Ebbene si, ho la fissa dell'Alitalia. Nel corso di una recente time-wasting expedition sul web, ho scaricato e letto l'invito a manifestare interesse all'acquisto della quota della compagnia di proprieta' del Tesoro. Ho trovato di particolare interesse l'ultimo paragrafo della prima pagina, che riporto di seguito.
La selezione dei potenziali acquirenti avverra' sulla base dei contenuti economici delle offerte e dell'analisi dei piani industriali che verranno presentati dai soggetti interessati all'acquisto dei Titoli, anche al fine di verificarne la compatibilita' con gli obiettivi di risanamento, sviluppo e rilancio dell'azienda, ritenuti imprescindibili dal Governo; in tale ambito, si terra' conto di profili di interesse generale, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo: livelli occupazionali, adeguata offerta dei servizi e copertura del terrritorio. Il Ministero identifica fin d'ora, quali impegni necessari e non derogabili: il mantenimento di una partecipazione al capitale di Alitalia di controllo e, comunque, non inferiore al 3.1% per un periodo di tempo congruo e coerente con il perseguimento degli obiettivi del piano industriale; la salvaguardia dell'identita' nazionale di Alitalia; la garanzia di qualita' e quantita' del servizio offerto e e di copertura del territorio.
Coerentemente con il mandato che la Costituzione gli affida, il Ministro esordisce stabilendo che la scelta dell'acquirente sara' dettata dalla salvaguardia dell'interesse generale. Chiaramente, l'interesse generale non e' un categoria concettuale ben definita (per questo e' sempre usata dai politici). Lo sarebbe se i cittadini fossero tutti identici e il governo volesse soddisfare un requisito di anonimita'. Lasciamo perdere, dunque. E' ovvio che il politici perseguono il benessere di determinati settori della popolazione (escludo qui la possibilita' che scelgano le loro politiche in maniera totalmente casuale). Non ci si deve stupire dunque, che quando il bando scende nel dettaglio, specificando che cosa il ministro intenda per interesse generale, si scopre invero che intende salvaguardare interessi particolari. Quello che mi infastidisce e' che gli interessi particolari siano ancora una volta quelli dei lavoratori Alitalia e dei sindacalisti che li rappresentano.
Si noti che il governo non si prefigge di mantenere l'occupazione nel settore, o di dare la possibilita' a tutti gli attuali lavoratori Alitalia di continuare a svolgere le medesime mansioni. L'effettiva liberalizzazione del mercato aereo porterebbe con se' questi risultati, dato l'aumento di offerta che ne seguirebbe. Il governo intende mantenere i livelli occupazionali dell'azienda!!!! In caso venga effettivamente imposta, questa condizione lederebbe gli interessi di tutti gli altri italiani (all'incirca 58 milioni di persone). Infatti una clausola di mantenimento del personale, cosi' come qualsiasi altro vincolo imposto all'acquirente, si tradurrebbe in una minore entrata per l'erario. Gli stessi vincoli ridurrebbero anche la capacita' della compagnia di competere e quindi avrebbero un effetto avverso sui prezzi che eventualmente il mercato esprimera'. Ci spiega il governo perche' i cittadini debbano ancora una volta essere vessati a beneficio di quell'accolita di privilegiati che lavora per una delle compagnie aeree piu' sfigate del mondo?
Il bando parla anche di adeguata offerta dei servizi e copertura del territorio, da parte di Alitalia. Sigh. Rispetto agli altri Paesi sviluppati, l'Italia si caratterizza ancora oggi per una scarsa copertura del territorio e prezzi molto alti. Il motivo principale di questo stato di cose e' ovviamente la presenza di Alitalia, cui il governo ha concesso un immane potere monopolistico, anche in epoca post-liberalizzazione formale del mercato aereo. Ad esempio, attraverso la concessione dei miglior slots negli aeroporti di Linate e Fiumicino. Se veramente l'obiettivo e' quello di aumentare l'accesso al trasporto aereo (non necessariamente di quello fornito da Alitalia), la strategia deve essere quella di rimuovere le barriere all'entrata, ridurre le rendite monopolistiche dei gestori degli aeroporti, ed evitare di imporre vincoli all'azione del futuro management di Alitalia.
Cosa dire poi della salvaguardia dell'identita' nazionale della compagnia? Stendiamo un velo pietoso.
Il testo sopra riportato rivela un'imbarazzante ritrosia al riconoscere il ruolo fondamentale del mercato nell'allocare i fattori e massimizzare il benessere dei consumatori. Allo stesso tempo, evidenzia una propensione al dirigismo che appartiene ad altri tempi. Tempi che non rimpiango. La mia unica speranza e' che il testo sia stato composto ad arte per cercare di imbonire i sindacalisti, di cui la privatizzazione erodera' drammaticamente il potere.
Gianluca, ma tu vuoi lanciae un tuo bid per Alitalia? Il tuo interesse è davvero spasmodico.