Provvedimenti per l’università a costo zero

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Non ci sono soldi per l’università e la ricerca, tutti si strappano le vesti. Non voglio ritornare sul tema, ma piuttosto proporre due misure semplici e immediate a costo zero per aumentare la trasparenza

L’acceso dibattito sul mio ultimo post sui tagli mi ha fatto riflettere sulle possibilità di riforma a costo zero e mi sono venute in mente due idee semplici semplici

In primo luogo, suggerirei di mettere a disposizione del pubblico i risultati individuali della VQR.  Per i non addetti ai lavori, la VQR è la Valutazione della Qualità della Ricerca, un enorme esercizio di analisi della produzione scientifica dell’università. Ciascun docente ha dovuto indicare i suoi tre migliori lavori dal 2004 al 2010 che ora l’ANVUR (www.ANVUR.org) sta valutando con una serie di procedure molto complesse. Per i settori scientifici e medicina si basano su una serie di parametri oggettivi, come il numero di citazioni (settori bibliometrici). Invece per le scienze sociali, legge e le facoltà umanistiche la valutazione si basa sul giudizio di esperti sul singolo prodotto (peer review), e quindi potrebbe essere più influenzata da pregiudizi o simpatie personali. In ogni caso, i risultati dovrebbero essere disponibili alla fine dell’anno. Ciascun prodotto riceverà un giudizio da A (ottimo) a D (meglio non esprimersi). Questi giudizi dovrebbero essere noti solo all’autore e al rettore, che ha un interesse a conoscerli in quanto i risultati aggregati dovrebbero determinare in parte il finanziamento degli atenei. Io non credo che le valutazioni rimarranno segrete. Esiste un evidente incentivo ad individuare le pecore nere, che peggiorano i risultati aggregati, mentre i migliori potranno fare la voce grossa. Però si tratterà di una diffusione parziale e causale e comunque solo in una ristretta cerchia di professori. Perché non renderla pubblica? Così magari si scopre che qualche professore che discetta con sicumera sui giornali ha una produzione scientifica mediocre o nulla (è anche possibile che qualcuno non abbia prodotti da presentare). Molto più importante, si possono orientare gli studenti: la qualità del lavoro di ricerca dei docenti è uno dei parametri più importanti per scegliere l’università.

In secondo luogo, si potrebbero rendere pubbliche le pagine personali dei professori sul sito ufficiale CINECA, attualmente consultabili solo dall’interessato e dal ministero. Essa contiene  un elenco delle pubblicazioni e varie altre informazioni sull’attività del docente (fondi di ricerca ricevuti, posizioni nelle società scientifiche etc.). Le informazioni sono caricate dal docente stesso e fino a poco tempo fa pochi si prendevano cura di aggiornarle. L’avvio delle procedure per le abilitazioni nazionali ha cambiato la situazione. La possibilità di essere commissario (per gli ordinari) o di presentarsi a concorso (per gli altri) dipende dal numero e dal tipo di pubblicazioni che risultano nel sito al 15 luglio 2012. I docenti hanno quindi avuto un interesse a completare i dati, almeno per le pubblicazioni. Le informazioni sul sito potrebbero integrare i risultati del VQR dando un quadro più completo del profilo scientifico del docente nel corso della sua intera carriera piuttosto che una istantanea sul suo lavoro più recente.

Ambedue le riforme sono a costo zero: basterebbe una semplice modifica del software. Spero che non si invochi la legge sulla privacy, che in Italia viene spesso usata per difendere i potenti o solo i piccoli privilegiati. Non vedo infatti come possa essere rilevante nel caso in questione: si tratta di pubblicizzare informazioni sul lavoro di dipendenti pubblici. Ed i contribuenti hanno diritto a sapere se i dipendenti pubblici lavorano e quanto.

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Commenti

Ci sono 44 commenti

Sono un ricercatore universitario e concordo sulla possibiltà di rendere pubbliche le pagine personali dei professori sul sito ufficiale CINECA in modo che le produzioni scientifiche di ognuno siano pubbliche (le pubblicazioni dei docenti già oggi sono individuabili con una ricerca  sul web, utilizzando per esempio google scholar...).

La prima proposta inceve (mettere a disposizione del pubblico i risultati individuali della VQR), è pericolosa perchè può essere strumentalizzata e danneggiare alcuni. Infatti la VQR è pensata per una valutazione delle singole Università: è vero che ciascun docente ha dovuto indicare i suoi tre migliori lavori dal 2004 al 2010, ma non in "piena libertà". Infatti, se 2 docenti della stessa Università sono cofimatari di uno stesso lavoro (supponiamo "eccellente", molto importate e citato), tale lavoro poteva essere indicato per la VQR solo da uno dei due. E (quasi paradossalmente) per l'Università è più conveniente che il docente meno produttivo tra i due indichi tale lavoro "eccellente" tra i suoi 3 migliori per la VQR.

Quindi se i dati della VQR vengono utilizzati per la valutazione dei singoli addirittura può essere penalizzante per i docenti più meritevoli. 

perchè non iniziate, voi che siete favoreli a rendere pubbliche le pagine personali, a farlo autonomamente? Magari creando un sito ad hoc dove ognuno rende disponibili spontaneamente le proprie (in questo modo le normative sulla privacy non sarebbero un problema). Se l'iniziativa avesse successo si otterrebbe comunque il risultato desiderato anche senza interventi dall'alto

Sono d’accordo con la sostanza delle proposte di Federico. Dopo la famosa intervista in cui l’allora ministro Brunetta si dichiarava maturo per il nobel dell’economia,  ho verificato il suo curriculum, trovandolo insufficiente anche per vincere un posto di semplice ricercatore. Per inciso, ora Brunetta non è più in organico, perché si è pensionato anticipatamente. Un altro pensionato baby.

Sulla forma si può discutere. E’ vero quello che dice Pino, il meccanismo della valutazione, combinato con le firme multiple sugli articoli, ha costretto molti di noi a non mettere le pubblicazioni migliori nei file validi per la valutazione, dato che ci è stato più volte detto che quello che sarebbe stato valutato era l’istituzione nel suo complesso, non il singolo (attitudine tipicamente italiana).

Non dovrebbe comunque essere difficile istituire un meccanismo telematico in cui ogni docente indica, con un percorso guidato, i suoi dati curriculari e la sua produzione scientifica di valore. Questo sito dovrebbe essere consultabile da tutti in modo semplice. Aggiungerei anche la valutazione della didattica nel caso dei docenti. Oggi tutte le università hanno i questionari del giudizio degli studenti sui corsi, che però vengono mantenuti semi-segreti (sono noti al docente interessato ed ai responsabili locali della didattica).

Comunque, qualcosa si sta muovendo, e nel verso giusto. Le nuove norme concorsuali, che selezionano i commissari sulla base dei parametri di merito, sono una rivoluzione epocale, per l’Italia. Chissà quando questi parametri verranno usati anche per le progressioni stipendiali.. Trovo i giovani, molti dei quali hanno vinto selezioni anche all’estero, naturalmente pronti per questo nuovo sistema. Per questo sarebbe importante iniettare in fretta forze nuove, anche con provvedimenti straordinari, e svecchiare il sistema.

Per finire, segnalo che ci sono alcuni aspetti tecnici non banali per una valutazione corretta degli accademici. Nel settore tecnico-scientifico ad esempio, numero dei lavori, impact factor e indici bibliografici (indice h) sono spesso buoni indicatori, ma non sempre. Ad esempio, nei grandi esperimenti di fisica sperimentale gli articoli sono firmati da centinaia o migliaia di persone e il numero dei lavori è di parecchie decine all’anno. Un ricercatore, inserito in queste grandi collaborazioni, può, facendo molto poco, avere indici migliori di un ricercatore che fa almeno due buoni lavori all’anno di qualità lavorando da solo o in piccoli gruppi. Purtroppo, la proposta di utilizzare indici h ponderati sul numero degli autori non è stata accolta dal Consiglio Universitario Nazionale (CUN). Chissà perché.

Le vere proposte a costo zero sono quelle "micro" che si fanno sul campo.

 

Quand'è l'ultima volta che hai richiesto formalmente di ridurre il numero di appelli e/o di cambiare il calendario accademico?

 

A discutere di VQR siamo tutti capaci (tranne quando si tratta di quantificarne i veri costi: quelli ottenuti dalle moltiplicazioni delle ore dedicate e registrate dal prugrammett "Track Time"), ma quando si tratta di litigare veramente per cambiare sul campo le cose, è un fuggi-fuggi generale oppure l'innalzamento immediato di mastodontici, quanto gommosi, muri.

 

A presto

 

Marco Antoniotti

 

It's all in the subject, and in the object. 

Ma questa "attitude", professor Antoniotti, come la spiega e da quale particolare brufolo le e' causata?

e, se c'e, qualcun altro altrettanto cattivo!

Ci vorrebbe una dose di Boldrin almeno una volta a settimana. Tra l'altro, detto con tutto l'affetto del mondo, il nostro Michele ha gia' un cognome che ricorda quello di un farmaco.

La seconda proposta (anagrafe CINECA resa aperta) è ragionevole, tanto più perché permetterebbe di verificare il calcolo dellle mediane.

 

Al contrario, la prima proposta (esiti VQR), oltre a non essere nuova, non regge. Andavano citati i veri autori dell'idea, i fratelli Ichino, la cui proposta, oltre che essere stata ampiamente diffusa sulla stampa nazionale (vedi loro lettera sul Corriere della Sera) è anche già stata ampiamente analizzata. Per esempio:

"Ichino valuta i ricercatori… al contrario!"

e la relativa discussione a cui a cui ha partecipato lo stesso Andrea Ichino.

In particolare, qui è spiegato in dettaglio perché, come già osservato da Pino,



 


se i dati della VQR vengono utilizzati per la valutazione dei singoli addirittura può essere penalizzante per i docenti più meritevoli.

 

definisce una proposta di nfA ragionevole. Ho messo alla finestra mio figlio per fotografare il prossimo gruppo di asini che volano (lui non è molto d'accordo ma noi ameriKani siamo notoriamente cattivi con gli adolescenti).

Nel frattempo, vorrei tranquillizzare Pino ed  il prof De Nicolao, giustamente preoccupati per il povero ricercatore geniale costretto a cedere sotto tortura all'infingardo barone la primogenitura su tutti i suoi splendidi prodotti da A ed accontentarsi di presentare qualche misera schifezza residuale da C e D. Basta che la valutazione sia inserita nel sito docente CINECA accanto al prodotto piuttosto che messa in una lista a parte. Così l'ignaro lettore si renderebbe subito conto dell'ignobile trucco e darebbe il giusto  peso alle valutazioni. Si potrebbe addiritttura fare una ulteriore colonna per tutti i prodotti co-autorati dal povero genio bistrattato che hanno avuto valutazioni in quanto presentati da altri.  Così si vedrebbe quanto ha lavorato per gli altri il povero e geniale ricercatore. Certo, sarebbe necessario un minimo investimento in software dal CINECA (diciamo un paio di mesi di stipendio di un nuovo associato ex legge Gelmini) ma forse ne vale la pena. Vede, prof De Nicolao, se si vogliono superare gli ostacoli si può sempre trovare una soluzione, magari imperfetta.

Il problema è che molti miei colleghi (non certo voi di ROARS, ci mancherebbe) non vogliono superare gli ostacoli. Vogliono solo che quest'incubo della VQR e delle abilitazioni nazionali finisca presto e tornare ai vecchi, comodi sistemi baronali.  I commissari giudicano le pubblicazioni leggendole (quelle del mio allievo sono geniali, quelle degli outsiders una schifezza). Le  promozioni vengono decise fra noi amici - non più in stanze fumose perchè fumare è politicamente scorretto. I colleghi ed amici sono tutti bravissimi (salvo quando si mettono in mezzo alla promozione mia o del mio allievo). Gli italiani devono solo pagare e non hanno diritto di sapere come i loro soldi vengono spesi.Etc etc.

Salve a tutti, questo e' il mio primo intervento su NfA. Ho una domanda. I parametri di valutazione per i settori scientifici sono esclusivamente di natura bibliometrica? Non e' prevista alcuna peer review? Indici bibliometrici come il numero di citazioni e l'h-index sono sicuramente indicativi, ma non sono - nella mia esperienza - i parametri considerati piu' importanti in nordamerica (almeno in Fisica). Certo, se c'e' un ricercatore con h-index 20 e professori ordinari in attivita' da molto piu' tempo con h-index 2, non c'e' bisogno di andare a guardare altri parametri per poter trarre delle conclusioni...

è prevista una quota di peer review (mi pare 10%)  anche per i settori scientifici. L'ANVUR pensa di usare questi dati come controllo degli indicatori bibliometrici

Sono d'accordo sull'opportunita' che per ogni docente e ricercatore sia pubblico l'elenco delle pubblicazioni sul sito del CINECA.  Aggiungo che sarebbe utile anche evidenziare alcuni parametri come il numero di citazioni, la frazione di auto-citazioni, le medie di settore, il numero di cofirmatari, dove vale la posizione nelle liste di firmatari,

Tuttavia sono sostanzialmente contrario a assegnare enfasi che ritengo sbagliate alla pubblicita' dei lavori selezionati per la recente valutazione ANVUR.

 

In primo luogo, suggerirei di mettere a disposizione del pubblico i risultati individuali della VQR.

[...]

Ciascun docente ha dovuto indicare i suoi tre migliori lavori dal 2004 al 2010 che ora l’ANVUR (www.ANVUR.org) sta valutando con una serie di procedure molto complesse.

 

La recente valutazione ANVUR e' diretta a valiutare non i singoli ma le strutture, dove una struttura e' un dipartimento universitario, oppure un settore disciplinare (es. fisica delle particelle) di tutto un ente nazionale di ricerca come l'INFN. Grazie ad una procedura bizantina che temo sia specifica dell'Italia, formalmente ogni ricercatore doveva scegliere i suoi lavori migliori (nel mio caso tre per valutare la mia universita' e tre per valutare INFN-GR1), ma il meccanismo di valutazione, per fortuna e merito ANVUR pubblicato prima della valutazione, prevede che nella valutazione di struttura ogni articolo duplicato perche' scelto da due ricercatori diversi della stessa struttura contasse negativamente. Ovviamente tutte le strutture si sono organizzate per indicare ai propri ricercatori quali articoli scegliere. Nel caso di dipartimenti piccoli con pochi collaboratori (come nel mio caso universitario) ho potuto scegliere con buona approssimazione le mie pubblicazioni piu' citate.  Nel caso di mega-strutture come INFN-GR1, la mega-struttura ha indicato ad alcune centinaia di ricercatori sparsi per l'Italia quali articoli indicare, con una limitatissima possibilita' di discuterne, nel mio caso che rientra credo nella media, gli articoli scelti erano mediocri rispetto alla gamma disponibile. Sarebbe stato estremamente piu' intelligente, lineare, trasparente, corretto chiedere 1) che ogni ricercatore elencasse ad ogni struttura le sue pubblicazioni 2) che ogni struttura scegliesse un elenco di lavori da inviare all'ANVUR, indicando anche quante delle firme sono associate alla struttura stessa.  In questo caso ogni ricercatore sarebbe stato associato, correttamente, alla totalita' dei lavori da lui firmati e inviati alla valutazione ANVUR. E la struttura sarebbe stata incentivata a fare le migliori scelte tra quelle disponibili.

Il fatto che la valutazione riguardi le strutture e non i singoli e' quindi un fatto di carattere sostanziale che distorce seriamente la scelta dei lavori migliori da parte dei singoli.  Chiedendo la pubblicazione dei lavori formalmente ma non di fatto scelti dai ricercatori, si darebbe enfasi ad un dato distorto. Sarebbe semmai piu' corretto chiedere che per ogni ricercatore sia pubblicato l'elenco completo delle pubblicazioni da lui firmate e sottoposte a valutazione ANVUR.

Il fatto che la valutazione riguardi le strutture e non i singoli e' quindi un fatto di carattere sostanziale che distorce seriamente la scelta dei lavori migliori da parte dei singoli.

Spiego: la valutazione in UK riguarda le strutture perché le strutture universitarie sono FONDAZIONI PRIVATE e non Enti Pubblici. Dalla qual cosa emerge un diverso carico delle responsabilità in merito al sistema universitario e della ricerca rispetto a modelli cosiddetti (anche impropriamente) anglosassoni.

Questo fatto NON è mai stato riportato dal Prof. G. Federico né da altri accoliti di nFA, ma è di tutta evidenza di importanza sostenziale per comprendere ciò di cui stiamo parlando.

RR

 

per favore, rileggiti e rileggi il mio post e la mia risposta a De Nicolao dove troverai esattamente la stessa proposta: indicare tutti i prodotti dell'autore sottoposti a verifica VQR, sia come autore principale che come co-autore. E poi ripeti venti volte: io sono un dipendente pubblico e devo rendere conto ai contribuenti di come ho usato il loro denaro

Anche a me non sembra molto sensato usare questa VQR come strumento di giudizio dei singoli: molto meglio basarsi sul database CINECA.

A questo proposito ho un dubbio: leggo nel post

 

La possibilità di essere commissario (per gli ordinari) o di presentarsi a concorso (per gli altri) dipende dal numero e dal tipo di pubblicazioni che risultano nel sito al 15 luglio 2012.

 

La deadline del 15 luglio 2012 e' valida anche per i candidati? Leggendo l'anticipazione del MIUR, mi sembrava di no...

 

Anche a me non sembra molto sensato usare questa VQR come strumento di giudizio dei singoli: molto meglio basarsi sul database CINECA.

 

 

Il data-base CINECA elenca pubblicazioni. Quindi al massimo fa sapere che X ha scritto un sacco - già un elemento che discrimina i (molti) che non hanno scritto niente.  La VQR offre una valutazione anche della qualità, seppure imperfetta. Se qualcuno ha un sistema alternativo, lo illustri

 

 

... è che tutti alzano gli scudi, sempre. Nella consulta regolamento del mio dipartimento, quando ho sostenuto che non era necessario includere nell'organo di programmazione (delle assunzioni) un professore per ogni area, ma, se il lavoro non fosse stato troppo gravoso, ne bastava un numero minimo (mia proposta 3) selezionato in base alla produttività scientifica (e su questo nel nostro dipartimento tutti conosciamo i più produttivi veri/finti annessi e connessi) e non su base elettiva. Poi questi, in base a parametri bibliometrici si potevano fare un'idea e poi di volta in volta consultare il referente d'area per opinioni più mirate. Apriti cielo.

 

Nessuno dice che il numeretto deve essere la tua vita, morte e miracoli, manco fosse il Q.I. nei tempi d'oro dell'istruzione USA che era il passaporta per i college d'orati...

 

Semplicemente il numeretto è un indicatore che va saputo interpretare, come TUTTI i numeri (e i Fisici lo dovrebbero sapere molto bene). Sicuramente un ricercatore con h-index pari alla sua età non è di certo uno scaldapoltrone, ma può essere un ottimo professore o un fenomeno generazionale se si tratta di Medicina o Storia.

Poi la valutazione del singolo è fatta di particolarismi, e lo sappiamo tutti e dovremmo essere tutti abbastanza grandi e vaccinati per rendercene conto. Quindi perchè non rendere pubblici anche i numeri ANVUR? Sono numeri, vanno contestualizzati, sempre, e nella valutazione del singolo in particolar modo, in un ambito più generale, ma sono indicativi "di qualcosa".

Ovvio che 3 pubblicazioni, scelte in modo non banale, non vogliano dire grachè sulla qualità della ricerca individuale.
Tuttavia se da miliardi di Terabyte di dati gli INFN-GR1 riescono ad estrarre una gaussiana a deviazione standard 5 per dire che quello il bosone di Higgs, saranno anche in grado da non farsi abbagliare da un singolo voto in scala 4, no?!

 

La speranza è che, questa sia la prima valutazione, poi ne segua un'altra in cui si valuta la migliore individuale, poi un'altra in cui si valutano le 5 del gruppo, poi un'altra...etc... Uno mette poi, dato che i numeri sono pubblici e pubblicati, un indice generico di VQR-ITA, anche questo da contestualizzare in cui schivare particolarismi etc... ma di cui sono convinto le grandi menti come quelle dell'INFN-GR1 (e GR4 così mi autoincenso un po' anch'io :P) possano farne un ottimo uso. C'è del potenziale, una volta superate le remore iniziali.

Purtroppo credo che a Fantoni (che conosco) un po' manchino le palle per fare una cosa simile, negli incarichi politici si è trasformato in un agnellino rispetto al suo periodo, imho più illuminato, da Montecarlista Multicorpi...

Piu' dubbio il fatto che studenti, e stampa, riescano invece a contestualizzare correttamente tale numero, ma anche aiutati da un placement all'uopo nel resume Cineca, come suggeriva qualcuno, credo non sia così difficile.

Personalmente sarà contento se si apriranno i dati CINECA al pubblico (il dato di cosa una ha "pubblicato" è per definizione "pubblico"). E non vedo cosa ci sia di male nell'aggiungere a fianco dei lavori valutati, il giudizio che hanno avuto.

 

Questo non è "valutare i singoli" (che sarebbe profondamente ingiusto per i motivi sopra riportati), ma semplicemente appendere ad alcuni dati una bandierina che ne segnala la qualità relativa.

 

Tanto ognuno di noi avrà pubblicazioni valutate e pubblicazioni non valutate. Detto questo, non mi aspetto grandi rivoluzioni da una misura del genere.

Gli esperti di settore potranno fare valutazioni che riescono a fare già oggi. Per quel che mi riguarda (la matematica) vado su MathSciNet e trovo dati più completi ed esaurienti di quelli che trovo al CINECA (elenco delle citazioni, recensioni, ecc...) ed è così, di solito, che mi faccio un'idea abbastanza ragionevole di quali colleghi siano dei geni, quali in gamba, quali debolucci o, in qualche caso, cialtroni. Ma le persone non del settore non avranno grandi possibilità di capire. A parte i pochi casi di persone che non pubblicano quasi nulla, come fare a spiegare al grande pubblico che International Journal of Mathematics è una rivista di fascia alta mentre International Journal of Mathematics and Mathematical Sciences è una rivista nella quale basta pagare per pubblicare? Intendo dire che per chi li sa interpretare i dati ci sono già oggi, senza bisogno del CINECA; chi ha bisogno dell'interprete si assume i rischi del caso...

 

Detto questo, sinceramente, non avrà costo zero ma chiedere al Cineca una interfaccia che funziona decentemente e che, soprattutto, importa automaticamente i dati (quantomeno delle pubblicazioni con DOI) sarebbe il minimo. Perché questo VQR sarà anche gran cosa ma finora ha fatto perdere sia a ricercatori bravi che a ricercatori somari un sacco di tempo ad inserire in un database dati che erano già disponibili. Se mi dicono che lo devo fare lo faccio. Ma non mi sembra una allocazione di risorse particolarmente efficiente quella in cui si assumono ricercatori per fargli passare pomeriggi a mettere i loro dati in un sito. (Sì, sì, è un problema da poco... io quest'anno, intanto, ho fatto quest'operazione, curriculum incluso, in almeno 4 siti diversi, visto che il numero di pubblicazioni richieste, il numero di parole del curriculum, la formattazione - ho pure dovuto fare un curriculum in Word perché pare un ufficio della mia Università non sia a conoscenza di una cosa chiamata PDF - erano sempre diversi; ore e ore e ore buttate al vento)

 

Personalmente sarà contento se si apriranno i dati CINECA al pubblico (il dato di cosa una ha "pubblicato" è per definizione "pubblico"). E non vedo cosa ci sia di male nell'aggiungere a fianco dei lavori valutati, il giudizio che hanno avuto.

Questo non è "valutare i singoli" (che sarebbe profondamente ingiusto per i motivi sopra riportati), ma semplicemente appendere ad alcuni dati una bandierina che ne segnala la qualità relativa.

 

 Su questo sono sostanzialmente d'accordo. Perche' la cosa sia uniforme ciascuno dovrebbe avere le tre "bandierine" sui propri lavori migliori, non importa se segnalati personalmente o da un coautore (questo perche' per la VQR i lavori son stati segnalati in modo da massimizzare il punteggio della struttura piuttosto che quello del singolo). 

 

Detto questo, non mi aspetto grandi rivoluzioni da una misura del genere.

 

Neanche io;  ma se e' gratis, benvenga.

visto che hai introdotto l'argomento, qualche osservazione.  il SW del Cineca aveva funzionalita' piuttosto scadenti prima della VQR ma e' stato migliorato per la VQR e consente l'immissione automatica dei lavori da ISI web of science almeno. Questo e' un enorme aiuto per chi pubblica molti lavori in collaborazione. In precedenti occasioni avevo dovuto scrivere delle script per aggiornare i miei lavori, perche' al contrario di molti colleghi non sopporto di passare ore in compiti stupidi e ripetitivi che possono essere automatizzati. Considerato che il SW Cineca serve ~50k utenti, si potevano investire piu' risorse e meglio di quanto fatto finora per renderlo funzionale, sarebbero stati soldi e impegno ben spesi che avrebbero risparmiato tempo a molte persone. Ma e' difficile far passare queste idee in una burocrazia formalistica e irrecuperabile alla civilta' e all'efficienza come quella italiana. Tra i difetti maggiori che rimangono ora sono la visualizzazione assurda e inefficiente di lavori con molti autori, la difficolta' di gestire grandi numeri di pubblicazioni, il fatto che sia l'importazione che l'esportazione della bibliografia falliscono senza chiarire il motivo una volta che sia superato un (modesto) numero massimo di pubblicazioni. Il SW Cineca sembra impostato per un ideale di universitario umanistico del millennio passato, che pubblica un libro o un articolo ogni 5 anni da solo o col suo portaborse, incapace di usare la tecnologia se non come dattilografo. Per fortuna che almeno in occasione della VQR si sono dati una mossa, ma ci sarebbe ancora molto da fare.

Su vari blogs, roars in testa divampano polemiche furiose e continue critiche specifiche e non sulle attuali procedure di reclutamento coinvolgenti ANVUR ed i gruppo di valutazione.

 

Uno degli argomenti più ricorrenti è che in nessun paese vige un simile sistema basato su parametri rigidi etc.

 

Sono d’accordissimo sul fatto che il sistema di reclutamento italiano non è applicato tal quale da nessuna altra parte.

 

In Germania, ad esempio, che è il paese che conosco meglio dopo l’Italia, le posizioni di PO e PA (W3 e W2 per la precisione) vengono annunciate pubblicamente una per una ed una commissione fatta di Docenti con rappresentanti delle varie

fasce (studenti undergraduate, dottorandi, post-doc, amministrativi etc.) sceglie il più adatto a ricoprire la posizione.

 

Non ci sono vincoli tipo le mediane etc. Siamo d’accordo.

 

Un forte vincolo però è il senso della decenza di quel popolo. Non ci sono state mai mogli, amanti o semplicemente qualche scimpanzè schiavo dell’ordinario di turno a ricoprire posizioni.

 

Almeno nella mia materia (Chimica) conosco vari colleghi, chi più chi meno bravo ma tutti al di sopra di una soglia che è ben al di sopra della decenza.

 

Nel nostro paese quando abbiamo avuto lo stessa libertà è sotto gli occhi di tutti cosa è successo. Ope legis a parte (questo meriterebbe un intero post), il meccanismo concorsuale locale, nelle mani di noi “incivili” e senza alcun senso delle istituzioni che rappresentiamo è diventato un modo per autopromuovere praticamente tutti quelli che si poteva. Con il solito atavico criterio degli amici degli amici.

 

In molte università si è arrivato all’assurdo che una percentuale superiore al 100 % del FFO fosse impegnata in stipendi.

 

Molte delle affermazioni dei super-critici (roars in testa) sarebbero anche condivisibili ma solo in astratto per uno che viene da Marte. Tenuto conto dello stato attuale, purtroppo, il “commissariamento” delle mediane mi sembra uno dei pochi modi per cominciare ad invertire questa tendenza.

 

Allora inviterei i colleghi italiani a smetterla di frignare ad ogni passo che fa l’ANVUR, il ministro, il ministero etc. Non ne usciamo affatto bene.

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Alcuni blogger (vedi il collega De Nicolao critica la nomina politica dell’ANVUR. Ma mi qualcuno mi dovrebbe spiegare chi dovrebbe nominare l'ANVUR?

 

Il CONI, la CEI, la giuria di Miss Italia?

 

Finisco con una nota di colore.

 

Una delle piaghe principali del nostro sistema di ricerca è quella dell’impiego degli scimpanzè nella ricerca scientifica.

 

Il sito action.humanesociety.org lancia una campagna contro l’uso di questi simpatici animali nella ricerca scientifica.

 

Qualcuno dovrebbe comunicargli che qui in Italia se la passano molto meglio e parecchi se abbastanza schiavi dell’ordinario giusto sono diventati Prof.

 

Almeno in qualcosa siamo riusciti ad essere all’avanguardia.

 

 

i parametri rigidi non piacciono a nessuno, ma in un sistema estremamente corrotto, non c'e' altra misura efficace. Piu' avanti, se e quando cambieranno le cose. si potranno allentare i parametri.