L'anomalia delle “grandi opere” arriva anche a Firenze

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Sotto-attraversamento alta velocità di Firenze, così si chiama il pezzo della nuova linea per i treni AV che dovrebbe attraversare Firenze. In realtà le frecce rosse, argento e bianche transitano già da Firenze senza avere alcun particolare problema se non i cinque, forse sette, minuti addizionali che comporta l’entrata e l’uscita dalla stazione di Santa Maria Novella, quando è questa ad essere utilizzata (sulla questione, ritorno sotto). Non è quindi chiara la ragione per cui si voglia realizzare un’enorme infrastruttura quale il sotto-attraversamento che richiede un’opera altamente invasiva come una doppia galleria di oltre 7 km ed una stazione sotterranea di 600.000 metri cubici.

Le grandi opere in Italia, nate all'ombra della Legge Obiettivo, hanno tre caratteristiche peculiari: inutilità, costi enormi, pericolosità. Il progetto fiorentino non fa eccezione:

  1. Inutile. I treni già passano sui binari di superficie senza problemi, ci sono 5 stazioni (Santa Maria Novella stazione di testa, Castello, Rifredi, Statuto, Campo Marte)  adatte a ricevere i treni AV tra cui si può scegliere la più adatta urbanisticamente e dal punto di vista della velocità del servizio.  Mentre potrebbe essere comprensibile la costruzione di una stazione “dedicata” a treni AV in una grandissima città dove ne arrivassero centinaia al giorno (ma nemmeno Parigi o Madrid hanno una stazione dedicata ai TGV o all’AVE), l’opera è del tutto balzana in una città relativamente piccola come Firenze.
  2. Costosa. Il progetto che vede ora l'avvio è stato vinto, per circa 700 milioni di €, da una cooperativa emiliana (Coopsette) che ha offerto un ribasso del 24% sul prezzo di riferimento. In città già tutti parlano di 1,5 miliardi di costo vero a fine opera; tecnici indipendenti, valutando l'approssimazione del progetto ed i troppi problemi irrisolti, pensano che occorreranno almeno 3 miliardi. Insomma, nella tradizione vergognosa della TAV e delle opere pubbliche italiane in genere, i contribuenti finiranno per pagare svariate volte il compenso pattuito.
  3. Dannosa. Il progetto è estremamente invasivo, creerà seri problemi nella fase di scavo delle gallerie con pericolo di danni a migliaia di edifici. Questi rischi sono stati tutti rigorosamente minimizzati dai fautori dell'opera in sede di dibattito pubblico. Il manufatto avrà un imponente impatto sulla falda che scorre sotto Firenze con rischi molto seri per vaste zone della città. Sono a rischio oltre 40 edifici di interesse storico/artistico. Tutti i problemi che dovranno essere risolti e i danni provocati saranno ulteriore fonte di profitto per le imprese costruttrici. Da qui viene, infatti, il prezzo basso d’acquisizione a cui seguiranno aggiustamenti di costi in corso d’opera.

Questo è il quadro disperante di un'opera che è stata molto poco pubblicizzata in città, tante sono le criticità che la caratterizzano. Credo, infatti, che fuori da Firenze non se ne sia praticamente sentito parlare. Ragionevole, si fa per dire, visto che il consenso sull’utilità sociale di questa follia viene condiviso dalla destra e dalla sinistra politica.

Il professor Marco Ponti, economista del Politecnico di Milano, ricorda come, a suo tempo, siano state scartate tutte le soluzioni semplici e poco costose per il passaggio dei treni AV a Firenze, privilegiando il progetto che avrebbe dato il ritorno migliore, in termini monetari, per le imprese costruttrici. Dev’essere l’effetto del “keynesismo de noantri” che caratterizza la cultura economica delle classi dirigenti italiane, siano esse di destra o di sinistra (il folle progetto, come credo sia facile immaginarsi, è prodotto rigorosamente bi-partisan). Insomma, è stato scelto il progetto più socio-ambientalmente impattante, più costoso e più lento per i treni.

Ma tutto questo non ci dovrebbe stupire: quanto avviene a Firenze con l’attraversamento per la TAV è nel corso naturale della vocazione assai poco competitiva delle grandi imprese italiane le quali, da sempre, prosperano appoggiandosi ai lavori pubblici ed alle commesse/concessioni/protezioni statali, finanziate dai contribuenti ovviamente. Lo statalismo profondo dell’economia italiana consiste proprio in questo: per non correre rischi, né di mercato né di impresa, le grandi aziende italiane contano su appalti pubblici sicuri e remunerativi. Con l'introduzione del modello contrattuale di TAV Spa, perfezionato con la Legge Obiettivo, si è avuto un ulteriore passo in questo processo d'involuzione.

Si è quasi tentati di dire che ci troviamo davanti ad un classico esempio di stato strumento della grande impresa, italiana ovviamente. Le stesse grandi opere non vedono la luce in un ambito di progettazione pubblica dei trasporti secondo criteri di pubblica utilità, ma da accordi fatti tra imprese stesse. Le istituzioni politiche diventano solo le garanti della realizzazione dell'opera, ruolo che svolgono utilizzando la leva fiscale per generare il flusso di risorse economiche, sempre sovradimensionato, necessarie ad assicurare la profittabilità desiderata dalle imprese.

Per queste ragioni il caso TAV è emblematico: un razionale potenziamento del sistema ferroviario avrebbe garantito il passaggio di una quota di merci dalla strada alla rotaia, avrebbe reso meno urgente la realizzazione di nuove autostrade, avrebbe reso meno folta la flotta di tir che attraversano tutti i giorni l'Italia. Invece FIAT, che assieme alla Lega delle Cooperative è stata la grande sponsor del progetto, ha privilegiato la costruzione di linee che fossero utilizzabili solo da particolari treni, garantendosi così la costruzione di nuove autostrade (Impregilo allora, era controllata FIAT), di ulteriori mezzi stradali (Iveco) oltre che di treni (FIAT Ferroviaria, ora venduta ai francesi). Un esempio magistrale di “stato capitalista della multinazionale, italica”.

A tutto questo va aggiunto il sistema di norme contrattuali che si sono attivate in questa occasione: ogni controllo, dalla progettazione al monitoraggio ambientale, è delegato al general contractor, il realizzatore dell'opera. Addirittura il controllo della congruità della spesa è affidato al costruttore. Un esperto di opere pubbliche, l'ingegner Ivan Cicconi, ha definito questo modello contrattuale “privatizzazione della spesa pubblica”. Difficile dargli torto.

La crisi economica e politica che attanaglia l'Italia ha radici profonde. Una di queste diventa palese nell'anomalia delle grandi opere, le quali sembrano svolgere l’unica funzione d’incanalare risorse pubbliche verso una nuova oligarchia parassitica, costituita dalle “grandi imprese” italiane interne al sistema politico/finanziario che ruota attorno alla casta. L’operazione “Alitalia italiana” acquista, da questo punto di vista, una valenza ed un significato alquanto chiari.Il sotto-attraversamento TAV di Firenze è un pezzetto di questo mostro che divora l'Italia. Qualche pazzo fiorentino ancora cerca di fermare questo scempio che avanza.

 

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Commenti

Ci sono 57 commenti

Se mi è permesso un consiglio all' autore, direi che il link a questo articolo sarebbe da postare sulla pagina facebook di Renzi. (Direi che ha ancora qualche potere in merito, o mi sbaglio?)

E' giovane ed ha ancora una reputazione da difendere, ed è per questo abbastanza sensibile alle "chiamate pubbliche". Non di rado risponde direttamente (lo ha fatto recentemente anche nei commenti in uno dei blog del FQ online) , magari potrebbe dire la sua.

 

Ho trovato una risposta di Renzi (proprio da un post su facebook!) sulla questione.

 

kickbacks?

Si', se ne parla poco in Italia, in TV. Ma li' sono tutti affacendati ad ogni ora del giorno a mostrare alle famiglie italiana che non arrivano a fine mese cosa potrebbero cucinare se avesser piu' soldi. Questo a quanto pare è lo scopo del servizio pubblico italiano: mostrare cosa succede ad una prosperosa intrattenitrice, cosa succede in particolare alle sue ghiandole mammarie, quando si agita con il mattarello tra le mani per spiananare la pasta. Altre reti si impegnano a mostrare cosa combina un gruppo di giovani rinchiuso in alcune stanze per mesi. 

Ma a parte i media televisivi, direi che in rete se ne parla. E se ne discute, pur con la difficoltà di affrontare temi tecnici nel difficile campo dell'ingegneria civili (ma qual campo oggi è semplice?). 

Se ne è discusso qui, per esempio. 

Francesco 

Sono sicuro di aver sentito parlare della questione tunnel sotto Firenze più volte su Report e, se non ricordo male, anche alle Iene, negli anni passati, tanto che questo articolo non aggiunge nulla di nuovo a quanto già conoscevo. Non so se se ne è riparlato anche in tempi più recenti visto che sono mesi che non guardo quei programmi: però in tv se ne è parlato e su canali che hanno un pubblico discritamente numeroso.

 

Inutile. I treni già passano sui binari di superficie senza problemi,

 

Qualche dato a conferma di questa affermazione? Perche' mi http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:pi0X7mvj_1AJ:www.firenzetoday.it/cronaca/alta-velocita-50minuti-da-firenze-a-pisa-critiche-dai-pendolari.html+penodlari+proteste+alta+velocita&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=firefox-arisulta che per fare passare i treni AV si siano provocati allungamenti dei tempi di percorrenza dei treni "tradizionali" e che ci siano state lamentele dei pendolari.

Sulla qualita' della progettazione di tutte le opere (grandi e piccole) in Italia anche io ho grossissime perplessita', cosi' come sul sistema di gestione degli appalti e sulla qualita' delle opere costruite.

Pero' vorrei capire la validita' delle obiezioni all'attraversamento in sotterraneo di Firenze.

Per l'attraversamento in sotterraneo di Bologna, danni agli edifici non ce ne sono stati, mentre ci sono stati enormi problemi nello scavo della stazione sotterranea (sono state usate tecnologie diverse).

L'attraversamento in sotterraneo evita completamente tutti i problemi di rumore e di consumo del territorio. E' una soluzione che viene preferita proprio per eviatre alcuni impatti che sono considerati molto dannosi.

Il problema della falda di Firenze provocato dal tunnel quale sarebbe? Che ne rovina la qualita'? Ma qualcuno la usa la falda superfciale a Firenze? E per farci cosa? Le falde superficiali sotto le citta' italiane sono poco piu' che delle cloache, visto quello che ci e' finito dentro da secoli. Ho difficolta' a comprendere perche' sarebbero da preservare. Ma sono sempre in tempo ad imparare qualcosa di nuovo.

A Firenze io ho visto alcuni aspetti dell'alta velocita' ed ho visto fortissime connotazioni ideologiche e non tecniche o scientifiche nell'opposizione che ho potuto incontrare.

C'e' ancora gente che sta a menarla con la storia dell'Alta Velocita' che sarebbe un "treno per i ricchi" e quindi "e' male", quando e' chiaro da anni che si tratta di un raddoppio dei binari costruiti con tecniche non all'avanguardia, ma almeno aggiornate ai nostri anni.

 

Per queste ragioni il caso TAV è emblematico: un razionale potenziamento del sistema ferroviario avrebbe garantito il passaggio di una quota di merci dalla strada alla rotaia, avrebbe reso meno urgente la realizzazione di nuove autostrade, avrebbe reso meno folta la flotta di tir che attraversano tutti i giorni l'Italia. Invece FIAT, che assieme alla Lega delle Cooperative è stata la grande sponsor del progetto, ha privilegiato la costruzione di linee che fossero utilizzabili solo da particolari treni,

Ma ne sei sicuro? Perche' questa e' un'obiezione che si sentiva 15 anni fa, ma che si dimostra inconsistente ad un esame appena appena approfondito. Se anche le nuove linee non fossero percorribili da treni merci (ma basterebbe cambiare le motrici ed il problema sarebbe risolto), il solo eliminare il transito di treni passeggeri dalle linee vecchie di 100 anni ne provocherebbe un decongestionamento che permetterebbe il passaggio di un maggiore numero di treni merci. Ma poi questa obiezione viene espessamente smentita da un opuscolo delle FFSS che , a pagina 5, cita: "Linee progettate per traffico misto AV e  merci;"

Che poi la FIAT sia stata coinvolta pesantemente all'inizio del progetto dell'AAVV tra Bologna e Firenze, non ci piove. Che alcune  scelte di percorso siano state in alcuni casi dettate da motivazioni che di tecnico avevano ben poco, e' certo. Ma che ci volesse una nuova linea, costruita con criteri moderni, non e' che sia una idea cosi' campata in aria.

 

 

 

 

Inutile. I treni già passano sui binari di superficie senza problemi,

 

Qualche dato a conferma di questa affermazione? Perche' mi http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:pi0X7mvj_1AJ:www.firenzetoday.it/cronaca/alta-velocita-50minuti-da-firenze-a-pisa-critiche-dai-pendolari.html+penodlari+proteste+alta+velocita&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=firefox-arisulta che per fare passare i treni AV si siano provocati allungamenti dei tempi di percorrenza dei treni "tradizionali" e che ci siano state lamentele dei pendolari.

Ti risulta bene. Ad esempio, dopo le 8am il numero di treni regionali crolla sul tratto Rifredi-Campo di Marte proprio perchè inizia l'ora di punta dei FrecciaRossa (purtroppo l'ho sperimentato sulla mia pelle di pendolare). I NOTAV fiorentini parlano da tempo di aumentare i binari su tale tragitto per liberare i binari da adibire ai convogli regionali, minimizzando l'impatto di tale opera... e dimenticando che ci sarebbe comunque da bucare una collina (quella della Pietra che a NfA credo conosciate) perchè le gallerie attuali sono minuscole, e tirar giù qualche palazzo alle pendici, come minimo.

Renzi, nell'articolo linkato sopra, dice bene sostenendo che il tunnel diventa inutile se i binari in superficie resteranno inutilizzati. Ma se leggete tra le righe noterete una certa sua disillusione, a quanto si dice in giro sarà molto difficile impedire alle Ferrovie di proseguire coi lavori dato che praticamente tutte le autorizzazioni sono già firmate e la macchina si è messa in moto.

P.S. l'articolo parla solo di TAV e non della faraonica stazione che Moretti vuole costruire che costerà un bel pò. Progetto architettonicamente molto bello (di Norman Foster) ma mastodontico, probabilmente troppo per essere quasi in centro

 

il solo eliminare il transito di treni passeggeri dalle linee vecchie di 100 anni ne provocherebbe un decongestionamento che permetterebbe il passaggio di un maggiore numero di treni merci.

No guarda, parlando della TAV italiana in generale, il punto è proprio che gli investimenti stanno andando principalmente dove le linee storiche non sono sature e ci sono forti dubbi tra gli addetti ai lavori che la domanda possa esplodere nei prossimi anni in modo tale da richiedere linee ad alta capacità. La val di Susa è il caso più inflazionato (purtroppo hijacked dai verdi integralisti del "non costruiamo niente", quando le obiezioni al progetto sarebbero altre); c'è anche quello di Trieste, dove si vaneggia di costruire una linea TAV sotto il Carso, quando il traffico attuale sui valici storici tra Italia e Slovenia di treni passeggeri diurni è stato tagliato di anno in anno e dall'anno scorso è di 0 (zero) treni al giorno, e quello merci pochissime coppie al giorno; oppure la Milano-Torino, che ha permesso di accorciare i tempi tra le due città di ben... 5 minuti (una quantità di tempo che in una ferrovia ben progettata con orario cadenzato, cioè sincronizzato con treni ogni ora esatta o ogni mezz'ora, non ha senso di essere risparmiata), e ora rimane sottoutilizzata causa mancanza di domanda. Invece gli investimenti andrebbero fatti dove le linee sono veramente sature, vale a dire intorno ai grandi centri urbani, e sono per lo più interventi puntuali o locali (uno scambio qui, un raddoppio di pochi km là). Per tornare alla Milano-Torino, se con i soldi della TAV si fosse modernizzato il nodo di Milano, quei 5-10 minuti li avrebbero guadagnati tutti i treni, compresi i locali, e a un costo notevolmente inferiore. Il problema italiano (ma non solo) è che si costruisce la grande infrastruttura prima di avere in testa che tipo di treni e servizi farci correre sopra. Specialmente in ferrovia, prima bisognerebbe avere chiaro che servizio si vuole offrire, quali orari, quali treni, quali frequenze, perché solo così si può dimensionare l'infrastruttura.

A chi interessa il tema segnalo gli articoli di una persona addentro. In special modo segnalo questo (il punto 1 è il più pertinente a quanto ho scritto) e questo.

(ma basterebbe cambiare le motrici ed il problema sarebbe risolto)

La cosa è un po' più complessa. Cambiare l'intero parco veicoli ha un costo non indifferente; inoltre, mentre un semplice quadruplicamento con binari di uguali caratteristiche tecniche faceva sì che tutti i treni potessero percorrerli indifferentemente (con vantaggi in termini di pianificazione del servizio che qui non sto a spiegare, o gestione delle perturbazioni), con la piega attuale questa possibilità è preclusa almeno fino a che l'intero parco locomotive sarà politensione. D'altra parte è vero che le caratteristiche delle ferrovie elettrificate convenzionali italiane mal si prestano alla TAV, quindi si potrebbe argomentare che prima o poi si dovesse fare un cambio del genere.

Fabrizio

Linee progettate per traffico misto AV e  merci;

Per curiosità in Francia, Germania o Spagna i binari per i treni AV sono progettati anche per il traffico merci?

 

risposta a G. Bonaga 4.1.11 14:31

Piu' che condivisibili le ragioni a favore del sottoattraversamento, in generale. Nel caso fiorentino, il sottosuolo sembra essere invece molto, molto fragile. Nessun progetto di metropolitana e' stato sinora realizzato, almeno due parcheggi sotterranei costruiti negli ultimi dieci anni (Fortezza e Piazza Ghiberti) inizialmente pensati per quattro piani interrati, sono stati "ridimensionati" a due soltanto, fermi i costi. Non e' necessario preservare la falda, e' invece fonte di preoccupazione, a mio avviso, sbarrarne il flusso con pareti in cemento armato dei manufatti previsti come la stazione, 30 metri di profondita', 500 di lunghezza, 50 di larghezza.

 

 

Santa Maria Novella stazione di testa, Castello, Rifredi, Statuto, Campo Marte)  adatte a ricevere i treni AV tra cui si può scegliere la più adatta urbanisticamente e dal punto di vista della velocità del servizio.

 

 

Molto fiorentino questo. Da Santa Maria Novella partono tutti i treni locali. Oppure si vuole costringere tutti i toscani  non fiorentini che hanno bisogno di un treno AV a cambiare due volte - prima dal Prato-Firenze SMN al Firenze SMN- Firenze Rifredi e poi da quest'ultimo al treno AV. Congratulazioni

Inoltre, Statuto e Castello sono minuscole. Bisognerebbe rifare tutto per aggiungere binari (e Statuto è addirittura sopraelevata), Campo di Marte è piccola e senza spazio. L'unica grande abbastanza è Rifredi, ma è in semi-periferia e sarebbe un incubo per tutti (non c'è spazio per taxi, autobus etc.). In sostanza o SMN perdendo i 7-8 minuti o la stazione sotterranea

Queste sono banalità che chiunque conosce Firenze ed il sistema ferroviario toscano sa. Non posso credere che l'autore del post non le sappia

 

 

“L'unica grande abbastanza è Rifredi, ma è in semi-periferia e sarebbe un incubo per tutti (non c'è spazio per taxi, autobus etc.).”

 

La distanza Rifredi – Santa Maria Novella se non mi sbaglio è di poco più di 2 km, non sembra proprio una distanza sconvolgente. Visto che lo stanziamento di risorse è molto elevato sicuro che l’alternativa sia SMN o stazione sotterranea e non si possa veramente pensare di potenziare i collegamenti SMN - Rifredi risparmiando anche qualcosa?

 

Da Santa Maria Novella partono tutti i treni locali. Oppure si vuole costringere tutti i toscani  non fiorentini che hanno bisogno di un treno AV a cambiare due volte - prima dal Prato-Firenze SMN al Firenze SMN- Firenze Rifredi e poi da quest'ultimo al treno AV.

 

I treni partono da SMN ma la maggioranza, tranne solo quelli ( e nemmeno tutti)  sulla linea Firenze-Arezzo-Chiusi e quelli per il Mugello (e compreso quindi ancheil locale per Empoli  ;) ), fermano già a Rifredi. Questo inoltre fa si che i collegamenti fra le due stazioni ( a 5 minuti di treno l' una dall' altra) siano molto frequenti. Certo, rimangono i problemi dell' accessibilità, del parcheggio e del non essere già in centro.

La rete ferroviaria toscana si vede forse meglio qui. Arezzo, Borgo e Pontassieve sono "le escluse".

 

Ripeto

 

Da Santa Maria Novella partono tutti i treni locali. Oppure si vuole costringere tutti i toscani  non fiorentini che hanno bisogno di un treno AV a cambiare due volte - prima dal Prato-Firenze SMN al Firenze SMN- Firenze Rifredi e poi da quest'ultimo al treno AV.

 

Ed a questo si aggiungono tutti i turisti ed i fiorentini SMN è a 300 metri dal Duomo, ha il parcheggio sotterraneo, il posto per i taxi, è facilmente raggiungibile dai viali, ci arriva la Tramvia 1 etc. Rifredì è in mezzo alle case senza parcheggi, con una via di accesso molto stretta. La stazione è piccola, senza sale di aspetto. Già ci  provarono vent'anni fa a fare fermare l'alta velocità a Rifredi e dovettero cambiare dopo un anno. Un minimo di realismo, per favore. Casomai dite che risparmiare 5-7 minuti non è essenziale ed è meglio investire in treni per pendolari ora e ripensare alla stazione sotterranea nel 2025. Questo è un discorso  ragionevole su cui potrei concordare

 

La mia domanda era nata dal fatto che Rifredi era stata indicata come l'unica stazione alternativa nel commento precedente, per questo mi chiedevo se non fosse più conveniente potenziare i collegamenti. Se oggettivamente SMN è l'unica stazione possibile allora concordo sul fatto che risparmiare qualche minuto non vale tale investimento

Grazie per l'intervento.  L'associazione tra Stato e grandi "imprese" assistite e colluse e' effettivamente uno dei nodi principali del disastro italiano. Secondo il magistrato Imposimato (libro, scheda, youtube) la TAV costa in Italia 3-6 volte al Km rispetto agli altri Paesi piu' civili perche' grandi imprese (Fiat in testa) e il crimine organizzato incassano ognuna il ~20% dell'appalto senza far nulla se non subappaltare ad imprese di loro gradimento, che a loro volta fanno prezzi gonfiati.

I problemi delle grandi opere (ai quali non sfugge il caso di Firenze, che anzi è emblematico) sono essenzialmente due: la tecnica di affidamento (la "Concessione di committenza") e lo scarso approfondimento progettuale preventivo.

Viene così totalmente a mancare la classica triangolazione Committente-Progettista e Direttore dei lavori-Impresa, che normalmente (e storicamente) garantisce l'indispensabile dialettica e contraddittorietà dei ruoli, e quindi l'assenza di combine. E' chiaro che affidando al realizzatore la progettazione, è quanto meno lecito il sospetto che questi ispiri il progetto alle sue convenienze, senza badare a spese. La mancanza di un soggetto terzo di consulenza priva di fatto il Committente di qualsiasi strumento di controllo.

Questo per i costi. Nel caso di Firenze, si è chiaramente privilegiata la scelta di spendere il massimo, anche a costo di realizzare un'opera non disprezzabile in sè (io non condivido minimamente le pregiudiziali pseudo-verdi o comunque politico-ideologiche verso le grandi opere, che quando sono necessarie, SONO necessarie) ma completamente fuori scala.

Più che il tunnel sotto la città (che non rappresenza un problema tecnico in sè, figuriamoci) quel che spaventa è la scala della stazione in sotterraneo, il famigerato megaprogetto di Foster. Il suo costo stimato non è scandaloso rispetto alla mole dell'intervento (anzi, è certamente sottovalutato), quello che è terrificante è l'impatto urbanistico di un volume mostruoso sia interrato che fuori terra (un solido di oltre 500 m di lunghezza!) scaraventato su una città le cui strutture complessive (viabilità, edilizia, attrezzature varie) restano quelle di una media città che, al di fuori del centro storico, rimane di tipo ottocentesco.

L'impatto sarà quello di un megameteorite, e avrà conseguenze incalcolabili (e pochissimo o per niente valutate). Certo, verrebbe da dire (e l'ing. Moretti dice) "A' la guerre comme à la guerre". Ma non c'è nessuna prova convincente che questa guerra si debba fare, in quanto i problemi possono essere risolti con interventi molto meno invasivi e meno costosi. Sono stati studiate varie alternative per il passaggio prevalentemente in superficie dei treni AV, tutte di medio rilievo ingegneristico, forse poco spettacolari ma potabilissime. Senza dire che già nel 1962 (cinquanta anni fa!) un illustre urbanista, il prof. Edoardo Detti, autore del PRG che porta il suo nome (e sostanzialmente disatteso a forza di varianti) giustamente giudicava la stazione di Santa maria Novella inadatta a sostenere grandi aumenti di traffico, e le riservava il ruolo - peraltro fondamentale - di capolinea di città, un po' come Venezia S.L., prevedendo per il traffico veloce una nuova linea che da Rovezzano passasse in galleria sotto la collina di Fiesole, emergendo in pianura a Castello, all'estremo NW della città. Un disegno chiaro, di facile realizzazione, poco probalematico, altamente funzionale. Naturalmente subito accantonato.

Inutile dire che Firenze è città di grande importanza e richiamo turistico e amministrativo, ma è anche una città sostanzialmente irraggiungibile: aeroporto asfittico (colpa di demenziali scelte urbanistiche di decenni fa), stazione centrale soprassatura, stazioni periferiche prive di qualsiasi servizio, mancanza di infrastrutture viarie etc. etc. Una città che, confrontata dal pdv infrastrutturale con altre europee, risulta stracciona fino all'impresentabilità: ma avrà nondimeno, pur con le pezze al sedere e le scarpe legate col filo di ferro, un megastazione avveniristica che non riuscirà in nessun modo a metabolizzare. Naturalmente, prima che succeda, ci vorrà un purgatorio di vent'anni, sufficiente a ridurre a terra da pipe sia chi vi scrive (da Firenze) che l'ing. Moretti. Sic transit.....

 

 

 

 

I problemi delle grandi opere (ai quali non sfugge il caso di Firenze, che anzi è emblematico) sono essenzialmente due: la tecnica di affidamento (la "Concessione di committenza") e lo scarso approfondimento progettuale preventivo.

 

Si', anche a me appare che la tragica situazione sia questa e che lo sia per tutte le opere di una certa importanza. Sopratutto lo scarso livello di progettazione, dovuto sia ad incompetenza dei progettisti scelti, sia dall'abitudine tutta italiana di modificare tutti i progetti in corso d'opera e poi "mettersi d'accordo" per risolvere le controversie

posto che condivido la preoccupazione sulle lievitazioni dei costi delle opere pubbliche e tutte le osservazioni circa il micidiale connubio tra oligarghie imprenditoriali e politici italiani, compresi quelli della sinistra fiorentina, voglio essere provocatoria e dire che una delle pochissime occasioni in cui da italiana che vive in Italia mi sento in un paese civile e moderno è quando prendo l'alta velocità.

Siccome questa sensazione mi piace, da residente a firenze vorrei provarla prendendo il treno in una bella stazione, magari progettata da un GRANDE architetto, possibilmente contemporaneo/vivente, pulita, e costruita con materiali che durino qualche giorno in più di quello dell'inaugurazione.

Mi piacerebbe far vistare agli amici che mi vengono a trovare a firenze un'opera pubblica CONTEMPORANEA, come possono fare tutti coloro che vivono a Parigi, Berlino, Londra, persino Roma.

Mi piacerebbe che in questa stazione potessero prendere l'AV anche coloro che vivono a sesto fiorentino, prato, pisa e che non siano costretti a cambiare stazione. Perchè firenze è piccola ma sfido a ridurre a meno di mezz'ora il tempo di cambio stazione rispetto a tutte quelle indicate dall'autore del post, e mezz'ora in un viaggio in treno non è poco.

Mi piacerebbe e per questo sono disposta a pagare. Non sono disposta a pagare i prezzi lievitati degli imprenditori amici dei politici, non sono diposta a pagare l'orribile progetto dell'architetto amico del politico di turno, non sono disposta a pagare materiali che si distruggono il giorno dopo (come quelli con cui è stata costruita l'università nell'area ex-fiat, sempre a firenze), ma sono disposta a pagare.

Ovvero, le mie personalissime preferenze sono tali per cui sarei disposta a rinunciare a qualcuno dei miei consumi privati (diciamo rinuncio al cappotto nuovo tutti gli anni, per rinnovarlo ogni tre? alla settimana bianca? al motorino e mi tengo la bici?) per avere una bella stazione che sotto-attraversa Firenze senza creare danni strutturali agli edifici sovrastanti (non ci credo che non esista la tecnologia per non fare danni; mi spiace, ma non ci credo), e permette a chi vive a Prato di arrivare a Roma in 1h e 50 max e a Milano in 2h e 15 max. 

E' un sistema di preferenze che ho solo io o che è completamente incompatibile con in posto in cui vivo?

C.

 

Non penso che il sistema di preferenze sia solo tuo, ma sicuramente non è l’unico possibile. Altre persone magari potrebbero preferire un miglioramento dei sistemi di trasporto urbani che possono incidere sui tempi di spostamento sia all’interno della città che tra stazioni differenti (così magari non serviranno 30 minuti per un cambio stazione), o magari vorrebbero dirottare l’investimento su altri tipi di trasporto (Firenze praticamente non è servita da aeroporto).

Sapere che per ottenere dei risultati che per molti possono anche essere marginali si debbano sopportare delle spese ingenti, con un margine di variabilità pazzesco e sostanzialmente poco controllabile, dovrebbe secondo me far porre la domanda se allo stato attuale la soluzione proposta sia realmente conveniente. In altre parole, un investimento stimato di € 700 mln, che potrebbe tranquillamente almeno raddoppiare, ti fa comunque mantenere il tuo sistema di preferenze oppure no?

Per risolvere qualsiasi dubbio sulle intenzioni del Comune di Firenze sono stati creati due siti internet nei quali è possibile scaricare tutta la documentazione riguardante il nuovo piano strategico dell'area metropolitana di Firenze "Firenze Futura" (prima si chiamava Firenze 2010).

Ottimo esempio di marketing urbano. Buona visione

firenzefutura.org/it/firenze-2010

www.firenze2010.org

Ecco qua, ci risiamo!

 

Anno nuovo, argomento vecchio!

Attenzione Alessandro e tutti voi. Lungi da me di contestare la pertinenza dell'argomento, Tutt'altro!

settembre 1979: primo convoglio TGV Lione - Parigi. 2:25mn anziché 5:00

Gennaio 2011 (Italia): come si fa a fare i treni veloci?

Purtroppo, siccome siamo abituati a sobbarcarci le abominevoli e stravaganti spiegazioni di lorsignori sul milliardo di buon motivi di non costruire la TAV, riusciamo pure a creare sto conflitto fantasmagorico e tutt'altro che fittizio tra pendolari (già erano lenti, adesso devono pure essere ralentati pur di lasciar passare i PSEUDO Alta velocità...) e i neo borghesi passeggeri Alto Veloci.

 Smettiamola di cercare l'inspiegabile e lasciamo stare le considerazioni umane (sociali, culturali, economiche, ecc...), che purtroppo, non possono più essere degnamente tuttelate dai ns rappresentanti politici: aggiungere che se ne strafregano, è offensivo per qualcuno per caso?

Cerco di spiegarmi.

Qui servirebbe, lo ammetto, una bella dimostrazione in piena regola a sostegno di tante affermazioni che mi verrebbe da fare: prima dei dati eclatanti, poi dei commenti per mettere in evidenza le incongruenze e infine delle proposte per far esplodere sta cappa infernale sotto la quale ci mantengono da + di 30 anni un intera classe dirigente inefficiente (almeno in termini di trasporti pubblici su rottaie).

Avete ragione in tanti: errori strutturali delle gare d'appalto (sapete come funziona dietro le quinte vero? prima si costituisce un obiettivo, opera, cantiere ad hoc. Poi si cucisce sopra su misura un bando della madonnna, facendo sparire ogni organo di controllo potenziale mescolando progetto-realizzazione-controllo sotto la stessa ed unica direzione. Avete mai visto una persona mandarsi una raccomandata a se stessa per lamentarsi presso la mano sinistra di un errore commesso dalla mano destra? OK. Applicate il concetto ad una gara d'appalto di ... alle, facciamo i modesti, dai 500.000 euri in su. vedete quanto possa essere tremendemente fuorviante ogni controllo ad opera consegnata (e sopra tutto pagata!!!).

Purtroppo questo è solo uno dei tre punti da sistemare (non da poco ve lo concedo). Non cominciate a rispondermi: è la ns cultura, siami abituati cosi ecc... Errore umanum est, il resto lo sapete voi.

Secondo punto: è inutile mettere in pista dei lavori di qualsiasi genere senza considerare la funzione trasporti su rottaie nell'ambito nazionale e, adesso che gli altri paesi sono andati avanti senza di noi, nell'ambito europeo con i paesi limitrofi all'italia (sopratutto a nord e ovest).

Di qui la mia reazione sulla guerra dei poveri tra passegeri alto veloci e pendolari. Siamo diventati matti? è ovvio che il progresso è per tutti! Se non si riesce a migliorare il servizio dei pendolari (non parlo dei treni, nel senso di carozze) senza intervento sui binari, allora cio è proprio la dimostrazione che spendere a casaccio non sarà a beneficio del viaggiatore...

Scusate se insisto, ma mi viene da svenire quando penso agli ultimi 30 passati a cazzeggiare da questa parte degli Alpi, mentre in Francia (e altrove eh!) si viaggia in condizioni decenti da ... decenni!

Perchè, un treno veloce senza organizzazione, è solo un treno pazzo. Ha senso non poter avere il massimo risparmio di tempo sulle tratte perchè si specula sulle fermate, facendo un'enesima confusione concettuale tra una fermata ed una tratta? Non so io: tratta Bordeaux-Parigi. Sul percorso ci sono 5 stazioni abilitate TGV. Però ogni tratta ha la sua coerenza, e spesso il treno non ha NESSUNA fermata intermedia, giocando sulle coincidenze, statistiche di viaggiatori si scoprono tante di quelle cose. Cosi, alla fine, anzi che fermare i treni dei pendolari per far passare i TAV, pur di rosicchiare miseri minuti sulla pelle di ignari utenti sacrificati al conforto di altrui,a ltretanto ignari del resto, i minuti in questione sono risparmiati in partenza da inutili fermate intermedie.

Attorno al treno ci va ... il cervello che c'è, ovunque in italia, ma mai impiegato come si deve, e per gli ultimi che non si arrendono, invitati a scappare all'estero. Ma con gli utlimissimi rimasti in italia, si dovrebbe sitemare: i parcheggi in stazione, dovrebbe essere possibile prenotarne la piazzola per togliere ansia previaggio e caos in stazione, le prenotazioni sono ancora ridicole: avete osservato le numerazioni dei sedili che non si seguono nelle carrozze per esempio? non è possibile scegliere il senso di marcia o non del sedile, la posizione isolata o "a piazzola" o altro. In stazione, sul binario non sono predisposti  i segnali di riferimento del numero delle carrozze, facendo risparmiare un tempo prezioso all'imbarco ed eviterebbe la corsa disperata delle persone anziane. Lo so, non tutte le stazioni sono cosi disorganizzate. Ma se uno di voi conosce il capo stazione di Padova, stampate le mie righe e fategli risparmiare la figura di convogliatore di bestiame che fa fare a tutta la sua città...

Poi chiaramente, servono gli interventi di cervello profondo: entrare nel sistema informatico e avere il corraggio di rimettere in pista una ricerca di correlazione statistica tra viaggiatori e tratte. E questo è un mio personale appello che faccio a voi. La statistica "pesante" è il vs pane quotidiano. Vi supplico. Create un gruppo di volontari, una task force, un'azione mirata: distruggere il sistema attuale (attenzione, non è un appello ad un'azione terroristica la mia: con i vs neuroni intendo!!!) e sostituire la scemenza attuale con qualcosa di nuovo, efficiente e ... coerente con le abitudini attuali di viaggio dei cittadini (non dei loro nonni).

Oltre a questo intervento, vi cito un organizzazione nata nel 2007: Railteam. in cui si sono associati francesi, belgi, olandesi, svizzeri, tedeschi ed austriaci per creare dei collegamenti transnazionali (una dimensione commerciale ad un tale consorzio non noce comunque) e, sopratutto, per creare delle sinergie tecnologiche. Avete letto bene. Cosa c'è di strano in questo ultimo dato? Bingo! manca l'Italia. Che i dirigenti FS, leggasi Fenomeni Senili, si ritenevano cosi capaci da non aver bisogno di nessun supporto di nessun genere? Che so, tipo risparmiarsi i periodi inevitabili di inefficienza iniziale di un nuovo sistema per esempio? Neanche questo è parso un motivo sufficientemente pesante da giustificare l'accettazione dell'invito da parte dei ns vicini. Cosi, isolati siamo rimasti. Motivo del rifiuto? sarebbe il caso d'invocare un dossier di Wikileaks.

Terzo punto: è vero, dopo aver portato a termine i punti 1 e 2, si potrebbe finalmente mettere mano alle infrastrutture. Che scoperta del resto: il sistema binario crea un'esigenze di aumento della portata del binario rispetto ad un treno dell'800. Per esempio, a voi che piace tanto dire che i francesi sono sciovinisti. Gli inglesi hanno prodotto un acciao speciale che era di prestazioni migliori dell'acciaio franco-lussemburghese, da pochi anni in mano ad indiani. Sapete com'è andata a finire? Le FS francesi hanno posato sul territorio francese l'acciaio inglese, con buona pace dell'azienda locale: quello che conta è la prestazione, non la carta d'identità, e mi fermo qui.

Posso anche dirvi la sigla dell'Azienda inglese: CORUS.

A questo punto non mi resta che pregare che certi dementi vengano portati via ... e pregare con voi e per voi amici miei. Ormai mi sono rassegnatoo anch'io.

Chiedo scusa per lo sfogo.

 

Notte a tutti!

 

 

settembre 1979: primo convoglio TGV Lione - Parigi. 2:25mn anziché 5:00

 

solo 15 anni dopo i giapponesi...

PS: per la cronaca, anche Corus è indiana!

Mi sembra che Gilberto Bonaga e Olivier abbiamo evidenziato dei drammi Italiani dai quali non si riesce ad uscire, progettazione e strategia delle soluzioni.

La progettazione fatta dagli amici incopetenti e spesso legata alla scelta e volontà dei fornitori è un connubio che non si riesce a spezzare, infatti già un a soluzione intermedia che favorisca politicamente dei fornitori ma che rende la progettazione indipendente e di qualità  permetterebbe in ogni caso di ottenere un risparmio di notevole entità.

L'incopetenza fa più danni della malafede, a meno che queste non siano abbinate come nel caso italiano, spezzare questo connubio è fondamentale.

L'authority di vigilanza sugli appalti per esempio, che di vigilanza fa ben poco, si focalizza sul risparmio che si può ottenere per gli appalti della PA limitando i ricorsi al TAR causati da vizi formali e/o procedurali, ovvero vede l'appalto a partire dalla fase di stesura formale e procedurale. Anche la fase successiva di controllo realizzazione dell'appalto risulta vanificata se la progettazione è carente.

La progettazione (per non  parlare sull'analisi del fabbisogno e delle strategie come indicate nel contesto attuale da Oliver) non viene presa neanche in considerazione, ma ripeto, i margini di risparmio sulla qualità e indipendenza della progettazione  da vincolare nelle specifiche dei bandi sono enormi, almeno il fornitore PREscelto attraverso gli altri requisiti non potrà fornire quello che gli pare e piace.

Hai ragione Marcello,

 

La tua osservazione sulle acquisizioni indiane deve fare riflettere : si dice con fin troppa faciloneria che i paesi emergenti (cina, india e bacino asiatico in generale) siano diventati il laboratorio, l'officina dei paesi occidentali del G8 (permettetemi la scorciatoia).

Niente di più sbagliato. Non è cosi semplificistico come quadro. Mentre la cina "compra" il debito americano, due gruppi famigliali indiani concorrenti esportano la loro battaglia in europa e comprano due aziende storiche della vecchia economia Europea.

Attenzione però: non è che si siano comprate delle aziende di produzione di prodotti finiti, tecnologici o altro. No. Si comprano due gruppi che trasformano una materia prima in un prodotto semilavorato o finito che si può chiamare anche prodotto primario!

Cioè, non so se mi spiego, si comprano il laboratorio, l'ooficina dov'è. Mica si sono limitati a fare il gioco della concorrenza dall'india! Sono arrivati sul ns suolo, alle ns porte, per riorganizzare il mercato in questione. Interessa l'Italia, tutto ciò? Chiediamo alla ns Marcegaglia cosa ne pensa. Anche se a dire il vero, lei di idee nonostante il suo coraggio, mi sembra che non ne abbia tante (anzi che continuare a chiedere riforme nel vuoto, dopo tre anni, magari uno comincia a fare le sue proprie proposte).

Per completezza dell'informazione, vi scrivo qui sotto la facenda dei gruppi indiani.

1a mossa da parte del Gruppo Mittal che si compra il gruppo franco-lussemburghese che dicevo, ARCELOR,  3/4 anni fa. L'essenziale dell'attività svolta dall'azienda comprata dalla Mittal si svolge, precisiamolo lo stesso: in europa.

 Per chiudere con la facenda Mittal, il neo gruppo diventa ARCELORMITTAL, tutto attaccato.

L'altra azienda indiana, mica piccola Tata Group, si comprta un altro pezzo enorme della produzione di acciaio del mercato europeo: CORUS, ex inglese quindi.