Quando il sistema giudiziario funziona

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Una giuria di Washington oggi ha giudicato colpevole di aver dichiarato il falso e aver ostruito la giustizia "Scooter" Libby, ex-capo di gabinetto del vice-presidente Cheney. In questo Paese le bugie vengono prese sul serio.

Libby e' ritenuto implicato nella vicenda cominciata nel luglio 2003, quando la copertura di un agente della CIA venne rivelata ad alcuni giornalisti da fonti vicine all'amministrazione Bush. I critici sostengono che queste fonti volessero in tal modo "punire" il marito dell'agente, Joseph C. Wilson IV, che qualche giorno prima aveva scritto un articolo argomentando che l'amministrazione aveva di proposito distorto la "intelligence" riguardo a presunti sforzi iracheni per acquisire materiale atomico in Africa, in preparazione dell'intervento militare in Iraq. [Fra l'altro, il nostro gianluca mi ricorda che i documenti che

l'amministrazione aveva mostrato erano stati ottenuti dall'intelligence

italiana (dal niger)!]

I capi d'imputazione di cui e' stato giudicato colpevole Libby sono di aver ostruito il corso della giustizia, e di aver dichiarato il falso sotto giuramento davanti ad un gran giuri' nel marzo 2004 riguardo ad alcune sue conversazioni con due giornalisti sull'identita' della signora Wilson. Quindi non tanto di aver rivelato lui l'identita' dell'agente della CIA all'influente giornalista Robert Novak - pare piuttosto che le fonti di Novak fossero Richard Armitage e Karl Rove, anch'essi membri dell'amministrazione Bush - quanto di aver mentito ad agenti dell'FBI e al gran giuri' riguardo alla vicenda.

Tre considerazioni. Uno, in Amerika le bugie sotto giuramento vengono prese molto sul serio, come a suo tempo dovette imparare Bill Clinton. Il pubblico ministero (special prosecutor) Patrick Fitzgerald ha commentato cosi' il verdetto: “We cannot tolerate perjury,” he said. “The truth is what drives our

judicial system. If people don’t come forward and tell the truth, we

have no hope of making the judicial system work.” [libera traduzione del sottoscritto: "Non possiamo tollerare il falso sotto giuramento. La verita' e' cio'

che guida il nostro sistema giudiziario. Se la gente non si fa avanti e

dice la verita', non abbiamo alcuna speranza di farlo funzionare."]

Due, questo verdetto e' un ulteriore segnale (dopo la midterm election in cui il Congresso e' passato sotto controllo democratico) che l'opinione pubblica americana si e' schierata definitivamente contro la guerra in Iraq, e si ritiene gravemente lesa dalle azioni dell'amministrazione Bush nei mesi precedenti all'invasione, quando essa cercava a tutti i costi di costruire un caso contro Saddam.

Tre, in questo paese se un uomo politico infrange la legge, tutte le volte che si riesce a provare che ha commesso il fatto ne paga le conseguenze. Non e' molto, ma di questi tempi ci si consola con poco. E visto dalla prospettiva italica, questo poco diventa addirittura inaudito.

 

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Commenti

Ci sono 2 commenti

Un appunto: che c'entra l'orientamento dell'opinione pubblica americana sulla guerra in Irak? Le recenti elezioni e continui sondaggi dicono chiaramente che gli americani sono stanchi della guerra.

Ma spero proprio che questo non sia stato un fattore nella decisione giudiziaria. Libby è stato condannato perché ha infranto la legge mentendo sotto giuramento. Spero che la giustizia americana lo avrebbe condannato anche se l'opinione pubblica americana fosse stata in completo favore della guerra irachena.

 

Con la conferma della condanna di Luigi Ciavardini per la strage di Bologna, l'Italia ha finalmente chiuso il cerchio degli esecutori materiali di una delle azioni piu' efferate del dopoguerra. Peccato che Ciavardini, che all'epoca aveva meno di 18 anni, e' stato accusato semplicemente sulla base di indizi e delle indicazioni di Izzo e di un certo Sparti (criminale comune, legato alla banda della Magliana).

Complimenti al nostro sistema giudiziario.... anche se gia' lo sapevamo dal 25 aprile di 64 anni fa