Zitti (e fermi) per favore!

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Riflessioni, sparse ma cattivelle, sulla crisi che sembra travolgere l'occidente capitalista. Con pochi consigli, ma alcuni inviti perentori ed anche un po' d'incazzatura. Alcune persone, credo, dovrebbero proprio cominciare a stare zitte, mute, silenti ... a dimetterle ed a fare un po' di chiarezza, spero si trovi l'opportunità dopo, se ne usciremo incolumi. Ma in questo momento quello che più spaventa è vedere che il rescue team è quello più in panico di tutti, spara all'impazzata, urla, salta e non solo non ha il "plan B", non sembra avere nemmeno quello A ...

Lunedì mattina, Ben Bernanke ha annunciato che la Fed farà anche il discount di commercial paper direttamente, ed ha fatto capire che taglierà i tassi di nuovo. Il mercato, che aveva aperto leggermente positivo, ha girato direzione tuffandosi nel profondo e rosso sud.

Ieri, mercoledì, Fed e BCE hanno tagliato i tassi di mezzo punto percentuale in modo "concordato" per dar forza al segnale di ottimismo, ci han detto. Ed i mercati han fatto sette o otto capriole, tuffandosi sempre più a sud.

Alcuni giorni fa, come ha rilevato David Levine, hanno approvato il piano di Paulson. Alcuni minuti dopo l'approvazione il mercato ha fatto la medesima giravolta.

La settimana scorsa un ampio gruppo di colleghi ha firmato un appello rivolto ai governi ed alle autorità monetarie europee, chiedendo loro di intervenire urgentemente al fine di evitare una spirale drammatica. Non si specificava cosa stesse succedendo o rischiasse di succedere, ma si chiedeva un rapido e deciso intervento pubblico onde evitare che la situazione precipitasse. Durante il fine settimana scorso i capi di governo della UE si sono incontrati, han detto e ripetuto che la situazione è grave, gravissima, spaventosa e che occorre assolutamente fare qualcosa e farlo assieme. Non son riusciti a trovare mezzo accordo, sono tornati a casa ed ognuno di loro ha fatto di testa propria (quasi tutti han copiato le cose che avevan fatto gli americani la settimana prima, con poche varianti). Ognuno, in altre parole, si è preoccupato di "salvare" le "proprie" banche. I mercati europei sono in profondo rosso da lunedì. Oggi forse si calmeranno, ma non è detto.

Oggi, e smetto qui, Paulson annuncerà che anche lui nazionalizza qualche banca per costringerle a prestare alle imprese, imitando per una volta gli europei che son già pronti a farlo. (VW e D'Alema, nel frattempo, protestano perché non li hanno consultati, che sono come Obama e vogliono dire la loro! Secondo voi, qualcuno nel loft sa cosa sia, per davvero, un CDS? No perché SE lo sanno, allora avrebbero dovuto raccontarlo ai loro amministratori locali ... ma questa è un'altra storia, di cui parliamo finita la buriana.)

Tutto questo solo nelle ultime due settimane, tralascio gli andirivieni dell'ultimo anno e mezzo. Forse che qualcuno ricorda l'inutile bonus fiscale con cui George W. Bush ha spedito a casa di ogni famiglia americana un migliaio di dollari? E quello mignon di Pedro Solbes? O le special lending facilities della Fed d'inizio 2008?

Un'idea nuova al giorno non sembra togliere il male d'intorno, anzi sembra generarlo. Tutto questo agitarsi non serve a nulla; riempire il mercato di liquidità "artificiale" non forzerà mai le banche a prestare soldi che non intendono prestare. Non erano i keynesiani quelli che, una volta, insistevano che, pur portandolo all'acqua, non si può obbligare a bere un cavallo che non vuole? Devono essersi scordato il loro stesso ritornello, quindi provo a ricordarglielo: il cavallo non vuole bere!

Dovremmo, quindi, calmarci e chiederci perché mai il cavallo non vuole bere. In molti abbiamo dato la medesima risposta, risposta che (a parole) anche le autorità monetarie, fiscali e creditizie condividono: il cavallo non intende bere perché teme che l'acqua sia avvelenata. L'unica soluzione, quindi, è convincere il cavallo, provandoglielo, che l'acqua avvelenata non è. Semplice no? Occorre far esaminare l'acqua e, mano a mano che arrivano i risultati, farli vedere ed intendere al cavallo, facendogli capire sia quale parte del ruscello non è avvelenata sia quale lo sia e come si intenda bonificarla. Occorre, insomma, dare informazione da un lato e segnali di intervento credibili e "incentive compatible" dall'altro.

Eppure l'intero dibattito continua a stare altrove, ed a questo problema pochi sembrano dedicare attenzione. Tutti vogliono misure rapide, efficaci, forti, unitarie, eccetera, per "salvare le banche". Ma cosa vuol dire che occorre salvare le "banche"? Da cosa occorre salvare le banche? Vedo tre possibilità, non tutte mutualmente esclusive.

1) Le "banche" (nel senso lato) hanno davvero perso qualche migliaia di miliardi di dollari, o euro. L'han fatto facendo investimenti reali sbagliati, investendo in "equities" che non valgono più niente, che sono evaporate. Se questo è il caso le banche NON si possono salvare, per quanta liquidità si inietti nel sistema. Se, davvero, le cose, case e chiese in cui le "banche" hanno investito qualche trilione nell'ultimo decennio è roba che nessuno vuole, essa rimane roba che nessuno vuole anche se alla gente mettiamo in mano pile enormi di biglietti di banca. Cercheranno di spendere quei soldi nelle cose che vogliono, non in quelle che non vogliono. Da qui viene solo inflazione, non c'è scampo. Se così stanno le cose è un vero disastro, perché abbiamo permesso che le banche distruggano una frazione enorme della ricchezza mondiale. Non vi è, però, evidenza alcuna che sia così, anzi. Questa ipotesi, quindi, non la considererò più a meno che qualcuno mi dia evidenza al contrario.

2) Le "banche" (sempre nel senso lato) hanno perso solo qualche centinaio di miliardi di dollari (o euro) investendoli in cose che nessuno vuole. Nei miei calcoli han perso al più 600 miliardi di dollari; qualcuno più pessimista arriva a 900 (il pessimista vuole mantenere l'anonimato ...). In ogni caso, cifre che possono uccidere qualche banca, ma non l'intero sistema. Le banche, però, sono anche sepolte da una montagna

50 (forse 100) volte più grande di scommesse andate a male. Andate a

male perché: tutti han scommesso nella stessa direzione e per cifre

enormi, cosicché i bookmakers non hanno mai neanche lontanamente

pensato di poter pagare le eventuali vincite. Per far scommesse si son

prestati soldi l'uno con l'altro, garantendosi con dei pezzi di carta

che dicevano che dietro c'erano delle case e delle cose "AAA". Ora tutti devono pagare cifre enormi per una o l'altra delle scommesse che hanno perso, cifre che non hanno. Il fatto che B debba a C una cifra uguale o magari inferiore a quella che A deve a B non consola, perché A non riesce a farsi dare i soldi da D, quindi non può pagare B .... Per salvarsi, le banche stanno disperatamente chiedendo prestiti l'una all'altra, offrendo in cambio quei pezzi di carta di cui prima. Solo che, ora, uno o due ogni dieci di quei pezzi di carta sono marci, e nessuno sa quali siano. Per cui nessuno li accetta. Tra l'altro, poiché tutti sono pressati dalla paura di dover pagare scommesse enormi, chiunque ha un pelo di liquidità se la tiene e non la presta a nessuno. Avete presente il Giappone del 1994-99? Ecco, quello moltiplicato per parecchio. Se tutti esigono pagamenti e nessuno fa credito, tutti o quasi tutti sono incapaci di pagare, e falliscono.

3) Le "banche" (come sopra) hanno perso forse anche meno dei 600-900 miliardi ma, poiché tutti ora si sono "convinti" che la situazione è drammatica (magari per una ragione simile a 2) o anche solo perché l'ha detto Paulson e l'ha ripetuto Tremonti) nessuno vuole dare prestiti a nessuno, per paura di fallimenti. Poiché nessuno fa prestiti a nessuno e tutti capiscono che senza prestiti l'economia non va avanti, tutti hanno cominciato, razionalmente, a predirre una forte recessione per fine anno e l'anno prossimo. Forte recessione vuol dire disoccupazione, salari che si riducono, gente che non può più pagare i mutui, quindi più perdite per le banche, quindi meno credito, quindi più imprese che falliscono e più disoccupazione, eccetera ... Questo spiega la caduta vertiginosa dei valori delle azioni di tutte le imprese, anche di quelle che con le banche, i mutui e l'edilizia non hanno nulla a che fare. Per dirla con un linguaggio che agli economisti teorici piace tanto: un fatto reale relativamente piccolo (-500 miliardi in equities) ed una serie di segnali credibili e pessimisti da parte delle autorità politiche e monetarie, hanno convinto tutti di gettare al vento le aspettative ottimistiche e di assumere quelle super pessimistiche, portando l'economia su un nuovo sentiero di equilibrio, un sentiero da depressione.

La mia opinione è che i dati mostrino che 1) è impossibile, non vi è alcuna evidenza che i soldi gettati al vento possano superare i 900 miliardi, e sono probabilmente metà di questa cifra.

Una combinazione di 2) e 3), invece, mi sembra non solo possibile ma probabile. Se così è, il problema è fondamentalmente di informazione e credibilità delle azioni di politica economica che vengono intraprese. Discutiamo, quindi, di questo.

Sull'azione di politica economica che ritengo credibile (l'unica, a mio avviso, credibile nel breve periodo) ho già detto: emettere una put option sui mutui in essere, ad un valore pari all'80% del loro nominale. Ora che McCain l'ha fatta sua, vedrete che l'annunciano subito ...

Vorrei insistere oggi sull'informazione, sul cui terreno le banche centrali e le autorità monetarie stanno facendo un pessimo lavoro. Alberto Bisin ha chiesto di aprire i libri delle banche. Gli è stato risposto che "aprire i libri" richiede mesi, forse anni. Ragionevole obiezione; la mia impressione, però, è che forse non servano mesi per cominciare a produrre l'informazione che serve. La mia impressione è che tra regolatori, banche centrali ed altre autorità di vigilanza o associazioni professionali, vi siano abbondanti informazioni su quali parti del ruscello siano inquinate e quali no. Credo vi siano anche informazioni sul tipo di veleno e sulla quantità del medesimo che si trova in varie parti del ruscello. È questo che il cavallo ha bisogno di sapere. Solo che vi è una forte reticenza a rendere pubbliche tali informazioni e ad agire in base ad esse.

La ragione mi sembra chiara, anche se triste: rendere le informazioni pubbliche forzerebbe ad agire su di esse, portando al fallimento di alcune banche (non tutte, alcune). Le potenziali vittime non gradiscono, sperano di salvarsi ed il regolatore (parzialmente o totalmente catturato da un'industria che protegge se stessa) si adatta cercando di salvare tutte le banche. Pessima idea: solo alcune banche possono essere salvate, qualsiasi ipotesi sia vera. Tentare di salvare tutte le banche potrebbe portare alla distruzione del sistema nel suo complesso. Questo mi sembra il rischio, serio, che stiamo correndo. È necessario accettare che vi siano dei morti per evitare la strage: i medici preposti devono segnalare gli infermi e lasciare che il branco li divori. Il problema è fare questo in modo credibile, cosa che diventa vieppiù difficile ogni giorno perché, da un paio d'anni, l'infomazione sul virus non circola.

Vi è, forse, una seconda ragione dietro alla reticenza delle autorità a rendere pubbliche informazioni chiare e credibili. A fronte di tali informazioni il pubblico potrebbe cominciare a chiedersi: fino ad ora, dov'eravate? Fino ad ora, queste informazioni dov'erano celate? Perché non vi è stato intervento un anno o due o tre fa? In che senso tutto questo non è anche (anche, sia chiaro, anche) frutto di seria e colpevole negligenza? Domande sgradevoli, meglio evitarle; specialmente in un periodo di crisi.

Mi spiego con un esempio. La tabellina qui sotto l'ho ricevuta oggi da un conoscente che si occupa di CDS quando non dorme, e dorme poco. È notizia pubblica, fra gli adetti ai lavori, quindi non svelo alcun segreto militare: Fitch pubblicò questi dati un anno fa. La prima colonna riporta il nome della banca. La seconda riporta l'ammontare (in miliardi di Euro) di "liquidity facilities" che la banca "garantiva" al 31/12/2006. Concedetemi venia (è notte tarda) se non mi dilungo a spiegare cosa siano esattamente le liquidity facilities legate a Asset Backed Commercial Paper: credetemi, roba pericolosa e simile alle MBS o ABS. La terza colonna indica il rapporto percentuale (all'interno del portafoglio della banca in questione) fra quanto aveva garantito in liquity facilities ed il funding a sua disposizione via depositi e debito proprio emesso sul mercato. Questa informazione era pubblica a fine 2006 ed inizio 2007. Ora vi lascio indovinare quali, fra queste banche,sono oggi in sofferenza o sono state intervenute dalle autorità monetarie o soffrono di seri problemi di liquidità. Di informazione così, nei cassetti giusti, ce n'è parecchia. Chi sta male e chi sta bene forse non è così difficile da scoprire, basta un po' di sforzo. A buon intenditor, poche parole.

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Commenti

Ci sono 58 commenti

Sai Michele, non c'è niente di cui preoccuparsi, noi, in Italia, abbiamo questo:

www.repubblica.it/2008/10/sezioni/economia/parmalat-richiesta-pm/norma-salvaprocessi/norma-salvaprocessi.html

Per cui non fallirà più nessuno. Si accettano scommesse.

 

Complimenti è un articolo fantastico !!!! 

Nella mia semplicità mi viene da chiedere se hanno paura che il "non credito" alle attività produttive generi recessione, perche i soldi invece che darli alle banche non li prestano alle imprese ?

 

Me lo son chiesto, en passant, anch'io ........ e mi son risposto che, forse, il potere contrattuale del sistema bancario nei riguardi del regolatore politico abbia una qualche influenza .....

..... sbaglio?

Altre controindicazioni, che - nella mia sospettosa semplificazione - abbia trascurato?

Eventuali modalità operative praticabili con la massima ottimizzazione delle risorse?

P.S. Michele, articolo di una chiarezza esemplare: direi che Julius dovrebbe leggerlo ...... :-)

 

Sicuramente può esserci un problema di potere contrattuale, ma mi

pare che l'articolo contenga in sè (almeno parte del)la risposta:

trasferimenti "a pioggia", magari sotto forma di incentivi fiscali, a

favore delle imprese o delle famiglie non hanno sortito grossi effetti

e i problemi sono altrove.

Nella mia semplicità, del resto, mi viene da dire in teoria  una delle funzioni principali delle banche, quella di finanziare progetti di impresa, è strettamente connessa con la capacità

delle banche stesse di valutare e prezzare gli investimenti. Per

dire, se un'impresa chiede ad una banca un prestito per impiantare

coltivazione di fichi d'india sulle Alpi, è molto probabile che la

banca rifiuterà il prestito, o lo concederà ad un interesse molto

elevato, poichè appare assai improbabile che un progetto simile possa

fruttare anche un solo euro di profitto. Le banche hanno, in teoria, il compito e i mezzi per

valutare i progetti finanziabili. Lo Stato, al contrario, no. Lo Stato

non può certo sostituirsi alle banche! L'unica cosa che potrebbe fare e

distribuire un po' di soldi a tutti... mica tanto efficiente, no?

 

 

The financial crisis provoked three open letters to policy makers. Fundamentalists opposed the plan (here.) Realists supported the plan (here) or supported more discretionary powers for dealing with the crisis without endorsing any specific plan (here.)

...

Fundamentalists have an unswerving faith in models.  ...  Many times, the confidence fundamentalists have had in abstract models turned out to be well founded and the objections raised by realists who were more focused on details were misplaced.

.... in macroeconomic policy making, the great depression, which these models cannot explain, is a decisive data point warning us that the models are incomplete and have to be supplemented by clinical judgment.

 

 

Paul Romer, citato qui:

http://gregmankiw.blogspot.com/2008/10/do-you-take-models-too-seriously.html

 

 

Bah....

 

beh, dopo tutto se si limita ai "suoi" (new-old-average-advanced-semi-proto-keynesians) modelli, romer non ha tutti i torti :-P

è una battuta...o quasi! :)

Comunque: carino che Romer dia del fondamentalista a Lucas (non me ne vogliano ovviamente gli altri eh, che per me sono tutt'altro che fondamentalisti), che qualche fondamentalismo si pensava l'avesse abbattuto; e non colgo bene la sequenza se "models are incomplete" allora "have to be supplemented by clinical judgment", che poi sarebbe concedere totale discrezionalità d'azione al potere politico. Ma questi "clinical judgment" sulla base di che "filosofia" di azione dovrebbero essere ispirati? Da quei, diciamo pure pochi e scarsi, risultati consolidati dagli studi e dal "dibattito" tra centinaia di persone intelligenti nel corso degli anni (e, se non si vuole essere proprio ciechi, anche da una qualche evidenza empirica), o dai poteri clinici esoterici di 10 persone, magari in balia di interessi elettorali in alcuni casi o con la smania di passare alla storia in altri?

Ma chi è il fondamentalista? Quello che quando vede buio comincia a pregare che Paulson sia un discendente di Napole(t)one o quello che prova ad accendere la luce per capirci qualcosa e crede che il punto di partenza sia quello che, con metodo e razionalità, è riuscito a capire?

Rinnovo il Bah, soprattutto perché queste cose le ha scritte Romer, uno che è dato tra i papabili per il nobel 2008 (se male non ricordo).

 

 

Paul dovrebbe continuare a stare zitto. Son quindici anni che lo fa, non capisco perché ha smesso.

 

Continuo a nutrire forti dubbi sulla capacita' dei regolatori di gestire un processo di "disclosure" come quello che tu proponi.

Lasciamo perdere cosa voglia dire "fare chiarezza" ed evitiamo di chiederci se sia una questione di mesi piuttosto che di giorni. Quel che mi sembra innegabile e' che, in uno scenario come quello che tu auspichi:

(1) al mercato arriva un'informazione dopo l'altra; una lista ordinata di informazioni.

(2) l'ordine nel quale le informazioni vengono presentate modifica l'outcome finale del processo.

(3) il regolatore verrebbe visto come il responsabile del rilascio delle informazioni (e dell'ordine in cui queste ultime sono rilasciate).

(4) prevedere le conseguenze di QUALSIASI COSA, al momento, e' impresa ardua. Esempio stupido: Paulson & Co han fatto fallire Lehman: tutti hanno applaudito, ai tempi. Ora, la stampa accusa senza mezzi termini di aver provocato un peggioramento della crisi (qui e qui).

In sintesi, vedo due problemi che a me sembrano assai difficilmente risolvibili:

(a - fattibilita' tecnica) Calcolare, per ogni possibile "lista di informazioni" rilasciata dal regolatore, la probabilita' degli scenari piu' negativi (per poter agire con metodo e cominciare a dare l'impressione che non si stia tirando a caso)

(b - fattibilita' politica) Trovare qualcuno che si assuma la responsabilita' di tentare un'azione "fantasiosa", nel momento in cui molti sono convinti che la situazione sia sull'orlo del baratro e "gli esperti" sembrano aver trovato un accordo di massima sulla soluzione "svedese".

 

Sono d'accordo che la lista di informazioni una dopo l'altra fa casino e che l'ordine sia arbitrario e importi per il risultato finale. Non facile. Ma a nascondere informazioni, si e' arrivati qui. Coi mercati letteralmente impazziti. L'arroganza di Paulson che dice al Congresso, firma subito e zitto senza rompere i c..., e che dice ai mercati "faso tuto mi" e' quello che ci ha portato qui. Ora la trasparenza non e' piu' solo cosa buona e giusta, e' assolutamente necessaria! Con tutti i costi che metti in evidenza; hai ragione. la questione e' trasparenza e un piano, ben delineato, da qui fino in fondo. Basta reazioni di tamponamento. Come sa chi legge questo blog, il mio giudizio sull'operato della Fed e del Tesoro  non e' negativo quanto quello di Michele. Pero' ormai non ce la si fa piu'. Stanno lavorando giorno e notte, pare; le stanno pensando tutte, pare. Ma non si vede altro che tamponi, e questo ha danni immensi sui mercati.  

Poichè mi sembra che oramai siamo alla stregoneria, che tutte le idee potrebbero essere buone se, che comunque ogni mossa è effettuata il mercato se ne va per i fatti suoi (A fondo...), cosa prevedono i modelli economici ? Recessione ? In tutti i settori ? In tutti i paesi ? Sarà  una crisi finanziaria, per cui i danni potrebbero essere limitati al settore finanziario-bancario, o si trasmetterà nel profondo arrivando anche alle imprese ? Questa (eventuale) trasmissione potrebbe essere evitata ? I bilanci pubblici quanto ne risentiranno ? Per quanto tempo i contribuenti dovrebbero pagare i danni nel caso:

a. Non si fa niente e va tutto a picco.

b. Cacciamo soldi fino a quando il sistema non riparte .

Infine, perchè tutti a parlare di salvataggi Keynesiani (soprattutto i neo-liberisti) e nessuno del "sistema Keynesiano" che prevedeva cambi fissi, e non certo una illimitata possibilità di creazione di moneta/liquidità finanziaria ? Non è che si sta sbagliando la cura perchè useremmo una medicina del 1930 per una malattia del 2000 ?

Non mi date addosso, non sono un'economista, ma nel mio infinatemente piccolo i segnali sono tutti ampiamente discordanti...

 

Alcuni ancora ragionano ...

Sottolineo l'osservazione, cruciale, di Joaquin Almunia

 

Precisamente, la falta de confianza está en la base de la crisis de liquidez

que está asolando los mercados financieros y se traduce en subidas en

el interbancario, donde se fija el Euríbor. En resumen, las entidades

se prestan menos dinero y a un precio más caro, y la rebaja de tipos no

ha modificado a día de hoy esta tendencia, como pone de relieve que el

coste de los préstamos a tres meses en este mercado se ha mantenido hoy

en su nivel máximo alcanzado ayer.

 

Insomma, JA ci arriva ed i migliori economisti monetari del mondo invece no? Andiamo male ... 

 

E di questo signore, cosa ne pensate?

 

 

  Questo ottimo articolo conferma una mia ipotesi di giorni fa, e dà anche in pratica mi pare una risposta esplicita: il governo USA ha avuto i dati dalla ammistrazione finanziaria sulla dimensione del rischio, ma non li rende pubblici, e quindi, credo non ci sia altra assicurazione per i mercati che quella di assicurare il cartolarizzato a questo punto, come dice Boldrin.

   Realistico, io non vedo altra soluzione, Bisin propone una nuova certificazione delle poste di bilancio delle banche unita ad una nuova valutazione complessiva di ciascuna di esse ma qui occorre dare un dato a 24 ore se possibile, e in 24 ore una valutazione del genere è impossibile farla.

   In situazioni cosi va applicata quella che viene chiamata la legge del rasoio di Occam, perchè tramitè la semplicità si ottiene anche 'velocità'. (di intervento in questo caso) Traduco onde evitare il mal di testa dato che Occam di per se non era un economista: se fossimo nel mondo di 'Dio', io nominerei Bisin alTesoro Mondiale (il caps lock è allusivo positivo ovviamente) perchè la sua soluzione è 'perfetta' anche se lenta, ma, dato che siamo ancora sulla Terra, occorre muoversi in modo meno 'perfetto' e piu realista e 'super-veloce' , trovando il modo più semplice possibile per arrivare a ridare dei valori 'certi' subito, come  suggerisce Boldrin, perchè ciò è fattibile nell'arco di 24 ore appunto e il mercato ha bisogno di ricominciare ad avere dei valori certi sin da 'prima possibile'.

  In pratica, qui siamo già psicologicamente in una fase da 'prezzi di realizzo' e non più da prezzi di mercato (ogni azione è sottoquotata proprio perchè si sta puntando al realizzo e non più all 'equo' controvalore) e il risparmiatore (leggasi il cavallo) in questo momento non vuole aspettare 3 mesi a ricominciare a compravendere in modo sereno sul mercato mobiliare per avere la certificazione dei bilanci delle banche, ma vuole la garanzia di 'un valore certo' da oggi stesso per cosi dire, al 'titolo' da lui acquistato tempo prima, perchè ha sete ORA.

  Il mio unico timore però a questo punto è un altro: se i dati 'totali' non vengono resi pubblici è perchè forse fa paura non tanto il valore in default dei sub prime, che pure io ho letto non dovrebbe essere in ogni caso superiore ai 900 miliardi di dollari, ma bensì quello di tutti quei quei contratti che vengono classificati nella categoria 'derivati' o 'economia di carta' , contenenti valori che potrebbero essere 'impazziti' dopo le oscillazioni forti di queste ultime settimane,contratti che conservano il loro valore in termini di obbligazione alla prestazione in essi inserita, e che potrebbero quindi causare a breve brutte sorprese ad una delle controparti che li ha stipulati.

   Anche io trovo giusta l'osservazione di Almunia sulla trasparenza che è mancata e manca (non conoscendo lo spagnolo ho letto adesso non questa intervista segnalata ma una su un giornale italiano di giorni fa), non si spiega altrimenti infatti il tasso euribor cosi alto: questa enorme diffidenza tra banche segnala un dato negativo che è 'nell'aria', ed a conoscenza del sistema bancario, legato assai probabilmente non solo ai sub prime ma all'insieme dei contratti finanziari 'rischiosi' creati da questa economia di 'carta'.

 

proponeva qualche giorno fa qualcosa di simile alla proposta McCain.

 

Non sono sicuro di aver capito bene chi deve stare zitto, chi fermo e chi tutti e due. Su quel poco che ho capito .....wow

 

Alcuni degli economisti che collaborano al sito www.voxeu.org hanno pubblicato una raccolta di saggi sulla crisi finanziaria.

http://www.voxeu.org/reports/crisis/global_credit_crisis.pdf

 

From a NYTimes-online headline today:

 

 Global investors looked to leaders meeting in Washington for

coordinated action to end the financial turmoil on Friday as stocks

plummeted again around the world.

 

Stop the f....g meetings!

Meetings are not substitutes for ideas.

 

There they go again, from today's NYTimes

 

<em>

Rich Nations Pushing for Coordination in Rescue

<em>

 

The United States and six other nations agreed to a plan to rescue the

financial industry, but fell short of offering concrete steps to

backstop bank lending.

 

 

L'articolo mi è piaciuto assai, anche se non sono riuscito a seguirlo nelle parti più tecniche. Però mi piacerebbe capire come si può ricostituire la fiducia nel sistema e contemporaneamente pensare di lasciar fallire anche solo alcune banche. Non è questo un tabù che dopo il '29 si è sempre cercato di non infrangere per nessun motivo ?

 

Appunto, è un tabù. Infrangerlo con successo, guidando un tot di banche alla chiusura e garantendo che altre immeditamente assorbono il loro mercato ed i loro depositi, infrangerebbe il tabù e creerebbe confidenza che si sa quello che si fa!

La mia è solo una mezza provocazione, non intera. Credo che faccia parte della soluzione, anche se non è tutta la soluzione. Che l'IMF stia zitto, insieme ad altri, invece di aver SK che passa il weekend a predirre sfraceli sarebber utile pure ...

Lavoro permettendo, visto che è domenica e domani mattina ricomincia la samba, proverò a fare il punto della situazione con un post un po' più ragionato.

All'amico Luca Navarro, che suggerisce l'inflazione "controllata" come soluzione faccio osservare: tema molto delicato. L'argomento è girato, ovviamente, visto che l'esplosione della bolla edilizia non è altro che il frutto d'una inflazione "locale", che se fosse stata generalizzata sarebbe stata ... solo inflazione e non bolla finanziaria. Tre ragioni per cui è opzione pericolosa e distruttiva:

- Non è istantanea, ci vogliono un paio d'anni d'inflazione galoppante, quindi non vedo il beneficio visto che la situazione sui mercati finanziaria va sbloccata entro fine anno.

- Se la si annuncia in modo credibile potrebbe rendere il problema mutui ancora peggiore. Se i tassi nominali, incorporando inflazione alta a venire, schizzano all'insù, gli ARMs che si aggiustano vedranno i tassi schizzare as well. Ora, questo magari non fa nulla se i salari, gli stipendi ed i prezzi delle case sono cresciuti nella medesima percentuale, ma chiaramente questo NON può essere il caso (l'esplosione del 2006-2007 proprio da questo fatto fu causata, e tutto quello ch'era successo era che le aspettative d'inflazione erano cresciute di due punti %, non dieci!). Quindi, ci troveremmo fra un anno con un'inflazione, diciamo, del 10% ed un'esplosione dei defaults sui mutui. A quel punto ...

- Cina (ed India, ma soprattutto Cina) sono seduti su 500 miliardi o più di debito pubblico USA (o di più, ho perso il conto). Non credo gradirebbero vederlo evaporare. Non solo, non credo gradirebbero dover inflazionare anche internamente per poter rimanere competitivi. Perché questo è l'altro problema: se, per esempio, la Cina non inflaziona allora lo Renminbi comincia ad apprezzarsi rispetto al dollaro ed all'euro, e le fabbriche cinesi chiudono (eccellente, penseranno in molti ...). Lo stesso vale per tutti i paesi in via di sviluppo ... quindi ci vorrebbe l'inflazione mondiale generalizzata, che può provocare danni mostruosi alle fascie più povere della popolazione mondiale.

Ammesso che fosse una soluzione, sarebbe senz'altro socialmente e politicamente ingiusta visto che finiremmo per espropriare cinesi ed indiani per ripagare gli sconquassi prodotti, e le ricchezze accumulate, da squallidi personaggi come Richard Fuld.

 

 

ciao. in primo luogo trovo sempre commenti opportuni e illuminanti che sono un vero toccasana. secondo: chi mi spiega sta roba? Db-X-Trackers Dj Eurostoxx 50 Etf. nelle settimane scorse in cui tutto scendeva questo saliva alla grande anche...

 

ne approfitto per fare una bella figura con poco sforzo..

L'ETF che ha guadagnato, e parecchio, nella scorsa settimana non è quello che dici te, ma questo qui:

Db-X-Trackers Dj Eurostoxx 50 Short

 

http://www.dbxtrackers.it/IT/showpage.asp?pageid=143&inrnr=151&pkpnr=223&stinvtyp=  

A proposito del grande rimbalzo in avanti di oggi in termini percentuali, la seguente tabella e' food for thought... quasi perfetta correlazione dei mercati azionari di questi giorni a parte, notate la classifica e le date (anni trenta, 1987, 1907). Che vi suggeriscono? Se non altro, Houston, abbiamo un problema e un segretario al tesoro che pensa di fare regali ai suoi amici.

Magari sta' volta andra' meglio, ma i segnali di un crash e di un bear market ci sono tutti. Domani Paulson distribuisce a pioggia 250 miliardi alle banche in preferred shares à la Buffett, oltre alla garanzia del debito emesso per tre anni.

Servira'? Boh, di certo servira' moltissimo alle banche virtualmente insolventi, e col problema informativo siamo punto e a capo.

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Largest ever daily percentage gains, DOW JONES INDUSTRIAL AVERAGE

Rank - Date - Close - Net Change - % Change


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1 1933-03-15 62.10 +8.26 +15.34

2 1931-10-06 99.34 +12.86 +14.87

3 1929-10-30 258.47 +28.40 +12.34

4 1932-09-21 75.16 +7.67 +11.36

5 2008-10-13 9,387.61 +936.42 +11.08

6 1987-10-21 2,027.85 +186.84 +10.15

7 1932-08-03 58.22 +5.06 +9.52

8 1932-02-11 78.60 +6.80 +9.47

9 1929-11-14 217.28 +18.59 +9.36

10 1931-12-18 80.69 +6.90 +9.35

11 1932-02-13 85.82 +7.22 +9.19

12 1932-05-06 59.01 +4.91 +9.08

13 1933-04-19 68.31 +5.66 +9.03

14 1931-10-08 105.79 +8.47 +8.70

15 1932-06-10 48.94 +3.62 +7.99

16 1939-09-05 148.12 +10.03 +7.26

17 1931-06-03 130.37 +8.67 +7.12

18 1932-01-06 76.31 +5.07 +7.12

19 1932-10-14 63.84 +4.08 +6.83

20 1907-03-15 81.33 +5.10 +6.69

 

 

Io non ho capito. Sara' che non ho dimestichezza con le tabella e mi vanno insieme gli occhi. A parte gli scherzi, cosa devo vedere nella tabella?

Un po' qua, un po' , un po' su ed un po' giù.

Il miracolo è fatto: è bastata la promessa di stampare carta e la manna è scesa dal cielo, l'oceano si è aperto e siamo diventati tutti più ricchi.

O no?

A me sembra un bellissimo test. Verificheremo nel giro di un anno o due se

1) si è trattato di un miracolo;

2) si è trattato di un grande furto, in puro stile Robin Hood alla rovescia. 

Una cosa è certa: un nuovo socialismo internazionale ha visto la luce questo fine settimane.

"Bancari e politici di tutto il mondo, unitevi!" 

P.S. Ovviamente il test potrebbe anche realizzarsi molto prima di quanto io preveda.

 

Ebbene si', questa la paghiamo cara. Sara' che ti hanno ascoltato le persone sbagliate, ma son tutti zitti e fermi (o osannanti)

 

 

Questo è pure più divertente.