Il surriscaldamento (globale) della blogosfera e il metodo scientifico.

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Questo post nasce come commento al post di Aldo Rustichini, ma è troppo lungo e troppo articolato e sta meglio qui. Dice Aldo che alcuni eventi recenti suggeriscono che ''un ripensamento sulla evidenza disponibile sul Global Warming è consigliabile''. Perché non sono affatto d'accordo.

Premessa: per capire le correzioni che cerco di fare in questo post, occorre prima aver letto il post in cui Aldo riassume molto bene alcuni dei punti su cui ruota il negazionismo da blogosfera sul AGW.

La mazza da hockey.

La mazza da hockey è uno dei punti fissi dei negazionisti, cioé quel gruppo particolarmente attivo sulla blogosfera e su certi media che nega che il climate change esista o sia da attribure all'attività umana. Perché i negazionisti sono così interessati a questi grafici? Uno dei motivi è perché credono, come scrive Aldo, che:

 

I grafici [a mazza da hockey] sono la base scientifica del protocollo di Kyoto.

 

Questo non è propriamente vero. Il protocollo di Kyoto è nato per l'11 Dicembre del 1997, sulla base dei primi rapporti dell'IPCC che risalgono al 1990 e 1995 (IPCC è l'ente scientifico sovra-governativo commissionato dalle Nazioni Unite). Il primo e più famoso grafico a mazza da hockey di Michael Mann e colleghi compare in letteratura l'anno dopo, nel 1998, ed entra quindi nell' IPCC solo nel terzo report, nel 2001. Le evidenze che hanno portato alla formazione dell'IPCC prima e hanno convinto della necessità del protocollo di Kyoto, poi, erano già ampie ben prima la comparsa della mazza da hockey.

Il fattore principale che ha portato a IPCC e Kyoto è stata la constatazione che concentrazione di gas da effetto serra fosse aumentata nell'ultimo secolo; non esiste dubbio alcuno che l'effetto serra surriscaldi il pianeta: questa è fisica da libri di testo da almeno 150 anni (l'effetto serra è stato scoperto da Joseph Fourier nel 1824 e il collegamento tra effetto serra e riscaldamento antropogenico è stato introdotto per la prima volta da Svante Arrhenius nel 1890).

Perché quindi il grafico a mazza da hockey riceve tutta questa attenzione tra i negazionisti? Probabilmente perché è molto semplice da capire per il pubblico: ha un colpo d'occhio sicuramente toccante e i media lo hanno usato tantissimo come simbolo dell' AGW. Lo stesso Al Gore ne fa un largo uso nel documentario “An Inconvenient Truth” durante la famosa scenetta della gru.

Chiarito quindi che, scientificamente, il sostegno ad AGW va ben oltre il grafico a mazza da hockey, credo sia importante cercare di capire qual è il messaggio del grafico. Il paper originale di Mann si intitola “Global-scale temperature patterns and climate forcing over the past six centuries” cioè, appunto dal 1400 al 2000 come si vede nella figura 1b del lavoro originale. Perché solo 1400? Perché come è facile immaginare, risalire alla temperatura del globo indietro nel tempo non è così semplice e più distanti si va, maggiore diventa l'errore e l'approssimazione. Il succo di quel lavoro, però, è che sicuramente la temperatura dei giorni nostri è la più alta degli ultimi sei secoli. Notare che dopo aver messo le cose in questo contesto, diversi gruppi hanno lavorato alla ricostruzione paleoclimatologica, ricorrendo a dati, metodi, approcci statistici e sperimentali completamente diversi da quello originale di Mann del 1998.

Ad esempio, oggi abbiamo grafici a mazza da hockey basati su la linea di retrazione dei ghiacciai:

Oerleman et al. Science 2005. Extracting a Climate Signal from 169 Glacier Records”

 

basati sugli storici della temperatura del terreno (borehole, in inglese)

Pollack et al. Science 1998. Climate change record in subsurface temperatures: a global perspective

 

basati sulla dendrocronologia, cioé la capacità di misurare la temperatura “leggendo” gli anelli dei tronchi (vedi arancione scuro e blu scuro):

Osborn et al. Science 2006. The Spatial Extent of 20th-Century Warmth in the Context of the Past 1200 Years

 

Altri metodi usano coralli, alghe, registri di bordo dei grandi navigatori e via discorrendo.

Ovviamente tutti questi grafici, ottenuti indipendentemente da gruppi diversi, si sovrappongono bene con il grafico a mazza da hockey della concentrazione di CO2 calcolata coi carotaggi ai poli.

 

Report IPCC 2007.

 

Credo che sia chiaro che tutte queste misurazioni indipendenti si rinforzano l'un con l'altra (2) e che vanno quindi lette in un quadro globale.

Detto questo, qual è il punto forte di queste analisi e quale il punto debole? Il punto forte è che risulta veramente incontrovertibile un aumento di temperatura nell'ultimo secolo rispetto ai precedenti. Il punto debole è che è difficile definire “precedenti” perché più si va indietro e più c'è variabilità. È comunque un argomento degno di approfondimento e per questo motivo altri studi sono stati condotti che cercano di estendere le letture il più possibile. Ne posta un esempio Aldo nel suo articolo (figura 2, presa dal report IPCC) in cui si vedono letture eseguite con metodi diversi (ogni colore è un paper diverso).

Aldo usa quel grafico per riportare un punto ricorrente dei negazionisti, cioé che i cambiamenti climatici sono naturali e ciclici. Afferma che quel grafico

mostra chiaramente un andamento diverso da quello della figura precedente, con un aumento delle temperature negli anni successivi all’anno 1000.

In realtà ciò non è vero e si vede anche solo ad occhio nudo: (se vi funziona javascript, passate e togliete il mouse sulla figura successiva per vedere la sovrapposizione).

e in particolare non c'è una grossa differenza nel cosiddetto periodo caldo medievale.

 

Pur ignorando le misure più fredde, le letture più calde (linea rossa e azzurrina) toccano e passano appena la linea tratteggiata di riferimento ad ascissa 0 nell'anno 1000. La temperatura attuale (linea nera, misurata coi termometri) sta ad ascissa 0.5 (notare che questi non sono gradi ma un misura di anomalia di temperatura). Quindi nessuna ciclicità e sulla base dei dati non è affatto giustificato quello che riporta Aldo e cioé che

le temperature attuali sono tornate dove erano nel 1200.

Non lo sono. A meno di non volere considerare per buoni solo i margini d'errore superiore ma non vedo perché farlo.

Per terminare questa parte, c'è una cosa che è importante sottolineare e cioé che il riscaldamento del 20esimo secolo è degno di nota principalmente per un motivo e cioé che mentre gli andamenti dei secoli scorsi sono tutti spiegabili abbastanza bene con i soli fattori naturali, il riscaldamento del 20esimo secolo, invece, si spiega soltanto con la variabile antropogenica (4).

Veniamo quindi alle presunte critiche tecniche.

Come dice Aldo, il primo lavoro di Mann sul grafico a mazza da hockey, è stato criticato nel 2003 da McKitrick (un economista dell'Universita di Guelf, Ontario) e McIntyre (ex dipendente dell'industria mineraria, ora blogger). McIntyre è particolarmente noto alla banda dei negazionisti perché è il gestore di un blog e di un forum web (climateaudit.org), dal quale partono molti degli attacchi ai climatologi. Le critiche di M&M al paper di Mann (pubblicate su una rivista non peer-reviewed nel 2003 e qui nel 2004 ) riguardavano presunti errori statistici e sono state presto smentite prima dagli autori (qui e poi qui), poi da altri studi indipendenti (qui e qui).

Col senno di poi, le smentite, benvenute, non sarebbero state in realtà neanche necessarie perché negli anni, la mazza da hockey è diventata sempre più una evidenza condivisa, riproposta da almeno una dozzina di altri gruppi, in maniera completamente indipendente utilizzando misure scorrelate (di alcune ho fatto esempi all'inizio di questo post).

McIntyre e McKitrick non hanno perso la propria verve, però, e hanno continuato con il lavoro di negazionisti. Sul blog.

Infatti quando Aldo dice che

un famoso articolo di un membro del gruppo [del CRU], Keith Briffa, era stato sottoposto a severe critiche

si riferisce di nuovo a McIntyre e McKitrick e ad un post sul loro blog che cerca di smontare un lavoro di Briffa su Science del 2006 basato sulla rilevazione dendrocronologica (temperatura estrapolata nei cerchi nei tronchi). Onestamente, stiamo parlando di un post su un blog di negazionisti e la faccenda non meriterebbe particolare seguito qui su nFA ma visto che Aldo le definisce “severe critiche”, tocca chiarire. McIntyre decide, nel suo blog che gli alberi usati da Briffa sono stati selezionati a caso e preferisce sostituirli con altri:

As a sensitivity test, I constructed a variation on the CRU data set, removing the 12 selected cores and replacing them with the 34 cores from the Schweingruber Yamal sample.

Lo Schweingruber Yamal sample è un campione che nessuno usa perché non ancora caratterizzato. La cosa ridicola è che il risultato delle nuove analisi di McIntrye è che l'hockey stick si appiattisce completamente (qui linea rossa vs linea nera) contraddicendo, in questo modo, gli unici dati che solo un paranoico metterebbe in dubbio e cioé i dati strumentali:

Le registrazioni strumentali sono iniziate attorno al 1850. Le severe critiche di McIntrye non sono compatibili nemmeno col termometro.

La fuga di email.

Veniamo ora al presunto punto di partenza: dei negazionisti si intrufulano sul server di posta del CRU e trafugano messaggi email dal 1996 ad oggi. Poi ne rilasciano circa un migliaio, leggibili qui. Ovviamente la blogosfera dei negazionisti esplode e si trascina dietro una buona parte dei media classici. Viene fatta una lista delle email più scottanti; molte di queste sono emails in cui gli scienziati del CRU parlano con un certo livore dei negazionisti. Si può discutere se sia più o meno elegante usare la parola “coglione” riferendosi a un tipo come McIntyre in una conversazione privata (io lo farei senza problemi). Non mi sembra segno di frode. Altre email sono chiaramente scherzose (ad esempio in una un ricercatore dice qualcosa tipo “ma quale global warming e global warming, oggi fa un freddo matto”. Una rassegna delle emails più piccanti viene discussa qui e qui da alcuni dei protagonisti (soprattutto nei commenti). Non credo questa sia la sede per discuterle una a una.

Occorre cambiare opinione?

Direi proprio di no. Quando le cose sono spiegate, invece che riferite, prendono tutta un'altra piega. È il motivo per cui consiglio a chi avesse un genuino interesse nella materia ad approfondire direttamente alla fonte delle cose. Purtroppo l'argomento dell'AGW è uno degli argomenti affrontati in maniera meno professionale dalla stampa: di fronte ad un consenso scientifico praticamente universale, troviamo stampa e pubblico spezzati (soprattutto negli USA e meno in Europa per fortuna).

Su nFA abbiamo posts critici verso la stampa in continuazione (il tag giornalismo è il secondo per numero di articoli) e nessuno si stupisce di frequenti prese di posizione ideologiche in ambito economico. Perché dovremmo, per AGW, decidere di dare più fiducia alla stampa che non alla comunità scientifica?

I negazionisti non sono in grado di produrre materiale che regga il vaglio della comunità scientifica e la quasi totalità delle critiche viene mossa dalla blogosfera. La maggior parte di queste critiche sono semplicemente ridicole (gli esempi di questo post spero siano utili a capirlo) ma hanno una presa enorme sul pubblico e sui media. Il dibattito acquisisce due livelli: uno, scientifico, che è anche molto controverso su alcuni dettagli (un esempio contemporaneo, a quanto leggo, riguarda la controversia su quale sarà il ruolo di El Nino sul medio termine: più o meno pioggie torrenziali?) ma che è completamente ignorato. L'altro, quello che origina dalla blogosfera, guadagna una attenzione esagerata e arriva a trarre in inganno anche gente che, in altri argomenti, si distingue per sano scetticismo.

Note:

  1. firmato ma non ratificato, però. La maggior parte dei paesi ha ratificato solo dopo il 2001. Ad oggi 187 paesi hanno ratificato Tokyo, 8 non hanno preso posizione e 1 solo, gli USA, ha deciso di non ratificare – da qui.

  2. E' un po' un esempio di cosa veramente vuol dire consenso, come cercavo di spiegare in questo commento nell'altra discussione.

  3. A dirla tutta, la denominazione stessa di periodo caldo è tutt'altro che accettata e il report IPCC 2007 precisa che “current evidence does not support globally synchronous periods of anomalous cold or warmth over this time frame, and the conventional terms of 'Little Ice Age' and 'Medieval Warm Period' appear to have limited utility in describing trends in hemispheric or global mean temperature changes in past centuries”

  4. In chiusura di questa parte, segnalo una review, in inglese, decisamente accessibile a tutti (qui)

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Commenti

Ci sono 162 commenti

comincia con l'esser  in preda ad astratti furori. Volevo il suo parere, pure Dyson e' cretino, in malafede o negazionista?

 http://www.nybooks.com/articles/21494

 

 

Noti che, per altro, Dyson osserva che la stragrande maggioranza dell'evoluzione di tutta al biosfera avvenne in tempi vastamente piu' caldi (di adesso o di quando riuscirono a misurarlo) e che persino se il mondo (che non e' proprio vero, trattasi di un pianeta tra tanti) si scaldasse vi sono vari vantaggi.

Mi interessa il suo parere.

 

Noti che, per altro, Dyson osserva che la stragrande maggioranza dell'evoluzione di tutta al biosfera avvenne in tempi vastamente piu' caldi

 

Oh! questo e' un punto assolutamente legittimo e sono assolutamente d'accordo: non e' vero che bisogna interessarsi al problema per salvare la terra. La terra sta benissimo da sola ed esiste da circa 4 miliardi di anni. Ha visto la vita formarsi e sparire un sacco di volte. Se anche domani avessimo un evento che cancellasse ogni forma di vita, animale vegetale virus e batteri, nel giro di qualche miliardo di anni forse si riformerebbe tutto.

Comunque, la visione attuale di Dyson e' che l'aumento di CO2 esiste e ovviamente riscalda il pianeta. Dice Dyson che il modo migliore per contrastarlo e' coltivare alberi, possibilmente geneticamente modificati. E' stato stimato che la quantita' di alberi da immettere necessaria per contenere la CO2 antropogenica e' di un trillione (10^12. come si dice in italiano? trillione?). Se non altro ci muoviamo avanti e passiamo alla fase "cosa fare a proposito".

Tra l'altro, Dyson e' un grande fan degli alberi geneticamente modificati tanto che ha proposto il concetto di "Dyson tree", un albero geneticamente modificato in modo tale che sia in grado di vivere su una cometa e creare una atmosfera in cui vivere (secondo me e' un'idea poco originale pero' perche' Antoine de Saint Exupéry ci era chiaramente arrivato prima)

 

 

Vorrei aggiungere un punto chiave.

Non si vuole contrastare il riscaldamento globale per perservare la biodiversita', ma per minimizzare i danni all'uomo. Il clima e' in grado di alterare gli attuali equilibri, il che e' in grado di generare instabilita' politica. Ridimensionare la ditribuzione delle risorse idriche, per esempio, avrebbe gravi o gravissime conseguenze su intere nazioni o popolazioni.

Dunque, come ovvio, piu' che la biosfera e' l'umanita' al centro dell'attenzione.  

 

il problema non è se esista il cambiamento climatico o meno ma quanto interessa alla gente... e salvo minuscole sette interessa molto poco, non abbastanza da richiedere uno sforzo, neanche agli altri.

è il solito metodo del "contradditorio".

non penso interessi se sia scentificamente provato o no.

 

magistrale.

aggiungo che ci sono anche altri dati che suggeriscono l'esistenza del global warming. scioglimento dei ghiacciai, aumento del livello dei mari, più una serie di perturbazioni riguardanti nubi e piogge.

ad esempio lo spiega mark maslin in "riscaldamento globale" (ed. codice).

il negazionismo non ha basi scientifiche molto solide: diverso è il discorso sulle misure da prendere. kyoto sucks

Grazie Giorgio per l'ottimo articolo.  Aggiungerei un pensiero - molti parlano dell'ambientalismo come di una nuova religione, e sicuramente per molti attivisti ambientalisti di religione si tratta, o almeno l'ambientalismo ha una funzione quasi religiosa - per esempio l'opposizione ambientalista al cap-and-trade e ai carbon offsets prende spesso connotati e linguaggi religiosi (i carbon offsets sono paragonati alla vendita delle indulgenze).  Questo non vuol dire che gli effetti dell'inquinamento ambientale non siano veri.

Premesso che il mio scetticismo riguarda soprattutto la A di AGW,vorrei far notare a Caos che l' unica alternativa all'aspettare il peggio è l' opzione nucleare.Non per produrre energia, ma per bombardare India e Brasile (russi e cinesi risponderebbero al fuoco) e frattaglie varie.

Mi sembra più ragionevole aspettare l'acqua alta a NY.

 

l' unica alternativa all'aspettare il peggio è l' opzione nucleare.Non per produrre energia, ma per bombardare India e Brasile (russi e cinesi risponderebbero al fuoco) e frattaglie varie.

 

Lascerei stare anche l'India che ha l'atomica e leader che affermano che con 900 milioni di abitanti loro possono sopravvivere bene ad una guerra nucleare al contrario del Pakistan che ne ha solo 120 milioni...

Giorgio ti posso fare un appunto ? Il post è quasi perfetto, ma ti "scaldi" troppo -).

Ottimo e divertente intervento, che chiarisce molti punti con eleganza e semplicita'.

Non mi sento di aggiungere altro, se non i seguenti punti:

1. La "famosa scenetta della gru", non si riferiva all'Hockey Stick di cui parla Rustichini: quest'ultimo e' basato sulla ricostruzione della temperatura negli ultmi 600 anni, mentre la scena della gru mostra l'andamento della CO2 NEGLI ULTIMI 400 ANNI ricostruita tramite le carote di ghiaccio antartico. E' a mio avviso una figura molto piu' importante e molto meno criticabile dell'Hockey Stick di Mann.

2. Qualche dubbio mi e' rimasto dopo aver letto l'articolo della BBC segnalato da Rustichini. Il dubbio non e' che il Global Warming non sia in atto. Il dubbio e' che l'articolo sia stato selezionato in modo capzioso. Infatti, molti degli eventi "sospetti" proprio negli anni recenti. Io sono (o ero) torinese e le estati piu' calde degli ultimi 250 anni si sono registrate dopo il famigerato 1998: nel 2003, 2009 e 2004, e cosi' l'inverno piu' caldo, nel 2006-2007. L'estate del 2003, ha avuto una anomalia di temperatura positiva pari a 5 deviazioni standard, e cioe', se i valori di temperatura registrati seguissero una distribuzione normale avrebbero un tempo di ritorno di molte migliaia di anni... 

Mi scuso per la lunghezza dell'intervento!

 

La "famosa scenetta della gru", non si riferiva all'Hockey Stick di cui parla Rustichini

 

Hai proprio ragione, mi ricordavo male. Al Gore sulla gru non fa vedere l'hockey stick ma la correlazione tra le misurazioni di carbone e la temperatura per ere. Concordo con te che sia molto piu' importante delle misure di Mann e succesive. Non a caso IPCC nasce nel 1990, 8 anni prima dell'hockey stick.

 

2. Qualche dubbio mi e' rimasto dopo aver letto l'articolo della BBC segnalato da Rustichini.

 

Mi pento di non aver toccato quel punto gia' nell'articolo perche' e' veramente esemplare. L'articolo della BBC si intitola "What happened to Global Warming?" e il succo che fa partire il ragionamento e' "This headline may come as a bit of a surprise, so too might that fact that the warmest year recorded globally was not in 2008 or 2007, but in 1998." Questi sono i dati ricavati dalle sonde di temperatura.

 

Molti altri grafici e dati riguardanti il lungo periodo si trovano sul sito della NASA (qui).

Quindi e' vero che il 1998 e' stato molto piu' caldo del 2008 (sappiamo anche perche', per via de El Nino che rimane uno dei principali modificatori del tempo atmosferico - vedi di nuovo weather vs climate). Vuol dire che il riscaldamento si e' fermato? No. Continua a salire di 0.2C/decade, come prima.

 

 

Grazie ancora Giorgio per l'articolo e tutti i riferimenti. Per mancanza di tempo non ho potuto approfondire, ma mi sembra che gli argomenti a favore del GW siano piu' validi di quelli contrari cosi' come l'evidenza di un  segnale statisticamente significativo di AGW. Cio' che danneggia il consenso maggioritario degli scienziati e', oltre alla complessita' della materia, lo spirito stolidamente militante/ideologico di alcuni sostenitori. In ogni caso e' un bene che ogni tesi maggioritaria sia sottoposta a critiche e scetticismo per poter meglio mostrare i suoi argomenti.

Comprendo la stizza creata dalla militanza di molti sostenitori dell'AGW, tuttavia, e' bene ricordare che l'evidenza scientifica a favore dell'AGW e', diciamo cosi', soverchiante, mentre le posizioni dei negazionisti non sono praticamente supportate dai fatti, sono volte a proteggere interessi particolari e manipolano apertamente parte dell'opinione pubblica.

E si badi bene, stiamo parlando di negazionisti che imprimono pressioni per influenzare l'attivita' di scienziati onesti e corretti, senza contare il modo di procedere sgangherato e incommentabile di certi governi, TIPO QUELLO ITALIANO.

Considerando che gli effetti del cambiamento climatico sono potenzialmente devastanti, cio' che mi rende stizzito non e' la passione stupidamente estremizzata di certi scienziati, ma sono piuttosto le falsita', manipolazioni e scorrettezze attuate dalla maggioranza dei negazionisti.

 

Con Giorgio ho gia' avuto questa discussione altrove, e secondo me non abbiamo trovato un punto di consenso, quindi ripropongo i miei dubbi a lui e a tutti i lettori:

A) se capisco bene come funzionano questi modelli climatici ( e se non l'ho capito mi corrigerete :-) , sono dei sistemi di equazioni molto complicati e nonlineari che si basano sia sulla conoscenza dei fenomeni fisici sia sui dati raccolti dai vari scienziati. Ora, ho le seguenti perplessita':

 

  1. alcuni dati sono ricostruzioni, che per quanto accurate, sempre approssimate sono, e quindi introducono un errore di misura nella simulazione. Ecco, ci sono studi su quanto questi errori di misura possano essere importanti? In economia si fanno spesso Montecarlo simulations per vedere se una determinata procedura statistica ha dei "bugs", o test di robustezza dei risultati per vedere se usando una misura invece di un'altra si ottengono risultati simili. Per me questo e' un punto critico.
  2. questi sistemi sono stocastici ma ricorsivi, nel senso che io posso sempre descrivere la traiettoria ottima come funzione solo delle variabili di stato. io chiamo questa "fallacia da hard sciences" (e spero nessuno si offenda, e' solo che gli economisti si occupano di problemi non ricorsivi da decenni e ne conoscono la natura), perche non tiene conto di cosa fa o fara' l'uomo. In economia le analisi simili ai modelli climatici attuali si chiamano "scenari", proprio per distinguerle da modelli piu' complicati che tengono conto delle reazioni dell'uomo. Mi spiego: se devo descrivere come si comportano delle particelle nel vuoto, so che esistono delle equazioni differenziali che ne descrivono perfettamente il moto data una determinata accelerazione iniziale. Quindi, diciamo che io do uno schiaffone alla particella, e la particella si muovera' nel vuoto secondo la mia equazione. Ora, se di mezzo non ci sono solo delle particelle, ma c'e' di mezzo l'uomo, le cose cambiano. L'uomo pensa, ragiona, si forma una idea di cosa succedera' domani, reagisce al mondo che lo circonda, cambia idea a volte, fa errori, ecc ecc. Questo implica che il sistema non sia ricorsivo, ma le decisioni prese oggi dipendano non solo da cosa e' successo ieri, ma anche da cosa ci aspettiamo succeda domani. D'altronde, c'e' tanta gente che fa ricerca su energie alternative, soluzioni all'aumento della CO2, fusione fredda, ecc.: loro hanno reagito all'evoluzione del clima se volete. Questi modelli di simulazione climatica dovrebbero essere integrati da una parte diciamo "economica" nel senso di "che usa metodi propri della scienza economica". So che Per Krusell ci sta lavorando in Svezia con un gruppo di climatologi (Progetto MISTRA, se non erro). In particolare, una cosa di cui dovremmo tener conto e' come l'uomo si puo' adattare al nuovo clima. C'e' gente che vive in Alaska (e vede la Russia dalla sua veranda, scusate non ho potuto resistere), c'e' gente che vive nel deserto del Sahara, e ai Caraibi, in Hymalaya ecc. I modelli climatici attuali non fanno nulla di tutto cio'. Se volete tornare all'analogia con la particella presa a schiaffi, e' come se la particella, dopo aver preso lo schiaffo iniziale, si girasse e provasse a restituire lo schiaffo.
  3. Una cosa che mi e' stata fatta notare da mio fratello, che contrariamente al sottoscritto si occupa di analisi empiriche: questi modelli climatici simulano eventi su un arco temporale di cento anni. Ora, in qualsiasi modello di serie storiche, l'errore di previsione diventa molto grande gia' senza fare previsioni troppo lunghe. Quindi mi chiedo: possibile che questi modelli hanno un errore di previsione piccolo su un orizzonte di cento anni? cosa c'e' di diverso rispetto ad un sistema di equazioni stochastiche standard simulato per cento periodi? perche se hanno un errore di previsione come gli altri modelli, le previsioni a cento, cinquanta o venti anni sono da buttare nel cesso.

B) questa e' piu' una preghiera ad approfindire l'argomento che un dubbio: dall'evidenza richiamata sopra perlomeno per me non e' chiaro se la A ci deve stare in AGW. Mi sono letto la review che indicavi, ed e' vero, e' leggibile da tutti, solo che mi pare (dico MI PARE, metto le mani avanti) che spieghi la cosa cosi': siccome nel passato, coi nostri modellini, riusciamo a spiegare bene il clima senza CO2, e per l'ultimo secolo non ci riusciamo, allora deve essere la CO2 che ci frega. Infatti se ce la aggiungiamo ai modelli, tutto fila liscio. Anche qui, perplessita':

  1. Puo' essere, puo' pero' anche essere che il modellino e' sbagliato. Capita. Magari e' colpa di un altro fenomeno che non osserviamo e/o non sappiamo essere collegato al clima.
  2. Quanto gli errori di misura contano IN QUESTO PARTICOLARE ASSESSMENT SULL'INFLUENZA DELLA CO2?

C) Infine, considerazione sulle conseguenze e sulle cose da fare, che tu non tocchi ma sono li' sospese a mezz'aria: secondo me la soluzione sara' tecnologica. Ci inventeremo un nuovo sistema di produzione dell'energia, o troveremo (ammesso che la CO2 sia fondamentale nello spiegare il cambiamento climatico) modi di eliminare la CO2, o cose simili. Quando diventera' profittevole farlo, vedrai che lo si fara'. Il problema e' che OGGI non possiamo prevedere cosa potra' succedere nei prossimi venti anni nella ricerca scientifica. Qui I beg to differ rispetto al generale pensiero dell'agire in base ad un principio prudenziale per cui la catastrofe e' data per scontata se non si agisce subito: il principio prudenziale qui e' esattamente il contrario, fermi tutti e non cambiate una virgola, visto il progresso tecnologico che abbiamo avuto negli ultimi cento anni la soluzione arrivera'. Anzi, che io sappia ce ne sono molte in giro, e' che ancora non sono profittevoli. Pazienza, calma e gesso: la scienza avanza a piccoli passi, mica tutti possono scoprire il bosone di Higgs!

Update: aggiungo solo una cosa, please se si potesse evitare di chiamare chiunque mette in dubbio la questione del AGW come negazionista... chiamateli scettici, perche negazionista (come eretico, che si usa in economia e a me fa girare le scatole) ha una chiara connotazione ideologico/religiosa che a me, come ricercatore, non piace per niente. Ho intitolato questo commento "Dubbi", e appunto questo e' il compito dello scienziato: porsi dubbi. Pure quando i dubbi sono scemi, o le risposte sono cercate in modo errato, e' uno scettico, non uno che nega la Verita' rivelata.

 

Condivido tutto, aggiungo solo due note irrilevanti ai fini del discorso:

  1. il moto delle particelle non è deterministico, Dio gioca a dadi.Infatti il metodo montecarlo l'hanno inventato i fisici (mi pare Fermi)
  2. quello che tu chiami "fallacia da hard sciences" secondo me deriva da un concetto troppo ampio di "hard sciences" (ne parlammo anni fa a Firenze). Io ci includo solo quelle in cui è ragionevolmente possibile fare esperimenti misurando tutte le variabili rilevanti. Fisica, chimica e dintorni. E pure li solo finchè si lavora in piccolo (come numero di variabili). I modelli dei climatologi hanno a che fare con innumerevoli variabili (orografia, radiazioni, emissioni ed assorbimenti, fenomeni atmosferici, correnti oceaniche,...) e sono inevitabilmente supersemplificati.Non voglio dire inutili, solo che modellare fenomeni così complessi somiglia più al lavoro dell' economista che a quello del fisico.

 

Update: aggiungo solo una cosa, please se si potesse evitare di chiamare chiunque mette in dubbio la questione del AGW come negazionista... chiamateli scettici, perche negazionista (come eretico, che si usa in economia e a me fa girare le scatole) ha una chiara connotazione ideologico/religiosa che a me, come ricercatore, non piace per niente. Ho intitolato questo commento "Dubbi", e appunto questo e' il compito dello scienziato: porsi dubbi. Pure quando i dubbi sono scemi, o le risposte sono cercate in modo errato, e' uno scettico, non uno che nega la Verita' rivelata.

 

Questo sarebbe da aspettarsi se i catastrofisti fossero motivati da amore di verita' scientifica. Purtroppo cosi' spesso non e', e il recente incidente delle e-mail e' solo uno degli indizi di disonesta' intellettuale alimentata dallo spirito di crociata. Gia' nel lontano 1988 il climatologo di Stanford Stephen Schneider ammetteva, in un articolo di Discovery Magazine:

On the one hand, as scientists we are ethically bound to the scientific method, in effect promising to tell the truth, the whole truth, and nothing but – which means that we must include all doubts, the caveats, the ifs, ands and buts. On the other hand, we are not just scientists but human beings as well. And like most people we’d like to see the world a better place, which in this context translates into our working to reduce the risk of potentially disastrous climate change. To do that we need to get some broad based support, to capture the public’s imagination. That, of course, means getting loads of media coverage. So we have to offer up scary scenarios, make simplified, dramatic statements, and make little mention of any doubts we might have. This “double ethical bind” we frequently find ourselves in cannot be solved by any formula. Each of us has to decide what the right balance is between being effective and being honest. I hope that means being both.

O, per chi preferisce la lingua di Dante:

Da un lato, come scienziati, siamo eticamente vincolati al metodo scientifico, in effetti promettendo di dire la verita', tutta la verita' e nient'altro che la verita' - il che significa che dobbiamo includere tutti i dubbi, i caveat, i "se", e i "ma". Dall'altro, non siamo solo scienziati ma anche esseri umani. E, come la maggior parte delle persone, vorremmo vedere il mondo un posto migliore, il che nel contesto si traduce nel nostro lavorare per ridurre il rischio di un cambiamento climatico potenzialmente disastroso. Cio', ovviamente, significa ottenere una gran quantita' di copertura mediatica. Cosi' dobbiamo presentare scenari paurosi, fare affermazioni semplificate e drammatiche, e menzionare poco qualunque dubbio ci capiti di avere. Questo "doppio vincolo etico" in cui frequentemente ci troviamo non puo' essere risolto da alcuna formula. Ognuno di noi deve decidere qual e' il giusto equilibrio tra essere efficace ed essere onesto. Io spero che cio' significhi essere entrambe le cose.

Non ti ricorda la "verita' politica" dei comunisti di ieri e della Santa Inquisizione dell'altroieri?

 

sono ottimi post sia quello di Gilestri (che mi rassicura sul fatto che non sono diventato cieco nell'osservare il grafico in cui Rustichini vedeva un riscaldamento dopo l'anno 1000) che il commento di Mele. Su quest'ultimo non sono d'accordo a proposito della soluzione tecnologica. Ma perchè dovremmo essere così certi che uscirà fuori quando sarà profittevole? E se fosse troppo tardi? Fra venti-trent'anni avremo probabilmente una cura efficace per l'aids, ma questo non mi pare una buona giustificazione per avere rapporti non protetti... :-)

premesso che non mi occupo di clima provo a buttare lì qualche risposta:

A1) È verissimo che i modelli metereologici e climatologi sono molto complessi e fortemente non lineari, tuttavia non siamo così sprovveduti da usare questi modelli senza farne mille test di tutti i tipi. Non so quali siano i test a cui sono abituati gli economisti ma in fisica (l'idrodinamica è una branca della fisica anche se la climatologia si può a buon diritto considerare una disciplina saparata) di metodi per verificare robustezza ed affidabilità di un modello (nonché per propagare gli errori in modo da poter stimare con cura le incertezze) ce ne sono a bizeffe.

A2) Premesso che non mi è chiarissimo cosa tu intenda per "ricorsivi" (in meccanica statistica un sistema ricorsivo è un sistema che, attendendo un tempo sufficiente, ritornerà nel suo stato iniziale) ma mi pare di capire che tu ti preoccupi per la mancata inclusione della "variabile umana". Direi che, fin quando si studia cos'è successo fino ad oggi, questo non è un problema. Alla fin fine dire che c'è stato o meno un aumento sensibile della temperatura è indipendente dal sapere cosa faranno domani gli abitanti dell'Alaska. Diventa invece importante includerlo se si vogliono fare previsioni. In quest'ottica la procedura standard in fisica è quello di creare degli scenari dove i vari parametri assumono valori diversi (anche variabili nel tempo). Per esempio posso vedere cosa mi dice il mio modello su come evolverà il clima assumendo che l'emissione di CO2 aumenti con i ritmi attuali e poi vedere cosa succederebbe se aumentasse coi ritmi previsti da un dato modello economico ecc. Accoppiare il modello fisico al modello economico invece è, per quanto concettualmente possibile, molto più complesso e mi fa piacere sentire che ci siano persone che ci stanno provando. Tuttavia non mi sembra assolutamente fondamentale. La climatologia ti dice che, se i parametri nel prossimo futuro saranno queste, le probabilità (qui si parla SEMPRE di probabilità, il determinismo nello studio dei sistemi complessi è una chimera) che succeda questo o quello sono queste o quelle.

A3) Qui temo che bisognerebbe andarsi aleggere gli articoli specifici sui vari modelli. Una cosa però te la posso dire con certezza: bisogna preoccuparsi quando l'errore non è riprtato nella simulazione, se l'errore è riportato allora è sempre riportato anche il metodo col quale lo si è ottenuto e, tipicamente, questi metodi sono validi fino a prova contraria.

B1) Certo, è sempre possibile che il modello sia sbagliato. Questo è vero sempre ed in qualunque disciplina. Le equazioni Maxwell potrebbero anche essere un modello sbagliato per descrivere i fenomeni elettromagnetici ma questo non è un buon motivo per non affidarsi alle loro previsioni fintanto che non si trovi un modello migliore (rasoio di Hoccam).

B2) Vedi A3

C) Vorrei condividere il tuo ottimismo. Purtroppo svariati anni di ricerca scientifica mi hanno insegnato che i miracoli non avvengono e che non troveremo una fonte di eneregia pulita ed economica solo perché sarebbe profittevole averne una. Purtroppo la natura se ne infischia abbastanza di cosa noi vogliamo e cosa noi non vogliamo e l'evoluzione tecnologica deve sottostare a precisi vincoli imposti dalla fisica. Certo, magari fra una settimana arriverà la notizia che la Bubble Fusion funziona e che possiamo generare megawatt di energia dall'acqua in bottiglia ma, franbcamente, non ci farei affidamento. È decisamente più probabile che le tecnologie di produzione energetica pulita (o quasi-pulita) che arriveranno nei prossimi 20 anni siano infinitamente più costose e scomode di quelle attuali. Purtroppo però dovremo affidarci a quelle.

Antonio, invece di quotarti ti riassumo cosi' se ti ho frainteso si capisce.

A.1 - Come viene preso in considerazione l'errore delle misure?

Certo che si fa sopra ogni tipo di statistica. Nel caso dell'hockey stick originale si trattava di Principal Component Analysis piu' MonteCarlo. Essendo io uno sperimentalista, ci tengo a dire che la forza di queste ricostruzioni non sta nella rigidita' statistica delle singole ma nel fatto che approcci  completamente diversi (analisi dei coralli, piuttosto che alberi, piuttosto che sedimenti nelle caverne etc) diano risultati fortemente concordanti. Infatti adesso non si parla solo di Hockey Stick ma di Hockey Team. Cio' non toglie che una attenta quantificazione dell'errore sia fondamentale nel momento in cui i dati sono usati da dare in pasto ai modelli.

A.2 - Viene considerato in tutto questo cosa fa e come reagisce l'uomo?

Certo. Tutto questo ruota su cosa fa l'uomo perche' non c'e' veramente dubbio che il riscaldamento del ventesimo secolo sia antropogenico. Il sole conta, secondo le stime piu' recenti, per l'11% del cambiamento. Il resto e' solo uomo. Anche nell'IPCC si parla di scenari e in particolare si cerca di tracciare scenari che corrispondano ad una diversa politica di combustione fossile. La relazione tra gas serra e riscaldamento e' abbastanza straight forward e infatti i modelli finora sono molto utili. Le differenze di comportamento locale sono piu' difficili da integrare un po' perche' torniamo nella differenza clima vs weahter. Alcuni sono piu' facili da prevedere, pero'. Ad esempio e' abbastanza assodato che ad un aumento di temperatura corrisponde a siccita' in alcune regioni (espansione dei deserti) e aumento del livello dei mari. Infatti il rischio "locale" considerato piu' sicuro e' quello di spostamenti umani (IPCC parla principalmente di human relocation per starvation e raising sea levels).

A.3 - quanto affidabili sono le previsioni future.

Vedi FAQ dell'IPCC. Dipende da cosa stai modellando. Se vuoi modellare qualcosa di molto locale e caotico e' molto molto difficile. Ad esempio, cosa succedera' ai monsoni, alla frequenza del El Nino e le oscillazioni del sud o alle formazioni di nuvole in 10, 20,50 anni. Misure piu' globali e rappresentative sono decisamente piu' semplici.

B - I fattori naturali non possono spiegare il riscaldamento dell'ultimo secolo, l'immisione umana di gas serra si'. Ma se fosse qualcos'altro perche'...

B.1. ...i modelli che legano gas serra a temperatura sono sbagliati

Impossibile. Come dicevo nell'articolo, l'effetto serra si conosce dal 1824 e da allora e' stato studiato in tutte le salse. Quello che non si conosce ancora bene e' quali siano gli effetti locali dei gas serra e quale sia il contributo locale dei vari tipi di gas serra. Lo si studia usando ad esempio analisi spettrografiche fatte dallo spazio di modo da vedere real-time quale e' la concentrazione di questo gas in questa zona in questo momento e come questo cambia le radiazioni solari a tutti i livelli dell'atmosfera. Siccome CO2 lo spiega cosi' bene, Occam is our friend.

B.2. ...le misurazioni di CO2 sono sballate.

Si e' iniziato a misurare CO2 dall'inizio degli anni 60 e farlo adesso e' abbastanza trivial. C'e' pochissimo dubbio su quanta sia la CO2 atmosferica e quanta di questa sia umana. Alcune misure sono controverse, pero' e cioe' quanta della CO2 rilasciata in atmosfera venga assorbita dai cosiddetti bacini naturali (gli oceani e le foreste) e quanta finisca a fare serra. Alcuni studi dicevano li 41% finisce e fare serra e 59% negli oceani. Uno studio molto recente dice 40% e 60%. Anche se si tratta di solo 1% e' una misura importante perche' aiuta a capire se gli oceani sono "saturi" nel loro livello di assorbimento o no. Ovviamente e' una domanda fondamentale perche' nel momento in cui i bacini si saturassero, tutta la CO2 finirebbe in atmosfera e non solo il 40% come ora. Insomma ci sono controversie anche accese su dettagli importanti che pero' spariscono completamente rispetto alla visione globale che cioe' tutte e tre le lettere di AGW sono solidamente provate dai dati.

C. Cosa dovremmo fare.

Anche io tendo a pensare che la tecnologia sia la strada migliore da percorrere. Piu' che altro non vedo alternative.

 

 

please se si potesse evitare di chiamare chiunque mette in dubbio la questione del AGW come negazionista

 

Cerco di chiamare le persone col loro nome, Antonio. Un negazionista e' qualcuno che non accetta l'evidenza scientifica, solitamente mosso da principi ideologici. Non ci puo' essere scetticismo al di fuori della scienza: dire "sono scettico su quali siano le leggi che regolano la forza di gravita" e' un ossimoro. La maggiorparte delle persone che si ritengono "scettiche sul global warming" in realta' sono "male informate" sul global warming. Questo e' il motivo per cui parlavo di cattive letture nell'altro thread. Non a caso, e lo si e' visto anche nella discussione di questi giorni, molti argomenti iniziano con "io ne so molto poco o nulla pero' sono scettico". Concordi che c'e' un errore di base e quella frase non ha senso? Scetticismo non vuol dire non prendere mai posizione su nulla (abbiamo passato la fase dello scetticismo di Carneade e di Pirro). Considerato che la maggiorparte dei cossiddetti scettici si dovrebbe in realta' definire "poco informata" o "male informata" (non e' mica un crimine!), esiste poi una parte che fa negazionismo puro. Di solito sono quelli che iniziano la discussione con argomenti facilmente provati falsi: l'argomento gira tra i media, la BBC lo pesca e qualcuno viene male informato dalla BBC (esempio in un altro commento). Non so se esista una stima ma credo che la stragrande maggioranza degli argomenti negazionisti arrivi da due o tre blog e poi viene amplificata a dismisura.

 

 

Così dice un tale che scrive sul Giornale:

 

Dicono i fessi: aumenti di CO2 implicherebbero un mondo più caldo, il che potrebbe far aumentare gli eventi atmosferici violenti. Ora, l’origine di questi ultimi risiede nel movimento di grandi masse d’aria, iniziato e promosso da gradienti di temperatura e pressione in atmosfera. In particolare, gli eventi meteoclimatici estremi sono promossi dal contatto di masse d’aria fredda che dai poli si spostano verso i tropici in conseguenza della differenza di temperatura tra le due aree: maggiore questa differenza, maggiore la potenza dei venti. Ma la congettura che vuole le emissioni antropiche di CO2 responsabili del riscaldamento globale prevede che questo sia più accentuato nelle regioni polari che ai tropici. Insomma: il riscaldamento globale presunto antropogenico riducendo i gradienti di temperatura ridurrebbe anche l’intensità e il numero degli eventi estremi.

 

Dicono i fessi: aumenti di CO2 implicherebbero un mondo più caldo, il che potrebbe far aumentare l’incidenza di decessi estivi per colpa di temperature troppo alte. Non v’è alcun dubbio che la calura estiva possa essere fatale ad alcuni, ma lo stesso può addebitarsi al troppo freddo. Più precisamente, le statistiche note informano che il numero di decessi da freddo è il doppio del numero di decessi da caldo. Inoltre, la congettura che vuole le emissioni antropiche di CO2 responsabili del riscaldamento globale prevede che questo sia più accentuato d’inverno che d’estate. Insomma: il riscaldamento globale presunto antropogenico ridurrebbe i decessi da freddo più di quanto non aumenterebbe quelli da caldo, e nel complesso diminuirebbe l’incidenza di morti per colpa delle temperature estreme.

 

Dicono i fessi: aumenti di CO2 implicherebbero un mondo più caldo, il che potrebbe far diminuire la produzione agricola e aumentare i morti per fame nelle aree sottosviluppate. Dimenticano, costoro (non a caso sono fessi), che la presunta causa del riscaldamento sarebbe l’aumento della concentrazione atmosferica di CO2, e che proprio la CO2 è il cibo delle piante. Le quali crescono, grazie alla luce solare, da CO2 e acqua: una maggiore concentrazione di CO2 in atmosfera, allora, non solo aumenterebbe la resa dei raccolti, ma consentirebbe un impiego più efficiente dell’acqua. È stato anzi dimostrato che un raddoppio della concentrazione atmosferica di CO2 garantirebbe un aumento dei raccolti tra il 50% e il 100% (non a caso in alcune serre si pompa CO2 per aumentare la produzione vegetale).

 

Tutto l’allarmismo diffuso sui rischi del riscaldamento globale poggia sull’assunto di ritenere che sia proprio quella attuale la migliore temperatura possibile per l’umanità. Assunto forse presuntuoso ma sicuramente ingenuo. Come ritenere che siano le migliori possibili, che so, le attuali salinità dei mari o frequenza dei terremoti: invece, se l’acqua dei mari fosse più dolce e la frequenza dei terremoti nulla saremmo tutti più contenti. Allo stesso modo, a ben guardare le cose, un pianeta più caldo ci farebbe sicuramente più comodo. L’effetto serra presunto antropogenico riscalda le notti più dei giorni, gli inverni più delle estati, le zone fredde più di quelle calde; fa diminuire l’intensità e il numero degli eventi climatici violenti e l’incidenza di decessi per temperature estreme; e fa aumentare la resa della produzione vegetale, sia essa agricola o boschiva.

 

E se ch'avesse ragione costui?

 

e se invece c'avesse torto?

Se possono tornare utili, segnalo 4 articoli di un collega biologo sull'argomento:

Il Global warming che fa paura

Focus Polo Nord

Artico, bilancio 2009

l’anno più caldo

bellissimo post.Applausi.

@pasquino

ma dove le perscate certe cose? a già ...il Giornale.

L'effetto principale sarebbe l'aumento del livello del mare con sparizione "rapida" di intere fasce costiere (far diventare produttive le nuove fasce costiere implica tempo e denaro. Non è mica semplice spostare New York!), e il depauperamento di enormi riserve d'acqua dolce: i ghiacciai.

 

ma dove le perscate certe cose? a già ...il Giornale.

 

Ecco, siamo alle solite. Non ha alcuna rilevanza che l'autore dell'articolo non sia un protagonista delle selezioni per il Grande Fratello televisivo, ma un docente di chimica ambientale (che da molto tempo si occupa di questioni di questo tipo) e che non sia certo l'unico scettico.

Egli non solo osa porsi in contrasto con la Verità rivelata - e dunque è folle/drogato/prezzolato/incompetente, barrare la casella a piacere, risposte multiple sono possibili - ma si macchia del peccato originale: scrive sul foglio berlusconiano che, per definizione, non può che riportar menzogne utili agl'inconfessabili scopi del Grande Satana (urgono ora alcuni appelli, uno per tutti: Nicola Porro, finto liberale, che aspetti a rifiutare il piatto di lenticchie per recuperare una verginità malamente perduta, che diamine .....) .....

La delegittimazione del pensar differente, come sempre, la fa da padrone: che miserie, che miserie ......

mi sono sempre chiesto come un aumento di 5 metri del livello dell'acqua possa sommergere una città fondata su un letto di roccia, con edifici alti al minimo 30 metri, e i cui MOLI in pietra e cemento sono a 10 metri circa sul livello dell'acqua.

da quando ho sentito la cosa per la prima volta me lo chiedo, ma una risposta convincente non l'ho ancora avuta, evidentemente è una domanda cretina....

Premesso che non so nulla di AGW e tutto il resto, mi/vi pongo una semplice domanda: il surriscaldamento globale a quali effetti negativi conduce?

A me viene un dubbio semplice. Ho spesso sentito che il surriscaldamento globale, l'effetto serra, il buco nell'ozono (mi scuso se dico eresie..) provocheranno un innalzamento degli oceani, causando di fatto la scomparsa di gran parte delle terre calpestabili. L'innalzamento delle acque sarebbe dovuto allo scioglimento dei ghiacciai presenti nei poli terrestri.

La mia riflessione verte su una questione prettamente logica, vado solo per intuizione e niente più: se io ho una bottiglia di plastica da 1,5 litri (la classica bottiglia di acqua) riempita da 1,5 litri di acqua (ovviamente non fino all'orlo), a occhio noto che c'è ancora dello spazio all'interno di essa. Se inserisco questa bottiglia nel freezer e la riprendo dopo un giorno, la stessa risulterà essere piena fino all'orlo, ovvero, a occhio, non vedo più lo spazio vuoto all'interno di essa.

Il mio dubbio dunque è il seguente: se un certo quantitativo di acqua in forma liquida occupa meno spazio all'interno di uno contenitore rispetto ad uno stesso quantitativo di acqua in forma solida, perchè dobbiamo preoccuparci dello scioglimento dei ghiacciai?

PS Mi scuso se ho banalizzato troppo la questione, la mia vuole essere esclusivamente una riflessione dettata da un dubbio personale.

E' vero che il ghiaccio occupa più "spazio" dell'acqua ma l'artide e l'antartide presentano dei rilievi, cioè "acqua ghiacciata" sopra il livello del mare. Una volta "sciolta" occuperebbe sì meno spazio, ma non sarebbe concentrata in un punto, ciò porterebbe al temuto inalzamento delle acque.

PS

A Milano rischiamo di avere temperature più alte ed il mare più vicino! Chissà perchè non riesco a preoccuparmi ! (scherzo nè ;-))

 

Ti dimentichi che grossa parte dei ghiacci perenni si trovano al di sopra delle terre emerse (tutto l'Antartide ad esempio). Se quel ghiaccio si scoglie c'è un sacco di acqua che si riversa nell'oceano facendone alzare il livello in modo significativo.

Il problema è il ghiaccio "terrestre". l'enorme quantità di ghiaccio che c'è in groenlandia ed in antartide, più che quello "marino" dell'artico.

Il secondo problema sono i ghiacciai montuosi. Se si sciogliessero o anche riducessero di molto i ghiacci dell'Himalaya, ciao Gange...

.. ma, mi consenta, dr. Bernardi.

Si supponga che una quantita' di H20 sia tenuta in Antartide in stato glaciale. La potremmo mettere in strati alti 30 km (il ghiaccio e' duro, forse ha notato.)

Se la (sovraccitata) massa di H20 e' in stato liquido (acqua, in italiano) le proprieta' tensorie della sua superficie rendono il territorio coperto molto piu' vasto (il punto d'acqua piu' profondo noto e' a 12 km dal livello zero, the marianna trench, in Micronesia.)

Ergo, la stessa quantita' d'acqua che non rompe i cosidetti a nessuno, se mantenuta a) solida & b) in Antartide, e' sufficiente ad allagare Rotterdam, Miami, Taranto, Porto Recanati, Manhattan.... etc.

Forse puo' vedere che alcuni si preoccupino. E' possibile metter Wall Street in Missouri, ma e' scomodo e non c'e' Bergdorf Goodman vicino, gli operatori locali ci tengono molto alla cravatta di Marinella.

Palma giustamente si concentra sull'antartide: l' artide galleggia, e per il principio di archimede se si scioglie è irrilevante: il volume sommerso è costante.

Per i 30km di ghiaccio sull'antartide non mi preoccuperei troppo: prima che si sciolgan quelli in mezzo mondo le uova di gallina si rassodano a temperatura ambiente. Altro discorso per gli strati più sottili delle regioni costiere e i ghiacciai di montagna.

Comunque faccio notare che se gli olandesi costruiscono paesi sotto il livello del mare si può fare lo stesso anche per NY.Certo, tocca deviare l' Hudson, ma anche in Olanda han piu o meno deviato lo Schelde.

E' stato appena rilasciato un report redatto da 26 climatologi (alcuni hanno già pubblicato per l'IPCCC)

che in soldoni dice che:

misure DIRETTE e da SATELLITE mostrano che il ghiccio di Antardtide e Groenlandia sta ACCELERANDO il ritmo di scioglimento

il ghiaccio marino artico sta sciogliendosi ad un ritmo SUPERIORE a quello previsto dagli attuali modelli

il livello del mare s'è ALZATO di 5 cm negli ultimi 15 anni. l'80% in più di quanto previsto dall'IPCC

le emissioni di CO2 nel 2008 sono state il 40% più alte rispetto al 1990.

riporto due dichiarazioni per me chiave:

"New ice-core records confirm the importance of greenhouse gasses for past temperatures on Earth, and show that CO2 levels are higher now than they have ever been during the last 800,000 years. The last time Earth experienced CO2 levels this high was millions of years ago."
Professor Jane Francis, University of Leeds, UK

"Sea level is rising much faster and Arctic sea ice cover shrinking more rapidly than we previously expected. Unfortunately, the data now show us that we have underesti­mated the climate crisis in the past."
Professor Stefan Rahmstorf, Professor of Physics of the Oceans and a Department Head at the Potsdam Institute for Climate Impact Research in Germany.


I dati che riporti dimostrano che:

A. La temperatura sta aumentando

B. Il CO2 nell'atmosfera sta aumentando.

Ora sarebbe da dimostrare:

1.1 B causa A ?

1.2 se sì, in che proporzione ?

Dopodichè:

2.1 L'Uomo è causa di B ?

2.2 Se sì, in che proporzione (rilevante, ininfluente ecc...)?

Infine stabilito che l' Uomo causa B, che a sua volta causa A, rimangono da stabilire gli scenari futuri, l'andamento nel tempo del fenomeno e se sia possibile fare qualcosa.

 

Poichè spero che si sia data per certa la notizia che la Terra si sta riscaldando, e, sia pur con qualche dubbio, la razza umana qualcosina c'entra, evidenzio, per l'ennesima volta, che non c'è alcuna evidenza che domattina anzichè pattinare sul ghiaccio a manhattan si devono comprare maschera, pinne e occhiali.

E' sulla velocità del riscaldamento che, mi sembra, gli scienziati non sono d'accordo per niente, o sbaglio?

Per inciso, tutti gli anni ai primi tepori a maggio sento alla radio che uno scienziato (???) ha detto: quest'anno l'estate sarà più calda di quella del 2003. Salvo poi sbagliare... ma mai ho sentito, a ottobre, che sono andati a prendere quello scinziato per dirgli: che ti fumi ?

N.B. L'estate del 2003 non l'aveva predetta nessuno. O mi sbaglio ?

Approfitto della presenza di esperti per chiedere lumi sulla soluzione geoingegneristica di cui si parla ad esempio qui? La logica sottostante non sembrerebbe sbagliata, ma chiedo qual è lo stato della tecnologia attuale? Davvero potremmo ridurre la temperatura terrestre con costi e conseguenze inferiori rispetto ad una completa riconversione "energetica"?

 

"Ancora non sappiamo chi colpi' per primo, se noi o loro. Sappiamo pero' che fummo noi ad oscurare il cielo." 

cmq ci ho pensato oggi mentre tornavo a casa in bici: OSCURIAMO IL CIELO! poi mi son detto: e rendere tutto il mondo come milano o londra? meglio morire.

E se magari lo stessero mettendo in atto con le scie comiche?! paura :(

 

la cosa peggiore, a parte la diatriba su "hide the decline", e' che questi signori hanno cercato attivamente di mettere a tacere chi non era d'accordo con loro. da apprendista accademico sono oltremodo schifato.

 

Secondly, scientists on several occasions discussed methods of subverting the scientific peer review process to ensure that skeptical papers had no access to publication. In 2003, Tom Wigley of the University Corporation for Atmospheric Research in Boulder, Colorado, complained that paleoclimatologist Hans von Storch was responsible for “the publication of crap science ‘in order to stimulate debate’” and that they “must get rid of von Storch” (1051190249) as an editor of the journal Climate Research (he indeed subsequently resigned).

In 2005, Michael Mann said that there was a “fundamental problem w/ GRL now,” referring to the journal Geophysical Research Letters published by the American Geophysical Union (AGU), because “they have published far too many deeply flawed contrarian papers in the past year or so” and “it is probably best to do an end run around GRL now where possible.” Tom Wigley responded that “we could go through official AGU channels to get him [the editor of GRL] ousted”(1106322460).  A few months later, the editor of GRL having left his post, Mann comments, “The GRL leak may have been plugged up now w/ new editorial leadership there” (1132094873).

Having seemingly succeeded with Climate Research and Geophysical Research Letters, the most recent target of the scientists’ ire has been Weather, a journal of the Royal Meteorological Society (RMS). Phil Jones commented in March 2009, “I’m having a dispute with the new editor of Weather. I’ve complained about him to the RMS Chief Exec. If I don’t get him to back down, I won’t be sending any more papers to any RMS journals and I’ll be resigning from the RMS” (1237496573).

This issue is all the more important because the scientists involved in these discussions have repeatedly accused their critics of being irrelevant because they fail to publish in the peer reviewed literature.

 

pajamasmedia.com/blog/three-things-you-absolutely-must-know-about-climategate/1/

per quale motivo uno scienziato sicuro del suo metodo dovrebbe cercare di fare una cosa del genere?

 

complained that paleoclimatologist Hans von Storch was responsible for “the publication of crap science ‘in order to stimulate debate’” and that they “must get rid of von Storch” (1051190249) as an editor of the journal Climate Research (he indeed subsequently resigned).

 

Tanto per settare il record straight, non uno si e' dimesso ma 7 editors si sono dimessi perche' non potevano accettare di lavorare per un giornale in cui il publisher avesse deciso di pubblicare un lavoro (che non era un lavoro di ricerca ma una review) cosi' penoso contro la loro volonta'. Qui e qui puoi leggere la testimonianza di due degli editor che si sono licenziati e qui la dichiarazione del publisher stesso che dice ho fatto una cagata.

 

Faccio alcune osservazioni sui “Dubbi” di Antonio Mele. Le posto qui perche’ sopra hanno gia’risposto in molti e graficamente faccio un po’ fatica a seguire la discussione.

Sono d’accordo che spesso, almeno a livello di opinione pubblica, quando si parla di AGW si ignora il progresso tecnologico e l’endogeneita’ di alcune variabili. Pero’ quello che dici nel tuo punto C) non mi convince del tutto.

Primo, come ha notato Jacopo Bertolotti sopra, non e’ scontato che una soluzione tecnologica verra’ trovata: e’ possibile che ad alcuni problemi semplicemente non ci sia soluzione.

Inoltre, anche se una soluzione esiste, il trovarla in tempo dipende da un mercato per R&D che funziona. Sono d’accordo che gli ultimi 100 anni di storia sono molto promettenti in questo senso ma non estrapolerei troppo: a volte anche le piu’ spettacolari traiettorie subiscono dei rallentamenti o delle interruzioni. Insomma, sono d’accordo sul tener conto del progresso tecnologico ma non sul darlo per scontato.

Poi, certo, la soluzione non deve essere necessariamente tecnologica. Magari, pur con una tecnologia fissa, saranno le scelte dei consumatori a cambiare: che so, meno uso di aria condizionata, di automobili etc.

In ogni caso, affinche’ si trovi una soluzione efficiente, di qualsiasi natura, c’e’ bisogno di un sistema di prezzi che rifletta accuratamente i costi delle varie alternative. Quando dici:

    Quando diventera' profittevole farlo, vedrai che lo si fara'.

mi sembra che tu pensi che gli attuali prezzi di mercato delle varie opzioni energetiche siano abbastanza accurati. Io non sono sicuro di questo. Anzi, la mia intuizione e’ che, in quanto l’inquinamento ha delle esternalita’, questi prezzi non siano accurati*. Mankiw ha ripetuto questa osservazione piu’ volte difendendo l’introduzione di una carbon tax. Questo mi pare un potenziale punto di contatto tra gli ambientalisti e gli economisti.

*per metterla in termini un po’ folkloristici, una volta al parcheggio di Kroger trovai questo.
 
p.s.: grazie a Giorgio Gilestro per il bel post e a nFA per ospitare questa interessante discussione.

Molto bene. Facciamo finta che sia provato al di fuori di ogni ragionevole dubbio statistico che:

- il cambiamento climatico in corso è dovuto alla produzione di CO2 da parte degli uomini, per le attività che essi svolgono, e che

- in un intervallo di XX-YY anni (qualcuno metta le cifre sulle quali esiste il consenso scientifico con un intervallo di confidenza, diciamo, del 95%) il cambiamento in questione produrrà i seguenti danni: A, B, C, D, ... (qualcuno metta i danni, sempre con i criteri "scientifici" di cui sopra) e che

- tali danni sono più gravi, per TUTTI gli esseri umani presenti sulla terra in XX-YY anni, che non i vantaggi derivanti dal medesimo cambiamento climatico, quali E, F, G, H ... (qualora si ritenga non ve ne siano, lasciare vuote queste caselle).

Fatto questo, attendo di sapere COSA (di fattibile però) andrebbe fatto e come.

Non sarebbe male che il COSA in questione fosse anche "scientificamente" provato essere sufficiente per evitare i danni di cui sopra, sempre soggetto ai famosi intervalli di confidenza. Nel caso che il COSA dovesse essere potenzialmente utile ad alcuni esseri umani e svantaggioso ad altri, son curioso di sapere come effettuiamo i trasferimenti compensantivi.

P.S. Per quanto mi riguarda, l'unica affermazione che ritengo "provata" sinora dalla letteratura che GG cita qui e dall'abbondante altra che ho avuto l'occasione di spulciare, è che, a partire dal XVI secolo (forse dal XV), stiamo assistendo ad un processo di riscaldamento globale che sembra seguire una curva esponenziale la quale curva, quindi, ha manifestato nell'ultimo secolo una forte impennata nella sua derivata prima. Poiché esiste una correlazione (a basse frequenze) fra tale impennata e la quantità di CO2 generata dalle attività umane, si sono fatte alcune ragionevoli ipotesi di tipo causale. Tali ipotesi son ben lungi dall'essere quantitativamente "provate", nel senso in cui la parola si usava sopra, e ne esistono altre, di altrettanto ragionevoli anche se, mi sembra, meno intuitivamente convincenti.

P.P.S. Se ben intendo la letteratura, di nuovo, la previsione "catastrofica" proviene da modelli che assumono l'esistenza di un feedback loop fra temperatura degli oceani (ovviamente la maggior fonte di GreeHouse Gases) e temperatura atmosferica che tali GHG mantengono superiore a quella che sarebbe altrimenti (pensate alla Luna, che non ha i GHGs, e dove fa frescucello). Se quella dinamica è instabile, allora si arriva rapidamente alla catastrofe perché il meccanismo è self-reinforcing. Poiché i basins of attractions dei sinks in modelli di questa classe dipendono, ovviamente, dallo stato del sistema ad ogni dato momento nel tempo ed il sistema non è autonomo ma "forced" dall'attività umana le domande diventano: è la produzione umana di CO2 che ci sta spingendo sopra il valore soglia o no? Ci spingerà? Non ci spingerà? Ci arriveremo comunque? Tutte queste domande non mi risultano avere risposte univoche, e la reliability dei modelli in questione non è assoluta (rilevanza del feedback loop e uscita dal basin of attraction oltre una certa soglia essendo le due ipotesi più dibattute). Qui, come altrove peraltro, si continua a discutere come se tutto questo fosse ovvio, che non lo è. Che succeda altrove, capisco. Che succeda su nFA mi irrita assai.

P.P.P.S. Quando avrò tempo - mi dispiace, non scelgo io le deadlines dei libri e degli articoli per le riviste "scientifiche" - articolerò chiaramente perché questo è quanto mentre tutto il resto è altamente dubbioso, se non "preposterous", come dicono gli scienziati veri (non gli economisti, come ci ha spiegato Tremonti).

P.P.P.P.S. Soprassiedo sia sull'opportunità dello "high moral ground" che GG ha deciso di prendere nella stesura del post, sia sulla saccenza moralistica di alcuni dei commenti degli usuali quaquaraqua, perché non ne vale al momento la pena. Trovo comunque interessante sentirmi insegnare, senza averlo richiesto, cosa vuol dire fare scienza e scoprire che non la so fare perché non sono d'accordo con Al Gore. Se, a tempo debito, dovessero mai volare due sganassoni, m'auguro di non udir lamenti. Gli esperti di GW dovrebbero essere coscienti che, quando si accende il fuoco, in cucina fa caldo.

 

e mentre aspettiamo 'sti sganassoni (che mi guardero' in HD) propongo un intermezzo musicale

Non sono un esperto di global warming, e quindi non entro nel merito della discussione. Ma ho una lunga esperienza di editor di riviste internazionali peer-reviewed e mi sta venendo qualche dubbio. Un editor esperto può influenzare pesantemente (eufemismo) le sorti di un articolo MOLTO PRIMA del giudizio finale attraverso la scelta dei referees, l'interpretazione dei loro report e le lettere agli autori. In genere, gli editor sono persone corrette e responsabili e quindi prendono le decisioni migliori nell'interesse esclusivo della qualità della rivista. Ma il combinato effetto dell'atteggiamento di Gilestro (il global warming esiste e chi lo nega è un farabutto) e delle mails (chi non crede ciecamente nel global warming non può essere editor di una rivista scientifica) mi suscitano qualche perplessità. E' sicuramente possibile che Gilestro sia più aggressivo in un blog che nella pratica scientifica, e che la selezione delel mails sia tendenziosa. Però non mi piacerebbe fare il climatologo.

 

Sono abbastanza d'accordo, tuttavia darei maggiore evidenzia ai seguenti aspetti:

  • (l'isolamento termico) se  l'anidride carbonica è un gas serra questo implica che, ceteris paribus, un aumento della CO2 atmosferica causa un aumento della temperatura. Quanto, esattamente, non si sa e difficilmente si potrà sapere, essendo piuttosto difficile isolare gli effetti della CO2 da tutto il resto.
  • (il termosifone) se effettivamente la temperatura sta aumentando è possibile pensare a cause alternative alla CO2 ? Ovviamente sì e il primo candidato è evidentemente il Sole. Tuttavia sembra che l'attività solare sia in una fase di minimo ciclico decennale, ma la tendenza al rialzo della temperatura prosegue. E' probabile comunque che si debba attendere ancora qualche anno prima di dire che gli effetti del minimo solare siano stati poco rilevanti visto che siamo in presenza di fenomeni pluriennali con forti meccanismi di retroazione (al momento sono soverchiati da qualche altro effetto di natura opposta). Magari, nel frattempo qualcuno riesce a misurare con sufficiente precisione la quantità di calore che la terra riceve dal sole. Per quanto mi riguarda questa storia della mancanza di effetti rilevanti del minimo solare mi sembra cominci ad essere un aspetto rilevante.
  • sono d'accordo sul fatto che al momento non si conoscono gli effetti che produrrà il riscaldamento, tuttavia se gli abitanti delle varie zone della terra sono soddisfatti del posto in cui vivono (magari solo per abitudine) un principio di precauzione vorrebbe che cercassero di preservarlo. Non sono favorevole ad azioni drastiche per tagliare le emissioni, però mi sembra che qualche impegno ragionevole vada preso, soprattutto se accompagnato da misure analoghe che riguardano "vere" le fonti di inquinamento (gas tossici). Magari evitando di attribuire un valore economico alle emissioni di CO2

Ammetto (e sarà sicuramente colpa mia) di avere qualche difficoltà a capire il commento di Michele. Quando si parla di scienza, non esistono verità rivelate ed immutabili; quindi qualcunque teoria può rivelarsi sbagliata. Tuttavia, tranne in casi particolarmente controversi, esiste una interpretazione dei dati più o meno "ufficiale" che è quella su cui la maggioranza della comunità scientifica concorda. Non è necessariamente vero che la maggioranza abbia ragione e, almeno nella mia esperienza personale, dubbi e teorie alternative per spiegare le osservazioni sperimentali sono sempre le benvenute. Quello che è un po' meno il benvenuto è l'atteggiamento "tu hai torto perché io ho ragione indipendentemente dal fatto che tu porti studi scientifici e dati a supporto delle tue tesi mentre io le mie idee me le son fatte leggendo Focus". Tra le altre questo atteggiamento (che è quello che mi sembra stare sulle scatole a Gilestro e ad altri) mi pare sia lo stesso tante volte stigmatizzato dallo stesso Boldrin. Se hai un'opinione diversa è ben accetta a patto che tu la esponga  in maniera chiara e che questa sia in grado di spiegare più dati della mia.

Poi siamo tutti d'accordo che i risultati (scientifici) della climatologia vengano spesso presi, distorti e trasformati in bandiere da chi li vuole usare per fare politiche demagogiche. Ma questo è solo parzialmente colpa dei climatologi. Se io pubblico un mio studio su una rivista scientifica non ho colpa se quello studio viene mis-interpretato da qualche giornalista politicamente schierato (NB questo succede sia a destra che a sinistra, non mi risulta che la sinistra radicale abbia l'esclusiva su questo tipo di atteggiamento).

Ancora più incomprensibile mi risulta la richiesta di Michele di risposte chiare su cosa vada fatto e come. Premesso che se lo sapessi non sarei qui ma mi godrei un premio Nobel ed uno stipendio faraonico come consulente per qualche politico, questo mi pare esattamente il tipo di domande a cui dovrebbero rispondere economisti e politologi basandosi sui risultati scientifici. Il lavoro del climatologo/fisico/chimico/metematico è quello di dirti che, ipotizzando questi andamenti per questi parametri gli sviluppi futuri del clima saranno questi o quelli. Decidere cosa fare sulla base di queste simulazioni ed estrapolazioni è un mestiere diverso.

Il riassunto piu' recente e' quello del rapporto di Copenaghen che e' uscito ieri (e' un piccolo update all'ultimo IPCC). Il succo (pg 51) e':

 

Global mean air-temperature is projected to warm 2°C – 7°C above pre-industrial by 2100. The wide range is mainly due to uncertainty in future emissions.

 

I modelli completi con descrizione di errori e intervalli di confidenza son tutti sul rapporto IPCC 2007.

 

Nel progetto MISTRA-SWECIA che citavo sopra, hanno stimato che, SE i modelli climatici hanno ragione, per "sistemare le cose" serve una tassa sul petrolio del 70% del prezzo. Per la verita' poi la tassa scende nel tempo, pur restando bella alta, ma di nuovo: ha senso?

Il governo cinese nella persona di Wen Jiabao ha dichiarato che è intenzionato a ridurre le emissioni di CO2 dal 40 al 45% entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005 ed inoltre si impegna all'uso del 15% del consumo totale di carburante avvenga con carburanti non-fossili.

Magari la Cina sarà anche spinta dai paesi "ricchi" ad impegnarsi così fortemente sul tema, ma forse vuol anche dire che il governo ha fatto valutazioni di tipo ambientale ed economico che qualcosa vorrà pur dire.

Se anche l'emissione di CO2 fosse ad impatto zero sui processi di grande scala climatici, infatti, una cosa è certa: non esistono risorse a buon mercato di idrocarburi per far andare 4 mld di persone in macchina (fossero anche tutte Tata o Smart).

La riconversione dei sistemi di trasporto deve necessariamente passare uno sforzo gigantesco per inventare nuove tecnologie, ripensare la rete di distribuzione e realizzarla: quale altro stimolo per la crescita economica (e di miglioramento della qualità della vita) mondiale esiste di portata così ampia?

 

uno per produrre televisori più grandi e luminosi realizzati con plasma di panda.

 

alla Cina sono stati promessi enormi trasferimenti tecnologici dagli USA. Un altro incentivo per le imprese americane a produrre innovazione.

già che siamo in argomento...:)

 

www.stat.columbia.edu/~cook/movabletype/archives/2009/11/earth_science_s.html

 

già che siamo in argomento...:)

 

Seguendo i link fino al laboratorio che offre quella posizione, si arriva al sito poi al blog del gruppo. Devo dire che trovo significativo che quasi ogni gruppo che lavori sul clima faccia uno sforzo enorme per cercare di spiegare al pubblico quanto seria e condivisa sia la situazione (come fa questo stesso assistant professor a USC, appunto) solitamente con partecipazione attiva sul web e talvolta ricorrendo anche a filmatini imbarazzanti vestiti da diavoletti come quello che vedo nel primo post del blog...

 

 

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<param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/mF_anaVcCXg&amp;hl=en_US&amp;fs=1&amp;" />

<param name="allowFullScreen" value="true" />

<param name="allowscriptaccess" value="always" /><embed src="http://www.youtube.com/v/mF_anaVcCXg&amp;hl=en_US&amp;fs=1&amp;" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" height="344" width="425"></embed>

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eccolo, il pomo della discordia. il declino che e' stato nascosto, ora visibile.

hide the decline!

e di seguito il commento di uno dei reviewers (il cattivo mcintyre) del IPCC report 2007 che suggerisce di non cancellare il declino ma di discuterlo... (il primo nell'immagine riportata). rigettato ovviamente perche' e' inappropriato, il declino... ;)

show the decline!

ovviamente la source e' il cattivo mcintyre... here and here.

 

 

il declino che e' stato nascosto, ora visibile.

 

Ispirati facciamo un patto. Io ti spiego per l'ennesima volta perche' quella di "hide the decline" (che peraltro e' considerata la email piu' scottante di tutte) e' una colossale stronzata e tu mi prometti che, di fronte all'ennesima evidenza, ti convinci che quel blog non merita la tua fiducia di uomo intelligente e alto intelletuale di statura.

Il declino non e' mai stato nascosto. Il declino e' in realta' il cossiddetto "divergence problem" cioe' il problema che e' stato discusso gia' mille volte a partire dagli anni novanta, inclusi i rapporti IPCC che ci dedicano una sezione apposta. Non c'e' niente di hidden.

E' un problema che riguarda una parte dei dati dendroclimatologi come anche wikipedia ti sa spiegare. Se invece vuoi una lettura piu' completa ti consiglio questo lavoro intitolato "On the ‘Divergence Problem’ in Northern Forests: A review of the tree-ring evidence and possible causes".

In sostanza c'e' un gruppo di alberi delle foreste del nord nella regione circo-polare che da stime dendroclimatologiche in standard con qualsiasi altro albero al mondo fino al 1900 e poi si dissocia da quegli altri alberi nell'ultimo secolo. Siccome a) per l'ultimo secolo abbiamo le registrazioni strumentali (=termometri) b) la divergenza non riguarda i dati indietro nel tempo ma solo quelli piu' recenti c) gli alberi sono soltanto un gruppo ristretto in una regione ben ristretta (intorno al polo) - per tutti questi motivi appare ovvio che questo non inficia ne' abbia mai inficiato nulla di cio' che sappiamo su global warming. Pero', siccome gli scienziati c'hanno la testa piu' dura della tua, vogliono capire perche' quei particolari alberi danno dei risultati diversi dagli altri.

Quando in quella email lui dice "we use the trick to hide the decline" intende sovrapponiamo al grafico anche i dati termometrici di modo che sia palesemente chiaro che la divergenza avviene nel periodo in cui non c'e' assolutamente nessun dubbio su quale fosse la temperatura del pianeta. Nota che uno scienziato in malafede avrebbe semplicemente escluso quel gruppo di alberi (come fa McIntyre nella sua critica a Briffa, appunto) mentre questi hanno incluso il gruppo come fanno tutti spiegando che c'e' un problema di divergenza che non siamo ancora in grado di spiegare ma su cui stanno lavorando tanti paleoclimatologi le cui possibili cause sono:

 

possible causes include temperature-induced drought stress, nonlinear thresholds or time-dependent responses to recent warming, delayed snowmelt and related changes in seasonality, and differential growth/climate relationships inferred for maximum, minimum and mean temperatures.

 

Ora che ti ho spiegato che e' di nuovo l'ennesima fanfara, ti convicerai che McIntyre sta abusando allegramente della tua fiducia?

Un altro esempio in tema con l'argomento. Questo e' di oggi.

Times online titola "Climate change data dumped" - "Scientists at the University of East Anglia (UEA) have admitted throwing away much of the raw temperature data on which their predictions of global warming are based"

Cazzo, grave, no?

No. Intanto nessun dato e' stato distrutto. CRU lavora con due tipi di dati: quelli che acquisiscono essi stessi che sono li' sul sito da scaricare da chiunque; quelli che vengono donati dalle societa' meteorologiche dei vari paesi e che non sono di loro proprieta' ma sono solo prestati e che, purtroppo, per stupide ragioni di restrizione dei singoli paesi non possono essere resi pubblici sul sito o ridistribuiti. Stupido? Si'. La colpa e' del CRU o degli altri scienziati? No. La colpa e' dello stato di vattelapesca che decide che i suoi dati sono sensibili e possono essere utilizzati solo da centri di ricerca o da chi paga. Sono sicuro che succede tutti i giorni con qualsiasi database di proprieta' dei governi, pure quelli di economia.

Ad ogni modo, sono quelle copie di quei dati ad essere stati cancellati dal CRU - perche' tanto gli originali li hanno i centri metereologici e comunque il CRU coi dati raw non ci puo' fare piu' nulla. Quindi non solo non c'e' nessuna distruzione dei dati, non solo non c'e' nessuna "ammissione", ma addiritura la notizia risale all' 11 Agosto del 2009 quando il CRU lo ha specificato sul proprio sito.

Quando gli scienziati possono, quei dati li rendono tutti disponibili. Altro che nascondere.

 

 

Altro articolo del Times sulle e-mails

www.timesonline.co.uk/tol/news/environment/article7046036.ece

Forse è prevenuto, ma non è molto rassicurante

Grazie della segnalazione.

Mi pare interessante questo servizio di BBC News. Se ho ben compreso, la tecnica è simile all'analisi degli anelli nei tronchi d'albero, ma portata ad un'estensione temporale maggiore consentita dai sedimenti che formano stalattiti e stalagmiti.

Domanda agli esperti: è un metodo di analisi nuovo? Cosa se ne dice nell'ambiente degli addetti ai lavori?

 

Esperto di cambiamento climatico non sono, peró ho notato il "dolce stil novo" della propaganda ambientalista:    http://www.youtube.com/watch?v=XA4fpjvnqcg