Consigli per l'estate: i romanzi di Elena Ferrante

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Incuriosito da una entusiasta recensione ascoltata su NPR, ho acquistato un libro di Elena Ferrante e ora, dopo pochi mesi, ho appena finito leggerli tutti. Com'è noto, Elena Ferrante è lo pseudonimo di un'autrice (o autore, secondo i soliti misognini) di cui non si conosce nulla, salvo quello che si può dedurre dalle sue storie e dalle poche dichiarazioni scritte. 

6 romanzi e una raccolta di saggi

Elena Ferrante
E/O, 1999-2013

Che aggiungere a quanto già detto su questa straordinaria autrice? "Tutti dovrebbero leggere qualsiasi cosa che porta il suo nome"  riassume praticamente tutte le recensioni.

Le storie di Elena Ferrante sono un pugno sullo stomaco sferzato da una prosa bellissima, quasi poetica, complessa e scorrevole allo stesso tempo. Ogni frase ha un peso nella trama del racconto: fatti e particolari apparentemente inutili od innocui si rivelano importanti decine di pagine dopo. Parlano di madri e figli (più spesso, figlie) legate da rapporti complicati, a volte scabrosi ma più realistici dell'immagine genitoriale propinataci dai media. Elena Ferrante scava nei dettagli più intimi dei suoi personaggi, stimolando un registro mentale che alimenta nel lettore un inconsapevole voyeurismo intellettuale.

Non saprei che altro aggiungere piuttosto che sollecitare la lettura di uno qualsiasi dei suoi libri, che introduco usando come scusa la mia personale classifica, in ordine di preferenza partendo dal migliore. 

1. I giorni dell'abbandono. Il racconto dei mesi successivi ad una separazione, della fatica di ricominciare. 

2. La figlia oscura. La vacanza insolita di una madre che, rimasta sola, deve fare i conti con il proprio passato e con il rapporto con le due figlie, emigrate per motivi di studio. La risoluzione avviene interagendo con una giovane mamma e la sua bambina incontrate sulla spiaggia.

3. L'amica geniale. Due amiche crescono in un rione periferico di Napoli. La loro genialità le indirizza verso vite e realizzazioni diverse, ma il legame rimane nel tempo. Il libro finisce bruscamente, ma, anche senza il seguito (vedi sotto), sarebbe stato un finale perfetto.

4. L'amore molesto. Opera prima, dalla quale è stato tratto l'omonimo film di Martone. La più difficile e complessa. Si apre con la morte della madre e racconta la successiva odissea della figlia fra i luoghi dell'infanzia. È un giallo, ma il mistero non è chi ha commesso l'omicidio, o il perché di un eventuale suicidio. Sono le cause del conflitto irrisolto fra madre e figlia. Ho completato questo libro con un senso di fastidio durante tutta la lettura, incapace di scoprire fino alle ultime pagine l'origine di questo conflitto.

5/6. Storia del nuovo cognome e Storia di chi fugge e di chi resta. (L'amica geniale voll. 2 e 3). Raccontano la storia di una generazione che attraversa gli anni del boom economico fino ai tempi più recenti in modo molto più riuscito e avvincente de "La Meglio Gioventu'". Da leggere dopo aver letto il primo volume. Doveva essere una trilogia, ma il quarto volume uscirà in autunno.

7. La Frantumaglia. Raccolta di lettere e saggi della Ferrante, nelle quali spiega il perché di una reclusione più misteriosa di quelle di Pynchon e Salinger. Fra le molte letture, un interessante "referee report" alla prima stesura della sceneggiatura dell'Amore molesto di Martone.

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Commenti

Ci sono 2 commenti

Ho letto 2 dei libri da lei consigliati e li ho trovati decisamente introspettivi e profondi. Mi sento di consigliarli vivamente. Gli altri provvedo ad acquistarli!!! Seguo il suo consiglio!

Letto, perche' in libreria non ho trovato il resto ma cerchero' di nuovo, la trilogia dell'amica geniale. 

Tutto vero, in parte, ma ... si parla addosso e, almeno, QUESTA "N-logia" (se in tre volumi per un totale di circa 1000 pagine ha descritto i primi 33 anni circa e ne ha ancora circa altri 30 da raccontare, N rischia di essere esageratamente grande) sta diventando stucchevole oltre che essere vittima dei soliti cliche' "storico-realisti" italiani ...

Scrive molto bene, a volte in modo geniale e soprattutto originale perche' usa sia un vocabolario che forme sintattiche non ovvie e non sperimentate. Ma c'e' troppo compiacimento e moltissimi caratteri sembrano dei fumetti. Praticamente tutti i personaggi maschili lo sono, sembrano usciti da dei serial della RAI. Le donne pure, fatte salve le due protagoniste (Lenu' e Lila, ossia l'io che racconta ed il suo alter-ego) che sono effettivamente dei grandi affreschi. Ma attenzione, ad un certo punto il desiderio dell'autore/autrice di raccontare una storia infinita comincia a trasformare questi due personaggi in parodie di se stesse.

Lila e' tutto ed il contrario di tutto, un tale ammasso di contraddizioni e follie che sembra un quadro di Bruegel invece che un essere umano. Ha gia' fatto l'impossibile nei primi 33 anni raccontati sino ad ora, non oso immaginare cosa fare nei prossimi 30 sino a quando decidera' di sparire ... Sulla protagonista sospendo il giudizio ma anche lei, che sino ad ora era una personalita' definita, comprensibile e possibile, grazie al colpo d'ala "romantico-passionale" a cui sono dedicate le ultime 50 pagine di Storia di chi fugge e chi resta, corre il rischio di diventare un'altra super-woman fumettistica.

Insomma, merita d'essere senz'altro letta ma forse soffre d'un grado d'autocompiacimento eccessivo. E scrivere romanzi perche' poi diventino dei film non e' un buon viatico, almeno secondo i miei gusti.