Paginetta di appunti: (II) Le colpe dei tedeschi

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Continuo con gli appunti sulla crisi debitoria europea per compiacere i collaboratori vicini e lontani dai volti e menti inquietanti.

I tedeschi non piacciono agli italiani. Mai piaciuti, troppo presuntuosi e duri. E poi amiamo prenderli in giro, che ci paiono un po' sempliciotti (Fragole, bone - maionese, bona - insieme: wunderbar!). In questi giorni piacciono ancora meno del solito, che stanno facendo crollare l'Euro.

Lo stereotipo del tedesco duro ma un po' semplice e' popolarissimo in Italia. Non mi interessa discutere lo stereotipo per se', ma mi interessa notare come esso sia usato oggi - immagino inconsciamente, come quasi sempre sono usati gli stereotipi - come strumento retorico per suggerire che proprio i tedeschi siano gli affossatori dell'Euro. Due semplici esempi usati spesso nel dibattito corrente. (Avevo un paio di citazioni, ma questi esempi sono cosi' comunemente utilizzati che non vale la pena riportarle - ai lettori il compito di produrre una lista)

Esempio 1.

I tedeschi vogliono punire i paesi indisciplinati.  Imporre l’austerità di bilancio a paesi in recessione.

Esempio 2.

i tedeschi rifiutano di monetizzare il debito perche' memori/terrorizzati/ossessionati dell`iperinflazione tra le due guerre.

Ripeto, non mi interessa l'uso dello stereotipo. Essere politically correct non e' un mio obiettivo - i tedeschi non mi piacciono e mi fanno spesso paura - e non dubito che in questo momento i tedeschi sui loro giornali stiano usando a piene mani gli stereotipi su greci e italiani - che non lavorano, si divertono, e poi vogliono far pagare il conto agli altri.

Quello che mi interessa e' provare a scardinare la patina di verita' che lo stereotipo da' alla posizione di coloro che adducono ai tedeschi la colpa della fine del mondo prossimo venturo. Gli stereotipi saranno anche veri, ma in quello che sta succedendo non c'entrano proprio nulla, anzi portano a conclusioni secondo me errate.

No, i tedeschi saranno duri, ma non stanno punendo "i paesi indisciplinati" per proprio personale moralismo o sadismo. Sono "i paesi indisciplinati" che hanno fatto casino e stanno scappando dalle proprie responsabilita'. Non siamo Alice nel Paese delle Meraviglie - semplicemente i tedeschi non vogliono pagare per una festa cui non hanno partecipato.

E i tedeschi saranno sempliciotti, "terrorizzati" dall'iperinflazione di Weimar. Ma siamo noi a non ricordare l'inflazione degli anni 70, in Italia, in Israele, in America Latina, negli Stati Uniti....Dovrebbe bastare questo, senza bisogno di andare a prima della guerra come i semplici tedeschi, a farci temere una BCE non indipendente dalla politica dei governi.

Concludo: la vera colpa dei tedeschi (e dei francesi), in tutta questa crisi, mi pare consista nel non aver lasciato la Grecia al proprio destino di paese irresponsabile all'inizio - e di non averlo fatto, forse, per proteggere il proprio sistema bancario.

PS: Ex post, il sistema bancario di Francia e Germania naturalmente si e' fatto un baffo del 50% di default della Grecia. La difesa del sistema bancario che spesso ci vogliono far credere e' difesa del sistema dei pagamenti di una nazione, e' spesso piu' semplicemente solo difesa degli interessi degli azionisti delle banche.

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Commenti

Ci sono 86 commenti

 

E i tedeschi saranno sempliciotti, "terrorizzati" dall'iperinflazione di Weimar. Ma siamo noi a non ricordare l'inflazione degli anni 70, in Italia, in Israele, in America Latina, negli Stati Uniti

 

 

Dal 1973 al 1985 tasso incremento prezzi ingrosso (i primi che ho trovato) 14.5% Italia, 11.5% UK, 9.9% Francia, 7.8% USA 6.5% Giappone e 4.5% Germania - il pù basso, ma non proprio zero

 

Perché questo post non si vede in homepage?

Perché questo post non si vede in homepage?

Confermo, neanch'io.

Non lo so, a me pare che la critica ai tedeschi sia che si oppongono a qualcosa che avrebbe dovuto essere fatto anni fa (almeno in concomitanza con l'entrata in vigore dell'euro, se non prima): l'unione delle politiche fiscali, e il rafforzamento del ruolo della BCE, l'emissione di eurobond. In sostanza, passi in avanti verso un'unione federale più stretta. Non lo si è fatto allora, ed è uno dei motivi per cui i paesi i paesi indisciplinati hanno potuto fare casino: è probabilmente ingiusto che adesso possano scappare dalle proprie responsabilità, ma è ora di farlo. Altrimenti, l'unione europea non può funzionare come si deve.

E la posizione di Mario Seminerio, che critica la Germania perché sarebbe dietro allo stress test della European Banking Authority di Ottobre, che penalizzò fortemente le banche Italiane?

E' chiaro che la Germania non deve pagare per le feste alle quali non ha partecipato, ma unire una stretta fiscale dopo l'altra ai mercati sfiduciati non è semplicemente una ricetta per il fallimento?

 

 

L'inflazione degli anni 70' in Italia era eccessiva, negli altri paesi era tollerabile. E anche da noi, è forse morto qualcuno d'inflazione? In Cina, in questi ultimi anni, risulta almeno doppia della nostra, qualcuno se ne lamenta?
Se si mettono insieme paesi con un'inflazione del 5-10% e paesi sudamericani dove era del 100%, si mettono insieme situazioni diametralmente opposte, non facendo un buon servizio alla tesi. E la tesi è che l'inflazione va combattuta ad ogni costo, prima di ogni considerazione.

Invece l'inflazione della moneta è solo uno dei tanti elementi che compongono il benessere di una popolazione, e laddove il benessere lo richieda, può essere pragmaticamente trascurata, permettendo una pragmatica risalita.

Esistono diverse falsità, accettate acriticamente, sull'inflazione.
Per esempio, che è una tassa sui poveri. Scusate, ma se uno non ha niente, cosa ci perde se il denaro vale di meno? La sua situazione può solo migliorare.
L'inflazione viene invece combattuta da coloro che hanno raggiunto alte rendite di posizione garantite giuridicamente, che poi sono quelle che compongono le nostre burocrazie. Vedrebbero valer meno il valore di quelle posizioni, che in una situazione di inflazione stabile sarebbe garantita.
L'inflazione strisciante inoltre è uno stimolo ad investire, ad ingegnarsi affinché il futuro sia garantito dall'abilità e dall'iniziativa, non dal denaro accumulato o dalla posizione raggiunta.

La spropositata crescita della finanza parassitaria, rispetto alle attività produttive, è figlia della cultura della stabilità dei prezzi, questo è innegabile. L'enorme massa di debiti e crediti esistente a livello mondiale non si sarebbe potuta creare in una situazione di incertezza sul valore della moneta. E avremmo molti problemi in meno.

 

Per capire la pericolosità dell'inflazione invito a leggere l'ottimo libro (scritto nel 1975) di Adam Fergusson "Quando la moneta muore" sull'iperinflazione tedesca all'epoca della Repubblica di Weimar.

Il titolo originale è "When Money Dies: The nightmare of the Weimar hyper-inflation"

In Cina se ne lamentano e come!!! Infatti ci sono e ci sono state periodiche rivolte di operai contro il caro vita. In India dove il prezzo del latte e' raddoppiato in poche settimane se ne lamentano e come. 

Affermare che l'inflazione sia uno stimolo ad investire equivale ad affermare che gli asini volano.

Quanto alla finanza parassitaria e l'inflazione, sappi che in paesi tipo la Turchia o il Brasile ai tempi d'oro (dal tuo punto di vista), le banche facevano profitti da favola. Il perche' dovrebbe essere chiaro a qualsiasi persona di buon senso.

La spropositata crescita della finanza parassitaria, rispetto alle attività produttive, è figlia della cultura della stabilità dei prezzi, questo è innegabile.

 

Forse più che di una maternità si dovrebbe parlare di una condizione maieutica, cioè ausiliare ma non originante? Secondo me la crescita della finanza parassitaria (che molti però ritengono la più grande innovazione dell'ingegno umano) è legata a molte altre cose...

Fermo restando che di cavolate ne girano tante, troppe, vorrei far notare che non solo le banche francesi e tedesche sono ben lontane da un modello di efficienza, ma che le stesse stanno scaricando titoli di stato italiani e spagnoli e di altri paesi "periferici" contribuendo non poco alla pressione sui titoli di stato dei paesi area "euro", questo perchè la liquidità internazionale sta lasciando l'area euro, e Francia e Germania hanno comunque da finanziare i loro pesanti deficit, e chi lo spiega a un tedesco che lui paga più interessi sui "bund" perchè la liquidità è poca e quando una merce scarseggia la si paga di più, anche se sei la "grande germania" ?

L'area euro è grande, molto grande, non può essere preda di attacchi "speculativi", ma ha un problema di debiti degli stati che drenano liquidità, se per motivi esterni (i debiti degli stati sono aumentati a livello mondiale) la liquidità scende chi ha soldi preferisce investirli su titoli più "sicuri", parliamo ovviamente di fondi che investano in monetario, gli speculativi investono in altro, e in questo giro non c'entrano.

Il cerchio è quindi questo: poca liquidità in giro, le banche nazionali investono soprattutto nei titoli domestici o a sicurezza elevata (?), disinvestendo negli altri titoli monetari, le nazioni i cui titoli sono disinvestiti sono nazioni ad elevato debito accumulato, o con fragilità (dal punto di vista dell'investitore), da qui i differenziali sui tassi. Nessun complotto o stupidità, provate voi a vendere le albicocche a giugno, o a dicembre, e scoprite da soli le differenze.

Non è la colpa dei tedeschi o dei francesi, ma la nostra vigliaccheria la causa dei nostri problemi: quando nel 2007 eravamo al 103.6 %, nel 2008 al 106,2 % noi accettammo di violare il rapporto deficit/Pil insieme agli altri paesi UE perchè si doveva abolire l'ICI per motivi elettorali, senza fare alcuna ristrutturazione o taglio delle spese. Nel 2009 siamo arrivati al 116%. I colpevoli sono ancora lì, e qualcuno parla pure.

aggiungo: ferme restando le nostre pesanti e innegabili responsabilità, anche l'ondivaga gestione della crisi da parte della Merkel ha contribuito ad aggravare le cose. Prima gli stati se la dovevano cavare da soli, poi i debiti verso l'efsf sono senior, poi le banche devono essere compartecipi delle perdite, ora ha fatto retromarcia. un casino.

Ancora, imporre politiche di bilancio restrittive a tutta l'area euro  in periodo recessivo  non  mi sembra una gran pensata, come non lo è cercare di far adottare a tutti il modello tedesco. Sia chiaro non sto dicendo che il modello mediterraneo va bene, ma se tutti diventiamo paesi export oriented, a chi esportiamo, verso la luna?

Infine l'accordo raggiunto ieri a me pare pessimo. Come più volte ampiamente documentato qui, non è necessaria una unione fiscale, semmai un vero mercato unico a cominciare da quello del lavoro. Soprattutto se si cede una tale fetta di sovranità, questo può esser fatta solo verso una istituzione federale che risponda democraticamente ai cittadini non verso un'elite intergovernativa. E' una rottura dei più basilari principi di rappresentanza, enorme dal mio punto di vista.

L'ultima chicca, e concludo il mio pistolotto, è la perla dell'accoppiata noyer sarko, il carry trade banche titoli di stato: non è proprio il meccanismo col quale la crisi s'è propagata ed incancrenita?

Sono andato a vedere sul sto BCE le serie storiche dei tassi di interesse dei vari bond europei.

La crisi ha iniziato a dare i suoi effetti sui conti pubblici degli stati euro a partire da agosto-ottobre 2008, quando "nasce" lo spread intra-euro: nel settembre 2008 lo spread grecia-germania supera la soglia psicologica (come la crisi) dei 100 punti. Prima di questa data lo spread non ha mai superato per nessun paese questa cifra.

A partire da questa data, mentre alcuni paesi europei si sono trovati regolarmente a pagare interessi superiori a quelli pre-crisi (Grecia, Irlanda), altri invece hanno iniziato a pagare interessi inferiori.
Il Portogallo ha iniziato a vendere bond a interessi superiori nella primavera 2010, la Spagna nell'autunno, l'Italia nella primavera 2011, la Slovacchia nell'estate 2011.
Gli altri pagano di meno.

Tutto questo per dire che quello che ho trovato io è coerente con quello che scrivi tu.

I tedeschi saranno anche sempliciotti ma hanno integrato i laender orientali in una decina d'anni, noi da 150 anni non abbiamo avvicinato il nord e il sud. Quello che i tedeschi non faranno mai è pagare il ns. tenore di vita, e le nostre ingiustizie che tutti all'estero conoscono.

Dovremmo essere noi a mettere ordine in casa nostra, non tanto con nuove tasse sui soliti noti, ma con maggior giustizia: per esempio perchè nessuno parla delle regioni a statuto speciale? i trentini pagheranno le accise sulla benzina, ma quello che pagano non andrà a ridurre il fabbisogno statale (peraltro fatto di spese clientelari e inutili), andrà invece sperperato dalla Provincia in spese assurde ancora maggiori (contributi pubblici a chi imbianca la casa, pubblicità alle mele, contibuti a pioggia).

Non aggiungo altro di altre regioni su cui gli aneddoti si sprecano

La vera colpa dei tedeschi consiste nell'aver buttato a mare il Patto di Stabilita' quando loro avrebbero dovuto dare il buon esempio. Adesso e' dura mettere insieme i cocci del vaso di Pandora. 

E' quello che ho detto pure io sopra. La nostra colpa è stata di non aver detto nein.

Agreed. Tutto il resto è aria fresca para-fascista.

La vera colpa dei tedeschi consiste nell'aver buttato a mare il Patto di Stabilita' quando loro avrebbero dovuto dare il buon esempio. Adesso e' dura mettere insieme i cocci del vaso di Pandora.

Vediamo di mantenere uno standard di informazione almeno comparabile con quello che tipicamente usi nei tuoi articoli.

Il Patto di Stabilità venne "sforacchiato" nel 2003 per il fatto che sia la Francia sia la Germania bloccarono, nel Consiglio, l'adozione delle sanzioni proposte (giustamente e doverosamente) dalla Commissione, in applicazione delle "rigide" prescrizioni dei Trattati, relativamente al limite del "3%". Lo fecero, da una parte perchè in primis la Francia e in secundis Schroeder volevano considerare il ciclo economico (che, come si ricorderà, fra il 2001 e il 2002 era stato abbastanza negativo), e dall'altra intendevano fare uno sberleffo a Prodi e alla Commissione, per far capire chi era che comandava (loro, gli Stati). Certamente l'Italia di Berlusconi sostenne codesto "sberleffo".

Però va notato che (1) lo sforacchiamento, da un punto di vista quantitativo, era decisamente limitato, e (2) il Patto rimase sempre in vigore, seppure con una modifica formale per incorporare "più flessibilità". Ad esempio, nel 2005, erano 13 i paesi sottoposti alla procedura di deficit eccessivo (tuttavia, appunto, senza le sanzioni pecuniarie), e nel giugno 2007, ne rimanevano sette: l'Italia e il Portogallo fra gli Stati membri dell'area dell'euro, nonché il Regno Unito, la Repubblica ceca, l'Ungheria, la Polonia e la Slovacchia.

Certamente il punto politico fu rilevante, come lo stesso Monti tiene a ricordare, però sarebbe al di fuori della realtà far discendere da quella decisione tutte le difficoltà odierne. E' stata la mega-crisi che, dal 2008, ha slavazzato via le capacità di controllo dei conti in molti Paesi - basti solo ricordare il caso della Spagna che era addirittura in surplus, con una crescita superiore al 3%, e vedere come si trova adesso.

In realtà riaffermare il limite del 3% significa tornare al vero spirito del Patto secondo il quale bisogna mantenere idealmente il pareggio di bilancio, ordinariamente (infatti è stata introdotta la nuova regola d'oro dello 0,5%, da inserire nelle Costituzioni), e poi il limite del 3% diventa eventualmente accettabile come barriera rigida in caso di "ciclo negativo", al di là del quale c'è invece una colpa dello Stato in questione.

Si noti che la questione teorico-politica non è affatto risolta per bene, con il consenso che serve, basti pensare alle dichiarazioni di Hollande, candidato socialista all'Eliseo, che ha detto di non voler accettare alcun giudizio "giuridico" della Corte di Giustizia su questa "regola d'oro", ma rimanere sempre a livello di istanze politiche. 

RR  

 

  

 

Concludo: la vera colpa dei tedeschi (e dei francesi), in tutta questa crisi, mi pare consista nel non aver lasciato la Grecia al proprio destino di paese irresponsabile all'inizio - e di non averlo fatto, forse, per proteggere il proprio sistema bancario.

 

Molto umilmente a me non sembra una colpa da poco: cambiare idea tre o quattro volte all'anno nel bel mezzo di una crisi finanziaria planetaria non mi sembra molto brillante. Spero che gli elettori ci liberino da Merkel e Sarkozi il più presto possibile. E poi Francia e Germania non ce l'hanno una banca centrale con il compito di vigilare sulle intemperanze dei banchieri che si sà, sono un po' discoli?

E' una colpa enorme. Ma non e' cattiveria germanica, e' un misto di opportunismo e di incompetenza che purtroppo attanaglia tutti in Europa. 

Spero che gli elettori ci liberino da Merkel e Sarkozi il più presto possibile.

Scarsotto. Spero che gli elettori di mantengano Merkel e Sarkozy il più a lungo possibile, al riparo dalle povere menti che non sanno ciò di cui parlano.

RR

 

Ma esattamente di quale festa stiamo parlando ?

La festa dell'Italia che ha tenuto un avanzo primario mediamente superiore alla media della zona Euro, molto superiore a Germania e Francia ? La festa dei "tassi bassi dell'Euro" quando dai dati storici emerge che i tassi di interesse italiani si allineano a quelli della zona euro PRIMA dell'ammissione dell'Italia alla moneta unica (gia' nel 1997-98 la differenza e' risibile) ?

No perche' qui si continua a parlare di feste, ma io invece vivo in un Paese che si dibatte nel rigore fiscale da 15 anni senza cavare un ragno dal buco.

La colpa dei tedeschi e' di pensare che il rigorismo fiscale da solo risolva qualcosa. Al contrario, da solo non risolve assolutamente nulla, e l'Italia e' l'esempio perfetto.

Nei commenti leggo di gente che attribuisce la debacle italiana alla rimozione dell'ICI. Rimango senza parole.

 

No perche' qui si continua a parlare di feste, ma io invece vivo in un Paese che si dibatte nel rigore fiscale da 15 anni senza cavare un ragno dal buco.

 

L'Italia ha sprecato i soldi dei contribuenti con provvedimenti demenziali negli anni '70 - '80 principalmente, accumulando un debito del 100% del PIL e ponendo le basi per una spesa pubblica eccessiva, per coprire la quale dagli anni '90 lo Stato sta strangolando l'economia privata che sopporta competizione internazionale.

L'avanzo primario non ha alternative, con un debito al 100-120% del PIL, l'unica alternativa e' il default. La vera cura e' ridurre la spesa pubblica, e il il molto collegato potere dei politici e dello Stato nell'economia.

 

Nei commenti leggo di gente che attribuisce la debacle italiana alla rimozione dell'ICI. Rimango senza parole.

 

Su questo hai ragione, sono gli effetti della demenza / disonesta' che caratterizza la propaganda politica italiana.

I veri problemi sono l'eccesso di spesa pubblica, la bassa e scadente produttivita' dei dipendenti pubblici, il fatto che lo Stato provvede a fronte di spese elevate servizi miserabili, particolarmente nel settore della giustizia civile, e poi anche nell'istruzione, ordine pubblico, sussidi per disabili e disoccupati, poi c'e' la produzione eccessiva di leggi stupide e nocive che complicano la vita dei sudditi e delle imprese per garantire potere, soldi e quando possibile tangenti ai politici.

quando dai dati storici emerge che i tassi di interesse italiani si allineano a quelli della zona euro PRIMA dell'ammissione dell'Italia alla moneta unica (gia' nel 1997-98 la differenza e' risibile) ?

guarda che l'Italia venne ammessa ufficialmente nell'U.M.E. il primo maggio del 2008; i miglioramenti degli spreads anteriori sono dovuti al progressivo allineamento ai parametri richiesti.

O tu pensi che l'euro sia iniziato da quando ne hai palpato una moneta o banconota?  

Sono stato io a legare l'esplosione del rapporto debito/PIL all'abolizione dell'ICI. I dati parlano chiaro, l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, oltre all'esenzione per alcuni (?) immobili di proprietà ecclesiastica è costata circa 5 miliardi di €, che sono andati direttamente ad aumentare il disavanzo dello Stato, nel 2009 il rapporto debito/PIL è salit dal 106 % al 119% per effetto della contrazione del PIL e dell'aumento delle spese, non compensate da tributi.

E' ovvio che non è stato solo l'abolizione a far esplodere il rapporto debito/PIL, ma il segnale è devastante: abolizione di un'imposta senza correzioni sul bilancio.

Qui il paper in italiano, per i nerds qui i dati sull'interbancario. Riassuntino: i fondi monetaristatunitensi hanno praticamente abbandonato l'area Euro, le banche europee hanno difficoltà a reperire dollari sul mercato, la leva finanziaria in Europa si è abbassata and so on.

Nulla di nuovo rispetto a quello che abbiamo detto sopra, solo dati che confermano, da notare che l'analista della BIS pone l'inizio della vera crisi dalla data della decisione tedesca di non aumentare l'EFSF (non ne dà un giudizio politico, segnala che i mercati rimangono delusi e cominciano a vendere massicciamente titoli di stato dell'area euro).

Tutto nasce (ed è ripetuto più volte) dalla mancata crescita di USA ed Europa, e sarebbe ora di domandare ai governanti quali strumenti pensino di avere per stimolare la crescita, visto che anche il piano di Obama da 447 mld di $ ha lasciato freddi i mercati.

Comunque un'interessante lettura per la domenica mattina, consigliata ai non economisti per la semplicità di linguaggio (l'ho capita perfino io).

Mi pare di aver capito che uno dei problemi che ha ingarbugliato la crisi attuale è che le banche, salvate dagli stati nel 2008, sono anche piene di titoli di debito pubblico ... i quali hanno perso valore, incasinando di nuovo le banche. Si discute della proposta di inserire limiti e vincoli costituzionali al debito pubblico e mi chiedo se non sia il caso anche di prevedere un limite massimo di titoli di debito pubblico (domestico e estero) che ogni banca UE puo' detenere.

Non so quale possa essere questo limite ed immagino che i politici non siano molto inclini a stabilire limiti del genere (dopo aver per anni spacciato la tesi che il debito pubblico da loro emesso era il piu' sicuro al mondo). Tuttavia la vedo come una pratica misura atta a diminuire i rischi per attività troppo grandi per fallire e troppo grandi per essere salvate.

Che ne pensate?

 

Si discute della proposta di inserire limiti e vincoli costituzionali al debito pubblico e mi chiedo se non sia il caso anche di prevedere un limite massimo di titoli di debito pubblico (domestico e estero) che ogni banca UE puo' detenere.

avevo pensato pure io qualcosa del genere, ma forse il rimedio è peggiore del male. O vale per tutte le banche del mondo, o il debito pubblico potrebbe finire nelle mani di istituzioni finanziarie non tenute nelle loro giurisdizioni a rispettare quei tetti.


Articolo pienamente condivisibile.

Ma in Italia come ne usciamo se non riusciamo nemmeno a liberalizzare la vendita dei farmaci e i taxi (questa poi le batte tutte), tanto per dirne un paio?

E le professioni? 

Qualcuno che mi dia ottimismo please!

eh le professioni... è più facile che un cammello ecc.ecc.

 

Tornando al tema del post, non aiuta nè alla credibilità della Merkel nè alla situazione, che una settimana dopo quanto deciso nell'eurovertice, la Germania abbia già affossato le uniche due decisioni concrete. Senza entrare nel merito, o quanto deciso era corretto, e allora perchè ci si rimangia la parola, o era errato, e allora perchè hai accettao senza far valere il tuo peso.

qui i dettagli