Letture per il fine settimana 25-4-2015

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Questa settimana: immigrazione e incentivi per i nativi; cose poco sorprendenti; le finanze pubbliche greche nel primo trimestre; quanta gente ammazzano i droni?; Alessandro Gilioli: a puzzle.

Buona lettura, buon fine settimana e buon 25 aprile.

  • I fenomeni migratori generano conseguenze economiche abbastanza complesse. Tra le varie ipotesi che sono state fatte vi è la seguente: l'immigrazione di lavoratori senza specifiche competenze (low-skilled) tende a spiazzare simili lavoratori nativi. Però, dato che la scelta di acquisire competenze specifiche, per esempio frequentando la scuola più a lungo, è endogena, i lavoratori nativi possono reagire all'immigrazione aumentando il loro livello di qualificazione. In quale misura questo accada è un problema empirico. Matte Foged e Giovanni Peri hanno analizzato dati danesi, trovando un effetto positivo dell'immigrazione low-skilled sui salari e sulla complessità dei lavori dei low-skilled nativi. Il dibattito naturalmente continua.
  • Alessandro De Nicola su Repubblica analizza lo stato delle cosidette privatizzazioni promosse prima del governo Letta e poi da Renzi. Spiega che stanno andando alla grande, generando un sacco di entrate per il Tesoro e finalmente smuovendo il mercato del controllo delle imprese. Nahhh, sto scherzando. Ovviamente è tutto come al solito: si fa poco, in ritardo, e quel poco è principalmente trasferimento alla Cassa Depositi e Prestiti, ossia una partita di giro interna al settore pubblico.
  • Su bruegel.org, Silvia Merler analizza i dati del bilancio pubblico greco nel primo trimestre. Non fermatevi al titolo, che è molto positivo (''Big improvement in the Greek primary budget''). Leggendo l'articolo risulta da un lato che il miglioramento delle entrate è dovuto a fondi europei per gli investimenti (o almeno così ho capito), mentre la riduzione delle spese è stata ottenuta con un sempreverde ben conosciuto in Italia: il ritardo nei pagamenti. Questo è quanto dice l'articolo: ''The lower expenditures are in fact mainly attributed to “the rearrangement of the cash payments projection”, i.e. delay in payments to third parties. According to Kathimerini, the state spent just 43 million euro by the end of March on paying expired debts to suppliers, which received some 500 million euros in total in the first quarter of 2014.''
  • Due ostaggi di Al-Qaida, l'italiano Giovanni Lo Porto e l'americano Warren Weinstein, sono stati uccisi durante un attacco americano condotto con droni. L'episodio, di qualche mese fa ma rivelato solo ora, ha rinnovato l'attenzione su questa nuova tecnologia bellica. In particolare, quanti civili vengono uccisi dai droni? La possibilità di errore è più alta o più bassa che per i velivoli pilotati? Su fivethirtyeight.org Leah Libresco espone gli scarsi dati a disposizione. Difficile trarre conclusioni, data la scarsa qualità dei dati, ma il fenomeno ha dimensioni allarmanti. Si stima che tra 421 e 960 civili sono stati uccisi in Pakistan da droni negli ultimi 10 anni.
  • Alessandro Gilioli è un giornalista e blogger del gruppo Espresso. Il suo blog Piovono Rane è uno dei pìù popolari in Italia. È per me un mezzo mistero. Gilioli è un osservatore estremamente acuto e, in mia opinione, un fine analista politico. È anche capace di una sorta di brutale onestà che in Italia è molto rara. Per esempio, pur essendo orientato a sinistra (nel senso di ''alla sinistra del PD renziano''), ha sempre riconosciuto le carenze culturali e umane dei politicanti di sinistra in Italia. Il mistero deriva dal fatto che quando parla di economia, e per quel che mi è dato capire solo quando parla di economia, Gilioli si trasforma in un'altra persona, capace di dire le sciocchezze più incredibili e, apparentemente, totalmente incapace di mettere in questione le certezze apprese da piccolo. L'ultimo episodio è questa sua lettera aperta ad Aldo Grasso. È un buon esempio perché è una lettera ragionevole e che in sostanza condivido. Ma poi trovi affermazioni come questa: ''Vede, Grasso, ci sono diritti o 'privilegi' che per noi sono normalità, eppure solo a nominarli loro ti guardano come se fossimo alieni: la tredicesima, la quattordicesima, le ferie pagate, la pensione, le aspettative, la maternità, il sindacato, qualche volta anche il telefonino e il pc aziendale - per non dire dell'automobile, che a quanto ricordo al Corriere è in leasing quasi for free. Ce la sentiamo davvero noi, con tutte queste cose in tasca da trent'anni, di irridere chi non le ha mai viste e non le vedrà mai?''. Quasi tutti questi supposti diritti o privilegi che li si voglia chiamare sono semplicemente modalità differenti di pagamento del salario. Alcuni (i fringe benefits come telefonino e macchina) sono efficienti dal punto di vista fiscale, altri (per esempio la tredicesima) sono in realtà sfavorevoli al lavoratore, che è costretto ad aspettare fino a dicembre per farsi pagare soldi che gli sono dovuti nell'arco dell'anno. Si ha quasi l'impressione che Gilioli creda veramente che, quando le aziende e i lavoratori contrattano, non abbiano in mente il costo annuo del lavoratore, ma il costo mensile senza la tredicesima. O, per metterla in altri termini: veramente Gilioli crede che i lavoratori di altre parti del mondo abbiano meno diritti dei lavoratori italiani perché lo stipendio annuo viene pagato in 12 parti anziché in 13? Ragionamenti del tutto analoghi si applicano su quattordicesima e ferie pagate. Possibile che al momento di elencare diritti irrinunciabili dei lavoratori si salti fuori con simili sciocchezze? Però purtroppo non è la prima volta che Gilioli dice simili baggianate. Lo ripeto, per me è un mistero.
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Commenti

Ci sono 20 commenti

Gli autori riportano "Certainly the high job mobility, facilitated by the flexibility and competitiveness of the Danish labour market, were key catalysts for the observed native workers’ response" (il grassetto è mio). È ragionevole dedurre che in un mercato del lavoro con caratteristiche molto diverse da quello danese, come ad esempio quello italiano, anche gli effetti sarebbero diversi. Uno degli autori sembrerebbe italiano; mi chiedo se ha scritto qualcosa di specifico sul Bel Paese.

È italianissimo, è uno dei tanti economisti italiani che lavorano negli USA. Sta alla University of California Davis ed è uno dei principali studiosi delle conseguenze economiche delle migrazioni. In questo lavoro discute la stessa questione (does low-skilled immigration lead to better specialization by natives?) per vari paesi OECD, inclusa l'Italia.   La sua pagina web con le sue pubblicazioni è qui.

Quello che mi stupisce è la rapidità del fenomeno (figura 2). Mi sarei aspettato una certa latenza. Forse è questo l'effetto della flessibilità del mercato del lavoro danese? Possiamo ipotizzare che anche in un mercato ingessato come l'italiano si avrebbe lo stesso effetto, solo con una latenza maggiore?

I salari invece salgono, ma poi si stabilizzano. Anche questo mi pare curioso.Perchè non continuano a salire? Forse l'aumento di offerta di skilled workers ha un effetto calmierante sui salari? Se fosse così, alla fine il vantaggio per i nativi sarebbe minore ed il fenomeno sarebbe politicamente meno spendibile.

Gilioli è bravissimo (il suo blog dopo Brasile-Germania è un capolavoro), ma non capisce l'economia. E' una caratteristica comune alla stragrande maggioranza degli italiani colti ma non laureati in economia e/o professionalmente impegnati in attività di impresa o ad esse in qualche modo collegate. Se è per questo, molti giornalisti economici e sindacalisti capiscono poco di economia

non lauche non si occupano di affari per un motivo o per l'altro (managers, quasi tutti i giornalisti economici,  non capisce l'economia.

È vero che sono pochi in Italia a capire di economia, anche tra giornalisti economici, sindacalisti e politici, ma molti di questi o non hanno mai manifestato alcuno sprizzo di intelligenza (Landini non dice cazzate solo in economia, le dice su tutto) oppure sono chiaramente poco interessati a capire, hanno posizioni da promuovere e non si curano della coerenza delle argomentazioni. 

Il caso di Gilioli mi pare diverso. È persona intelligente e sembra onestamente intenzionato a capire (e a far capire) meglio le cose. Non ha paura di prendere posizioni contrarie alla sua parte politica o di criticarne la dirigenza. È solo quando parla di economia che si trasforma in un troglodita ignorante. Resta, per me, un puzzle.

Che Gilioli sbrodoli sui "diritti" mi sembra possa essere perdonato; d' altra parte se il confronto è tra gli schiavizzati da una parte che hanno salari più bassi e più precari, ed i Grasso che vivono di aiuti di Stato, grassi e garantiti, è quasi naturale, per quanto sbagliato, parlare in termini di diritti negati. Lo dico arroccato sulle mie posizioni di aspirante eliminatore di INPS ed Inail: che erogano, molto male, servizi che PERSINO gli assicuratori italiani erogano meglio: e, perdipiù, vorrei tali servizi facoltativi; in Germania i lavoratori autonomi, mi si dice, non hanno nessun obbligo previdenziale: la crande Cermania, kvella dell' autogestione ! Il punto è capire perchè gli schiavi votino per cose come Grillo e l' acqua pubblica.

... ovviamente la crande Cermania è qvella della KO-cestione, ja !

report ieri su derivati e la cannata

a mia memoria la cannata gestì molto bene il periodo 2011-12, quello critico per noi. 

ho visto, ho letto anche qualche resoconto giornalistico, perloppiù in stile "il fatto quotidiano" e non è un complimento.

per adesso pare di capire che accusino santa Maria Cannata (ora pro nobis) di imperizia. ma non è possibile essere esperti certificati nella gestione del terzo o quarto debito pubblico del mondo, non più di quanto lo potessero essere gli astronauti al comando dei primi veicoli spaziali. l'apollo in orbita non era stata provata prima in un parcheggio,  e che fare poi se si incrocia un meteorite che viene da destra? insomma, provateci voi.

 claudio gatti sul sole si sforza un po' e osserva che taluni contratti sono una vendita nuda di opzioni, senza finalità assicurative quindi. a me non sembra lecito isolarli dal complessivo e ben più complesso castello di operazioni di gestione del debito, coi derivati e senza (size matter! si pensi solo alle drammatiche decisioni da prendere per andare in asta sul mercato primario).

vedremo gli sviluppi...sperando almeno che le "novità" non vengano da trani.

 

 

 

In realta tutto e' incominciato con un articolo di Bbg che confronta le perdite sui swaps dei vari paesi Europei: http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-04-23/italy-is-euro-area-s-biggest-swap-loser-after-deals-backfired

detesto romper i marroni, mi perdonino le signore MA, sandro (brusco) ha torto e in un caso in cui avere torto e' istruttivo. questo sig. Gilioli (ho letto due articoli o "blogs" e mi parvero piuttosto buoni per un giornalista) non ha una caratteristica deviante, fosse essa dovuta al degrado delle vicende italiane, alla sifilide che gli tormenta la corteccia cerebrale, o al complesso di Elettra. Egli manca di coerenza. La coerenza e' una nozione teorica (dice, in breve che dato un insieme, compatto o no, convesso o no, finito o no, tale insieme e' coerente se e solo se non esiste nessuna coppia di elementi che esprime [~grossomodo] F & notF per un F arbitrario. Se tale coppia esiste l'insieme non e' coerente, se tale coppia non esiste l'insieme e' coerente. Ci siamo intesi fino a qui? La difficile parte e' esibire prove di coerenze (non sentimenti, emozioni, conati etc.) perche' bisogna mostrare una condizione che si applica a casi di chiusura. Mi spiego ancora (scuse offerte ai lettori: e' uno dei drammi tragici di insegnare: pensare che il problema sia che l'insegnante non abbia spiegato abbastanza, e quindi si varia, si riptete l'autoevidente fino al suicidio collettivo per disperazione deimembri del corso) su cosa e' una chiusura. 

Si prenda una relazione arbitraria " Q segue da P" (segue, consegue, Q necessita P etc.), ne segue che quando nell'insieme vi sta P e non Q l'insieme sembvra coerente e non lo e', solo perche' in qualche remota galassia nonQ segue da Z. Data la chiusura ottengasi Q & non Q l'insieme per quel che riguarda la coerenza e' Kaputt. Perche' l'escursione in elementi elementari del ragionamento? offro un'opinione diagnostica. gli umani sono possessori di insiemi mai (quasimai) coerenti e non se ne rendono conto. Un'ipotesi seria e' che la coerenza non sia affatto una proprieta' naturale di nulla: e' un oggetto astratto, quanto la gravita'. Si noti, p.es., che sembra chiaro che il fumo va in alto ma la cenere del sigaro va in basso. Ma perche'? perche' il fumo e' una nuvola che tende all'alto e la cenere e' sporco e lo sporco tende alle moquettes.... no, ambedue sono soggetti a gravita' + frizione e buonasera. Notasi: la gravita' e' un'azione a distanza: la luna fa l'acqua alta, non il vento che spinge l'onda e la luna e' (di giorno) pure invisibile. Coerenza = gravita' vi suggerisco, per quanto importante sia e' quella roba che si acquisisce con lunghe pensate, non viene naturale che ai geni (Galois Johnny Nash, Euler) ai giornalisti rimane un oggetto misterioso come il fatto che vi e' la medesima esatta quantita' di numeri se la comparazione e' tra i numeri interi positivi e tutti i numeri interi (inclusi quelli che misurano la febbre e quelli della temperatura a Vipiteno d'inverno) vedasi i Discorsi intorno a due nuove scienze di Galilei del 1638. Il vecchio ingenuament si domando' se vi sono piu' numeri dispari o piu' numeri. La risposta che verra' naturale a Marzullo e' "piu' numeri", dopo tutto e' evidente che 1,2,3,4,5 ha cinque membri e 1,3,5 ha tre membri, cinque e' piu; di tre, fine della favola. Marzullo ha torto, quanto Gilioli che sostiene sia un suo diritto avere il telefono (io detesto i telefoni, il mio diritto  e' http://www.wally.com/wallycento3/

e che non mi rompa i coglioni con il computer dell'azienda, in barca non voglio leggere le cacatine di landini e gilioli, men che mai di civati e ravetto

(per ottenere un ingaggio sulla barca di palma, anche before the mast, mi sa che occorra essere laconici)

Ma, per fortuna, secoli addietro vissero Galilei e Leonardo (espatriato)...

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The Expo Gate in central Milan. The 2015 world fair is expected to give a boost to Italy's ailing economy

 

After a run-up marred by corruption scandals, delays and fights over costs, the Expo 2015 world fair in Milan opened to the public on Friday amid hopes that the event will help return the recession-bound Italian economy to growth.

“The bet we’ve made on Expo is that it will restart the country,” Matteo Renzi, Italy’s prime minister, said as he arrived for Thursday’s opening ceremony, held in the shadow of Milan’s soaring Gothic cathedral and featuring recitals by opera singer Andrea Boccelli and pianist Lang Lang.

 

However, Expo’s opening was blighted by violent skirmishes after several dozen hooded protesters broke away from an otherwise peaceful May Day march, clashing with a cordon of more than 2,000 riot police who had blockaded central Milan, according to official reports.

ennesima puntata un po' così