Sei anni di NFA. Una storia.

/ Articolo / Sei anni di NFA. Una storia.
  • Condividi

Il 5 febbraio del 2006 Andrea Moro ha pubblicato il primo articolo su NFA. Sono passati sei anni (più un mese per scrivere questo post :-)). In questo articolo svolgo alcune riflessioni su come è cambiato il blog e come il blog mi ha cambiato. Cercherò di evitare l'intimismo, anche perché non sono capace, e di ragionare sui dati essenziali. Con, al fondo, l'eterna domanda di sempre: e ora che facciamo?

Come è cambiato il blog.

Il blog è iniziato in modo lento. Il primo articolo di Andrea era in realtà una rapida osservazione su una comparazione assai mal fatta da parte della CGIL dei salari dei diplomati e dei laureati. E anche il secondo articolo, pubblicato ben 9 giorni dopo, non andava oltre la rapida osservazione. Solo dopo gli articoli si fanno più fitti. A breve termine appaiono il primo articolo di Alberto Bisin e il primo articolo di Giorgio Topa.  Michele Boldrin è il prossimo a fare il suo ingresso, con una strepitosa tripletta in cui iniziava il martellamento su un tema a lui caro: l'inadeguatezza e mediocrità delle classi dirigenti italiane, con speciale menzione per un certo ordinario di scienza delle finanze  (compaiono tutti in data 27 febbraio, che mi par strano, forse c'è stato qualche errore con il passaggio al nuovo sito). Buon ultimo, a fine marzo sono arrivato io, con un articolo su un argomento che ora risulta totalmente oscuro (la proposta di una riformetta del mercato del lavoro in Francia con contorno di urla e proteste; chissà che fine ha fatto la riforma).

Gli articoli di quel periodo erano, come avevamo annunciato, seri-ma-non-troppo. Più o meno il blog era l'espressione di un gruppo di amici di lunga data, talvolta lunghissima, che si divertivano a osservare la scena italiana. I commenti erano pochi e soprattutto tra noi, con lo stesso tono con cui ci scambiavamo messaggi di e-mail (guardate per esempio questo scambio tra Alberto e me in calce al mio primo articolo, o le battute tra Alberto e Andrea in calce a questo). Non son ben sicuro di dove volessimo andare, probabilmente da nessuna parte. Era divertente chiacchierare tra amici e basta, e come stimolo al lavoro volontario era sufficiente. Che poi il lavoro non era neanche tanto, almeno nel mio caso. Scrivevo quando ero ispirato e non passavo troppo tempo ad analizzare dettagli istituzionali e dati empirici. 

Il successivo anno e mezzo circa fu quello che vide l'affermazione del blog. Il centrosinistra vinse (malamente, ma vinse) le elezioni politiche nell'aprile del 2006. È un po' divertente e un po' triste rileggere gli articoli che pubblicammo subito dopo le elezioni. Il commento di Michele fu, come abituale, sferzante e corretto:

 

Conclusioni: (1) che siano finiti 50-50, e' il meno, (2) che costoro siano finiti 50-50, e' gia' piu' grave, (3) che abbia vinto l'unione e' ancora piu' grave (4) e non tanto perche' ha perso berlusconi, che e' l'unica cosa buona, (5) ma perche' hanno vinto prodi&co ovvero, oltre al suddetto, han vinto d'alema, fassino, angius, veltroni, rutelli, parisi, mastella, bertinotti, craxi jr, cossutta, cossiga, ed anche il divo giulio ...

 

Nel mio pezzo fornivo la seguente analisi:

 

[D]a una vittoria netta dell'unione c'era poco da aspettarsi. Ora c'è da aspettarsi ancora meno, ma la differenza mi sembra del secondo ordine. In verità, l'unica seria differenza che mi aspettavo era una politica di bilancio più rigorosa rispetto alla destra. Questo me lo aspetto ancora, ossia mi aspetto che il governo prodi controlli il deficit e il debito pubblico meglio del suo predecessore. Questo non è poco. Naturalmente, c'è il down side. Siccome non riescono a ridurre la spesa, l'equilibrio di bilancio verrà ottenuto con maggiori tasse (o mancanza di una loro riduzione, se l'economia va bene).

 

Rileggere queste cose 6 anni dopo genera, come ho detto, divertimento e tristezza. Il divertimento deriva dalla constatazione che avevamo ragione e avevamo visto giusto. La tristezza anche.

Partendo da quelle premesse, iniziammo subito una critica dura e spietata al governo Prodi. Non che avessimo deciso ''la linea'', ovviamente. Fu un'evoluzione spontanea: semplicemente ci pareva la cosa giusta da fare. In primo luogo avevamo un comune sentire, principalmente un sentire di profonda irritazione, verso l'inanità, mediocrità e impotenza dei personaggi della sinistra tornata al potere. Dopo 5 anni di governo disastroso berlusconiano tutti speravamo di meglio, per cui sentire un Paolo Cento che discettava di decrescita o i vaneggiamenti sui presunti tesoretti da spendere (grazie ovviamente all'aumento di tasse di Padoa Schioppa) ci gettava nello sconforto. In secondo luogo, ritenevamo (e riteniamo, ma su questo torno dopo) che nostro compito fosse quello di fornire analisi e critiche senza alcuna mediazione politica. Come economisti crediamo alla divisione del lavoro. Spiegare le cose come stanno è il nostro compito, mentre cercare i compromessi e gli equilibri possibili per far avanzare proposte migliorative è compito di altri. Se volete capire cosa intendevamo, e cosa intendiamo, rileggetevi questo pezzo di Andrea Moro sulle proposte di riforma del mercato del lavoro.

Già dall'estate il blog iniziò a essere più letto. Iniziano a comparire articoli di amici e colleghi non appartenti al ''nucleo duro'' (vedere questo e questo, per esempio; il primo ci porterà a conoscere e a stringere profonda amicizia proprio con un notaio e ora collaboratore abituale del sito, Sabino Patruno, a dimostrazione che le vie del web sono di un grado di infinito superiore a quello quelle del signore). Ci toccò iniziare a essere più seri, e il blog iniziò a chiederci più impegno. Iniziammo a insistere, tra noi soprattutto, nel controllo maniacale dei dati e delle informazioni fattuali che fornivamo. E quando non lo facevamo tra noi, nella fase redazionale, ci pensavano i lettori a bacchettarci, perfino nelle piccole cose. Pure sui gol che aveva segnato Facchetti (anche se, non c'è bisogno di dirlo, Facchetti era tutt'altro che una piccola cosa).

La faccio corta, che sennó non finiamo più. Dopo l'estate del 2006 il sito iniziò a espandersi sul serio. Il 2007 fu un anno di grossa crescita e nel luglio di quell'anno inaugurammo la prima edizione delle Giornate nfa, prima uscita pubblica non virtuale. Con la crescita iniziarono anche le attenzioni della stampa. In verità il primo approccio non fu molto positivo, dato che il primo articolo esplicitamente dedicato a NFA fu un bell'articolo sul Sole 24 Ore in cui si spiegava che siamo una massa di burini. Ma poi le cose migliorarono (in verità pure il il Sole ci permise di rispondere) e ora ormai i nostri tentacoli sono arrivati nelle redazioni di parecchi giornali.  Una cosa che abbiamo imparato è che la crescita dei lettori non è lineare: ci sono episodi e battaglie specifiche che allargano il numero di lettori, mentre una buona gestione quotidiana, che significa essenzialmente produrre un flusso abbastanza costante di articoli di buona qualità, permette di non retrocedere dalle vette raggiunte. Uno delle battaglie più importanti in quel periodo, di quelle che fanno balzare il numero di lettori, fu quella contro la porcata Alitalia, allora promossa e difesa dalla grande maggioranza dei giornali e delle televisioni. Gli altri passi credo siano noti alla maggioranza dei lettori: il libro su Tremonti, la nascita della fondazione, la nuova veste grafica del sito, fino al convegno di pochi giorni fa. Ora siamo qui, con varie migliaia di lettori giornalieri, decine di migliaia di contatti mensili, redattori che scrivono su Il Fatto, Linkiesta, Repubblica e l'inizio dell'esperienza di nfa-tv. Il nostro punto di vista, che sei anni fa pareva totalmente esoterico, resta comunque molto minoritario ma è senz'altro meglio compreso e apprezzato.

Come il blog mi ha cambiato.

È cambiato ovviamente il modo in cui ora occupo il mio tempo libero e il fatto che il mio nome è giusto un pelino più noto fuori dalla cerchia degli economisti di professione. Cosa ho imparato? Per scrivere questo pezzo mi sono riletto alcune delle cose che ho scritto agli albori del sito. In verità non molto è cambiato, in termini di analisi. Non è sorprendente, dato che comunque avevo già formato la mia cultura economico-politica quando inizia a scrivere (che è un modo un po' infiocchettato di dire che non ero più giovinetto, e ora lo sono anche meno).

Ho approfondito la mia conoscenza della situazione contingente italiana, dato che mi sono messo a leggere con maggiore regolarità la stampa italiana. Una cosa su cui ho effettivamente cambiato opinione è che ora sono abbastanza più pessimista riguardo la qualità delle classi dirigenti italiane. Questo è sempre stato un cavallo di battaglia di Michele, ma inizialmente la cosa mi lasciava dubbioso. Non perché non fosse chiara l'inadeguatezza dei governanti, la pavidità degli industriali, l'arretratezza dei sindacalisti e via andando. Ma, mi dicevo, i problemi del paese sono più di fondo, e la classe dirigente è semplicemente espressione del paese. Oggi sono molto meno convinto di questo. Anche grazie a tutta la gente conosciuta in questi anni sul blog sono decisamente più ottimista sulla presenza di forze sane nel paese, anche se non necessariamente sulla loro capacità di vincere, e decisamente più pessimista sulle classi dirigenti. I motivi esatti per cui si è finiti in questo bad equilibrium in cui si permette a una banda di mediocri di controllare il paese e continuare a far danni non mi sono interamente chiari, anche se pezzi di spiegazione ogni tanto si riescono a cogliere; mi è chiaro invece che questo equilibrio sembra essere maledettamente stabile, e il rischio che le cose tornino esattamente dove erano prima una volta esaurita l'esperienza del governo Monti è grande.

Connessa a questa vi è un'altra cosa su cui sono più dubbioso che all'inizio dell'esperienza, ed è la scelta di presentare le analisi e le proposte in forma secca (diciamo di first best) lasciando ad altri il compito di cercare compromessi e punti di equilibrio. La verità, mi pare, è che la qualità delle classi dirigenti è così bassa e la loro cultura così lacunosa che in molti casi vi è una tale incapacità di cogliere i punti essenziali del ragionamento da pregiudicare la possibilità di arrivare a compromessi sensati. Questo è un problema, perché se si vuol essere rilevanti nel dibattito di politica economica impone di non dimenticarsi degli equilibri politici nel momento in cui si formulano analisi e proposte concrete. Che è seccante ed è cosa che non sappiamo fare bene (almeno io non so fare bene). Fido in qualche modo anche qui nell'evoluzione spontanea dell'ordine, ma questa resta una tensione irrisolta nel nostro lavoro qua su nFA.

E ora che facciamo?

È la domanda più difficile. Più o meno le alternative sono due. O torniamo a fare i goliardi spensierati, che significa divertirsi di più e contare di meno, oppure cerchiamo di influenzare seriamente il dibattito politico-economico italiano. La prima alternativa, anche se attraente, non è purtroppo perseguibile in buona coscienza. Stiamo quindi perseguendo la seconda. Grazie alla Fondazione abbiamo ora qualche risorsa in più e abbiamo anche iniziato a usarla (a proposito: ricordate il bottone donazione a destra del logo). Stiamo imparando, gradualmente, come essere più efficaci nel farci ascoltare. Ci sono limiti nostri, soprattutto nella capacità di comunicare e nella quantità di tempo che possiamo mettere a disposizione, e ci sono resistenze nella società e nel mondo politico a un messaggio che a molte orecchie suona talmente alieno da risultare incomprensibile. Ma qualcosa si muove, e se i prossimi anni saranno di crescita come lo sono stati gli ultimi sei qualche motivo di ottimismo c'è. Ma questo è sicuramente un punto su cui la riflessione è aperta e su cui ci piacerebbe sentire l'opinione dei lettori.

"Stiamo lavorando per voi" - Kos, Giugno 2007. Da sinistra, Giorgio Topa, Sandro Brusco, Andrea Moro, Michele Boldrin, e Alberto Bisin. 

Indietro

Commenti

Ci sono 79 commenti

Auguri, anche se con un mese di ritardo :)

 

Il blog mi ha sicuramente aiutato a crescere per cui ringrazio tutti voi.

Qualcuno lo recupera?

 

Ps:

Post Commovente ;)

 

Post Commovente ;)

 

Ho aggiunto una foto commemorativa, cosi' smetti di piangere. 

Only the young have such moments. I don't mean the very young. No. The very young have, properly speaking, no moments. It is the privilege of early youth to live in advance of its days in all the beautiful continuity of hope which knows no pauses and no introspection.

Palma la manderei a quel paese, se solo lei non fosse già li :-)

Ma come! Riesco a leggere tutto il post senza commuovermi e lei mi piazza questo commento struggente..anche i malvagi neoliberisti hanno un cuore.

Ora si dovrebbe puntare proprio su ciò che, per tua stessa ammissione, è il vostro punto debole: la comunicazione. L'obbiettivo che dovreste perseguire è fare post sempre decisi e schietti ma meno arroganti. Forse non ve ne rendete conto, ma questo è un aspetto che spesso finisce per oscurare il contenuto dell'articolo, con conseguenze negative sulla "fertilità" del dibattito.

Bene cosi' ed anche a me questo blog ha in buona parte cambiato la vita, pur essendo già abituato da anni a inserire contributi critici  in vari ambiti di discussione politica.

Ma mai in un simile contesto di competenza economica, che manca drammmaticamente in Italia. E qui ringrazio sia il contributo dei redattori sia quello dei tantissimi altri "writers" qui dentro, anche come risposta critica ai contributi miei.

 

Ma è chiaro che non interessa a nessuno se mi fermo ai soli "complimenti per la trasmissione!".  Qualche cosa si muove perché in fondo chi ci ha seguiti percepisce nettamente che tutto quanto detto qui in questi anni (e sul libro su Voltremont) è giusto, doveroso e solo oggi con colpevole ritardo si arriva ad ammetterlo, sull'orlo del baratro.

 

Si raccolgono quindi le cedole di un lungo investimento e mi pare che si debba proseguire sulla strada tracciata: blog, fondazioni, eventi esterni (e qui le due giornate appena fatte sono state strepitose).  La parte video, soprattutto, è quella da coltivare. Perché in fondo penso che per un professore, abituato a parlare in aula (dopo un'adeguta preparazione) un'ora di video possa essere un investimento piu' produttivo di un lungo testo che implica ore per essere rivisto. Se il tempo è risorsa scarsa, e mi pare lo sia per tutti, l'utilizzo di strumenti come le lezioni di Michele su oilproject credo sia un ottimo metodo per divulgare idee, farle viaggiare e poi discutere qui dei perché e dei percome.

Penso anch'io che la strada suggerita qui

 

Si raccolgono quindi le cedole di un lungo investimento e mi pare che si debba proseguire sulla strada tracciata: blog, fondazioni, eventi esterni (e qui le due giornate appena fatte sono state strepitose).  La parte video, soprattutto, è quella da coltivare. Perché in fondo penso che per un professore, abituato a parlare in aula (dopo un'adeguta preparazione) un'ora di video possa essere un investimento piu' produttivo di un lungo testo che implica ore per essere rivisto. Se il tempo è risorsa scarsa, e mi pare lo sia per tutti, l'utilizzo di strumenti come le lezioni di Michele su oilproject credo sia un ottimo metodo per divulgare idee, farle viaggiare e poi discutere qui dei perché e dei percome.

 

sia quella da seguire. Oltre ad una maggiore fruibilità del sito via smartphone e tablet strumenti sempre più usati.

Il momento sembra felice. Il convegno è stato importante perché ha messo insieme diverse visioni e può rappresentare un modello per un dialogo serio nei prossimi mesi ed anni, se ce ne sarà la forza.

Boldrin a Ballarò non ha avuto moltissimo spazio, ma ha lasciato il segno un paio di volte, quando ha spiazzato Cota ed anche quando ha reagito alla petulanza della Costamagna: però il format impedisce un'esposizione pacata, occorrerebbe partecipare ad altre trasmissioni dove ci sia più spazio per ragionamenti efficaci (es. negativo, Alessandro Penati zittito da Mucchetti all'Infedele).

Rispetto all’ostracismo mediatico di qualche tempo fa, mi sembra un gran successo comunicativo la recente esposizione televisiva. Interventi anche brevi a Ballarò consentono di raggiungere 4 o 5 milioni di persone (cioè circa un elettore su 10) e di posizionarsi come autorità riconosciuta dal grande pubblico.

 

Ho trovato esemplare un intervento di Boldrin di ieri a Piazzapulita (quello a 1h:55m di questo video) sia perché ha potuto articolare un discorso di 7-8 minuti di fila, sia perché bastonando in modo equilibrato a destra e a manca si è posto come indipendente e super partes. Mi sembra uno schema comunicativo più efficace rispetto allo schema SDL (Sbrandellamento Di Lupi) che probabilmente allontana aprioristicamente tutta una fetta di ascoltatori/elettori di centrodestra.

se mi posso permettere ,io suggerirei, vista l'enorme crescita del sito sia in ternini di diffusione sia in termini di rilevanza di CAMBIARE IL NOME DEL BLOG. da noise from Amerika a SPOTLIGHT FROM AMERIKA. :-)Oramai il tempo del  rumore pare essere   passato.  il tempo dei riflettori,pare essere venuto,che si sono accesi, sia sul BLOG e sia sui fatti che avete portato alla luce e reso comprensibili. SPOTLIGHT FROM AMERIKA adesso,mi pare rappresenti meglio il blog e sia più incisivo. What do you think about that:-)

Oggi siete noti con questo acronimo, cambiarlo significa disperdere la notorietà acquisita, come cambiare marchio.

Sarebbe quella di cambiare nome.

... che seguo questo blog, più fedele di un cagnolino. Beh, ha aiutato a migliorarmi tantissimo (la ricerca sui dati, che non facevo, che adesso applico a qualsiasi cosa faccio, utilizzata anche per le discussioni gastronomiche), ma soprattutto ha reso possibile conoscere delle persone incredibili.

 

Era Lenin (compagno Palma correggimi se sbaglio) quello che parlava delle minoranze rivoluzionarie che trascinano le masse ? Ecco, io mi sento parte di una minoranza rivoluzionaria, anche se qui al Sud mi sento più come la particella di sodio dell'acqua minerale...

 

P.s.

Ritengo che si sia perso un pò tropo lo stile canzonatorio, sarà forse che, ad esempio, sparare sull'Inter sarebbe come sparare sulla Croce Rossa ? Ahi saperlo...

Erano le avanguardie rivoluzionarie illuminate...

 

Capirai andavi nel 17 dal contadino russo a fargli capire la rivoluzione operaia...

Auguroni per i risultati ottenuti e per la crescente influenza che il vostro modo di lavorare ha nello squallore culturale italiano.

Mi permetto solo di darvi un IMPORTANTE consiglio: createvi uno spazio ftp vostro per pubblicare le immagini e files, affidarsi a terzi significa prima o poi perdere qualcosa. 

 

Mi permetto solo di darvi un IMPORTANTE consiglio: createvi uno spazio ftp vostro per pubblicare le immagini e files, affidarsi a terzi significa prima o poi perdere qualcosa. 

 

c'è, con tanto di file browser integrato nel sito, solo che per qualche strano motivo non viene usato.

qui ho trovato un pò di vecchie rassegne stampa, ma il pezzo di Magris non c'è

 

wayback.archive.org/web/*/http://www.portalecnel.it/Portale/rassegnastampaweb.nsf/0/*

E tanti auguri ragazzi!!


Sono contento che abbiate cominciato e continuato fino a ora e non mi resta che dirvi continuate così e keep up the great work!!!

Non so da quando seguo questo blog. Credo da subito prima il primo incontro, a cui non partecipai perche' ancora non avevo bene inquadrato la compagnia e temevo di finire ad un incontro in cui, completamente a digiuno di economia mi sarei perso dopo pochi secondi.

Il bello di questo blog e' proprio che quando vi ci mettete riuscite a rendere comprensibili anche a me degli argomenti su cui brancolavo totalmente nel buio. Certo a volte, quando andate su discussioni tecniche approfondite, che richiedono un background di nozioni sulla materia, continuoa a perdermi, ma capisco che nelle discussioni tra addetti ai lavori si diano per scontate alcune competenze di base.

Quindi grazie per l'opera di divulgazione che avete fatto e per le spiegazioni che fornite su argomenti che altrimenti sarebbero misteriosi. La cosa piu' bella di questo blog e- che non e' assolutamente imprtante chi dice qualcosa, ma si guarda solo a che cosa viene detto e quali dati  ci sono a sostegno delle affermazioni fatte. Rararmente questo accade in Italia e quando Michele applica questo metodo nelle sue comparsate televisive si vede che tutti restano spiazzati e non sanno piu' come andare avanti, a conferma della rarita dell'uso di questo metodo.

Non sono il mio forte, le ricorrenze.

Anzi, in genere mi annoiano terribilmente e cerco di evitarne il più possibile la celebrazione.

Però i compleanni sono diversi, non so perché sono le uniche feste che mi piacciono. Da sempre.

E questa banda di pungenti e rigorosi disgraziati - sparuta minoranza per cui dati e fatti costituiscono l'unica base seria di argomentazione - mi sembra di conoscerla da tempo immemorabile: in fondo ho iniziato a leggere nel 2007, a commentare ad inizio 2008, a pubblicare alla fine dello stesso anno ...... ma credo di aver sempre cercato - prima - un simile ambito, perché è esattamente il mio brodo di coltura e ci nuoto perfettamente a mio agio.

La frequentazione anche personale, poi, e la condivisione di tanti momenti mi permette di affermare con gioia di aver stretto rapporti di amicizia irrinunciabile.

Adesso basta, però, non vorrei compromettere la mia sudata immagine di cinico bastian contrario, pure un poco irascibile ......

Grazie, ragazzi.

Let's go on burnin' idiots ....

 

difficile evitare sia pur non voluto intimismo, per fortuna, ed impossibile che i muitamenti nelle attività di voi team di nfA non siano srtati contagiosi per chi frequenta questi lidi, traendone moltissimo in termini di merito e metodo di discussione.

per mia esperienza, devo dare atto con piacere che l'eco del sito e delle opinioni espresse si estende suscitando dibattiti e polemiche comunque utili a mettere in discussione tesi oramai incancrenite. E' il frutto del lavoro goccia a goccia portato avanti in questi anni che può meglio maturare anche per essere stato creato lo strumento della Fondazione. Suggerimenti eveti da organizzare simili alle giornate o alle giornate dik Roma; utilizzo "spintaneo" del bottone "donate", invito a chi condsivide le opinioni qui espresse a diffondere articoli e filmati sui social, sui propri blog e sugli aggregatori; implementazione della nfA TV raggruppando, se e come possibile, anche vdeo da link esterni come Oil project man mano un canalu YouTube.

E, chi ha voglia ed un pò dk tempo, offrire un poco della propria collaborazione per eventuali lavori di "manovalanza" dovessero essere necessari di volta in volta. E, gambe in spalla: il lavoro è tanto ed ki prossimi 6 anni voleranno veloci. Grazie a tutti, redattori e frequentatori.

è soprattutto grazie al vostro blog (che seguo dall'estate del 2007) che ho ripensato molte mie idee in campo dell'economia e della politica. se poi penso che - per puro senso etico, civico - occupandovene avete sottratto tempo ad altre attività accademiche e professionali (magari pure più redditizie) beh, allora il plauso nei confronti di redattori e collaboratori è ancora maggiore. grazie di esistere.

 

è stato colto bene il punto principale:  solo il first best non basta. Serve un second o third best (che poi altro non è che la mediazione politica, l'arte del possibile date le circostanze). Ad es. La voce.info mi pare sia attenta alla praticabilità concreta di una proposta. Sinceri auguri di buona continuazione: una pluralità di voci è essenziale per il processo democratico!

Inevitabile cominciare un dei ringraziamenti: pur venendo da esperienze completamente diverse e lontanissime siete riusciti ad influenzare molto le mie opinioni.

Interessante la parte

 

La verità, mi pare, è che la qualità delle classi dirigenti è così bassa e la loro cultura così lacunosa che in molti casi vi è una tale incapacità di cogliere i punti essenziali del ragionamento da pregiudicare la possibilità di arrivare a compromessi sensati. Questo è un problema, perché se si vuol essere rilevanti nel dibattito di politica economica impone di non dimenticarsi degli equilibri politici nel momento in cui si formulano analisi e proposte concrete.

 

ed in seguito

 

...oppure cerchiamo di influenzare seriamente il dibattito politico-economico italiano.

 

Lungi da me volervi anche solo suggerire cosa fare.
Solo mi sembra di dover appuntare che alcune delle vostre proposte o prese di posizione (non è questione di estremismo o compromessi) sembrano prescindere dall'evidente progressiva degenerazione dei problemi dello Stato italiano.
Ad esempio proporre una ragionevole decurtazione delle aliquote d'imposta o un credito d'imposta agli inoccupati in questo contesto di funzionamento del sistema fiscale (ne ho quotidiana diretta esperienza) ha senz'altro un valore culturale ma rischia di stridere in un contesto dove funzionari governativi si insospettiscono anche al solo riporto di perdite pregresse perfettamente deducibili.
Non so se avete una vaga idea di come funzionano davvero le camere di commercio, gli uffici finanziari, gli Enti previdenziali, e non so se potreste farvela ai convegni...
Nel contesto italiano credo che ottime proposte di merito finirebbero per scontrarsi con un sistema (i fatti, le norme e chi le deve applicare) che dà ormai chiari segni di non-riformabilità.

Quindi per essere efficaci, le vostre proposte di politica economica segnare una differenza non solo rispetto alla classe dirigente italiana, ma anche  rispetto a quegli  "equilibri politici" che per mantenersi stanno ormai degenerando i problemi secolari dello Stato, della sua presenza, dei suoi comportamenti, del modo in cui tratta i cittadini.

Non so, io credo che il tema della riforma dello Stato sia ineludibile, non sia un tema di politica economica ma condizioni ormai qualsiasi proposta di riforma.

 

 

Non so se avete una vaga idea di come funzionano davvero le camere di commercio, gli uffici finanziari, gli Enti previdenziali, e non so se potreste farvela ai convegni... Nel contesto italiano credo che ottime proposte di merito finirebbero per scontrarsi con un sistema (i fatti, le norme e chi le deve applicare) che dà ormai chiari segni di non-riformabilità.

 

 

 è questo lo spettro che aleggia, vero incubo del mangiatore di fonduta.

io non ho altri mezzi che i gesti scaramantici per scacciarlo ed è possibile che sia anche un filo paranoico a riguardo, però corrode l'ottimismo della volontà.

grazie per averlo ricordato, così usciamo dalla lacrimuccia a dal momentaneo compiacimento ( intendiamoci, da parte dei redattori più che giustificato) .

però, che paura...

Perchè non ricordare l'articolo del Sole 24 ore dove vi si accusava di essere solo dei volgari professorini in cerca di notorietà (se non erro)...io ho cominciato a seguirvi e stimarvi proprio dopo la filippica solare:-)

Hasta la victoria!!!!

Si, mi unisco anche io alla celebrazione.

 

Io lo lessi per la prima volta nel 2007, e ricordo la sorpresa nel leggere un blog del genere. Non voglia incensare nessuno, ma a me pare che lo stile e la libertà degli scritti siano stati una specie di unicum nei blog e nella comunicazione politica. Se penso a come era abbottonato  il sito della Voce e faccio un paragone, mi rendo conto che nfa è stato un contributo in termini di contenuto ma anche di stile. Ovviamente  all'allargarsi della base dei lettori deve accompagnarsi una ridefinizione dello stile, o comunque, se si vuole incidere sulla discussione pubblica, bisogna porsi il problema dell'efficacia della comunicazione. La cosa va bene, se, come credo, saranno fatti salvi i contenuti. Per il resto immagino che discussioni e commenti come quello sulla Portman non li leggeremo più su queste pagine :-)

Usano in quest'ambito ? Nel mio sono molto utili proprio per supportare iniziative cooperative di questo tipo, network di ricerca e cose simili.

 

Edit:  per Andrea Moro, cambiate l'immagine del pulsante di edit è molto sfocata e bruttina

 

Auguri!

A chi dopo avere espresso gli auguri si trovasse in difficoltà per il regalo pigi il tastino in alto a destra e segua docilmente le istruzioni.

 

Per gli editors: avete fatto le pratiche per il 5‰? (c'è ancora?) In Italia le tasse sono alte e se vi sceglie qualcuno che avesse sputato 40/50 k di IRPEF farebbero 200/250 eurini.

Partecipano cani e porci financo le bocciofile.

ma in sostanza ci  hanno negato il riconoscimento che serviva, a quanto pare le maglie del fisco si sono fatte molto restrittive per questo tipo di riconoscimenti. Sabino puo' fornire dettagli

Seguo NFA da un anno abbondante ormai, e se non lo avessi fatto mi sarei perso moltissime conoscenze, approfondimenti e prospettive economiche che (pur "profano" della materia) sono riuscito a cogliere e (spero!) fare mie senza troppi problemi, soprattutto per lo stile semplice - e piccante al punto giusto - che ho trovato nei vari articoli apparsi su NFA. E proprio NFA a parte, ci sono ben pochi altri "pensatoi" che non girano troppo intorno alle cose dilettandosi in cialtronerie e che tentano di imbastire un "dialogo" attivo e utile tra autori e commentatori.

Personalmente penso che i due punti del "e ora cosa facciamo" non siano così in contrasto tra loro. Nei so-called programmi di approfondimento (Ballarò, Piazza Pulita, Servizio Pubblico...) italiani, non vince chi espone ragionevolmente le ragioni; vince chi riesce a mantenere un tono forte (ma non maleducato e urlante) dispensando mazzate a destra e a sinistra; non sto dicendo che si deve spettacolorizzare questo lavoro di approfondimento economico, ma l'irriverenza che vi contraddistingue può essere quel fattore aggiunto che vi può permettere di "bucare lo schermo". La mazzata che Michele ha tirato in faccia a Cota (con espressione di cane bastonato di quest'ultimo) sul sistema sanitario americano ha sicuramente bucato lo schermo, e ha creato un picco di visualizzazioni su YouTube (con tanto di curiosità intorno a Michele, su chi sia... e su NFA!). A testimonianza che la strategia graffiante funziona, non mi ha sorpreso vedere TUTTE le parti politiche "coalizzarsi" nell'andare addosso a Michele durante quel casino ingovernabile che è "Piazza Pulita".

 

Un modo per farsi conoscere (e su grande scala) è questa; fare i rompicazzo sempre e comunque, tirare mazzate in televisione e partecipare attivamente al dibattito (a volte anche rudemente, perché i minuti sono pochi e i concetti devono passare; altrimenti si finisce che il telespettatore è rimbambito dagli altri x + 40 minuti a disposizione degli altri presenti, le cui qualità tecnico-intellettuali spesso e volentieri sfiorano la soglia dello zero). I convegni e gli articoli online sono fondamentali e aiutano, ma penso che ora sia il momento "dell'espansione". Penso che dopo le recenti apparizioni di Michele su Ballarò/Piazza Pulita fioccheranno inviti :-)

Ovvio che quanto ho scritto comporta avere la capacità di sopportare molto stress, di dedicarsi molto intensamente a NFA, di sfruttare altra "manovalanza" e di avere a che fare face-to-face (ARGH!) molto più spesso dell'umanamente con l'attuale classe politica. Ma secondo me i risultati (specie la consapevolezza) possono essere molto alti. E qualunque cosa farete: grazie di esserci :-) ;-)

Diceva (credo) Paul Samuelson. E quindi mi accingo a iniziare una discussione metodologica. Con tutto il rispetto a Samuelson, e forse proprio perche' ha ragione lui, a me la questione metodologica nascosta nel post celebrativo di Sandro (Tra parentesi: grazie a tutti - e' bello leggere questi commenti - anche se difficile farlo senza commuoversi) sembra importante. 

 

Come giustamente dice Sandro noi siamo partiti con la convinzione metodologica che all'economista, nel dibattito, spettasse elaborare un first best, cioe' una modo di affrontare i problemi che non internalizzasse i vincoli politici. In parole povere ed imprecise: alcune cose sono giuste anche se alla Camusso non piacciono e anche se senza la Camusso non si possono fare. Sandro dice:

 

[...] la scelta di presentare le analisi e le proposte in forma secca (diciamo di first best) lasciando ad altri il compito di cercare compromessi e punti di equilibrio. 

 

Si dice poi non piu' completamente convinto della bonta' di questo metodo (haha, anche lui parla di metodo; Samuleson docet). E spiega bene perche':

 

La verità, mi pare, è che la qualità delle classi dirigenti è così bassa e la loro cultura così lacunosa che in molti casi vi è una tale incapacità di cogliere i punti essenziali del ragionamento da pregiudicare la possibilità di arrivare a compromessi sensati. Questo è un problema, perché se si vuol essere rilevanti nel dibattito di politica economica impone di non dimenticarsi degli equilibri politici nel momento in cui si formulano analisi e proposte concrete. 

 

Ecco, io non sono d'accordo - o meglio non sono certo di essere d'accordo. Provo a spiegarmi. 

1. Il fatto che le classi dirigenti non capiscono non e' un buon argomento, se e' premessa ad una sorta di "argomento da doppia verita'" - io so, ma loro non capiscono e quindi glielo dico in un modo diverso cosi' che capiscono - che anche se sto un po' barando alla fine e' per il loro e il  nostro (del popolo) bene. Non ho dubbi che non puo' essere questo cio' che ha in mente Sandro. Dico solo che sono sicuro che anche Krugman scrive cose intellettualmente disoneste per il bene del popolo - tra la "doppia verita" e la disonesta' intellettuale la distanza e' breve e la strada scivolosa.  

2. Sospetto (sono quasi sicuro)  che Sandro voglia invece sostenere che non basta fare i calcoli del "first best" (vedi definizione sopra), ma che, da economisti,  bisogna anche porsi la questione dell'implementazione politca perche' quella in Italia non viene da sola. In sostanza, Sandro dice,  i politici non sanno far i conti per risolvere per il "second best"! Ci tocca fare a noi pure questo.

 

Su questo sono ovviamente piu' d'accordo ma non completamente. Se davvero ci tocca risolvere per il "second best" dobbiamo essere chiari che e' il second best e non il first best e essere chiari su quali sono i vincoli che ci stiamo ponendo (perche' nella situazione politica italiana non non se ne puo' fare a meno). Insomma, un esempio: se supportiamo il salario unico di Ichino deve essere chiaro che esso e' un pasticcio che avra' seri problemi  (se cosi' e'; sto usando un esempio) ma che e' la migliore riforma che puo' passare con questa CGIL (meglio di quello di Boeri-Garibaldi, ad esempio; se lo e'). 

Nascondere anche questo, perche' senno' la CGIL non ci parla e e' piu' difficile far passare la riforma e' errato secondo me. Significherebbe far politica - che non e' nulla di male - che possiamo anche fare - ma io continuo a pensare che vada separata dal blog.  Il fatto che poi  forse la CGIL  magari se la prende anche con la proposta Ichino, se noi la vendiamo come un pasticcio colpa dei vincoli della Camusso, e' un serio problema - che forse suggerisce che sia meglio evitare di far sia il blog che politica - ma che non e' un buon argomento per modificare l'approccio metodologico del blog.  Non essere chiari su quali siano i vincoli  significherebbe cedere, anche se in minima parte, alla "doppia verita'" - e, come dicevo, questa strada secondo me e'  scivolosa. 

 

Non so, forse sono un estremista (metodologico). Forse la mia posizione e' troppo moralista. Forse e' solo che io politica proprio non la voglio fare - non mi ha mai interessato (qui non c'e' nessun moralismo; a Sandro la politica ha sempre interessato; e Sandro e' una delle persone piu' solide che conosca, moralmente parlando). Forse e' che non ero al convegno e non ne ho tratto la (bella) convinzione che forse un impatto vero lo potremmo avere. Forse tutte queste cose assieme. Ma volevo esprimere la mia opinione. 

 

PS La questione della TV e' un po' diversa. Li' si gioca un gioco diverso - si dibatte e se si e' capaci di farlo, ad essere intelligenti si vince il dibattito (Michele docet). E' chiaro che un dibattito vinto in TV davanti a milioni di persone puo' sia trainare un blog moralista come  io vedo nFA, sia trainare una attivita' politica intelligente con un impatto vero. Se uno la sa fare bene come Michele, la TV mi pare un win-win; non ha nulla a che vedere con la questione di  come sia possibile coniugare blog moralista e attibvita' politica. 

 

Vabbe', forse dovevo scrivere un post. 

Non vorrei che i lettori pensassero ci fosse chissa' quale strategia in mente quando abbiamo iniziato il blog e non credo ci saranno speciali strategie in futuro. Nessuno di noi  si sveglia la mattina, credo, pensando, "adesso scrivo come si raggiunge il second best", o "il first best". Piuttosto, si trae ispirazione dalle cronache per commentare nel modo migliore possibile e fornire strumenti per giudicare. 

Esempio concreto:  siamo stati spesso comparati con la voce.info attraverso la dicotomia "first best-second best", o "nessun compromesso - compromesso con la politica". In qualche caso mi e' capitato di criticare articoli da loro pubblicati ma in nessuno di quei post  ho scritto avendo in mente questo schema mentale. Semplicemente, ho visto  proposte che ritenevo sbagliate, e ho spiegato perche'.  In quei casi la giustificazione "eh ma loro cercano di proporre politiche perseguibili" mi e' sempre sembrata un po' distorta.  

Sono d'accordo con te, occorre fare chiarezza, ma alla fine uno scrive quello che gli passa per la mente, first o second best che sia. 

 O torniamo a fare i goliardi spensierati, che significa divertirsi di più e contare di meno, oppure cerchiamo di influenzare seriamente il dibattito politico-economico italiano. La prima alternativa, anche se attraente, non è purtroppo perseguibile in buona coscienza. Stiamo quindi perseguendo la seconda.


Beh certo, meglio influenzare positivamente il Belpaese che, vivaiddio, ne ha un disperato bisogno…

Ma a me, da vecchio lettore inizi 2008, come a Marco Esposito, manca l’ironia, quello stile scanzonato che, con il libro su Voltremont, ha avuto, di fatto, il suo divertentissimo canto del cigno (formidabile il capitolo sui “mangiamorte”).

 

Mi manca il servizio traduzioni delle stupidaggini che dicono Vendola  e Tremonti. Come faccio a capirli adesso?

Ed il mitico articolo sul modello superfisso?

Per non parlare della descrizione onirico-fecale dei treni giapponesi  di Michele, da cui un passaggio 

Ah, il Western style ha il sedile riscaldato ed un geniale sistema, che oramai si trova ovunque in Giappone compresi i bagni pubblici, e che permette un salutare bidet sia maschile che femminile. Cianciate, cianciate, fighetti ministeriali, nei bar delle stazioni di Napoli, Roma e Milano, dove le toilettes sembrano cloache medievali, sulla qualità della vita nel Bel Paese; i giapponesi sanno la differenza fra il puzzo di merda e piscio in cui vivete, con le tazze ed i pavimenti imbrattati delle medesime sostanze e la perenne mancanza di carta igenica, ed un bagno aerato e limipido da cui si sale con il culo fresco e pulito.

 

Non dico mica che tutti gli articoli debbano essere così, ma qualcuno ogni tanto? Diciamo uno ogni cinque? Possibile che per influenzare l’opinione pubblica si debba essere sempre solo seriosi?

Ovvio che la cosa non vuole essere una critica, nemmeno costruttiva. E’ che sono un nostalgico del bel tempo che fu…

Per il resto, ovviamente, mi unisco anch’io alle congratulazioni.

PS per Andrea, a me continua a non funzionare il blockquote

Condivido! Mi mancano molto quel genere di articoli e mi mancano anche gli articoli "culturali" le recensioni di  libri, gli articoli sulla poesia,  la sezione Marko Polo e la sezione Davinci. 

Ho scoperto e riscoperto molte opere grazie a quegli articoli ed ai commenti relativi.

PS

Il  primo articolo di nfA che lessi fu proprio quello di Michele sull'alta velocità ! Anche se ci misi un' altro anno per trovare il coraggio di commentare (e venire insultato da Palma :-))

Un "ad majora" anche da parte mia. Con l'occasione svelo un segreto. Sapete dove ho letto per la prima volta di NfA? Sul sito web di Repubblica, rubrica Blog Trotter che all'epoca faceva una rassegna dei piu' autorevoli blog italiani e aveva un picolo debole per NfA. 

 

Inghiottito dalle sabbie arabiche avevo perso i contatti con molti di voi e non avevo assolutamente idea che aveste messo in piedi questo sito. 

 

Un esortazione: utilizzate (utilizziamo) piu' spesso lo spazio messo a disposizione dal sito de Il Fatto Quotidiano. Non avete idea di quanta gente e' contenta di leggere opinioni fuori dal coro soprattutto quando non si ha paura di rispondere ai commenti.

mi piace

io ho provato una volta a rispondere, ma il rumore di fondo è troppo forte, mentre i tuoi post sono imperdibili.

Un'esortazione, Fabio, metti l'apostrofo dove serve! :-)

Pur propendendo pei il divertimento devo dire che la strada dei convegni della (ri)fondazione mi sembrano un'ottima strada per qualificarsi come think-tank.

E non nego che la TV e la Radio sono ottimi strumenti per diffondere le idee, quindi, secondo me, continuare così. Certo occorre tornare a incidere di più il bisturi nel dibattito italiano, ma ho visto che una parte del mondo politico oramai vi accetta come interlocutori, quini io continuerei con l'idea del first best anche nei convegmi e in TV.

Mi unisco agli auguri.

Seguo il blog praticamente dall' inizio, è stato un amore a prima vista che non si è affievolito col passare degli anni.

Ha contribuito molto a farmi crescere, sia direttamente sia convincendomi ad emigrare e confrontarmi quotidianamente con altre culture. Ero quasi deciso comunque, ma senza il blog avrei probabilmente tentennato fino all' inizio della crisi, perdendo (l' ultimo? ) treno.

Manca anche a me lo stile canzonatorio dei primi tempi, ma resta uno dei pochissimi posti in Italia dove si discute seriamente senza cercare di essere criptici.

 

Grazie di tutto

ho postato due commenti dimenticandomi la cosa più  importante: 

grazie anche da parte mia per questi anni di NFA, davvero. ricordo una quasi-scenata di gelosia della mia compagna, una sera, tipo "preferisci leggere questo boldrin piuttosto che stare con me"...

grazie anche ai lettori: rispetto ad altri blog, la qualità delle discussioni nei commenti mi sembra un elemento assolutamente distintivo di nFA.

Tanti auguri e, ovviamente, forza inter (già che ci siamo)!

Lo spunto è l’intervista del presidente dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi, riportata nel telegiornale TG1 del 23/02/2012 ore 20:00  e disponibile nel servizio “Replay”  del sito RAI.

Al di là dell’affermazione del presidente IOR, che mi limito a segnalarvi perché tra voi ci sono economisti, che il papa è il miglior economista del mondo perché conosce i bisogni dell’uomo, il cronista sottolinea che a Ettore Gotti Tedeschi sta particolarmente a cuore l’aspetto demografico schematizzando l’assunto  “pochi figli uguale mancata crescita”. Dopo di che nell’intervista il Presidente dello IOR ad una domanda risponde con un’altra domanda: se la  popolazione in un sistema economico maturo come l’occidente resta uguale in 30 anni come fa a crescere il PIL?

Le mie considerazioni sono le seguenti:

 

1-C’è una discussione sull’indice da assumere per valutare il benessere e da più parti, Chiesa inclusa, si prospetta l’inadeguatezza del PIL quale variabile per misurare il benessere.  Quindi andrebbe chiarito perché si formula proprio da un ambiente cattolico una domanda che dà per scontato che il PIL debba crescere.

 

2-L’evoluzione del PIL

Quale è il modello di sviluppo del PIL di una economia? Qui serve tutto il vostro apporto tecnico a conferma e senz’altro a correzione di un abbozzo semplicistico che riporto di seguito.  Accettiamo per il momento che il Pil dà una misura del “benessere” di un Paese;  esso crescerà molto nella fase di “boom economico” dove la crescita si ha non solo perché aumenta la popolazione ma soprattutto perché si producono molti beni e servizi che la popolazione interna può iniziare a pagare e che le esportazioni riescono a sostenere. Quando si raggiunge un “sistema economico maturo” , immagino che ci si riferisca ad una situazione in cui il dato Paese non riesce ad aumentare le esportazioni e ad aumentare i consumi interni, il PIL può stagnare perché, a parità di popolazione, non si sono creati nuovi bisogni, nuovi prodotti, e quindi c’è un semplice turn over di quello di cui la data popolazione ha bisogno per quel determinato “standard di vita”, ritenuto “maturo”. 

Se proprio il PIL deve aumentare c’è sempre la possibilità di elevare lo standard di vita. Livello che, tra l’altro, non necessariamente si identifica esclusivamente con un aumento del consumismo ma che include tante altre forme di beni e servizi.

 

Ora il mio piccolo contributo con qualche considerazione tecnica per fornire elementi che aiutino a formarsi un giudizio in modo più completo e meno ideologico.

1-La popolazione mondiale nell’ultimo secolo è quadruplicata,  e tutti consociamo i ritmi di crescita previsti al 2050.

“Nel Neolitico la popolazione mondiale era stimata a 10 milioni di persone. Circa 200-300 milioni durante l'impero romano, 500 milioni nel 1650. Agli inizi del 1800 il pianeta raggiunse il miliardo di persone, 1,6 miliardi a inizi ‘900 e 7 miliardi a fine ottobre 2011. Ogni anno si aggiungono 80 milioni di abitanti.”

Estratto da ecoage.com

2-Le produzioni agricole aumentano ma a ritmi inferiori a quelli della crescita demografica.

Il grosso aumento delle produzioni agricole si è registrato nel ‘900 grazie all’introduzione della meccanizzazione, impiego di fertilizzanti e prodotti fito-chimici, sementi migliorate , apporti idrici et c.

E’ stata, nel periodo '50-'80, la cosi detta rivoluzione verde.

 

L’aumento delle produzioni agricole è ottenuto grazie a diversi fattori.

Al maggiore consumo di concimi chimici. Tre le classi fondamentali dei fertilizzanti chimici: azotati, fosfatici e potassici. Queste ultime due sono di origine estrattiva, quindi con disponibilità che vanno a limitarsi nel tempo; i fertilizzanti azotati normalmente si producono industrialmente e richiedono energia elettrica, termica,  combustibili fossili e/o metano.

All’impiego di sementi su cui si effettua miglioramento genetico con o senza impiego di bio-tecnologie e che almeno nella sua componente tradizionale, cioè non bio-tecnologica, è “plafonato”.

All’impiego di acqua.  Il tema non necessita commenti.

Alla messa a coltura di nuovi terreni. Qui si apre l’enorme problema del “land grabbing” non solo per gli aspetti che implica in campo etico ed  economico, si tratta in definitiva di  nuova forma di colonizzazione da parte dei “nuovi ricchi”, India e Cina in particolare, ma soprattutto per le conseguenze ambientali che ne deriveranno. Stigmatizzando: se si devono coltivare le aree fertili dell’Africa e del Sud America, che sono appunto le aree dove si stanno acquisendo grosse estensioni di terreni, si deve deforestare l’amazzonia , o le valli del Congo  e del Niger riducendo le capacità disinquanti dei polmoni del mondo; ricordo banalmente che gli alberi consumano CO2, anidride carbonica, e rilasciano ossigeno.

In definitiva non voglio discutere i modelli di sviluppo più o meno consumistici; penso che il PIL di tantissimi Paesi aumenterà ancora e ancora per molto e non solo perché aumenta la popolazione.  Ma se il Pil aumentasse solo per l’effetto dell’aumento della popolazione mi sembra che dovrebbe costituire un campanello d’allarme: non si sta  elevando il tenore di vita della popolazione esistente, si sta semplicemente allargando il mercato ignorando tutte le problematiche connesse alla sostenibilità ambientale e non quella professata da ”ambientalisti di professione” ma quella tecnica, vera.

 

se il pil cresce solo per l'aumento della popolazione non cambia nulla a meno che i nuovi abitanti non partecipino in modo uguale alla divisione della torta (vedi immigrati)

per migliorare deve crescere il pil pro capita

la crescita del pil pro capita è anche l'unica possibilità, indolore per i più voraci che in caso contrario si incazzano, di ridurre l'ineguaglianza.

Mille auguri da un lettore per lo più silenzioso in quanto ignorante in materia economica. :-)
Grazie per la qualità altissima dei contenuti da cui ho imparato tanto. La rete è grande quando riesce a far selezione e a restituire una storia di successo come nel caso di nFA. 

Un caro saluto.

ps: grande Guccini per l'inno! 

Seguo il blog dal 2009-10 (prima non avevo feed reader installati), e nonostante qualche giusta reprimenda da parte dei redattori più focosi continuo a leggervi con piacere.

Magari non capisco tutto, ma si imparano tante cose. Di certo una voce come questa mancava.

 

Mi unisco alla richiesta di podcast (il video a volte non serve), basta che le registrazioni audio siano prive di disturbi e con un audio "pulito" e piacevole da ascoltare. Le poche volte che vi ho sentiti in audio le registrazioni erano a dir poco di fortuna. :)

Ma magari sono stato sfigato io.

nFa è più o meno  assente da twitter. vi risparmio la manfrina sull'importanza del mezzo.

mi rendo  conto che stare dietro a twitter seriamente sia una menata... non so, la butto lì: visto che sono invece presenti e attivi diversi lettori affezionati, si potrebbero unire le forze, magari con una ccount nFA_readers da affiancare a quello istituzionale.

 

magari questa è una fesseria, però bisognerebbe trovare il modo di  fare sentire la voce di nFA anche lì, in qualche modo.

Il problema di Twitter è che è facile imbattersi in cattive compagnie...

Bocchino - Tweet

Doverosamente inizio con i ringraziamenti e l’apprezzamento per il vostro lavoro.

Veniamo alla questione posta: che fare? Influenzare i decisori politici è difficile, perché non capiscono di cosa si parla. Vero, l’ho constatato anch’io, che non sono un professore ma un semplice “appassionato”: l’unica volta nella vita che ho avuto l’occasione di parlare con un politico. C’è un problema ulteriore: quelli che la preparazione economica ce l’hanno. Quando frequentavo l’università, ampliare la spesa pubblica e stimolare i consumi era l’unica ricetta comprovata per avere benessere e giustizia. Questo veniva insegnato a centinaia di studenti e, leggendo appelli di docenti, opinioni di sindacalisti, posizioni di responsabili economici dei partiti, mi sembra che le cose non siano cambiate. Va bene che una volta superato l’esame gli studenti cancellano dalla propria mente tutto ciò che ritengono superfluo e di solito politica economica, micro, macro ecc. vengono ritenute superflue, però credo che a questi si dovrebbe cercare di far arrivare un po’ di controinformazione, perché di questo si tratta, nella situazione italiana. E ai professori ricordare che la “Teoria generale dell’occupazione ecc…” non è arrivata sul Sinai incisa nella pietra.

 

Va bene che una volta superato l’esame gli studenti cancellano dalla propria mente tutto ciò che ritengono superfluo e di solito politica economica, micro, macro ecc. vengono ritenute superflue, però credo che a questi si dovrebbe cercare di far arrivare un po’ di controinformazione, perché

 

Sul fatto che la macro sia superflua ci sarebbe molto da obiettare, se è vero che ad esempio le fluttuazioni del ciclo economico e le rilevazioni statistiche in merito riempiono le ... quinte pagine dei quotidiani.  È invece verissimo che questo ramo dell'economia è stato insegnato in modo enormemente distorto soprattutto in passato, e in questo senso occorrerebbe un po' di correttezza nell'informazione. 

Però non sembra che nFA si sia occupato granché di questi temi, tanto che sul Sole 24 Ore il sito è stato criticato (a torto o a ragione) come fautore di posizioni alquanto discutibili.  A mio parere, questa non può essere una strategia convincente.  Se ad esempio si è dell'opinione che il fattore "domanda" o le variazioni legate alla moneta non siano influenti in una determinata analisi, questo dovrebbe essere argomentato in modo esplicito, seppur sommariamente (come fa ad esempio la presentazione di Boldrin e Trento per il convegno "Non importa il colore del gatto").  Altrimenti si finisce per tralasciare del tutto certe questioni e si rischia di dire cose pressocché irrilevanti.

per quanto mi riguarda, oltre a imparare diverse cose leggendovi, la cosa più bella è stata accorgermi che un mio compaesano è diventato "qualcuno" diciamo così. Una figura di peso, per dire, in ambito economico (hehe Sandro è una battuta). Mi riferisco a Sandro Brusco di PAPOZZE. Esticazzi dirà qualcuno che non sa di che parlo. Ma io ne vado fiero.

Ciao Sandro, sei un grande!

Giuseppe Dalpasso

rispolvero questo vecchio post di Sandro.

Lo rispolvero perche' il 2014 si chiude con un moto di speranza, anzi, un fuoco d'artificio! Un fuoco d'artificio di articoli come erano mesi, anzi ormai un annetto che non se ne vedevano piu su nfa! 

Credo di parlare a nome di tutti i lettori e collaboratori se dico che la cosa mi rallegra. Abbiamo tutti notato una perdita di smalto negli ultimi due anni. I motivi non interessano, preferisco guardare al futuro. Se la voce di noise si spegnesse, sarebbe, per quanto mi riguarda, una grave perdita.

come collaboratore mi impegno a continuare a dare il mio contributo e sollecito i lettori ad indicare eventuali tematiche che interessano, scrivendo alla redazione.

nel frattempo, auguro ai redattori ed ai lettori, per non dimenticare gli storici collaboratori, un fertile anno 2015.

mi associo al post e agli auguri

Grazie Axel, altrettanti auguri, e grazie per la collaborazione a te, ai collaboratori e a tutti i lettori.

Proprio ieri davo un'occhiata alle statistiche. Il numero di lettori che ci visita ogni mese e' quasi agli stessi livelli degli anni migliori (2011-12): poco sopra i 30 mila al mese in quel biennio, salvo un picco nei mesi attorno alle elezioni, circa 25mila recentemente.  La "perdita di smalto" si nota soprattutto nel calo del numero di visite e numero di pagine visitate  rispetto al picco del 2011-12: le sessioni si sono dimezzate (da circa 100mila a 50 mila circa al mese) ed il numero di pagine visitate da circa 300 mila a 100 mila al mese.

Interpreto questi dati (soprattutto quello degli utenti) con un discreto ottimismo. Il calo di pagine visitate ed il numero di visite sono dovuti in parte alla minore frequenza delle pubblicazioni (non ho i dati sottomano, ma credo sia evidente), in parte alle limitazioni nel numero di commenti introdotte nel Luglio 2012. Inoltre, il nuovo sistema, introdotto a fine 2011, consente di pubblicare commenti senza ricaricare la pagina, il che riduce le pagine visitate (lo scalino nel numero di pagine visitate per sessione da dicembre 2011 a gennaio 2012 e' evidente). 

Deduco da questi dati che la domanda esiste e che l'offerta non sa soddisfarla pienamente. Cercheremo di farlo al meglio delle nostre possibilita' ricordando ai lettori che lo facciamo nel tempo libero, o liberato da altri compiti e doveri professionali e personali.