La Legge Mancia

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Segnalo un recente articolo ad opera di Carmelo Lopapa, apparso su Repubblica lo scorso 16 maggio. Credo che sia interessante perché illustra il totale distacco tra i politici e coloro che essi rappresentano, nonché la totale mancanza di riguardo dei parlamentari per i compiti che la Costituzione affida loro.

L'articolo, che non riesco a trovare sul sito di Repubblica, ma e' disponibile in pdf su quello del Formez , parla dell'elargizione di 17 milioni di Euro operata dal Parlamento con quella che Lopapa chiama simpaticamente Legge Mancia. Tra i finanziamenti previsti dalla legge, il più cospicuo e' quello a favore del Comune di Orbetello

(500mila Euro) per il recupero del centro storico. Ma ci sono anche

interventi minori, come i 50mila Euro per un campo da calcio

parrocchiale a Colnago (MI) e i 25mila (a fondo perduto) all'associazione Centro studi Piero Ginocchi di Crodo (Verbania). (Consiglio di leggere gli articoli 2 e 3 dello statuto dell'associazione - sono uno spasso).


Riporto due passaggi dell'intervista che Lopapa ha fatto a Duilio (Margherita), padre del provvedimento e presidente della Commissione Bilancio della Camera. Duilio dice:


Parliamo

di una atto dovuto, di soldi che diversamente sarebbero andati perduti

[dato che] la legge che stanziava la somma risale alla precedente

legislatura. La Ragioneria dello Stato ci aveva avvisato che molti

interventi programmati erano decaduti perché l'iter di spesa non era

stato completato.


Quando Lopapa chiede dei criteri che sono stati seguiti per la distribuzione delle risorse, Duilio risponde che


E'

stata fatta una distribuzione tra i gruppi [parlamentari] in base alla

loro consistenza, con un leggero vantaggio per la maggioranza: diciamo

60 per cento a 40. Senza rigidità, io stesso ho agevolato un intervento

suggerito da un amico veneto dell'opposizione. Ogni deputato ha fatto

pervenire le sue proposte e si e' cercato di accontentare tutti in

proporzione.


Che

c'e' di strano, direte voi? Nella sostanza, niente, purtroppo. Ciò che

mi ha colpito e' l'assoluta mancanza di ritegno con cui tale Duilio

informa il lettore che ogni Euro stanziato che non viene speso, e'

perduto. Non importa come lo si spende. L'importante e' che venga

speso. Restituirlo al legittimo proprietario (il contribuente) equivale

a perderlo. Nel secondo passaggio, invece che illustrare un qualche

processo decisionale teso a determinare quali siano le destinazioni più

meritorie del denaro pubblico, Duilio

ammette candidamente che tale denaro e' stato distribuito a pioggia, in

base alla consistenza numerica dei gruppi parlamentari, al fine di

soddisfare il maggior numero di colleghi. Possibile che in una tale

dichiarazione non si ravvisino estremi di reato?

 

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Commenti

Ci sono 2 commenti

Come diceva il buon Friedman, per fortuna lo stato e' cosi' inefficiente, altrimenti vivremmo tutti in una dittatura.

Che fine fa il tesoretto (altrimenti detto soldi raccolti tramite innalzamento della pressione fiscale per gestire le proprie clientele)? aumento per gli statali . Silvio lo faceva aumentando il deficit (e il debito), Romano lo fa aumentando le tasse. Ma di restituire non se ne parla.