Lui è tornato

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Cosa farebbe Adolf Hitler se dovesse far propaganda ai giorni nostri?

Titolo: Look Who's Back

Autore: David Wnendt
Anno: 2015

Lo ammetto, quando una mia amica mi ha consigliato di vedere questo film ero scettico assai. Dopo dieci minuti dall'inizio ero ancora tentato a spegnere il tutto. Sarebbe stato un errore perché, invece, il film è ben fatto, attuale e spinge a riflettere sul populismo oggi dilagante, mettendone in evidenza alcuni dei meccanismi più caratteristici.

Avete ovviamente capito chi potrebbe essere lui: il “simpatico” baffetto ed imbianchino austriaco che, per un evento spazio-temporale misterioso, viene catapultato nella Germania dei nostri giorni (ok, del 2014), nel tempo dei social, dei media e dell’audience a tutti i costi. Come si muoverebbe oggi Adolf Hitler di fronte alle masse per promuovere il suo pensiero? Questo il tema del film.

Le analogie fra il comportamento del AH-redivivo che il film descrive e quello dei molti dei personaggi che quotidianamente siamo abituati a sentire, sono a volte agghiaccianti. Nell'accettare il film e la sua trama mi cresceva la consapevolezza dei meccanismi che fanno breccia sulla "simpatia" delle persone, spingendole ad abbracciare inconsciamente un tipo di consenso rimpiazza l'analisi logica e fattuale con il piacere dello spettacolo per trasformarsi poi in logica del branco.

Non a caso il nostro AH-redivivo - interpretato magistralmente, nell’animo più che nei tratti somatici, da Oliver Masucci (attore noto più che altro per alcuni lavori di minor impatto in Germania) - lascia il campo ad un secondo protagonista, Fabian Sawatzki. Quest'ultimo interpreta un regista di “televisione spazzatura” licenziato dalla sua rete che cerca, promuovendo lo storytelling dell’uomo venuto dal passato, di riavere il suo posto ed arricchirsi.

Conta di più colui che vuole imporre il proprio folle pensiero alle masse o colui che, da dietro le quinte, facilita tale operazione per puro interesse personale?

Il film ruota, oltre che attorno ai moderni metodi di propaganda, anche sulle vicende di mercato collaterali e le aspirazioni professionali e di carriera di Christoph Sensenbrink (CEO della TV locale) e Katja Bellini (che vorrebbe succedere a questi).

Un passaggio mi ha colpito durante il quale, senza soluzione di continuità, si passa da una pantomima ad un 'fatto" d’impatto mediatico capace di muovere le cosiddette masse. Similmente il film, che all'inizio fa solo sorridere, ti spinge poi ad interrogarti su questioni di enorme attualità. Molto gustosi e interessanti, a mio avviso, i tagli cinematografici e i dialoghi dati in “live” con stile handy-cam quando Hitler decide di far visita ai capi dei vari partitini nazionalsocialisti tedeschi ...

Non sono certo che il regista fosse del tutto consapevole della rilevanza attuale sia della trama che della tematica generale che affronta; infatti sembra non sfruttarne compiutamente le potenzialità cosa che, credo, avrebbe potuto tranquillamente fare. In ogni caso rimane una commedia molto stimolante, carica di una satira coinvolgente ed infettiva che di sicuro, oltre a momenti di genuina ilarità, genererà riflessioni e discussioni anche una volta che si riaccendano le luci in sala. 

Il film è disponibile per la visione anche su Netflix al link sopra riportato.

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Commenti

Ci sono 5 commenti

 

quando Hitler decide di far visita ai capi dei vari partitini nazionalsocialisti tedeschi ...

 

(scusate, non ho resistito)

:-)

grazie per averlo consigliato e per l'avviso di resistere oltre il primo quarto d'ora ( stavo per mollare anche io )

chissa' quanto il popolo tedesco condivide la citazione

Sì, purtroppo l'inizio fa sembrare il tutto un B movie... mi fa piacere che se ne condivida lo sforzo di resistere il primo quarto d'ora a vantaggio però poi di un film da vedere.

Ho guardato il film con mia figlia dodicenne che era sinceramente inorridita dalla stupidità delle persone che si facevano i selfie con AH: "ma perchè? eppure lo sanno cosa ha fatto" mi chiedeva.