Il prezzo del petrolio e gli speculatori

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Solo due mesi fa il prezzo del petrolio era arrivato a $150 al barile. Che ruolo avevano giocato gli speculatori?

Quando all'inizio di luglio il prezzo del petrolio è arrivato a $150 dollari al barile, sono stati in molti ad attribuirne la responsabilità agli speculatori. Lo hanno fatto alcuni membri del Congresso americano e anche il nostro Ministro dell'Economia, che ha anche proposto un piano al G8 su come combattere la speculazione. Alcuni giorni fa, come ha segnalato il Wall Street Journal, la Commodity Futures Trading Commission ha pubblicato un rapporto in cui si analizzano le transazioni sul mercato dei futures di diversi beni - tra cui il petrolio - nel periodo gennaio-giugno 2008. Due sono i risultati principali contenuti in questo rapporto.

Il primo è che, mentre in questi sei mesi i prezzi del petrolio salivano fino a toccare il picco l'11 luglio, c'è stata una costante diminuzione della quota di contratti future detenuti dagli "speculatori" (swap dealers).

Il secondo è che, nello stesso periodo, il numero di contratti posseduti dagli "speculatori" che scommettevano su un rialzo del prezzo del petrolio è diminuito dell'11%.

I dati della CFTC, insomma, anche se non risolutivi, non forniscono grande evidenza a favore di chi credeva che gli speculatori avessero giocato un ruolo cruciale nello spingere verso l'alto il prezzo del petrolio.

 

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Commenti

Ci sono 30 commenti

Interessante, attendevo un articolo di questo tipo. In particolare riguardo la speculazione su petrolio, c'è una confusione in internet davvero incredibile (confusione aggravata ancor più da tremonti :_D).

 

 

In questa pagina hanno raccolto dati occupazionali USA per il settore finanziario, 1992-2008. Il colpo d'occhio e' notevole.

sec ind employment data

 

Quindi, appurato che non c'e' stata l'attivita' di "speculatori" o comunque che e' stata di entita' molto ridotta, a cosa sono dovute queste fluttuazioni cosi' elevate del prezzo del petrolio?

Da quanto riesco a capire io, tra la Russiache assume posizioni rigide di politica internazionale e Chavez che "alza i toni" delle sue polemiche con l'espulsione dell'ambasciatore USA dal Venezuela, mi sarei aspettato un ulteriore aumento del costo del greggio.

Quali altri fattori sono entrati in gioco che hanno provocato questo abbassamento dei prezzi?

 

 

Lo "spettro", ormai sempre piu' concreto, di una lunga recessione in molte zone-chiave del pianeta, e piu' in generale di un rallentamento dell'attivita' economica su scala globale.

 

si consuma meno petrolio

 

Signor Pannunzi mi pare ovvio che gli speculatori si sono ritratti, impauriti dalla campagnia anti speculazione lanciata dal  ministro Tremonti al G8 di Tokio!

Battute a parte grazie per il post che ci da informazioni difficili da trovare altrove (se non si è economisti)

PS

è per post come questi che adoro NFA :-) 

 

Innanzitutto grazie per il post, stringato, ma con un link molto interessante. La domanda che pongo, dopo aver letto che la speculazione c'entrava come i cavoli a merenda è :cui prodest ? Chi ha veramente tratto profitto dalla folle corsa del greggio, dato che il prezzo pagato dalle compagnie estrattrici dovrebbe essere diverso da quello dello "spot market"? Lavoro nel campo delle materie plastiche, ed i listini delle materie prime (e quello che uso io sono di altissima specializzazione) non hanno risentito in maniera così ampia delle fluttuazioni del greggio, per cui posso dire che la speculazione si è riflessa in massima parte sulla benzina e sull'energia, inoltre vedo che il petrolio scende, il prezzo della benzina no.

Perchè ? cui prodest ?

Fausto hai qualche altro interessante link a tal proposito ? Come si annunciano gli utili delle compagnie petrolifere ?

 

Il sito con le informazioni più accurate sul mercato del petrolio che io conosca è quello della International Energy Agency. Ci sono poi dei post interessanti, ma spesso troppo tecnici per me, qui

 

 

Non son sicuro che sia corretto porre la domanda ''cui prodest''. Sembra sottendere l'ipotesi che ci sia stata una manovra orchestrata da uno o pochi manipolatori che hanno tratto profitto dall'aumento della volatilità nel prezzo del greggio. Non c'è nessuna evidenza che questo sia accaduto, o almeno io non la conosco. I produttori di petrolio beneficiano dall'aumento del prezzo, e ovviamente fanno di tutto perché aumenti (con cartelli vari), ma non mi pare affatto chiaro che traggano beneficio dall'aumentata volatilità. Senza ulteriore informazioni dire che non ha beneficiato nessuno. Molti mercati, incluso quello del petrolio, passano periodi di maggiore turbolenza nei prezzi.

 

D'accordissimo con Michele..DIPENDE.

aggiungerei solo una nota all'ultimo tuo paragrafetto...dico solo che secondo me nei prezzi dei futures sono comprese anche le informazioni sul fatto che alcune scorte di petrolio siano lasciate "giacere" sotto terra..nel senso che il prezzo sconta il fatto che vi sia questa possibilità, perchè in realtà tutti gli operatori sanno quanto siano le scorte totali di ogni singolo paese e quali siano i contratti di utilizzazione sottostanti.

Credo che una gran parte delle fluttuazioni dei prezzi del petrolio possa essere spiegata semplicemente dalle variazioni delle aspettative sul fabbisogno di greggio nel mondo (pressione dal lato della domanda e basta insomma).

 

Yup ... concordo pienamente. La mia nota era scritta di fretta, indeed. Se avessi la capacità di spiegare la relazione fra prezzi spot e futures, well ... forse farei ancora nFa (perche' e' una figata parlare con gente intelligente) ma da dopo essermi comprato Place Vendome!

 

Fausto, ma quel sito che hai segnalato www.theoildrum.com è un'autentica miniera ! Grazie ! Segnalo, en passant, che, secondo alcuni degli estensori del sito, l'attuale crisi finanziaria è figlia dell'esplosione del prezzo del greggio (che strano, secondo loro la "speculazione al rialzo" di alcune compagnie finanziarie ha avuto un ruolo non da poco, mah...più frequento gli economisti più mia moglie mi vede nervoso), e con la corsa di prezzi di benzina e prodotti alimentari la gente ha avuto meno soldi per pagare i mutui, avvitando su se stessa la croisi finanziaria.

Chiudo, per voi amerikani, con l'intervista a GT del TG1 ore 20,30, che ha detto (more or less) : ben gli sta, lo dicevo nel mio ultimo libro che gli USA stavano finanziando la globalizzazione, indebitandosi e comprando merci a basso costo dalla Cina, adesso meno finanza e più cose concrete, dove noi siamo messi molto bene, perchè siamo il secondo paese manifatturiero dopo la Germania(penso si riferisse all'Europa, ma non lo ha detto).

Concludo: lavorando per e con il manifatturiero sono molto contento  di avere un ministro come GT !

 

 

Chiudo, per voi amerikani, con l'intervista a GT del TG1 ore 20,30, che

ha detto (more or less) : ben gli sta, lo dicevo nel mio ultimo libro

che gli USA stavano finanziando la globalizzazione, indebitandosi e

comprando merci a basso costo dalla Cina, adesso meno finanza e più

cose concrete, dove noi siamo messi molto bene, perchè siamo il secondo

paese manifatturiero dopo la Germania(penso si riferisse all'Europa, ma

non lo ha detto).

Concludo: lavorando per e con il manifatturiero sono molto contento  di avere un ministro come GT !

 

Oh bella, e perche'? Anche assumendo che la sua tesi sia corretta (e secondo me e' vero il contrario, vedi piu' avanti), l'attuale stato di turbolenza sui mercati finanziari non dipende certo dalla presenza in via XX Settembre del Commercialista con i Calzini a Pois.

Se poi il suddetto CciCaP davvero vuole il bene del Paese, non vedo come possa rallegrarsi del fatto che l'Italia ha un'industria che compete con quella della Cina, dove i salari sono 20 volte inferiori. Il fatto che competerci sia per l'Italia un'impresa persa in partenza non dipende certo dal fatto che gli USA compravano indebitandosi: anche a pagare c.o.d. quello che conta e' il rapporto qualita'/prezzo; e in ogni caso Wal-Mart non passera' da prodotti made in China a prodotti made in Italy proprio ora che la crisi economica sta cominciando a intaccare i consumi (semmai il contrario).

E se poi vengono messi dazi per proteggere produttori locali inefficienti, chi ci rimette sono i consumatori locali (che numericamente sono molti di piu' dei produttori). Un governo decente che voglia garantire bassa disoccupazione e salari elevati ai propri cittadini dovrebbe semmai cercare di elevare il valore aggiunto della produzione locale, il che richiede una pubblica istruzione funzionante e una buona infrastruttura. Invece quello che l'Italia ha da molti decenni e' esattamente il contrario, frutto di politiche che coccolano produttori inefficienti e corporazioni d'ogni tipo, punendo contribuenti e consumatori. Risultato? Servizi da terzo mondo a prezzi da primo, investimenti stranieri trascurabili (e vorrei vedere: che direbbero poi i Colaninni e Toti vari nel vedere il loro giardinetto calpestato dai barbari?) e prodotti da esportazione sempre meno competitivi.

 

Marco, sono felice che il sito che ti ho segnalato ti sia piaciuto. E' veramente molto ricco di post interessanti, anche se ti confesso che alcuni sono veramente troppo specialistici, almeno per me.

Sull'intervista al Tg1 del nostro Ministro dell'economia, che dire? Che ho esami tra poco e devo chiudere qui il mio commento. 

 

 

Conosco un po' l'argomento. In pratica. 

Mi sembra che qui nessuno lo ha ancora detto ma c'e' una relazione intermarket che se non e' la spiegazione aiuta pero' a capire alcune cose.

Su Keynes concordo con Michelangeli. Era uno speculatore accanito e anche bravo. Da vecchie letture mi sembra di ricordare che seguisse con attenzione l'andamento della soia, pork belly, ecc. informandosi accuratamente sui raccolti Usa e cosi' via. Mi pare che investisse soprattutto fondi dell'Universita, di cui era amministratore. Con ottimi risultati (e' la prima volta che intervengo, spero proprio che la memoria non mi abbia giocato un brutto scherzo). E se la Gelmini...

 

 

 

Mi sembra che qui nessuno lo ha ancora detto ma c'è una relazione

intermarket che se non è la spiegazione aiuta però a capire alcune

cose.

 

Dai, spiegacela che capiamo anche noi. Parché qua no se capise gnente sinò!

Ah, Marco Esposito: vara che la crisi dei mutui in 'merica la ga cominsia un ano bon, anca de più, de prima che cominciase a cresar tanto el preso de la benzina e degli alimentari. E po': saran povareti li americani, ma quanto spendeli in benzina e pan? Tanto come por la casa? Casete picole ...

 

 

Mi dispiace che in tutto questo dibattito abbiate tralasciato la vera causa della caduta del prezzo.

Ma non vi ricordate più che Berlusconi aveva minacciato due mesi fa che se il prezzo non fosse sceso rapidamente avrebbe costruito un sacco di centrali nucleari e gli sceicchi sarebbero morti di fame?

 

Segnalo questo articolo sugli effetti delle restrizioni sullo short selling decise dalla Sec sul mercato dell'energia

 

Su Rai Tre sta andando in onda "La Storia siamo noi". E' una puntata registrata, come dice la scritta in sovraimpressione, del 7 maggio 2008. Domanda di Minoli: ma quanto dell'aumento del prezzo del petrolio è dovuto alla speculazione? Incredibile ma vero, ecco la risposta di Tremonti: "Purtroppo molto poco. Basta aprire un atlante e vedere la Cina, l'India per capire che il prezzo del petrolio è elevato perchè la domanda è elevata". Due mesi dopo avrebbe proposto al G8 il piano anti-speculazione.