

E chi non compra il libro nonostante i 4 canali distributivi Voltremont e la Minetti tutto sommato un po' se li merita ;)

Regalatene qualche copia alle biblioteche pubbliche (quelle comunali di pubblica lettura) e a quelle universitarie. Faccio notare che secondo il catalogo SBN in Italia ce l'hanno solo queste biblioteche qui

BG0366 [LO104] - Sistema bibliotecario urbano di Bergamo - Bergamo - BG

BO0098 [UBOBU] - Biblioteca universitaria di Bologna - Bologna - BO

MO0170 [MODUE] - Biblioteca della Facolta' di economia dell'Universita' degli studi di Modenae Reggio Emilia - Modena - MO

NO0054 [TO008] - Biblioteca comunale Carlo Negroni - Novara - NO

RA0030 [RAVOR] - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA

RM0210 [IEIFB] - Biblioteca della Fondazione Lelio e Lisli Basso - Roma - RM

RM1121 [RMSE9] - Biblioteca comunale - Anguillara Sabazia - RM

RN0013 [RAVRI] - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - RN


per dire, non ce l'ha nessuno a sud di Roma, non ce l'ha il sistema bibliotecario di Roma città o le biblioteche della Sapienza, non ce l'ha la Bocconi, non ce l'ha la LUISS...

 

 

 

Come mai avete pubblicato ancora con questa casa editrice? 

Cosa hai contro una coraggiosa casa editrice napoletana ? -)

Io non capisco molto la discussione, nè la delusione di Bisin, cui però sono sicuro che è già passata.

Bisognerebbe capire innanzitutto libri simili come vengono venduti e quante copie in effetti vendono. Non è che possiamo confrontare le mele con le pere, come diremmo alla prima lezione di Micro. In altri termini, il competitor qui non è Eco, ma forse Tremonti stesso (o Floris o Brancaccio o Pincopalla, per dire i primi nomi che mi vengono in mente. Ichino ne ha scritti diversi: quanto ha venduto "I nullafacenti"?).

Poi il libro è dedicato. Anzi, è una specie di virus. Se Tremonti (stra) parla poco, c'è anche meno voglia da parte degli (e)lettori di cercare controargomenti. Credo che il libro sia uscito al momento giusto ma che potrà essere rilanciato (come vendite) solo quando Tremonti ricomincerà a essere sempre sulle prime pagine. Come sono distribuite le vendite nel tempo? Quasi tutte all'inizio immagino.

Per andare in TV, vedi sopra. Il libro è (ok, sembra) di parte, perchè attacca Tremonti. Al massimo ve lo può presentare la Dandini... Chi poi lo legge davvero, si accorge che attacca (secondo me la parte migliore del libro) anche i giornalisti economici. Necessario e lodevole, ma non il massimo per una review favorevole.

Poi verrebbe anche da dire che "E' il mercato, bellezza" e così è. La gente è pigra, vuole Ruby in copertina, and so on. Ma forse l'esperienza aiuta a capire anche di più chi in questo Paese ci resta, non solo perchè la mamma cucina bene (una vecchia battuta di Sandro, mi pare), si fa il mazzo per cambiare le cose ma, alla fine, non riesce a ottenere nulla. Non solo per demerito proprio.

 

 

 

Non faccio l'editore, ma effettivamente più grande sei, più hai possibilità di "piazzare" il libro ben in vista, FNAC a Napoli ha uno scaffalone all'ingresso, ove si fermano praticamente tutti, e non c'è mai arrivato lì, nonostante io abbia acquistato un bel pò di copie.

Quindi il primo problema da affrontare sarebbe "la produzione", andare da un produttore più grosso aiuterebbe, poi c'è il discorso della "contaminazione", sempre e ovunque andiate (ma so che l'avete già fatto) una copia del libro bene in vista aiuta molto, andare in televisione sarebbe il massimo, ma resta il fatto che il libro non è per la casalinga di Voghera, e si rivolge a un pubblico ristretto (ma non tanto, Il Sole 24 Ore ha una tiratura giornaliera di oltre 300.000 copie, ovvero ci sono almeno 300.000 persona che quotidianamente leggono di economia, in Italia), per cui le tirature non saranno da urlo. Comunque, stimando che il mercato potenziale è dato dal  numero di lettori de "Il Sole 24Ore" siamo all' 1% del mercato potenziale, non è male per un primo libro.

E' sul fatto di aver battuto il tasto su Tremonti nel secondo che mi fa nascere le perplessità, anche se la scritta "II Edizione con integrazioni" fa figo e colpisce l'utente in maniera diversa.

Ecco un altro ammiratore di Voltremont. Il libro è stato tradotto in inglese?

www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/a20a1094078ea86402abe858f99c052f.pdf

 

Salve, e complimenti a tutti per il lavoro "Tremonti istruzioni per il disuso...e continuavano a chiamarlo Voltremont", che a mio modestissimo parere, è risultato un ottimo mix tra rigore scientifico e pamphet pungente e ironico.

Avrei dei chiarimenti (o meglio dei dubbi che mi sono sorti) da chiedervi in merito ad alcuni passaggi del libro (paragrafo "voltremont e la crisi, ovvero i primi saranno gli ultimi" da pag.181 a pag. 193). In particolare i miei dubbi riguardano i dati presentati da pag.187 a pag. 189 relativi all'avanzo primario dell'Italia. Nel grafico a pag. 188 viene presentato l'andamento dell'avanzo primario in % del PIL in Italia. Giustamente voi fate una distinzione tra gli anni in cui Tremonti è stato ministro dell'economia e gli anni in cui non lo è stato. Infatti, il 1994, 2001,2002,2003,2005,2008,2009,2010 sono gli anni in cui Tremonti è stato ministro. Però leggendo il grafico e i dati mi sono sorti dei dubbi:

 

  1. poiché i saldi di bilancio di un certo anno x dipendono dalle politiche economiche approvate nell'anno precedente (se non faccio confusione la finanziaria approvata entro dicembre di un certo anno x modifica i saldi di bilancio dell'anno x+1), non sarebbe più opportuno e forse corretto analizzare i dati relativi all'anno x+1 per valutare l'operato di un ministro nell'anno x? Cerco di spiegarmi meglio con un esempio: Tremonti è stato ministro nel 2001, ma le sue scelte hanno influenzato i saldi di bilancio del 2002. I saldi di bilancio del 2001, invece, hanno risentito delle scelte compiute nel 2000 dal governo precedente Amato. E' un ragionamento corretto, oppure mi sbaglio? Il grafico a pag. 188, forse, potrebbe trarre in inganno. Non sarebbe più corretto traslare tutte le "posizioni" (cioè i "punti neri" del grafico a pag.188) di Tremonti di un anno?
  2. Poi mi sono chiesto (sempre relativamente al grafico di pag.188): per valutare al meglio la gestione della finanza pubblica da parte di un governo non sarebbe meglio considerare solo l'andamento dell'avanzo primario al netto dell'inflazione [tenendo conto ovviamente del fatto che il gettito è prociclico, mentre alcuni stabilizzatori automatici sul lato della spesa pubblica sono anticiclici (penso alla cassa integrazione oppure ai ticket sanitari, ecc.)] senza rapportarlo al PIL? Perché rapportare tutto al PIL? Il valore del PIL influenzando il rapporto avanzo primario/PIL non può trarci in errore nel valutare l'operato di un governo su spesa pubblica e tasse? Il rapporto avanzo primario/PIL, essendo influenzato anche dal valore del denominatore, non può farci trarre delle valutazioni parzialmente sbagliate? Non so se sono stato chiaro, ma credo che abbiate capito il punto. Comunque provo ad essere più preciso con un esempio:

Supponiamo che nell'anno x le entrate al netto degli interessi sul debito siano pari a 10 e che le uscite siano pari a 8. Dunque saldo primario uguale a 2. Supponiamo che il PIL sia pari a 100. Di conseguenza il rapporto avanzo primario/PIL si attesta a quota 2%.

Immaginiamo che nell'anno x+1 il PIL reale aumenti a 101. Ipotizziamo che le entrate in termini reali salgano a 10,5 (per effetto del solo aumento del PIL) e che la spesa reale aumenti a 8,4802. Allora anche nell'anno x+1 il rapporto avanzo primario/PIL sarà pari al 2%. Guardando, però, solo a quest'ultimo dato siamo portati a dire che il governo si è comportato bene visto che il rapporto si è mantenuto costante al 2%. In realtà nell'esempio considerato, il governo ha aumentato la spesa pubblica di circa il 6% (spesa che potrebbe essere, come spesso succede in italia, spesa corrente improduttiva).

Per questo motivo mi domando: perché considerare il rapporto avanzo primario/PIL? Guardando solo questo dato non è facile cadere in conclusioni parzialmente sbagliate? Ho provato a guardare (sul sito dell'ISTAT) i dati relativi ai conti pubblici italiani e devo dire che se considerassimo l'andamento della spesa e delle entrate non in percentuale del PIL, Voltremont ne uscirebbe peggio!!! Il mio obiettivo (come il vostro) non è di criticare pregiudizialmente Voltremont, ma di analizzare le sue scelte sulla base dei dati. E devo dire che, se si osserva solo il rapporto avanzo primario/PIL, il giudizio negativo su Tremonti viene sottostimato!!!

Vi pongo questo quesito poiché spesso questi indici economici espressi come % del PIL (come ad esempio il rapporto debito/PIL) vengono spesso strumentalizzati dai politicanti che, per far apparire le loro politiche corrette, non spiegano all'opinione pubblica che il miglioramento di alcuni indici economici (espressi come percentuali del PIL) può dipendere anche dal miglioramento del solo denominatore, cioè il PIL.

Mi piacerebbe sapere la vostra su questi miei dubbi, e capire se ho commesso degli errori. Saluti a tutti.

poiché i saldi di bilancio di un certo anno x dipendono dalle politiche economiche approvate nell'anno precedente (se non faccio confusione la finanziaria approvata entro dicembre di un certo anno x modifica i saldi di bilancio dell'anno x+1), non sarebbe più opportuno e forse corretto analizzare i dati relativi all'anno x+1 per valutare l'operato di un ministro nell'anno x? 

mio parere

sarebbe giusto se nell'anno y+1 i risultati fossero quelli programmati ( tendenziale corretto da manovra )

questo , specialmente negli anni 2001 2005 purtroppo non è stato vero come documentato dal grafico seguente

Infatti al MEF , oltre a concepire una manovra , è richiesto il follow up della stessa consistente nel controllo continuo delle entrate preventivate  e sopratutto della spesa.

 

come puoi vedere

a novembre 2001 Voltremont prevedeva per il 2002 un deficit -0,5% realizzato -2,9%

a novembre 2002 Voltremont prevedeva per il 2003 un deficit -1,5% realizzato -3,5%

 

a novembre 2003 Voltremont prevedeva per il 2004 un deficit -2,2% realizzato -3,5%

a novembre 2004 Voltremont prevedeva per il 2005 un deficit -2,7% realizzato -4,2%

il buco totale fra programmato e realizzato in questi quattro anni è stato di 97,3 miliardi di cui 33,2per minore crescita ( dove la responsabilità di Voltremont è solo di eccessivo ottimismo ) e quindi minori entrate , il resto ( 64,1 mld ) per spesa fuori controllo ( come calcolato nella tabella seguente ).

Notare che tutte le previsioni considerate sono state fatte dopo il nineeleven.

Per essere precisi finanziaria e previsione per il 2005 sono responsabilità di Siniscalco ( ministro da 16-07-2004 al 22-09-2005 ) cosi' come metà del follow up 2004 e 3/4 di quello del 2005 : ma Siniscalco era il "discepolo prediletto" 

 

Bisogna riconoscere che nel 2010 ha invece superato le previsioni del DFP ( Documento di Finanza Pubblica )

 

 

INDICE

 
 

DOCUMENTO

 
 

DATA

 
 

2001

 
 

2002

 
 

2003

 
 

2004

 
 

2005

 
 

 

 
 

 

 
 

EMISSIONE

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

PIL ( prezzi mercato - mld € ))

 
 

 

 
 

 

 
 

1248,6

 
 

1295,2

 
 

1335,4

 
 

1391,5

 
 

1428,4

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

crescita

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

nov 2001

 
 

2,0%

 

2,3%

 

 

3,0%

 
 

3,0%

 
 

3,1%

 
 

crescita

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

nov 2002

 
 

1,8%

 
 

0,6%

 

2,3%

 

 

2,9%

 
 

3,0%

 
 

crescita

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

nov 2003

 
 

 

 
 

0,4%

 
 

0,5%

 

1,9%

 

 

2,2%

 
 

crescita

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

nov 2004

 
 

 

 
 

 

 
 

0,3%

 
 

1,2%

 

2,1%

 

 

crescita

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

dec 2005

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

1,2%

 
 

0,0%

 
 

crescita

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

dec 2006

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

0,0%

 
 

crescita

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

dec 2007

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

crescita

 
 

RGSE ANNO

 
 

ANNO + 1

 
 

1,8%

 
 

0,4%

 
 

0,3%

 
 

1,2%

 
 

 

 
 

crescita

 
 

EUROSTAT

 
 

01-giu-08

 
 

1,8%

 
 

0,5%

 
 

0,0%

 
 

1,5%

 
 

0,6%

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

indebitamento netta PA

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

nov 2001

 
 

-1,1%

 

-0,5%

 

 

0,0%

 
 

0,0%

 
 

0,2%

 
 

indebitamento netta PA

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

nov 2002

 
 

-2,2%

 
 

-2,1%

 

-1,5%

 

 

-0,6%

 
 

-0,2%

 
 

indebitamento netta PA

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

nov 2003

 
 

 

 
 

-2,3%

 
 

-2,5%

 

-2,2%

 

 

-1,5%

 
 

indebitamento netta PA

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

nov 2004

 
 

 

 
 

 

 
 

-2,4%

 
 

-2,9%

 

-2,7%

 

 

indebitamento netta PA

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

dec 2005

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

-3,2%

 
 

-4,3%

 
 

indebitamento netta PA

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

dec 2006

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

-4,1%

 
 

indebitamento netta PA

 
 

PROG.STABILITA'

 
 

dec 2007

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

indebitamento netto PA

 
 

EUROSTAT

 
 

01-giu-08

 
 

-3,1%

 
 

-2,9%

 
 

-3,5%

 
 

-3,5%

 
 

-4,2%

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

buco totale

 
 

calcolo

 
 

 

 
 

 

 
 

-31,1

 
 

-26,7

 
 

-18,1

 
 

-21,4

 
 

buco mancata crescita

 
 

calcolo 41% P.F.

 
 

 

 
 

 

 
 

-9,6

 
 

-12,6

 
 

-2,3

 
 

-8,8

 
 

buco spesa

 
 

differenza

 
 

 

 
 

 

 
 

-21,5

 
 

-14,1

 
 

-15,8

 
 

-12,6

 
 
  

 

 

 

 


 


 

 

 

Ti ringrazio per la spiegazione. Invece per quanto riguarda la seconda domanda (proposta nel post precedente) che mi sapresti dire? Grazie

Tremonti ha appena annunciato di "aver trovato il tempo" di scrivere un nuovo "volume" che uscirà in Gennaio. "Ovviamente i diritti andranno in beneficienza".

che ne pensate dell'idea (di Tremonti) di dar due voti ai giovani (intende due voti "a testa" non senatori e deputati)

L'uomo é tornato nel cono d'ombra e pur di riuscire ad attirare l'attenzione se ne esce con una scemenza che spiazza le labili menti dei suoi tradizionali e affezionati ascoltatori. Scemenza per scemenza direi ok ma solo a condizione che i "ggiovani" (40-50 anni?) leggano questo. Il voto sarà sprecato, singolo o doppio, ma almeno avranno fatto una lettura utile.

Io dico che mi piace!

Non è un'idea nuova (quindi non è certo "di" Tremonti): io non ne rivendico certo la paternità, però ne ho ragionato con Alessandro Rosina su lavoce (qui).

Per chi non volesse leggere l'articolo:

L'idea è di collegare il valore del voto all'aspettativa di vita, un po' come succede per le pensioni. Il voto resterebbe "uguale in senso atteso" nel senso che, a meno di eventuali aggiustamenti periodici, il valore aggregato dei voti nel corso della vita sarebbe identico per tutti (tutti a 18 o 16 anni hanno lo stesso capitale elettoralel a disposizione).

Per garantire la segretezza del voto, in attesa del voto elettronico, si potrebbero aggregare classi di età, ognuna con una scheda diversa.

La finalità mi pare evidente. L'85enne ha di fronte a sé pochi anni di vita, il 18enne molti: scelte sbagliate di oggi ricadranno sulle spalle del 18enne e non dell'85enne; quindi perchè dare a entrambi lo stesso potere? Se poi il 18enne votasse coi piedi (non nel senso di Tiebout :) ), peggio per lui: ma almeno sarà lui stesso il responsabile del suo destino. Necessità enfatizzata ovviamente dall'invecchiamento della popolazione.

Non ho la pretesa che il Paese sperimenti subito la proposta: mi accontenterei, al momento, di qualche partito con gli attributi che organizzi le primarie per le proprie cariche elettive e che utilizzi per questo il voto ponderato.

E' un'idea che in varie forme fa capolino nel dibattito da tempo, e a me è sempre sembrata intelligente.

Tempo fa Campiglio aveva scritto un libro proponendo di dare il voto ai minorenni, tramite "voto di delega" ai genitori. Vedi: http://www.mulino.it/edizioni/volumi/scheda_volume.php?vista=scheda&ISBNART=09867

A quando la soppressione del diritto di voto per gli anziani?

A mai, ovviamente, queste sono tutte polemiche di lana caprina. Invece da sempre si sopprime il voto giovanile per il senato. Mi accontenterei se almeno eliminassimo quella discriminazione, insieme ai limiti di età per ricoprire cariche pubbliche di ogni ordine e grado. Il voto pesato per età è un divertente esercizio teorico e basta.

Visto che abbiamo riesumato questo post che parla del libro.

Oggi da Augias è ospite Rampini. Io capisco che non vogliano invitare voi di nfA, ma perchè sempre Rampini?

Non possiamo fare che ogni 3 ospitate di Rampini invita uno di voi (o Scacciavillani)?

Oppure: non potreste pubblicare in inglese? Così Rampini vi traduce e, venendo invitato, porta avanti le vostre proposte? :-)

Scacciavillani no,per piacere :D

Vabbé questa la so persino io... Rampini ha appena pubblicato un nuovo libro, ovvio che stia facendo il giro delle trasmissioni.