Sintomi di decomposizione avanzata

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Forse mi sbaglio, ma la mia impressione è che, a giudicare da certi sintomi, la decomposizione del paese si stia rapidamente aggravando.

Zio e cugina massacrano nipote quindicenne per futili, ed oscuri per ora, motivi.

Giovane con precedenti ammazza a pugni una signora nel metro. Il perché non si sa. Gli "amici", in compenso, lo vogliono libero e la gentaglia che in Italia fa politica consiglia ai magistrati come operare.

Lo spettacolo amato dal popolo è infarcito di delinquenti e prostitute, effettive o would-be, ed ogni altro tipo di subumana natura il paese produca.

Solito convivente ammazza amante a coltellate. Routine quotidiana nel bel paese.

Genitori prostituiscono allegramente le tre piccole figlie.

Quanto sopra l'ho trovato guardando la versione internet del CdS d'un solo giorno, Sabato 15 Ottobre, 2010. Solo la notizia relativa agli interventi dei politicanti nel caso romano viene da Repubblica di oggi.

Ogni giorno leggo svariati giornali stranieri con la stessa attenzione (ok, poca) con cui leggo il CdS e Repubblica. Mai nulla di simile. E non ricordo nulla di simile neanche trenta o venti anni fa. Delle due l'una, o entrambe:

1) O in Italia l'interesse morboso per questo tipo di violenza è tale da far vendere anche i giornali più (teoricamente, teoricamente ...) "seri", i quali quindi si danno da fare per sbattere in prima pagina il tipo di notizie che in Francia appaiono al più sul quotidiano di provincia.

2) Oppure questo tipo di violenza efferata ma "banale", priva di moventi anche lontanamente rilevanti, frutto di relazioni umane disgregate e sulle quali non sembra gravitare alcuna cosa che assomigli ad una minima morale pubblica o privata, è diventata molto più frequente in Italia che altrove.

Ammetto di propendere per il 2), anche se non ho dati (sarebbe interessante se qualcuno potesse indicare qualche fonte, se esiste, di evidenza obiettiva).

Propendo per il 2) perché l'Italia è l'unico paese europeo che io conosca dove, ogni volta che ci vado, mi sento insicuro ed esposto alla violenza gratuita.

Le strade sono teatro di guerra come lo sono gli stadi, la gente viola continuamente tutte le regole della convivenza, dalle code alla spazzatura per terra, ai viaggi in autobus senza biglietto, ai tassisti che fanno i furbi, ai treni che sembrano tradotte militari dove i controllori passano quando vogliono. L'abusivismo impazza, la polizia in giro non si vede, le città sono sempre occupate da gente di ogni colore e forma che cerca di venderti qualcosa o di chiederti qualcosa ... per non parlare dei rapporti interpersonali, dove ti senti raccontare ogni due per due di qualche truffa di cui XYZ è rimasto vittima.

Nel frattempo, la cassa integrazione raddoppia e la CGIL pensa di risolvere il problema con un bello, colorato e catartico, sciopero generale nazionale ...  mentre il Peron-BS si compra le ennesime ville in Antigua cercando di censurare i giornalisti che ne vogliono parlare ... Ma quest'ultime sono, come dire, cose note. Sono solo l'altra faccia della medaglia d'una società che degenera a ritmi sempre più veloci.

O mi sbaglio io? È tutto effetto di self-selection sulla pagina web del CdS?

P.S. Alla luce di svariati commenti, ho l'impressione d'aver generato una certa confusione. Provo a chiarire, usando il testo d'un commento messo più sotto.

Nel post non menziono mai gli USA mentre faccio esplicito riferimento agli altri paesi europei; questo non succede per caso. Gli USA non possono essere usati come termine di paragone per il problema che ho in mente. La società civile americana è adusa, da sempre, a livelli di reciproca violenza "privata" ben superiori a quelli italiani. Infatti, se volete che la dica tutta: la società civile USA è "decomposta", dal nostro punto di vista, da parecchio tempo. Solo che oltre ad essere "decomposta" è anche stratificata e compartimentalizzata lungo linee e con modalità che la rendono abbastanza poco comparabile a quella italiana. Ciò che la tiene insieme, comunque, è altro, altro che se permettete ora evito di discutere perché davvero ci porterebbe brutalmente lontani dall'argomento che con questo post volevo porre all'attenzione dei lettori. Per questa ragione non ho fatto menzione alcuna degli USA, che vorrei continuare a mantenere fuori dal radar in questa discussione - anche se vale il fatto che il NYTimes, il termine di paragone adeguato per CdS e LaRep, di certi temi proprio non parla, né sul cartaceo né sul sito web ...

I miei termini di paragone sono gli altri paesi dell'Europa continentale e l'Italia di 30 o 40 anni fa (forse anche di 20 anni fa, ma ero già andato via e, al tempo, me ne fregavo altamente della cronaca quotidiana italica). A me sembra evidente di perché i benchmarks appropriati siano quelli e non gli USA o, tanto per dire, il Brasile o la Russia ... Se non è ovvio, ci ritornerò nel dibattito.

Approfitto del P.S. per chiarire altre due questioni.

- Il fenomeno a cui mi riferisco non è misurabile con l'aggregato dei delitti violenti, gli omicidi o i crimini d'origine sessuale. Non sto contando il totale dei morti, mettendo nel calderone tutti assieme quelli per terrorismo, mafia, camorra ed incidenti stradali. Sto guardando ai morti "inutili", quelli per cause futili e fra persone che sono o ben anonimi che s'incontrano per strada o familiari stretti. Se ci pensate bene, è lì laddove si misura il grado di degenerazione d'una società civile. Ciò che sto cercando di capire è se c'è stata, o meno, una variazione nella violenza intrinseca ai rapporti sociali "quotidiani". Non so come definirli quei morti, ma so che appartengono ad una categoria altra da Aldo Moro, Giovanni Falcone, gli ammazzati da Vallanzasca o le vittime dell'attentato alla stazione di Bologna. Sono morti "inutili", nel senso che non servono assolutamente a nulla da nessunissimo punto di vista, neanche da quello della persona che commette il crimine. Sono il prodotto di banali violazioni di norme elementari della convivenza civile, di violenza diffusa nei rapporti quotidiani fra cittadini "per bene" ... sono la generalizzazione alla stazione del metro, al bar, al marciapiede, della violenza negli stadi, tanto per capirsi. Un'altra cosa, appunto, molto, molto italiana ...

- Sono davvero dubbioso su 1) versus 2). Anche a me, istintivamente, è sempre venuto da pensare che la risposta fosse 1), che 1) spiegasse da solo il 90% dell'evidenza. Non ne sono più tanto convinto, come dovrebbe risultare evidente. La teoria di chi pensa che 1) sia la spiegazione è che non è cambiato nulla, da trent'anni a questa parte, nella società civile italiana, nei rapporti quotidiani fra cittadini normali: quanto leggiamo è dovuto essenzialmente ad un processo di degenerazione mediatico-giornalistica.

Son certo che vi sia ANCHE questo in quanto si osserva, non ne ho dubbio alcuno: il Grande Fratello, dopo tutto, è un'idea olandese. Però, e lo sapete anche voi, solo in Italia il GF è sceso ai livelli a cui è sceso con la velocità che tutti conosciamo. Se tolgo El Pais ed ABC in Spagna e Le Monde e Le Figaro in Francia, ciò che mi rimane della stampa spagnola e francese è tanto "junk" quanto quella italiana però ... però questo tipo di notizie è molto, ma molto meno frequente. Ma, di nuovo, può essere che la degenerazione mediatica spieghi anche questa differenza, non lo nego.

P.S. Ah, quello stesso giorno si menzionavano anche gli strascichi di questa, ma me la sono scordata.

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Commenti

Ci sono 170 commenti

Credo non sbagli. A parte gli episodi eclatanti segnalati dai giornali nazionali, i quotidiani di provincia riportano un giorno sì e l'altro pure vicende meno mortifere ma altrettanto odiose. Spesso i protagonisti sono ragazzi adolescenti o addirittura in età puberale. E per quanto attiene zoccolamenti, affari poco limpidi, senso civico abbondantemente sotto lo zero la musica è la stessa. 

 

1) O in Italia l'interesse morboso per questo tipo di violenza è tale da far vendere anche i giornali più (teoricamente, teoricamente ...) "seri", i quali quindi si danno da fare per sbattere in prima pagina il tipo di notizie che in Francia appaiono al più sul quotidiano di provincia.

2) Oppure questo tipo di violenza efferata ma "banale", priva di moventi anche lontanamente rilevanti, frutto di relazioni umane disgregate e sulle quali non sembra gravitare alcuna cosa che assomigli ad una minima morale pubblica o privata, è diventata molto più frequente in Italia che altrove.

 

 

naturalmente 1), il che non esclude, ma anzi potrebbe essere una causa di 2).

2) sono i reati contro la persona? è misurabile, e mi pare che stia  migliorando da tempo (adesso lo trovo, era sulla voce). non so il paragone coi competitors europei...

se rimaniamo nell'esperienza personale, non era tranquillizzante neanche il periodo della violenza politica, oppure il nostro monopolio dei sequestri di persona. posso testimoniare che in quegli anni, ai saloni dell'auto veniva tranquillamente esposto il lavoro di diversi carrozzieri esperti in blindature.

ovviamente,  non ti consideroi un laudator temporis acti, tuttavia, sarebbe meglio sgrossare  e limitare subito la discussione: una volta non si stava meglio.

 

 

Razionalmente si dovrebbe riconoscere che in passato le cose non erano affatto migliori. Probabilmente viviamo in relativa sicurezza, con tendenza all'aumento di questa. Credo però che l'intolleranza alla violenza (specie di quella legata a gratuità e crudeltà) aumenti all'aumentare della sicurezza relativa, proprio perché si ambisce a liberarsi dal rischio di essere vittime di violenza. Se per di più episodi analoghi accadono in un tempo ristretto, crescono anche il senso di allarme e la richiesta di maggior risolutezza nella repressione. Confesso che anch'io cedo alla tentazione: pur da sempre contrario alla pena capitale, a fronte di una donna ammazzata a pugni tanto per passare un pomeriggio diverso, comincerei ad insaponare la corda.

Adesso però, vado a godermi Report (se lo trasmettono).

Concordo: la mia idea è più di una situazione in cui i più bassi istinti e pruderie vengano solleticati, in cui viene data loro una sorta di dignità, li si alimenta e iniziano a fare massa critica e di conseguenza solleticarli e alimentarli risulta sempre più appetibile in termini di ritorni economici.

Data questa situazione, com'è possibile formare una morale pubblica o privata?  Come si può sperare che non ci si abbrutisca?

Anch'io propendo per l'ipotesi 1, specialmente da quando la cronaca nera è diventata parte del sistema di disinformazione pilotato dalla politica. Vi ricordate l'emergenza rom ai tempi del governo Prodi, le violenze sessuali sbandierate e ripetute per settimane? Oppure i tg di regime che per non parlare di misfatti della politica pescano nella cronaca nera per riempire inutili notiziari? Con questo non si può certo affermare che in Italia il senso civico sia ai primi posti nella scala di valori dei cittadini, ma le violenze in famiglia, gli abusi sui minori non sono certo monopolio italico (vedi Belgio con Marcinelle, vari paesi del nord europa), per non parlare della prostituzione minorile che è una piaga trasversale di tutto il mondo, e non risparmia né il Primo né il Secondo né il Terzo.

 

 

1 e' corretto

Un sistema di degenerati e allucinanti teste di  [non scrivo] e' popolato da "giornalisti" che gridano scemenze senza tregua. 

Da Marzullo a Santoro.

E', a modesto avviso del sottoscritto, l'effetto dell'educazione delle elites, (sic) va congiunto al fatto -- a mio avviso da non sottovalutare -- di quanta gente se ne sia andata. Ci sono, a guardar dal mio naso fin dove vedo, meno francesi in giro per il mondo che italiani, perche'?

 

Secondariamente, no,  il pedofilo e la mamma che sputtanella le figlie (letteralmente) ci sta ovunque, l'effetto Italia e' dato dalla sua casta mediatica, non dalla perversione che e' maggiore o minore tra Utah e Battipaglia.

 

Sottoscrivo l'intervento dell'esimio Palma e mi permetto di aggiungere una considerazione, per motivi a me ignoti, gli italiani a differenza della maggior parte degli europei hanno il gusto morboso di raccontar quanto di male accade loro o nel loro paese senza vergogna alcuna.

Provate, ad esempio, ad intavolare una chiaccherata su Fritzl con un austriaco: borbotterà qualcosa di imbarazzato (se è un espansivo) e cambierà discorso. Il calcio tedesco ha vissuto due scandali gravissimi legati alle scommesse negli ultimi 4 anni, non ne ho mai sentito parlare fuori dalla Germania (e poco anche li) mentre di Calciopoli ne ho sentito parlare (e mi hanno chiesto spiegazioni) ovunque.

Per Michele, tornando ai sintomi di decomposizione, non li intravedo in quelli da te elencati, ma ne intravedo comunque due grandissimi nel mondo dello sport:

1. l'incapacità di far svolgere una partita di qualificazione all'europeo (e ci sembra anche una cosa normale ed inevitabile)

2. la rinuncia per manifesta incapacità a candidarsi come paese ospitante per gli europei di Basket

 

Mi pare di ricordare da uno studio comparato sulla vittimizzazione (appena ritrovo i riferimenti aggiorno) che la probabilità di cadere vittima di reati violenti sia in calo da più di un decennio.

I dati OECD disponibili (Social Indicators, disponibili nel rapporto Society at a Glance 2009 e si possono scaricare a questo link) sembrano confermare questo vago ricordo e portare evidenza alla 1). Sono purtroppo riferiti al 2004-2005.

Comparativamente il tasso globale di vittimizzazione sembra essere più basso di quello di diversi altri paesi europei dove la stampa non dedica un'attenzione paragonabile al tema. (Penso ci sia un recente lavoro di Diamanti sul tema) Lo stesso vale per il tasso di crimini violenti e per le violenze sulle donne. 

Sarebbe interessante confrontare la percezione del rischio (disponibile nei dati precedenti) con il rischio effettivo di vittimizzazione. A naso mi sembra che nel caso italiano (e non solo) la percezione a parità di rischio effettivo sia più alta rispetto ad altri paesi EU. Potrebbe essere un indicatore del selection-bias dei mass media? 

(Andrebbe fatto però un discorso sul metodo. Se si tratta di dati amministrativi, maggiore la fiducia nelle forze dell'ordine, maggiore la quota dei reati denunciati sui reati totali subiti. Dal momento che in italia la fiducia non è certo alle stelle, la vittimizzazione potrebbe essere più alta. Se invece non si tratta di dati amministrativi ma di una indagine di vittimizzazione propriamente detta, questa distorsione dovrebbe essere meno rilevante)

[correzione: avevo invertito le ipotesi 1 e 2]

[aggiunta: al seguente link i dettagli sui dati usati dall'OECD]

 

Il punto 1, son d'accordo, è quello focale. Per pennivendoli e pseudogiornalisti, azzuppare il pane nella morbosità rimestando nelle tragedie e nelle bassezze umane è premiante per l'audience e per il numero di lettori.

Voto 1

non riesco a pensare che in tutti gli enomri e vasti U.S. non accadono episodi simili.

omicidio suicidio di allegra coppia:

http://www.wbtv.com/Global/story.asp?S=13337862

bambini in omicio-suicidio:

http://www.google.com/hostednews/ap/article/ALeqM5j2zzSdA4TdfcnQtukwpIjT7HDHLQD9IRKG1O0?docId=D9IRKG1O0

omicidio fra ragazzini per apparenti futili motivi:

http://www.wreg.com/news/sns-ap-ms--wal-martshooting,0,2364029.story

omicidio di gelosia, classico:

http://www.philly.com/dailynews/local/20101016_Cops__Man_kills_ex-girlfriend_s_lover.html

c'é pure, un po' vecchiotta, ma non è roba di tutti i giorni, zio che uccide nipotino:

http://blog.al.com/live/2010/07/uncle_who_killed_nephew_never.html

uomo prende a pugni donna di colore autistica:

http://www.njherald.com/story/news/17Sidebar2010-10-16T18-35-15

il grande fratello è dovuto anch'esso all'opzione 1)

 

 

 

 

 

 

 

 

Una delle differenze tra il mercato dei media italiani e quello di vari altri paesi è che in Italia la stampa quotidiana scandalistica praticamente non esiste, tipicamente lo scandalismo è riservato ai settimanali. Non so bene perché sia così.

Vi è quindi una minore differenziazione del prodotto per i quotidiani italiani, o se si vuole una differenziazione lungo dimensioni diverse (territoriale e politica, tipicamente). Questo fa sì che, molto più che altrove, i giornali cosidetti ''seri'' in realtà coprano anche la fetta di lettori che cercano avidamente la notizia sull'orco zio che uccide e violenta la nipote, in quest'ordine. In sostanza è come se il Corriere della Sera cercasse di essere al tempo stesso il New York Times e il New York Post. Se leggi solo il New York Times e compari con il CdS rischi di avere l'impressione sbagliata. Tanto per dire, dai un'occhiata al differente trattamento di questa notizia, che si trova sulla pagine locali del NYT ed è invece in prima pagina sul New York Post. I crimini familiari commessi da pazzoidi, come vedi ci sono anche qua. Ma qua solo i giornalacci sbattono il mostro in prima pagina. In Italia è pratica comune anche per i giornali ''seri''. Che è la ragione (una delle) per cui seri va tra virgolette.

 

Non è che semplicemente in Italia non esistono giornali "seri"?

c'è la solita ragione storica per questo: a leggere il giornale noi italiani ci siamo arrivati per ultimi, non si è fatto in tempo, e probabilmente non lo si farà più visto che la stampa pare in declino, a segmentare l'offerta.

però si può sperare per il futuro, specialmente se individualmente, come norma igienica, ci si sforza di staccare più spine possibili, cominciando dai tg. e dissuadendo le conversazioni su temi morbosi, quelle da scompartimento ferroviario dove ci si livella fatalmente piuttosto in basso, al "signora mia!" di arbasino. all'inizio si passerà per elitari, un po' come fare la doccia tutti i giorni negli anni '50, poi magari l'atmosfera nell'autobus comincia a migliorare.

certo, se ci fossero delle elites serie, sarebbe più rapido...

 

 

 

 

 

Aggiungo con tono scherzoso, a quello che dice Sandro:

Boldrin, accidenti, ogni tanto accendi la televisione a Saint Louis! Tutte le volte che sono negli US mi godo i fantastici programmi poliziesco-reality delle varie reti tv specializzate in serial killers, psicopatici vari, mariti che menano le mogli, rappers spacciatori, e via cantando. In Europa non abbiamo niente di simile (volete mettere Vespa sulla Franzoni? questi "reporters" americani vanno in auto con la polizia a filmare tutto quello che succede), quelli americani sono un unicum, e fanno sganasciare dalle risate. Alcuni amici mi hanno confermato che anche loro se li gustano ogni volta che sono negli States, questi programmi sono troppo spassosi. Sono costruiti scientemente per incutere terrore nel vecchietto all'ascolto. 

(in replica a corrado ruggeri)

ok, mi ricordo bene "l'occhio" di costanzo. però sono tentativi che sono arrivati tardi, quando già la televisione aveva occupato il loro spazio. i corrispettivi stranieri si sono invece affermati in periodi ben precedenti.

il nostro AndyCapp (e io non sono molto diverso, devo ricordarmelo) si trova servita anche tanta politica per ragioni diverse dalla richiesta del consumatore e che forse sono attinenti all'anomalia imprenditoriale degli editori, per usare un eufemismo. privati che lavorano in perdita strutturale, strutturalmente finanziati anche dall'erario...quali obiettivi dovranno mai perseguire? eccecc.

 

E' una analisi interessante la tua, ma non mi convince pienamente. Ad esempio: La Padania o Libero sono a livello kitsch ma parlano di politica o di argomenti ad essa correlati; The sun parla di popstar o calcio. Una volta avrei detto: perchè i politici inglesi non offrono gli stessi spunti, ma ultimamente non è più così (ovviamente non sono ancora al livello dei nostri). Sarebbe bello avere l'opinione al riguardo di qualche esperto.

PS

 

il nostro AndyCapp (e io non sono molto diverso, devo ricordarmelo)

 

Massimo rispetto per Andy Capp! :-)

 

Credo che sia da preferire in parte la prima prospettiva. Il sensazionalismo e la volontà di orientare verso altro l'informazione (per esempio sul fattoquotidiano non si parla di questi argomenti). Tutto il discorso sul senso di impunità diffuso è pienamente condivisibile, ma una verifica sperimentale sarebbe quella di verificare se non ci sono notizie più importanti (secondo una prospettiva ovviamente soggettiva) da mettere in risalto. Per quanto la morte di queste persone sia particolarmente triste o odiosa non possiamo pensare che sia normale monopolizzare l'informazione di tutti i tipi.

Se fosse una questione quantitativa legata alla particolarità del caso italiano, avremmo solo notizie di cronaca (immaginate solo quello che succede a Napoli ogni giorno).

Ecco i dieci articoli piu' letti su Corriere.it di oggi:

1La gelosia e le urla nel box . Tutti i segreti del delitto
2La sorella: «Mio padre uccide Sabrina» La madre sara sentita come teste
3Delitto Sarah, movente intrafamiliare «Ora il quadro delle indagini è chiuso»
4Kristina, la sexy pirata che rubava milioni in Rete
5Gli investimenti di Berlusconi Ad Antigua ville per 22 milioni
6Sesso orale e tumore della bocca Esiste un collegamento
7Crociera per nudisti nell'Adriatico
8I criminologi: si è sostituita alla madre
9Per i pm il movente è sessuale Sabrina scrive: incastrata da papà
10L'Australia a Stoner, Vale fa divertire

Meno male che Milena c'e' ...

 

Arrivo tardi, Michele, ma concordo con tutti coloro che hanno già scritto: i media italioti danno più spazio a simili episodi rispetto agli omologhi d'altrove.

In parte, è vero - qualcuno l'ha sostenuto, ipotizzando alcune ragioni - che sia l'offerta ad esser qui segmentata in modo differente, non esistendo quotidiani il cui core business sia la cronaca nera. In parte, a me pare che l'attenzione al privato delle persone - declinata nelle modalità più disparate, anche morbose - abbia raggiunto vette tali da invitare le redazioni a cavalcare l'onda.

Però, non sosterrei che la tendenza sia in atto da ora. Io ricordo che - millanta anni orsono, durante i miei primi anni d'università - discutevo con amici del fatto che i giornali fossero illeggibili, farciti com'erano di notizie di cronaca - per me affatto prive d'interesse - e di polemiche politiche prive di costrutto. Oggi non vedo grandi differenze, se non - forse, ma non necessariamente - una certa radicalizzazione dello scontro politico ed, in generale, una più attiva ricerca della spettacolarità da parte degli operatori dell'informazione.

Tra l'altro, la mia personale sensazione non è di minore sicurezza, rispetto ad un qualsivolglia passato, ma piuttosto di un aumento dell'ansia collettiva, probabilmente legata alla generale incertezza di un mondo che cambia troppo velocemente per coloro che faticano ad adeguarsi.

Io temo, invece, che tu tenda ad allargare al tutto l'alone di negatività che c'infastidisce nella conduzione del Paese: è prassi comune, a mio avviso. Prova a pensarci.

 

Avete ragione tutti quanti:

 

Non è soltanto una questione di adeguamento dell'offerta stampa al mercato dei lettori. E non è neanche soltanto un adeguamento del livello dei giornalisti al loro misero compito. Sapete il bello? magari quando sono scesi in macchina fino ad Avetrana, hanno dovuto pure subire le code inspiegabili sull'autostrada. Si si, quelle per curiosi! Quelle che quando c'è un incidente in una direzione, dall'altra si formano spaventose code perchè TUTTI si vogliono fermare a vedere se ci sono pezzi di carne in giro!

Dopo aver imprecato a dovere ed invocato inutilmente il Signore, se ne sono andati a scrivere e racontare l'orrore a portata di mano per gli stessi lettori che, un'attimo prima, erano solo imbranati  conducenti morbosi.

In oltre, un fatto divertente che ci aiuta bene a capire quanto conta il tocco magico editoriale del direttore di un giornale che si vuole indipendente (e lo dichiara a gran voce...) non lo è affatto: lo scambio dei due direttori Feltri e Belpietro alla testa dei due giornali di chi ben sapete. Manco fossero giocatori di due squadre di calcio!!!

Si vede che gli azionisti non temono crollo del valore del giornale per via della fuga dei lettori: tanto, loro scrivono le stesse scemenze...

 

 

Per quanto retorica possa sembrare, questo, a mio avviso, e' il segno dei nostri tempi:

http://www.youtube.com/watch?v=cecdSkML-xQ

E analogamente qualsiasi notizia di cronaca viene provata a vendere non tanto come fatto di cronaca, quanto come una vicenda ultra-personale, dove il lettore viene catapultato nella intima realta' dei protagonisti della vicenda (vedi il caso quindicenne-uccisa, con tanto di ritrovamento-del-cadavere-in-diretta-a-"Chi l'ha visto).

Questo e' quello che l'italiano medio vuole sentire e leggere. Ed e' questo che i media offrono.

Altro sintomo di decomposizione avanzata...

 

Osservazione di poco conto,

ma se (e solo se) la serie televisiva Boris fosse nata dall'urgenza di descrivere la societa' italiana contemporanea, allora sarebbe uno dei tanti segni che avvalorerebbero l'ipotesi 2.

 

Delle due l'una, o entrambe

 

Io credo "entrambe". l'Italia è sempre stato un paese violento (in strada, penso ai morti per mafia varie) ed ora vengono alla luce anche qui casi di violenza familiare che prima o non emergevano). Da un lato si perdono piu' spesso i freni inibitori e si fanno azioni convulse e violente per futili motivi. E qui a mio avviso c'è anche una sorta di presunzione di impunità (tanto non mi beccano e anche se mi beccano ora che mi condannano passano 20 anni).


Dall'altro i giornali sono quello che sono perchè la popolazione è quella che è:

Secondo i dati pubblicati nel 2005 da una ricerca dell'Università di Castel Sant'Angelo dell'UNLA (Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo), quasi sei milioni di italiani sono totalmente analfabeti. Rappresentano il 12% della popolazione contro il 7,5% dei laureati. L'Italia è fanalino di coda fra i 30 Paesi più istruiti. Solo il Portogallo e il Messico hanno un tasso più elevato. La ricerca, intitolata La Croce del Sud - arretratezza e squilibri educativi nell'Italia di oggi, è stata condotta da Saverio Avveduto e pubblicata dall'Università di Castel Sant'Angelo dell'Unla. Senza alcun titolo di studio (o in possesso della sola licenza elementare) è invece il 36,52% della popolazione, circa 20 milioni sui 53 censiti nel 2001. Questa popolazione è considerata dalla ricerca come ana-alfabeta, cioè del tutto analfabeta o appena alfabeta. Questa situazione è stazionaria da 10 anni.

Come avere crescita (economica, sociale, culturale) in questo contesto?
Rimane da stabilire se la situazione è stazionaria (come quella sopra descritta oppure come quella della produttività, piatta da 15 anni) oppure se è in atto la decomposizione di cui parli. Visto che una parte di noi avanza e progredisce, il fatto che altri siano femi puo' essere percepito come un arretramento (un po come in stazione, quando non capisci se è il tuo treno a partire o l'altro di fianco). Vedendo la fuga di aziende e cervelli dall'Italia sono propenso a ritenere vera l'ipostesi del  degrado.

Francesco

 

 

Dall'altro i giornali sono quello che sono perchè la popolazione è quella che è:

Secondo i dati pubblicati nel 2005 da una ricerca dell'Università di Castel Sant'Angelo dell'UNLA (Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo), quasi sei milioni di italiani sono totalmente analfabeti. Rappresentano il 12% della popolazione contro il 7,5% dei laureati. L'Italia è fanalino di coda fra i 30 Paesi più istruiti. Solo il Portogallo e il Messico hanno un tasso più elevato. La ricerca, intitolata La Croce del Sud - arretratezza e squilibri educativi nell'Italia di oggi, è stata condotta da Saverio Avveduto e pubblicata dall'Università di Castel Sant'Angelo dell'Unla. Senza alcun titolo di studio (o in possesso della sola licenza elementare) è invece il 36,52% della popolazione, circa 20 milioni sui 53 censiti nel 2001. Questa popolazione è considerata dalla ricerca come ana-alfabeta, cioè del tutto analfabeta o appena alfabeta. Questa situazione è stazionaria da 10 anni.

 

Secondo me il basso livello di istruzione degli italiani spiega non solo lo spazio spropositato dato dai mezzi di comunicazione alla cronaca morbosa ma anche il livello di violenza futile che emerge da molti fatti aneddotici. Aggiungo poi che anche chi e' istruito non riceve un'istruzione "civica" comparabile ad altri Stati avanzati, ma tende a ricevere un'educazione nozionistica e complessivamente futile dal punto di vista di una migliore comprensione di come funziona una societa' civile.

Sicuramente la decomposizione c'è, ed anche ad uno stadio molto avanzato, ma non mi concentrerei sui fatti di cronaca nera, che sono trattati con morbosità ed attenzioni in modi che credo tipici di qualunque paese...forse quello che cambia, come dice Sandro, è che giornali come il Corriere della Sera non abbiano un segmento di lettori ben preciso e dovendo coprire un target troppo vasto finiscano per macinare tutto, ma proprio tutto nelle stesse 45-55 pagine.

La decomposizione, secondo me, la vedi da altro.

Il populismo nelle/ e delle indagini. Di storiacce pessime ce ne sono ogni giorno, a bizzeffe. Siccome vivo in un lembo periferico dell'Italia, oltre ai quotidiani nazionali leggo, più per abitudine e con margini di tempo sempre più ristretti, anche la stampa locale: assicuro che omicidi e violenze ne capitano sempre anche in contesti da arcadia di cartapesta come la Sardegna. Per ragioni che non so spiegare, alcune storie di provincia bucano la scena e arrivano alla ribalta nazionale, provocando un moto di emozione che prende il sopravvento su tutto e tutti, e non parlo solo della spropositata attenzione dedicata dai media, ma anche al lavoro delle forze dell'ordine, che sembrano talvolta reagire con un efficacia che è condizionata dall'eco suscitata da una certa vicenda.

A volte ci sono omicidi di giovani ragazze che sono buttate nel pozzo, come successo anni or sono nella mia zona che non se le fila nessuna, alle volte invece si crea una pressione mediatica e investigativa che porta alla risoluzione del caso in pochissimi giorni. Ecco questo mi sembra un segno di malfunzionamento della giustizia e di decomposizione...perché la giustizia uno se la immagina lenta, inesorabile e attenta, non scomposta e viziata da ritmi che sono quelli dei TG della sera. Io mi chiedo sempre perché nei casi di omicidi che bucano la scena mediatica, non di quelli ai quali non importa a nessuno, gli interrogatori si svolgono nel chiuso delle caserme ma le indiscrezioni sono un flusso continuo e si sa praticamente in tempo reale che x ha confessato, che si sta andando a fare il sopralluogo nel pozzo e così via; mi chiedo perché durante le indagini altissimi graduati dei CC, con alamari e colletti argentati bazzichino là intorno ai giornali e ai cronisti; mi chiedo perché le conferenze stampa non le facciano i superiori locali della polizia, commissari e capitani, ma si muovano colonelli della Regione di appartenenze e graduati che certi paesi di provincia, senza tutto quell'assieparsi di telecamere non vedrebbero mai...questo continuo scavalcamento di funzioni per me ha una sola ragione: esibizionismo...giustificato con ragion gerarchiche.

La decomposizione populista, anche nella giustizia, si vede da come le vicende sono gestite. Ricordate Svastichella, pregiudicato e violento che si fece alfiere della pubblica moralità a Roma dinnanzi a due ragazzi che si baciavano? Fu fermato ma rilasciato, perché le leggi consentivano al magistrato di fare ciò. Dopo mille proteste, tra le quali quella del sindaco Alemanno, lo stesso personaggio, in ragione degli stessi fatti, venne invece arrestato, per una spinta che era ancora una volta populista. Sia chiaro: Svastichella meritava e merita carcere, ma uno si chiede se non ci sia qualcosa di storto in tutto questo modo di gestire le cose.

Ma poi la decomposizione la vedi in tutto questo buonismo del cazzo. Gli amici che affiggono lo striscione nel condominio per la liberazione del loro amico "bravo ragazzo"; le madri che difendono i figli "perché sono bravi ragazzi" e non da ultimo episodi come quello del duo Erika e Omar, scarcerati dopo soli 9 anni dal compimento di un delitto grave per aver beneficiato di sconti di indulto e di buona condotta...

Se ci penso, se penso alla condizione inappagata di giustizia capisco anche perché in certi casi si creino forme di razzismo o di giustizia fai da te, o atteggiamenti che ancora definiamo leghisti ma che sono destinati a diffondersi.

 

non da ultimo episodi come quello del duo Erika e Omar, scarcerati dopo soli 9 anni dal compimento di un delitto grave per aver beneficiato di sconti di indulto e di buona condotta

 

Bhe non hai considerato che Erika è orfana di madre.

Condivido tutto quello che scrivi come denuncia di un malcostume italico, di un modo errato di condurre le indagini, di una tendenza a fare processi mediatici, di processare con lo stomaco adattando le leggi all'imputato tuttavia, se parliamo di decomposizione, non credo ne sia un segno.

In Italia funziona cosi almeno dai tempi del processo Piccioni e della Dama Bianca di Coppi.

Basta leggersi l'istruttivo "Italiani Mambo" per vedere che, da questo punto di vista, l'Italia è rimasta uguale a se stessa .

 

Secondo i dati pubblicati nel 2005 da una ricerca dell'Università di Castel Sant'Angelo dell'UNLA (Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo), quasi sei milioni di italiani sono totalmente analfabeti. Rappresentano il 12% della popolazione contro il 7,5% dei laureati.

Il problema non è avere o meno diplomati o laureati è avere persone che valgano la laurea o il diploma che hanno. Le lauree sono sempre più vuote (e lo dico da studente) gli studenti (l'80%) non studiano per aumentare il proprio bagaglio di conoscenze ma solo per avere il tanto agognato pezzo di carta (sempre più inflazionato) che gli apre le porte a lavori vari. I problema è che i corsi spesso richiedono solo capacità mnemoniche di breve periodo, in cui il docente o tirapiedi di turno vogliono sentirsi ripetere la pappardella a memoria che viene poi dimenticata 2 minuti dopo l'esame, oppure si ricorre a metodi alternativi allo studio, data l'italica impunità per tali metodi. Ricordo il mio esame di maturità (fatta in istituto considerato 'serio', lo stesso di Marcello Urbani) in cui la metà delle persone copiarono lo scritto di telecomunicazioni dai secchioni della classe distorcendo il voto finale a loro vantaggio quando sarebbero dovuti rimanere un po' indietro e si è visto il risultato in cui solo 9 ci si è laureati (triennali) e in 3 si arriverà ad una laurea quinquennale (o 3+2) su un 25 persone circa, casualmente un 50%. Chiusa questa breve parentesi, penso che il problema dell'istruzione è che il pezzo di carta sia sempre più pezzo di carta non rispondente a conoscenze reali.

Chiusa questa breve parentesi, penso che il problema dell'istruzione è che il pezzo di carta sia sempre più pezzo di carta non rispondente a conoscenze reali

Nel resto del mondo, invece, la dottrina di scienza dell'educazione considera il titolo di studio non come un "pezzo di carta", ma come un certificato che attesta le conoscenze e le competenze acquisite durante il corso degli studi. Per questo le misure che si mettondo in campo sono innanzitutto mirate a garantire la qualità della certificazione e il rispetto di appropriati standard scolastici e accademici. 

Ma questo accade, appunto, nei Paesi che non sono in decomposizione...

RR

 

Per chi volesse approndire il tema del nepotismo e delle ope "legis" (in questo caso "ope legis contractualis"), va annoverato il magistrale accordo Unicredit-Sindacati (tutti i sindacati) di cui si può leggere oggi (Corriere - Repubblica), dove, assieme ai pre-pensionamenti (uhm...) l'intesa tra la banca e i sindacati prevede (1) la stabilizzazione a tempo indeterminato di 1.700 «apprendisti», e (2) l'assunzione di 1.121 giovani.

Interessante notare, innanzitutto, la stabilizzazione degli apprendisti: e chi l'avrebbe detto che gli apprendisti fossero in tenure-track? Beh, c'è poi il piccolo particolare che la giuria per la conferma ha assai poco di commissione giudicatrice dei meriti individuali, fatta com'è dai vertici dell'impresa e dei sindacati, e con il verbale del procedimento che ci parla di infornata globale "ope contractualis".

Ancora più interessante notare che l'azienda si è poi impegnata a privilegiare i figli dei dipendenti, nelle assunzioni, ma soprattutto che il sindacato aveva anche esplicitamennte chiesto un'assunzione automatica dei figli dei propri dipendenti destinati al prepensionamento. La differenza concreta con quanto ottenuto appare però minima.

RR

cosa diavolo c'entra peron? (avercelo peron...oppure chavez...)

da non pronunciare Ciavez.... se non, son guai...

Letto l'articolo e, velocemente, i vari commenti, mi sento questa volta di concordare in toto con Boldrin. A mio avviso, il problema dei media esiste, ma è secondario al fatto che il livello di decomposizione a cui è arrivata la convivenza civile in Italia è pauroso. Provate a protestare contro chi salta le file, parcheggia sul marciapiede, vi rompe i timpani con la radio a palla, porta il cane a fare i bisogni sul marciapiede davanti alla porta di casa vostra, vi si incolla dietro a 10 cm lampeggiando in autostrada, etc.etc... provateci, ma solo se siete aitanti giovanotti temprati dal body building e magari da qualche corso di arti marziali, se ci tenete alla votra incolumità. Invece si: si stava meglio prima: prima che decenni di programmi televisivi indecenti ci proponessero come esempi ganzi e disinibiti individui che urlano e insultano il prossimo, da Sgarbi agli ospiti della De Filippi: prima che la nostra "classe dirigente" perdesse ogni vergogna e celebrasse il furto e il peculato come attività normali e meritorie: prima che i teppisti che sfasciano gli stadi venissero corteggiati e blanditi dalle società calcistiche; e potrei continuare, ma è meglio fermarsi qui. Solo un breve inciso, a proposito dell'omicidio nella metropolitana di Roma. Pensate che se l'aggressore fosse stato un giovanotto ventenne romeno e la vittima un'infermiera italiana qualcuno avrebbe preso le parti del "povero ragazzo"? O avremmo sentito i soliti ringhi sulla cattiveria intrinseca degli slavi, la loro genetica propensione alla violenza, ecc. ecc?

Invece si: si stava meglio prima: prima che decenni di programmi televisivi indecenti ci proponessero come esempi ganzi e disinibiti individui che urlano e insultano il prossimo, da Sgarbi agli ospiti della De Filippi: prima che la nostra "classe dirigente" perdesse ogni vergogna e celebrasse il furto e il peculato come attività normali e meritorie: prima che i teppisti che sfasciano gli stadi venissero corteggiati e blanditi dalle società calcistiche; e potrei continuare, ma è meglio fermarsi qui.

appena qualche giorno fa si è tenuto a milano un convegno organizzato da studenti bocconiani di intenzioni liberali. michele boldrin vi ha partecipato e ne ha riferito piuttosto male, argomentando in modo convincente.

credo sia doveroso ricordare che 25/30 anni fa, quando il passato aveva il sedere rosa, pretendere di tenere tale convegno avrebbe dato seri problemi di ordine pubblico e forse a nessuno sarebbe venuto in mente di provarci. il clima era quello che era, "la provocazione antidemocratica e oggettivamente fascista" avrebbe trovato manipoli di picchiatori pronti ad impedirla. potrei continuare, ma mi fermo anch'io qui per non spaventare i giovani organizzatori :-)

qualche passo avanti nella direzione della civile convivenza è stato ben fatto, perchè negarlo? con un ritmo lento ed inaccettabile, inadeguato al nostro reddito elevato e alle nostre giuste  pretese, però aprire il telegiornale con l'elenco dei gambizzati del mattino, non era un granchè.

 

Istintivamente avrei detto 1) senza esitare. Poi le sue postille mi ci hanno fatto riflettere. Credo che effettivamente 2) stia avvenendo, mentre sono meno incline a pensare che sia "diventata molto più frequente in Italia che altrove." Qui è il mio contributo al dibattito: non è vero. Arriviamo solo in ritardo, come sempre. Io ho un contatto piuttosto stretto con la Germania e le assicuro che fenomeni di questo genere, esistono, sono stai molto frequenti e fanno scalpore. Quelli che ricordo sono pestaggi mortali nella metro e sui bus di Monaco di Baviera, scaturiti -come si suol dire- da futili motivi. Siccome qui siamo piuttosto provincialotti, quando succedono cose nuove, che non conosciamo e ci spaventano, abbiamo la presunzione di ritenere di essere gli unici colpiti dall'infausto mutamento. Se conforta, non credo in Germania abbiano trovato la soluzione. Noto (anzi assumo) però una certa correlazione fra questi "eventi di strada" (non parlo del caso Scazzi) con l'andamento economico e la disoccupazione. Qui forse una bella regressione potrebbe aiutare, no?

Io di matematica sono sempre stato una schiappa ma sul CdS online mi lasci dire che titolare che la CIG raddoppia e poi nell'occhiello precisare che aumenta del 50%, mi manda un attimo in confusione...

 

    

Sono perplesso. La maleducazione e la litigiosità forse sono aumentate, come pure l'impreparazione dei giovani e dei meno giovani di fronte alle questioni che richiederebbero un po' di ragionamento: ma la frequenza dei fenomeni considerati da Boldrin è forse un'illusione ottica.

Intendo dire che, periodicamente, si leggono sulla stampa (specialmente quella non riferibile al CD) statistiche sulla diminuzione dei reati, in particolare degli omicidi. Qualche altro commento l'ha ricordato.

Allore, delle due l'una: o si sono manipolate le statistiche, per contrastare quella che è chiamata la "deriva securitaria" della destra, o le statistiche sono vere. In questo caso, saremmo di fronte ad un altro esempio di "distrazione di massa": la stampa insiste su fatti orrendi o su scandali veri o presunti per occultare le questioni politiche ed economiche più rilevanti. 

Questo comportamento sarebbe, in qualche modo, parallelo a quello dei politici che "urlano" per deviare l'attenzione su questioni non decisive ma in ogni caso divisive.

Naturalmente, questo non vuol dire che gli italiani siano un popolo di miti pecorelle: la stessa aggerssività dei politici e dei media  potrebbe essere un effetto di un generale degrado sociale e culturale.

Io penso che esista una pesante situazione di degrado, fatto di disinteresse (quando va "bene", sigh!), appiattimento e aggressività, accompagnata dall'uso strumentale dei media.  

Se si vanno a vedere le statistiche si verifica che in quanto a crimini non siamo messi peggio degli altri paesi europei e che la maggior parte dele violenze avvengono in famiglia (o fra familiari).

Ma la cosa che dovrebbe far riflettere di più, a mio parere, non è tanto la violenza, ma l'indifferenza delle persone comuni di fronte alla violenza.

Dell'episodio di Roma (ricordate anche Napoli?) mi fa riflettere l'indifferenza delle persone che passano vicino ad una donna a terra e tirano diritto, nessuno che faccia un gesto per provare ad aiutare.

Mi pare questo il sintomo più evidente di una società in decomposizione (la scomparsa della compassione, della solidarietà, ecc.) più che la violenza in sè.

 

la maggior parte delle violenze avvengono in famiglia (o fra familiari).

 

Grazie di averlo specificato. Mi risulta che questa sia sempre stata la regola fra i crimini: se non ti conosco è improbabile che tu mi stia così sulle palle da volerti morto...a meno che non mi capiti davanti mentre scappo dalla banca col malloppo...o a meno che io non sia un deficiente come:

 

Dell'episodio di Roma (ricordate anche Napoli?) mi fa riflettere l'indifferenza delle persone che passano vicino ad una donna a terra e tirano diritto, nessuno che faccia un gesto per provare ad aiutare.

 

Anche questo mi pare capiti abbastanza spesso in tutto il mondo. Leggendolo comodamente spaparanzato sul divano, mi fa sempre un gran brutto effetto. Ma come si fa a lasciare che dei teppisti aggrediscano una poveretta senza intervenire?

Una volta, vent'anni fa, ho avuto l'occasione di intervenire. 3 idioti su un autobus romano stavano tormentando un ragazzo indiano dandogli addosso con delle sciarpe arrotolate. La gente teneva lo sguardo basso e l'indiano faceva il muto. I 3 ridevano.

A un tratto la mia mano si è mossa da sola bloccando il braccio di uno dei tre. Sono solo riuscito a guardarli negli occhi dicendo "basta", ma ero in overdose da adrenalina e non avrei saputo fare discorsi più brillanti e articolati. Non so quanto era paura, quanto rabbia e quanto vergogna per aver aspettato una decina di secondi prima di intervenire. So solo che dopo, quando i 3 sono scesi dall'autobus, ne ero proprio contento. Ah, io sono alto 193 e peso oltre 100 kg. Di solito la gente ci pensa due volte prima di aggredirmi e quindi non avevo particolari ragioni di avere paura, però ce l'avevo lo stesso. Se ci ripenso capisco perché la gente di solito non interviene per fermare le aggressioni.

La cosa interessante è che quei 3 si sono zittiti subito. Voglio dire: avrebbero potuto iniziare a frustare me con le loro sciarpe, invece niente. Mi chiedo quanto questo sia il normale comportamento dei prepotenti. Mi chiedo anche quanto l'enfasi che viene data da quarant'anni a questa parte alla non violenza contribuisca alla tranquillità di quei pochi teppisti.

Purtroppo non ho avuto, per lunghi anni, la voglia di andare all'estero, in vacanza o per altri motivi. Nel 2007 finalmente passai 3 settimane in Alto Adige, che già è qualcosa, come esperienza, per uno che vive nel Lazio da 50 anni. Quest'estate invece mi sono deciso a vedere Parigi, anche qui per 3 settimane. Ne valeva la pena!, ma quello che ci interessa qui è che, tra le tante cose, ho notato un'incidenza molto elevata di senzatetto e di gente che pur avendo un tetto ti ferma per strada, molto gentilmente, e ti chiede l'elemosina; oppure sul Metro fa un piccolo comizio (vietato dalla legge) per convincere i presenti a dargli qualche spiccio. Poi vai in qualsiasi ufficio o esercizio, pubblico o privato che sia, e ti accorgi che tutto funziona per il meglio, e soprattutto che tutti sono gentili e professionali. La mia personale ipotesi, tutta da verificare, è che i francesi lascino fuori dai posti di lavoro le persone che non sono adatte a interagire produttivamente con gli altri. E' solo un'ipotesi.

Non ho niente di particolarmente originale, invece, da aggiungere a quanto scritto da un mio amico qualche anno fa, quindi mi limito a linkarlo:

Il perverso imbarbarimento dell’Italia

di Quirino Zangrilli (2007)

"In quest’epoca storica la maggioranza degli italiani è purtroppo costituita da delinquenti. Esiste uno zoccolo duro di autentici delinquenti, strutture di personalità che sarebbero tali in qualsiasi sistema sociale ed in qualsiasi congiuntura storica.  Un largo numero di persone sono costrette, loro malgrado, a delinquere, a vari livelli, per la sostanziale inesistenza dello stato, l’inesistenza della giustizia, l’assenza della tutela dei diritti, il clima di giungla che si respira nel nostro paese. Delinquono per legittima difesa e per sopravvivere."

 

 

Direi che i sintomi di decomposizione non sono tanto nel numero dei crimini, ma in queste reazioni:

I carabinieri che sono arrivati sotto casa del giovane per accompagnarlo in carcere sono stati accolti dai cori e dagli applausi degli amici: "Alessio libero, Alessio libero", gridavano all'indirizzo dei militari. Circa cento persone si sono radunate sotto l'abitazione

o dagli ingorghi ad Avetrana per andare a vedere i luoghi del delitto.

Un dettaglio: guardate lo striscione per Alessio libero, il lettering:

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/16/foto/caso_miricica_solidariet_ad_alessio-8132987/2/

è lo stesso (una certa forma della E, la O a forma di scudo...) dei manifesti della destra romana. Vorrà dire qualcosa. Come pure l'improvviso sbocco di garantismo (ma cosa c'azzecca un sottosegretario ai beni culturali con tutto questo?) dopo vent'anni che ti ripetono che la soluzione a tutti i problemi sociali è "rinchiudeteli e buttate via la chiave"?

 

 

 

 

Non so se l'ha già detto qualcuno, non ho letto tutti i commenti. Non viene il dubbio che certi episodi sian sbattutti in prima pagina per distogliere l'attenzione del cittadino? Nell'antica Roma, si prendeva qualche disgraziato e lo si faceva sbranare dai leoni al colosseo, oppure si prendevano due energumeni e li si faceva combattere fino alla morte di uno dei due. Erano i famosi circenses.

Oggi se tocchi un leone a sbranarti vivo sono gli animalisti, se brandisci la daga vieni confuso con uno che fa scherma e va alle olimpiadi a collezzionar medaglie. Gli stadi sono intoccabili sennò la domenica come fano 22 uomini in mutande a correr dietro ad una palla? Ecco che allora il circo si trasferisce sui media, strumento perfetto che fan dimenticare il panem che non c'è.

Se il discorso si chiudesse alla scelta tra (1) e (2), avrei anch'io i miei dubbi. La violenza gratuita o per futili motivi è tra le cose che piu' odio e, sulla base delle mie esperienze personali italiche, propenderei per (2): non è solo un'illusione ottica dettata dai media; poi, pero', guardo le notizie di casa mia (attuale) e scopro che anche la Svizzera -- magari alcuni non se lo aspettano -- è piena di giovanotti che pestano a caso. E fanno pure seriamente male. Tuttavia, il mio punto è un altro. C'è una cosa che osservo in Italia, raramente altrove, e che mi fa molta piu' paura: cio' che avviene dopo.

Proprio le notizie piu' gettonate degli ultimi giorni, citate nel post, offrono retroscena che non riesco assolutamente a digerire:

(1) Il tassista pestato a Milano: il popolo del quartiere è stato omertoso o solidale con l'aggressore, uno dei testimoni si è addirittura ritrovato la macchina bruciata: link

(2) L'infermiera uccisa a Roma: il popolo del quartiere è solidale con l'aggressore, i carabinieri andati a prelevare il ragazzo sono stati insultati: link

Queste sono cose che abbiamo già letto in passato riguardo a questioni di mafia e camorra, con interi quartieri che attaccano le forze dell'ordine per difendere il boss del posto.
Ora, questi stessi fenomeni -- anche se in scala piu' piccola, l'essenza è quella -- che sono alla base del successo della criminalità perchè generano omertà, si sono trasferiti dappertutto. Anche sotto casa. Sono questi fenomeni -- e non il pestaggio in sè, che pure è gravissimo -- che mi fanno dire che l'Italia è in stato avanzatissimo di decomposizione.
Se iniziamo ad aver paura di dire apertamente, nel nostro quartiere, "chi è colpevole paghi", vuol dire che non c'è piu' nulla da fare: saluti...

Le due osservazioni di Simone, così simili alle centinaia d'altre che potremmo portare su episodi simili, vanno esattamente nella direzione che ho in mente e che mi fa ritenere 2) una spiegazione tanto valida, almeno, quanto 1).

Perché questi atti di "supporto sociale" per la delinquenza "spicciola" - notate che, in entrambi i casi, NON si tratta di casini interni alla famiglia, né di violenza sulle donne, né di violenza intenzionale: in nessuno dei due casi si voleva uccidere, in entrambi i casi ci troviamo davanti ad episodi di "micro-inciviltà/criminalità" che si ripetono quotidianamente sulle strade d'Italia - tali atti, dicevo, in Italia sono frequenti ma in Spagna o in Germania, per non dire Danimarca o Svezia, non li ho visti MAI. Assolutamente mai. E qui sta tutta la differenza.

Forse in parte c'è anche paura, ma, a vedere le reazioni e le tifoserie nelle situazioni cui hai fatto cenno, mi pare che ci sia una collusione sulla violenza, se non un atteggiamento giustificazionista...

Una mia vicina di casa commenta l'episodio dell'infermiera uccisa e parla di sfortuna (dell'assassino, ahimè!): "...e certo che ci vuole sfiga, dai un pugno e la donna cade male..."

 

Questo e' IL punto, Simone, ed era quello che volevo scrivere stamattina dopo aver letto l'allucinante notizia di quelli che solidarizzano con chi in una lite verable (nella quale poteva anche aver ragione, questo e' irrilevante) va oltre le parole e mena un pugno mortale. La solidarieta' degli amici dice che sono pari al loro compare: ritengono normale menare le mani, succeda quello che succeda.

Stessa cosa per quelli solidali con chi ha quasi ammazzato il tassista a Roma. Stessa cosa per quelli che quando ho rischiato di fare la stessa fine se ne sono stati zitti zitti.

Capite che, di fronte a queste cose, NON C'E' NESSUNA DIFFERENZA TRA LE SPIEGAZIONI 1 e 2? Vogliamo consolarci pensando che la violenza e l'omerta' sono le stesse di 10, 20, o 30 anni fa? Bene, consoliamoci cosi'. Consoliamoci quando ci sara' il prossimo barbone ammazzato a bastonate perche' durante l'eta' del ferro morivano cosi' come mosche.

Il grado di civilta' si misura rispetto al passato e l'umanita' ha fatto diversi progressi nel rendersi una specie animale che sa controllare la violenza. Se la violenza per questioni futili in Italia e' sempre la stessa, sorry ma ci stiamo putrefacendo rispetto al resto dell'umanita'.

 

Vi parlo dal profondo Nord, cittadina di provincia benestante, veneto. La situazione rispetto a solo 10 anni fa si sta deteriorando quotidianamente. Il mio quartiere sta invecchiando velocemente nel senso che gli Italiani presenti sono sempre più vecchi, le coppie giovani non fanno figli e i vuoti vengono riempiti da stranieri, per lo più dei paesi dell'est. Gente giovane con spirito di iniziativa, con bimbi che nonostante tutte le difficoltà cercano una sorta di integrazione. Purtroppo come tutti i quartieri di questa mia città gli spazi sociali sono ridotti al lumicino e monopolizzati dalle strutture parrocchiali che proprio tanto aperte all'integrazione non sono.

Da sempre qui la spartizione della città ha decretato che l'amministrazione delle cose pubbliche è della politica e la gestione del sociale della Chiesa. Erano spazi di sperimentazione e di apprendimento delle regole di convivenza reciproca, dove si acquisivano le regole base della convivenza civile. Un apporto educativo importante e necessario, un’offerta raramente presente nella scuola.

Ora che la Chiesa ha perso incisività per mancanza di vocazioni e di visione di un futuro di apertura verso un mondo multietnico, multiculturale e religioso, (causa ed effetto in questo caso per me sono correlati) non esiste alternativa, non esistono più spazi sociali perchè non ci sono mai stati spazi multiculturali e multietnici.

Sembra si voglia far affondare la barca pur di non cedere questi spazi ormai perduti. Quindi gli spazi sociali rimangono vuoti perchè la proposta particolare, non universale, non di accoglienza (che non è solo allestire dei punti di distribuzione di pasti caldi) fatta da soli italiani e per gli italiani e dai preti che la sostengono è insufficiente.

Abbiamo un vuoto educativo importante che si sta allargando senza che nel frattempo sia nata una qualche sorta di alternativa.

Buongiorno,

non riesco a leggere tutto e quindi magari l'articolo e' gia' stato segnalato, ma tra le due alternative proposte nel post, questa inchiesta sembrerebbe far pensare che la prima (e' l'informazione italiana che predilige questi contenuti) potrebbe essere quella giusta:

www.repubblica.it/cronaca/2010/10/11/news/tv_ansia-7933773/

``[...] Lo confermano i dati dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza (di Demos, Osservatorio di Pavia e Unipolis). Visto che, nel primo semestre del 2010, il Tg1 ha dedicato ai "fatti criminali" 431 notizie: circa l'11% di quelle presentate nell'edizione di prima serata. Uno spazio maggiore rispetto a quello riservato allo stesso tipo di notizie dagli altri principali notiziari (pubblici) europei. In dettaglio: l'8% la BBC, il 4% TVE (Spagna) e France 2, il 2% ARD (Germania). Va precisato, per chiarezza, che il tasso di crimini in Italia non è superiore a quello degli altri Paesi europei considerati. Semmai, un po' più basso. [...]``

Naturalmente poi si potrebbe discutere a lungo se il problema sia dal lato della domanda o da quello dell'offerta. :)

saluti

Direi che questo reply esaurisce tutte le argomentazioni. Ottimo lavoro.

e leggiamoci le vicende dell'Alfabeto Italiano sul blog della Amabile

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1059&ID_sezione=274&sezione=

 

Il tizio fermato dalla stradale in quanto "sospetto" perché portava la cintura di sicurezza e la storia della piscina sono mitiche ed esemplari

Così, tanto per non dare l'impressione che quella da me scelta fosse una giornata particolare: il venditore di piadine preso a botte ...

...

 

Solo per dovere di cronaca: la follia continua

Uno degli agenti segreti di nFA all'OECD mi invia questo

 

Ad oggi non esiste una banca dati sui delitti, gli ultimi dati ufficiali ISTAT si fermano al 2006 http://giustiziaincifre.istat.it/jsp/Introduzione.jsp?id=4A|18A|23A&ct=50, e credo siano alla base dell’ultimo rapporto sulla criminalità che fu redatto dal ministero dell’interno su iniziativa  di Amato nel 2006 (http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/14/0900_rapporto_criminalita.pdf)

Questa tabella mostra un trend leggermente discendente per gli omicidi causati da risse o per futili motivi che credo sia una buona proxy per quello che tu volevi misurare nel post su Noise. Anche il numero di omicidi totali è in diminuzione considerevole (almeno fino al 2006).

 

Tab.IV.3.Numerodiomicidipertipo
       
omicidi      
       
       
       
 Criminalità organizzataLite, rissa, futili motiviFurto-rapinaFamiglia/passioni amoroseAltriTotale
1992340105120977791.441
19931581401021065591.065
199418112910196451958
19952811391111103631.004
19962849394123351945
199724790117121289864
199824412272118323879
199918113664153276810
20001749157157270749
20011639847193206707
20021259736211173642
200316010928207215719
200420310947184168711
20051397753157175601
20061216953192186621
       
       
       
Fonte:elaborazionesudatiDipartimentodellaP.S..

 

Ho trovato altri dati della questura di milano ( fino al 2008) che mostrano per contro trend ascendenti per delitti che potrebbero indicare un peggioramento del livello di trust sociale (furti con strappo, furti in abitazione, estorsioni, danneggiamenti). [Dati non allegati, NdMB]

[...]

 

 

Insomma, con questi dati parziali è difficile tirare una conclusione certa.

 

Il nostro amico poi ci informa che a Settembre avrebbe dovuto uscire un rapporto sulla criminalità 2010, ma ovviamente non è uscito (vi prego di perdere qualche minuto a studiarvi questa fondazione ICSA: se volete capire la Roma dei ministeri e del potere vero che mangia l'Italia, studiate cose come ICSA, sono i luoghi dove quel potere trasversale si riunisce).

Rimaniamo quindi in paziente attesa che Confindustria e ICSA producano il rapporto ...

 

 

non penso possano esistere statistiche capaci di risolvere il dilemma posto dall'articolo.

Non è infatti il numero di delitti che ci invita a riflettere bensì la futilità dei motivi che li provocano , le reazioni di chi li commette , che spesso sembrano non rendersi conto della gravità delle loro azioni , e la grancassa mediatica che viene montata intorno ad essi spesso intesa a creare e dividere le tifoserie.

è uscito oggi il rapporto dell'ISTAT su "Reati, vittime e percezione della sicurezza", qui.

Un omicidio e altri titpi di crimini non possono comunque non essere denunciati, a mio parere come ho già indicato diverse volte da noi c'è una inciviltà diffusa e sanzionabile che ci fa percepire una vivibilità diversa rispetto ad altre nazioni.

Strumentalemente molte persone dicono che numeri alla mano è solo una percezione da pippe mentali, io penso invece che le pippe mentali le hanno loro e che probabilmente viaggiano anche poco all'estero.

Cerco di spiegarmi meglio, quando si parla di nero su tasse non pagate generalmente c'è poco da eccepire e caso mai le discussioni sono su quanto nero si fa, addirittura lo stato quantifica la pressione fiscale su chi paga le tasse erroneamente perchè tiene conto di una percentuale di nero.

Ma perchè il nero dai furti non denunciati alle quotidiane inciviltà di tutti giorni (es. stupidi: parcheggi selvaggi anche quando il parcheggio c'è a due min., cacche di cane per terra, immondezzai nelle spiaggie/campagne/etc.) non viene mai ipoteticamente quantificato?

Perchè il nero sulle tasse si e sei idiota se pensi il contrario e il nero sui crimini di tutti i  giorni no e sei idiota se pensi che esista?

Ci rendiamo conto come ragioniamo e ci fanno ragionare?

Di numero ipotetici su questo sommerso esiste qualcosa?

«Mi piacerebbe diventare la first lady di Berlusconi, saprei interpretare questo ruolo in modo eccelso, lo seguirei in tutti i gabinetti mondiali."

 

dice una figura che di gabinetti deve aver gran conoscenza (vincitore dell'isola dei famosi e indimenticabile protagoniste di opere come "W la foca" di N. Cicero)

Cosa fanno nei gabinetti mondiali?

Il Prof. boldrin, nel post, ha indicato alcuni fatti di cronaca. Accanto a questi, secondo me, altri, e di altra natura, se ne potrebbero ricordare.

Che siano, questi ultimi, sintomi di decomposizione avanzata, o, piuttosto, sintomi di una decomposizione avanzanda, non saprei dire. L'olezzo, quello sì. Quello lo avverto! Lo avverto, in casi come questi.

1.  Un Ministro della Repubblica, zittisce un suo interlocutore, così (dal minuto 04:50!);

2.  da una platea, invece, c'è chi intende zittire, in altro modo, il Segretario di un Sindacato Confederale;

3.  chi dovrebbe tutelare la nostra incolumità, immobilizza così, un manifestante;

4.  una parte dei manifestanti  - e molti, tra questi, sono miei coetanei! -, manifesta assaltando un mezzo acquistato  - anche - con gli schèi dei loro papi (dal minuto 01:40!);

5.  chi ha giurato osservanza, alla Costituzione e alle nostre Leggi, concepisce quest'osservanza, così.  

 

nel Bel Paese succede anche QUESTO

SI', hai ragione. Un paese decomposto a quasi tutti i livelli.

Io sono paralizzato, devo dire.

Da 4 giorni sto cercando di scrivere su gli avvenimenti di Martedì 14, quelli dentro e quelli fuori il palazzo. E non ci riesco. Non so da che parte cominciare. È una follia. Da un lato e dall'altro. L'Italia è oramai un paese decomposto. Mi fa un misto di paura e disgusto.

Su FaceBook, gente apparentemente normale mi scrive (a proposito delle violenze romane, che sarebbero la "rivolta sociale")

 

 

Comunque una cosa è il ribellismo, che implica un atteggiamento aprioristico, e una cosa è una rivolta sociale, che nasce... spontanea e che di aprioristico non ha assolutamente niente. Sul ribellismo mi trovi assolutamente d'accordo, e non c'è gran che da insistere. Sulla rivolta sociale invece è assolutamente indispensabile riflettere, anche perchè non è circoscritta solo ad un paese. Non è mia intenzione difendere le azioni a base di violenza e devastazione, ma era chiaro come il sole che prima o poi si sarebbe arrivati a questo. Gli avvocaticchi, o i parlamentari collusi con le mafie, o i politici corrotti, di violenza ne hanno fatta ad libitum, negli ultimi quindi anni. Certo non con le spranghe o i sanpietrini, non si sono sporcati le mani, avevano mezzi ben più potenti e a zero rischio. Ma ciò che è successo a Roma è una diretta conseguenza della loro violenza, che ha stravolto e travolto ogni regola ed ogni legge, ed ha ridotto alla disperazione almeno tre generazioni.
I colpevoli dei danni ai negozi e alle auto private sono loro, per la loro perpetuata insipienza, inettitudine o addirittura dolosa nocività, e sarebbe ora che pagassero di tasca propria per questo...

 

Siamo tornati dritti dritti agli anni '70, senza nemmeno la speranza di allora (infondata, ma speranza era) che si sarebbe cambiato il mondo. Ora è pura violenza d'un gruppo contro l'altro.

Un paese devastato, e chi ci vive non se ne rende conto.

Potrebbe finire male, molto male.

Davvero non so se valga la pena insistere o meno.

Forse ha ragione mia moglie: que se jodan, banda de gilipollas.

 

Violenze ed eccessi, da una parte.

 Luca Cafagna, circa gli scontri del 14 Dicembre a Roma, ha dichiarato, tra le altre cose, che

 

 

                                                                (...) Non si tratta di condannare ma di capire (...).

 

 

Anch'io vorrei capire.

Ad esempio. Vorrei capire se, secondo Luca Cafagna  - mio coetaneo, immagino! -, il legittimissimo diritto a manifestare, debba esercitarsi nel rispetto della nostra Costituzione, e delle nostre Leggi. Oppure se, di questa Costituzione e di queste nostre Leggi, lui ritiene si possa infischiarsene, perché, magari, i giovani italiani sono esasperati. Sono disperati e senza Futuro, e perciò vanno capiti, e non condannati.

Dico che non ho capito, perché, la nostra Costituzione, all'art. 17, comma I, ci ricorda che

 

 

                                                               I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.

Il grassetto è mio!

 

 

Ritiene, Luca Cafagna, che la protesta, a Roma, si sia svolta << pacificamente e senz'armi >> ?  Essendo iscritto, Luca Cafagna, alla Laurea Specialistica in Scienze Politiche, neppure mi permetto ricordargli, cosa s'intende, nel nostro Ordinamento, con il termine arma.

Chiarito - spero - il concetto di arma, ritiene, Luca Cafagna, che, una parte  - minoritaria? Maggioritaria? - dei manifestanti, a Roma, il 14 Dicembre, abbia fatto uso di armi?

 

 

Violenze ed eccessi, dall'altra.

In questo caso, chi è tenuto a garantire l'Ordine pubblico, nonché tutelare l'incolumità personale, propria e di ciascun manifestante, ritiene di aver agito correttamente?

Era davvero un'impresa impossibile, mi chiedo, immobilizzare quest'unico manifestante  - uno soltanto! -, che so io?, con due agenti?

Era davvero un'impresa impossibile, una volta neutralizzato a terra il manifestante, non ricorrere a calci? E poi, perché passare sopra il suo corpo, ormai manifestamente immobilizzato?

Questi comportamenti, non nuocciono, forse, alla credibilità delle Forze dell'Ordine?

 

 

P. S. per il Prof. boldrin.

Mi scusi, prof. boldrin. Posso chiederle di non lasciare, come dire?, nella sua testa, i pensieri circa i fatti del 14 dicembre a Roma...?? :) :)

Li scaraventi pure da queste parti !!! :) :)


 

 

Vabbe', non li difende nessuno i rincoglioniti che hanno attaccato il Parlamento coi caschi - non saro' io a farlo. Le reazioni di sinistra sembrano catalogabili in:

1) non bisogna reprimere ma capire,

2) c'erano degli infiltrati provocatori.

Chiunque sia passato dagli 70, anche da ragazzino come me, non puo' che essere sconvolto dalla nullita' intellettuale e morale di questa gente. 

Pero' non me la sento di non addossare colpe alla classe dirigente di destra che in parte sostanziale e' fascista di origine e di pensiero - io non saprei come catalogare diversamente frasi e comportamenti di La Russa e Alemanno. E non solo, ma la parte non esplicitamente fascista - incluso Berlusconi - sembra ripercorrere strategie democristiane di carattere para-golpista piduista. 

Non assaltatemi, non sto mettendo le cose sullo stesso piano, lo capisco anch'io che le leggi ad personam e la costituzione materiale sono fatte nella legalita' e bruciare le camionette non lo e'. Sono d'accordo con tutti voi che la polizia deve poter e voler intervenire sull'illegalita' organizata con efficacia e prontezza che da anni non dimostra - e deve farlo comunque, indipendentemente da cosa avviene in parlamento. 

E' solo che sono davvero schifato. 

 

Certo Gasparri che se ne esce con certe dichiarazioni aiuta molto il clima che si è creato...

Resto dell'opinione che, visto il clima, i casini successi finora non siano che l'antipasto.

 

A proposito di Alemanno( e Maroni ) ho trovato questo articolo (  dal Fatto quotidiano ):

bluesrage.ilcannocchiale.it/2010/12/19/ministro_e_sindaco_segni_parti.html

che dice:

 

"Correva l’anno 1982, il Muro di Berlino era ancora ben saldo e l’allora giovane militante del Msi, avuta notizia del colpo di Stato del generale Jaruzelski in Polonia, espresse tutta la sua indignazione lanciando una molotov contro l’ambasciata dell’Unione Sovietica a Roma. Sarà poi prosciolto, ma a nessun magistrato venne in mente di scarcerarlo immediatamente; forse per via di quel precedente dell’anno prima. Il 21 novembre 1981 Alemanno fu bloccato da due carabinieri di fronte al bar “La Gazzella” nel rione Castro Pretorio, assieme all’allora segretario del Fronte della Gioventù di via Sommacampagna, Sergio Mariani, per aver partecipato all’aggressione dello studente, Dario D’Andrea, di 23 anni.

Il gruppo di missini, giunto al bar con l’intento di aggredire D’Andrea, a causa della presenza dei militari, dovette accontentarsi di lanciare al suo indirizzo, colpendolo, una pesante spranga di ferro. Alemanno non riuscì a dileguarsi e finì dentro, rischiando l’imputazione di tentato omicidio. Incidenti di gioventù, figli di un’epoca in cui la violenza politica era pane quotidiano per una buona fetta di quella generazione. Forse il sindaco ha a cuore che i giovani d’oggi non ripetano gli stessi errori. In fondo fu lui stesso, nel 1988, a dichiarare di aver imparato dal carcere “che la violenza deve essere assolutamente rigettata come mezzo di azione politica”.

Rinunciare alla violenza sicuramente, evitare di scontrarsi con le oggi tanto amate forze dell’ordine, forse. Il 29 maggio 1989 Alemanno ci ricasca: assieme ad altri dodici militanti viene arrestato con l’accusa di “resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, e tentativo di blocco di corteo ufficiale”. A Nettuno, infatti, è atteso il presidente degli Stati Uniti George Bush e al trentunenne segretario del Fronte della Gioventù, con il Muro di Berlino ancora in piedi seppur scricchiolante, gli Stati Uniti non vanno molto a genio. I giovani missini intendono impedire che il corteo presidenziale raggiunga il cimitero americano di Nettuno, visita ritenuta offensiva “alla memoria di migliaia di caduti che si sono battuti per la dignità della patria, mentre altri pensavano solo a guadagnarsi i favori dei vincitori”. I cittadini di Nettuno, che attendono con ansia il presidente Usa, non la prendono granché bene, ma a disperdere i manifestanti ci pensano polizia e carabinieri.

Questa volta Alemanno viene scarcerato dopo poche ore, non senza che l’organizzazione giovanile missina critichi con durezza l’operato delle forze dell’ordine, colpevoli di aver “aggredito brutalmente i manifestanti, colpendoli con calci e pugni, con la bandoliera usata come frusta fino a colpire alcuni giovani con le radio in dotazione”. Il giorno dopo, a Milano, si tiene un comizio in piazza Oberdan per esprimere solidarietà ai tredici camerati arrestati. Tra i relatori c’è il segretario regionale del Msi, Ignazio La Russa."

 

Io in verità sto con chi prende 1200 euro al mese e le botte in testa. E sto con dei ragazzi che protestano contro qualcosa che non hanno nemmeno compreso (perchè gli studenti sono i primi conservatori, mai stati a favore di una riforma, giusta o sbagliata che sia), perchè se non lotti a 18 anni, quando credi che sia ancora possibile cambiare il mondo, non so quando poi lotterai.

Sulla violenza non cambio mai il mio giudizio: è l'ultimo rifugio degli incapaci.

Sulla violenza verbale di un (ex?)fascista non cambio il mio giudizio: è un incapace. Di intendere e di volere.

Pare che la regione Toscana affiancherà le cosidette "medicine alternative" (agopuntura, omeopatia, fitoterapia) alle medicine "tradizionali". L'assessore alla sanità di questa regione ha pure fatto polemica con chi lo contestava dicendo che tali "medicine alternative" sono riconosciute dalla comunità scientifica!!

Inoltre Buttiglione dimostra la sua confusione mentale, ma quello è il meno se è ancora in giro dopo quello che ha detto qundo era commissario europe...

Magari poter dire "pare". Il fatto è verissimo. A Pitigliano, prov. GR, un ospedalino di quelli periferici totalmente antieconomici anzichè esser chiuso come logica avrebbe voluto è stato "convertito" in ospedale specializzato nella cosiddetta "Medicina integrata".

Qualche dettaglio qui giornalistico e qui ufficiale.

Giorni addietro il prof. Garattini, noto sia per il suo carattere "alla Boldrin" (absit iniuria verbis, of course) che per essere uno dei più illustri farmacologi italiani, ha preso posizione, in termini alquanto polemici, contro questo genere di robe. Questo ha scatenato un pandemonio, l'Assessore Regionale alla sanità, Scaramuccia, si è stracciata le vesti ritenendosi villanamente offesa, di qui ulteriori polemiche. Qualche elemento di riferimento qui. In calce all'articolo ulteriori link.

Non voglio riprendere il discorso sul nucleare, già abbastanza tormentato in questo forum. Ma mi chiedo come si possa riportare il dibattito ai suoi termini reali se, in ambito molto ma molto meno scientificamente opinabile l'autorità politico-amministrativa si esprime in questi termini del tutto privi di credibilità scientifica.

Non so - e al momento non ho tempo di cercare - se su nFA è stato già dibattuto l'argomento delle cosiddette "medicine alternative" o, come più pudicamente è di moda dire "medicine complementari" e in termini ancor più insinuanti "medicine integrate".

GD

 

 

Dopo Palermo e Napoli anche Roma sembra avere problemi di rifiuti.

Di tutte le notizie negative questa mi sembra la peggiore perchè rivela un regresso un incapacità dell'amministrazione di svolgere una delle funzioni base a cui è preposta. Una funzione che nel resto d'europa si svolge normalmente e si da per scontata. Da noi si incomincia a dare per scontato che con l'immondizia in strada ci devi convivere. Sembra uno di quei film post atomici anni 70 in cui i superstiti all'olocausto nucleare avevano ancora le tecnologie del xx secolo ma non sapevano più come usarle.

credo ci siano difficoltà anche con alcune del XIX... :D

Sintomo molto forte questo avvenuto a Roma: il 20% !!!

Se per lasciare la città hanno preso il bus guidato da questo autista avremmo l'evento eccezzionale di un sintomo che ne incontra un altro

 

A Napoli si indaga su tre partite del Napoli Calcio. In una di queste tre partite, e cioè Napoli - Parma, stagione 2009-2010, allo Stadio San Paolo, a bordo campo, c'è anche Antonio Lo Russo.

Le indagini ci diranno se, la presenza di un camorrista, non già sugli spalti, ma dietro la porta del Parma, sia stata un fatto penalmente rilevante, ai sensi della Legge 13 Dicembre 1989, nr. 401.

Intanto, il Presidente del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha precisato che, all'epoca, la presenza di Lo Russo a bordo campo, era dovuta al fatto che facesse parte della squadra di manutentori, di servizio allo Stadio.

Vorrei fare un'osservazione che prescinde completamente dall'eventuale profilo penale che, nei prossimi giorni, potrebbe emergere dalla vicenda.

Se dovesse accertarsi che, contrariamente a quanto dichiarato da De Laurentiis, Lo Russo non doveva trovarsi a bordo campo, quel giorno. Non essendo un manutentore, o uno steward, né un raccattapalle, né un cameraman, o un fotoreporter, né un qualsiasi altro addetto all'Ordine pubblico all'interno dello Stadio, a me sembra che, tutto ciò, possa porre una questione, che va al di là del singolo episodio. La questione è riassumibile in una domanda: Se Lo Russo non aveva titolo per essere a bordo campo, non sarà mica che si trovava a bordo campo, soltanto perchécamorrista? A Napoli, si può dire di no a un camorrista?

Io mi auguro, sinceramente, che Lo Russo fosse davvero un manutentore, di servizio allo Stadio. Perché se così non fosse, il fatto avrebbe, a parer mio, un significato simbolico altamente negativo. Perché vorrebbe dire che, essere camorrista, a Napoli, è attività, oltre che redditizia, anche pagante di un certo prestigio sociale. Vorrebbe che, essere camorrista, a Napoli, ha i suoi indubbi benefìci. E non mi sembra, questo, un buon messaggio per la lotta contro la Camorra.

 

 

 

 

Trattasi sicuramente di caso di decomposizione avanzata ma non a causa di De Laurentiis (che pure i suoi casi li ha causati)

La decomposizione avanzata sta nel fatto che le forze dell'ordine non si vergognino di dare alla stampa queste notizie (a questa aggiungerei per similitudine quella di Balotelli a Scampia).

Dove è il reato? Nello stare a bordo campo? Bhe sono le forze dell'ordine, non le società a controllare gli ingressi allo stadio! Son certo che, a San Siro, Moratti e Berlusconi non conoscono la fauna di persone a bordocampo, o che entra di straforo, non vedo perchè a Napoli debba essere diverso.

La cosa che io noto, come sintomo di decadenza avanzata, è come la polizia ed i PM diano in pasto ai giornali, come autori di chissa quali crimini, persone il cui unico torto e di essere nello stesso luogo con "camorristi".

Poi altro sintomo di decadenza è che essere "camorrista", da Saviano in poi, è diventato una categoria dell'anima.

Se uno commette crimini nei paesi civili si arresta, altrimenti è un cittadino e può andare dove gli pare. Da noi esiste il "camorrista", che non viene mai fermato nè arrestato, anche se le forze dell'ordine lo conoscono, mentre tutti quelli vicini a lui vanno sospettati..di cosa? non si sa, lo decideremo dopo. Intanto diamo la notizia ai giornali, cosi si capisce che l'antimafia non dorme.

 

Corrado, distinguiamo. Profilo penale, e aspetto cultural-sociale, per dir così. Io, nel commento, ho voluto trattare solo il secondo.

Lo Russo, non è libero di andare allo Stadio? Certo che lo è! Perché non dovrebbe esserlo? Era, all'epoca, un libero cittadino.

Però, allo Stadio, a me sembra che Lo Russo ci potesse entrare in due soli modi:

1. pagando il biglietto - oppure come abbonato -, accomodandosi sugli spalti;

2. se, invece, si trova a bordo campo, io vorrei sapere perché ci sta. Rientra tra le persone che possono accedere a bordo campo? Se sì, nessun problema. Se, invece, non rientra tra queste persone, perché e chi lo ha fatto entrare, a bordo campo?

Sia chiaro. Nella sola presenza di Lo Russo, anche a bordo campo, c'è niente di penalmente rilevante. Ma io riflettevo sul fatto che, anche la sola presenza di un camorrista, a bordo campo, non è un bel vedersi. Anche se dovesse accertarsi che, Lo Russo, con le scommesse c'entra nulla, dal punto di vista dell'immagine, a me sembra un autogol. Di questo è responsabile il Napoli Calcio? Non lo so! E' responsabile il Comune di Napoli, proprietario dello Stadio? Non lo so!

 

Certo Salvatore!

Forse il mio commento era scritto male: non volevo contestare il tuo commento, ma completarlo.

Limitando il discorso alla fauna a bordo campo concordo con te.

Converrai che, essendo un posto pieno di forze dell'ordine, dovrebbe essere l'ultimo posto dove un camorrista vorrebbe stare bhe così non è. E non me ne stupisco..

PS

Comunque speriamo che il camorrista a bordo campo si sia ravveduto. In fondo a bordocampo ne avvengono di miracoli

Corrado, il video su You Tube da te linkato, io lo trovo esilarante, oltre che beffardo. Noo? Ma aggiunge anche qualche altro elemento di decomposizione civica, semmai ce ne fosse stato bisogno...! :) Chissà a quanto ammonta la pensione di invalidità, di quel povero tifoso... :)

Lo Russo folgorato sulla via del San Paolo? Beh, le cronache ci dicono che, attualmente, è uccel di bosco, perché inseguito da un'Ordinanza di custodia cautelare...!!! :)

Per qualche motivo a me ignoto, in Italia lo aport dà alla ben nota nostra amoralità un ennesimo "beneficio di extraterritorialità", un po' come l' arcibasilica di s. Maria Maggiore a Roma: vi ricordate Pantani che pedalava dopo avere spippato ? Un coro di "ma lo fanno tutti", "la sofferenza del campione", in genere detti da chi fucilerebbe un ricercatore che deve portare le pizze e che beva molte birre per dimenticare: oltretutto la cocaina falsa il risultato sportivo, non è un innocuo funghetto allucinogeno. O come il famoso gol di mano di Maradona ? Se tocco il pallone con la mano e segno io, mi espellono, lui fu fatto santo subito. Quindi se anche il suddetto Lo Russo fosse stato lì nell' esercizo del suo uffico di camorrista, what's the problem ?

Caro Alessio si parla di sintomi di decomposizione del nostro paese. Il fatto che lo sport goda di extraterritorialità  è certo un sintomo. Un altro sintomo, ben più grave, e che noi ormai ci diciamo l'un l'altro "what's the problem".

Comunque due precisazioni: Maradona non è italiano e non ha segnato di mano in Italia ma in Messico.

Mentre il caso di Pantani andrebbe approfondito. Innanzitutto la cocaina è un vizio successivo alla squalifica.

Poi che si decida di fermare un corridore in maglia rosa, la notte prima dell'arrivo del Giro, per ematocrito alto (pardossalmente: non era stato trovato positivo all'EPO) è l'ennesimo esempio di ricerca della ribalta mediatica per buttare il mostro in prima pagina e far vedere come "si lavora tanto" da parte delle forze dell'ordine.

Tralascio di sottolineare che, a mio avviso, è stato indagato solo perchè "Striscia la notizia" la menava su di lui da mesi altrimenti passo per paranoico, (ma è un dato di fatto. Conosci altri imbonitori televisivi finiti in galera dopo Anna Marchi? o altri paesi dove i NAS fanno i blitz per controllare se le texturas sono adatte all'alimentazione umana?)

Detto questo: il mito del "Pirata", che ancora prospera, ha veramente dell'incredibile. Siamo di fronte ad uno che dopo essere stato preso non ha combinato più nulla e ha fatto anche umanamente una misera fine. Capirei averne pena, non certo il farne un mito eroico.

Mi ricorda un po' il mito che circonda Jim Morrison, icona della gioventù e della vitalità quando a 27 anni era ridotto come un vecchio ubriacone.

 

 

... che si decida di fermare un corridore in maglia rosa, la notte prima dell'arrivo del Giro, per ematocrito alto (pardossalmente: non era stato trovato positivo all'EPO) è l'ennesimo esempio di ricerca della ribalta mediatica per buttare il mostro in prima pagina e far vedere come "si lavora tanto" da parte delle forze dell'ordine.

 

ricordi male. le "forze dell'ordine" c'entrano nulla: la sospensione per motivi di salute avvenne in conseguenza di un  normale controllo dell'ematocrito da parte dell'autorità sportiva; fu poiinquisito dall'autorità giudiziaria per frode sportiva ma la  cosiddetta "legge antidoping" venne promulgata 18 mesi dopo (dic 2000).

niente complotti o tranelli o accanimenti: semplicemente il prelievo venne anticipato di mezz'ora. il povero pantani, uomo intelligente ma di debolissimo carattere, aveva infatti preso l'abitudine di iniettarsi un espansore del plasma, prodotto allora innovativo e destinato allla medicina d'urgenza, giusto prima dell' orario solito dei prelevatori. (plasma momentaneamenrte espanso=calo dell'ematocrito)

in tal modo poteva evitare di monitorare e di limitarsi nell'assunzione di epo, cosa che i suoi colleghi, afflitti da quel gap tecnologico, invece dovevano fare per rimanere in gara (anche per rimanere in vita, si dovrebbe aggiungere). è anche per questo che nell'ambiente, alla fine nessuno fiatò: tutti maneggiavano pistole cariche e accettavano il rischio di spararsi in un piede, ma lui proprio le faceva roteare senza criterio.

 

Per carità non volevo nè difendere Pantani, nè adombrare complotti. Pensavo solo che la tempistica della squalifica fosse studiata per spettacolarizzare la cosa. A volte viene fatto (es: conferenza stampa per calciopoli la sera, allo stadio olimpico, prima di Italia Ucraina 4 di finale mondiale) senza che si debba per questo dar ragione a chi parla di "giustizia ad orologeria".

Rivedendo la vicenda (grazie internet e grazie dragonfly) mi rendo conto che non è affatto andata così. Un sintomo di decomposizione in meno. Anzi un punto a favore di questo paese: non si ha paura di fermare l'idolo delle folle in una finale di giro. Altri paesi, che pur amo, si comportano ben diversamente in casi analoghi.

ALESSIO scrive

                                         (...) se anche il suddetto Lo Russo fosse stato lì nell'esercizio del suo ufficio di camorrista, what's the problem?

 

ALESSIO, a me non sembra essere una questione di lana caprina...

Ipotizziamo che, tra qualche giorno, le indagini di Napoli ci dicano che, Lo Russo, non avesse affatto titolo per stare a bordo campo. E ipotizziamo pure che, dagli accertamenti in corso, risultasse che, Lo Russo, con lo scandalo scommesse, non c'entra.

A questo punto, il tifoso e cittadino napoletano, sarebbe lecito si domandasse: Perché, allora, Lo Russo stava a bordo campo, anziché sugli spalti, dove sarebbe stato giusto fosse? Chi ha procurato il pass a Lo Russo, è mai possibile non sapesse chi fosse Antonio Lo Russo, e cioè un camorrista? 

Se la risposta a quest'ultima domanda fosse affermativa, la vicenda, secondo me, avrebbe  - dovrebbe avere, caspita! - un significato simbolico, fortemente negativo. Perché vorrebbe dire che, a Napoli, essere camorrista, dà accesso a privilegi, che, invece, ad altri sono negati. Vorrebbe dire che, essere camorrista, conviene. Conviene perché si ricevono ossequi e favori.

Sarebbe un buon risultato per la sacrosanta lotta contro la Camorra?