Vinile vs. CD: Ritorno al passato?

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Elvis Costello non pubblicherà il suo prossimo album su compact disc, ma solo su Internet e … vinile

Oggi su Repubblica ho letto che

Elvis Costello ha deciso di non pubblicare Momofuke,

il suo prossimo album, su compact disc, ma solo su vinile. Con il vinile ci

sarà un coupon per scaricare il brano attraverso Internet.

Ho solo un disco di Costello (Imperial Bedrooms) e non credo che avrei

comprato il suo nuovo disco. Ma ho trovato lo stesso la notizia interessante

perché sembra riflettere un nuovo trend nell’industria musicale: l’abbandono

del cd. Avevo già letto qualche settimana fa che c’era stato un moderato

ritorno al vinile, ma in volumi così limitati da indurmi a pensare che fosse

una produzione rivolta a super appassionati che non si sono mai rassegnati all’introduzione

del cd (che risale alla prima metà degli anni ’80, se la memoria non mi

inganna). Questa è in effetti una delle due motivazioni che fornisce l’articolo

di Ernesto Assante su Repubblica: “Il

disco in vinile non è un “supporto” ma è l’opera… Il libro non è un supporto

cartaceo ma l’opera stessa”. In altre parole, il disco in vinile può essere

considerato da alcuni una versione di qualità più elevata. “Il disco in vinile ha una copertina che è

parte integrante del disco stesso, identifica l’opera, la illustra, in qualche

caso la spiega. Ed è un oggetto come questo che gli appassionati di musica

vogliono avere, vogliono conservare”. Sarà vero senza dubbio, ma secondo me

il numero di questi “malati di vinile” non deve essere elevatissimo.E se giustifica un ritorno al vinile,

non spiega l’abbandono del cd.

La seconda motivazione è quella

che mi ha più incuriosito. “.. il vinile

non può essere copiato se non su cassetta o cd, il dominio della copia in

vinile non è mai passato nelle mani dei consumatori e appassionati com’è invece

accaduto con il cd, che il pubblico può masterizzare creando copie uguali

all’originale.” In altre parole, il cd si è rivelato un supporto troppo

aperto alla possibilità di duplicazione facile e di alta qualità e quindi

l’industria discografica lo abbandona, tornando ad un supporto del passato, il

vinile appunto. Non sono un esperto né dell’industria discografica né delle

varie tecniche anti-duplicazione e quindi chiedo ai nostri lettori più esperti:

quanto plausibile è la seconda spiegazione del (limitato) ritorno al vinile?

 

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Commenti

Ci sono 23 commenti

Di pubblicare solo in vinile per fronteggiare la distribuzione online di copie perfette ed identiche all'originale se ne parla sin da Napster e dalla diffusione delle tecnologie di diffusione peer-to-peer. La teoria sarebbe che dal vinile non si può ottenere una una copia identica all'originale, quindi copiare sarebbe più difficile. Tale spiegazione non mi ha mai convinto.

Intanto, è noto che la qualità del suono riproducibile dal vinile, con un

decente sistema hi-fi, è migliore di quella di un cd. Quindi, in

teoria, assumendo che i tecnici del suono sappiano fare il proprio

lavoro, registrare in vinile fornisce al potenziale copiatore la possibilità di registrare un suono migliore rispetto a quello registrabile da un cd. Questo vale in teoria, perché il grande pubblico questa grande preferenza per la qualità del suono non ce l'ha: da sempre in peer-to-peer si sono diffuse copie dell'originale di qualità estremamente ridotta, files mp3 codificati a 128 o 192 kbit/s. Quindi, vinile o non vinile, è possibile ottenere un file di qualità decente per la maggioranza degli ascoltatori, ascoltabile in un ipod. Quindi da questo punto di vista la mossa di Costello mi sembra strana, e sarebbe interessante sapere le sue motivazioni.

Io un sospetto ce l'ho: da quado si sono diffusi i lettori mp3 come l'ipod, non solo la gente si è adattata ad una qualità inferiore del suono rispetto a quella ottenibile da anche uno scadente sistema hi-fi (una qualità pessima a mio parere, dovuta alla combinazione di compressione dei files usati e capacità limitate di hardware e cuffiette bianche in dotazione, e io non sono neanche uno con l'orecchio tanto fino); non solo dunque la gente si è adattata, ma anche l'industria discografica ha cominciato ad adattare i propri metodi di registrazione all'ipod, rendendo l'esperienza di ascolto della musica sempre più scadente anche per chi intende ascoltarla da cd con un sistema hi-fi tradizionale (altra lettura consigliata dal New York Times). Quindi da una parte c'è una maggioranza di persone che si accontenta della qualità scadente offerta dagli ipod, dall'altra una nicchia di fanatici che chiede sempre più a gran voce dischi di maggiore qualità. Forse Costello intende rivolgersi a questi ultimi. Mi chiedo a quale prezzo intenda vendere i propri dischi.

Concludo con alcune considerazioni da economista: il problema è, come sempre, la mancanza di concorrenza nell'industria discografica; se ci fosse abbastanza concorrenza, ci sarebbe la possibilità di scegliere fra tutti i files possibili, con livelli di compressione diversi, a prezzi diversi, vinile, cd, dvd, incisioni su dischi di roccia alla fred flinstone. Ci aveva provato il sito russo allofmp3.com ad vendere canzoni un tanto al kilobyte offrendo il livello di qualità desiderato. L'RIAA ha pressato il governo russo fino a quando hanno chiuso.

 

 

Credo sia uno dei tanti modi "creativi" con cui l'industria discografica cerca di ravvivare il suo business. 

Ho un'amico nel settore, un' annetto fa parlando del suo lavoro diceva che è un mercato in restrizione da anni e che le prospettive nel breve futuro erano grigie.Da buon informatico ho avanzato l' ipotesi che fosse in gran parte a causa del peer to peer, ma secondo lui il vero problema è che gli adolescenti, tra internet, console e quant'altro, si interessano sempre meno alla musica.

Quanto alla qualità concordo con Andrea, ma solo in parte: secondo me il primo motivo per cui i CD su un buon HIFI si sentono peggio del vinile è che sono equalizzati perrisultare gradevoli all' acquirente tipo su uno stereo da 300$ o giu di lì.

Quanto alla qualità dei file in rete, si trova anche un sacco di roba compressa in APE o FLAC da cui è possibile ottenere una copia identica del CD originale.E' vero che il grosso pubblico si interessa a file di qualità inferiore, ma in gran parte oltre che dall' orecchio dipende dalla scarsa cultura informatica: MP3 è un formato obsoleto da quasi un decennio, ma quando lo dico in giro sembra sempre uno scoop.

 

 

Secondo me il tuo parere è troppo condizionato dal fatto che ti dichiari "buon informatico".

Non dubito della tua competenza informatica, nutro invece qualche perplessità sulle competenze ortografiche (" un' annetto":-) ).

Io che di informatica sono a digiuno preferisco sempre un bel vinile!!!

 

Sulla difficoltà di copiare un vinile posso dire che la copia su cd effettuata con una decente scheda audio di un vinile ha una differenza di qualità udibile solo ad un audiofilo, perlomeno con un impianto hifi come il mio di buona qualità.

Anche se può sembrare strana l'idea di un vinile come prodotto di nicchia con margini di profitto maggiori del CD è più realistica della presunta difficoltà di copia del vinile. 

 

Qualunque sia la spiegazione, solitamente i vinili vengono venduti a prezzi abbastanza elevati, e quindi sono in pochi a comprarli (e viceversa). In ogni caso, il ritorno al vinile potrebbe anche essere un segno della resa al crollo dell'industria musicale comunemente intesa: il supporto originale del terzo millennio sarà un oggetto da collezione, o comunque per appassionati.

Per il resto, gli artisti camperanno di concerti. Potrebbe essere una evoluzione gustosa: pensate che fine farebbe, in un mondo del genere, tutta quella gente di plastica che non sa nemmeno tenere uno strumento in mano!

 

Il CD surclassa il Vinile per praticità d' uso. Lo porti ovunque, anche in auto, in spiaggia, lo ascolti random, reperisci immediatamente le tracce, isoli gli intervalli, disponi le sequenze...


Ma questa qualità che lo rendeva vincente, oggi viene ridimensionata visto che i files viaggiano benissimo in rete e in rete sono reperibili e duttili al pari di come te li metteva a disposizione il CD.


Esempio. L' altra settimana ho ascoltato a San Remo una canzone piacevole. Dopo due minuti passati sul pc era già nelle mie mani pronta per essere inserita nelle raccolte personali in combinazioni variegate che neanche il kamasutra... Ecco allora che viene rivalutato il vinile poichè, visto che la traccia musicale è ormai facilmente disponibile, aumenta il valore del package e di ogni altro elemento che differenzi il prodotto.


In conclusione, secondo me, il vinile fornisce più opportunità di differenziare il prodotto. E la differenziazione diventa cruciale una volta che il nucleo del prodotto perde di valore per l' offerta ipertrofica.


In passato il fenomeno era di nicchia e riguardava solo i collezionisti, costoro, per motivi precauzionali, acquistavano senza ascoltare. L' ascolta avveniva su altre fonti. E secondo voi se uno acquista senza ascoltare opta per il vinile o per il cd? In questi casi il vinile surclassa il cd per la ricchezza e creatività del package che consente. Oggi tutti hanno la possibilità di ascoltare da fonti alternative e se acquistano...Insomma, tutti sono nelle condizioni in cui erano i collezionisti una quindicine di anni fa.


Riproducibilità del vinile? Fatemi chiudere offrendo questo Vladimir Visotsky registrato proprio da vinile. Bello per i nostalgici che amano la "frittura" da graffi & polvere che si mischia con altre sporcizie legate alla vocalità. Ma questa è un' altra storia.

 

Devo dire che questa idea che il vinile offra maggiore differenziazione non la capisco. Perchè il cd non può offrire una bella copertina o delle foto? Per la sua dimensione? E la copertina più bella vale i graffi e la polvere che rovinano il suono?

 

Direi che sulla qualità e soprattutto sull'emozione (auditiva, tattile, visiva) non si discute: il vinile vince. Per chi li sa cercare essi vincono anche sul prezzo (una media di 8 euro su un campione di 60 vinili che ho da poco iniziato a collezionare) contro una media di 15-16 euro per i cd.


Il consumo di musica in realtà è drasticamente aumentato negli ultimi anni, in concomitanza con una diffusione sempre più estesa del bene musicale. Internet in particolare ha permesso sì ai consumatori di godere a costi minimi di musica on-line (in formato video, audio...) ma anche ai produttori stessi (le band) di farsi conoscere con più facilità e di raggiungere una fan base più ampia -myspace docet- (senza dover necessariamente passare per le case discografiche). Purtroppo in concorrenza perfetta i profitti tendono a zero (per chi non è protetto). Quei baroni che che regnano nell'arcaico mondo sanremese si tengono ben stretti i privilegi acquisiti in ANNI E ANNI (in maiuscolo per sottolinearne l'età) di produzioni. Parlo di ingaggi milionari ai Phoo e ad Albano, di Siae che redistribuisce al contrario verso i soci più importanti i diritti (e i schei) delle band emergenti, e di altre amenità. Il mercato di questa gente è la TV (dei vecchi) in cui ancora si guadagna e in cui si spreca la tinta per capelli, non internet (dei giovani) in cui non si guadagna un bel niente a in cui si fa musica col cuore.


Maggior visibilità mainstream permetterebbe ai giovani di ottenere ingaggi più consistenti e di sopravvivere alla concorrenza. Pensate ad un gruppo (di amici, si chiamano Canadians) che la settimana scorsa è stato invitato a suonare in texas ad un prestigioso festival (in cui suonavano anche i REM), nessuno ne ha parlato sui grandi media, eppure credo che per chiunque ami la musica e abbia un minimo di orgoglio nazionale, questo sia un avvenimento molto importante. Sicuramente più importante di una delle tante notizie inutili dette da V.Mollica al TG1.

 

Io vedo le cose in modo diverso, perciò mi scuso anticipatamente di non condividere nemmeno l'impostazione di questa discussione. In particolare non condivido la messa a confronto.

Per me il vinile OGGI non è il vinile di IERI in termini di prodotto. Senza dilungarmi e a titolo di esempio è come parlare oggi di una macchina d'epoca e del gusto di comprarsela. E' un prodotto nuovo, pur essendo il prodotto creato all'epoca. E' nuovo perchè le sue motivazioni d'acquisto sono cambiate e lo hanno reso diverso da quelle originali. E per inciso su queste motivazioni sono poi sono nate anche automobili prodotte oggi che scimmiottano la macchina d'epoca. Con un loro mercato. (E con gusto discutibile, ma questo è un mio parere personale).

Tutto qui. I paragoni tra vinile e cd o mp3 hanno poco senso, a mio modesto avviso, senza questa premessa.

 

 

Posso anche condividere il tuo punto di vista, ma resta un problema. La gente colleziona auto d'epoca che, come dici tu, sono un prodotto diverso dalle stesse auto allora. Ma il mercato delle auto d'epoca non spiazza quello delle auto moderne. Qua, se il caso Costello non è del tutto isolato, è come se la Fiat vendesse oggi le vecchie biachine e non più le multiple.