Passaparola
Questa settimana, la mappa del lavoro in Europa. Un solo commento: in diverse regioni del meridione le persone lavorano meno spesso che in Grecia.
Questa settimana, la mappa del lavoro in Europa. Un solo commento: in diverse regioni del meridione le persone lavorano meno spesso che in Grecia.
La crisi greca ha stimolato confronti con l’accordo di Londra del 1953 sul debito, che pose fine al lungo periodo di default tedesco sul debito estero. Questo articolo suggerisce che in prospettiva storica l’accordo del 1953 fu inutilmente generoso, dato che la rapida crescita della Germania alleggerì il peso del rimborso del debito. Sfortunatamente per la Grecia, oggi i motivi che ispirarono l’accordo del 1953 sono quasi del tutto assenti.
La vicenda greca, sia per il modo in cui si è sviluppata sia per il tipo di questioni che ha fatto emergere, è certamente interessante dal punto di vista della teoria economica ma ancor più da quello della teoria politica. Essa ha reso evidenti in tutta la loro concretezza alcune questioni relative al funzionamento dei sistemi politici contemporanei che sono dibattute in teoria. Esse sono essenzialmente tre:
Considerazioni, in forma di dialogo, sulle questioni di fondo che l’eterna “crisi greca” sembra sollevare alla luce dell’accordo di lunedì mattina. Son lunghe e forse più convergenti di quanto potrebbe divertire il lettore ma, a nostro avviso, queste sono, sino a ora, le lezioni da apprendere.
Una crisi di liquidità della Grecia potrebbe scoppiare da un momento all’altro: senza un rinnovo dei prestiti non sarà facile pagare pensioni e salari dei dipendenti pubblici. Ma come siamo arrivati a questa situazione? Se si tratta solo di un problema di liquidità non dovrebbe esso essere di facile soluzione attraverso nuovi prestiti? Senza una soluzione il governo greco apparirà sempre meno credibile e il Fondo e gli altri creditori sempre più crudeli agli occhi degli osservatori esterni e anche a quelli di coloro che partecipano alla negoziazione.
A prescindere da come andrà la questione, nei prossimi giorni e soprattutto nei prossimi mesi, una volta risolta (si spera) l’emergenza, bisognerà mettere mano all’architettura istituzionale dei rapporti tra paesi sovrani debitori e organismi internazionali. È chiaro ai più che il sistema non funziona, che ha problemi sostanziali e per giunta sistematici. Alla base vi è una questione di mancanza di chiarezza in questi rapporti. Elaboriamo.
Venerdì scorso la Grecia ha inviato ai partner europei una proposta di riforme in 7 punti. Il contenuto della lettera rende palese l’inaffidabilità del governo greco.
L’attento lettore avrà notato, fra i commenti all’articolo di Michele e Brighella,un dibattito acceso sulle spese militari greche, che, secondo qualcuno, beneficiano la Germania. Ipocritamente, sostengono alcuni, i tedeschi (e anche i francesi) han lasciato che i greci si indebitassero per fare acquisti di armi da lore ed ora sollecitano l’austerity ma non insistono troppo sul taglio delle spese effettuate al supermercato degli armamenti teutonico.
Se ne leggono di tutti i colori sulla Grecia, il default, l’uscita dall’euro, i tedeschi cattivi … Fra i mille strawmen disponibili abbiamo scelto uno, due e tre, numerati in ordine di (rapidamente crescente) assurdità. Il primo contiene un argomento coerente. Gli altri due sono esempi del tipo di “argomentazioni libere” che vanno invece maggiormente di moda nell’opinione pubblica italiana. Dopo il debunking di un certo numero di assurdità arrischieremo alcune osservazioni nostre sul tema in questione.
Un romanzo che ci riguarda, anche se parla della Grecia.
Il 9 dicembre si e’ celebrata la giornata mondiale contro la corruzione. Noi la celebriamo con un grafico e due domande.
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