Passaparola
Come sarebbero messi, i partiti, se si votasse oggi?
Come sarebbero messi, i partiti, se si votasse oggi?
Questa settimana: elezioni olandesi, il sondaggio dei sondaggi, cose dell’altro mondo, sorpassi immaginari, ricapitalizzazione MPS e l’invenzione della macroeconomia; più una lettura bonus.
Si ha chi sostiene che, essendo venuta meno la grande cultura liberale, non si ha più una classe dirigente attrezzata per spingere il Progresso. Siamo, in altre parole, in un mondo in cui ha perso il Socialismo, ma dove non ha vinto il Liberalismo. Provo a sostenere delle tesi che vanno in una direzione diversa.
Serpeggia una nostalgia per i bei vecchi tempi della Prima Repubblica, con la lira, il sistema elettorale proporzionale ed i due grandi partiti, PCI e DC. Erano veramente bei tempi?
Post un po’ pesante tecnicamente ma che dovrebbe chiarire alcuni dubbi o curiosità per gli appassionati di sondaggi elettorali. Cosa significa il margine di errore indicato, e qual è la sua grandezza esatta?
Una cronaca post-elettorale. Perché è bene non pigliarsi mai troppo sul serio.
Il segno politico delle ultime elezioni amministrative e dei referendum è stato abbastanza chiaro. Anche se molte cose sono già state dette, in questo post vorrei provare a valutare i risultati nel contesto internazionale e guardando al medio periodo, considerando in particolare alcuni aspetti che non hanno ricevuto molta attenzione nel dibattito. In primo luogo, le vittorie meridionali del centrodestra alle amministrative.
Avevo promesso un post sul programma di Giuliano Pisapia per sindaco di Milano. Sono arrivato in zona Cesarini: si vota domenica e lunedì al primo turno. Mi spiace, ma l’utilità del post, se mai l’ha avuta è intatta: tanto mica mi sogno di dare indicazioni di voto – cerco solo di interpretare le idee del candidato.
Un lettore ci chiede gentilmente qual è la nostra proposta politica. Colgo l’occasione per rispondere e per chiarire alcune cose.
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