Il mago e il nazista

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Il commercialista installatosi in via XX Settembre ha trovato un modo efficace di evitare le brutte notizie sull'economia italiana: zittire gli economisti. O, secondo l'espressione inglese, "kill the messenger".

Da sue dichiarazioni rese ieri, impariamo che le uniche previsioni precise "sono quelle retroattive", e perciò "è prudente non tener conto di quello che dicono gli economisti". Come diceva il ciarlatano Mago di Segrate di Diego Abatantuono, "impegnandomi molto, sono molto forte sul passato. Cioé, sul passato sò fottissimo. Forse, impegnandomi..., anche il presente. Eh, il futuro, riesco un po' meno. Ecco, per esempio: se mi cuncientro, riesco a stabilire che ieri era... mercoledì, oggi è... giovedì. Domani, non posso sbilanciarmi." L'esibizione procedeva poi con una dimostrazione di magnetismo, concluso con la sparizione di monete e gioielli incautamente messi a disposizione dai presenti.

Fin qui rientriamo negli standard di cialtroneria cui siamo stati abituati. Più preoccupante il pensatore da cui il Mago di Sondrio cerca supporto teorico: il giurista tedesco Carl Schmitt. Questo signore, che durante il nazismo fornì generose giustificazioni teoriche al totalitarismo, dopo la disastrosa conclusione della seconda guerra mondiale invitò i suoi colleghi a tacere sugli errori commessi dalla Germania nei dodici terribili anni precedenti.

Similmente, il Nostro afferma: "Oggi io dico «Silete economisti»". Con referenti culturali del genere per chi sta al governo, forse chi non ha ancora il passaporto valido farebbe bene a rinnovarlo per tempo.

 

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Commenti

Ci sono 51 commenti

Ecco qui il mago di Segrate in versione orginale.

 

 

Effettivamente il "salvataggio" Alitalia assomiglia molto all'esperimento 18 bis del Mago di Segrate.

 

Ciao Enzo.

Secondo me le esternazioni di Tremonti sono interessanti per tutto quello che dicono, oltre che sul soggetto che si produce in esse, anche per l'idea che danno dell'ambiente culturale italiano economico.

In primo luogo come tu dici fa riferimento a personaggi che da un punto di vista ideologico hanno detto cose che farebbero rabbrividire chiunque...ma il punto è che nessuno si sente in dovere di rispondere, non i giornalisti che molto gentilmente intervistano, nè gli accademici italiani, gli economisti intendo, che evidentemente sono legati a doppia mandata al sistema cialtronesco delle consulenze e dei centri studi foraggiati dalla politica. Dico: magari la dipendenza materiale in termini di consulenze  e prebende degli "studiosi" di economia italiana è solo una delle ragioni di tanto silenzio nei confronti del Mago Otelma di via XX Stronzate e mi piacerebbe davvero saperne di più. Inoltre qui facciamo tutti ironia sul fatto che il ministro dell'Economia sia fondamentalmente un commercialista, ma mi sembra di poter affermare che in genere molti Professori di Economia in Italia hanno come secondo lavoro, oltre a quello di docente anche il lavoro di commercialista, nè posso dimenticare la frase di un professore di economia che ho conosciuto che esordisce ogni anno nella sua lezione inaugurale dicendo: "vi insegnerò a fare in modo che se voi dovete 10 euro allo stato, alla fine sia lui a dovervene 20". Tutto questo per dire che qui su NFA facciamo un' ironia che magari uno non coglie perchè pensa: "il mio commercialista è ricco, sa come fottere lo stato (sogno di tutti gli italiani) ha la barca, la villa al mare e figli biondi, che più biondi non si può, ergo è un vincente...dunque beato Tremonti.

Inoltre mi sembra di avere già scritto che gli economisti italiani, o sedicenti tali, quali Tremonti, lo stesso Professor Prodi e Ciampi, sono fondamentalmente dei giuristi che hanno studiato l'economia dal punto di vista del diritto privato o societario (se non provenienti dalla gloriosa(?) Normale di Pisa dove hanno studiato lettere) e forse questo incide sulla mentalità statalista e regolamentatrice che manifestano quando parlano di economia.

Poi c'è tutta la questione della capacità predittiva delle scienze come l'economia. A me sembra di rivivivere i dibattiti del primi '900 sul rapporto tra scienze della natura e scienze dello spirito. Fra le mille cose che si potrebbero dire, dico quelle più facili e ad effetto:

1) Dire che l'economia non ha capacità predittive perchè non prevede il crollo dei titoli, le crisi economiche dovute all'aumento dei prezzi, credo che equivalga a dire che la fisica non serve ad un accidente nella costruzione di un aereoplano perchè un fisico non sa pilotare l'aereo e prevedere una catastrofe.

2) Potrei passare il resto dei miei giorni a studiare idrodinamica ma troverei cmque molto difficile descrivere fedelmente e con perfette capacità predittive il comportamento di un poco di panna in una tazzina di caffè caldo.

Ma ripeto questo sono fesserie di filosofia delle scienza, che non presuppongono quell'isomorfismo tra teoria e applicazioni di questa che Tremonti deve avere imparato chissà dove.

Il punto allora diventa questo. Di economia, Tremonti non sa e non vuo sapere, tacitando gli eocnomisti, si ispira a nazisti conclamati, la sua vocazione umanistica è vuota perchè non conosce nemmeno l'abc della filosofia della scienza...ma allora cosa rimane? I calzini a pois e la erre moscia....

PS: in un intervista al TG1, l'altra sera il nostro T. ha detto che in Italia le banche sono solide perchè hanno gli sportelli, e il sistema di controllo su di esse è severo. Ma l'intervistatore ha mancato di ricordare che avevano abolito il reato di falso il bilancio.

 

Per quanto riguarda l'ultima frase e la depenalizzazione del falso in bilancio, è da notare come nell'intervista originale a cui si rifà La Stampa, Tremonti dica che "Occorre un set di regole, vanno vietati «certi contratti», va inibito il ricorso a certi «paradisi legali» e con esso i bilanci falsi."

Ricordiamo che la legge sul falso in bilancio porta la sua firma (qui in fondo)

 

 

 

La storia di Tremonti e' la storia di tanti che oscillano a seconda di come girano le cose. Tanti erano "fascisti di sinistra" prima della fine della guerra, subito dopo si scoprirono comunisti. Il vero cemento tra le due esperienze? L'antiamericanismo che al di la' degli elementi razionalizzanti (antimperialismo, ecc.) era ed e' roba di bassa lega.

Ora T. si riscopre statalista. Cavalca la tigre. Quando leggo affermazioni di T. del tipo "nel '29 non c'erano la Fed e la Bce" rimango di sasso. La Fed c'e' dal 1913. I dibattiti al suo interno prima della crisi del '29 sono di straordinario interesse. Ma lui non se sa niente. E' quindi anche troppo facile attaccarlo personalmente. Il problema vero purtroppo e' che c'e' una deriva che ha una dimensione sovranazionale. Ed e' difficile da arginare.

 

Dove ha detto Tremonti che nel 29 non c'era la FED? Non l'ho visto.

 

Questo signore, che durante il nazismo fornì generose giustificazioni teoriche al totalitarismo, dopo la disastrosa conclusione della seconda guerra mondiale invitò i suoi colleghi a tacere sugli errori commessi dalla Germania nei dodici terribili anni precedenti.

 

Non è proprio così. Carl Schmitt non invitò i giuristi a tacere sugli errori della Germania, ma facendo (relativa) autocritica, affermò che i giuristi non avevano la forza e dignità morale per parlare, dato che avevano taciuto sotto Hitler.

Allo stesso modo GT ritiene che gli economisti non abbiano dignità morale a criticare le sue politiche economiche, dato che hanno "sbagliato" tutto

 

 

Ma Carl Schmitt era un giurista. Il suo appello alla dignita' morale dei giuristi ha senso per questo. GT non si considera un economista (ne' e' considerato tale)

Oltre a Giavazzi, che quasi ogni domenica fa andare di traverso la briosche al signor T, ora anche Ostellino si ribella ....Chissà, forse ce la faremo?

 

 

 

Marco, mi sembri un po' troppo ottimista. I pezzi generici come quello di oggi Ostellino li ha sempre scritti. Ma i veri nodi vengono al pettine quando c'è da schierarsi su cose concrete, non su affermazioni fumose. L'Ostellino vero è quello che chiama la vergognosa manovra Alitalia una ''ineccepibile operazione di mercato''. È parte di una schiera di liberali che si ricordano di esserlo solo quando non spiace al padrone, i giornali italiani ne son pieni. A mio modesto avviso, la presenza di questi personaggi è una delle principali ragioni per cui in Italia il liberalismo gode di pessima fama.

 

Visto che mi sono imbarcato nella difesa di P.Ostellino, faccio un breve intervento anche a difesa (d'ufficio) di GT. Dico difesa d'ufficio perche' considero i risultati di GT e complessivamente del CD nel periodo 2001-2006 molto deludenti. Tuttavia tali risultati e le affermazioni di GT vanno giudicate, oltre che su riferimenti assoluti, anche relativamente a quanto hanno fatto e detto i suoi concorrenti di centro-sinistra, e qui GT si salva...

Riassumendo, e' vero che nel 2001-2006 GT ha dovuto affrontare una grave crisi economica, e' vero che l'Italia ha sforato il deficit in quel periodo solo dopo che lo avevano gia' sforato Francia e Germania, ma complessivamente nella legislatura 2001-2006 il CD ha strapagato gli statali per cercare di comperare i loro voti (ricevendone in cambio una sonora sberla nel 2006) e ha fatto una diminuzione trascurabile dell'IRPEF, anche piuttosto truffaldina (deduzioni calanti col reddito), peraltro in linea con la tradizione fiscale italiana, e in cambio si e' ripreso la piccola elemosina IRPEF elargita al parco buoi aumentando il bollo sui conti correnti bancari e lasciando correre il fiscal drag a briglia sciolta.

I meriti di Tremonti che vedo sono sul lato della comunicazione e propaganda. Preferisco di molto GT che parla di togliere le mani dal portafogli degli italiani, che promette (anche se non mantiene) riduzioni di tasse, che afferma tagli alle tasse solo con il federalismo fiscale, piuttosto che un TPS che afferma che le tasse sono belle, che il Nord evade come il Sud, e che aumenta sia tasse che gettito consentendo al resto della compagnia di ladroni di aumentare ancora di piu' la spesa pubblica sperando di raccattare qualche voto dai pensionati. Per non parlare di quando confronto GT con i tromboni che perfino su un sito relativamente serio come lavoce.info predicano che il federalismo puo' solo aumentare le tasse.

Poi va dato atto a GT di aver detto tempo fa che questa crisi era paragonabile al 1929, ormai gli ultimi avvenimenti confermano secondo il mio modesto parere che questa crisi e' la piu' grave tra quelle avvenute dopo il 1929, almeno negli USA. Infine gli va dato atto di aver prima contrastato e poi liquidato A.Fazio come governatore della Banca d'Italia.

Pur non avendo competenze professionali di economia, vedendo le critiche tecniche qui espresse su GT mi sono convinto che non possa essere considerato un economista ma piuttosto, dal punto di vista professionale, un esperto piu' che altro giuridico di materia fiscale. Io lo vedo piu' che altro come un politico, cioe' una persona che va giudicata per le parole che dice e per quello che fa. Come ho detto giudico negativamente il suo operato nel 2001-2006, ma su termini relativi e' paragonabile all'operato tradizionale italiano e all'operato dei suoi concorrenti del centro-sinistra.Dal punto di vista della comunicazione, lo preferisco nettamente ai suoi concorrenti di centro-sinistra, il cui impianto ideologico e' sfortunatamente condannato a potenziare se possibile il malgoverno italiano nel settore economico e fiscale.

Aggiungo in coda che un ulteriore motivo che mi spinge a dire qualcosa in difesa di GT e' il fatto che su NFA viene subissato di improperi in maniera forse troppo corale e polemica. Non mi piacciono certi accenni quando troppo ripetuti (es. commercialista di Sondrio, la critica ai calzini a pois) e non vorrei che si instaurasse su NFA su alcuni particolari temi un conformismo polemico che in fin dei conti nuoce alla discussione.

 

 

 

Aggiungo in coda che un ulteriore motivo che mi spinge a dire qualcosa in difesa di GT e' il fatto che su NFA viene subissato di improperi in maniera forse troppo corale e polemica. Non mi piacciono certi accenni quando troppo ripetuti (es. commercialista di Sondrio, la critica ai calzini a pois) e non vorrei che si instaurasse su NFA su alcuni particolari temi un conformismo polemico che in fin dei conti nuoce alla discussione.

 

Io pure sono d'accordo sull'idea che non si debbano ripetere gli accenni relativi a polemiche personali, però di grazia uno che dice che nel suo paese ci sono più controlli e poi appone, da ministro, la sua firma sulla depenalizzazione del falso in bilancio, ecco, dimmi, come lo vuoi definire?

Il conformismo a me sembra quello che serpeggia intorno a Tremonti, invitato a discutere come se fosse davvero un esperto di politiche monetarie, cicli economici e così.

In coda aggiungerei che uno dei motivi per cui NFA fa incazzare, non te dico, ma in generale chi è oggetto delle critiche dei redattori o dei lettori di NFA, è semplicemente il fatto che a Tremonti e a agli altri personaggi pubblici sono applicati standard di valutazione intelletuale e tecnica, su questioni economiche e giuridiche, ma non solo, che usualmente sono assenti dalla discussione dei giornali delle TV e dei libri. Quello che a te sembra polemica corale e conformismo polemico, direi che è semplicemente quello che dovrebbero fare giornalisti e accademici...il punto è che siamo così disabituati a chiamare le cose con il loro nome o a esercitare una franca facoltà di giudizio nel merito, che quando e se lo facciamo, ci sembra già di stare esagerando.

Ma se invece l'asprezza di NFA o dei suoi più salaci lettori diventasse un metodo abituale di giudizio delle scelte della politica, io credo che si arriverebbe alle questioni con molta più velocità...e cmque credo che al di là dell'abbellimento polemico ancora qui si stia sulle cose e sui fatti più che sulle persone.

Poi certo io personalmente non sopporterei una cosa alla Ballarò, dove Bersani risponde all'ultima dichiarazione di Berlusconi in merito alla risposta di Alfano alla polemica lanciata a Di Pietro per rispondere alle critiche di Schifani....

A proposito di Ostellino...io in genere non sparo sulla Croce Rossa però secondo me su molte delle sue posizioni in campo economico concreto (scelte di politica industriale) credo che non ne capisca molto...lui gioca a fare il liberale blasè capace di trovare un punto mediano tra gli estremismi politici che di volta in volta si perita di individuare. Ma essendo il suo posizionamento ideologico sempre conseguente la sua personale necessità di dimostrare di essere equidistante o equivicino alle posizioni che sono diffuse nell'arco politico del momento, la sua riflessione finisce per essere sempre la bisettrice tra stronzate eguali e contrarie.

Adesso non ho tempo per riportare tutte le castronerie che dice, in tema di questioni giuridiche, ma mi sembra perfetta l'espressione che gli venne data di "liberale da riporto".

 

Commenti sparsi.

1) Non son tanto sicuro che il cdx abbia ricevuto ''uno sberlone'' dagli statali nel 2006. Non ho trovato i sondaggi per quelle elezioni. Per le elezioni del 2008 i sondaggi pre-elettorali indicavano una preferenza degli statali per il centrosinistra. Credo sia vero, ma la qualità dei dati non è gran che. Lo scorso marzo il Sole 24 pubblicò un sondaggio ipr marketing in cui risultava una preferenza degli statali (più forte, ma neanche poi tanto, dei dipendenti privati) per il centrosinistra e per la sinistra radicale, si veda anche il commento di D'Alimonte. Però, alla luce dei risultati elettorali, quei dati devono essere sbagliati. Se veramente la sinistra arcobaleno avesse goduto del consenso dell'8,5% dei lavoratori dipendenti, avrebbe preso più del 3% alle elezioni. Nel 2007 anche Ilvo Diamanti raccontava una storia simile, consenso per il centrosinistra più alto tra gli statali che tra i lavoratori dipendenti e più alto tra i lavoratori dipendenti che nel resto della popolazione. Come sempre, il pezzo di Diamanti è lungo in chiacchiere e corto in dati. Comunque l'evidenza che abbiamo direi che indica una preferenza degli statali per il centrosinistra e la sinistra radicale, ma certo non un consenso monolitico. Il cdx ha una importante fetta di voto degli statali e le politiche del 2001--2006 sono molto probabilmente servite a mantenere tale consenso. Non possiamo sapere come sarebbe cambiato lo scenario elettorale se il cdx avesse attaccato in modo più aggressivo gli stipendi degli statali (per esempio consentendo un tasso di crescita pari a quello dei dipendenti del settore privato, non superiore come è stato) ma congetturo che avrebbero perso voti. Quindi, direi, nessuno sberlone. Tra l'altro, sarebbe interessante vedere la ripartizione territoriale del voto degli statali, che non sono riuscito a trovare. Il sondaggio Ipr non dice nulla al riguardo.

2) Su Tremonti ha già risposto marcox. È tanta e tale la fregola dei media italiani nel far passare l'uomo per un genio che se per una volta, in un blog oscuro, c'è una compatta opinione contraria non ci vedo niente di male. Devo dire però che, essendo io nato in provincia, cresciuto in provincia, attualmente abitante in provincia, e amante della provincia, non ci vedo niente di male nell'essere di Sondrio. Nemmeno nell'essere commercialista in verità, se uno fa il suo lavoro onestamente e non pretende di essere una specie di guru veggente. Sui calzettini a pois invece tiro la linea. Quella è una scelta deliberata del Tremonti, per cui attaccarlo al riguardo è fair game.

3) In generale, tra la gente che fa danni preferisco quella meno capace di fare propaganda e infinocchiare la gente. Se devo quindi giudicare, dal mio punto di vista di cittadino interessato a che emerga la verità, preferisco un TPS che in modo autolesionista si lascia scappare il suo vero giudizio sulle tasse bellissime piuttosto che l'oliata macchina mediatica del centrodestra che racconta agli italiani che adesso si fa il federalismo vero e che Alitalia è una impeccabile operazione di mercato.

 

 

Quest'anno, a elezioni vinte, ho scritto due articoli su un mensile (che non cito per non fargli pubblicita', comunque quando esce viene sempre letto in rassegna stampa) contro GT. L'mpulso e' venuto piu' che da stupidaggini come la Fed che non c'era nel '29, dalla lettura del suo ultimo libricino. Sono 100 pagine a 16 euro (diversi mesi fa lessi di oltre 50000 copie vendute, un bel po' di soldi suppongo) "tossiche".

Ma ha visto il plauso del sindacalista  di "sinistra" (metalmeccanici) della CGIL che non condivide le soluzioni (quali?) ma l'analisi, del programma televisivo del terzo Rai che lo intervista alle otto e mezza del sabato (o della domenica) e gli dice, con un sorriso sornione, "e' tornato a Marx?" e lui "anche il Papa ha detto che Marx ha azzeccato l'analisi ma non la cura", ecc. Ecco, tutti questi che azzeccano l'analisi ma non la cura! Mah, a me sembra un po' difficile che possa avvenire con tanta frequenza.

A parte la questione analisi/cura, che pero' mi stuzzica abbastanza, a me disturba che uno per non farsi crocifiggere deve strizzare l'occhio a sinistra. Se poi la svolta e' sincera e' ancora peggio perche', pur non riuscendo a far supeare l'idea che si ha che fare con paginette dilettantesche, da una lettura attenta del libro di T. emergono pur sempre idee terribili. E non parlo di politiche economiche.

 

Perché non vuoi fare pubblicità ad un mensile su cui scrivi? E su quale rassegna stampa viene letto? P.S. "La paura e la speranza" lo abbiamo anche noi (anzi Gianluca) recensito qui.

 

 

Tremonti continua la sua battaglia contro le banche, anche oggi ha parlato sul tema.

Dato il titolo del post che commento, segnalo cose dal tenore simile dette un po' di tempo fa in un sito di estrema destra. Una forma del tremonti pensiero si trova qui e qui.

 

 

 

 

Stavolta era partito bene, con un riferimento alla necessità di non aver banche "too big to fail":

 

Non ha senso - ha insistito Tremonti - che le banche siano più grandi dei governi stessi, tanto che poi quando hanno problemi questi diventano anche problemi dei governi.

 

Subito ammazzata con una sparata populista da avanspettacolo (1)

 

Le banche devono essere al servizio della gente, non la gente al servizio delle banche

 

E poi sepolta nel ridicolo di un' uscita degna di Zelig

 

Al termine della riunione ministeriale del G20 a Londra, il ministro è intervenuto a proposito dei Tremonti-bond, dicendo che sono stati chiesti dalle banche e non imposti dal governo. Inoltre, ha sottolineato, devono essere considerati «uno strumento al servizio delle imprese» e non delle banche. «Quei bond sono stati chiesti dalle banche e dall’Ue e attuati dal governo», ha spiegato Tremonti, osservando: «Quando una banca dice che non servono, si scorda delle imprese». Il ministro ha inoltre osservato che i costi dei bond non sono elevati, in quanto «non sono strumenti di debito ma di patrimonio, ed in ogni caso non servono alle banche ma alle imprese».

 

Che cattivone queste banche! Si rifiutano di acquistare bond sconvenienti per loro ma utili per terzi (ammesso che siano davvero utili alle imprese o almeno al tesoro). Ed io che pensavo fossero enti di beneficienza!

Vabbè, comunque siamo in Italia, dove i "grandi banchieri" sono tali per meriti politici. Posso capire che il burattinaio si incazzi perchè non seguono i fili, resta ridicolo che se ne lamenti in pubblico in questi termini.

(1) Ovviamente GT avrebbe sostituito "la gente" con "il governo", ma la prima suona meglio in TV.

curioso collegamento. I temi in questione sono stati cavalli di battaglia dei simpatizzanti di estrema destra.

quelli di fn hanno idee che sono contagiose, anche quelli di IdV si sono fatti prendere dal virus. Sul loro sito avevano pubblicato un intervento/intervista (addirittura una proposta la chiamano) postata dallo staff di IdV che mi pare da brivido: http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/economia/una_proposta_contro_leconomia.php

Credo (o spero) che il personaggio intervistato non sia di IdV.