Sui politici e i loro incentivi

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Un pensiero banale sull'economia dei finanziamenti pubblici e sugli incentivi dei pubblici amministratori.

Credo che sia chiaro a tutti, persino all'osservatore più distratto, che i casi Lusi-Rutelli (ben noto), Belsito-Lega Nord (idem), Lavitola&Co., e Formigoni oggi come i casi Scajola (gli pagavano la casa) e D'Alema (gli pagavamo la casa, indirettamente) ieri sono tutti manifestazioni dello stesso fenomeno: la presenza di copiosi finanziamenti pubblici ai partiti (che vanno dai "rimborsi elettorali" ai finanziamenti alla loro stampa) e l'assenza di meccanismi di rimozione dalla scena pubblica di politici palesemente corruttibili. Il pensiero, lo vedete, è banalissimo ma è necessario ripeterlo a ogni occasione perché viene regolarmente accantonato come troppo banale per essere rilevante.

Iniziamo dai finanziamenti pubblici ai partiti e alla loro stampa. Prendete le due tabelle in fondo a questo articolo e fate pure voi il conto di quante centinaia di milioni di euro all'anno stiamo parlando. L'ampia maggioranza che sostiene il governo Monti è del tutto convinta che, nella sostanza, le cose vadano bene così. Definiscono addirittura un "errore drammatico" l'eventuale eliminazione del sussidio pubblico di cui loro per primi e più massicciamente beneficiano. Ci sarebbe da stupirsi se affermassero il contrario. Il dimissionario Bossi dice che sono soldi loro e che quindi loro ci fanno quello che vogliono. Ci possono quindi pagare l'appartamento di Calderoli a Roma e, se ne può inferire, se a loro paresse anche una mignotta per allietare il soggiorno romano del medesimo.

Sussidi pubblici a pacchi di milioni di euro fanno perdere il senno, è evidente. Qualcuno dovrebbe ricordare al dimissionario Bossi che non sono soldi loro ma soldi dei contribuenti che loro ricevono a titolo di rimborso delle spese elettorali. L'appartamento di Calderoli a Roma non è spesa elettorale. È una spesa personale, e tutti i parlamentari ricevono un compenso molto elevato proprio perché devono coprire anche la spesa per disporre di una casa o altro alloggio a Roma.

E qualcuno dovrebbe ricordare ad Alfano, Bersani, Casini e i loro entourages che non va per niente bene così perché di questi soldi dei contribuenti loro si appropriano in totale disprezzo della volontà popolare. Tutti sanno (se non lo sapete leggete l'articolo già citato sopra) che il finanziamento pubblico ai partiti fu abolito da un referendum popolare nel 1993, con oltre il 90% del consenso dei votanti. Sbattuto così fuori dalla porta, fu fatto rientrare dalla finestra sotto le mentite spoglie di "rimborso elettorale" poco più di un anno dopo. Quando ci sono da fare leggi importanti, è ovvio, il parlamento raggiunge impensabili vette di produttività. Va dato merito al Partito Radicale di essere l'unica forza politica che ha lottato seriamente per l'abolizione di questo scempio, rifiutando il "rimborso elettorale". E va dato demerito allo stesso Partito Radicale di non aver dato pienamente l'esempio rinunciando ai copiosi finanziamenti pubblici a Radio Radicale, che pur diversi nella forma sono identici nella sostanza (e negli importi) ai "rimborsi elettorali" (suggerimento ai Presidenti di Camera e Senato: se assumete i ragazzi di Kuva Comunicazione vi fanno lo stesso servizio al 2% del costo, ai nostri convegni lo fanno sempre in modo eccellente e con eccellenti risultati).

Giova ricordarlo: la Costituzione italiana riconosce i partiti come libere e private associazioni di cittadini, per "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" (Articolo 49). Come ogni libera associazione di privati cittadini, quindi, i partiti dovrebbero autofinanziarsi. Diamogli pure lo status di ONLUS e il privilegio di ricevere il 5 per mille su libera scelta dei cittadini, che gia' sarebbe un privilegio per un'associazione privata (questo privilegio è stato, per esempio, negato alla Fondazione nFA, ma noi siamo generosi e saremmo felici di concederlo ai partiti italiani). È ben noto che così facevano (si autofinanziavano, cioè) fino al 1974, quando fu approvata la prima legge sul finanziamento pubblico ai partiti. La ratio della legge era la prevenzione della corruzione. Giudicate voi se è servita. È così difficile da capire? La corruzione di chi svolge funzioni pubbliche si combatte punendo severamente chi corrompe e chi si fa corrompere, non tassando i cittadini per finanziare i partiti. Se non si fa la prima cosa e si fa la seconda si rende solo più ricco e meno rischioso il piatto della grande abbuffata, richiamando così anche nuovi abbuffatori. Vedete che pensiero banale? Ma ascoltando le dichiarazioni dei politici in queste settimane, questo banale pensiero sembra provenire da un altro pianeta.

Dei finanziamenti alla stampa di partito (e non solo quella) abbiamo già detto altrove e non c'è bisogno di aggiungere altro, se non ricordare l'ovvio: l'elargizione di denari pubblici in questo modo attira i fraudolenti come la merda le mosche.

Veniamo agli incentivi dei pubblici amministratori. Verrebbe da dire "moralità", ma in ultima istanza è sempre una questione di incentivi. Formigoni si giustifica candidamente dicendo che i regali non sono reato. Non so se è più ilare questa o la giustificazione alla Scajola-Bossi: mi pagavano le cose (la casa al Colosseo il primo, la più modesta ristrutturazione di un terrazzo in un remoto angolo della Padania il secondo) ma io non lo sapevo. Accettare regali che privati non farebbero se il destinatario non svolgesse importanti funzioni pubbliche segnala corruttibilità.

Volete voi, segretari di partito, dare il segnale di svolta che i cittadini si aspettano assistendo allo spettacolo indecente delle ultime settimane? Bene, allora scrivere negli statuti che chi accetta "regali" è espulso dal partito. Non vi paghiamo forse profumatamente per rendervi autosufficienti e difficilmente corruttibili? Allora, per favore, pagatevi la casa, pagatevi la cena, pagatevi le vacanze, pagatevi tutto quello che vi piace farvi regalare. Se accettate che altri paghino, se accettate "regali", allora date un segnale forte e chiaro: siete corruttibili. Casini, tu e la galassia cattolica di cui fai parte dovreste ricordare che Luca scrisse nel suo vangelo "chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto." (10,6). Se proprio volete fare i cattolici in politica, fatelo almeno per bene.

Insomma, segretari di partito tutti, se farete questo e se rinuncerete a ogni forma di finanziamento pubblico rendendo allo stesso tempo durissime le norme anti-corruzione darete un fondamentale contributo alla vita democratica in Italia. Poiché quasi certamente non lo farete ci penserà il mercato della politica, dove gli "antipolitici" di turno vendono benissimo in situazioni come questa. E non è per niente una bella notizia. Proprio così si sviluppò il cancro Lega Nord/berlusconismo nel 1992 e, 70 anni prima, il cancro del fascismo.

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Commenti

Ci sono 61 commenti

 

Verrebbe da dire "moralità", ma in ultima istanza è sempre una questione di incentivi.

 

Ohibò: i frutti avvelenati del marxismo-liberismo. Oggi ne pagate le conseguenze.

RR

 

Qui nessuno sottovaluta l'importanza della moralità nel senso personale del termine, anche come influenza sulle azioni dei singoli.  Però un sistema sostenibile non può fare affidamento sull'etica personale di questo o quel politico:  quindi è importante che esista un "sistema" di incentivi che induca i politici a tenere un comportamento corretto.  Questo sistema è a sua volta influenzato da considerazioni etico/morali di portata più ampia, ad esempio la propensione dell'elettorato a valutare il track record più o meno positivo di ciascuna figura pubblica .  Le due considerazioni sono comunque distinte, e per gli scopi che si prefigge l'articolo non vedo dove sia il problema.

Oltre a ignorare l'endogenita' della moralita' (si nasce forse con uno stock dato e immutabile di moralita'?) ignori una cosa che si chiama "autoselezione": in un ipotetico mondo composto al 50% da morali e al 50% da immorali la composizione di un ipotetico gruppo che gestisce potere, risorse pubbliche e che puo' accaparrarsi e distribuire rendite non sara' uguale alla composizione della popolazione, perche' i due "tipi" hanno preferenze diverse. Poiche' non e' inverosimile che gli immorali saranno sovrarappresentati, e' importante, come dice tizioc sopra,

 

che esista un "sistema" di incentivi che induca i politici a tenere un comportamento corretto. 

 

Schatzie, 

1. non spernacchio niente

2. non so se sono marxista liberista

3. sono per la pena di morte per corruzione che, nel caso Lei se lo chieda, e' un'idea del commissario Trockji durante la guerra civile coi bianchi di Denikin e annesse duchesse

Mi dispiace constatare che perfino qui s'ignora un fattaccio tutt'altro che rilevante.

 

Qualcuno è andato a chieder conto dei rubli sovietici all'ex-PCI? Quello di Berlinguer e la questione morale? Non mi pare.

 

Qualcuno è andato a chieder conto della gestione dell'IdV (e.g. www.iltribuno.com/articoli/201203/clamorosa-sentenza-del-tribunale-di-milano-lasso.php) che, fino al 2009, era completamente in mano a di Pietro ed è stata ripetutamente ignorata da certe toghe (ma non da altre)?

 

Per quanto la battuta di Formigoni sia ridicola può avere un fondo di verità: se non c'è reato lo sputtanamento è del tutto illecito. E avere rapporti con privati cittadini non è mai reato. Lo sono ben altre cose. Logica vorrebbe che s'accertasse il primo e poi arrivasse il secondo.

 

Considerando i precedenti, tutte le inchieste flop farcite di capriole giuridiche che spingerebbero al suicidio il giurista più mite, ritengo doveroso e logico esigere un comportamento della magistratura più serio. A furia di spettacolarizzare ed incensare l'opera incontrollata delle toghe, miseri esseri umani come il sottoscritto, siamo arrivati alla cultura del sospetto di cui Falcone, non un pirla qualunque, parlava ad Orlando, allora non ancora nell'IdV.

 

Hanno fatto passare l'idea che occorra una rivoluzione morale a mezzo toghe, con l'aiuto dei giornali. Tutte balle.

 

Io non mi fido dei controllori. Hanno dei conflitti di interesse non banali, come altri comparti della P.A., e questo rientra anche nel calcolo dei tanto citati indici di corruzione

 

Quindi prima di esigere pene severe, che ci sono, condanne mediatiche, che ci sono ma servono solo a far bello il paraculo di torno, giornalisti inclusi, vorrei si chiedesse l'unica misura equanime e di efficacia certa: ridurre la bestia. Meno Stato che controlla, meno burocrazia con cui imbrogliare e meno soldi da rubare, che poi è la differenza principale tra noi Stati socialisti alle vongole e le altre società moderne.

 

l'unica misura equanime e di efficacia certa: ridurre la bestia. Meno Stato che controlla, meno burocrazia con cui imbrogliare e meno soldi da rubare, che poi è la differenza principale tra noi Stati socialisti alle vongole e le altre società moderne.

 

Certo, e' esattamente il punto del post.

ma che ostia sta sostenendo?

ci fu l'"oro di Mosca"? non scherzo, ma e' perfettamente accettabile, quanto accettare i denari da Lockeed. la domanda riguarda tasse, se un'associazione privata (e Giulo Zanella indica saggiamente che la Costituzione della Repubblica accetta i partiti politici come tale associazione) riceve soldi da Soros, Obama, la fondazione dei sostegni agli Uzbeki, francamente al massimo e' gentile se lo spiega, ma di per se stesso il punto e' irrilevante.

tutto bene, e di certo meglio sia che la magistratura faccia meno idiozie. 

TUTTAVIA, il finanziamento pubblico dei partiti e' di per stesso (abusi e viaggi in girocottero per andar a mignotte a maracibo - aprte) illegittimo. 

Vi fun un referendum, ogni tanto invece che defecare sul torace del pubblico, magari, ascoltarli, e' eccessivo, demagico, etc.?

Sottoscrivo anche io.

La proposta dell'abolizione totale ed immediata del finanziamento pubblico ha il pregio della semplicità, della coerenza e di una certa eleganza, e può giovarsi della sanzione della volontà popolare espressa nel già citato Referendum del 1993 (right or wrong, the People).  Mi chiedo se si potesse considerare un compromesso: vale a dire una riduzione drastica accompagnata da rimborsi solo "a posteriori " ed a fronte di minuziosi rendiconti. I partiti dovrebbero funzionare diversamente, ma non è detto che funzionino peggio: in molti paesi i rimborsi sono magri senza che la democrazia sia compromessa.

 

una riduzione drastica accompagnata da rimborsi solo "a posteriori " ed a fronte di minuziosi rendiconti.

 

Sarebbe gia' un ENORME miglioramento. L'orientamento dell'attuale maggioranza, invece e' il seguente: non riduciamo niente, e diamo una spruzzatina di "obblighi contabili" e "trasparenza".

una soluzione e' disponibile. si riduca drasticamente (del 60%) il numero delle persone che stanno in parlamento e si duplichino i loro salari. al loro partito di tassarli come e quanto pare al partito. Lo fecero, a mia conoscenza, tre partiti in tempi non cosi' lontani.

 

Poiché quasi certamente non lo farete ci penserà il mercato della politica, dove gli "antipolitici" di turno vendono benissimo in situazioni come questa. E non è per niente una bella notizia. Proprio così si sviluppò il cancro Lega Nord/berlusconismo nel 1992 e, 70 anni prima, il cancro del fascismo.

 

concordo. 

Per quanto completamente d'accordo con il post - e con la banale idea che se, come dicono ABC, abbiamo bisogno di regole ferree su dove i partiti debbano investire i loro soldi, allora c'è già qualcosa di sbagliato, non vedendosi perché i partiti dovrebbero avere tutti questi surplus da investire - sono convinto che la politica abbia dei costi, e che questi vadano pagati.

 

Da qualcuno, in qualche modo, ma come società se vogliamo una democrazia funzionante dobbiamo pagare. Sperare nel volontarismo grillino, ne 'i cittadini ci mettono tempo e partecipazione a gratis', non basta e, passata l'ondata di partecipazione, non funzionerà.

 

Quindi ci resta finanziamento pubblico o finanziamento privato tramite donazioni. Il primo abbiamo visto che effetti ha, specie condito in salsa italiana. Il secondo domina in USA: e ci sono crescenti evidenze del fatto che la politica è sempre più controllata dagli influssi di denaro delle lobby (qui tengono traccia di 'who votes with the money'), e di una crescente concentrazione delle donazioni (poche, ingenti, vs. tante, piccole).

 

Forse una via d'uscita è limitare le donazioni a piccoli importi (<5000 euro), renderle deducibili dalle imposte (tipo ONLUS), e renderle l'unica fonte di finanziamento. E se proprio ci teniamo a tenere in vita i partiti esistenti - che tempo con queste regole andrebbero a casa nel giro di due settimane - potremmo adottare un sistema di finanziamento pubblico tramite voucher ai cittadini (proposto per gli USA da Lessig, qui). Ogni cittadino riceve un voucher di X euro pagati dalla fiscalità generale ed è libero di scegliere a chi darlo, o di scegliere di non utilizzarlo. Sarebbe finanziamento pubblico, ma in salsa 'freddom of choice'. Non è dissimile dal sistema esistente (i partiti ricevono 4 euro a votante, e il voto è l'espressione di una preferenza...), ma  risultati potrebbero essere diversi. Ad esempio, spesso si vota il meno peggio o turandosi il naso, e se fosse possibile restituire il voucher senza assegnarlo, gli indifferenti, indecisi, schifati, non lo assegnerebbero (pur magari votando il candidato X obtorto collo).

Quindi, secondo te, la soluzione per comprimere l'influenza delle lobby sarebbe limitare per legge le donazioni a 5000 €?  Come dire che oggi, che le donazioni sono vietate, le lobby non hanno nessuna influenza sulla politica italiana. 

Purtroppo dobbiamo farci una ragione del fatto che, anche cose che dovrebbero apparire scontate a chiunque abbia medie capacità intellettive e sia privo di paraocchi ideologici, vanno chiarite, ripetute e spiegate fino alla nausea. 

Questo è il vero servizio pubblico che massmedia (privati o di stato che siano) e i (lorodicenti) intellettuali non fanno.

L' abolizione dell' attuale rimborso e la sua sostituzione con la possibilità ( o l' obbligo ) di donare una parte del proprio reddito ( tipo 5x1000 ) ai partiti della propria circoscrizione? Ci sarebbe un giudizio diretto, annuale e "federalista" sull' operato dei propri rappresentanti, potrebbe essere un incentivo alla lotta all' evasione (specialmente dove questa è particolarmente elevata ) da parte della politica, e alla lunga anche alla crescita economica.

 

Aggiungo che una simile organizzazione potrebbe spingere i partiti ad una organizzazione federale, con possibili tesorerie divise e con conseguente divisione dei poteri e aumento del controllo elettorale sull' utilizzo dei fondi.

A me sembrano evidenti una serie di cose :

 

1.  I politici pensano che i soldi dei contribuenti siano  roba loro, ma non solo i "rimborsi elettorali",ma proprio tutti i  747mld di tasse che paghiamo: vedi Bossi che afferma che "i soldi che riceviamo sono della Lega e ne  facciamo quel che vogliamo" (art. 646  c.penale cancellato ? a nosttra insaputa  ?), o il PD che dice che "senza quei soldi chiudiamo" senza specificare cosa chiudono, forse i viaggi di Bersani in Asia.

 

2. I politici non hanno alcun sistema di valore "morale", perchè semplicemente non c'è un sistema di contrappesi "morale" : Formigoni che non ricorda un viaggio ai Caraibi di due anni fa,in un resort da 80.000 €, in qualunque altro paese sarebbe stato mangiato vivo da maggioranza,oopposizione e magistratura, visto che i  "regali" son proibiti pure in Italia,ma qui niente, nemmeno un'alzata di sopracciglio.

 

3. Il sistema politico è ancora basato sulla cooptazione, "entra in politica" chi è  chiamato da altri politici,sin dai più bassi  livelli, fa carriera politica chi dimostra di essere ubbidiente al partito e di saper  in qualche modo aggregare dei voti, formandosi la sua clientela, una volta cooptato, in un vecchio post  Alberto Bisin si chiedeva se eravamo simili a una corte rinascimentale con il suo principe o un mandarinato, io pensosempre che noi siamo molto simili al tardo impero romano, non per le analogie, ma proprio per l'identità con quel periodo. 

 

Dopo  questa analisi non me la sento di formulare una ipotesi di "finanziamento per i partiti/associazioni", perchè chi la dovrebbe approvare sarebbe nella stessa condizione del tacchino nel giorno del ringraziamento che dovesse entrare volontariamente nella pentola: non lo farà mai.

 

Quindi largo a chi fa "anti politica", sia pure demagogica e priva di altri contenuti,quindi ben venga Beppe Grillo e il "movimento 5 stelle". Per ora.

 

A sentire di Grillo, mi viene in mente la storia del lancio delle monetine durante mani pulite.  Ero troppo giovane per ricordare, ma so la storia. Tutto questo criticare l'altro, e mai se stessi, l'abbiamo già visto e dopo ci ha portato il B.. Dico, forse Grillo è una brutta idea come era una brutta idea lanciare monetine avendo però contribuito, passivamente o attivamente, a quello sfascio.

 

2. I politici non hanno alcun sistema di valore "morale", perchè semplicemente non c'è un sistema di contrappesi "morale" : Formigoni che non ricorda un viaggio ai Caraibi di due anni fa,in un resort da 80.000 €, in qualunque altro paese sarebbe stato mangiato vivo da maggioranza,oopposizione e magistratura, visto che i "regali" son proibiti pure in Italia,ma qui niente, nemmeno un'alzata di sopracciglio.

 

Secondo me alla fine la sanzione più efficare è quella degli elettori.  A te elettore Lombardo va bene di essere governato da uno che 'dimentica' chi gli ha pagato un viaggio da € 80.000?  Tanto meglio , o tanto peggio per te. In altri paesi i politici presi in castagna si dimettono perchè sanno che nessuno più li voterebbe, ed i loro partiti li mollano per evitare di essere trascinati a fondo. Come diceva quel proverbio? Se ti derubo una volta è colpa mia, se ti derubo due volte è colpa tua.

I politici pensano che i soldi dei contribuenti siano roba loro, ma non solo i "rimborsi elettorali", ma proprio tutti i 747mld di tasse che paghiamo

E' consustanziale alla politica dei partiti: secondo la mia esperienza, i partiti si coagulano e si costituiscono, fin dalla piu' piccola riunione al bar sotto casa, per rappresentare interessi particolari. l problema e' in quei 747 miliardi che amministrano, che sono troppi, e senza limite superiore.

Il fatto che sia stato posto in costituzione il pareggio di bilancio senza parallelamente introdurre un limite netto e chiaro alla tassazione massima individuale, senza che nessuno se non qualche voce isolata abbia protestato, mentre contemporaneamente il governo dei professori aumenta sbrigativamente la tassazione gia' spaventosa senza intaccare di un euro la spesa, fa capire quanto in realta' si sia lontani dall'afferrare il nocciolo del problema, contentandosi di un beato moralismo di terz'ordine (quando non ad uno stupefacente antimoralismo di una morale ridotta ad incentivo). La sensazione e' che cio' a cui al massimo si aspira, e' a sostituirsi nella gestione spartitoria di quel "jumbo malloppo" di 747 miliardi.

Il problema secondo me e' che lo Stato o e' terzo, e allora puo' pensare di dirigere il traffico, oppure fa parte del traffico, e inevitabilmente lo dirige pro domo sua (con buona pace di quei sempliciotti che conosco anch'io che dicono che "lo stato siamo noi", dove con "noi" intendono loro). Con i 747 nostri miliardi in gestione, nonche' il quasi 90 per cento del PIL intermediato, lo stato (oltre ai 747, ci sono le sempre piu' soverchianti spese obbligatorie per legge, tipo assicurazioni, figli a scuola, case, automobili da tenere in ordine perfetto), dove volete andare? Alla libera scelta del cittadino non resta piu' nulla, e ricordatevi bene che lo spazio della morale e' quello della libera scelta, altrimenti non si da' morale. La morale e' quella che fa fare una cosa quando l'incentivo spinge dalla parte opposta.

Che il consenso agli attuali partiti sia al minimo è un fatto.

Che il finanziamento pubblico e gli scandali che si stanno succedendo abbia grandemente contribuito a portare il gradimento prossimo allo zero è un altro fatto.

Ritengo che la questione possa essere valutata da due angoli complementari.

Il primo è l'assetto giuridico dei partiti (non più associazioni, ma non ho suggerimenti).

L'altro è quello del finanziamento che comunque non ritengo debba essere abolito completamente, ma diversamente regolato, drasticamente ridotto e rigidamente verificato, erogato in una sola volta, ma restituito in base alla durata della legislatura (anche a valere sulla erogazione successiva).

Mentre potrebbe essere validamente considerato la possibilità di servizi, uguali per tutti i partiti, in occasioni di elezioni: accesso alle televisioni, pubblicità sui giornali, spazi per propaganda elettorale, ecc.

La parte d finanziamento privato, dovrebbe prevedere un limite massimo (500 euro a livello aggregato) da parte di enti, società (e loro amministratori e funzionari) che hanno rapporti diretti o indiretti con lo stato.

Le stesse regole dovrebbero essere applicate anche al livello regionale, provinciale e cittadino ove sono previsti rimborsi elettorali.

Per quelli dotati di uno stomaco forte c'è qui una lettura di una qualche utilità, in particolare alle pagine 39-51 dove si parla delle spese e dei rimborsi elettorali. Colpiscono due cose: i limiti stringenti alle spese elettorali sia del singolo candidato che della formazione politica che si presenta alle elezioni, e l'entità dei rimborsi ai partiti. La rendicontazione che deve essere prodotta sulle spese é minuziosa, però i rimborsi vanno tranquillamente per conto loro e diventano un multiplo delle spese sostenute. Se volessero seriamente dare un contributo al contenimento delle spese potrebbero stabilire rimborsi pari alle spese sostenute e documentate.

Qualunque regola che leghi i rimborsi elettorali a ricevute si infrange facilmente, ci sono cartiere che vendono fatture proprio per questi scopi. Ricordo anche che anni fa ci fu uno scandaletto perche' gli inviati speciali della RAI presentavano fatture e ricevute per i rimborsi in lingue incomprensibili, poi si scopri che erano tutto fuorche' fatture e ricevute (ovviamente non venne licenziato nessuno). Siamo il paese dei furbi, fatta la legge, trovato l'inganno. Niente soldi ai partiti, chi se li vuole finanziare lo faccia col 5 per mille. E se qualche partito chiudera', costringendo dei funzionari a trovare un lavoro serio, ci guadagneremo tutti (tanto cadranno tutti in piedi quei funzionari, esattamente come i politici trombati e buoni a nulla).

" Poiché quasi certamente non lo farete ci penserà il mercato della politica, dove gli "antipolitici" di turno vendono benissimo in situazioni come questa. E non è per niente una bella notizia. Proprio così si sviluppò il cancro Lega Nord/berlusconismo nel 1992 e, 70 anni prima, il cancro del fascismo."

 

Senza andare indietro nel tempo al fascismo, Lega e Berlusconi si sono nutriti del disgusto dei cittadini rispetto alla politica tradizionale. Nati come "antipolitici" sono diventati peggio degli altri politici. Dare seguito a un Grillo, oggi, forse porterebbe negli anni agli stessi risultati. La cosa da domandarsi è quindi: ammesso di non volere passare attraverso una rivoluzione con tanto di morti ammazzati, come fare, utilizzando gli strumenti a disposizione, per rimettere le cose a posto?

Secondo me esiste una sola strada ed è quella del ritorno dei comuni cittadini alla vita politica e dei partiti. Negli anni '50 DC PCI e PSI avevno centinaia di migliaia di iscritti. E già questo fatto consentiva un miglior controllo e una migliore selzione della classe dirigente.

Non ci si può solo stracciare le vesti dicendo quanto sono cattivi "loro", se poi non si fa assolutamente nulla perché "loro" pensino anche a "noi".

Un'altra osservazione a proposito del Partito Radicale. E' vero che spesso i radicali predicano bene e razzolano male (l'esempio citato ne è dimostrazione), è vero che sono un esempio di partito personale ante-litteram ma è anche vero che sono l'unico partito in Italia che è stato sempre coerentemente liberale. Ma è mai possibile che non riesca ad avere il seguito che meriterebbe solo per via delle sue posizioni su questioni come droga, eutanasia, rapporti con la Chiesa? Sono questioni che, in fondo, attengono fondamentalmente la vita privata su cui si potrebbe anche sorvolare almeno temporaneamente.

 

Ma è mai possibile che non riesca ad avere il seguito che meriterebbe solo per via delle sue posizioni su questioni come droga, eutanasia, rapporti con la Chiesa?

 

Per me il seguito che comunque hanno nonostante le varie cialtronate è proprio dovuto al fatto di essere l'unico movimento con posizione chiare su quegli argomenti. Non fosse per quello non esisterebbero da tempo

E' vero, nel 1993 abbiamo (anzi hanno, io ho votato a favore) votato contro il finanziamento pubblico dei partiti. Nel 2011 abbiamo (anzi hanno, io ho votato contro) votato contro la remunerazione del capitale investito sugli investimenti idrici. E' assai probabile che se un capo popolo qualsiasi si mette a raccogliere firme a favore della pena di morte per i politici corrotti o la detenzione in isole deserte dei clandestini sbarcati in Italia, le vittorie sarebbero altrettanto plebiscitarie.  Ed una volta vinto il referendum (e richiamato, all'occorrenza, il sacro valore della volontà popolare) cosa facciamo? Ci teniamo la volontà popolare per i prossimi 1.000 anni?

E cosi, all'italiana (nel bene e nel male), abbiamo aggirato il referendum sul finanziamento pubblico ai partiti, quello che prevedeva l'eliminazione del Ministero dell'Agricoltura (che adesso si chiama Ministero delle politiche agricole o qualcosa del genere) e, spero, aggireremo anche quello sulla remunerazione del capitale investito per costruire condotte idriche e fognarie confidando che il dibattito medioevale sull'interesse come guadagno del diavolo possa essere considerato risolto. 

Il che, per tornare al finanziamento ai partiti, non vuol dire che l'attuale sistema funzioni: ma basterebbe qualche regola certa e qualche controllo serio in più per tornare ad una situazione di normalità, senza scomodare troppo il popolo con referendum  populistici ed inutili.  Troppo difficile?

 

Il che, per tornare al finanziamento ai partiti, non vuol dire che l'attuale sistema funzioni: ma basterebbe qualche regola certa e qualche controllo serio in più per tornare ad una situazione di normalità

 

Mario, quale sarebbe la "situazione di normalita'"? Trasferire ad associazioni private chiamate "partiti" risorse pubbliche a titolo di rimborso spese pari a N>>1 volte tali spese, come sottolinea ne'elam sopra?

A me continua a sfuggire il motivo ultimo di tale finanziamento: non rende piu' difficile la corruzione, non rende piu' difficile che sia l'uomo piu' ricco d'Italia a governare il paese per 10 anni.

Tu che non sei uno stupido: quale buon motivo avevi in mente nel 1993?

La corruzione, dai tempi di mani pulite, è diventata più sofisticata e le mazzette dei bei tempi sono state sostituite dalle regalìe, dalla consulenze, dalle spese pagate etc. Se fosse codificato il reato di traffico di influenze illecite un pubblico ufficiale come Formigoni avrebbe commesso un illecito accettando quel "regalo".

 

Qui la proposta di qualche tempo fa de Il Fatto.