Se la sinistra piange, la destra non ride

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Dove si argomenta, ancora una volta ma sulla base di fatti recenti, che se la sinistra è uno sfacelo la destra non sta meglio. E nel mezzo di questi due sfaceli sta il disastro per il Bel Paese.

Quando i troppi impegni impediscono di scrivere su temi anche

minimamente impegnativi (e ce ne sarebbero) come ci si difende? Parlando di politica, perbacco!

Sono i limiti del blog auto-gestito da una banda di accademici: quando il lavoro preme, il blog langue. Ed il lavoro preme in questo periodo, per cui ne risente il noise ... Peccato, perchè di carne alla griglia ce ne sarebbe, dalla tragica condizione della letteratura e del cinema italici alla questione meridionale che rispunta attraverso l'evasione fiscale, dagli enti locali che scoprono i derivati e ci rimettono le penne alla continua crisi delle borse che prova ancora una volta l'inutilità, anzi il danno, delle politiche monetarie "attive". E questi sono solo i temi che ho in mente io! Ma siamo tutti, apparentemente, a scrivere papers o almeno (quelli più fighi) ad ascoltarne di dotti al Courant Institute. Quindi abbiate pazienza, che comunque i dibattiti sui commenti non son male, no? Excusatio non petita ...

Eccomi quindi a commentare, forse con eccessiva facilità perchè si tratta di tema vecchio ed abbondantemente trattato, la questione della leadership della destra politica italiana. La facilità del commento non alimenti però l'equivoco che di questione secondaria e facilmente risolvibile si tratta. Al contrario, né secondaria né facilmente risolvibile, tutt'altro.

Cominciamo da qui, visto che è notizia di ieri. Ora il problema non consiste nel fatto che il capo dell'opposizione faccia una figura meschina dietro all'altra, promettendo spallate da un anno e tre mesi, spallate che son sempre rinviate. Questo è il meno. Il problema consiste nei seguenti tre fatti, che questo episodio sintetizza perfettamente.

(I) Il capo dell'opposizione - ed al momento candidato unico della medesima alla Presidenza del Consiglio - è un signore di 71 anni e quasi due mesi, che ha fatto una valanga di soldi negli affari (lasciamo stare come). Questo signore ha sempre pensato, e pensa tutt'ora, che la politica consista nell'applicare (a) ai parlamentari il metodo di gestione del personale che lui utilizza in azienda e, (b) agli elettori i metodi di marketing che, pure, lui utilizza in azienda. Fino ad ora gli è andata relativamente bene, almeno sul piano personale: è rimasto fuori di galera nonostante condanne plurime ed ancor più plurimi reati ed ha fatto il Presidente del Consiglio per cinque anni. Non altrettanto bene è andata al paese: mentre governava il signore in questione non ha fatto quasi nulla di quanto aveva promesso, ed al momento non sembra nemmeno in grado di promettere alcunchè.

(II) Il medesimo capo dell'opposizione sembra avere al momento un'unica linea politica: comprare (pardon, assumere) tre o quattro senatori della maggioranza in maniera tale da far cadere il governo al primo momento utile, forzando cosí le elezioni in cui lui verrà candidato (e presumibilmente rieletto) alla Presidenza del Consiglio. La dedizione a questo progetto ha palesi caratteristiche maniaco-ossessive che fanno seriamente dubitare della salute mentale del medesimo (non scherzo) il quale sembra, nella sua attività politica, motivato da un solo e semplice obiettivo: l'auto-esaltazione fine a se stessa. Cerca bagni di folla, ovazioni, abbracci di donne e donnine dogni razza, taglia e risma, platee osannanti e, ovviamente, il ritorno trionfale a Palazzo Chigi. A fare che cosa? Non è dato sapere, né sembra essere rilevante. A Palazzo Chigi deve andare, perchè è lui il migliore, il "parún", quello che deve dare gli ordini al popolo bue che guarda, manso, le sue televisioni. E gli invidia le plurime, se non eleganti, donnine.

(III) I due soggetti politici che - nel caso in cui all'individuo in (I) e (II) venisse un amabile colpetto o una piccola sincope accompagnata da paralisi emifaciale o foss'anche solo un benevolo ictus come quello che permise al Senator Bossi di scoprire se stesso - dovrebbero contendersi la leadership dell'attuale opposizione, e futura maggioranza, sono il signor Casini ed il signor Fini, entrambi bolognesi. Cosa, oltre alla cittadinanza, li contraddistingue? Fatta eccezione per un comune cattivo gusto ed uno spiccato interesse per l'ipocrisia in materie religiose e più generalmente morali, direi quasi nient'altro. O meglio, a me non è dato conoscere che cosa i Fini-Casini rappresentino ed intendano fare se madre natura dovesse regalar loro, per interposta disgrazia, la Presidenza del Consiglio. Se qualcuno di voi è al corrente delle loro proposte politiche concrete, per favore me le faccia sapere. Per mia parte, quaesivi, sed non inveni ...

Se a voi questo non sembra un panorama tragico, non saprei che altro poter dire. A me sembra un panorama tragicissimo, anzi comico.

Da un lato abbiamo uno dei peggiori governi del dopoguerra, senza dubbio il peggiore della cosidetta "seconda repubblica" - che baggianata questa, inventata da giornalisti che vogliono fare i francesi: la repubblica italiana sempre la medesima è, mica s'è cambiata la costituzione! I disastri che questo governo ha compiuto e sta compiendo li abbiamo documentati a iosa, non mi sembra il caso d'insistere. Dopo l'artificiale eccitazione economica della seconda metà del 2006 e della prima parte di quest'anno, ora i nodi stanno arrivando al pettine e ne vedremo di ridicole. La Legge Finanziaria che stanno preparando è un orgia di spesa pubblica e di sprechi, così scandalosa che non merita neanche commentarla. Se ne son resi conto, obtorto collo, persino alla Voce ... Ma non servirà a nient'altro che a fare un altro po' di deficit e a giustificare un ulteriore aumento delle tasse nel 2008, dovesse questo indecente governuccolo di catto-comunisti durare. Che la finta crescita sia finita se n'è accorto, buon e non-sorprendentemente ultimo, persino TPS.

Ma a fronte di questo governuccolo di catto-comunisti cosa abbiamo? Tanta gente incazzata, certamente, nelle strade, case, scuole, uffici ed aziende d'Italia. Gente "incazzata e basta", perchè la leadership politica che dovrebbe offrire alla gente un'alternativa di governo credibile e speranzosa è composta dall'improbabile terzetto d'omuncoli descritto poc'anzi. E basta. Niente linea politica, niente proposte concrete ad eccezione delle elezioni anticipate, niente ricambio di personale politico dopo la sconfitta, niente elaborazione di progetti nuovi, di riforme precise e fattibili, niente linee guida o anche solo progetti documentabili su come rimettere in sesto il paese. Ed in questo tragico vuoto della politica cresce ovunque la violenza quotidiana che si alimenta delle frustrazioni e del senso d'insicurezza della gente. Frustrazione ed insicurezza comprensibili, perchè prospettive non ve ne sembrano essere, sicurezze nemmeno e proposte credibili di riforma e cambiamento neanche sognarsele.

Orrenda questa casta, un vero tumore per il Bel Paese. Questo oggi mi sembra essere il problema politico per eccellenza: è possibile liberare l'Italia dalla casta? Come? Se qualcuno ha qualche idea la dica, perchè mi sembra che il paese abbia fretta. L'Argentina è vicina ed il Cavaliere Bianco non si vede.

 

 

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Commenti

Ci sono 39 commenti

Hai scordato Formigoni, parcheggiato a "governatore" della Lombardia in attesa, credo, di subentrare alla guida di Forza Italia.Un gioco simile a quello di Veltroni a Roma.  Purtroppo non cambia minimamente i termini della questione.

 

Almeno lui il voto di castità cerca di rispettarlo.

 

Michele per me la tua e' una analisi se vuoi OTTIMISTICA della situazione.

Secondo me se cambiano gli uomini in questo momento il risultato non cambia. Ma proprio no. Sono stato speranzoso fin dal 1994. Ma adesso non piu'. E' un problema di svecchiamento delle istituzioni e meccanismi istituzionali piu' che di uomini a parer mio.

Fai un salto indietro di 15 anni al 1992: ma ti sembra che Craxi, Forlani, Andreotti, Cirino Pomicino, Gava, Occhetto e via dicendo fossero poi tanto migliori di questi?

L'hai/abbiamo gia' detto tante volte in questo sito: in Italia tutto cambia perche' nulla cambi. Bisogna svecchiare il SISTEMA e i vari meccanismi annessi e connessi. Magari fosse solo un problema di destra e sinistra. A me sembra sia piu' un problema di rules vs. discretion...

 

 

sono daccordo con bossone sulla poca importanza dei leader; sarò ottimista, ma credo fermamente che con un sistema elettorale diverso, con più potere dato a partito di maggioranza relativa/governo/premier si risolverebbero tanti problemi. Dubito che Berlusconi, Fini, Casini, Veltroni, D'Alema e altri non abbiano idee chiare su cosa fare; il problema a mio modesto parere è che nelle condizioni attuali sanno benissimo che se solo dicessero quello che vorrebbero fare non arriverebbero mai al potere e non sarebbero mai in grado di conservarlo; ergo, poiché i politici sono soprattutto interessati ad acquisire potere e a mantenerlo, si accontentano di rovinare l'italia per rimanere a galla; se però ci fosse un forte premio di maggioranza, se forza italia o il pd, o an o non so chi avessero la possibilità di andare al governo da soli o perlomeno senza gente come mastella o casini o altri partitini vari quasi sicuramente drastiche manovre sarebbero realizzate. Gli stessi leader si comporterebbero in modo molto diverso se cambiassero gli incentivi. Tra l'altro se cambiassero gli incentivi e ai politici fosse davvero richiesto dal proprio elettorato di realizzare progetti complessi, probabilmente nel giro di qualche legislatura aumenterebbe anche la qualità media dei leader, perché se veltroni andasse solo al potere e governasse per cinque anni senza combinare niente perderebbe la sua base elettorale e perderebbe alle prossime elezioni; quindi sono fermamente convinto che sia un problema di regole, non di leader; che poi forse non è in vero contrasto con quello che michele dice nel suo articolo

 

Considerando i partiti dele entità razionali sembrerebbe semplice trovare un' accordo tra FI e DS per riformare il sistema e renderlo governabile, visto che gioverebbe ad entrambi.

Il problema è che ad essere razionali sono i leader, che nell'attuale situazione bloccata ci stan benissimo, ed avrebbero tutto da perdere da un sistema che li mettesse fuori gioco quando non soddisfano gli elettori. Chi di loro sarebbe ancora al suo posto se avessimo fatto riforme simili negli anni '90?

Sicuramente non hanno nessun interesse a migliorare la qualità della leadership. 

 

 

Non sarei così pessimista sul quadro politico, come lo sono invece per il quadro culturale e morale del Paese... Proverei ad essere realista. Qualcosa all'orizzonte ci sarebbe, ed è un gruppo di imprenditori e movimenti liberali, in grado di promuovere sviluppo e mercato, senza i consueti legami con i diversi potentati e con le coop-corporazioni. Impresa difficile, ma il potenziale umano e culturale c'è. Sto seguendo gli incontri pubblici e non pubblici di questi mesi e nutro qualche speranza.

 

Mentre il terreno su cui gli alberi crescono smotta, il sociologo che fa? Osserva ed elenca le foglie che cadono.

 

Avevo letto anch'io quell'editoriale e l'avevo trovato imbarazzante... una superficialità che lascia allibiti.

 

Mi ha colpito quanto scrive il Financial Times nel commentare la propria classifica dei migliori ministri delle Finanze europei:

 

Competition might also spur change. Last year’s ­losers included Tommaso Padoa-Schioppa, the former European Central Bank executive board member who was cutting a pretty hapless figure as Italy’s finance minister. But he would probably win the award for “most improved” in 2007.

 

L'articolo è qui, pubblicato ieri:

http://www.ft.com/cms/s/0/33dea290-92d6-11dc-ad39-0000779fd2ac.html?nclick_check=1

 

Non vedo soluzioni per il Belpaese a breve termine.

Sia la destra che la sinistra perseguono politiche simili che prevedono tassazione oppressiva - in cambio di servizi statali miserabili - dei contribuenti centro-settentrionali per cercare di comperare consenso clientelare al Sud, tra gli statali improduttivi, e tra le grandi imprese assistite. Il sistema e' talmente malfunzionante, corrotto e inefficiente che semplicemente non funziona nemmeno per lo scopo minimo di mantenere al potere chi comanda: ogni maggioranza viene implacabilmente sconfitta alle elezioni (2001 e 2006, e i sondaggi lo promettono gia' all'Unione appena possibile), pur avendo aggravato il bilancio dello Stato con spesa clientelare, e pur avendo usato la RAI e qualcunque altro strumento in mano al governo per fare propaganda e disinformazione a tutta birra. Si noti che Berlusconi disponeva di due reti RAI, tre reti MediaSet, e aveva contro principalmente Rai3, TMC e i giornali confindustriali Corriere/ Stampa/ Sole24Ore e Repubblica, che non e' granche' visto il numero di lettori in Italia e il loro giudizio sull'attendibilita' di Stampa e TV. Ma Berlusconi ha perso ugualmente.

L'unica differenza e' una quasi impercettibile maggiore attenzione del centro-destra per l'oppressione fiscale imposta a meta' del Belpaese, che Tremonti ha spostato per minimi importi sulle generazioni future in forma di maggiore debito, sia pure con l'attenuante che Prodi e TPS invece non hanno di aver attraversato un periodo di crisi economica mondiale con sia Francia e Germania in deficit oltre il 3%.

Nel medio-lungo termine quando la situazione sara' ancora piu' manifestamente deteriorata si puo' sperare che qualche sommovimento populista (come quello promosso da Grillo) produca almeno il beneficio di colpire e se possibile affondare i maggiori partiti politici di oggi come e' avvenuto con DC e PSI negli anni '90. Ma come si e' gia' visto, non ci abbiamo guadagnato molto, perche' i problemi dell'Italia sono strutturali, e non sono dovuti esclusivamente alla corruzione e all'incompetenza dei membri della Casta (che pure esistono). Sempre nel medio-lungo periodo si puo' sperare che l'adesione di massa a movimenti autonomisti, specialmente in Veneto e Lombardia, disarticoli i meccanismi alla base dell'acquisto e del consolidamento del potere che opprimono il centro-nord e mantengono il Sud nelle condizioni di regione piu' sottosviluppata d'Europa, al solo scopo di mantenere una Casta di incompetenti corrotti troppo pagati legislatori e amministratori a Roma.

 

 

Alberto, apprezzo sempre le tue lucide analisi; e questa non fa differenza. Capisco che il pessimismo della ragione sia cosa difficile da raggiungere e mantenere, ma leggo tra le righe un giudizio semi-ottimista se non per la classe politica che guida i movimenti autonomisti almeno per "la massa". Io onestamente non vedo come tu possa fondare questo ottimismo. La classe politica leghista a me pare ormai sia  indistinguibile dal quella del resto del paese in termini della sua dipendenza dai privilegi di casta, e sia se mai distinguibile per la particolare ignoranza e lo scarso acume (eccezion fatta forse per un certo "senso animale" della politica di Bossi, comunque a mio parere molto sopravvalutato). Per quanto riguarda "la massa" degli autonomisti, saro' anche un intellettuale snob, ma mi pare che manchi proprio di guida intellettuale. Sono convinto che il conflitto economico fondamentale in Italia sia quello tra il nord produttore e tassato e il sud che riceve sussidi. Non ho dubbi. Ma non mi aspetto nulla di buono dallo scoppio eclatante di questo conflitto di interessi come si sta presentando di questi tempi. Forse il conflitto tassati/non tassati e' piu' promettente.

 

Ricevo segnalazione da attenta e vieppiù graziosa lettrice, che ringrazio.

Una cortese domanda ai lettori romani: la "bastiglia", a Roma, dove si trova? C'è una piazza o almeno uno slargo abbastanza grandi davanti? Lo chiedo per sapere dove darsi l'appuntamento fra qualche anno, se continua così ...

Rabbia momentanea ed appuntamenti velleitari a parte, il dibattito cruciale mi sembra quello impostato dai due Alberto (B and L).

A mio avviso, il conflitto vero in Italia è, da almeno un secolo, fra "produttori tassati" e "mangiatori tassanti". Tale conflitto coincide in modo crescente, a naso per circa il 70%, fra nord produttore e sud parassita, anche se (vista la diffusione di gruppi parassitici o protetti) l'altro 30% del conflitto fra tassati e tassanti attraversa in orizzontale tutte le aree del paese.

L'operazione politico-propagandistica dell'Unione, e della sua ala sinistra in particolare - operazione relativamente di successo sino ad ora e fino a quando questo governo duri - è stata quella di convincere una fetta dei tassati (i più deboli e quelli più esposti alla concorrenza internazionale) che il vero conflitto è fra tassati ed evasori. Per il successo di questa operazione ha fatto gioco il retaggio ideologico catto-comunista dell'odio di classe (Edoardo Sanguinetti, almeno, era onesto nel riconoscerlo) che ha legittimato la 'viscosa' follia dell'assalto fiscale alla diligenza del ricco che guadagna 75K all'anno. Oggi ne vediamo il risultato: hanno ulteriormente tassato i produttori per poter spendere e spandere comprando i voti dei parassiti di sempre.

Il programma politico dell'Unione è semplice: usare il supporto ideologico dei tassati-sfigati catto-comunisti per tassare i "ricchi" al fine d'aver risorse per comprarsi i ceti medi parassitari, in particolare quelli residenti nelle regioni da Roma in giù. Quest'ultimi sono strettamente necessari per garantirsi quei voti che possano dare all'Unione stessa una mezza speranza di rimanere al potere: le classi produttive del Nord sono date per irrimediabilmente perse. Lì, al Nord, si usa oramai solo la leva ideologica per mantenere mobilitate le minoranze residue di mohicani sindacalizzati di fabbrica e degli insegnanti dequalificati.

Nel frattempo i salari reali, sia netti che lordi, dei tassati-sfigati (e degli insegnanti!) non crescono. La contraddizione rimane, anzi si aggrava al crescere dell'impotenza dei tassati-sfigati: a fronte dell'aumento della pressione fiscale, il reddito disponibile del tassato di fabbrica del Nord continua a languire, mentre a Roma vanno in pensione a 53 anni. Contraddizione che il tassato-sfigato non capisce, perchè da cento anni ha appreso (sia in parrocchia che alla casa del popolo) che la "colpa" è del padrone, del ricco, dell'avvocato, del commerciante. Non sono in grado, i mohicani tassati, di vedere che la "colpa" è dell'usciere romano e del finto invalido pensionato siciliano, ai quali il commerciante e l'avvocato si accodarono per decenni via DC in cambio dell'essere lasciati fiscalmente in pace ...

Il problema politico rimane: come farglielo capire? Contrariamente ad Alberto L, avendoci provato in prima persona, non ho alcuna fiducia che Bossi e compagnia lo possano spiegare ai produttori del Nord e del resto del paese in generale, per la semplice ragione che il punto di fondo non l'hanno capito nemmeno loro. Per Bossi e compagnia "federalismo" vuol dire rifare la DC del Nord, fine. L'unica classe sociale che possiede sia gli strumenti intellettuali che lo status sociale per far capire ai tassati-sfigati che la contraddizione sta con i mangiatori tassanti e non con il ginecologo che non paga l'IVA è costituita dalla borghesia intellettuale, professionale e dirigenziale del Nord. Questa, dalla fine del Risorgimento in poi (okkei, da quarant'anni dopo) ha delegato la gestione della politica nazionale alla chiesa ed alla borghesia intellettual-parassitaria romana e sudista, che l'avrebbe difesa dai comunisti ad un costo fiscale relativamente "lieve" ... con gli effetti che abbiamo visto. Ed ora, passata la paura dei comunisti, la medesima borghesia rinnova quella delega alla stessa classe sociale, via VW.

 

 

 

Contrariamente ad Alberto L, avendoci provato in prima persona, non ho

alcuna fiducia che Bossi e compagnia lo possano spiegare ai produttori

del Nord e del resto del paese in generale, per la semplice ragione che

il punto di fondo non l'hanno capito nemmeno loro. Per Bossi e

compagnia "federalismo" vuol dire rifare la DC del Nord, fine.

 

Oggi la mia fiducia non e' tanto per Bossi quanto per il concetto di autonomia come possibile collante di consenso elettorale di massa. Quanto alla DC del Nord: se il Nord fosse autonomo, e fosse governato dalla DC del Nord, lo Stato sarebbe qualcosa di decente paragonabile probabilmente al Belgio, tra la Francia e la Spagna, e non la barzelletta indecente che e' ora e sara' nel prevedibile futuro. Per me il cambiamento piu' decisivo e positivo che possa accadere in Italia e' l'eliminazione del potere centrale che si basa e si mantiene solo sul consenso clientelare trasferendo risorse tra tassati produttivi e clientele non paganti e improduttive. Questo solo fatto perfino mantenendo invariata la qualita' umana e ideologica della classe politica al potere sarebbe decisivo. Spagna, Portogallo e Grecia hanno governi con maggioranze democristiane o socialiste, ma questo non impedisce loro nel contesto europeo di progredire molto meglio dell'Italia, e in particolare di superare nettamente il Sud Italia (vedi, dal Corriere della Sera, Il Sud d'Italia è la zona più povera d'Europa).

Quindi ripetendomi, e' irrilevante l'anima ideologica degli autonomisti (purche' siano moderati, non violenti e democratici, beninteso) purche' redistribuiscano la responsabilita' statale in ambiti territoriali piu' ristretti, in tutto o in parte.

Quanto ad "aver capito", sicuramente nella Lega molti hanno capito, le tabelle con il bilancio di tasse pagate contro spesa statale per regione io le ho viste solo sui quaderni padani della Lega, mentre ISTAT e Corriere della Sera sullo stesso argomento hanno sempre costantemente disinformato, ad esempio sommando gli interessi dei titoli di Stato alla spesa statale senza distinzione o note esplicative nelle stesse tabelle. Questo genere di argomenti tuttavia non fanno presa sulla massa elettorale, manca anche al Nord una sufficiente alfabetizzazione di massa. La gente vota ancora seguendo le balle mostruose che costituiscono la propaganda elettorale dei partiti.

 

L'unica classe sociale che possiede sia gli strumenti intellettuali che

lo status sociale per far capire ai tassati-sfigati che la

contraddizione sta con i mangiatori tassanti e non con il ginecologo

che non paga l'IVA è costituita dalla borghesia intellettuale,

professionale e dirigenziale del Nord.

 

Questi sono propro gli eredi di quelli che ci hanno portato dove siamo ora. Hanno piu' competenza e abilita' dei ceti popolari ma i loro vertici sono esattamente i vertici delle grandi imprese assistite, che hanno trovato un ottimo accomodamento con lo Stato centrale che fornisce loro forza lavoro sottopagata grazie ai contratti nazionali che per mediare abbassano i salari al Nord e li alzano al Sud (dove di conseguenza c'e' la disoccupazione piu' elevata d'Europa), fornisce loro finanziamenti a perdere specie quando "investono" nel Sud, e in piu' li favorisce finanziando per es. le rottamazioni e facendo dell'Italia il paese piu' ostile alla concorrenza e agli investimenti stranieri con una legislazione e una burocrazia indecenti. Coerentemente a tutto questo il Corriere della Sera di Mieli raccomanda di votare catto-comunista o se proprio non si riesce AN e UDC. Le altre forze politiche rilevanti non menzionate ma esplicitamemnte contrastate sono proprio Lega e FI, cioe' le uniche che hanno fatto qualche opposizione ai finanziamenti statali delle rottamazioni e ai prepensionamenti a favore delle grandi imprese. Paradossalmente, queste sono le spese statali eliminabili con minore perdita diretta di voti, ma in cambio portano l'ostilita di Confindustria, Corriere, Stampa e Sole24Ore, nonche' i loro sodali CGIL e Repubblica.

 

Cosa dire di questa "raccolta"? C'e' veramente da mettersi le mani nei capelli.

 

A riprova che l'Italia sta diventando una repubblica delle banane dove vige la legge della giungla - i politici fanno la voce grossa quando non succede niente mentre si rifugiano dietro un "abbiamo scelto il minore dei 2 mali" quando succede quello che sarebbe poibito ovunque (dico "sarebbe proibito" perche' quei bravi ragazzi sono stati prontamente scarcerati) - arriva fresca fresca questanotizia: mentre libici, romeni & c. sono i benvenuti (in fin dei conti che siano legali o meno non fa differenza alcuna), noi invece - quinta (???) potenza mondiale - siamo bollati come come gente di borgata.

 

 

Non vale nemmeno farci sopra un articolo, vista l'ovvietà del tutto.

Oramai Berlusconi sta andando lanciatissimo verso un'ipotesi peronista. Si confà all'uomo, alla sua (sub)cultura ed a quella dei suoi seguaci. E' la mossa adeguata per spiazzare i suoi inetti competitori interni al centro-destra e per lasciare nella polvere il funzionario comunista che fa da segretario della nuova democrazia cristiana che chiamano PD. Ed è anche la mossa adeguata per rispondere agli umori, sempre più confusi e populisti, ed alle paure, sempre più profonde ed oscure, della societa' italiana e, in particolare, dei suoi ceti più deboli e socialmente arretrati.

[Apro parentesi. Non solo, sembra essere quello che, forse senza nemmeno rendersene conto, chiede l'anonimo editorialista (che la URL suggerisce essere il sempre saggissimo Sergio Romano) del Corriere della Sera: un Presidente del Consiglio forte, che risponda al popolo e non agli interessi particolari rappresentati in Parlamento dai mille partitini e ragruppamenti che si fanno e si disfanno ... quanta confusione analitica anche in queste supposte lucide menti. Confondono l'effetto con la causa e, mentre il dito della frammentazione partitica indica la luna della disgregazione sociale e della paralisi economica, loro discutono sull'unghia della riforma costituzionale! Da quando in qua le riforme costituzionali si fanno senza una consapevolezza socialmente diffusa della loro necessità e senza una condivisa chiarezza sugli obiettivi ed i metodi della rinascita nazionale che una riforma costituzionale, per non essere effimera, non può che supporre? Ma tant'è: mi sembra chiaro che, nel tatticismo che caratterizza l'editorialismo giornalistico italiano, l'anonimo commentatore muterebbe rapidamente d'opinione se a governare fosse un soggetto a lui non gradito. Chiudo parentesi.]

Ritorniamo al progetto peronista-berlusconiano: esiste una massa di manovra gigantesca per il giustizial-populismo del nostro. Consiste nei milioni di italiani produttivi che la finanziaria dell'anno scorso massacrò fiscalmente ed ai quali quella di quest'anno, vero pacco dono pre elettorale, non riserva alcuna regalia o al più qualche misera ed insultante briciola. A costoro, non sanno dire nulla di rilevante nè il funzionario comunista che s'occupa di tecniche della comunicazione , nè il derelitto trio di nani della politica composto bossi-fini-casini ...

I sette milioni di firme di cui Berlusconi si vanta forse sono un'esagerazione, ma dubito siano una grande esagerazione. Diventare l'Argentina d'Europa diventa ogni giorno di più la prospettiva a medio termine del Bel Paese. Ed il grande capo ha già pronta l'Evita italiana, la cui religiosamente esibita coscia con autoreggente supplisce all'assenza d'ogni contenuto politico e perfettamente sintetizza la natura del progetto berlusconiano: trombonate di piazza ed illusioni televisive per un paese di segaioli inconsapevoli d'esserlo.

 

 

Interessante l'interpretazione che il pagliaccio di corte offre delle decisioni del suo datore di lavoro. La ricostruzione della democrazia cristiana, come partito di "centro" e di maggioranza relativa, che si allea con chi vuole e come vuole, a seconda delle circostanze. In concorrenza, quindi, con la democrazia cristiana di VW, avremmo (se il clown ha ragione) due DC, neanche più una. Alternative una all'altra, almeno in principio, ma aperte ad alleanze con maggioranze variabili e composite.

Lo dice, esplicitamente, l'editorialista politico dell'organo di Berlusconi 

 

"Quello che è successo ieri, infatti,

potrebbe davvero completare la rivoluzione del '94. E portare, insieme

alla caduta del governo Prodi, anche l'affermazione di un sistema

davvero bipolare: da una parte il Pd di Veltroni, dall'altra il partito

del popolo di Berlusconi. Entrambi liberi di giocarsi la partita per

Palazzo Chigi senza reciproche demonizzazioni e, soprattutto, senza

subire quel ricatto di alleati minori, che finora ha bloccato entrambi

gli schieramenti."

 

mi scuso --davvero questa volta-- il buon gusto dimostrato dal Sig. Fini nei suoi affari sessuali, so di dire una cosa assai contro-corrente-- e' altissimo se guardato nel filtro prodotto dalle immagini (proprieta' di Umberto Pizzi di Zagarolo) adesso visibili su Dagospia.com

Premio a chi nota i presenti, alcuni sono cittadini al di sopra di ogni sospetto (non Gianmaria Volonte', buonanima)

 

 

Mi è appena arrivata questa, da un ancora amico mio ed ex amico loro, oggi lettore e collaboratore di questo foglio di velleitari che è nFA. Godetevela finche' D'Ago la lascia in linea (comunque non va persa, ho salvato tutto!)

Per coloro che li hanno conosciuti queste foto, come molte altre a dire il vero, hanno un valore realmente "grosziano" ...

Vederli che assieme festeggiano i 55 anni di un grasso funzionario comunista a cui vengono regalate le cravatte Veltroni ... e come mangia di gusto ... e gli stivali delle signore ... Ah, com'e' salutare vedere i difensori del proletariato che saggiamente utilizzano le tasse del medesimo. E' rinfrescante, davvero.

Oops, abbiamo postato la medesima cosa in contemporanea ...

 

 

questa interessante analisi dei piani berlusconiani. E, soprattutto, del da farsi.

Condivido abbastanza, soprattutto il da farsi. Qualcuno di spessore si sta dando da fare?


Sull'analisi dei piani di SB e dell'evoluzione a breve periodo del quadro politico, mi permetto un dubbio: non son certo che SB voglia compartire con VW. Secondo me vuole tutto, vuole essere lui la nuova DC (ossia, il partito senza opposizione) solo ancora piu' populista e molto piu' privatizzato. Insomma, ribadisco la sensazione che l'uomo punti ad un equilibrio peronista, con il nuovo PDL come DC del passato. Sa che, in un sistema proporzionale, il PD potrebbe arrivare al 15-17% dei voti. La sinistra impazzita ed aggregata potrebbe arrivare al 10-11% e, se non sfonda al centro, il PD si ferma sotto il 20%. Nel qual caso sarebbe solo un "grasso PSI" da imbarcare quando necessario ma incapace di costruire un governo da solo. SB questo lo capisce, ossia capisce che in un sistema proporzionale con un piccolo sbarramento, il suo PDL sarebbe sempre il partito di maggioranza relativa, oscillando tra il 35% ed il 40% dei voti. A questo punto VW diventa succube di Berlusconi, un taxi su cui salire o scendere quando la destra residua, AN, Lega, UDC, ecc. facesse la riottosa. Il che mi fa convergere all'analisi di Palma. Son amari, proprio amari ....

P.S. Segnalo anche uno che dovrebbe, invece, cominciare davvero a stare zitto. Sin dai tempi della bicamerale l'uomo non m'ha mai impressionato per acume scientifico, o anche solo conoscenza della materia. Ha sempre e solo ripetuto che gli altri non capivano niente, senza mai dirci cos'avesse capito lui, e cosa fosse il caso di fare. Ma ora, proprio, straparla al solo fine di citare se stesso. Se qualcuno trova un argomento coerente e riproducibile in quanto scrive, sarei grato se me lo spiegasse.

 

 

 

Poi, metti fra dieci anni ma magari prima (mai mettere limiti, anche se

non ci si crede si puo' esser fortunelli, no?) quando il BS - perche'

usate SB? Non vi pare che BS, come VW, sia un acronimo piu'

appropriato, almeno per chi parla anche l'inglese? - rendera' Veronica

vedova, si apriranno giochi interessanti. Visto che il "PDL" e' lui, e

nient'altro, potrebbe sciogliersi come neve al sole. E poi? Poi le due

DC residue si ri-spingeranno a destra e sinistra per cercar voti di

nuovo?

Ma forse no, se BS dura cinque anni al potere, la Brambilla fa tempo a

mostrare in TV una quantita' sufficiente di cosce ed altre parti

carnose che, visto l'immaginario degli italiaoti, magari riesce a

prendere la funzione di Isabelita! Non sarebbe bellissimo? Poi,

speriamo non arrivino i generali con i loro aerei che volano sul

mediterraneo a portelloni aperti ...

 

Pero' c'e' l'altra faccia della medaglia. I dieci anni di cui parli si basano sull'aspettativa di vita di un italiano di 71 anni, che come sappiamo e' semplicemente una media. Se anche puo' tirar le cuoia prima, e' anche probabile, considerando l'eta' della madre (ancora viva) e del padre (morto a 80 anni quasi vent'anni fa), che se BS arriva all'eta' della Montalcini che a quasi 99 anni si fa tutte le votazioni della finanziaria senza battere ciglio, son gran uccelli per diabetici....

 

 

Ah varianza, maledetta varianza ...

 

... con improbabili risultati.

Del Bono una volta faceva l'economista, si occupava di organizzazione industriale. Non un genio, ma sveglio ed attivo. Poi, evidentemente, ha deciso che la politica l'avrebbe realizzato di più.

Magari è tutto falso ciò che racconta il suo avversario e (apparentemente) la sua improbabile ex-morosa. Ciò che sembra fuori discussione è che Del Bono abbia assunto la morosa come segretaria personale, ovviamente ben stipendiata, usando il fatto che era vice-presidente della regione.

Nel "mio" paese questo è abbastanza per ritornarsene a casa, per sempre. Specialmente quando si vuol fare il moralizzatore che parla di buon governo.

Moralista? Ebbene, sì.