L'intervista di Boccia all'Huffington Post - Una traduzione

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In linea con la tradizione di nFA stabilita a suo tempo da Sandro Brusco - che oggi purtroppo langue per la tristezza dei suoi fan :) - mi permetto di proporre una traduzione dell'intervista all'onorevole Francesco Boccia da parte di Giuseppe Colombo sull'Huffington Post del 12 agosto 2016.

È fresca la notizia che il PIL Italiano, nel secondo trimestre del 2016, ha registrato crescita zero, fonte ISTAT. Allo stesso tempo il debito pubblico ha segnato un nuovo massimo storico, fonte Bankitalia. In questo contesto, l'Huffington Post  ha intervistato Francesco Boccia, deputato del PD e presidente della commissione Bilancio della Camera.

 

 I dati sul Pil e sul debito pubblico parlano chiaro. Crescita zero nel secondo trimstre e nuovo massimo storico per il debito.

“Non sono sorpreso per i dati sul Pil e sul debito pubblico. Per ridurre il debito è necessario crescere. Chi si illude che facendo qualche zero virgola di privatizzazioni o qualche decreto, sbaglia"

 

[Traduzione] Che sfiga, questa non ci voleva! Speravamo di continuare a galleggiare a "più 0 e qualcosa" grazie a fattori esterni all'Italia come la congiuntura internazionale favorevole ancora per un pò, e invece non ce l'abbiamo fatta. In ogni caso, visto che è successo, fammi usare questa notizia per mandare qualche messaggio a chi ha orecchie per intendere e fare promozione per me e quelli che stanno con me.

 

Il debito è una zavorra atavica. Il governo ha ribadito in più di un’occasione che inizierà a calare, ma il trend non si inverte. Ricetta sbagliata?

La litania di Padoan è sempre stata: il debito si abbasserà grazie alla spending reiew ed alle privatizzazioni. È evidente che la ricetta non ha funzionato. Le privatizzazioni fatte così servono a fare un po’ di cassa, ma non incidono sulla riduzione del debito. Gutgeld non è riuscito a dare a se stesso i numerosi consigli che dava ai suoi predecessori.

 

[Traduzione] Padoan e Gutgeld non fanno parte della mia corrente, e anche se hanno agito coerentemente con quelli prima di loro e hanno fatto più o meno le stesse cose che avrei fatto io, scuotiamoli un pò, magari magari viene fuori qualcosa di buono per qualcuno dei miei.

 

Renzi ha provato a smuovere le acque giocando in Europa la partita della flessibilità. E’ sufficiente?

“Io ho condiviso questa battaglia, ma è evidente che non basta. Noi abbiamo bisogno di investimenti veri”.

 

[Traduzione] Renzi ha dato battaglia per avere più deficit per finanziare spesa pubblica per comprare il consenso, sperando che la congiuntura internazionale (basso costo del petrolio, quantitative easing della BCE, etc.) facessero crescere l'Italia, che di suo stenta, quel tanto che basta da far ridurre il debito. Io avrei fatto esattamente la stessa cosa. Ora che abbiamo visto che non funziona, non basta più continuare a chiedere più deficit. Ora, oltre che continuare a fare più deficit, bisogna andare in Europa e dirgli che ci mandino più soldi per finanziare ancora più spesa pubblica!

 

Per gli investimenti c’è il piano Juncker

Quel piano si è rivelato modesto, uno strumento di garanzia per stimolare investimenti privati che stanno facendo grandi e grandissime imprese. Noi abbiamo bisogno, subito, di vedere le gru nei porti, di vedere risorse sulla ricerca nelle università, di reti ovunque. Se ti siedi su un marciapiede al centro di una città del Vietnam hai il wi-fi, a Roma e Milano no. In termini di investimenti noi siamo ancora stabilmente al 2% del Pil: abbiamo bisogno di portarci al 3-5 per cento"

 

[Traduzione] Scherzi? Col piano Juncker non riusciamo a comprare neanche un ventesimo del consenso che ci serve per rimanere a galla e non perdere le elezioni! Le nostre constituency devono veder che abbiamo ancora soldi da spendere, sennò qua ci mandano tutti a casa!

 

Il governo rivendica un impegno senza precedenti sulle tasse. La strada è quella giusta?

La testardaggine di Renzi di insistere nella riduzione della pressione fiscale è positiva, ma con un limite: non aver creduto, dal 2013, che per abbassarle ancora di più era necessario considerare anche la base imponibile erosa del digitale. Ha detto che dal primo gennaio 2017 ci sarà la digital tax: lo esorto ad andare avanti”."

 

[Traduzione] Sappiamo benissimo tutti e due che il governo non ha ridotto le tasse e io lo esorto ad andare avanti su questa strada introducendo una tassa speciale sul digitale. Vuoi che non ci siano dei bei soldi da pescare in quel mazzo?

 

Perché è così strategica la digital tax?

La base imponibile erosa è di oltre 30 miliardi di euro: se si recupera quel gettito fiscale si può continuare ad abbassare le tasse a imprese e lavoratori. Che la chiami come vuole, Renzi: il dato è che c’è una parte del fisco che paga tanto, cioè i contribuenti, i lavoratori dipendenti e gli autonomi che dichiarano, e una parte crescente, le multinazionali, che non pagano nulla”.

 

[Traduzione] È semplice: perchè se l'Europa non ci manda abbastanza soldi, dobbiamo trovare da noi le risorse per finanziare più spesa pubblica e comprarci il consenso.

 

Su questo tema si può cercare una via in Parlamento?

I 5 Stelle, su ordine di Grillo, sul digitale restano in silenzio. Confondono la base imponibile erosa con i tweet e i Google-glass. Diciamo che perdono la passione per la lotta all’evasione fiscale.

 

[Traduzione] Non mi è chiaro quanto i 5 stelle possano essere affidabili su questo punto, è comunque loro hanno constituency diverse dalle nostre, per cui dobbiamo andare avanti da soli!

 

Cosa manca alle scelte del governo in campo economico?

Un autentico concetto di Stato. Se c’è una critica che posso fare a Renzi è sui fondamentali: il fatto di arrivare quasi al limite di vergognarsi dall’utilizzare lo Stato quando c’è un fallimento dell’economia.

 

[Traduzione] Ma cosa vuoi che ne sappia io?
Basta che non si facciano venire in mente idee strane, tipo ridurre la presenza dello Stato nell'economia. Per cui confondiamo le acque e diciamo che bisogna aumentarla!

 

Serve una maggiore presenza dello Stato?

Sì. E’ necessaria una forte azione regolatrice dello Stato, sia in Italia che in Europa. Coglierei questo spunto del Pil per non mettere la testa sotto la sabbia. Lo Stato deve mettere le mani dove l’economia non funziona o dove concentra ricchezza.

 

[Traduzione] Se c'è qualche settore dove si amministra il potere reale ci deve essere lo Stato, cioè i partiti. Se c'è qualche settore dove girano i soldi e in cui lo Stato, cioé i partiti, non sono ancora presenti, tipo il digitale, allora ci si devono infilare. Se poi questo diminuisce le dimensioni della torta, non importa.

 

E’ una battaglia di sinistra

“La sinistra deve fare la sinistra. Ipotizzare un congresso subito dopo il referendum non è lesa maestà, ma è semplicemente serio"

 

[Traduzione] Ecco bravo, buttiamola in politica che è meglio. La sinistra deve fare la sinistra: visto che questo governo sta dando segni di stanchezza, bisogna ridiscutere i pesi interni delle varie correnti: non è lesa maestà dire che ci sta qualche posto per me e/o qualcuno dei miei.

 

La fotografia dell’economia italiana oggi è per lo meno deprimente

Di più non si poteva ottenere con le scelte fatte. Siamo usciti dalla recessione, ma galoppare è un’altra cosa, necessita di vigore, di un’idea collettiva. Serve una strambata.

 

[Traduzione] Sì, fa proprio schifo. L'importante, però, è non perdere potere per me e quelli come me.

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Commenti

Ci sono 5 commenti

Sempre belli questi pezzi, avrei due domande:

1) Può sostituire "constituency"? Ho imparato una parola nuova ma "clientele" mi sembra più corretto.

2) Se sono le clientele a guidare la politica italiana la colpa di chi è? Nella corruzione non è la domanda a creare l'offerta?

Saluti

Ciao Marco,

1. In effetti ho usato la parola inglese perchè non saprei come tradurre constituency in Italiano. Non sono sicuro che clientela sia il termine più azzeccato. Accetto pareri.

2. E' un'ottima domanda! Io credo che nel corso dei decenni si sia stratificato un certo sistema nella politica. Non credo che una costituency eserciti un controllo ferreo su un politico. Probabilmente è molto attenta a qualche problema in particolare, ma in generale i politici hanno i loro margini di manovra. Inoltre, non credo che il fatto che una contituency faccia pressione su un politico sia corruzione. Per una parte, questo può essere considerato un fatto fisiologico. Il problema è quando questo tipo di interazione porta in un circolo vizioso. Non è, però, facile definire queste situazioni in maniera formale.

cioè la base elettorale + il saldo fra quella che si ipotizza di perdere e quella che si spera di acquisire per essere rieletti che èl'unica cosa che conta per un politico (mi sembra una parola che esprime un divenire).

Sulla corruzione: a) io ho visto prevalentemente sgomitare offerenti; b) ma ho visto anche offerenti che hanno dichiarato versamenti mai effettuati, ma distolti dalle imprese a loro stesso favore (una sorta di autocorruzione); c) lo schema D-O non mi convince prché troppo deterministico; mi convince di più "osmosi".