Vennero per gli zingari e non ero zingaro

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Che colpa ne ho se il cuore è uno zingaro e va
catene non ha, il cuore è uno zingaro e va.
Finché troverà, il prato più verde che c’è
raccoglierà le stelle su di se
e si fermerà chissà… e si fermerà"

Dalle Opere complete di Mattone & Migliacci

Leggendo oggi (13 di ottobre) The Washington Post, si irrita il lettore a sentir parlar dei milanesi come dei cristiani di Bukovina che sterminano gli ebrei.

Ma tal Riccardo de Corato, senatore della camera dei fasci e delle corporazioni, nonché vice-Gauleter della zona Milanese, vi sostiene che questi (gli zingari) hanno la "pelle scura".

Cito per evitar abusi:

 

“These are dark-skinned people, not Europeans like you and me,” said Riccardo De Corato, who is Milan’s vice mayor from Prime Minister Silvio Berlusconi’s ruling party and who is in charge of handling the camps. He later added: “Our final goal is to have zero Gypsy camps in Milan.”

 

Chiedo venia, ma mi ricorda tanto le dichiarazioni di H Frank, sulla necessità per il "governatorato generale" di essere giudeo-privo (Judenfrei)

Qualcuno di Milano, mi spiega la differenza? Alle risultanze, dal poco che se ne capisce molti hanno la cittadinanza italiana, si propone dunque il De Corato, come la puttanella di Hitler & co. (tale "savoia"), di toglier loro il passaporto? Di deportarli dove? In Libia?

Le immagini sono tristi, a dir poco--

http://www.metaforum.it/showthread.php?14239-La-%ABcelere%BB-di-De-Corato-si-accanisce-contro-i-rom

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Commenti

Ci sono 316 commenti

Scendo a un livello molto basso (quasi quello di De Corato, per intenderci), ma devo anche dire che i Rom (in senso generico) sono quelli che più sono percepiti come un pericolo per la microcriminalità, e di quel tipo che colpisce più i bassi livelli che quelli medi, praticamente "rubano ai poveri", perchè loro lo son ancora di più.

Dalle mie parti di zingari ne vedo tantissimi, di furti nelle case ad opera loro non ne parliamo proprio, di furti di auto neanche (ne hanno rubata una anche a me cinque anni fa, sotto il mio ufficio), ultimamente hanno scoperto la "miniera" della piattaforma della raccolta differenziata, a cui rubano di tutto, per esempio le vecchie lavatrici, per tirarne fuori un paio di parti in metallo che vanno a rivendere, il resto lo buttano in mezzo alla strada (ma non sono i responsabili dell'ennesima emergenza rifiuti, quelli rubano cifre a moltissimi zeri).

Posso dire che anche io (nel mio piccolo) ce l'ho con loro ? Lo so, sono stupido e generalizzo, chi ruba si chiama Igor, Ivan, o vattelapesca, non si chiama "Rom", che questo è razzismo, che è una scappatoia semplice quella di allontanarli tutti, ma a me non vengono altre soluzioni.

Deportarli è una immane fesseria, ma il fatto è che, per quel che vedo, i Rom non sono più "gitani", ma molto più stanziali, una volta nel loro girare sviluppavano dei piccoli commerci, adesso, venuta a mancare la "molla gitana" vivono di espedienti e furti.

Allora la domanda che mi pongo è: se la risposta di De Corato è fascista (perchè lo è) io che risposta offro ? Nessuna, perchè dargli i "campi" che tali non sono, ma dei lager travestiti non è una risposta, lasciarli vivere in baracche indegne neanche, e son qui che mi dico: la canzone era bellissima, ma è ancora così?

le città di roma milano e napoli hanno insieme 4 milioni e 960 mila abitanti. Dai dati del ministero dell'interno ci vivono in tutto 12000 rom che fanno lo 0.24% della popolazione. Direi proprio che la definizione di emergenza data dal sito del ministero degli interni è appropriata.

 

Non metto la testa sotto la sabbia e so benissimo che molti di loro hanno comportamenti socialmente inaccettabili. Ciò non toglie che sono un ottimo "canarino nella miniera" per lo stato di salute delle società.

Visto quanto sta accadendo in Italia e Francia, tra l'indifferenza e l'approvazione di molti, direi che non stiamo messi bene.

 

marco troppi problemi ti poni...ghettizzati lo sono stati da illo tempore , il loro dna li porta ad essere quello che sono

i così detti campi, le baracche dove vivono, sono 1 realtà migliore di quella del loro paese altrimenti non arriverebbero in massa, con la differenza che là non hanno a chi rubare qui invece si

ma se domani ti ritrovassi con un coltello alla gola x opera di 1 di questi, ti porresti ancora la domanda se ragioni da fascista o meno? quella è l'unica cosa che sanno fare per vivere e che non gli costa fatica credimi....

il nostro stato doveva porre una moratoria all'immigrazione rumena, come tanti altri stati della comunità hanno fatto

Una piccola osservazione a margine. Se il vice sindaco di MI sapesse che la maggioranza dei Rom sono (spesso a loro modo in virtù di tradizioni secolari) cristiani e quelli proveniente dai paesi ex-oltre-cortina anticomunisti per istinto, come reagirebbe?

Purtroppo non sono a conoscenza di studi e ricerche degne del nome, ma sono convinto che la mia non è solo un'impressione.

 

Chiedo venia, ma mi ricorda tanto le dichiarazioni di H Frank, sulla necessità per il "governatorato generale" di essere giudeo-privo (Judenfrei)

 

direi che in tal caso il De Corato dovrebbe dedicarsi a gesti apotropaici implicanti intenso sfregamento dei genitali e altro, visto che un altro Reichprotector che voleva un posto Judenfrei (e che forse amministrava meglio di lui) non è finito tanto bene:

http://en.wikipedia.org/wiki/Reinhard_Heydrich

e

http://www.imdb.com/title/tt0035966/

:-)

Se e' per quello Frank pure fini a far il pendaglio da forca.

These are dark-skinned people

1 attimo non ha detto 1 colossale castroneria..l'etnia  Rom,  non è l'abbreviativo di Romeni , ma sono gitani o zingari che dirsivoglia,  pare provenissero dall'india e quindi sicuramente di pelle non bianca magari non proprio dark ma nemmeno all white

noi confondiamo e classifichiamo e li infiliamo tutti sotto lo stesso sostantivo

è cmq un popolo che non si crea problemi ma crea problemi e da sempre si cerca di allontanarli  

la religione è x loro un mezzo di integrazione, quindi se si trovano in un paese cattolico quella sarà e così via

Anche mio zio quando torna dalle vacanze ha la pelle piuttosto scura. E lui e' brianzolo.

Scherzi a parte, i Rom sono di origine indoeuropea e parlano una lingua indoeuropea. Insomma, sono ariani, se vogliamo usare queste classificazioni un po' pruriginose.

I nazisti lo sapevano e dovettero arrampicarsi sugli specchi mica male per giustificarne l'eliminazione (http://en.wikipedia.org/wiki/Porajmos, in particolare al paragrafo "Aryan racial purity").

Il punto non e' se abbiano la pelle piu' o meno olivastra. L'affermazione assolutamente inaccettabile e' identificare la cittadinanza europea con il colore della pelle. Questi sono cittadini europei da piu' di 5 secoli, quanto te e me. Punto.

Chi se ne frega se hanno la pelle chiara, scura, a scacchi o a pois? Già il fatto che siano o meno cittadini europei mi pare di scarsa rilevanza: contano solo i comportamenti individuali ed il law enforcement.

De Corato non è in grado di far rispettare la legge e reagisce da fascista qual'è.

Milano ha un sacco di problemi con i Rom di certi campi: se si propone di sgombrarli per ragioni di ordine pubblico non ho nulla da ridire, ma l' etnia degli occupanti non c'entra.

Qualcuno osservava che sono una percentuale infima della popolazione: vista la distribuzione restano un problema serio per chi vive vicino ai campi,ma questo dovrebbe implicare che controllarne i comportamenti non dovrebbe essere un gran problema per le forze dell' ordine.

Giovanotta di Sorbonne, quando mai, ammesso e non concesso che questi siano abbronzati, l'abbronzatura e' una ragione per deportarli? donne, asini, bambini e capre????

 

 

 

Ginelli et les confreres, almeno siamo d'accordo sugli assiomi fondamentali

se questi sono cittadini, hanno i diritti di tutti i cittadini (siano e no cristiani, siano o no abbronzati)

domanda assai piu' seria: esiste un qualcosa di un po' meno nazista? Marcello nota una cosa seria: molte di queste reazioni da Hans Frank sono dovute alla fallimentare esperienza del gestire e se necessario applicare la legge, che si applica a reati non ad apparteneneze etniche, religiose, etc.

 

è cmq un popolo che non si crea problemi ma crea problemi e da sempre si cerca di allontanarli  

la religione è x loro un mezzo di integrazione, quindi se si trovano in un paese cattolico quella sarà e così via

potrrti documentare quanto asserisci?

 

Allora la domanda che mi pongo è: se la risposta di De Corato è fascista (perchè lo è) io che risposta offro ? Nessuna, perchè dargli i "campi" che tali non sono, ma dei lager travestiti non è una risposta, lasciarli vivere in baracche indegne neanche, e son qui che mi dico: la canzone era bellissima, ma è ancora così?

 

No, immagino che il quotidiano di molti Rom sia fatto di miseria e sopraffazione. Ma ce ne sono circa 10 milioni, tutti cittadini Europei da molti secoli. L'unica risposta, a meno di non diventare tutti fascisti e riaprire i campi di stermionio, e' una politica d'accettazione e d'integrazione nel rispetto della loro specificita' culturale e delle piu' elementari leggi europee.

Che non e' un cammino facile e comporta un grosso investimento finanziario, preferibilmente da effettuarsi a livello europeo. Ma e' l'unica strada percorribile.

 

Francesco la tua risposta è quasi la stessa mia, ma a me stesso suona vuota. Una volta mi son detto: ma se sono gitani il problema si dovrebbe risolvere semplicemente mettendoli in un campeggio, con le attrezzature e i regolamenti di un campeggio (registrazione dei documenti, pulizia della piazzola, etc.), ma fu fatto un esperimento del genere, proprio vicino a dove vivo con un campeggio regolarmente aperto: il giorno dopo erano spariti gli infissi dei bagni (in alluminio), li avevano distrutti e rivenduti.

Il proprietario del campeggio li ha cacciati tutti seduta stante (ha generalizzato, ovviamente), ma il fatto rimane. Ci vorrebbe un'idea brillante e la volontà dei Rom stessi di mantenere inalterate le loro caratteristiche (se vogliono), ma allo stesso tempo di evitare questi episodi fastidiosissimi.

Parafrasando Giobbe Covatta direi: "non sono io che sono razzista, ma loro che sono zingari". Triste, ma così la vedo.

 

Che non e' un cammino facile e comporta un grosso investimento finanziario, preferibilmente da effettuarsi a livello europeo. Ma e' l'unica strada percorribile.

 

Italia o UE non conta: non abbiamo bisogno di spesa pubblica addizionale, anzi abbiamo bisogno di ridurla.

L'integrazione migliore si fa in una societa' aperta dove lo Stato - meglio se leggero, non pesante e non intrusivo - non si occupa solo di aumentare la spesa pubblica ma si occupa piuttosto di fare poche leggi sensate e di farle rispettare a tutti senza discriminazioni, auspicabilmente anche senza blaterazioni sul colore della pelle dei sudditi.

Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
Ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen; ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich geschwiegen; ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich geschwiegen, ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten, gab es keinen mehr, der protestieren konnte

(Martin Niemöller)

 

Der Spiegel, sempre attento alla questione immigrazione-integrazione-razzismo ha parecchi articoli recenti sulla situazione tedesca e centro-europea.

Suggerisco:

Searching for Facts in Germany's Integration Debate

 The Man Who Divided Germany

Europe's Capital of Anti-Semitism

Unwanted in France, Unloved in Romania

 

PS il Madagascar si riferisce a questo.

 

 

 

 

 

 

 

Ma tal Riccardo de Corato, senatore della camera dei fasci e delle corporazioni, nonché vice-Gauleter della zona Milanese, vi sostiene che questi (gli zingari) hanno la "pelle scura".

Gauleiter, scusate l'estrema pignoleria

S'immagini, Vergib mir Herr, würde der Text kürzer sein, wenn ich hatte

mehr Zeit

a volte scrivo alla svelta e non vedo i punti e le virgole....

Non siamo tutti fuori strada? E' inaccettabile, per non dire di peggio, qualificare in blocco come criminale un'etnia, ma neppure è saggio disinteressarsi dei danni che troppi tra i suoi membri provocano.

La risposta che occorre integrazione è condivisibile: ma siamo certi che tutti si vogliano integrare? Ma, soprattutto, quanto tempo è necessario per ottenere questo risultato? Nel frattempo, che si fa per proteggere chi si sente in pericolo? Basta forse chiamare Gauleiter il vicesindaco di Milano e richiamare il popolo spaventato alla correttezza politica? Non si rischia di lasciare incancrenire una situazione, in cui potrebbero maturare tentazioni di giustizia sommaria (vista la violenza latente nella società)?

 

Non si rischia di lasciare incancrenire una situazione, in cui potrebbero maturare tentazioni di giustizia sommaria (vista la violenza latente nella società)?

 

Non si rischia di lasciare incancrenire una situazione, in cui potrebbero maturare tentazioni di giustizia sommaria (vista la violenza il razzismo latente nella società)?

fixed

Scherzi a parte, ovviamente qualcosa bisogna fare, ma la soluzione non mi sembra certo deportarli dal punto A al punto B, no? Perche' da qualche parte questi, per quanto siano fastidiosi, dovranno pure stare.

 

La risposta che occorre integrazione è condivisibile: ma siamo certi che tutti si vogliano integrare?

 

Sono sicuro che molti non si voglioni integrare. Infatti il processo sara' lento, costoso e dara' frutti solo su un lasso di tempo plurigenerazionale. Ma qualcuno ha delle alternative percorribili da proporre?

 

10 La risposta che occorre integrazione è condivisibile: ma siamo certi che tutti si vogliano integrare?

 

A me viene un parallelo con zone disagiate del suditalia, che so, quei quartieri dove risuonano i neomelodici che inneggiano alla 'ndrangheta.

Questi cantano quanto sia bello essere un malavitoso, che i collaboratori di giustizia sono uonimi 'e mmerda, che finire in carcere e' eroismo puro, che le forze dell'ordine sono sbirri infami...

E ora, informaticamente, GOSUB 10.

CYA

Il problema esiste e qualunque soluzione ha un costo, troppo tardi per evitarlo.

Anche se la soluzione fosse solo “fare rispettare la legge” avrebbe un costo, perché significherebbe di fatto riempire ulteriormente le patrie prigioni.

Infatti non viene adottata un gran ché.

La soluzione che viene adottata è principalmente lasciare che i cittadini si arrangino (quidi il costo viene distribuito direttamente sui privati).

Al di là delle rielaborazioni romantiche (il carro degli zingari sotto la luna ecc…) la cultura Rom è piuttosto discutibile sotto diversi aspetti.

Magari qualche iniziativa volta a integrare meglio le comunità o (cosa a cui non sono contrario) offrire ai singoli individui Rom la possibilità di abbandonare la propria cultura (ma bisogna offrirgli delle opportunità) non sarebbero soldi mal spesi.

 

 

qua si è cominciato parlando di

 

dark-skinned people, not Europeans like you and me

 

e questo è razzismo della più bell'acqua, non accettabile nemmeno se lo pronuncia un ubriaco. ricordo solo, e mi vergogno di doverlo fare, che in base a tale criterio potremmo sostituire il diritto penale con le analisi del sangue e, seguendo il principio di precauzione, il pogrom  potrebbe avere un rapporto costi/benefici minore di uno. vergognandomi ancora di più, aggiungo che normalmente queste cose non si fanno non per buonismo , ma perchè nessuno è poi sicuro di avere le analisi giuste, come di non abitare nel villaggio sbagliato.

altra cosa è la cultura, non mi sembra una distinzione capziosa o difficile da intendere da gente che pretende di esercitare la propria intelligenza. è giusto capire e conoscere la cultura degli altri, anche se flaiano metteva in guardia :-), ed è perfettamente lecito rifiutarla e combatterla. vasto programma, ma almeno lasciamo stare il primo punto!

 

Concordo, persino io potrei avere la pelle olivastra, i capelli scuri ed essere not european like you. Quanto ai Rom parlerei più di opportunità, non sono sicurissima che se un essere umano di etnia Rom fosse messo avanti alla scelta di vivere in una baracca rubando il rame lungo i binari del treno e una casa e un lavoro onesto sceglierebbe la prima opzione ( il discorso si potrebbe allargare a tutti quelli che vivono in condizioni di degrado). Inoltre trovo davvero disgustoso parlare in termini di dna così come è stato commentato, suvvia nel 2010 e per mano di una giovane (ahimé ne conosco altri con gli stessi pensieri). 

Piuttosto mi piacerebbe sapere (e da studentessa chiedo) se esistono lavori che indagano la relazione tra l' "attenzione" all'"emergenza Rom" e periodi di non-gradimento dei governi. Ho sempre pensato che prendersela coi rom fosse un ottimo contentino sotto il voto e/o a fronte di scelte di politica poco gradite. Spero che qualcuno abbia capito cosa mi interessa sapere :-)

Interpellato da Tempi, De Corato (politico di lungo corso, di cui è noto l'eloquio spesso militaristico, che alcuni hanno definito “da Far West”, ma che è in effetti difficile immaginare commettere una gaffe del genere) smentisce: «Non ho mai detto niente del genere. Vero è che il nostro obiettivo è da tempo quello di sgombrare i campi abusivi nel territorio milanese, ma l'articolo riporta espressioni razziste che certo non appartengono al mio linguaggio e nemmeno al mio pensiero. Auspico si sia trattato di un problema con la traduttrice, e non di malafede».

http://www.tempi.it/interni/0010008-de-corato-smentisce-il-washington-post-gergo-razzista-che-non-mi-appartiene

Che De Corato sia razzista, ci posso anche credere, sebbene le sue tradizioni politiche non siano caratterizzate da pregiudizi verso le persone dalla pelle scura ( http://www.youtube.com/watch?v=RkimYf2wt7E ); ma che lo vada a dire ad un goirnalista del WP no. De Corato è un politico navigato, mica uno skinhead.

Considera che i nostri politici non sono abituati a trovarsi davanti dei veri giornalisti che fanno loro delle vere interviste. Molti non sono capaci di gestire una cosa cosi` impegnativa per le loro meningi. Non e` improbabile che si sia lasciato scappare affermazioni del genere.

Riguardo alla questione ROM illuminante l'intervista a Cacciari sul campo di Venezia, minuto 55 in poi.

www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-4a7c8533-7b4a-43c1-882e-b430d6cabfe1.html

 

 

Mah. Forse per discuterne bisognerebbe prima conoscere bene la situazione. Gli zingari si vogliono integrare o no? Chi sa rispondere? Forse neanche loro sono tutti d'accordo. Anche se la risposta è positiva, le vie dell'integrazione sono impervie e costose, come qualcuno ha saggiamente notato più sopra (e comunque, Lusiani, la spesa pubblica non è necessariamente demoniaca: se è efficacemente mirata a risolvere un problema sociale è un investimento che evita altri costi più pesanti). Mi sembra comunque l'unica via praticabile alla lunga, anche se non di effetto immediato e visibile. La "soluzione" Di Corato, al di là del razzismo, è risibile: spostarli da qui a lì significa solo passare il problema a qualcun altro. Associare il problema degli zingari a quello dell'immigrazione è fuorviante: intanto molti non sono stranieri, e quelli stranieri venivano tranquillamente anche prima dell'esecrata apertura delle frontiere con la Romania (per inciso: i romeni immigrati regolari odiano i rom molto più degli italiani). Forse il primo passo necessario è insistere sull'istruzione dei bambini, vigilare che la scuola venga frequentata e reprimere seriamente l'accattonaggio infantile. Poi ricordiamoci che si tratta comunque di una frangia di emarginati molto minoritaria che certamente crea problemi, ma non costituisce alcuna "emergenza". Forse sarebbe bene preoccuparsi di più di mafie e camorre, ormai largamente diffuse anche nel nord, quelle sì emergenze vere.

Si potrebbe mettere così?

1. Ci dovrebbero essere dei campi attrezzati in ogni città, non solo per i nomadi ma anche per me.

2. I nomadi dovrebbero essere identificabili e pagare le tasse, come capita a me.

3. I servizi forniti nei campi dovrebbero essere pagati, dai nomadi come da me.

4. Eventuali danni ai campi dovrebbero essere risarciti, da me come dai nomadi.

5. Se i nomadi delinquessero dovrebbero andare in galera, come capiterebbe a me.

6. Non so cosa mi capiterebbe se io praticassi l'accattonaggio sistematico, la stessa cosa dovrebbe capitare ai nomadi.

7. Se furti e accattonaggio fossero commessi da minori, questi dovrebbero essere sottratti alle famiglie, nomadi o no.

8. Stessa cosa per la violazione dell'obbligo scolastico.

9. Violazioni ripetute degli obblighi sopraelencati dovrebbero comportare sostanziali incrementi delle pene relative, per me come per i nomadi.

10. Se i nomadi fossero poveri, dovrebbero poter chiedere assistenza, con le stesse procedure che sarebbero richieste a me.

Anch'io percepisco i comportamenti di molti nomadi come un problema ma, parte le balle sull'etnia e sul fascismo di DeCorato, ho dimenticato qualcosa?

Io credo che il problema sia il seguente: la cultura Rom è "chiusa" ossia chi nasce Rom ha scarse possibilità di fare scelte alternative, di rottura o di evoluzione rispetto alle scelte del gruppo in cui è inserito. Credo che l'educazione e l'ambiente siano determinanti nel creare o inibire le scelte alternative per un individuo, Rom o non Rom. In questo senso credo che una persona Rom sia poco libera.

Inoltre è evidentemente una cultura con una sensibile componente parassitaria, magari una volta esistevano alcuni mestieri tipo pentolaio che essi potevano esercitare con qualche dignità (oltre al furto di galline) ma oggi è più difficile. Lo è per tutti, figuriamoci per i Rom.

Proprio in considerazione di ciò, dubito che basti dire che i Rom devono rispettare le stesse regole ed avere gli stessi diritti degli altri per "risolvere il problema".

Quindi: niente pietismi, ma cerchiamo di capire che anche noi, se fossimo nati Rom, difficilmente riusciremmo a "correggerci" da soli.

ho dimenticato qualcosa?

Penso che lei non abbia dimenticato niente. Anzi, che abbia ragione.

Pero' il problema e' che i Roma non pensano altrettanto.

Mi spiego. I Roma non accettano la nostra cultura, non sono fedeli alle nostre leggi, hanno una visione della vita e della societa' diversa. Noi anche, non accettiamo la loro cultura, abbiamo le nostre leggi eccetera. Mentre chesso' con un greco o uno spagnolo possiamo condividere le norme perche' con lui condividiamo una visione generale dei rapporti sociali, con un Roma e' molto piu' difficile.

Potremmo dire che i Roma non hanno firmato il contratto sociale che firmiamo noi. Hanno il loro. Hanno una definizione del giusto e dello sbagliato diversa dalla nostra e purtroppo abbastanza poco compatibile. Non ci piacciono le loro norme? Vero. A me non piacciono e non le seguirei. Ma anche a loro non piacciono le nostre. Il problema e' che noi tentiamo di imporre a loro le nostre (l'idea dell'integrazione) mentre loro no. Non perche' i Roma siano piu' "civilizzati" di noi, ma perche' primo sono molti meno e secondo perche' forse le loro norme non sarebbero proponibile se fossero generalizzate. 

Faccio un esempio, per non rimanere nel vago: la definizione di giurisdizione. Noi abbiamo una definizione precisa della giurisdizione sul territorio. Qui comincia l'Italia e finisce la Svizzera. Da questa parte governano gl'italiani, come gli pare, di la' governano gli svizzeri, come gli pare. Ci sono delle regole di buon vicinato, si', anche confederali magari, ma sempre improntate all'idea che la popolazione che vive su un territorio ne e' in buona misura "proprietaria".

Per i Roma questo non e' cosi'. Il territorio e' libero, sono nomadi. Ci passano sopra e lo usano, senza delimitarlo con rapporti di proprieta'. Questo vale anche per la cittadinanza: i Roma sono italiani, ungheresi, romeni eccetera soltanto formalmente. Se potessero scegliere sarebbero Roma.

Queste due concezioni, ovviamente, fanno a pugni.

A mio modesto avviso la soluzione non e' l'integrazione o la persecuzione. Sarebbe necessario primo riconoscere il loro status come popolo non ancorato ad una terra, anche legalmente, con un riconoscimento di una cittadinanza (o di una doppia cittadinanza). Una volta riconosciute l'alterita' della loro condizione e la loro dignita' piena come entita' politica, si potrebbe contrattare. Questo i Roma lo sanno fare come noi. Noi garantiamo di non opporci ai loro movimenti, infrastrutture alla loro vita nomade eccetera e loro limitano certi comportamenti che a noi risultano aberranti: rispettano certi diritti umani che noi riteniamo fondamentali, controllano il crimine, eccetera. Insomma, si cercano dei rapporti di buon vicinato come tra l'Italia e la Svizzera.

Almeno si potrebbe provare. 

 

Letto al volo, ... faccio alcune considerazioni, altrettanto volanti e spero non banali.
Si tratta di un antico conflitto, quello tra popoli stanziali (contadini) e popoli nomadi (di solito pastori).
Conflitto che arriva fino alllo spargimento di sangue riassunto nel mito di Caino ed Abele (e per altri anche di Romolo e Remo). Conflitto che abbiamo visto mille volte anche nelle saghe del far west americano ma che in antichità, tramite mille migrazioni, hanno fatto tremare e cadere imperi.

Pero' oggi una soluzione è alla nostra portata.

Perché se un popolo è stanziale, si ferma e fonda città. O si integra con chi già vive in un posto.
E se un popolo è nomade allora viaggia e non si ferma per anni nello stesso campo, senza alcun controllo. 

Quindi mi pare giusto predisporre strutture attezzate (gratuite o a pagamento lo decide ogni città) ma solo per soste brevi. 15 giorni. Massimo 30.  Poi devi lasciare il posto ad un'altra carovana. Altrimenti che nomade sei? Se invece decidi di fermarti, di integrarti, allora PORTE APERTE ma non in ghetti, non in campi senza servizi e senza legge.

In entrambi i casi, si devono rispettare le leggi del paese ospitante.

Non vedo soluzioni win-win al di fuori di questo contesto ma se qualcuno ne ha altre, lo dica.

Francesco

siamo pratici. cosa significa garantire giuridicamente lo status di popolo nomade? vogliamo che queta gente non sia nè italiana, nè ungherese... però sia europea? tempo due settimane e tutti i governi si passerebbero la patata bollente tra le mani, visto che tanto, "teoricamente" i roma dovrebbero trovare ospitalità da Lisbona a Varsavia. questa soluzione è molto comoda per quegli stati che non hanno mai visto uno stanziamento, perchè i costi dell'istruzione, della sanità, dello stato sociale sarebbero spalmati solamente a francia, italia et similia.

gli isterismi francesi, al netto dell'opportunismo elettorale di sarkò, sono giustificabili nel momento in cui l'europa dà delle direttive così generiche (perchè suvvia, chi è mai contro i diritti fondamentali?) e poi non affronta la questione dei mezzi per realizzarle. ragionando meno con la pancia, francia e italia si sentono prese in giro dai quegli stati partner che questi problemi non ce li hanno, o li hanno risolti.

politiche di integrazione: assolutamente necessarie, elettoralmente difficilmente attuabili. sarà perchè in italia (a differenza di altri paesi d'europa) la lega su queste cose ci marcia su. epperò, mettere su somme di denaro per un popolo che quando è italiano, lo è, diciamolo, solo formalmente, è una questione che scotta un pò. la soluzione NON è stare a ragionare sui campi nomadi e i posti delle roulotte; capisco in parte il retroterra culturale, ma, realisticamente, a cosa serve dare una famiglia il posto roulotte un'anno a catania, l'altro a varese, e l'altro ancora a monaco di baviera? che sensò avrà per i figli andare a scuola, farsi un anno in tedesco, l'altro in francese?

l'integrazione, piaccia o no, dovrebbe andare di pari passo con la stanzialità, con tanti saluti alle caratteristiche dei nomadi. se fornisci il posto roulotte non fai un opera di integrazione; se invece fornisci loro i servizi più essenziali alla condizione che tu non ti muoverai da qui per almeno due anni e che porti un certificato di frequenza alla scuola per i tuoi figli ogni anno per accedere anche ai servizi minimi di assistenza sociale, allora forse capiranno che la stanzialità ha indubbiamente dei vantaggi. se poi dopo dieci anni ha fatto il tuo dovere e vuoi avere la cittadinanza, lo stato te la da, ma a quel punto i tuoi figli si saranno fatti le scuole in italia, sapranno parlare l'italiano, e magari invidieranno pure i loro compagnetti che vivono in un appartamento e da grandi vorranno essere come loro.

eppoi, il fatto che a questa gente venga regalato suolo pubblico solo perchè danno fastidio.. a me pare una scelta aberrante, la maniera più ipocrita per dire vi accontentiamo, ma stateve boni. vogliamo istituire lotti per i filippini, per i nigeriani? tanto vale viziarli pure con frigoriferi e lavatrici. quando un marocchino arriva in italia con i genitori gli zii e i figli non ha un posto riservato, eppure non è che tagli i contatti coi parenti. cos'è, ci piace pensare che i roma abbiano bisogno della terra nuda, di quattro baracche e di un oca malaticcia per sentirsi a casa?

Ammetto che alcuni dubbi sono piu' che legittimi. Resta tuttavia che di occasioni per integrarsi i Roma ne hanno avute per secoli e non si sono mai mostrati cosi' interessati a coglierle, quindi mi chiedo quanto si dovrebbe offrire perche' questo avvenga.

Politiche d'assimilazione ne sono state tentate parecchie, ad esempio in Cecoslovacchia e in Romania durante il periodo socialista, e non mi sembra che siano riuscite piu' di tanto, nonostante i governi locali non usassero certo il guanto di velluto.

Per questo mi chiedo se tentare una via negoziale, di "buon vicinato" appunto, non potrebbe essere un'alternativa da considerare.

E' vero che è stato in circolazione un buonismo davvero sciocco e deleterio. Sarebbe meglio non si rischiasse di cadere nell'opposto estremo come pare emergere in più di un caso. Credo che la soluzione stia nell'applicazione della legge: ciò che è illegale va perseguiuto ed eliminato ai sensi delle norme. Per i ROM di cittadinanza italiana, se sono un problema e determinano allarme sociale, è implicito che occorra spendere del danaro per risolvere. Si eviterebbero costi diversi che comunque ci sono con la differenza che se si mette in piedi un sistema che funziona, la spesa potrebbe poi ridursi. Ad esempio l'eliminazione dei campi abusivi dovrebbe essere seguita da un sistema di "incentivi" a trovare una sistemazione diversa, così come si sta facendo a Milano se ho capito. Ad esempio bisogna fare in modo che i bambini ed i ragazzi vadano almeno alla scuola dell'obbligo. ma il percorso di integrazione non può avvenire se non si eliminano alcuni luoghi comuni sui ROM tipo "rapitori di bambini" che non mi pare sia una connotazione suffragata da alcun dato. Voglio dire che se un ROM che ha un regolare lavoro cerca casa, non so quanti proprietari sarebbero disposti ad affidargli il proprio appartamento. Una buona informazione servirebbe e sarebbe utile a far distinguere tra percezioni errate e realtà. In ogni caso, a delinquere è l'individuo e non certo l'etnia. E per i miei gusti di etnia si comincia a parlare un pò troppo.

 

In ogni caso, a delinquere è l'individuo e non certo l'etnia. E per i miei gusti di etnia si comincia a parlare un pò troppo.

 

L'ho scritto pure io che a delinquere è Ivan, Sacha, etc., e non certo un etnia (che tale non è, chi pensa al DNA è un idiota), però è sicuramente una "comunità" con delle regole (?) proprie.

Forse il senso di fastidio è questo: non tolleriamo persone vicino a noi con "regole" diverse, ma non riesco, nemmeno razionalmente, ad eliminarlo, e non sento di avere la soluzione del problema, perchè ai miei occhi tale è: un problema.

Ci ho pensato molto, e ritengo, a questo punto, che ci dobbaimo preparare a due estremi: o una ondata xenofoba senza precedenti (e a Napoli, Ponticelli, già l'abbiamo avuta, e chi si è ribellato era povera gente, che poco aveva, ma stanca di continui furtarelli, protesta poi cavalcata dalla camorra), o i Rom cominceranno a capire che nel 2010 il loro stile di vita si deve adattare al nostro.

Qualcuno ha detto: si facciano rispettare le regole, che è quello che penso anche io, ma poi dico: in gran parte sono sanzioni amministrative, che ai Rom fanno un baffo, guidano senza patente e assicurazione, figurati se hanno paura di una "sanzione amministrativa", e se decidessimo di arrestare tutti per "vagabondaggio" dovremmo istituire dei lager che nemmeno i nazisti..

La mia impressione è che abbiamo fatto l'errore del pendolo: troppo larghi e tolleranti agli inizi, e adesso stiamo correndo dall'altro lato, come De Corato. La vedo dura, perchè, guardandomi allo specchio mi dico: se una persona mediamente capace di intendere e di volere, come me, ha una paura (e tutte le paure sono irrazionali), mi immagino cosa pensi la gran parte della popolazione italica, che magari non ha nemmeno gli strumenti (educazione e cultura) per controllare i propri istinti.

Rimango perplesso.

De Corato me lo ricordo quando io ero al Liceo (o all'Universita' - quando si va tanto indietro nel tempo le datazioni si fanno flebili e imprecise). Fascista era e tale rimane. Ma non e' solo questo, non era un fulmine, diciamo cosi'. Triste che gente cosi' abbia fatto carriera - non perche' ex-fascisti (tutti si possono ravvedere e allora molti di noi - tranne Nanni Moretti, naturalmente - avevano posizioni poco raccomandabili dall'altra parte) ma perche' "ex-poco fulmini". Come dicono gli americani, + o -:  "once poco-fulmine always poco fulmine"

Beh, che in politica prevalgano i peggiori è noto. Mi pare che l'abbia detto Hayek. DeCorato è in buona compagnia, a destra, al centro e a sinistra.

Qualsiasi fenomeno di ghettizazione, discriminazione , esilio o affini ha come naturale conseguenza una esaltazione e fortificazone identitaria, non solo in chi perpetra tali atti ma sopratutto in chi ne è vittima. La storia dell'Europa pre-nazista ne è solo uno dei tanti esempi. Se, come penso, tutti noi ambiamo a che uno stile di vita completamente avulso alle regole del vivere civile  e alla pacifica convivenza, quale quello dei roma, si "estingua", non posiamo che agire in senso opposto a quanto proposto da tal  de Corato.

io ritengo che a dover agire sia la "selezione naturale a lvello culturale". Per essere più chiaro: in ogni contesto storico qualsiasi tradizione per quanto storicamente e localmente radicata ha dovuto adeguarsi alle mutevoli dinamiche della società nella quale persisteva. Persino le monolitiche e dogmatiche istituzioni religiose monoteiste si sono evolute per venire in contro, nonostante la strenua resistenza, alle esigenze di una società secolarizzata (ne percepiamo ancora gli attriti). Stesso discorso per quanto concerne l'universo islamico di oggi, dove le contraddizioni di quel mondo poste dinanzi alle sfide della globalizzazione (in senso ampio) stanno esplodendo proprio adesso con più vigore.

Perchè non possiamo quindi ritenere che lo stesso processo agisca su di una sparuta minoranza della popolazione europea sempre più ai margini della società?

Certo tale processo non potrà che essere lungo e dovrà  inevitabilmente veire guidato e promosso.

Alcune azioni atte a favorirlo sono state indicate in alcuni commenti qui sopra: incentivi anche economici per aumentare il livello di istruzione, togliendo i ragazzi dalla strada ( sul modello "bolsa familia" in brasile); campagne di informazioni contro gli stereotipi attorno ai rom ( "rubano i bamini" sono "rumeni" ecc).

altri interventi hanno un caratere più generale ma anche una ovvia ricaduta sul problema in questione : rivalutazione di alcune zone urbane ( campi nomadi ai parioli o su via monte napoleone non ne ho mai visti :-) ); investimenti nella sicurezza e certezza della pena: l'italia è un far west legale in certe aree, non dobbiamo stupirci se poi oltre alla delinquenza DOCG ne abbiamo anche una buona quota di importata .

insomma la strada è "lunga e dura", ma credo percorribile, ricordandoci sempre che se di "tendenze culturali" parliamo, non possiamo non riflettere sul fatto che le queste sono per definizioni invertibli

 

 

Ho trovato sul web questa lettera, molto recente, di concittadini di De Corato.

Mi è piaciuta la lettura di questo racconto di Primo Levi.

E di questo articolo pubblicato su la Stampa.

Per chi avesse voglia (e tempo) esiste una buona bibliografia su gli “zingari”.

Pare siano anche persone capaci di scrivere libri, fare film…: ne parlano loro stessi QUI e QUI.

Diversi anni fa a mia moglie, preside di scuola media, è stato proposto di seguire un gruppo di ragazzi rom provenienti dalla scuola elementare. Erano seguiti da operatori del Comune. Mi raccontava delle difficoltà quotidiane ma anche dei piccoli successi. Difficoltà dovute soprattutto alle loro peculiarità culturali. Un lavoro improbo per gli insegnanti, ma lo facevano. Abbiamo anche visto in quegli anni che alcune di quelle ragazzine avevano poi trovato piccoli lavori in attività artigianali. Poi il comune non li ha seguiti più. Non so se ancora ci siano ragazzi rom che qui vadano a scuola.

Ah, dimenticavo: i miei due figli hanno studiato per breve tempo a Napoli, anni fa, in periodi diversi. Uno era al primo anno d’università. Viveva nel terrore dopo due episodi di “violenza”: una volta un ragazzo napoletano gli aveva puntato una pistola in faccia e lo aveva derubato di tutto quel poco che aveva. L’altro frequentava un master del Mef. Una sera un ragazzo napoletano gli aveva puntato un coltello in gola, gli aveva tolto la somma appena prelevata dal bancomat per pagare l’affitto, gli aveva rubato il bancomat. Né noi né i ragazzi abbiamo mai pensato che le disavventure, per loro terrorizzanti, dipendessero dal dna dei napoletani.

grazie per aver linkato la lettera e il racconto di Levi.

 

Ps: belle foto nel tuo blog.

"Né noi né i ragazzi abbiamo mai pensato che le disavventure, per loro terrorizzanti, dipendessero dal dna dei napoletani."

infatti hai pienamente ragione. purtroppo nessuno applica i propri filtri ideologici sulla propria stessa comunità.  è il famoso etnocentrismo.


 

Né noi né i ragazzi abbiamo mai pensato che le disavventure, per loro terrorizzanti, dipendessero dal dna dei napoletani.

 

Purtroppo c'è chi invece lo pensa ed agisce di conseguenza. Intendo che, quando si crede sia una questione di DNA, automaticamente non si investe più nel recupero culturale e sociale che è l'unica strada che puo portare risultati nel lungo periodo. Purtroppo mi sembra che in Italia nel dibattito ci si limiti nei due opposti estremismi: o son tutti ladri con il "DNA malato", o son tutti "buoni", portatori di una cultura millenaria vittime della società capitalista.

PS

Grazie per i link anche da parte mia!

 

Un gran bel film sul problema dell'integrazione. Quando Soldini era ancora un ottimo regista.

Il film e' bello, confermo. Un tema simile lo si trova anche in "Allodole sul filo" di Jiri Menzel, gran filmone.

Permettimi l'OT: secondo me anche i film piu' recenti di Soldini sono molto belli.

 

Chi è che si ricorda da dove è tratta la  citazione che inizia con

"When they came for the (gypsies, negroes, jews, ... etc.) I was not a ... "

e si conclude con

"When they came for me it was too late." ?

E' stata una delle prime cose che ho appreso, a livello profondo, nel mio soggiorno negli SU, che è inizato nel 1960, e si è sostanzialmente concluso dieci anni dopo.  Mi sembra che racchiuda l'essenza del "liberalismo" negli SU degli anni sessanta. (Purtroppo le cose sono cambiate anche negli SU, ma questo è un altro discorso.)

Ma non ricordo dove e come ho letto questa citazione, improvvisamente ricomparsa nel titolo di un post" di NfA.

bertold brecht, se non sbaglio.

E' una poesia di un teologo tedesco oppositore del nazismo Martin Niemöller. Anche se spesso viene attribuita a Bertol Brecht (ma in questo post è meglio evitare :D)

Erroneamente attribuita a Bertolt Brecht



Martin Niemöller richiesto di fornire la versione corretta dichiarò di non essere sicuro di aver detto le parole molto citate... 

http://it.wikipedia.org/wiki/Prima_vennero...#cite_note-2

 

Qui qualche notizia.

„Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen; ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen; ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert; ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie mich holten, gab es keinen mehr, der protestieren konnte.“[

 

Martin Niemoller

 

 

Il nipote di Herbert Marcuse, che -- mi dicono colleghi-- e' l'autorita' finale sul tema.

Trovate una marea di informazioni in

http://www.history.ucsb.edu/faculty/marcuse/niem.htm

 

in particolare sul tema, assai controverso del perche' mai disse "vennero per i cattolici"

 

Adriano,

scusa eh non ho letto tutti i commenti, ma mi sa che io la penso come  Marco Esposito.

Il problema degli zingari C'E', poche storie, non mi sembra che qui nessuno lo neghi..che poi De Corato dica cretinate e colleghi il problema al colore della pelle è solo collegato alla sua (di De Corato) cretineria.

Io pure non capisco i Rom, ma non è un problema razziale, ma di condotta. Sono certamente "difficili" da integrare, nel senso che perseguono uno stile di vita che è difficilmente accomodabile con quanto fanno gli altri. Abitano in zone che, denominate campi nomadi, o sono concentrazioni abusive dove governa una criminalità auto-gestita, o se sono autorizzate divengono immondezzai per l'incuria di chi li abita. Non vorrei fare populismo a buon mercato, ma mi capita di leggere che comuni che conosco bene, destinano fondi cospicui per la costruzione di campi nomadi, dotati di elettricità e acqua, che gli occupanti NON pagano, mentre questi si dedicano a furti, accattonaggio e sottrazione di rame da centraline elettriche. La gente normale percepisce queste cose e le trova fondamentalmente ingiuste, come trova ingiusto il sindaco di Roma Veltroni che dopo l'ennesimo incendio di un campo rom, per via dell'incuria con la quale è gestito il campo stesso dai suoi occupanti (cosa che lo rende facile preda di fiamme) si presenti al campo a dire "ricostruiremo tutto", nel mentre che i romani pagano mutui e affitti per sopravvivere in posti da incubo come la periferia romana. Per inciso, è lo stesso fraudolento Veltroni che poi, per compiacere gli elettori dopo l'omicidio Reggiani, manda le ruspe nei campi rom e demolisce tutto da mane a sera...come è ovvio aspettarsi quando le situazioni sono lasciate a incancrenirsi senza soluzioni. Purtroppo il razzismo diffuso salta fuori quando le situazioni non sono affrontate in maniera razionale e si tira a campare e si lascia, appunto come dice Marco Esposito, che a fronteggiare i rom negli autobus a borseggiare siano persone a stipendio fisso che aspettano ore autobus affollati...

Comunque starei tranquillo: gli zingari sono davvero congeniali allo spirito italiano. L'abusivismo, il tirare a campare, la distruzione e la sporcizia degli spazi pubblici loro assegnati sono tutti tratti che vediamo anche nella condotta media degli italiani...ne sono certo: con quest'aria da fine impero ne verrà fuori una inedita sintesi romano-barbarica, si tratta solo di aspettare, i numeri e le capacità non ci mancano.

 

tutto giusto. un buon motivo per trovare una soluzione adeguata e razionale che non scada nel populismo più razzista - che tanta soddisfazione darebbe a molti elettori dallo stomaco sensibile- o di converso, opti per lasciare tutto allo status quo in nome dei "più alti valori della tolleranza e dell'integrazione. proposte?

Il professor Moffa, dell'Universita' di Teramo,
e' stato censurato per essere un negazionista

premesso che il negazionismo e' repellente e il solo pensiero produce in me vari sommovimenti indesiderati  

pongo alcune domande non retoriche:

la liberta' di insegnamento non e' sacrosanta come la liberta' di espressione?

e la liberta' di insegnamento non ha forse ricevuto un impulso proprio dopo il caso Galilei, cioe' in una situazione in cui a questo signore veniva impedito di parlare perche' i suoi superiori avevano deciso che diceva cose sconvenienti?

e non e' forse il caso, questo del libero mercato delle idee, in cui il libero mercato, appunto, deve essere lasciato assolutamente libero di procedere, perche' e' attraverso la discussione libera che si riconosce il grano dal loglio?

chi e come decide cosa e' scienza e cosa e' ciarlataneria? ma e' proprio il libero confronto delle idee a deciderlo, attraverso il dialogo: le persone che non temono di non essere in grado di reggere il dialogo in genere cercano di sottrarsi al dialogo

(Tremonti e' mai venuto ai vostri incontri?)

se in un dipartimento di matematica uno si mette a insegnare che 3 piu' 3 fa 33, saranno gli stessi studenti a ridicolizzarlo, disertando le sue lezioni e costringendo il preside ad assumere un nuovo professore che insegni un secondo corso, perche' saranno gli stessi studenti a protestare

nel campo delle idee, io penso veramente che il libero mercato sia una panacea per tutti i mali

Altrimenti si finisce per parafrasare quella filastrocca:

sono venuti a tappare la bocca a Moffa, e nessuno ha detto nulla
...
infine sono venuti a tappare la bocca a me, e non c'era nessuno a protestare

 

se in un dipartimento di matematica uno si mette a insegnare che 3 piu' 3 fa 33, saranno gli stessi studenti a ridicolizzarlo, disertando le sue lezioni e costringendo il preside ad assumere un nuovo professore che insegni un secondo corso, perche' saranno gli stessi studenti a protestare

 

Immagino e spero che se un prof si mette a dire che 3+3 fa 33 venga cacciato all' istante: dica cosa vuole, ma anch' io devo essere libero di non dare soldi a chi perde e fa perdere tempo, anche perchè gli studenti non hanno intenzione di pagare la retta per finanziare un corso inutile. Se poiqualcuno crede che una nuova matematica fondata sull' assioma n+n=nn possa portare a, chessò, costruire auto più veloci, lo assumerà a suo rischio. Questo è il mercato, no?

 

Mah, secondo me la cosa più ridicola è che uno che sostiene tesi negazioniste, che prima che aberranti sul piano morale lo sono sul piano empirico dell'effettivo accertamento dei fatti storicamente occorsi, sia professore ordinario. Dove erano i suoi colleghi quando diceva e scriveva quelle cose?

Una piccola avvertenza. Discutere di esempi concreti additando esiti possibili con il riferimento ad analogie con episodi storici particolarmente rilevanti può pure essere proficuo, ma è pur sempre un argomento analogico che potrebbe essere un po' forzoso. Io comincio ad essere sempre più sospettoso di argomenti a sostegno dei quali sono poste ronde di potenziali camicie brune....il rischio c'è sempre per carità, ma sarebbe meglio non abusarne.

la vita non è wikipedia

 


se in un dipartimento di matematica uno si mette a insegnare che 3 piu' 3 fa 33, saranno gli stessi studenti a ridicolizzarlo, disertando le sue lezioni e costringendo il preside ad assumere un nuovo professore che insegni un secondo corso, perche' saranno gli stessi studenti a protestare

 

 

nell'esempio qui sopra ci si trova in una situazione in cui la conoscenza di cui si tratta è condivisa sia dal professore che dagli studenti. tra i due esiste una sorta di parità informativa. capita. la situazione comune (e che da senso alla figura dell'insegnate) è, però, che esista un gap tra professore e alunno. come la mettiamo nel caso in cui degli studenti del primo anno di scienze politiche si trovano un professore di economia politica che gli spiega che l'intera teoria conomica è perfettamente esposta e sintetizzata dal capitale di Marx? o peggio, nel caso in cui un professore di liceo spiega alla classe che la teoria creazionista è più valida di quella evoluzionista in quanto "3x/7XY* log radice di 2=z" ? quali strumenti hanno gli studenti per contraddire l'autorità del proprio insegnate?

va bene ma facciamo a capirci: ho scelto un esempio strambo, un caso limite: cancellalo dal disco rigido

Ok, ma la mia voleva essere una risposta generica (e magari non ci son riuscito).

In poche parole in quello che è successo al prof "negazionista" non vedo niente di male, egli dice cose che per la storia ufficiale son baggianate, e l' università per salvare la propria reputazione lo vuole rimuovere. Il problema ci sarebbe stato se fosse stata la polizia ( o qualche benpensante) a zittirlo, magari fisicamente.

ps: se quando parlavi di caso limite intendevi moffa e non il matematico, questo mio commento è ovviamente inutile e superfluo, e più del solito.

Il problema è che nessuno di noi sa esattamente che cosa abbia detto il prof. Moffa e con quali argomenti lo abbia sostenuto. Il giudizio è sommario e basato sul sentito dire. Rimuovere il prof. Moffa è possibile, attraverso una azione disciplinare, o un procedimento  di licenziamento per manifesta incompetenza. Lo stesso procedimento  potrebbe essere iniziato contro un professore che insegna che 3+3 fa 33. Si tratta però di procedure molto complesse che prevedono tempi lunghi e garanzie per l'accusato. Nel 1969-70 mi ricordo le dimostrazioni studentesche a Berkeley che chiedevano il licenziamento di un tal professor Jenkins che aveva sostenuto che i negri sono meno intelligenti dei bianchi. Non credo che Jenkins sia mai stato licenziato. Lo slogan ancora risuona nei miei orecchi "Fire Jenkins close it down (the university)" O forse "fire Jenkinb, burn it down"

 

Il problema è che nessuno di noi sa esattamente che cosa abbia detto il prof. Moffa e con quali argomenti lo abbia sostenuto. Il giudizio è sommario e basato sul sentito dire.

 

su youtube si trovano facilmente dei filmati delle sue lezioni

 

Marco, tanto per toglier aria fritta.

1. esiste un problema (davvero) in tutte le organizzazioni statali territoriali per chiunque sia nomade,

non si sa bene  dove mandargli la bolletta del gas, o le cartelle delle tasse, per non parlar d'altro. E' un fenomeno complicato che va compreso, senza farci un dramma.

2. Rimango dell'opinione che vi siano dei doveri di non dir scemenze, che si accentuano e non diminuiscono in caso si sia sindaco, vice sindaco, assessore all'erogazioen dei servizi o quel che ti pare.

Ergo, 2.1 De Corato avrebbe fatto meglio a star zitto che a parlare e a smentire che mi sembra pez el tacon del buso (peggiore la pezza che copre il buco del buco medesimo)

3. Il razzismo e' una brutta bestia: e' innato (a tutti stanno sui cosidetti persone x, y , e z se si trova un carattere comune a x, y, z comincia una tentazione [che e' davvero una cosa seria delle nostre psiche] a dire dunque alpha e beta che posseggono il carattere (meglio se macroscopico: guidare Suv, esser abbronzati, aver l'accento di Salerno e Pellestrina invece del mio, o meglio  aver il naso storto, meglio adunco fino a "non" credere che la vergine fosse vergine prima e dopo il parto.. etc.) hanno gli stessi caratteri (supposti nefasti) di x, y, e z. Per questo e' bene guardarsi attorno.

4. Su molti fenomeni vi sono opzioni diverse. Il mio parere che non e' affatto studiato,  e' che gli europei farebbero bene, data la loro demografia, ad accogliere di piu' e non di meno.

5. E' questo il multi-culturalismo che ti fa girar i cosidetti? Non necessariamente (ho in mente politiche di metter tutti in pentola e lasciare che gli ebrei americani sian patriottici quanto Wolfowitz e Kissinger, quanto Kennedy e Cuomo) Ammetto che il problema va studiato assai.

6. Sul piano della sanzione (punizione penale) mi sembra che solo il reato di un individuo sia punibile sia esso il testa di XXXX che prende a pugni la romena che lo zingaro che scoccia il Sig Biba.

 

7. Su il fenomeno Moffa: onestamente sono un po' sciocchezze. Non vi e' un dibattito reale in termini di dibattito tra gli storici se sia o meno esistito un piano per massacrare gli ebrei. E' stato deciso a Wannsee il 20 di gennaio del 1942. Il resto mi sembra un po' come insegnare che per ragioni che non si capirono bene NON e' mai esistita la dinastia dei Tang. A mio avviso, trovo un po' (un po' tanto) stupefacente che un tale figuro sia un ordinario, se fossi in un momento piu' tranquillo direi pure che se fosse un ordinario che insegna a curare  tumori (e pensa che i nazisti mettessero su le docce col gas contro i pidocchi dei capelli) lo lascerei insegnare chirurgia e null'altro. A storia no.

8. Ha tale e tale  diritto di raccontare idiozie? in assoluto si, in pratica meno. Le racconti sui giornali e non all'universita' (ad avviso del sottoscritto) per la semplice ragione che l'universita' fa (bene o male) il mestiere di amministrare, digerire, trovare, e distribuire conoscenze, non idiozia. Equivalente se uno insegnasse a ginecologia che i bambini nascono dal volo della cicogna, io non lo assumerei a insegnare ostetricia  e ginecologia.

 

9. Per il resto, aria fritta. Si',  X e' meglio di Sorbonne e Ens funziona meglio che paris I-XIV.

 

Questo lo testimonio in corpore vili: l'ultima volta che ho insegnato a un Ens (lyon lsh) il suo bilancio era equivalente alle 14 succitate, con (ca) 1000 studenti, mentre le 14 "parigine" saranno nelle decine di migliaia. Il resto sono ciance senza senso. 

 

Per il resto la domanda sul multiculturalismo e' seria ed e' un dilemma che va affrontato come tale: la gente e' spesso razzista il che non vuol dire ne direttamente nazista ne pronta allo sterminio, ma ci slitta dentro e la vigilanza mal non fa, visti, si', i precedenti.

 

 

 

 

quoto in toto Palma e sottoscrivo (tranne che sulla diatriba sorbonne si Vs sorbonne no, di cui non so una fava)

Cosa le ha fatto la chirurgia, professore, per cercare di scaricarlo a noi?

vi segnalo un sunto del punto di vista dell'Osservatore Romano (in un articolo che uscira' domani) sulla proposta di penalizzare il negazionismo

www.repubblica.it/cronaca/2010/10/18/news/vaticano_negazionismo-8194117/

 

compagni, cittadini e camerati, state debordando in scemenze.

Suggerisco di smettere.

Grazie Francesco Ginelli.

La civilizzazione del nostro paese appare, dai commenti, più difficile di quanto si potrebbe pensare

(ma forse quando i ragazzi di oggi saranno adulti, sarà tutto più facile; almeno spero).

Non avrei immaginato su noise tanto palese e latente non dico razzismo, quanto lamentoso e ottundente orticellismo.

Eppure una possibilità di integrazione di "Zingare e Zingari" è già prevista, almeno nel territorio di Siena, da un Bando del 1573, che espelle solo quegli zingari i "quali non siano accasati, e ridotti ad habitare con esercizi, & abiti leciti, e non Zingareschi da molti anni addietro in alcuna delle terre del dominio, e stato di questa Città".

Ma il cammino della civilizzazione, si sa, non è lineare.

 

Ma il cammino della civilizzazione, si sa, non è lineare.

 

 

per i nostri assessori cangemi si .... fatti non pugnette  :-)) 

regione.sardegna.it/documenti/1_106_20101004180917.pdf

 

qual'e' la differenza principale tra Catone e Hitler? a mio avviso e' questa: il primo era una persona trasparente: diceva quello che voleva: chiaramente: Carthago delenda est: senza giri di parole, e non in delibere nascoste

il secondo invece si nascondeva dietro la presunta ``cattiveria'' di ebrei omosessuali zingari ecc

il primo no, non si nascondeva dietro una presunta ``cattiveria'' dei cartaginesi e veniva subito al dunque: Carthago delenda est

la nostra societa' moderna oscilla tra il primo e il secondo corno, nel trattare con i Rom e compagnia bella

e' vicino al secondo, nell'atteggiamento mentale, chi dice semplicemente: si devono integrare con noi, senza pensare, o facendo finta di non sapere che integrarsi, per loro, significa perdere la loro identita', e quindi equivale a scomparire

poi abbiamo versioni moderne di Catone, che dicono quello che pensano

e' triste




Guarda che se ti leggi il "Mein Kampf" trovi una descrizione trasparente e dettagliata del programma politico di Hitler, che non appena preso il potere ha messo in pratica con un'alacrità e una diligenza degne di miglior causa.

É da quella lettura che scaturisce la mia indulgenza per i politici bugiardi.