I post di paola potestio
Ex Kathedra
La disoccupazione giovanile è diventata un tema di grande attualità nel nostro paese. Ma i problemi non sono nuovi e le relazioni tra livelli di istruzione e status lavorativo dei giovani continuano a non ricevere l’attenzione che meritano.
Qui è FLG
Al di là della ampiezza dei temi e della quantità notevolissima di disposizioni, la riforma poggia su due linee strategiche, a cui si è scelto di affidare il compito di imprimere la svolta: il rafforzamento della governance centrale degli atenei e una valutazione dei risultati ancorata a criteri e parametri definiti ex ante.
Che la riforma Gelmini segni in qualche modo una svolta è stato sostenuto da molti, seppure con note diverse di cautela. Personalmente, riconosco che c’è una genuina volontà riformatrice nella nuova legge e che qualità, merito ed efficienza sono obiettivi perseguiti. Ma credo che la svolta sia un esito molto più incerto di quanto molti suppongono. Due punti, cruciali, non mi hanno mai convinto e non mi convincono di questa riforma. Vorrei tornarvi sopra, a testo definitivo acquisito.
Ex Kathedra
Cosa mostrano i dati su ingressi e uscite dai ruoli della carriera universitaria negli anni 2000-2008, ed il danno di non disporre di una valutazione della ricerca
Qui è FLG
Si ferma la riforma Gelmini. Nulla di male (anzi!), se questo stop offrirà l’occasione per accogliere qualche suggerimento e per qualche correzione di rotta. Certo però che la dialettica politica in Italia non smette di stupire.
Ex Kathedra
Il dibattito sulla riforma dell’ università continua. È il momento di fare qualche conto, e vedere come andranno le cose.
Ex Kathedra
Il disegno di legge Gelmini vuole realizzare una università che fornisca un buon servizio pubblico, l’educazione terziaria. Crede di poterlo fare con alcune modifiche organizzative, che vedono l’università come un’azienda, e quindi dando più potere al suo manager, il rettore. Il decreto però abbandona l’università come luogo di produzione di ricerca. Condannata a camminare su una sola gamba l’università italiana ristagnerà, e quindi anche la qualità dell’ educazione diventerà scadente. Discutiamo del perché sia così e del cosa si potrebbe ancora fare.
Qui è FLG
Particolarità procedurali e l’esito di un concorso per trasferimento nella mia facoltà hanno suscitato alcune perplessità sulla stampa. Ho vissuto questa vicenda dall’interno e la considero emblematica dello stato attuale, e presumibilmente futuro, dell’università italiana. Vorrei commentarla in questa ottica, e aggiungere una piccola testimonianza.
Qui è FLG
Un ampio progetto di legge sull’università è da tempo annunciato. Le bozze finora circolate non lasciano intravedere svolte. Per alcuni versi, anzi, si possono temere ulteriori involuzioni.
Qui è FLG
Nessuno, oggi, nega lo stato di crisi dell’università italiana. Differenze corpose esistono, invece, nelle valutazioni della gravità di questo stato, delle sue cause, antiche e recenti, delle responsabilità e delle vie di uscita. Ripropongo qui la mia lettura del declino e alcune indicazioni per una svolta.
Qui è FLG
Il Decreto Gelmini, la cui conversione in legge è ormai imminente dopo gli emendamenti e l’approvazione del Senato, apre la strada a un reale cambiamento nella conduzione dell’università? A me sembra si tratti solo di un buon segnale, non molto di più. Una maggiore chiarezza sulla direzione di marcia si avrà dai regolamenti e dai decreti che ne cureranno l’attuazione. Ma una svolta reale, una innovazione di grande portata sarebbe accompagnare subito questo decreto con un cambiamento delle regole sui giudizi di conferma dei vincitori di concorso.
Qui è FLG
Personalmente, non mi dispero affatto per le riduzioni del turn over e
per i conseguenti tagli programmati al Fondo di Finanziamento
Ordinario, FFO, dell'università (Legge 133/08). Che si tratti di un
attacco alla ricerca – come si grida nelle "agitazioni" di questi
giorni e nell'appello di illustrissimi docenti per bloccare addirittura
l'apertura del nuovo anno accademico – è una mistificazione. Certo è
una misura drastica, che impone razionalizzazioni e che lascia del
tutto aperto il problema della distribuzione del FFO tra gli atenei,
cui dovrà provvedere, come ogni anno, apposito decreto. Ma la questione
è molto più complessa di quanto le strumentalizzazioni della politica,
a tutti i livelli, lasciano intendere.