Uccidere Linate per far crescere Malpensa? Una pessima idea

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Limitare l'accesso all'aeroporto di Linate comporterebbe svantaggi per la maggior parte dei cittadini.

Pochi giorni addietro, la stampa ha dato un certo risalto alla presentazione dello studio del sistema aeroportuale italiano ad opera della European House Ambrosetti. Con ogni probabilità, l'evento ha destato un'attenzione particolare perché il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera ha dichiarato di condividere la proposta principale dello studio, ovvero l'idea che il governo si adoperi per la valorizzazione dell'aeroporto di Malpensa attraverso la limitazione delle attività dello scalo di Linate. Si noti che il dicastero diretto dallo stesso Passera sta ultimando la preparazione del nuovo piano aeroporti, il documento che fornirà le linee guida per lo sviluppo del sistema aeroportuale italiano nei prossimi decenni.

Nota al margine: chiunque abbia voglia di consultare il documento scoprirà ( si veda pagina 112 ) che lo studio e' stato confezionato in collaborazione con la SEA stessa e si è avvalso dei contributi del suo presidente, di esponenti di due tra i suoi principali azionisti, vale a dire il fondo F2i e il Comune di Milano, nonché di due dirigenti della direzione generale del trasporto aereo presso il ministero guidato da Passera. Pare lecito sospettare che lo studio sia stato commissionato da SEA e sia stato sottoposto all'approvazione preventiva del ministro.

A seguito del decreto Burlando, che nell'autunno 1998 ordinò il trasferimento della maggior parte dei voli da Linate a Malpensa, i passeggeri in transito su quest'ultimo aeroporto raggiunsero già nell'anno 2000 i venti milioni circa, mentre nello stesso anno il traffico sullo scalo cittadino fu di poco più di 6 milioni, con un decremento del 60% rispetto al 1997. Nello stesso anno 2000, il decreto Bersani rivoluzionò i criteri per l'utilizzo di Linate, aumentando decisamente le possibilità di accesso alle compagnie. Che le stesse abbiano approfittato di queste nuove possibilità è testimoniato dall'andamento del traffico su Linate negli anni successivi: un pressoché costante aumento, fino a superare i 9 milioni di passeggeri nel 2011. Nel corso dello stesso anno, Malpensa ha registrato poco più di 19 millioni di passeggeri, un dato inferiore rispetto a quello dell'anno 2000.

La diagnosi dello studio è che Linate stia cannibalizzando Malpensa, ovvero che il mancato sviluppo del traffico su Malpensa dipenda principalmente dal perdurante successo di Linate. La terapia proposta è che il governo si adoperi per via amministrativa a limitare nuovamente l'attività di Linate, così come fece con successo circa 14 anni fa. La tesi di questo pezzo è che tale terapia sortirebbe effetti positivi unicamente per la SEA, la società a capitale misto pubblico-privato che gestisce entrambi gli aeroporti milanesi. I consumatori (viaggiatori), al contrario, ne sarebbero gravemente danneggiati.

Le domande da porsi sono: 1) è così ovvio che il mancato sviluppo di Malpensa si debba ascrivere al successo di Linate? 2) quale sarebbe l'impatto di una limitazione dell'accesso a Linate sul traffico aeroportuale italiano? 3) chi tra i vari stakeholders trarrebbe vantaggi da un simile intervento? 4) chi ne soffrirebbe?

Colpa di Linate? Non scherziamo. Il mancato sviluppo di Malpensa dipende principalmente dall'evoluzione del mercato aereo internazionale, in particolare per quanto concerne l'assetto proprietario e organizzativo del settore e da una serie di svantaggi competitivi che in parte erano noti prima che l'aeroporto venisse ampliato.

La speranza che Malpensa potesse diventare hub per una delle maggiori compagnie aeree è tramontata da tempo. L'altissimo livello di concentrazione del mercato aereo fa sì che oggigiorno in Europa vi siano solamente tre grandi compagnie, British Airways, Air France-KLM e Lufthansa, ciascuna delle quali ha il proprio aeroporto di riferimento. Le altre aerolinee, tra cui Alitalia, sono diventate compagnie regionali che servono pochissime destinazioni intercontinentali e convogliano traffico presso l'hub della compagnia major con cui sono associate.

Per una grande compagnia, la decisione di avere un aeroporto hub è dettata da considerazioni di efficienza. In altre parole, convogliare il traffico su di un aeroporto massimizza i profitti. Tra le caratteristiche che le compagnie desiderano quando scelgono il proprio hub, vi è il volume di traffico che l'area in cui l'aeroporto è localizzato può generare (esclusi i transiti). Con o senza Linate, il volume di traffico generabile da Malpensa non si avvicina neanche a quelli di Heathrow, Charles de Gaulle, o Francoforte.

Mentre lo studio condivide la visione secondo cui Malpensa non ha un futuro come hub di una compagnia, indica che lo scalo avrebbe una vocazione di hub multivettore. La congettura avanzata è che a patto di ottenere i voli a medio e corto raggio che ora gravitano su Linate, diverrebbe attraente per compagnie extraeuropee che operano nel lungo raggio. L'idea è fallace, perché tutti i grandi vettori extra-europei partecipano ad una delle tre grandi associazioni di aerolinee -- Skyteam, One World e Star Alliance -- e quindi alimentano gli hubs di Air France, British e Lufthansa, rispettivamente. Questi grandi vettori extraeuropei hanno interesse a volare in Italia unicamente se l'aeroporto di arrivo è appetibile come destinazione finale. Ecco perché ritengono vantaggioso volare su Fiumicino e non su Malpensa.

Il futuro di Malpensa non può che essere quello di un aeroporto regionale che funzioni da feeder per aeroporti maggiori e da destinazione finale per un numero di voli a medio e lungo raggio. Quanto sia grande questo numero, dipenderà in larga parte dallo sviluppo economico dell'area di riferimento e dal risultato della competizione con Linate e Orio al Serio.

Gli anni che hanno marcato la sconfitta di Malpensa e il pareggino di Linate sono stati anche gli anni delle goleade dello scalo bergamasco, il cui traffico passeggeri è salito da 590 mila nel 1998 e 1 milione e 240 mila nel 2000, a ben 8 milioni e 400 mila nel 2011. Perché negli anni del fallito sviluppo di Malpensa, Orio al Serio ha visto aumentare i propri passeggeri di circa 14 volte? Malpensa e Orio sono essenzialmente equidistanti da Milano. Una differenza fondamentale tra i due è che, come recita una brochure dell'aeroporto bergamasco, Orio è al centro della Lombardia. La Malpensa, no. Non solo, l'area raggiungibile da Orio in un'ora racchiude nove milioni di abitanti e 800 mila imprese, che producono più del 20% del PIL italiano.

La conclusione abbastanza ovvia che un osservatore indipendente dovrebbe trarre dai dati a disposizione è che, molto semplicemente, una moltitudine di viaggiatori preferiscono Orio e Linate a Malpensa. Chi suggerisce che in realtà ai milanesi piacerebbe viaggiare su Malpensa, ma il comportamento collusivo delle compagnie aeree non lo rende possibile, è in mala fede. Se ci fossero profitti da fare spostando voli da Orio a Malpensa, per esempio, EasyJet lo farebbe istantaneamente. Allo stesso tempo, non si capisce perché Alitalia non dovrebbe spostere i propri voli da Linate per Catania se così facendo prevedesse di aumentare i profitti. Lo stesso, per Aer Lingus e i suoi voli su Dublino.

Nessuno ha un'idea migliore del management di SEA circa gli svantaggi competitivi dello scalo di Malpensa. Non solo rispetto a Linate, ma anche rispetto ad Orio al Serio. Tant'è che nello studio Ambrosetti si legge che ''... dovrà poi essere posta la massima attenzione affinché un simile provvedimento [la limitazione dell'accesso a Linate] non possa essere ancora una volta aggirato attraverso un diverso utilizzo dello scalo di Bergamo (attualmente classificato dal Piano Nazionale degli Aeroporti come aeroporto low cost) da parte delle compagnie tradizionali che potrebbero progressivamente posizionare nuovi collegamenti da quello scalo verso i propri hub''.

Se si destinasse Linate unicamente alla navetta con Fiumicino, come suggerito dallo studio Ambrosetti, gli operatori esclusi si troverebbero a decidere se trasferire tutti i voli a Malpensa, trasferirne una parte, o abbandonare Milano. Sicuramente non aumenterebbero i voli, perché se convenisse loro l'avrebbero già fatto in passato (vista la capacità non sfruttata a Malpensa). Con ogni probabilità, solo una parte dei voli sarebbe trasferita. Inoltre -- vale la pena reiterarlo -- la speranza che lo spostamento dei voli causi un aumento dei voli intercontinentali da e per Malpensa è destinata ad essere delusa.

Non è chiaro se l'incremento del traffico sul Linate-Fiumicino che si registrerebbe sarebbe maggiore del traffico sulle altre destinazioni che l'area milanese perderebbe a causa del trasferimento. Visto che la proposta di limitare l'accesso a Linate viene dalla SEA, bisogna desumere che l'azienda stimi di incrementare i propri profitti.

Quali le conseguenze per i viaggiatori e per le compagnie aeree (e quindi i loro azionisti)? È ovvio che tutti i viaggiatori che ora utilizzano Linate, a esclusione di quelli che viaggiano su Fiumicino, trarranno un danno dalla proposta dello studio Ambrosetti. Per quanto riguarda le compagnie, occorre premettere che dalla famigerata semi-privatizzazione ad ora, Alitalia ha goduto di un monopolio ex-legis sulla tratta Linate-Fiumicino, ma la situazione dovrebbe cambiare a breve. Ragioniamo dunque considerando come status quo lo scenario futuro più probabile, quello in cui non vi sarà monopolio. Sicuramente vi saranno aerolinee tuttora operanti a Linate che non avranno interesse (o gli slot adatti) a servire la tratta per Fiumicino. I loro profitti ne verranno a soffrire. Altre tra le compagnie già operanti a Linate utilizzeranno tutti i loro slot per servire Fiumicino. Per queste nulla cambierà, perché in assenza di monopolio Alitalia già lo potrebbero fare. Infine vi saranno compagnie che vorrebbero servire la rotta per Fiumicino, ma ora ne sono escluse. Per queste, la proposta sortirà dei guadagni.

In conclusione, l'idea avanzata dallo studio Ambrosetti e sottoscritta dal ministro Passera è veramente pessima. Andrebbe a danneggiare la maggior parte dei viaggiatori che utilizxano Linate, per portare vantaggi principalmente alla SEA.

Condivido con lo studio che l'assegnazione degli slot a Linate è subottimale. Contrariamente a quanto sostenuto dallo studio stesso, il problema non è l'assenza di regolamentazione, bensì un eccesso. Infatti l'assegnazione attuale è il risultato di grand-father rules (chi aveva gli slot se li è tenuti) e decreti governativi. La maniera efficiente di assegnare gli slot sarebbe attraverso aste competitive, in cui le compagnie aeree presentano offerte (di denaro, ovviamente) per ogni singlo slot.

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Commenti

Ci sono 85 commenti

Come si inscrive  la proposta nel quadro del possibile sviluppo futuro del traffico point to point?

... il ridimensionamento di Linate non serve a SEA, non serve a Malpensa, ma ad Alitalia.
Si chiama "restringimento del mercato". Se diventa complicato per tutti partire da Milano, usando Linate per arrivare poi all'hub delle altre compagnie, e quindi devo arrivare a Malpensa, posto che Bergamo è  al limite della saturazione, ed è mal collegato con Milano, mi torna in pista Alitalia, perchè la scelta diventa fra Alitalia intercontinentale o altra compagnia e trasbordo (con oneri aereoportuali).

Mi vien da dire che Passera non si dimentica degli amici... 

Orio è collegato con Milano tanto "male" quanto Malpensa. Probabilmente la grossa differenza c'è per chi deve andare alla nuova Fiera, che è a Nord Ovest quindi meglio collegata con Malpensa, ma per esperienza personale tutto il centro e la zona uffici sono piu' facilmente raggiungibili arrivando da Orio. A me il discorso di Gian Luca sembra mirato, Malpensa è un buco nero per il bilancio di SEA e vista la differenza di costi fissi con Linate conviene spostare il traffico su Malpensa e lasciare a Linate i voli interni o gli aerei da turismo. Che poi i passeggeri possano preferire la scomodità estrema di MXP alla funzionalità di OSR mi sembra possa succedere solo nei piani dello Studio Ambrosetti, soprattutto se non obbligano Ryanair a volare su MXP (e minacce di questo tipo con O'Leary hanno una probabilità di riuscita pari a 0).

Mentre resto dell'idea che sarebbe SEA ad avvantaggiarsi principalmente della limitazione di Linate, e' possibile che Passera stia pensando di fare un favore anche ad Alitalia.  Secondo me, se diventasse profittevole aprire nuove rotte a lungo raggio da Malpensa, sarebbero altre compagnie ad approfittarne.  Visto il network molto limitato che ha su MXP, AZ non ha particolari vantaggi competitivi, soprattutto per quei Paesi che hanno sottoscritto open sky agreements. Alitalia sta continuando nella sua lunga tradizione di perdere soldi dei propri azionisti, tra cui in contribuenti. Non ci resta che sperare in un decesso accelerato per una tra le fonti piu' persistenti di inefficienze che il Paese abbia mai prodotto.

La tesi sostenuta è del tutto sbagliata e mi pare che, se non bastasse l'ampia esperienza estera, questi 14 anni lo dimostrino abbondantemente.

 

Qui si parla di Malpensa, Linate e Orio come fossero aeroporti equivalenti. Non lo sono, perché l'infrastruttura del primo consente il decollo e l'atterraggio di aerei per i voli intercontinentali, gli altri due no e non potranno mai farlo fin tanto che per quelle distanze potranno essere utilizzati solo aerei di grande dimensione (viste le quantità di carburante necessario). E' la perdurante incapacità di chi ragiona di "mercato" di considerare fattori tecnici e industriali che continua a produrre tesi semplicemente assurde come quella sostenuta nell'articolo. peraltro vorrei segnalare che Malpensa - nonostante tutto - registra 19 milioni di passeggeri, più di Linate e Orio messi insime. E' dunque largamente Malpensa l'aeroporto preferito dai milanesi, persino oggi che è in crisi.

 

Il punto cruciale è esattamente la possibilità che l'area di Milano possa contare su un numero di collegamenti intercontinentali adeguato alle dimensioni della domanda che esprime senza dover passare per altri scali europei, riducendo tempi e costi di trasporto per passeggeri e per merci e riguadagnando all'Italia una grande quantità di ricchezza e occupazione che prorpio per l'incapacità di compiere scelte sul suo sitema aeroportuale il Paese da anni regala a Francia, Olanda, UK, Germania e Spagna.

 

Nei sui tre aeroporti Milano registra complessivamente un numero di passeggeri (37 milioni) pressoché identico a Monaco (38 milioni), anzi, per la verità molto maggiore perché i passeggeri di Milano sono quasi escluivamente origine-destinazione, non essendoci il traffico in transito che invece caratterizza Monaco. Le dimensioni del mercato dunque ci sono, eccome.

 

Nessuna compagnia è disposta a mettere intercontinentali a Malpensa diversi da quelli che la sola domanda generata dal bacino produce per il semplice fatto che mancano transiti. E i transiti mancano perché se una compagnia volesse produrne, dovrebbe mettere a Malpensa un gran numero di voli di breve e medio raggio da città come Napoli, Catania, Bari, Palermo, Cagliari, ecc., possibilemnte concentrati in poche fasce orarie nel corso della giornata. Ma con Linate e Orio, qualunque compagnia non risucirebbe a riempire sufficientemente i voli da quelle città perché i soli passeggeri destinati a colleamenti intercontinetali non bastano se non ci si aggiunge passeggeri che invece devono fermarsi a Milano e dintorni, cioè quelli che vanno a Linate e Orio. Questa è precisamente la ragione per la quale in qualunque altra città europea e del mondo con una domanda di trasporto aereo comaprabile a quella di Milano e della sua area (Londra, da questo punto di vista è un esempio idiota esattamente come lo sarebbe se stessimo parlando di metropolitane) nessuno è così scemo da tenere aperti tre aeroporti e neppure due. Così a Monaco come ad Atene, a Oslo come a Hong Kong, quando si apre un nuovo aeroporto con caratteristiche di scalo intercontinentale quello vecchio si chiude, senza trante balle. Persino a Parigi, che conta oltre 90 milioni di passeggeri, all'apertura del Charles de Gaulle l'aeroporto di Orly fu fortemente limitato per gli anni necessari a consolidare i network sul nuovo aeroporto, lasciando solo successivamente riacquistare voli e traffico al vecchio. Tra l'altro, normalmente, se esiste (e non esiste sempre) un aeroporto dedicato ai voli low cost, di norma sta a 70, 80, 90 o anche 120 km di distanza dalla città di riferimento.

 

Questa prassi è assolutamente scontata e normale ovunque ed era esattamente quello che avrebbe dovuto accadere anche a Milano secondo quanto previsto già prima dell'apertura di Malpensa, cioè quando Alitalia e KLM stavano fondendosi per creare la più grande compagnia d'Europa con hub Schiphol e Malpensa. Le incertezze sull'assetto di Malpensa (e dunque di Linate) furono una delle principali ragioni per le quali gli olandesi pagarono una penale per rompere l'accordo con Alitalia e finire direttamente nelle braccia di Air France. Ed è talmente vero che persino Maurizio Prato (alla guida di Alitalia quando fu compiuto il de-hubbing) disse chiaramente che Alitalia sarebbe rimasta in forze a Malpensa se Linate fosse stato chiuso. Così come Lufthansa stessa, quando decise di chiudere il tentativo di montare un hub a Malpensa, affermò che il principale ostacolo era Linate. E' talmente prassi consolidata che l'anno prossimo a Berlino (una città che non ha mai contato nulla nel trasporto aereo, forse anche per il fatto che aveva tre aeroporti) apriranno un nuovo aeroporto chiudendone tre.

 

Ora, si può naturalmente decidere che Milano e l'intero bacino di riferimento di Malpensa abbiano il proprio aeroporto intercontinentale di riferimento non in Malpensa, ma in altri grandi scali europei. E' quello che è accadunto fino a oggi ed è la ragione per la quale tutte le grandi compagnie eruopee vedono la chiusura di Linate e lo sviluppo di Malpensa come funo negli occhi: troppo ricco il boccone cui dovrebbero rinunciare (non è un caso se l'Italia, il nord Italia in particolare, rappresenta il secondo mercato continentale per tutte le grandi compegnie europee): E' una scelta che costa. Costa perché i voli intercontinentali che gli altri aeroporti europei alimentano con la domanda "pescata" qui - e che diversamente non potrebbero avere - significano maggiore connettività aerea per quei territori a discapito del nostro. Più connettività significa da un lato più attrattività per quei territori rispetto ai flussi turistici e rispetto agli investimenti diretti esteri, dall'altro più competitività delle imprese di quei territori che pagano minori costi di trasporto per le proprie merci e impiegano minori tempi di viaggio per incontrare fornitori e clienti.

 

Possiamo invece decidere di fare quello che fanno tutti, seppur senza neppure sperare nella determinazione di cui sono capaci gli altri che porterebbe non già alla limitazione di Linate, ma alla sua chiusura, così come alla chiusura di Orio spostando i voli low cost - se proprio gli si vuole lasciare un aeroporto dedicato- per esempio a Brescia, cioè a distanze più comparabili a quelle a cui sono tenuti a Francoforte (Hahn) come a Parigi (Beauvais), a Monaco (Memmingen) come a Barcellona (Girona) o a Bruxelles (Charleroi). Altrove (a Vienna come a Zurigo o a Berlino dal prossimo anno) i low cost operano tutti nell'unico scalo diponibile.

 

Il punto, quindi, non sono gli utlili di SEA. Speriamo che non continui neppure ad esserlo la comodità di quelle quattro bestiole da Salotto miliardarie che abitano all'interno della Cerchia dei Navigli, né per quei quattro porfessri sedicenti esperti che continuano a balterale ci concorrenza senza capire un accidenti di trasporto aereo, che sono gli unici per cui Linate è più comodo.

 

Elena d.P.

Concordo con questa analisi di elena dp e meno con quella di GianLuca

 

Per rispondere alla questione credo che bisogna prima chiedersi se vi siano rendimenti di scala crescenti nella gestione degli aeroporti (singoli o multipli). Pare pacifico che gli aeroporti, e il settore aereo in generale, presentino forti economie di scala in molti casi ancora non pienamente sfruttate. Questo motivo da solo sarebbe in grado di spiegare come mai avere più aeroporti non è una buona idea dal punto di vista finanziario, tantomeno per assecondare esigenze di nicchia. Una delle due, Linate o Malpensa, deve soccombere.

Ora l'articolo di Gian Luca Clementi suggerisce di lasciare Linate, ma non dice cosa fare di Malpensa. E nemmeno perché Linate debba sopravvivere o essere addirittura potenziata.  Non ho trovato vere argomentazioni in favore del “salvate Linate”.

Capisco che impiantare un grande aeroporto a Malpensa sia stata una scelta infelice all’epoca, ma una volta impiantato ciò ha cambiato i parametri e ha reso Linate un’inutile ed inefficiente infrastruttura.  O viceversa con probabilità molto inferiore.

 

 

La conclusione abbastanza ovvia che un osservatore indipendente dovrebbe trarre dai dati a disposizione è che, molto semplicemente, una moltitudine di viaggiatori preferiscono Orio e Linate a Malpensa. Chi suggerisce che in realtà ai milanesi piacerebbe viaggiare su Malpensa, ma il comportamento collusivo delle compagnie aeree non lo rende possibile, è in mala fede. Se ci fossero profitti da fare spostando voli da Orio a Malpensa, per esempio, EasyJet lo farebbe istantaneamente.

 

 

Quali sono i dati? Nel 2011 Malpensa ha avuto 18 milioni di passeggeri, Linate 9 miloni e Orio al Serio 8e1/2. Su Malpensa EasyJet ha registrato nel 2011 oltre 6 milioni di passeggeri, cioè quasi quanti il movimento passeggeri complessivo di Orio o Linate. EasyJet è già la prima compagnia di Malpensa e copre quasi il 30% del traffico passeggeri di Malpensa.

 

 non si capisce perché Alitalia non dovrebbe spostere i propri voli da Linate per Catania se così facendo prevedesse di aumentare i profitti. Lo stesso, per Aer Lingus e i suoi voli su Dublino.

 

Su Linate, Alitalia ha una quota del 66%  e tale quota da sola è in grado di spiegare perché non lascerà mai di sua sponte un singolo slot alla concorrenza anche se facesse più profitti per aereo su Malpensa. Mentre Aer Lingus ha una quota minima quasi infinitesimale e in base alla rule thumb del settore sarebbe indifferente l’uno o l’altro, ovviamente a parità di costi e accessibilità.

 

La maniera efficiente di assegnare gli slot sarebbe attraverso aste competitive, in cui le compagnie aeree presentano offerte (di denaro, ovviamente) per ogni singlo slot.

 

 

Certamente, si. Ma non mi pare sia rilevante per decidere se salvare o uccidere Linate

Se Gian Luca desidera ti può rispondere nel merito, io non difendo nè MXP, nè LIN o BGY, ma le idiozie mi danno fastidio, e i pianificatori centralizzati alla "so tutto io" sono una summa di idiozie e supponenza.

Sopra dici MXP è meglio collegata di BGY, allora spiega perchè la gente va a BGY, visto che è piccolo, brutto e mal collegato, non dire "andrebbero tutti a MXP se BGY fosse chiuso (o LIN) ", perchè stai stabilendo  tu  cosa gli altri vogliono.

 

 

Ora, si può naturalmente decidere che Milano e l'intero bacino di riferimento di Malpensa abbiano il proprio aeroporto intercontinentale di riferimento non in Malpensa, ma in altri grandi scali europei

 

I pianificatori erano in Urss, se ti piace il sistema c'è la Corea del Nord, io preferisco scegliere se volare da MXP, LIN o BGY in base al posto dove vivo e dove devo arrivare, pagando il minor prezzo possibile, MXP intercontinentale non decolla perchè gli intercontinentali li gestisce Alitalia, che costa cara e offre poco. La tua soluzione la conosco: obblighiamo tutti i cittadini italiani a volare Alitalia e ti faccio vedere se LIN non chiude, perchè è questo che stai proponendo. Vuoi che ti ricordi la storia per farti capire l'idiozia che hai scritto sui 38 mln di passeggeri  da Milano, confondendo transiti, arrivi, destinazioni, point to point?  Allora MXP apre, LIN chiude, eccetto la tratta Milano Roma (che è in monopolio, tanto che i paasseggeri preferiscono il treno, ma potremmo sempre obbligarli con una leggina a usare solo l'aereo), MXP fa 20 mln di passeggeri e l'ALITALIA fallisce. Fallisce a nostre spese, ma questo è un dettaglio, e fallisce soprattutto perchè nessun vettore al mondo gestisce due hub intercontinentali,  sì lo so, la tua soluzione è di chiudere anche FCO, che è lontanuccio, ma bastardo, ma io, senza capire di trasporto aereo, come te, grande esperta del settore e attenta pianificatrice, potrei decidere di partire da Parma (che ti sei dimenticata di chiudere) con Ryan Air, atterrare a Londra Stansted e farmi un bel interconinentale da Gatwick, perchè il lume vale la candela.

Cari pianificatori, ricordatevi che il mercato decide cosa è meglio, e se esistono 17 mln di passeggeri che vogliono viaggiare da altri aereoporti non sarete voi a decidere che poi dovranno partire da MXP.

Ultima nota sui vettori low-cost : nessuno gli impone di andare su aereoporti "secondari" (easy jet difatti non lo fa, ma non è un low cost tradizionale), come scrivi tu, ci vanno per convenienza economica, solo nella mente bacata dei pianificatori qualcuno impone a Ryan Air di volare a Lille o a Hahn piuttosto che a Paris-Charles de Gaulle o Frankfurt.


Buona pianificazione aerea.


P.s. Io sono favorevole alla chiusura di tutti quegli aereoporti  che sono aperti solo grazie ai sussidi pubblici. E l'elenco è lungo. Ma non include nè LIN, nè BGY. 


 

La tesi sostenuta è del tutto sbagliata e mi pare che, se non bastasse l'ampia esperienza estera, questi 14 anni lo dimostrino abbondantemente. Qui si parla di Malpensa, Linate e Orio come fossero aeroporti equivalenti. Non lo sono,

 

come non lo sono le condizioni di contesto estere, l'ampia esperienza estera delle condizioni sia di  organizzazione/efficienza degli aeroporti  e questi ultimi 14 anni italiani di paralisi infrastutturale nei trasporti via terra non suggeriscono niente?


 

peraltro vorrei segnalare che Malpensa - nonostante tutto - registra 19 milioni di passeggeri, più di Linate e Orio messi insime. E' dunque largamente Malpensa l'aeroporto preferito dai milanesi, persino oggi che è in crisi.

 

l'aeroporto preferito dai milanesi ?  fore volevi dire di chi transita nel territorio lombardo, e comunque gli altri 17 milioni tra linate e orio che cosa sarebbero delle nicchie?

 

 

...... nessuno è così scemo da tenere aperti tre aeroporti e neppure due.

 

Ma neanche fare paragoni senza analizzare il contesto non mi sembra un grande segno di intelligenza, e ripeto con una logistica da terzo mondo e con la SEA che foraggia un botto di paraculi politicizzati e sindacalizzati dovremmo penalizzare Ryan Air su BGY e soprattutto i loro passeggeri? ahhh ma sono una nicchia.


 

.... significano maggiore connettività aerea per quei territori a discapito del nostro.

 

intanto grazie a ryanair in sardegna abbiamo un botto di connettività europea anche invernale (facendo scalo proprio a BGY, oltre che ciampino e pisa), con enormi benefici ed in ogni caso ryanair sta iniziando ad operare su aeroporti maggiori (che magari non costano un culo di soldi) dove c'è connettività intercontinentale, ad ogni modo in nazioni dove ci sono trasporti che ti portano facilmente su scali maggiori.

 

 

così come alla chiusura di Orio spostando i voli low cost - se proprio gli si vuole lasciare un aeroporto dedicato- per esempio a Brescia,

 

 ryanair ha fatto un magia per l'aeroporto che era praticamente inesistente per il territorio e tutti noi, nelle condizioni da delirio in cui ci hanno fatto sempre vivere (sino ai tempi di burlando, in molti periodi dell'anno noi sardi non trovavamo un volo neanche a pagarlo oro se non prenotavi almeno una settimana prima, non solo secondo burlando oltre a pagare un cagliari milano 600mila lire, dovevo anche pagarmi 100mila lire di taxi da malpensa).

 

Ma siiii spostiamo anche ciampino a viterbo, PERCHè NELLE ALTRE NAZIONI NON SONO SCEMI!!!! .... e ci troveremo costretti a passare da fiumicino, l'aeroporto più odiato d'italia

 

 

che continuano a balterale ci concorrenza senza capire un accidenti di trasporto aereo, che sono gli unici per cui Linate è più comodo.

 

INDIPENDENTE dal singolo ambito verticale si continua ad applicare trasversalmente  il modello più diffuso in italia IL ..... DEGLI ALTRI.

Come forse avrai notato, su questo sito ci qualifichiamo con nome e cognome. Tu sei

l'unica ad abbreviare il cognome. Indicando il tuo cognome per esteso, eliminerai il sospetto  che tu abbia interessi pre-costituiti nella questione Malpensa.

 

Per brevita' -- preferisco giocare con mio figlio che rispondere a qualcuno

che mi da' gratuitamente dell'incapace senza neanche firmarsi con nome e cognome -- mi  limito ad alcune osservazioni.

 

 

Nessuna compagnia è disposta a mettere intercontinentali a Malpensa diversi da quelli che la sola domanda generata dal bacino produce per il semplice fatto che mancano transiti. E i transiti mancano perché se una compagnia volesse produrne, dovrebbe mettere a Malpensa un gran numero di voli di breve e medio raggio da città come Napoli, Catania, Bari, Palermo, Cagliari, ecc., possibilemnte concentrati in poche fasce orarie nel corso della giornata. Ma con Linate e Orio, qualunque compagnia non risucirebbe a riempire sufficientemente i voli da quelle città perché i soli passeggeri destinati a colleamenti intercontinetali non bastano se non ci si aggiunge passeggeri che invece devono fermarsi a Milano e dintorni, cioè quelli che vanno a Linate e Orio. 

 

 

Quindi secondo te i 95 napoletani che usano l'aereo per andare a parlare con clienti a 

Milano devono atterrare a Gallarate affinche' i loro 5 concittadini che volano a Bangkok

possano fare la connection a Malpensa piuttosto che a Monaco? Interessante. 

 

E chi li dovrebbe portare da Capodichino a Malpensa e di qui a Bangkok? Alitalia forse?

Ti sei chiesta perche' questi 5 napoletani dovrebbero scegliere di volare con Alitalia

via Malpensa piuttosto che Lufthansa via Monaco? Pensi che siano masochisti? Hai

qualche ragione di riterenere che ne trarrebbero un vantaggio economico?

 

L'altro fatto rilevante, di cui sei ovviamente al corrente vista la tua estrema competenza, e' che la maggiorparte del traffico di lungo raggio che si origina in Italia non viene da Napoli, Catania, Bari, o Palermo, bensi' dal centro-nord. Cioe' viene da posti come Torino (140 km da MXP), Genova (190 km), Bologna (265 km), Verona (200 km). Posti da cui il trasferimento per Malpensa via gomma o rotaia e'  lento e scomodo, mentre il collegamento aereo e' altamente inefficiente (se si esclude la modalita' turbo-prop). Torinesi, Genovesi, Bolognesi, e Veronesi non useranno mai MXP per un volo a lungo raggio se hanno la possibilita' di andare a CDG o FRA. Non conviene a loro e non conviene ai vettori.

 

Mi compiaccio dei tuoi interventi, cosi' come di quelli di Francesco Lovecchio. Infatti

ho scritto il pezzo per mettere in luce coloro che, come voi e quelli che governano il

paese, non hanno riguardo alcuno per i consumatori.

Buongiorno,

Lei può anche suggerire di chiudere LIN e BGY per favorire il pieno ed efficiente sfruttamento di MXP, tuttavia per convincermi della bontà della sua soluzione dovrebbe anche spiegare come intenderebbe gestire tutti gli spostamenti verso MXP che, a quel punto, avverrebbero. Non esiste solo la logistica dei trasporti aerei ma anche quella dei collegamenti verso gli aeroporti. Averla ignorata è stato il peccato originale di MXP e dei suoi propugnatori. 

 

grazie

Può essere utile alla discussione ricordare una lettera di Romano Prodi al Corriere del 25 marzo 1998

io ho letto tutti i tuoi post ma non posso non sottolineare che hai detto che nelle grandi citta' se si apre un aereoporto intercontinentale si chiudono i piccolini

Hai sempre citato esempi europei ma io vivo in America e in USA quello che dici non e' cosi'

a Washignton c'e' Dulles ma neanche 9-11 e' riuscito a far chiudere Regan airport

e mi fermo a questo piccolo esempio

per favore spiega se tieni presente anche le esperienze di mercato libero e concorrenza reale come fanno in america o solo il modello europeo

grazie

Cara Giuliana,

non credo che si possa dire che in Europa non vi sia libero mercato. In ogni caso mi sembra molto più appropriato conforntare l'esperienza di Milano con quelle euroee piuttosto che con Washington.

Ma soprattutto, visto che vivi in Usa, dovresti sapere che il Reagan Airport (peraltro di proprietà dello Stato) E' LIMITATO PER LEGGE NELL'OPERATIVITA' proprio per consentire al Dulles (peraltro di proprietà dello Stato) una sufficiente massa critica di voli intercontinentali e domestici Usa oltre le 1.250 miglia. Come vedi anche nella patria del libero mercato - oltre a esservi aeroporti di proprietà dello Stato - esistono anche limitazioni imposte dallo Stato.

 

Gentile Mereu, se l'Italia avesse un'economia solida e in forte crescita, se disponesse di grandi e ben collegati aeroporti, se contasse qualcosa nel trasporto aereo tanto lato terra quanto lato aria, probabilmente dovrebbero essere gli altri a guardare al nostro modello di sistema aeroportuale e di gestione delle compagnie per imparare qualcosa (a margine: sono tutt'altro che un'accademica).

 

Siccome è tutto l'opposto e il Paese - mica Milano o la Sardegna - complessivamente è surclassato in connetività anche da paesini come l'Austria o l'Olanda, forse varrebbe la pena di avere di guardare con un po' meno di sufficienza a quanto fanno gli altri e tentare - nel limite del possibile - di migliorare qualcosa.

E allora, proviamo un po' a vedere cosa succede altrove:

 

- Madrid, Copenaghen, Vienna, Atene: queste 4 città hanno un solo scalo su cui si concentrano tutti i voli, domestici, europei, intercontinentali, di linea, low cost e charter;

 

- Francoforte, Amsterdam, Monaco, Bruxelles: queste 4 città dispongono di uno scalo primario per voli domestici, europei, intercontinentali, di linea, low cost e charter e di un secondo scalo tipicamente usato da vettori low cost "duri e puri" per così dire (per esempio Ryan) posto a distanze dal centro della città che vanno dai 67km di Bruxelles Charleroi ai 115 di Munchen Memmingem, 120km di Eindhoven fino ai 125km di Frankfurt Hahn;

 

- Barcellona è nella stessa condizione degli ultimi 4, con due differenze sostanziali: ha due aeroporti low cost (Girona a 90km e Reus a 120km), Ryna è passata a operare anche sullo scalo primario;

 

- Parigi ha 3 scali, 2 primari, Orly che è utilizzato prevalentemente per voli domestici, europei e medio raggio sulla costa meridionale del mediterraneo, compresi low cost; CGD che offre tutte le tipologie di servizi e tutte le tipologie di destinazioni; Beauvais che è uno scalo su cui operano vettori low cost posizionato a 90km dal centro. Da notare che quando fu inaugurato CGD (anni Settanta), Orly fu fortemente limitato nell'operatività (solo 2 voli al giorno per compagnia) per favorire il consolidamento del nuovo scalo.

 

Londra - come già detto - è un paragone davvero fuori scala, perché con i suoi 6 scali registra oltre 130 milioni di passeggeri/anno, vale a dire più di quanti ne contino gli oltre 40 scali italiani messi insieme. In ogni caso il London City Airport è limitato nell'operatività potendo ospitare solo aeromobili di piccole dimensioni (cosiddetto STOL).

 

Come si può vedere, nella generalità dei casi le città dispongono di un solo scalo primario e, al limite, di un secondo scalo su cui operano solamente vettori low cost posto a distanze molto considerevoli dal centro (almeno una settantina di km, talvolta oltre i 120km). Laddove si è costruito un nuovo scalo (come a Monaco e ad Atene) quello vecchio è stato chiuso, con l'eccezione di Parigi che però ha un mercato di oltre 90 milioni di passeggeri/anno, molti di più dei 38 di Monaco e dei 15 di Atene.

 

Esistono solamente due città, di dimensioni in qualche modo paragonabili a Milano dal punto di vista del trasporto aereo, in condizioni non troppo dissimili da Milano come sistema aeroportuale:

 

- Stoccolma, dove l'aeroporto principale è Arlanda, ma i voli di linea sono ospitati anche dal più vecchio e più centrale Bromma (benché di dimensioni molto più ridotte rispetto a Linate, solo 2 milioni di passeggeri) e dove ci sono altri due aeroporti su cui operano vettori low cost, però entrambi posti a oltre 100km dal centro. Da segnalare che con tutta probabilità, ora che è stata costruita la ferrovia per Arlanda e i due aeroporti primari sono sostanzialmente equidistanti dal centro di Stoccolma in termini di tempo, Bromma verrà chiuso. Il dibattito è - come da noi - aperto.

 

- Berlino che fino al 2009 aveva 3 aeroporti: il Tempelhof, oggi chiuso, nel cuore della città; Tegel aeroporto primario per voli di linea e Schönefeld, l'ex scalo della Berlino DDR per i vettori low cost. Nell'ottobre del prossimo anno sarà aperto il nuovo scalo Willy Brandt, costruito a partire da una delle due piste di Schönefeld, aggiungendone un'altra e costruendo un terminal interamente nuovo. In vista di quell'apertura il Tempelhof è stato chiuso (ora c'è un magnifico parco) e contestualmente all'avvio dell'operatività saranno chiusi tanto il Tegel quanto il vecchio terminal di Schönefeld (che sarà dedicato ai voli di Stato). Berlino sarà passata da 3 a un solo aeroporto.

 

Tanto roma quanto - molto di più Milano - fanno eccezione per quanto riguarda la collocazione degli scali a uso prevalente dei vettori low cost. La prima perché ce l'ha sostanzialmente in centro (Ciampino), la seconda perché ce l'ha a soli 50km dal centro e quello scalo ha dimensioni esuberanti rispetto alla media degli scali low cost eruopei (8,4 milioni contro, i 2,5 di Beauvais, i 3,7 di Hahn, i 5,2 di Charleroi). Adottando distanze come quelle che si registrano in Europa, anche Brescia Montichiari (114km dal centro di Milano) potrebbe essere considerato scalo low cost di Milano.

 

Ma Milano vede anche un'latra, clamorosa, anomalia che è, appunto Linate. Un aeroporto da oltre 9 milioni di passeggeri per voli di linea in posizione centrale. Qualcosa di non molto diverso da Orly, con la sola precisazione che mentre Parigi fa più di 90 milioni di passeggeri e orse 3 scali se li può permettere, Milano non raggiunge i 40 e 3 scali (4 con Montichiari) certamente non se li può permettere. Il fatto che siano sistematicamente falliti tutti i tentativi di montare un hub a Malpensa e che la connettività di Milano, nonostante uno dei mercati origine-destinazioni senz'altro più ricchi d'Europa (più di Monaco per esempio), sia ben distante anche da quella di piccole città come Vienna o Copenaghen dovrebbe renderlo lampante a chiunque.

 

Tutto ciò detto, liberissimi di proseguire su questa fallimentare strada, però senza lamentarsi se l'Italia cresce poco.

 

Elena d.P.

 

Sono stati citati i casi di diverse citta' in giro per il mondo in cui l'apertura di un aeroporto ha coinciso con la chiusura subitanea o il ridimensionamento dello scalo pre-esistente. Non stupisce che questo sia stato il caso. Una semplice razionalizzazione di tali decisioni e' che che il nuovo aeroporto fosse considerato una soluzione migliorativa rispetto al vecchio.

 

Se il nuovo aeroporto di Milano fosse stato localizzato diversamente, in modo tale da riscuotere l'interesse di una mole molto maggiore di potenziali passeggeri, il traffico su Linate sarebbe scemato per effetto della concorrenza del nuovo scalo. Non vi sarebbe stato bisogno di alcun ridimensionamento di diritto.

 

Volendo seguire l'esempio di alcuni commentatori che si dilettano di storia degli aeroporti, mi pare opportuno ricordare l'esempio dell'aeroporto di Mirabel. Prendendo un taxi dal centro di Montreal verso l'aeroporto di Dorval, si notano segnali per un secondo aeroporto denominato, appunto, Mirabel. Ricordo che la prima volta che vidi questi segnali, mi incuriosii al punto di chiedere ad un mio amico e collega di Montreal di cosa si trattasse. Infatti non sapevo che Montreal fosse dotata di due aeroporti.

 

In breve, il mio amico mi racconto' che negli anni Sessanta i politici Quebecois, che a dirigismo e inefficacia non scherzano di certo, ebbero l'idea di costruire un nuovo mega-aeroporto a 55 chilometri dalla citta', in localita' Mirabel. Lo scalo avrebbe sostituito il pre-esistente Dorval.

 

Per realizzare il loro sogno, il governo federale condusse uno dei piu' grandi espropri della storia canadese. Dal 1975, anno in cui apri', il governo obbligo' tutti i voli internazionali ad utilizzare il nuovo Mirabel a discapito del vecchio Dorval. Nonostante questo, i viaggiatori non hanno mai smesso di odiare il nuovo scalo e di boicottarlo per quanto possibile, tant'e' che finalmente nel 1997 l'obbligo fu rimosso. Oggiorno, l'aeroporto che avrebbe dovuto stupire il mondo e' stato ridimensionato al ruolo di scalo merci. Molti dei terreni espropriati sono stati restituiti ai legittimi proprietari.  L'intera storia si puo' leggere su wikipedia.

 

Dopo lungo tempo e sprechi inenarrabili, il governo canadese e quello quebecois hanno capito che la decisione di costruire il nuovo aeroporto in un posto assurdo era SUNK. Cioe' i costi incorsi non erano recuperabili. Pertanto hanno deciso di non imporne altri sui viaggiatori e hanno messo la parola fine sulla vicenda.

 

Ovviamente non sto suggerendo di chiudere l'aeroporto di Malpensa. Sto semplicemente consigliando di non fare come l'appassionato di musica di Altedo che compra un biglietto per vedere un concerto a Bologna e, riscontrato che la visibilita' causa nebbia e' zero, giustifica la decisione di guidare comunque con il fatto che il biglietto non e' rifondabile.

La vicenda degli aeroporti Dorval e Mirabel porta acqua, e tanta, al mulino di chi vuole chiudere Linate. Montreal all’epoca aveva meno di 10 milioni di viaggiatori, e nonostante questa dimensione appena sufficiente per un qualunque aeroporto internazionale, decisero di aprire Mirabel con la superficie più grande del mondo. I carrier intercontinentali furono spostati forzatamente dal centrale Dorval verso Mirabel, ma le autorità (per gli stessi motivi di Linate e del National a DC) lasciarono aperto il Dorval per i voli interni. Ciò privò i carrier intercontinentali della base di alimentazione e incentivò questi  carrier ad andare a Toronto. Cioè i quebecois si dettero la zappa sui piedi a vantaggio dell’aerporto dell’Ontario. Alla fine si decise di uccidere un aeroporto, che però doveva essere quello più ambizioso nelle intenzioni, chiudendo anche la possibilità di avere un sistema multi aeroporto al servizio della stessa area. Ora il Dorval si chiama Trudeau international airport con poco più di 13 milioni di passeggeri, e il Mirabel è solo cargo.

 

Tutto molto interessante, inclusi i commenti.

Mia esperienza personale.

Per lavoro vado spesso in nord europa. Partenza da Genova (2 ore e 10 minuti in auto da MXP). Partenza da Genova significa in auto fino a MXP con autonolo. MXP perchè non mi prendo il traffico autostradale della tangenziale di Milano. Treno fino a MXP? Non esiste. LIN? Quest'anno solo una volta e comunque è un terno alla lotteria causa traffico tang. Est. Genova-Roma in aereo e poi Nord-Europa?  brrrr... solo se obbligato perchè devo andare in Grecia. Aeroporto di Roma non mi piace. L'aeroporto piu' lontano dalla città è Oslo, con i taxi piu' "carissimi" d'Europa. Certo, c'è il treno, ma arrivando ale 2 di notte non sempre... Diciamo che il nodo delle tangenziali di Milano crea un buco temporale che non agevola la circolazione. Stressando il concetto, essendo Genova a soli 135 km da Assago, potrei considerare l'aeroporto di Genova come "Milano Sud" e metterci i low cost? decisamente una provocazione. La lombardia è uno stato nello stato, il 16% della popolazione che fa il 27% del PIL italico. Togli LIN? Montezemolo e i suoi treni ringraziano. MXP-Roma non è conveniente. Il Manager meneghino va in giornata LIN-ROMA-LIN. Se  togli l'aereo, va in treno (con Moretti o con Montezemolo). Io continuo ad andare con l'autonolo a MXP. Amsterdam Shiphol: ci sono stato varie volte. Shiphol-Amsterdam Central pagai 50 Euro di taxi (di notte). Oppure in treno (alle 8 di sera), in treno, circa 4 euro (vado a memoria) fino ad Amsterdam Central, ma non sono 5 minuti, direi a occhio, una ventina. Il dirigismo centrale nella pianificazione? Potrebbe essere utile a protezione degli investimenti (colossali), fatti con soldi pubblici. Non ce lo vedo molto un imprenditore rischiare un paio di miliardi di euri per costruire un aeroporto che ha circa 500 kg di carta in autorizzazioni (la stima è per difetto) e un ritorno di investimento ancora piu' incerto. Low cost: si, belle, peccato che l'orario di partenza sia sempre casualmente alle 6:00 di mattina (anche prima) o arrivino tardissimo. Casulamente devo prenotare anche l'hotel in prossimità dell'aeroporto. Il business model sono i servizi a terra, mica fare volare i passeggeri (anche, ovvio). MA sicuramente sanno che una volta che sei nelle loro mani...l'offerta commerciale è incessante. PS: non ho mai volato Ryanair, ma dai racconti sembra di partecipare a una "gita delle pentole": vendere, vendere, vendere. Sfortunatamente non ho una ricetta per Orio, MXP e LIN. La lascio al "governo dei tennici". 

L'esperienza personale non mi sembra il criterio principale su cui trarre conclusioni. Comunque non ti rispondo per quello, ma per un suggerimento: per quale motivo passi dalle tangenziali di Milano per andare a Malpensa da Genova?? Vai a Novara, poi prendi per Milano, esci a Marcallo con Casone. Poi da li è tutta superstrada fino a Malpensa.Credo ti costi anche meno di pedaggio :-)

 

Treno fino a MXP? Non esiste.

 

Certo che esiste. Genova Principe-Milano Centrale e poi da lì treno diretto per Malpensa. Ci metti certamente di più di 2 ore e 10, ma non dirmi che non esiste.

 

@ Corrado Ruggeri qui sopra: facendo quel giro il pedaggio è maggiore di 2 euro e sono anche una ventina di km in più, comunque considerando il fegato risparmiato preferisco anch'io fare quel giro cento volte. ;-)

Quest'estate, per andare in Florida ho volato con Swiss Air, partenza da Zurigo. La differenza di prezzo tra l'Italia (ho cercato sia da Orio, da Linate e da Malpensa) e la Svizzera era di ben 180€ a biglietto, visto che eravamo in 4 siamo andati lì in macchina da Milano.

E' solo una questione di praticita' MXP e' scomodissima. Al Mxp Express occorre arrivarci. Con lo stesso tempo arrivo a LIN Il Malpensa express c'e ogni 30' e il tempo vero sono 40' piu' il tempo per arrivare al checkin. Se poi devo partire da terminal 2 di MXP vuol dire taxi+treno+pulman! Folle. Un paio di domande per gli esperti: quanti sono i passeggeri  delle low cost da MXP? A occhio la maggior parte dei 19 milioni; stessa domanda per Orio; se gli togliete le low cost mi sa che chiudono entrambi. Orio poi viene usato dalla utenza business della Lombardia orientale, solo perche si muove in auto (non ci sono treni) e meno strada si fa piu' si e' certi dei tempi.  Mai andrebbe a MXP. Meglio Venezia.

Conclusione: 1. l' idea di fare di MXP un hub e' stata uccisa dai fatti.

2. L' utente low cost va bene sia su MXP che Orio (tanto lo sanno che devono viaggiare scomodi e soffrire).

3. L'utenza business e' felice di perdere meno tempo possibile a LIN e usare altri hub con una scelta di ulteriori collegamenti che MXP non si potra' mai sognare. 4. Se questo vuol dire lasciare altro business ad altri paesi, pazienza! Non e' la prima volta e neanche l'ultima. Forse e' vero che in Europa 4/5 hub veri bastano. L'aereo perso non si prende piu'. 5. Lasciare a LIN solo Roma vuol dire chiuderlo (meglio il treno dal centro al centro in 2h 45) Se poi qualcuno, magari dopo aver fatto la metropolitana M4, ci vuole fare villette a schiera, questa  e' un'altra storia

Al solito il problema principale e' la pianificazione.

Mi son preso la briga di controllare: l' aereoporto di Bergamo dista 2 km dalla ferrovia (per la verita' 900m, ma e' il lato opposto al terminal), in mezzo ai campi, ma nessuno si e' preso la briga di costruire una stazione.

Linate e' a 4 km scarsi da Piola e 2 da una ferrovia, e pure li nessuno ha pensato di farci arrivare un treno o metropolitana (ok, pensato si, ma fatto no).

Solo una nota sul posizionamento di Malpensa: probabilmente un buon motivo per farlo cosi' a nord c'e': la nebbia.

Non conosco benissimo la zona, ma di regola in pianura padana vicino alle colline ce n'e' pochissima, ma basta allontanarsi un paio di km e diventa endemica (es: in Valtrompia 2 giorni l'anno, da Concesio in giu quasi ogni mattina se e' stagione)

 

Linate e' a 4 km scarsi da Piola e 2 da una ferrovia, e pure li nessuno ha pensato di farci arrivare un treno o metropolitana (ok, pensato si, ma fatto no).

 

A luglio sono iniziati i lavori della M4 con la scusa dell'expò, costruiranno due fermate (perché di più non si riesce né come tempi né come soldi): Linate e Forlanini in coincidenza con la anch'essa costruenda fermata Forlanini delle linee ferroviarie suburbane.

 

In un altro paese comunque la M4 sarebbe vista come uno spreco assurdo e si sarebbe investito nel potenziamento serio della rete tranviaria dato che il tram arriva a 3 km dall'aerostazione (a iniziare dall'asservimento semaforico: Milano è credo l'unica città dell'occidente in cui i tram si fermano per minuti ai semafori rossi come veicoli qualunque invece che "chiamarsi il verde", con l'asservimento risparmierebbero un bel po' di costi operativi passando dagli attuali 10 km/h di velocità commerciale a sicuramente più di 15 km/h ma sembra non fregare niente a nessuno da decenni).

 

Fabrizio

 

 

Linate e' a 4 km scarsi da Piola e 2 da una ferrovia, e pure li nessuno ha pensato di farci arrivare un treno o metropolitana (ok, pensato si, ma fatto no).

 

 

Provo ad indovinare:  la MM non arriva a LIN perchè qualcuso avrà pensato che sarebbe stato scortese verso i tassisti...

vivo a milano da un anno. la prima volta che son tornato a casa (salerno), son partito da malpensa. 15 minuti di pullman per lambrate, 15 minuti per arrivare in centrale, quasi un'ora per arrivare in aeroporto, attesa, volo, arrivo a napoli, quasi due ore di attesa tra bus capodichino-stazione e attesa del treno, altri 40 minuti per arrivare alla stazione di salerno. totale circa 7 ore. alternativa treno: circa 6 ore, con l'enorme comodità di evitare un sacco di trasferimenti. bah.

Abbiamo due commentatori che "supportano" l'idea  MXP unico aereoporto, i passeggeri anche a piedi, doesn't matter, perchè "Nel resto d'Europa così si fa". Mi sono stancato di obiettare e cercare di far capire che i modelli pianificati a tavolino sono scomodi, perchè riducono le possibilità di scelta, uno studio commissionato dal Camera di Commercio di Milano nel 2007 evidenzia come MXP sia un hub di secondo livello per motivi che nulla hanno a che vedere con il monopolio aereoportuale (ed è l'obiezione a cui i pianificatori non rispondono, preferendo parlare di Brescia), ma molto a che vedere con i vettori, soprattutto parlano di Londra "come un'eccezione".

Eh no, per niente, Londra dimostra come hanno torto marcio, loro e tutti i pianificatori a tavolino del piffero. Pur essendo gli aereoporti londinesi di un unico proprietario (BAA) gli aereoporti sono in concorrenza fra loro (è un concetto manageriale noto al più scafesso studente di economia aziendale, ma ignoto ai pianificatori: anche all'interno di un gruppo i siti produttivi DEVONO essere in concorrenza fra loro per migliorarne le performances), grazie a questa concorrenza il sistema aereoportuale di Londra è semplicemente mostruoso rispetto al resto del continente, perchè Londra ha saputo attrarre vettori europei e non, grazie a un sistema aereoportuale aperto e ben collegato.

 

Se la pianificazione, invece della concorrenza, avesse ragione Londra avrebbe un Heathrow magari a 6 terminali, ma non avrebbe 120 mln di transiti.

 

Se volete avere ragione dimostratemi che i londinesi non capiscono niente, che i 120 mln di transiti generano perdite agli aereoporti BAA, che quando hanno deciso di investire su Stansted (1986) hanno inferto un colpo mortale a HTW e GTW e ne riparliamo.

 

Ma per favore, fino a quel momento, tacete, senza parlare di "regolamentazioni" (inesistenti) sulla distanza minima degli aereoporti low-cost dal centro città, o su quanto è bello arrivare fino a MXP, invece di prendere un passaggio semplice fino a LIN.  Perchè potete dire come volete che MXP "è molto ben collegata", ma se chiedo un passaggio a un amico milanese e gli dico LIN sorride, se dico MXP mi dice: "vacci te a Varese", giusto per far capire perchè MXP è odiata e LIN no. Ma poi, una volta arrivato a MXP dove vado ? A Catania ?

BAA non controlla tutti gli aeroporti di Londra, ma solo 2 (Stanstead e Heathrow). Il regolatore UK sta molto attento. Anche in Scozia, BAA ha dovuto recentemente vendere Edinburgo, tenendosi Glasgow e Aberdeen.

 

Se volete avere ragione dimostratemi che i londinesi non capiscono niente, che i 120 mln di transiti generano perdite agli aereoporti BAA, che quando hanno deciso di investire su Stansted (1986) hanno inferto un colpo mortale a HTW e GTW e ne riparliamo.

 

Stansted è un aeroporto destinato a low cost e dista dal centro di Londra più di quanto non sia distante MXP dal centro di Milano. Non capisco perché Stansted dovrebbe essere così micidiale per gli altri due. Infatti, Stansted è stato costruito dopo che gli altri due erano full capacity. Semmai LHW e LGW lo sono stati per Stansted giacché nessuna compagnia di linea vola su Stansted e per trent’anni è stato uno scalo semi deserto.

 

Detto per inciso, anch’io tra LIN e MXP vorrei decollare/atterrare da LIN, ma in questa situazione da nessuno dei due/tre aeroporti ho collegamenti diretti con DC (the capital of the free world) o San Francisco e la sua silicon valley, tanto per fare due esempi. Da Londra, Francoforte e Parigi invece si. Se vuoi più connettività vota e fai votare MPX, se vuoi più comodità dal centro di Milano allora viva LIN.

 

 

Pur essendo gli aereoporti londinesi di un unico proprietario (BAA) gli aereoporti sono in concorrenza fra loro (è un concetto manageriale noto al più scafesso studente di economia aziendale, ma ignoto ai pianificatori: anche all'interno di un gruppo i siti produttivi DEVONO essere in concorrenza fra loro per migliorarne le performances), grazie a questa concorrenza il sistema aereoportuale di Londra è semplicemente mostruoso rispetto al resto del continente, perchè Londra ha saputo attrarre vettori europei e non, grazie a un sistema aereoportuale aperto e ben collegato.

 

Caro Marco, questo capoverso meriterebbe una critique più ampia di quella che posso fare in questo commento.

 

1) Gli aeroporti di Londra sono in una forma di concessione a BAA, che è chiamata a gestire una infrastruttura pubblica. In ogni caso, BAA ha dovuto prima cedere Gatwick nel 2009 e ora si accinge a mollare Stansted su ordine dell’antitrust.

2) La concorrenza tra aeroporti di una stessa città nonché di uno stesso gestore può essere al più a livello operativo e gestionale, non è una concorrenza strategica altrimenti investire in modo scoordinato in B vuol dire distruggere l’investimento in A. Cioè è la stessa concorrenza, anzi minore, di quella che si fanno i direttori di due filiali della stessa catena di supermercati. I direttori dei due negozi gestiscono nei limiti di quella che è, o è stata, la “grande strategia” di BAA e del governo inglese. Se ampliare un aeroporto, aggiungendo un terminal o una pista, o farne uno nuovo non è competenza di BAA, così come non è competenza di BAA fare la strada per l’aeroporto. La decisione di fare un collegamento stradale o ferroviario verso A o B è frutto di una pianificazione (che deve seguire le regole dell’appropriatamente denominato Planning Act). Vero è che vi sono studiosi di organizzazione e management che ritengono che la strategia non esiste e sia solo un “pattern in a stream of decisions”. In ogni caso, sia ex ante o ex post, questa pianificazione strategica c’è e c’è stata anche a Londra. 


3) Per quanto riguarda la capacità attrattiva di Londra sui vettori, questa è una scienza, per parafrasare O. Wilde, se si verificano le condizioni i vettori arrivano.

Non e vero che che tutte le principali compagnie aree abbiano solo un grande hub come ben testimoniano Air France-KLM, Lufthansa, United, Delta... Inoltre, negli iniziali piani di Lufthansa Milano sarebbe potuto diventare il loro 4 hub.

 

Nonostante sia d'accordo con Elena sul comparare Milano ad altre citta europee, anche se facessimo un paragone con le citta americane la tesi non cambierebbe, anzi! Basta vedere cosa sono diventate Atlanta, Denver, Dallas, Charlotte (!) e cosa e rimasta New York, con un sistema di aereoporti a dir poco sclerotico! (per non parlare del dibattito sugli aeroporti di Chicago, dove l'idea che va per la magggiore e di costruire un nuovo aeroporto che sostituisca O'Hare, invece di costruirne un altro nel southside). 

 

Marco Esposito e Gian Luca Clementi, secondo me, sbagliano ad attaccare Elena come fanno. In primo luogo lei e la sola che snocciola dati e non cavolate ideologiche alla "dirigisti comunisti". By far, Elena sembra la piu competente. In secondo luogo, nonostante il suo linguaggio tecnico, Elena fondamentalmente parla di due problemi economici: economie di scala e il dilemma del prigioniero. Non credo che una pianificazione centrale nel caso in cui perche tutte le citta italiane (che distano meno di 100km) vogliono il loro aeroporto (voluti dagli sporchi politici locali, mica Milton Friedman!), allora non esistono aeroporti hub che sfruttino economie dui scala sia ripudiata in queste circostanze neanche dal piu puro dei liberisti. 

 

Inoltre, Marco, la tua perdita di libera scelta nel poter volare da Linate in altri scali Europei, va contro la mia possibilita di scegliere alcun voli intercontinentali diretti. Quindi on balance, non saprei quanto la chiusura di Linate abbassi il welfare sociale...Sicuramente incrementerebbe il mio e quello di tutti gli Italians al di fuori dell'Europa. Se, da dati farnesina, calcoliamo che un po meno del 60% degli Italians abiti in Europa, ne resta un 40% che abita al di fuori. Se aggiungiamo qualche beneficio economico derivante dal turismo, spostamenti business in generale, fiera di milano, il fatto che un greco (sloveno, slovacco...) possa scegliere i suoi voli intercontinentali con un hub in piu... Non so quanto la tua non scelta di Linate sia valuable. Anzi, mi sembra molto poco. Inoltre, la maggior parte degli utenti di Linate sono i milanesi. Io credo che da Milano centro Malpensa sia estremamente comodo da raggiungere con il Malpensa Express (molto ma molto piu comodo di altri tipo CDG, O'Hare) e non sento i Chicagoans o i Parisiens frignare come i milanesi sul perdere il loro aeroporto in citta. 

 

Per quanto mi riguarda, non posso che essere d'accordo che limitare Linate per potenziare Malpensa, soprattutto i link di terra. E assolutamente incredibile come sia difficile raggiungere Malpensa dalla gran parte di citta del nord (Genova, Parma, Torino), mentre da Milano e da Torino posso arrivare diretto a CDG sia in areo sia IN TRENO! 

Scusate, ho fatto un po' un casino con i commenti. 

L'impressione che io ho tratto leggendo i giornali - che forse semplificano troppo - è che la colpa del flop di Malpensa sia da ricercare:

 

1) nella coesistenza di LIN e MXP a così breve distanza

2) nel fatto che non ci sia mai stata chiarezza sui ruoli di questi aeroporti e che ci sia stato un conflitto a livello politico/decisionale tra Roma e Milano, dato che Alitalia ha il baricentro nella capitale

3) nel pasticcio della vicenda Alitalia

 

C'è però da dire che i problemi MXP sono antecedenti alla "privatizzazione" di Alitalia, di fatto MXP non è mai riuscita a coronare le sue ambizioni, quindi la vicenda Alitalia arriva solo come disastrosa ciliegina su una torta che era già spappolata.

 

Orio al Serio, mi pare, non viene considerato nuocere a MXP.

 

Questi post invece sono molto interessanti perchè mettono bene in luce che i problemi sono più complessi.

 

Suggerimento per una prossima discussione: mi piacerebbe leggere qui anche del piano nazionale di riordino degli aeroporti che ha ventilato il ministro Passera.