Libera nos a malo

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Una breve storia fiscale degli ultimi 17 anni, con protagonista assoluto il governo della spesa pubblica. Val la pena di prendere nota.

Si vocifera che, alla fine di questa settimana, il governo dovrebbe presentare il proprio “piano per lo sviluppo”. Visto che non vi è motivo per aspettarsi alcunché di buono, è ipotizzabile – o meglio, auspicabile – che si realizzi lo scenario in cui la Marcegaglia dia finalmente corso alle sue ripetute minacce e stacchi la spina a questo governo, composto oramai da fuggiaschi atterriti. Nell'attesa speranzosa di una rapida uscita di scena del Sultano dell'Olgettina, colgo l'occasione per condividere alcune riflessioni attorno all'operato, in termini di politiche fiscali, dei vari governi presieduti da Berlusconi. Lo scopo che mi prefiggo è di confutare tre luoghi comuni, diffusi in 17 anni di retorica berlusconiana e inghiottiti senza riserva da una parte dell'elettorato.

I tre luoghi comuni si riassumono nella credenza che i governi Berlusconi:

a) abbiano tenuto “in sicurezza” i conti pubblici, grazie sopratutto all'indefesso Voltremont;

b) siano stati un argine contro la dilagante spesa pubblica;

c) siano stati un argine contro l'oppressione fiscale.

Smentire questi luoghi comuni vuol dire in fondo smentire la credenza che la politica di bilancio berlusconiana abbia avuto alcunché di simile a ciò che viene genericamente identificata come una politica fiscale di “destra liberale”. Anzi, vi dirò di più, il colmo dei colmi è che c'è concreta evidenza che pure le sconquassate politiche del centrosinistra siano riuscite a fare meglio di Berlusconi rispetto ai punti a) e b), e fondamentalmente non peggio rispetto al punto c).

I conti in sicurezza. L'avanzo primario è un importante indicatore utilizzato per giudicare la solidità delle politiche di bilancio di Paesi che, come l'Italia, hanno un alto debito pubblico. L'avanzo primario è dato dalla differenza fra entrate e la spesa primaria del governo, dove per spesa primaria si intendono tutte le spese tranne quelle per gli interessi pagati sullo stock di debito pubblico. Chiaramente, se dall'avanzo primario sottraiamo la spesa per interessi otteniamo il deficit dello Stato. Per paesi ad alto debito pubblico e con limitate capacità di crescita, la presenza di un solido avanzo primario è condizione cruciale per una sana e prudente gestione di bilancio. Infatti, l'avanzo primario permette di pagare interessi e quota capitale sul debito pubblico senza ricorrere a nuove emissione di debito. Inoltre, un solido avanzo primario mette il bilancio pubblico al riparo dalle oscillazioni dei tassi di interesse che, come vediamo in questi giorni, possono avere serie conseguenze. In conclusione, un ragionevole avanzo primario è quello che permette ad un Paese altamente indebitato di progredire con sicurezza sulla strada del risanamento.

 

La conclusione da trarre dalla figura è immediata: i governi Berlusconi si sono sempre adoperati per diminuire l'avanzo primario aumentato dagli altri governi (nei periodi 1996-2001 e 2006-2008; *correzione*), minando così alla base il percorso di risanamento delle finanze pubbliche, e riducendo la tenuta del bilancio di fronte a improvvisi shock esterni. Nel periodo conclusosi nel 2005, l'avanzo primario si era ridotto, in rapporto al Pil, di quasi il 6% (i prossimi punti spiegano come).

Ne paghiamo oggi le conseguenze.

[Nota tecnica per i curiosi. La drastica riduzione dell'avanzo primario non si è tradotta in una altrettanto forte esplosione del deficit solo perché, in contemporanea ed esogeneamente all'opera dei governi Berlusconi, si è ridotta drasticamente la spesa per interessi sul debito pubblico. Una riduzione che, come purtroppo oggi verifichiamo, era di natura temporanea e legata alla riduzione dei premi al rischio sul debito italiano conseguente alle misure intraprese successivamente al '93 e all'ingresso nell'euro. Quindi sì, il governo Berlusconi si è mangiato il frutto della riduzione della spesa per interessi. Back to square one, cioè al 1992.]

Un argine contro la dilagante spesa pubblica. Come detto precedentemente, la spesa per interessi sul debito è, almeno nel medio periodo, in larga misura fuori dal controllo diretto del governo. Ne discende che la spesa primaria (definita sopra) è la misura più appropriata se vogliamo valutare la serietà di un governo nel contenere la spesa pubblica.

 

Anche qui, la performance dei governi Berlusconi è pessima. Nel 2000, alla fine dei cinque anni di governo di centrosinistra, la spesa primaria in percentuale del PIL era a 39.9%, il valore più basso registrato dal 1990. Col cambio di maggioranza e l'avvento del nuovo governo Berlusconi, la spesa comincia a salire per arrivare nel 2006 (cioè con finanziaria votata a fine 2005) al tetto del 44.6%, il livello più alto mai raggiunto fino a quel momento. Dal 2000 al 2006 la spesa quindi sale di quasi il 5% in rapporto al Pil, andando ad intaccare, per il medesimo ammontare, l'avanzo primario. Il tentativo nel 2007 da parte del nuovo governo di centrosinistra di ridurre nuovamente la spesa viene definitivamente interrotto dalla crisi finanziaria, che dal 2008 fa salire automaticamente la spesa in rapporto al PIL.

Un argine contro l'oppressione fiscale. La figura qui sotto riporta l'andamento della pressione fiscale – cioè del rapporto fra tasse e contributi sociali e PIL. I dati fino al 2009 sono di fonte OCSE, mentre i dati dal 2010 in poi provengono dalla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza. La nota è stata pubblicata dal Ministero dell'Economia in data 22 Settembre 2011, e contiene dunque le previsioni aggiornate che tengono conto sia degli effetti delle varie manovre finanziarie estive, sia della revisione al ribasso della crescita del PIL.

 

Ci sono varie cose che saltano all'occhio. La prima è che la pressione fiscale non ha avuto grossi cambiamenti negli ultimi 17 anni, oscillando fra il 41% e il 43% del PIL. Tra queste piccole oscillazioni ce ne sono due di particolare interesse, cioè la discesa della pressione fiscale fra il 2000 e il 2005, ed il suo incremento dal 2006 in poi. In generale, sembra che i governi Berlusconi siano stati caratterizzati da una pressione fiscale leggermente più bassa. Per confermare questa impressione, la tabella seguente riporta la media della pressione fiscale durante i governi di centrosinistra e i governi Berlusconi. Dal calcolo ho escluso gli anni delle elezioni, cioè il 1994, 1996, 2001, 2006, 2008. Ciò è opportuno perché il risultato fiscale in questi anni è difficilmente attribuibile ad una singola maggioranza, principalmente in considerazione del fatto che le manovra finanziarie approvate in un anno e da un certo governo hanno effetto sull'anno successivo.

 

 

Pressione fiscale (1995-2011)

Pressione fiscale (1995-2014)

Governi centrosinistra

42,6%

42,6%

Governi Berlusconi

41,7%

42,3%


Prendendo come campione il periodo 1995-2011, i governi Berlusconi sono stati caratterizzati da una pressione fiscale dello 0,9% inferiore a quelli di centrosinistra. Qui è dove il ridicolo si tramuta in tragico. La parte ridicola è che lo 0,9% in meno è un nulla rispetto ai proclami di chi per anni si è costruito a parole una facciata di presunto paladino anti-tasse. Ma il tragico è che lo 0,9% in meno è, paradossalmente, troppo! Infatti sarebbe importante mettere in chiaro che abbassare, anche di poco, le tasse non è sempre e comunque un'attività da applaudire. Su questo sito si è spesso detto che la pressione fiscale andrebbe ridotta. Tutti d'accordo anche sul come ciò andrebbe fatto: riducendo la spesa primaria. Perciò abbassare la pressione fiscale dell'1,5%, come è stato fatto fra il 2002 e il 2005, mentre contemporaneamente si alzava del 2% l'incidenza sul PIL della spesa primaria è opera da folli. Anzi no, è un'opera studiata nel dettaglio e frutto del populismo più becero. Le conseguenze di queste scelte sono sotto gli occhi di tutti. La distruzione dell'avanzo primario da parte di Berlusconi e compagnia ha avuto le prevedibili conseguenze di 1) bloccare il processo di stabilizzazione del bilancio pubblico messo precedentemente in moto e quindi 2) rendere l'Italia vulnerabile ad improvvisi cambiamenti esogeni nei tassi di interesse, nell'appetito al rischio degli investitori, nella crescita globale. Questi shock esogeni sono esattamente il motivo per cui è importante “tenere in sicurezza” i conti di un paese ad alto debito. Sono shock che capitano, come ogni macroeconomista sa. Non essendo stata accompagnata da riduzioni di spesa primaria, l'abbassamento della pressione fiscale è stata una pura illusione, una sostituzione intertemporale, in cui meno tasse oggi sono pagate con più tasse domani, cioè quando vengono al pettine i nodi della crisi fiscale messa in moto dall'eliminazione dell'avanzo primario di bilancio. La prova di ciò sta nei dati e nei documenti governativi. Guardate per esempio il grafico con la pressione fiscale che indica come l'ultima fase del governo Berlusconi ci abbia regalato la pressione fiscale più alta dell'intera storia repubblicana (il picco storico finora raggiunto è quello del 2009). Oppure guardate la pressione fiscale media calcola sul periodo 1995-2014: la media è praticamente la stessa fra i due gruppi di governo, con la differenza che Berlusconi ha abbassato le tasse in tempi tranquilli, aumentandole (o prevedendo di aumentarle) durante i periodi di crisi – follia allo stato puro.

Ogni tanto verrebbe voglia di fermare il tempo. È sconfortante vedere come tutti i governi dal 1994 ad oggi non siano stati in grado di fare ciò che alcuni, tra cui il sottoscritto, auspicano da tempo, cioè ridurre la spesa primaria, riducendo contemporaneamente le tasse e mantenendo o migliorando la tenuta del debito pubblico. Di fronte a questo obiettivo tutti i governi prendono un voto insufficiente. Ma c'è un governo che prende un voto peggiore degli altri. È il governo della distruzione dell'avanzo primario, dell'aumento della spesa primaria, della dannosa sostituzione intertemporale delle tasse. Lo struggimento è tale da venir voglia di congelare nel tempo la situazione raggiunta nel 2000: avanzo primario stabilmente (o superiore) al 4,0%, spesa primaria stabilmente (o inferiore) al 40%, pressione fiscale attorno al 42.2%. Se dal 2002 al 2006 l'Italia avesse tenuto questa posizione, invece che seguire Berlusconi e Voltremont, l'incidenza sul PIL dell'avanzo primario sarebbe stata più alto di circa il 2,5% all'anno. Il maggiore avanzo primario si sarebbe tradotto meccanicamente in una riduzione annuale del debito pubblico pari al 2,5% del Pil. Facendo un calcolo approssimativo, questo avrebbe permesso all'Italia di affrontare la crisi finanziaria iniziata nel 2008 partendo da un rapporto debito/PIL di circa il 12,5= 2,5 x 5 punti più basso. Roba non da poco, visti i problemi in cui siamo ora. E mentre gli shock esterni arrivano in un modo o nell'altro e indipendentemente dal governo al potere, ci sono tuttavia governi irresponsabili che mettono i paesi nella condizione di soffrire drammaticamente di questi shock. Ecco l'opera del governo della spesa.

Libera nos a malo. Basta con i dati, mi pare ce ne siano a sufficienza. Dismetto quindi i panni dell'economista e concludo con alcune considerazioni storico-politiche. Io, come molti altri, mi occupo di finanze italiane nel tempo perso. Strano però che molti si sveglino solo ora e comincino a protestare chiedendo le dimissioni di Berlusconi. Un uomo che, fra le tante malefatte e danni al Paese (la storia e le sentenze del process Mills è illuminante, ma consiglio anche questo articolo del FT) è stato pure capace di creare il governo della spesa. Come mai, dunque, fino al 2008 c'erano così tante persone (magari con partita IVA...) che mi spiegavano come Voltremont avesse tenuto il bilancio in sicurezza e come, attraverso il suo colbertismo, amato da molti, avesse in fondo capito tutto? Come mai tanti elettori hanno focalizzato la propria attenzione semplicemente su un temporaneo e folle taglio di tasse, giustificando così la retorica berlusconiana del governo anti-tasse e anti-spesa? È bastata una retorica tanto spiccia e una politica tanto miope per infinocchiarli? Non si sono neanche accorti del trucchetto che si giocava sul banco di fronte a loro? E sì che di think tank e centri studi ce ne sono: cosa facevano nel 2004 o 2005, oltre a spellarsi le mani ad applaudire il governo del grande capitano d'impresa?

Per fortuna anche i più duri d'orecchi si sono finalmente svegliati, visto che oramai il frastuono delle campane è diventato assordante. E visto soprattutto che il grasso che c'era nel bilancio pubblico, con cui comprarsi il consenso, è già stato spartito tutto, fra aumenti di spesa e trasferimenti intertemporali di tasse Libera nos a malo, il contributo di tutti a cacciare quest'uomo è di certo utilissimo, the right thing to do. E speriamo pure che, nel futuro, le sentinelle del Paese non si "addormentino" (eufemismo) più con tanta facilità,  ma stiano anzi all'okkio, che sennò ne arriverà un altro, di Berlusconi.

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Commenti

Ci sono 123 commenti

 

Visto che non vi è motivo per aspettarsi alcunché di buono, è ipotizzabile – o meglio, auspicabile – che si realizzi lo scenario in cui la Marcegaglia dia finalmente corso alle sue ripetute minacce e stacchi la spina a questo governo, composto oramai da fuggiaschi atterriti.

 

Mi sembra che tu sia troppo ottimista: la Marcegaglia non ha i superpoteri.

 

E visto soprattutto che il grasso che c'era nel bilancio pubblico, con cui comprarsi il consenso, è già stato spartito tutto, fra aumenti di spesa e trasferimenti intertemporali di tasse.

 

Anche su questo punto, mi sembri eccessivamente ottimista: qualche elargizione si riesce sempre a rimediare. Una poltroncina da sottosegretario, una nomina alle poste, o anche solo l'appalto di una fiction RAI.

Il problema non e' tanto quanto ci vorra' al governo berlusconi per decomporsi, il problema e' che questa decomposizione (piu' o meno lenta) sta facendo marcire il paese.

ottimo memo, chiosa finale troppo ottimista.

 

Pure io, che di economia so ben poco (o nulla), ho compreso l'articolo e mi è piaciuto.

Come mai, dunque, fino al 2008 c'erano così tante persone (magari con partita IVA...) che mi spiegavano come Voltremont avesse tenuto il bilancio in sicurezza

C'è poco da dire. B&B sono stati votati (tolti quei pochi che pensavano che potesse far bene) perchè per qualcuno era conveniente. Salvo poi capire, tardivamente, che far crescere i propri interessi del proprio orticello a scapito dei vicini ha portato invitabilmente al prosciugamento del pozzo di tutto il villaggio...

Ricordo Indro Montanelli che diceva "..questo qui ci porta alla rovina..."

 

Per fortuna anche i più duri d'orecchi si sono finalmente svegliati, visto che oramai il frastuono delle campane è diventato assordante.

 

Mica tanto. Ho un amico berlusconiano doc, ancora non l'ha abbandonato. La sua spiegazione è che Berlusconi non c'entra niente, anzi è una vittima porello, è tutta colpa di Tremonti, che lo ha tradito. Se berlusconi si sbarazzasse di Tremonti l'italia diventerebbe un paradiso.

il bello è che giusto qualche mese fa difendeva Tremonti quando c'era da proteggere Parmalat da quei "perfidi" Francesi di Lactalis.

 

solo gli innamorati fanno così; sono ancora parecchi, nessuno mi chieda il perchè.

E' evidente che per qualcuno SB è come i miracoli di Lourdes, se ci credi non hai bisogno di dimostrazioni scientifiche, se non ci credi manco un premio Nobel per la medicina ti fa cambiare idea.

esiste modo di correggere per il ciclo?

è un bell'omitted factor, in effetti...

 

e infatti,ci sarebbero un po' di cosette da dire su questo articolo....e per quanto riguarda gli anni 2009 e 2010 beh,se guardiamo i dati comparati con gli altri paesi,certo che il governo ha limitato i danni riguardo ai conti pubblici...

 

Certo che esistono vari modi di correggere per il "ciclo". Ognuno di quei modi utilizza assunzioni particolari, tipicamente su cosa sarebbe il sottostante trend di crescita, oppure su cosa sarebbe il "potenziale" dell'economia, come ama dire per esempio l'OCSE.

Non c'e' dubbio che i cicli siano importanti determinanti del bilancio pubblico, e quindi andrebbero tenuti in considerazione. Io non l'ho fatto per due (anzi, tre) motivi. Il primo motivo e' che e' abbastanza evidente che ci sono dei trends nei dati che ho riportato, in particolare nella continua discesa dell'avanzo primario e nella salita della spesa primaria. Cicli economici dovrebbero generare cicli in queste variabili, non trends. Il secondo motivo e' che i cicli economici europei precedenti alla Grande Recessione sono stati, come ben sappiamo, molto poco pronunciati, quindi troppo piccoli per essere da soli in grado di giustificare sbalzi nell'avanzo primario tanto grandi quanto quelli osservati nel caso italiano. Infine, ed e' il terzo punto, e' bene ricordare che i cicli economici influenzano i bilanci, ma non li determinano univocamente. Al di la' dei cicli, i governi hanno sempre spazio per fare riforme, in un senso o nell'altro. In particolare, governi di Paesi altamente indebitati dovrebbero comportarsi, anche nei cicli, in modo piu' attento degli altri. In un certo senso, i Paesi a rischio debito dovrebbero "remare" contro al ciclo (nel senso di mantenere ragionevoli risparmi di bilancio) un po' di piu' di quanto facciano i Paesi coi conti apposto.

Provo a spiegare come le tre questioni che ho enunciato sopra si applichino al caso concreto. Invece di applicare metodi statistii di eliminazione del "ciclo di bilancio", metodi che a loro volta sono attaccabili nelle assunzioni, propongo un esercizio molto semplice e trasparente in cui metto a confronto Germania e Italia. Faccio questa scelta perche' e' noto, a chi abbia dimestichezza coi dati, che sia il trend di crescita che i cicli italiani e tedeschi sono stati estremamente simili fino al 2005 incluso. Per semplicita' non riportero' i dati successivi al 2008 perche', come ho detto nel post, la Grande Recessione ha avuto effetti assolutamente peculiari su avanzi primari e su spesa primaria in quegli anni - non e' chiaro che lo stesso valga per quanto riguarda la pressione fiscale, per esempio l'Italia e' stata uno dei pochissimi Paesi OCSE ad aumentare la pressione ficale nel 2009.
Mettiamo dunque le basi al nostro discorso partendo dai tassi di crescita del PIL italiano e tedesco. Molto simili fino al 2005 (stesso "ciclo", se volete), mentre nel 2006-2008 la Germania cresce molto di piu' dell'Italia.



Ora vediamo l'avanzo primario nei due Paesi.

L'effetto "ciclico", con la piccola recessione del 2003, e' evidente. Tuttavia si noti che solo per la Germania l'effetto e' solo e soltanto "ciclico". Nel 2003 il ciclo del Pil tedesco raggiunge il minimo, ed anche l'avanzo primario raggiunge il minimo. Dal 2004 il ciclo del Pil tedesco migliora, cosi' come migliora l'avanzo primario. Per l'Italia non e' cosi'. Sebbene la crescita del Pil non entri mai in territorio negativo (come invece accade per il Pil tedesco), il bilancio primario italiano continua a scenderedi gran lena anche dopo il minimo di crescita del Pil nel 2003. A mio avviso, nei dati italiani c'e' una importante componente di trend che manca ai dati tedeschi, dove e' solo evidente un ciclo.

C'e' poi la questione della dimensione della caduta dell'avanzo primario. Anche comiciando il calcolo dal 2001 abbiamo che, a parita' di ciclo economico, l'avanzo primario tedesco scende dell'1,1% dal picco del 2001 al minimo del 2003, mentre l'avanzo primario italiano scende del 3,0% dal 2001 al minimo del 2005. Un calo assolutamente sproporzionato rispetto alla caduta ciclica determinata da una piccolissima recessione. Possiamo riassumere la questione dell'avanzo primario in questo modo: a parita' di cicloe di trend di crescita del Pil la differenza fra l'avanzo primario italiano e tedesco era del 3,7% prima dell'elezione del secondo governo Berlusconi. Tale differenza era scesa allo 0,8% nell'anno di insediamento del secondo governo Prodi. E ricordiamoci che paragonare Italia a Germania significa paragonare un Paese che doveva "remare contro" al ciclo - nel senso di mantenere rafionevoli risparmi di bilancio - con un Paese che aveva tutto lo spazio di bilancio per accomodare il ciclo. Scegliendo la Germania come benchmark siamo percio' stati estremamente clementi col governo italiano.

Un ultimo appunto, prima di chiudere con l'avanzo primario. Notate che la differenza fra avanzo primario italiano e tedesco torna a crescere nel 2007 (raggiunge lo 0,45%), e cio' nonostante il fatto che ciclo tedesco sia molto migliore di quello italiano. Questo serve per chiarire il mio terzo punto: il ciclo non e' tutto, le politiche dei governi contano, e i governi indebitati devono cercare di fare bene (magari "meglio", come nel caso del 2007) dei governi meno indebitati anche di fronte ad un ciclo relativamente piu' debole. E cio' finche' i conti non tornano in ordine.

Parliamo ora di spesa primaria, che e' poi l'altro trend ben chiaro. Per chi si preoccupava che fosse tutto ciclo ecco qui i dati.



Si puo' discutere dei detagli, del fatto che dobbiamo includere o no il 2001, del fatto che il 39,9% di spesa primaria sia un'illusione di bilancio. Certo, si puo' parlar di tutto cio', il mio post era volutamente un po' "esagerato". Era un modo per rispondere ai continui slogan (non "un po' esagerati", ma assolutamente inventati) con cui il Paese e' stato martellato per molti lustri. Tuttavia, anche facendo qualche distinguo, e smussando gli angoli, la sostanza di fondo del discorso rimane intatta, a mio avviso.

Cercando fra gli archivi della Banca d'Italia ho trovato (qui) un lavoro molto piu' preciso della nota che ho fatto io. Contiene dati e considerazioni molto interessanti.

Riporto due grafici, con qualche piccolo spunto di riflessione (scusate per gli enormi spazi, ma la formattazione mi viene cosi').

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli spunti sono i seguenti:

1) Come piu' volte si e' detto, correggere per il "ciclo" e' irrilevante per spiegare gran parte dell'andamento dell'avanzo primario. Se proprio volessimo fare una "correzione" che conti davvero qualcosa, si tratterebbe di andare a togliere dall'avanzo primario tutta una serie di misure considerate temporanee (primo grafico).

2) Il trend di aumento di spesa e' evidente anche dopo le correzioni (secondo grafico).

3) Purtroppo dal primo grafico manca il dato per il 1996. E' ragionevole pensare che la "correzione" per il 1996 sarebbe non superiore a quella per il 1997 (che contiene molte misure temporanee per "l'ingresso in Europa"). Ipotizzo quindi che il dato per il '96 non sarebbe troppo distante da quello del '98, come in fondo accade per i dati "non corretti". Cio' detto, rimarrebbe chiaro che, fatte le correzioni, l'avanzo primario medio nel periodo 1996-2001 sarebbe significativamente piu' alto di quello nel periodo 2002-2007.

4) In termini di andamento delle serie temporali (non quindi di medie di periodo), l'anno 2001 marca un chiaro punto di svolta sia per l'avanzo primario che per la spesa primaria. Il lavoro citato porta varie spiegazioni per l'andamento delle variabili in quest'anno elettorale. In parte la spesa e' aumentata per variazioni one-shot nella spesa per stipendi (similmente a quanto accaduto nel 2004-2005), in parte per variazioni nella spesa per farmaci. Mentre in parte le entrate sono diminuite per la "restituzione" di maggiori entrare verificatisi negli anni precedenti. Maggiori dettagli li trovate nel testo, ne consiglio la lettura.

 

 

La conclusione da trarre dalla figura è immediata: i governi Berlusconi si sono sempre adoperati per diminuito l'avanzo primario aumentato dai governi precedenti (nei periodi 1996-2000 e 2007-2008),

 

Questa affermazione e' argomentata male e tendenziosamente perche' non tiene conto del ciclo economico mondiale.

Ho mostrato in passato che il deficit/PIL italiano negli anni sopra indicati segue quello di Francia e Germania, e risulta quindi determinato primariamente - a logica - dal ciclo economico mondiale piu' che dai governi italiani. Berlusconi ha governato mediamente in anni di crisi economica mondiale rispetto al centro-sinistra.

Sospetto fortemente che quanto visto per il deficit/PIL si ripeta tale e quale per l'avanzo primario. Ripeto che ritengo scorretto omettere completamente qualunque riferimento al ciclo economico mondiale quando si espongono quesi confronti.

Chiedo pertanto di mostrare il grafico dell'avanzo primario di Francia e Germania accanto a quello pubblicato, per gli stessi anni.  Sono dati utili indipendentemte dal fatto che diano ragione a quanto scritto oppure ripetano quanto visto per il deficit. Se seguissero lo stesso andamento del deficit/PIL, la colpa sarebbe di Berlusconi per caso?

 

Anche qui, la performance dei governi Berlusconi è pessima. Nel 2000, alla fine dei cinque anni di governo di centrosinistra, la spesa primaria in percentuale del PIL era a 39.9%, il valore più basso registrato dal 1990. Col cambio di maggioranza e l'avvento del nuovo governo Berlusconi, la spesa comincia a salire per arrivare nel 2006 (cioè con finanziaria votata a fine 2005) al tetto del 44.6%, il livello più alto mai raggiunto fino a quel momento.

 

Ritengo scorretto anche per questo confronto omettere ogni considerazione sul ciclo economico mondiale e ogni confronto internazionale con Francia e Germania.  La prosa e' poi tendenziosa quando sottolinea il 39.9% del 2000 che come mostra il grafico e' un'evidente fluttuazione una tantum verso il basso rispetto ad una sostanziale stabilita' negli anni precedenti.  Non escludo che quella fluttuazione verso il basso della spesa pubblica derivi da artifizi contabili come spostamento contabile di spese o entrate o cambiamenti nella contabilita' Eurostat. Ad ogni modo quanto artificiale sia quella fluttuazione verso il basso della spesa pubblica non ha molta importanza, sta di fatto che appare casuale. Inoltre se non erro proprio alla fine del 2000 inizio del 2001 inizia la crisi economica mondiale delle dot-com che di suo spinge verso l'alto la spesa/PIL.

I miei commenti sono fatti per difendere correttezza e aderenza alla realta'.  Dal punto di vista politico non c'e' dubbio che i governi Berlusconi complessivamente si sono caratterizzati per cialtroneria, incompetenza, corruzione e poca onesta'. L'unico motivo valido a mio parere per cui gli italiani li hanno rivotati e' stata la comparabile cialtroneria, incompetenza, corruzione e poca onesta' dei governi di centro-sinistra andati sempre al potere dopo l'inevitabile sconfitta di Berlusconi. La sconfitta elettorale di Berlusconi alle prossime elezioni e' sicura al 100% a mio parere. I sondaggi lo mostrano chiaramente da tempo.

Il vero problema dell'Italia e' che le opposizioni appaiono essere di simile molto bassa qualita' di chi governa ora.

 

Il grafico comparato dell'andamento dell'avanzo primario era stato postato in un articolo dello scorso anno da Giuseppe Zanella:

www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/Voltremont_a_Hogwarts

Il lettore può notare, anzitutto, come l'avanzo primario dell'Italia sia sistematicamente diminuito durante i periodi in cui Tremonti era al governo. Il merito ch'egli si attribuisce, quindi, dev'essere quello di aver contenuto la riduzione dell'avanzo primario nel 2009. Al pari della Germania il deficit primario dell'Italia è cresciuto meno di quello di Francia, Spagna ed UK. Bene. Questo prova - non che la cosa ci sorprenda - che i vari stimoli di stampo keynesiano in cui gli ultimi tre paesi (UK e Spagna in particolare) si son lanciati, servono a nulla e probabilmente fanno danno.


 

L'articolo attribuisce al governo Berlusconi la caduta di 6 punti di avanzo primario dal 2000 al 2005. Va però ricordato che la finanziaria del 2001 è stata  fatta da un governo di centrosinistra e nel 2001 l'avanzo primario crolla di quasi tre punti di Pil, nonostante in Italia non ci fosse una crisi a comprimere le entrate ed aumentare la spesa in ammortizzatori sociali, anzi la crescita dell'1,8% del 2001 è il terzo miglior risultato dal 1998 ad oggi (fonte wikipedia). Nel 2001 l'avanzo primario era leggermente inferiore al 3% del Pil a giudicare ad occhio dal grafico. Nel 2006 se si escludono una serie incredibile di partite straordinarie (rimborsi iva su auto aziendali, contabilizzazione vecchi debiti TAV) l'avanzo primario è al 2.2%(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2007/03_Marzo/01/deficit.shtml). Quindi il governo Berlusconi lascia al governo successivo un'eredità peggiore ma non di molto a ciò che aveva ereditato dal precedente in termini di saldi primari. A Voltremont & co imputerei piuttosto i risultati mediocri degli anni 2003 2004 2005, periodo in cui l'economia mondiale ed americana in particolare tiravano molto.

In effetti nel 2006 il saldo primario inizialmente riportato nella Relazione Generale sulla Situazione Economica (pagina 144-I) licenziata il 4 maggio 2007 risultava 2048 milioni (,13%) massacrato dalle seguenti partite straordinarie:

rimborso IVA auto in seguito a sentenza della Corte europea: 15982 milioni (1,08%)

cancellazione crediti TAV (inesigibili) : 12950 milioni (,87%)

contributi lavoratori agricoli: 734 milioni (,05%)

era tutta "polvere sotto il tappeto" in quanto:(1) per l'IVA, risalendo il ricorso al 2001, Tremonti avrebbe dovuto fare accantonamenti ogni anno a fronte del rischio poi materializzatosi (2) i crediti TAV dovevano essere accollati allo Stato prima, non appena evidente il fallimento del  project financing per la TAV(a). Gli effetti sul saldo primario non si sarebbero concentrati nel 2006 ma distribuiti dopo il 2001 per cui la somma sarebbe rimasta invariata.

In effetti, per paura di controlli fiscali, pochi chiesero il rimborso dell'IVA (consigliati così anche da chi aveva patrocinato il ricorso) per cui il conto economico 2006 fu rettificato (oggi Eurostat quota saldo primario 19175 milioni - 1,16%) e grafico a conti di Brighella tengono conto della rettifica per cui l'IVA auto è addirittura fuori discussione. 

Nota (a): mica stupidi i privati che stettero alla larga del project financing visti i costi-benefici come spesso dimostrato dal prof. Ponti (ultimo articolo) oppure in attesa della ghiotta opportunità del Ponte sullo Stretto.

un altro aspetto a mio avviso importante che spiega i pessimi risultati 2002 - 2005 è la debolezza dimostrata dalla programmazione o gestione di Tremonti (e/o Siniscalco direttore del Tesoro e per un anno Ministro). Con un budget si stabilisce un obiettivo (indebitamento netto/deficit per le pubbliche amministrazione) e si dimensionano entrate e spese compatibili con il suo raggiungimento. Se si buca l'obiettivo può significare:

a) sovrastima delle entrate o incapacità di realizzarle se il loro livello era possibile.

b) sottostima delle spese o incapacità del loro controllo se il loro livello era possibile

In entrambi i casi gli scostamenti possono essere riconducibili anche a decisioni consapevoli in seguito a pressioni.

Sta di fatto che il cdx ha bucato, nel periodo 2002-2005, il budget che esso stesso aveva fissato alla fine dell'anno precedente come mostrato dalla tabella seguente. Lo stesso non è successo al CSX nei quattro anni  pieni precedenti. Si vedano sotto le considerazioni per gli anni a gestione mista. 

 

la tabella mostra anche che gli unici due anni in cui il budget redatto dal cdx non è bucato sono:

il 2006 quando nella gestione è subentrato il CSX dopo aprile

il 2010 quando il budget è stato fatto addirittura nello stesso anno.

Il budget del csx risulta bucato nel 2001e 2008 quando, dopo aprile, nella gestione è subentrato il cdx. 

Penso che ciò risponda anche ad alcune obiezioni di Giovanni Vera al quale per le auto aziendali darò una risposta specifica.

 

Quella tabella dimostra che le stime previsionali del cdx sono attendibili come quelle di un bambino col pallottoliere, ma va ricordato che il centrosinistra ha spesso avuto la tendenza a sovrastimare il deficit per ritrovarsi poi con tesoretti spendibili. http://www.lavoce.info/articoli/pagina2525.html

Nel 2006 l'impatto della manovra estiva fu limitato ad uno 0.1% del Pil, quindi non credo che sia merito di Padoa Schioppa se sono stati rispettati gli obiettivi della legge di stabilità di dicembre 2005.(la tabella in quel 3.4% di deficit include 1 punto di Pil di spese straordinarie per la Tav,senza le quali le stime sarebbero state ampiamente battute come per il fabbisogno che non considerava quella voce). 

Per quanto riguarda il 2001 ritieni che uno scostamento di ben 2.3 punti di Pil sia dovuto al governo Berlusconi insediatosi da giugno?

D'accordo con quanti ritengono che il netto peggioramento del 2001, che poi si trascinò praticamente per tutta la legislatura, sia da attribuire ai governi elettorali di Giuliano Amato (centro-sinistra), non certo ai pochi mesi del governo Berlusconi.

Se, per esempio, un governo stipula un rinnovo contrattuale per dipendenti pubblici, gli effetti si vedranno nel futuro, molto poco nell'anno in cui il contratto viene stipulato.

Nella legislatura di centro-sinistra furono approvati dei meccanismi di progressione economica interna nel pubblico impiego che portarono a favolosi salti di livello e conseguente stipendio. Questi meccanismi avrebbero pesato sui conti pubblici per tutta la legislatura 2001-2006, nella completa inerzia dei ministri dell'economia di centro destra, assolutamente incapaci di prendere alcuna contromisura.

 

 

quanti ritengono che il netto peggioramento del 2001

se leggi tutti i post recenti fra questi non c'è Tremonti

il contratto capestro degli statali è contestato da Santanchè, Crosetto et al a Fini nel 2004: vai a capire chi ha ragione!

Se hai dei numeri per favore postali che non ho voglia di cercare nel mio data base.

 

Gli aumenti contrattuali biennali degli statali a quanto mi risulta sono mediamente approssimativamente questi:

CSX 2001 131.000 lire
CDX 2003 106 euro ( 205.000 lire )
CDX 2005 100 euro ( 193.600 lire )
CSX 2007 101 Euro ( 195.500 lire )
CDX 2009 80 euro  ( 155.000 lire )

Non vedo tutta questa maggiore generosità da parte del centrosinistra, nè una parsimonia del centrodestra.

Vedo che si citano meccanismi di progressione interna approvati dal CSX, mi piacerebbe conoscere, dato che vengono descritti come una causa di favolosi aumenti di stipendio qualche numero , anche approssimativo, altrimenti si ragiona sul vago sentito dire e non mi sembra che la cosa porti molto lontano.

 

i governi Berlusconi si sono sempre adoperati per diminuire l'avanzo primario aumentato dai governi precedenti (nei periodi 1996-2000 e 2007-2008), minando così alla base il percorso di risanamento delle finanze pubbliche, e riducendo la tenuta del bilancio di fronte a improvvisi shock esterni. Nel periodo conclusosi nel 2005, l'avanzo primario si era ridotto, in rapporto al Pil, di quasi il 6% (i prossimi punti spiegano come).

 

Brighella, l'avanzo primario di per sè non credo sia necessariamente significativo. Cito un mio commento di qualche tempo fa:

 

Non sarebbe più opportuno giudicare i governi di un paese che ha problemi di conti pubblici da quanto il saldo primario si discosta dal valore che permette di stabilizzare il debito pubblico?

 

EDIT: aggiungo il grafico della differenza

 

Comunque, le conclusioni a cui si arriva in questo caso sono le stesse. Nel periodo 2005-2010 l'avanzo primario è migliore del benchmark solo nel 2007.

 

Non sarebbe più opportuno giudicare i governi di un paese che ha problemi di conti pubblici da quanto il saldo primario si discosta dal valore che permette di stabilizzare il debito pubblico?

NO. Almeno se lo fai, come lo fai tu, anno per anno. Il debt/gdp ratio non si stabilizza anno per anno, ma sopra periodi lunghi di tempo. Perché il denominatore si muove indipendentemente dal numeratore ed imporre vincoli del tipo: pareggio di bilancio ogni anno non è buona politica. Anzi è PESSIMA politica, come infatti la tua linea rossa prova. Quanto suggerisci implicherebbe una politica fiscale completamente controciclica: alzare le tasse e tagliare la spesa in recessione, riducendo le tasse ed aumentando la spesa in espansione. Pura follia, come nell'America Latina dei tempi peggiori ... io mi domando come vi vengano certe idee.

Non sarebbe più opportuno giudicare i governi di un paese che ha problemi di conti pubblici da quanto il saldo primario si discosta dal valore che permette di stabilizzare il debito pubblico?

non capisco

la stabilizzazione (in valore?, in % sul pil?) o.k. ma perchè non ridurlo?

 

pareggio di bilancio ogni anno non è buona politica

 

Sono perplesso. Pareggio di bilancio sempre non è buona politica in una situazione deteriorata ma è un obbiettivo a cui tendere, ogni anno quando i conti sono in ordine (a seguito di passate buone politiche) per mantenerli tali.

Il tuo ragionamento è adatto ad una situazione deteriorata, come quella Italiana, dove l'obbiettivo di riagganciare una situazione in ordine è di lungo periodo (un paio di legislature).

Se invece i conti nazionali sono in ordine - per esempio un rapporto debito/PIL del 40% - e la spesa pubblica è sotto controllo e moderata, in quanto si spende esattamente quanto previsto dal piano senza eccessi, non è difficile organizzare un'adeguata raccolta tributaria che dia esattamente il gettito necessario. Si puo' sbagliare di pochi punti percentuali e si puo' rettificare l'anno dopo, ma appunto l'obiettivo è che se la spesa è 100, il gettito è 100. Quindi l'obbiettivo di pareggiare ogni anno lo definirei "buona politica". Basta che non sia perentorio e che ci possa essere flessibilità. In questi casi "solidi" molto probabilmente l'avanzo primario è addirittura un termine sconosciuto, perché praticamente indistinguibile da quello ordinario (poco debito, situazione solida, bassa spesa per interessi).

Il problema di una situazione deteriorata come la nostra è che è anche instabile e necessita di continue correzioni. Sono d'accordo che un pareggio di bilancio "a oltranza" sarebbe sbagliato ma perché non è il bersaglio giusto. Quello giusto è la spesa. E qui' si che anno dopo anno dobbiamo ridurre fortemente la spesa clientelare ed improduttiva, rilasciando risorse (ora drenate dal fisco e dalla previdenza) al paese, e caso mai aumentare le spese di investimento e di formazione-educazione-ricerca-innovazione.

Il denominatore è indipendente dal numeratore, ma il numeratore è in buona parte dipendente dal denominatore, nel senso che, come voleva far intendere Boldrin, il debito pubblico va visto in ottica ciclica, perché grazie anche agli stabilizzatori automatici, tende a trovare un equilibrio automatico verso il pareggio di bilancio, il debito diminuisce in fasi espansive e aumenta in quelle recessive. Per il pareggio di bilancio l'unica giustificazione che conosco (a malapena a dir la verità)è il teorema di Haavelmo (o teorema del pareggio di bilancio), ma sul piano pratico presenta delle difficoltà.

 

Scusate mi erano sfuggiti alcuni post sopra e quello di brighella, volevo cancellare il commento ma non trovo il tasto per farlo.

 

Secondo me confondi tra pareggio di bilancio e fare corrette previsioni di spesa e di entrate (budget). Sul pareggio di bilancio ti ha risposto Boldrin: e' dannoso mirare al pareggio di bilancio anno per anno. La regola dovrebbe essere di tagliare la spesa quando l'economia va bene ed aumentarla quando l'economia va male (politica di bilancio anticiclica). Sarebbe meglio usare l'espressione equilibrio di bilancio piuttosto che pareggio di bilancio per indicare che l'obiettivo e' tenere i conti in ordine nel medio-lungo periodo.

 

scusa,ma a me sembrava che Boldrin non fosse molto convinto dell'efficacia di spesa keynesiana come politica di bilancio anticiclica.Si tratta semplicemente negli anni di crisi,di lasciare che la spesa sia quella preventivata (certo,magari con un aumento automatico dovuto magari a maggiore spesa per ammortizzatori sociali,ma non come scelta di politica di bilancio anticiclica keynesiana per coprire parte della domanda)senza tagliarla per mettere a posto i conti subito,per cui essendoci meno entrate,si crea un deficit...quelli che vengono chiamati stabilizzatori automatici,per cui il deficit non viene a formarsi per una decisione di aumento di spesa,ma semplicemente per una riduzione delle entrate dovute a minore crescita o a recessione.Deficit che viene poi recuperato successivamente con la ripresa dell'attività economica che se ha tassi piu' elevati di quelli preventivati per la crescita della spesa,allora assorbe magari in qualche anno il deficit,altrimenti si deve intervenire per ridurre il peso della spesa pubblica sul PIL.

 

mah, chissà cosa mi perdo...

Nulla