Passaparola
Questo fin settimana ci occupiamo di Cina, impeachment di Trump, la dialettica fra Russia e Isrraele in Medio Oriente, Afganistan, ticket e turismo, l’operaio che verrà
Questo fin settimana ci occupiamo di Cina, impeachment di Trump, la dialettica fra Russia e Isrraele in Medio Oriente, Afganistan, ticket e turismo, l’operaio che verrà
Ancora tensioni fra Corea del Nord e Stati Uniti, questa volta con toni da movimenti di truppe; intanto la Cina approva le nuove sanzioni a carico di Pyongyang. Risarcimenti per malpractice medica, il punto. Bonus cultura et similia. La guerra del tiramisù fra Veneto e Friuli
Questa settimana: accordi commerciali USA – Cina; un’analisi del reshoring delle imprese italiane; energie rinnovabili; i costi del fotovoltaico; le assicurazioni e l’economia moderna, il destino dell’Obamacare.
Com’è stato riportato anche dalla stampa italiana, un paio di settimane fa il gruppo Prada ha esordito alla borsa di Hong Kong. Contrariamente a quanto riportato dalla stampa italiana (che in casi come questi spesso si limita alle comunicazioni passate dagli interessati, specie se essi comprano pubblicità sulle stesse pagine), l’offerta iniziale pubblica non ha riscosso un particolare successo: le richieste di sottoscrizione (includendo gli investitori istituzionali) hanno superato l’offerta di sole cinque volte, un multiplo che per gli standard di Hong Kong non è affatto entusiasmante (quelle per una locale catena di negozi di borse, Milan Station, a metà maggio avevano superato l’offerta di 2100 volte). Come mai?
Un collega mi ha ieri segnalato un articolo del Financial Times che sembra un perfetto “case study” di alcuni concetti che spieghiamo nel terzo capitolo del nostro libro “Tremonti, Istruzioni per il disuso“.
La discussione sulla politica economica della Cina mi pare piena di fraintendimenti e confusioni – ovunque, in Italia, in Amerika, e anche in Cina. Non sono un esperto, ma proprio per questo provo a delucidare la questione, così magari mi chiarisco le idee pure io. [Cosa diavolo c’entra l’Australia – si chiederà il lettore. La spiegazione del titolo arriva a metà articolo – come incentivo alla lettura]
Il Corriere della Sera del 20 agosto riporta in prima pagina un articolo su Foxconn, azienda cinese che impiega quasi un milione di persone, e programma di assumerne altre 400.000. L’articolo collega i piani di espansione a una statistica sui suicidi dei dipendenti. Una elementare analisi della statistica in questione suggerisce che il collegamento è inesistente. Tanti pregiudizi, nessuna analisi dei fatti.
È di queste ore l’annuncio che la FIOM-CGIL rifiuta la proposta Fiat per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, vicino Napoli, per “divergenze sulla parte che riguarda le richieste anti-assenteismo”.
Racconto edificante a beneficio dei timorosi del nuovo che giunge da quelle terre lontane, a illuminazione di quei pochi che ancora non scorgono i danni provocati dall’ingresso nelle nostre contrade di manufatti di bassa qualità e dal prezzo irrisorio, a miglior gloria di quei lungimiranti amministratori della cosa pubblica che si prodigano senza requie per scongiurare questo mortale pericolo.
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