Chi sono i ricchi che pagherebbero la Bossi-tax?

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Seguendo la segnalazione di Diego D'Andria (grazie!) ho esplorato un po' i dati del ministero delle finanze sulle dichiarazioni dei redditi. Dato che è stata ventilata l'ipotesi di tassare con una addizionale i percettori di redditi superiori a 80.000 euro, ho fatto due conti per capire chi sono questi signori. Avviso subito che ho trovato varie cose che non ho capito e quindi le conclusioni sono abbastanza provvisorie.

I dati più aggiornati del ministero sono relativi al 2006, ma sono abbastanza dettagliati, in quanto riportano il numero di contribuenti per scaglioni di reddito. Cominciamo con i dati sul totale della popolazione (tabella 1.1.2).

Totale popolazione dichiaranti
 

Numero

contribuenti

 
 

Contribuenti con reddito

superiore a 80.000 euro

 
 

Percentuale contribuenti con

reddito superiore a 80.000 euro

 
40.752.847607.6521.49

I dati ripartiscono poi la popolazione in 5 categorie: lavoratori dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi, redditi da partecipazioni e altri redditi. I dettagli su chi ricade in ciascuna categoria sono spiegati qui. Mentre per lavoratori dipendenti e pensionati le cose sono abbastanza chiare, va detto che la categoria ''lavoratori autonomi'' contiene solo 107mila contribuenti. Su questo dirò due parole dopo. Questa è la distribuzione dei dichiaranti per categoria.

 

Tipologia

dichiaranti

 
 

Numero

dichiaranti

 
 

Percentuale su

totale

 
Dipendenti19.898.39048.83
Pensionati 

15.329.420

 
37.62
Autonomi107.5450.26
Partecipazioni2.425.3295.95
Altri redditi1.494.3883.67

Occorre qui avvertire che la somma delle cinque categorie è inferiore al totale di 40,7 milioni di contribuenti. Non ho idea della ragione di questa discrepanza, e se qualche lettore esperto della questione potesse fornire lumi sarei molto grato. La somma delle cinque categorie è circa 39,3 milioni. Le percentuali sono calcolate sul totale di 40,7 milioni, per cui la somma non è cento ma 96,32.

Nella prossima tabella mostro il numero di contribuenti, in ciascuna categoria, con un reddito denunciato superiore a 80.000 euro e la percentuale rispetto alla categoria e rispetto al totale di chi guadagna più di 80.000 euro.

 

Tipologia

dichiaranti

 
 

Numero dichiaranti con

reddito superiore a 80.000 euro

 
 

Percentuale dichiaranti con reddito

superiore a 80.000 euro

rispetto alla categoria

 
 

Quota dichiaranti della categoria

rispetto al totale dei dichiaranti con

più di 80.000 euro

 
Dipendenti344.0251.7545.68
 

Pensionati

 
154.7851.0120.55
Autonomi15.06914.012.00
Partecipazioni141.1235.8218.74
Altri redditi98.1986.5713.04

Quindi, per esempio, lo 1,75% dei dipendenti guadagna più di 80.000 euro. Tra coloro che dichiarano più di 80.000 euro, il 45.68% sono lavoratori dipendenti.

Un primo problema è che, secondo questa suddivisione, il totale dei dichiaranti con più di 80.000 euro risulta essere 753.200, ossia ben più del dato risultante dalla tabella 1.1.2 sul totale della popolazione. Le percentuali dell'ultima colonna sono state calcolate con riferimento alla cifra più alta. Non capisco però come questo sia possibile, a meno che alcune dichiarazioni vengano contate due volte. Al tempo stesso, come abbiamo visto prima, quanto si guarda al totale delle dichiarazioni e si sommano le categorie il totale risulta inferiore a quello della tabella 1.1.2. Insomma, l'amministrazione delle finanze produce statistiche senza controllarne la consistenza: normale amministrazione.

A parte questo, i risultati sono più o meno ciò che ci si potrebbe attendere. I pensionati dichiarano redditi più bassi delle altre categorie e sono quindi sostanzialmente sotto-rappresentati tra i contribuenti che guadagnano più di 80.000. Sono invece parecchio sovra-rappresentati i lavoratori non-dipendenti, mentre i dipendenti sono leggermente sotto-rappresentati.

Una parola conclusiva sui lavoratori non dipendenti. Il ministero fornisce separatamente i dati sulle persone fisiche titolari di partita IVA. Si tratta di quasi 4 milioni di persone, ripartite dal ministero tra imprenditori, professionisti e agricoltori.

CategoriaNumero totale 

Numero di coloro che

dichiarano più di 80.000 euro

 
 

Percentuale dichiaranti

più di 80.000 euro

 
Imprenditori2.361.54552.5292.22
Professionisti969.465139.60414.4
Agricoltori658.14282601.26
 

 

 
Totale3.989.1432003935.02

Il grosso dei contribuenti con più di 80.000 euro sembra essere concentrato tra i professionisti. Gli imprenditori hanno percentuali più alte di quelle dei lavoratori dipendenti, come è da attendersi, ma non spettacolarmente più alte come nel caso dei professionisti. Infatti, a ben guardare, gli "imprenditori" italiani devono essere abbastanza poveri visto ciò che questa statistica implica: ogni 100 aziende, solo due hanno un "padrone" che guadagna più di 80.000 euro all'anno. Credibile?

Ad ogni modo, questi sarebbero i super-ricchi sui quali dovrebbe ricadere il costo addizionale del terremoto in Abruzzo o, detto altrimenti, la "Bossi-tax", consistente nelle centinaia di milioni di euro che si cerca di buttare al vento per posticipare il referendum che infastidisce il senatur.

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Commenti

Ci sono 35 commenti

 

ogni 100 aziende, solo due hanno un "padrone" che guadagna più di 80.000 euro all'anno. Credibile?

 

Direi ni.Ovviamente non ho dati, ma immagino che una buona fetta di queste aziende siano negozietti o aziendine familiari con uno o due dipendenti che faticano a sopravvivere, e gran parte delle altre siano possedute interamente da una manciata di proprietari.Per queste ultime è più conveniente intestare alla ditta automobili, barche e case al mare, perchè sui redditi personali oltre alle tasse si pagano pure i contributi.Inoltre spesso fanno una quota di lavoro in nero, per cui una parte del reddito se la prendono in cash senza dirlo al fisco.

Last but not least, mentre per un lavoratore autonomo con partita IVA le spese detraibili sono piuttosto poche, come si passa ad azienda con dipendenti i modi per abbattere l' imponibile si moltiplicano.

Quasi dimenticavo: molti veri ricchi usano vari trucchetti (triangolazioni, trust, società detentrici di marchi e brevetti,...) per spostare i guadagni all'estero e non farli figurare come redditi.Questi però credo siano piuttosto pochi.

 

I dati dei dichiaranti per tipologia di reddito della tabella che riporti fa 39,3 milioni invece di 40,7 milioni per vari problemi:
1)Un potenziale colpevole e' il double counting: vi sono contribuenti che dichiarano piu’ categorie di reddito (ad esempio, dipendente+capitale, o partecipazione+diversi), ma siccome in questo caso viene usato il criterio della prevalenza del reddito, il potenziale problema dovrebbe essere nullo qui. Quindi il colpevole e’ da un’altra parte.
2) credo che il problema della quadratura stia nei lavoratori autonomi, che nella tabella 1.2.2 (cartella TAB3)  risultano oltre 1 milione e mezzo di contribuenti (anche se immagino non dichiarino solo reddito da lavoro autonomo) mentre nella tabella da dove hai estratto i dati (credo la tab. 4.1.2) sono riportati solo una sottocategoria di autonomi, quella senza partita iva. Se si includessero gli autonomi, i conti tornerebbero, ma ci sarebbero altri interrogativi.

Dalle spiegazioni alle tabelle presenti nel sito  ( "Le frequenze indicano il numero di soggetti che dichiarano comunque la tipologia di reddito, indipendentemente dalla presenza di altri redditi.") emerge che le dichiarazioni vengono raggruppate dal ministero sulla base della compilazione o meno di alcune sezioni delle dichiarazioni fiscali, indipendentemente dalla presenza di altri redditi percepiti. Quindi se un contribuente ha un reddito da pensione e da lavoro dipendente, viene contato due volte nelle tabelle in questione, comparendo in ciascuna categoria con la quota parte di reddito relativa a tale categoria, come si capisce dalla seguente tabella; la stessa cosa vale per tutte le altre categorie di contribuenti e si vede chiaramente per esempio qui per le PIVA. In conclusione la categorizzazione proposta dal sito delle Finanze è costituita da insiemi di contribuenti che si sovrappongono.

 

ogni 100 aziende, solo due hanno un "padrone" che guadagna più di 80.000 euro all'anno. Credibile?

 

Ognuno si "arrangia" come può. E il fisco italiano è un autentico colabrodo. Comunque, per quel che mi risulta, nessuno intesta la barca all'azienda, diciamo che si fa così: costituisco una bella srl con oggetto sociale "noleggio di natanti", mi compro il panfilo, il gommoncino (tender), e fitto il tutto. A me stesso, o ancora meglio alla mia società, imputandolo alla voce "spese di rappresentanza", o se sono un creativo di scuola tremontiana, lo metto alla voce "godimento di beni di terzi". E godo.

A tutto c'è una soluzione...

Comunque, tornando al post, le incongruenze statistiche sono facilmente spiegabili, i dati non sono rielaborati, quelli sono così come escono dalle dichiarazione telematiche, ovvero con i codici di attività e i quadri riassuntivi e lì sparati sul sito. Veloce, facile, economico e incongruente.

Poi, la cosa divertente è che la Bossi-tax (ma è da approfondire, e non è il mio mestiere) la pagheranno, probabilmente, proprio gli elettori della PDL e della Lega. Ovvero, Sandro, qual è la distribuzione territoriale dei "super-ricchi" ? E soprattutto dei "super-ricchi" autonomi ? Poi, magari si potrebbero incrociare questi dati con qualche ricerca sulla distribuzione dei voti alle ultime elezioni e vedere chi pagherà. Sarei stupito se uscissero dei dati che dicessero:tendenzialmente elettori del PD. Ma in Little Italy tutto è possibile.

 

 

Poi, la cosa divertente è che la Bossi-tax (ma è da approfondire, e non è il mio mestiere) la pagheranno, probabilmente, proprio gli elettori della PDL e della Lega.

 

Mi sa che se ne sono accorti:

NESSUNA TASSA - «I finanziamenti li abbiamo - ha detto il premier -. C'è la sicurezza che i soldi necessari ci sono e che non si trasformeranno in nuove tasse per i cittadini. Ho voluto io decidere, visto che la filosofia del governo è diminuire e non aumentare la tassazione».

Mi era venuto in mente di guardare la distribuzione territoriale, ma nel sito del ministero non c'è l'incrocio distribuzione territoriale--classi di reddito. C'è solo la distribuzione delle categorie per regione, ossia quanti dipendenti, pensionati etc. ci sono in ciascuna regione. Ma poi non dice quanti di questi, regione per regione, guadagnano più di 80.000 euro.  Siccome i dati grezzi devono esistere mi chiedo se sono archiviati da qualche parte che io non sono riuscito a trovare.

 

ostituisco una bella srl con oggetto sociale "noleggio di natanti", mi compro il panfilo, il gommoncino (tender), e fitto il tutto. A me stesso, o ancora meglio alla mia società, imputandolo alla voce "spese di rappresentanza", o se sono un creativo di scuola tremontiana, lo metto alla voce "godimento di beni di terzi". E godo.

 

cioè come fa Silvio Berlusconi con Idra immobiliare spa? o no? illuminatemi

 

Il tema, alla fine è lo stesso. Ogni giorno si vedono TG e leggono articoli come questi: http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/04/23/1016450-poverta_quel_divario.shtml in cui, riassumendo si dice che la povertà nel 2007 è così distribuita:

  • 3,5% al Nord
  • 2,8% al centro
  • 6% al Mezzogiorno

Conclusioni politiche: "Nel passaggio dal Nord al Mezzogiorno, la povertà assoluta raddoppia." ed infine la vera questione "se non ci sono dubbi che è il federalismo a dover prendere il posto della programmazione speciale e d’urgenza, è giusto anche interrogarsi a fondo sui tempi e sui modi della sua implementazione."

Inceve nessun accenno ai tassi di evasione sulle stesse macro-aree. Il che farebbe, piuttosto, fare altre riflessioni (a spanne, non sono uno statistico):

  • La macro area in cui c'è meno povertà in assoluto è il Centro
  • Il tasso di povertà del Nord Italia è probabilmente paragonabile a quello del Sud.

Si può dire? 

 

 

Si può dire?

 

Qui sì.

In generale tutti questi studi economici, inclusi quelli sulla poverta' e sulla ricchezza, sono malfondati in partenza quando considerano l'Italia come un tutto unico indistinto. L'Italia e' composta da due economie, quella del centro-nord e quella del sud, piu' se vogliamo il Lazio in posizione in qualche misura intermedia e comunque anomala per la presenza di eccezionale spesa pubblica dello Stato centrale a Roma. Anche gli altri Paesi simili all'Italia hanno differenze regionali, per esempio la Francia e' composta dall'Ile de France da una parte e dal resto della Francia dall'altra, ma l'Italia e' il paese dove questa differenziazione e' significativamente piu' ampia e piu' netta. Gli studi che non tengono conto di questi fatti basilari arrivano a conclusioni fuorvianti e inutili, e il loro unico scopo sembra essere quello di generare propaganda politica e disinformazione, specie quando vengono divulgati a mezzo stampa o TV.

Per esempio, non ha alcun senso confrontare la frazione di "poveri assoluti" in due macro-aree dove il centro-nord ha reddito nominale pro-capite pari a circa il doppio del Sud, dove l'evasione fiscale e' a livelli franco-tedeschi invece che 3-5 volte tanto, dove i prezzi degli immobili sono forse 2 volte piu' elevati, dove il costo della vita e' probabilmente piu' elevato del 50%.

Avrebbe molto piu' senso calcolare i redditi a parita' di potere di acquisto separatamente nelle due aree, e poi determinare la loro distribuzione (indice di Gini) sempre separatamente.  Non ha alcun senso parlare di poverta' assoluta in un Paese dove il costo della vita e' cosi' diverso (anche per i diversi livelli di evasione fiscale). Piuttosto, vanno presi in considerazione livelli di poverta' assoluta differenziati per macro-area in modo da essere commisurati ai diversi costi della vita.

Che sia per cose come questa che poi risultano tutti quei poveri in Trinacria?

Secondo voi quando dichiara al fisco il signor Benedetto, padre della signorina Noemi Letizia ("allevata nella luce del Vangelo e nel mito di Silvio"), la figlioccia di "papi"?

Secondo quanto dice la stampa italiana, di professione fa il commesso comunale. Le foto che appaiono sul Corriere e che ritraggono momenti della festicciola per il diciottesimo compleanno della figliola ("in quel villone preso in fitto a Casoria", informano ...) suggeriscono capacità di consumo leggermente superiori a quelle che uno attribuirebbe ad un commesso comunale. Ma, forse, è ricco di famiglia o, forse, quelle rendite di cui parlavano Andrea e Sandro son più sostanziali o, forse di nuovo, fa il doppio lavoro. Chissà ...